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Alfabetización informacional e inclusión digital: hacia un modelo de infoinclusión social, Aurora Cuevas Cerveró y Elmira Simeão (coords), Somonte-Cenero (Gijón), Trea, 2011

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Alfabetización informacio-nal e inclusión digital: hacia un modelo de infoinclusión social, Aurora Cuevas Cerveró y

El-mira simeão (coords),

Somonte-Ce-nero (Gijón), Trea, 2011, 175 p., ill. (Biblioteconomía y administración cultural; 232), isbn

978-84-9704-579-7, € 20.

Viviamo in una società definita dell’informazione, ma non sempre tutti i cittadini, soprattutto i più svantaggiati, sono in grado di utiliz-zare gli strumenti che servono per l’acquisizione delle informazioni e sono messi in condizione di accedere in modo equo alle risorse. Nell’am-bito di questi temi si collocano le riflessioni contenute nel volume Al-fabetización informacional e inclusión digital: hacia un modelo de infoin-clusión social, che raccoglie testimo-nianze e riflessioni sul progetto di ri-cerca internazionale Inclusión Digital y Educación Informacional para Salud (IDEIAS) avviato da un gruppo di ricercatori dell’Università Complu-tense di Madrid e dell’Università di Brasilia, finanziato dall’Agenzia Spa-gnola di Cooperazione Internaziona-le per lo Sviluppo.

Le curatrici del volume, Aurora Cuevas Cerveró (Facultad de Cien-cias de la Documentación, Univer-sidad Complutense di Madrid) e Elmira Simeão (Faculdade de Ciênc-ias da Informação, Universidade de Brasília), sono specialiste di inclusio-ne digitale: uno dei principali pro-blemi nati con la diffusione del web.

Il volume ospita gli articoli di esperti ricercatori, spagnoli e bra-siliani, che hanno prodotto vari contributi sull’inclusione digitale, sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sul program-ma IDEIAS destinato agli “agenti comunitari della salute”. Gli agenti sono una figura tipica dei paesi del Sud America e nascono per far fron-te ai problemi sanitari della popola-zione, in particolare degli strati più svantaggiati. Svolgono un’attività di mediatori dell’informazione di ambi-to medico e vivono a stretambi-to contat-to con la comunità: in Brasile molte persone sono malnutrite, disidratate o semplicemente affette da malattie “normali” (influenze, ecc.).

L’importanza delle tematiche af-frontate nel volume è sottolineata da Abdelaziz Abid nell’introduzione al volume. Il rappresentante dell’Une-sco sottolinea infatti la rilevanza e le potenzialità di un modello di alfabe-tizzazione informativa e di inclusione sociale che consenta a tutti i cittadini di prendere il controllo dell’infor-mazione allo scopo di migliorare la propria esistenza. Il possesso delle abilità finalizzate al recupero dell’in-formazione, permette agli individui di prendere decisioni tempestive le-gate alla salute familiare e personale, al benessere, alla partecipazione civi-ca, all’educazione, al lavoro e a tutte le sfide della vita quotidiana.

Molte organizzazioni interna-zionali come l’IFLA, l’UNESCO, il Consiglio Europeo e l’Organizzazio-ne per la Cooperaziol’Organizzazio-ne e lo Sviluppo

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Economico (OCSE), promuovono programmi di inclusione digitale e di alfabetizzazione informativa. L’Une-sco, in particolare, sostiene energica-mente la costruzione di una società della conoscenza all’interno della quale l’importanza dell’informazio-ne e della comunicaziodell’informazio-ne stimola gli individui ad acquisire le competenze necessarie per accedere alle informa-zioni di cui hanno bisogno per mi-gliorare la loro vita.

Lo scopo principale del volume è quello di accompagnare le comunità brasiliane nell’acquisizione di deter-minate competenze e abilità fonda-mentali per il recupero, la valutazione e l’utilizzo delle informazioni. In par-ticolare il progetto IDEIAS, descritto nel testo, rappresenta un modello di valutazione basato sulle competenze digitali, informative e sociali, volto a fornire un apprendimento perma-nente alla comunità degli operatori sanitari. Questo progetto si affianca ad un altro, simile, realizzato da un gruppo di ricerca dell’Università di Brasilia. Hanno entrambi lo stesso approccio e lo stesso obiettivo fina-le: contribuire al miglioramento dei processi di inclusione digitale nel Nord-Est del Brasile attraverso la formazione e lo sviluppo tecnologi-co. IDEIAS, rivolto alle comunità svantaggiate, si è sviluppato nel corso dell’anno 2009 a Sobradinho, città nei pressi di Brasilia, e Sergipe, una cittadina situata nella parte nord-o-rientale del paese.

Il volume è suddiviso in tre sezio-ni: la prima intitolata Inclusión

digi-tal para inclusión social: fundamentos conceptuales comprende i primi 4 capitoli ed è dedicata ai presupposti teorici e metodologici del progetto. Nel primo capitolo si riflette sull’in-clusione digitale e sulla sua impor-tanza: in una società in cui l’informa-zione e la comunical’informa-zione risiedono in un ambiente tecnologico le co-munità devono poter usufruire degli strumenti e possedere le competenze necessarie per utilizzarli. La maggior parte della popolazione brasiliana è infatti esclusa dai progressi tecnolo-gici: questa mancanza viola il diritto a godere di un tenore di vita sufficien-te a garantire la salusufficien-te e il benessere delle singole persone e delle famiglie (art. 25 della Dichiarazione universa-le dei diritti umani) e condanna all’e-marginazione all’interno del mon-do informativo. Il seconmon-do capitolo descrive le modalità di utilizzo delle Information and Communications Technology (ICT). Nel terzo capito-lo, la curatrice Aurora Cuevas mette in evidenza l’importanza del ruolo che le biblioteche possono assumere nell’ambito dell’inclusione digitale. Il quarto capitolo riguarda la storia del programma degli operatori sanitari di comunità in Brasile e ciò che è sta-to fatsta-to in questi venti anni di attività.

Nella seconda parte intitolata Modelo IDEIAS de evaluación de la inclusión digital e informacional (ca-pitoli 5 e 6), vengono chiariti i temi, i parametri e gli indicatori, a loro volta suddivisi in competenze, che fanno parte del modello IDEIAS. Inoltre vengono descritti gli strumenti

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zati per l’applicazione del modello. La terza parte, Aplicación del modelo IDEIAS en los agentes comunitarios de salud, è la più ampia e analizza la parte metodologica e pratica del pro-getto: lo scopo degli agenti comuni-tari di salute è quello di rafforzare la prevenzione e promozione della salute all’interno della comunità (nel nostro caso Sobradinho e Sergipe, Brasile) e partecipano anche alla scrittura del “Programma di salu-te della famiglia”, legato al Sissalu-tema Unico di salute del Brasile. Il setti-mo capitolo descrive l’attività svolta dagli organizzatori del progetto nella trasmissione di alfabetismo infor-mativo nella comunità brasiliana di Sobradinho (nello stato di Bahia): vengono specificati i programmi educativi utilizzati, i risultati ottenuti e le varie fasi del lavoro. Nell’ottavo capitolo vengono descritti i program-mi di alfabetizzazione digitale rivolti agli operatori sanitari di comunità che operano a Sergipe e i risultati ottenuti. Il nono capitolo analizza il ruolo fondamentale svolto dall’a-gente di salute di comunità, come mediatore di informazioni. Il lavoro svolto dall’agente di salute si basa su un progetto scientifico denominato Comunicación de la Información en Salud del Dipartimento di Scienze dell’Informazione e Documentazio-ne dell’Università di Brasilia, pro-mosso da Elmira Simeão. Questo progetto ha lo scopo di valutare l’in-flusso del mediatore di informazioni sanitarie sulla comunità. Il decimo capitolo sottolinea l’importanza

del-la creazione di strumenti come i blog e dell’uso di giornali da parte degli operatori sanitari di comunità per migliorare la propria alfabetizzazio-ne informativa. L’undicesimo e ulti-mo capitolo presenta la metodologia seguita per la realizzazione di una guida alle fonti di informazione per la comunicazione di informazioni sa-nitarie.

Le tematiche legate alla società dell’informazione (information lite-racy e inclusione digitale), e trattate in questo testo, sono diventate negli ultimi trent’anni di interesse inter-nazionale. Le motivazioni sono ri-conducibili alla rapidità con la quale nella nostra società sta cambiando il modo di produrre e di fruire delle informazioni. Saper trovare l’infor-mazione non basta: servono capacità critiche, valutazione del proprio bi-sogno informativo e saper utilizzare il frutto della nostra ricerca per pro-durre conoscenza. Si parla di lifelong learning (apprendimento per tutto l’arco della vita) e del fatto che non è più sufficiente il percorso della scuo-la dell’obbligo. In questo contesto le biblioteche, in particolare quelle sco-lastiche, scoprono di poter svolgere ancora un ruolo importante.

Il volume curato dalla Cuevas e dalla Simeão mostra con chiarezza in che modo progetti come IDEIAS siano in grado di rispondere al pro-blema dell’alfabetismo informativo in ambiti specifici (sanitario) anche attraverso la creazione di profili pro-fessionali (agente di salute comuni-taria). La lettura del volume inoltre

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si presenta particolarmente interes-sante per il lettore italiano in quan-to lo introduce nel vivo del dibattiquan-to sull’information literacy e sull’inclu-sione digitale così come si sta svol-gendo in Spagna e in Brasile.

Stefano Passerini

Rebecca L. sChoff,

Refor-mations. Three Medieval Authors in Manuscript and Movable Type, Turnhout, Brepols, 2007, XV, 230 p.: ill., isbn

978-2-503-52316-3, € 70.

Questo volume, pubblicato da Brepols, ineccepibile sotto il profilo estetico, ha come suo scopo fonda-mentale quello di evidenziare gli ele-menti di continuità nella ricezione tra medioevo ed età moderna di tre testi della letteratura medievale inglese: The Canterbury tales, The Book of Margery Kempe e Piers Plowman. La vera forza del lavoro di Schoff è nella trattazione molto dettagliata circa gli aspetti della genesi, dell’accoglienza e della trasmissione di queste opere. Il primo capitolo del libro esamina le peculiarità che contraddistinguo-no i macontraddistinguo-noscritti quattrocenteschi dell’opera di Chaucer, in particolare ponendo l’accento sulle modifiche arbitrarie di “ammiratori” e imitatori del poeta londinese. Nelle edizioni a stampa quattrocentesche come quella pubblicata da Caxton, di converso, il principio originario di autorialità

sembra avere la meglio, anche se gli strascichi delle aggiunte apocrife fan-no capolifan-no in alcune edizioni con-temporanee, come quelle di William Thynne o di John Stow. Il secondo capitolo è incentrato sull’edizione del libro di Margery Kempe messa a pun-to da Wynkin de Worde nel 1501, un caso che si dimostra completamente differente dal precedente visto che, a differenza del testo di Chaucer la tradizione manoscritta di quest’opera si concentra su un testimone unico, l’Additional MS 61823 della British Library; di conseguenza, è facile intu-ire che tra le due forme di trasmissio-ne del testo ci sia stato di fatto uno stretto rapporto di connessione bipo-lare. Circa il caso del Piers Plowman, l’autrice si concentra sulle circostanze storiche in cui il testo venne stam-pato, evidenziando come i proclami di Enrico VIII in materia censoria abbiano sollevato in maniera defini-tiva la problematica del principio di autorialità letteraria, elemento che nella tradizione manoscritta risultava alquanto ovattato all’interno del mag-ma narrativo medievale. L’opera della Schoff rappresenta nel complesso un buon lavoro d’indagine, forse troppo generalista nella sua tesi fondamen-tale e alquanto povero in termini di innovazione metodologica. Ciono-nostante alcune intuizioni risultano apprezzabili, soprattutto in relazione alla funzione dei lettori nel processo di consolidamento della figura attiva dell’autore.

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