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IL DIRIGENTE INFERMIERISTICO E LA FORMAZIONE DEL PERSONALE: ANALISI ED APPLICABILITA? DI STRUMENTI GESTIONALI IN UN BLOCCO OPERATORIO. L'IMPLEMENTAZIONE DELLA "SSCL - CHECK LIST DI SICUREZZA DEL PAZIENTE CHIRURGICO" NELLA AZIENDA ASL 8 DI AREZZO

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Academic year: 2021

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L’attività svolta nelle sale operatorie è intrinsecamente molto rischiosa per il paziente, per gli operatori, e per tutti coloro che afferiscono alla struttura. Ad una analisi attenta dei processi sanitari che si svolgono in un complesso operatorio, gli errori relativi alla fase di ammissione del paziente, la gestione dello strumentario e dei presidi sterili (dispositivi tessili e strumentario chirurgico) costituiscono la causa prevalente di avversità a carico del paziente.

Perseguire gli obiettivi di sicurezza in sala operatoria è possibile ma solo con il coinvolgimento di tutti gli operatori (Chirurghi, Infermieri, Anestesisti, personale di supporto) ed un forte impegno della Direzione Sanitaria, Servizio Infermieristico e dell’UGR.

E’ indubbio che l’adozione di Check List e schede operative abbia una ricaduta positiva sia sull’organizzazione del contesto sia sulla tempistica degli interventi chirurgici. La medicina moderna ha ormai superato i livelli di complessità che possono essere gestiti dal singolo, né basta l’esasperazione della specializzazione.

«Che fare, allora, quando essere competenti non basta?».

È questo il cuore della riflessione che Atul Gawande ha sviluppato nel suo libro: “Check List: come fare andare meglio le cose”.

La soluzione che Gawande prospetta al problema fondamentale della gestione della complessità in medicina è, quindi, la combinazione di un uso estensivo delle Check List, con la promozione sistematica del lavoro di gruppo (teamwork). Le CheckLlist consentono ai professionisti di concentrare la propria attenzione sui compiti non routinari e a più elevato contenuto di competenza professionale. Il lavoro di gruppo consente di valorizzare le specializzazioni e di renderle tra loro compatibili e sinergiche. Come scrive Gawande…..

… «non credevano nella saggezza del singolo, neppure del più esperto. Credevano nella saggezza del gruppo e si premuravano perciò di sottoporre un problema a più di un paio di occhi, per lasciare poi agli osservatori la decisione da prendere. L’uomo è fallibile; più uomini, forse, lo sono meno».

Importare l’idea della Check List in Sanità a tutt’oggi non è impresa semplice. Manca ancora la condivisione del valore delle Check List come strumento per innalzare gli standard delle prestazioni e permane un’idea sbagliata della dignità professionale («lasciate perdere le scartoffie, pensate ai pazienti», è quel che spesso si sente dire). Persistono inoltre barriere culturali che rendono difficile l’affermarsi di una cultura del lavoro di gruppo e la consapevolezza che più uomini, forse, possono sbagliare meno di un singolo uomo.

La chirurgia odierna richiede l’impiego di procedure dettagliate e pianificate, condivise e diffuse tra tutti gli operatori, al fine di garantire la necessaria sicurezza in un settore sanitario ad alto rischio. Si stima, infatti, che almeno la metà delle complicanze chirurgiche siano evitabili, per cui prevenire diventa obbligatorio introducendo cambiamenti del sistema, culturali e comportamentali. Lo strumento introdotto dall’”Organizzazione Mondiale della Sanità” e pubblicato dal Ministero della Salute per affrontare il problema è un Manuale che comprende le Linee Guida e la Check List per la sicurezza in sala operatoria. Lo scopo è implementare la cultura della sicurezza per giungere all’elaborazione di buone pratiche e procedure atte ad uniformare i comportamenti.

La sicurezza in ambito chirurgico rappresenta oggi una priorità della Sanità pubblica nel mondo. In Italia i volumi di attività chirurgica rappresentano circa il 40% della totalità dei ricoveri per acuti. Considerata la complessità delle procedure chirurgiche ed in linea con il programma WHO “Safe Surgery Safe Lives”, è stata implementata una Check List per la sicurezza in sala operatoria finalizzata, ed in linea con la letteratura internazionale, alla riduzione delle complicanze e della mortalità perioperatorie oltre al miglioramento della comunicazione tra i membri dell’équipe operatoria.

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L’ assistenza al paziente deve essere quindi erogata in sicurezza. Per sicurezza in sala operatoria intendiamo un insieme di tecniche e comportamenti (non tecnical skills) che hanno come fine la diminuzione di tutti i fattori di rischio per il paziente. Lo scopo è soddisfare le necessità di interventi chirurgici ordinari e d’urgenza all’interno di un ambiente sicuro e a misura d’uomo con professionalità ed utilizzo di tecnologie appropriate, in un contesto organizzativo flessibile.

Interdipendenza ed affidabilità definiscono i legami tra i più professionisti attori sul palcoscenico della sala operatoria. Gli attori coinvolti in un team di lavoro si impegnano, in un equilibrio di competenze, abilità e vissuti, a cercare il giusto modo di comunicare e di interagire per un fine comune: la salute del paziente.

La prima impressione percepita è quella che l’infermiere che si è “formato” negli anni per assistere “pazienti” si trova invece ad assistere “Chirurghi” ed “Anestesisti”. La camera operatoria era nel passato il riferimento privilegiato della scienza medica e non certo di quella infermieristica che aveva spesso un ruolo relegato, dove il paziente subiva l’atto operatorio.

L’intervento chirurgico all’interno di un percorso (o processo) ha un prima, un durante e un dopo in cui il protagonista è indiscutibilmente il paziente, e se il protagonista è il paziente allora un ruolo significativo torna ad assumere anche l’Infermiere. Parliamo quindi di un concetto di assistenza “peri-operatoria” e di “gruppo di lavoro”.

Il Coordinatore Infermieristico è il perno centrale per la motivazione del gruppo nell’ambito dell’assistenza: utilizzando il proprio vissuto, le conoscenze acquisiste nel percorso formativo e attraverso i sistemi informatici a disposizione egli dovrebbe impegnarsi a stimolare i propri operatori affinché venga raggiunto il massimo livello di qualità assistenziale erogata. L’identificazione delle caratteristiche possedute dagli operatori stimola il Coordinatore all’identificazione e alla risoluzione dei conflitti interni al gruppo.

Altro fattore di particolare importanza, al quale deve porre molta attenzione il Coordinatore, è la motivazione: se il professionista gode di opportunità atte a sviluppare i fattori di motivazione, quali, ad esempio, una situazione stimolante, la crescita professionale, la formazione, il

riconoscimento, la partecipazione attiva alle decisioni da prendere, l’informazione e condivisione degli obiettivi aziendali da raggiungere, la partecipazione a gruppi di lavoro, allora la sua

performance sarà influenzata sensibilmente e sicuramente in senso positivo. I fattori dell’organizzazione che influiscono sulla motivazione sono:

• lo stile di leadership del Coordinatore; • le relazioni sul luogo di lavoro;

• la collaborazione ricevuta dai colleghi;

• i conflitti a vario livello e le discriminazioni di natura personale; • la gratificazione organizzativa.

Il Coordinatore deve tener sempre presente che la motivazione del personale si poggia

sull’armonico equilibrio di tutti questi fattori, sui quali può agire, monitorare, gestire per avere personale motivato e predisposto ai continui cambiamenti organizzativi condivisi con il gruppo. L’ applicazione di questi principi porta ad una sicura crescita con una ricaduta positiva sul livello assistenziale fornito dal team.

Operare e interagire in una organizzazione in cui viene percepito del benessere, in cui il clima lavorativo ed organizzativo è sereno ed equilibrato, non può che far bene a chi vi opera quotidianamente, come gli operatori stessi ma non può che far bene a quanti interagiscono

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direttamente o indirettamente, con la stessa organizzazione. Se poi, questa organizzazione si occupa di salute, a maggior ragione non è superfluo ribadire, come il benessere psico-fisico e quindi anche organizzativo è tra i principali obiettivi da perseguire.

I continui cambiamenti avvenuti nel panorama sanitario nazionale hanno portato gli operatori del settore a dover affrontare nuove problematiche, che necessitano di soluzioni sempre nuove e differenti e gli infermieri e gli altri componenti dell’équipe sanitaria devono confrontarsi con le aspettative dei cittadini, sempre più esigenti ed informati, e con gli obiettivi aziendali, trovandosi a gestire materiali e tecnologie che assicurino un alto livello di qualità assistenziale.

I parametri di qualità più importanti da considerare sono la prestazione migliore possibile e il risultato: il paziente è sempre il protagonista principale dell’intero processo!

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