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Academic year: 2021

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(1)

DINAMICA DI RILASSAMENTO IN

VETRI CALCOGENURI STUDIATA

MEDIANTE SPETTROSCOPIA DI

FOTOCORRELAZIONE

Laureanda:

Eleonora Benhar Noccioli Relatore:

(2)
(3)

MOTIVAZIONE

Allo stato solido i materiali possono presentarsi in forma cristallina o amorfa: nel primo

caso gli atomi sono disposti in modo da formare un reticolo cristallino, mentre nel secondo vi è totale assenza di periodicità spaziale. Si parla in questo secondo caso di sostanze

vetrose.

Secondo P.W. Anderson, premio Nobel per la fisica nel 1977, “La transizione vetrosa è il

problema più interessante e profondo non ancora risolto della Fisica della materia”.

La fenomenologia della transizione vetrosa è importante anche in ambito industriale, nelle

scienze naturali e nella biologia.

I vetri calcogenuri sono oggetto di grande interesse per le molte applicazioni ottiche ed

elettroniche, ed in particolare perché sono fotosensibili.

Nel nostro ambito, gli elementi Calcogeni sono interessanti perché si possono ottenere

facilmente allo stato vetroso e perché formano composti che si legano in catene di lunghezza variabile (living polymers)

(4)

IL PROBLEMA FISICO: LA TRANSIZIONE

VETROSA

Analisi termodinamica della transizione vetrosa: calore scambiato da un liquido in fase di

raffreddamento

(5)

 A livello macroscopico, il parametro che controlla la vetrificazione è la

viscosità, il cui comportamento al diminuire della temperatura in prossimità di Tg permette di classificare i materiali vetrosi.

IL PROBLEMA FISICO: VISCOSITÀ E

FRAGILITÀ

 Vetri duri:

 Vetri fragili:

Relazione di Maxwell:

 La transizione vetrosa è convenzionalmente

caratterizzata da

 Dal valore tipico di un vetro,

segue che T A

e

/ 

) /(T T0 A

e

 

 G

s

T

g

)

100

(

Pa

G

10

10

poise

T

g

)

10

13

(

Angell plot

(6)

IL PROBLEMA FISICO: VISCOSITÀ E

FRAGILITÀ

Per avere una distinzione quantitativa,

si definisce la fragilità

 Il concetto di fragilità in questo contesto, non

ha nulla a che vedere con la fragilità intesa in senso comune

)

/

(

)

(log

lim

10

T

T

d

d

m

g T T g

(7)

LA TECNICA SPERIMENTALE

 In un esperimento di scattering dinamico della luce, un fascio monocromatico incide sul

campione in esame

 Quando le molecole vengono investite dal campo elettrico incidente esse divengono

sorgente secondaria e diffondono luce

 La diffusione della luce è il risultato delle fluttuazioni locali della costante dielettrica del

(8)

LA TECNICA SPERIMENTALE

 Schematizzando il campo incidente come un’onda piana, il campo diffuso a grande

distanza R è:

)

,

(

4

)

,

(

( ) 0 0 2

t

q

e

R

E

k

t

R

E

s f i kfR it



if

 

 

f

 

i if

q

,

t

n

q

,

t

n



Misurando le proprietà temporali della radiazione diffusa si ottengono informazioni

sulla dinamica del campione

è la componente del tensore di fluttuazione della costante dielettrica tra le direzioni di polarizzazione iniziale e finale

(9)

LA TECNICA SPERIMENTALE

 La quantità di interesse è dunque la funzione di correlazione del campo:

Con il metodo omodino la quantità direttamente misurabile è la funzione di

correlazione dell’intensità del campo:

 In approssimazione gaussiana si può esprimere la funzione di correlazione

dell’intensità in funzione di quella del campo, I1(t):

  



  

   T s s T s s E t E t dt T R E R E 0 * 1 lim , 0 ,  

 



*

 

2

 

2

2

t

E

0

E

t

I

s s

 

 

 

2 1 2 1 2

t

I

0

I

t

I

LUCE DIFFUSA RIVELATORE AUTOCORRELATORE MEMORIZZATORE METODO OMODINO

(10)

I RISULTATI SPERIMENTALI

Rappresentazione schematica del nostro apparato strumentale

Abbiamo utilizzato un campione di As10S90 , materiale che appartiene alla categoria dei vetri

calcogenuri

 I vetri calcogenuri sono materiali vetrosi inorganici composti da elementi del sottogruppo

(11)

I RISULTATI SPERIMENTALI

In laboratorio abbiamo effettuato misure a 12 temperature diverse (160°C<T<270°C)

Abbiamo visto che il nostro campione presenta due processi di rilassamento, quindi

(12)

I RISULTATI SPERIMENTALI

Per ogni temperatura abbiamo ricavato dai fit due valori τi e βi (i=1, 2), e da

questi i valori medi dei tempi di rilassamento strutturale

Il fit VFT è stato effettuato fissando il parametro T0 al valore ottenuto analizzando i

dati di un esperimento di viscosimetria

         i i i i   1

(13)

I RISULTATI SPERIMENTALI

 Abbiamo ottenuto i seguenti risultati sperimentali:

Abbiamo infine costruito l’Angell plot per i due tempi di rilassamento strutturale

5

27

)

4

77

(

) 1 ( ) 1 (

m

C

T

g

6

20

)

5

140

(

) 2 ( ) 2 (

m

C

T

g

(14)

CONCLUSIONI

I risultati ottenuti mostrano la presenza di due distinti valori di Tg e di m

 Risultati analoghi sono stati ottenuti in calorimetria

 Al contrario gli esperimenti di viscosimetri evidenziano una sola temperatura di

(15)

CONCLUSIONI

Il duplice processo di rilassamento osservato può essere ricondotto alla particolare

struttura dei sistemi AsS ad alta concentrazione di zolfo

Ancora oggi l’interpretazione delle due fasi vetrose rimane controversa, e

(16)

Amor phou s sol id liquid

 [m]

Se

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