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View of Riccardo Bonavita, Spettri dell’altro. Letteratura e razzismo nell’Italia contemporanea

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Between, vol. I, n. 1 (Maggio/May 2011)

Riccardo Bonavita

Spettri dell’altro. Letteratura e razzismo

nell’Italia contemporanea

Bologna, Il Mulino, 2009, 227 pp.

Spettri dell’altro. Letteratura e razzismo nell’Italia contemporanea è una

raccolta di saggi pubblicati da Riccardo Bonavita tra il 1995 e il 2004; un libro postumo e, come chiarisce Andrea Battistini nella prefazione, «fortemente voluto» (14) dai curatori, Giuliana Benvenuti e Michele Nani, che rendono così omaggio, tramite la pubblicazione e la preziosa postfazione, a un amico precocemente scomparso e a un intellettuale rigoroso e appassionato. Spettri dell’altro si presenta con le intenzioni e la struttura di un libro compiuto e come tale può essere letto, ma è anche la traccia di un progetto in fieri consegnato agli appunti raccolti in una directory così nominata dall’autore che intendeva approfondire la sua analisi storico-culturale del razzismo e dell’antisemitismo alla luce di una prospettiva attenta a cogliere le metamorfosi dell’‚ordine del discorso‛ razzista dal Medioevo fino alla contemporaneità: un arco di tempo in cui la letteratura, accanto alle altre pratiche discorsive, ha registrato la presenza carsica, la riemersione ma anche la continua negoziazione e risemantizzazione di temi, stereotipi, metafore e codici di rappresentazione relativi alle due «principali figure dell’alterità, gli ebrei e le genti di colore» (187). I saggi raccolti sono ordinati secondo un criterio cronologico non solo perché la disposizione dei capitoli nel volume coincide sostanzialmente con la successione temporale della pubblicazione dei singoli saggi, ma anche perché essi individuano una serie di questioni ordinate su base diacronica, per quanto non teleologica. Il volume si apre con «la storia di un’interpretazione deviata e inquietante di un classico» (17), Giacomo Leopardi, la cui

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Riccardo Bonavita, Spettri dell’altro (Chiara Mengozzi)

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ricezione in chiave antiebraica propagandata sulle pagine de «La difesa della razza» illustra non solo la strumentalizzazione della tradizione letteraria nazionale a cui i sostenitori del regime attingono per piegarla al sostegno di un’ideologia razzista ma anche, in generale, la battaglia egemonica sottesa a qualunque forma di appropriazione di un classico funzionale all’invenzione di una tradizione e di un’identità collettiva che presuppongono sempre dei criteri di selezione ed esclusione. Il lettore è quindi accompagnato in un percorso nell’immaginario del Ventennio: la letteratura ‘alta’ e di consumo, le fonti iconografiche e la produzione saggistica sono accostate in un’analisi che fa interagire le risorse metodologiche e critiche della teoria letteraria e della comparatistica, dell’antropologia e dell’analisi storico-sociale per far emergere le rotture e le continuità che intercorrono tra gli anni Venti e Trenta, la funzione narrativa della ‘razza’ come macchina mitologica che struttura l’immaginario dei romanzi coloniali e antisemiti, la necessaria e problematica articolazione tra questioni razziali e di genere; una prospettiva di lunga durata arricchisce il quadro dimostrando che il regime «non operò né sul vuoto né su materiali totalmente estranei alla cultura nazionale, bensì su una tradizione, un giacimento di stereotipi, narrazioni, percezioni, assiologie, teorie scientifiche e pseudoscientifiche passibili di essere attualizzate, riprese e rifunzionalizzate» (189). Parlare di razzismo e fascismo o di razzismo e Italia liberale, nelle intenzioni dell’autore, ha una funzione genealogica e in alcun modo consolatoria per il presente; serve piuttosto a riattivare la memoria e lo spirito critico perché l’esaurirsi dell’esperienza fascista e del razzismo di Stato non mette al riparo da quella che potremmo definire la logica spettrale e fantasmatica dei razzismi. Ed è proprio su questo che si misura l’importanza degli ultimi due saggi della raccolta, incentrati rispettivamente sul difficile reintegro accademico di due intellettuali come Santorre Debenedetti e Attilio Momigliano in un’Italia repubblicana incapace di fare i conti con gli spettri del passato e sulla valenza etica e conoscitiva della parola poetica di alcuni scrittori come Paul Celan, Primo Levi e Vittorio Sereni. Autori che, pur nella distanza storica, geografica, esperienziale ed espressiva che li separa, si sono confrontati con la Shoah e con i

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limiti stessi della parola senza tuttavia arrestarsi sulle soglie del silenzio. Se la presente raccolta si conclude con l’analisi di alcuni testi poetici degli anni Sessanta, il progetto incompiuto intendeva spingersi oltre. Del resto l’urgenza del presente si avverte in tutta la raccolta, come dimostrano i fugaci ma significativi accenni alla recente fioritura di movimenti politici apertamente xenofobi e ai flussi migratori che da qualche decennio attraversano l’Italia e che costringono a fare i conti con la sempre aperta questione razziale. Essa pare davvero funzionare come un significante culturale dai tratti spettrali, come un revenant, letteralmente ciò che ‚rin-viene‛, ciò che ciclicamente si ripresenta pur cambiando veste. È forse questa un’ulteriore lettura possibile del titolo, icastico e polisemico, che allude innanzitutto alla costruzione discorsiva e fantasmatica dell’altro/a (il/la negro/a, l’ebreo/a, l’arabo/a), una costruzione che si alimenta di cortocircuiti tra realtà e finzione (dai romanzi al discorso pseudoscientifico e viceversa, in un pericoloso circolo vizioso autopoietico) andando a comporre figure identitarie ‘tetragone’ che si risolvono in un ideale normativo fondato sulla sua negazione dialettica, ovvero l’altro/a come capro espiatorio oppure come ‘l’altrove’ e ‘l’estraneo’ che permettono di dislocare all’esterno tutto ciò che si rigetta del proprio ‘qui’ e ‘ora’.

Autore

Chiara Mengozzi

Dottore di ricerca in Scienze umanistiche – indirizzo italianistico all’Università di Trieste.

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Riccardo Bonavita, Spettri dell’altro (Chiara Mengozzi) 4

Recensione

Data invio: 30/09/2010 Data accettazione: 20/10/2010 Data pubblicazione: 30/05/2011

Come citare questa recensione

Mengozzi, Chiara, ‚Riccardo Bonavita, Spettri dell’altro. Letteratura e

razzismo nell’Italia contemporanea‛, Between, I.1 (2011), http://www.between-journal.it

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