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Il lungomare e le palme di San Benedetto del Tronto. Sviluppo balneare della “Marina” e del «Lungomare di palme più bello d’Italia» a San Benedetto del Tronto (1925-1945),

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€ 65,00

URB

ANISTICA PER LA VILLEGGIA

TURA

E

PER

IL

TURIS

mo NEL N

o

VECENT

o

ASUP

ANNALI DI ST ORIA DELL ’URBANISTICA E DEL P AESAGGIO

progetto scientifico e cura di Ferruccio Canali

A S U P

3 – 2015

3 –2 015

URBANISTICA PER LA VILLEGGIATURA

E PER IL TURISmo NEL NoVECENTo

URBAN PLANNING foR hoLIdAy TImE

ANd foR ToURISm IN ThE XXth CENTURy

ANNALI dI SToRIA dELL’URBANISTICA

E dEL PAESAGGIo

Con questo volume degli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio” dedicato a

“Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento” si è voluto affrontare

un aspetto particolare di un tema più generale – quello della “Città balneare”, dei

“Lungomari”, dell’ “Architettura e dei Paesaggi della Villeggiatura in Italia tra otto

e Novecento” … - che gode ormai di una buona Letteratura, ma che forse meritava

qualche approfondimento in più riguardo al rapporto tra Urbanistica/Villeggiatura e

Turismo. L’intento è stato quello di impostare, e di analizzare attraverso una serie di

casi di studio, quesiti relativi a quel rapporto: se cioè la disciplina urbanistica al suo

nascere e nel suo svilupparsi nel corso del Novecento, si sia posta problemi di ordine

turistico o se, invece, quella sensibilità sia nata molto più tardi; se si sia mai pensato

di elaborare modelli specifici per i Centri turistici, a seconda se quei Centri fossero

balneari, montani o termali; se nei casi specifici l’aspetto urbanistico, oltre a quello

architettonico, sia stato messo ‘in agenda’ tanto da diventare un assunto con il quale i

Progettisti si sono poi concretamente confrontati. dalla raccolta di questi saggi emerge

con chiarezza come, pur nella diversità delle soluzioni e degli approcci ai vari temi –

dalle singole Progettazioni urbane, ai brani di città specializzate, ai Centri turistici, alle

colonie, agli isolati urbani, alle tipologie specialistiche con valenza urbanistica come i

Lungomari – effettivamente l’Urbanistica, e non solo l’Architettura, abbia vissuto un

rapporto di interrelazione stretta e continua con i problemi delle “Stazioni turistiche”,

sia dal punto di vista generale (teorizzazioni, riflessioni, etc), sia particolare.

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VoLUmI dELLA CoLLANA USCITI

1. Modelli di città, di «borghi di fondazione italiani» in Italia, nel Mediterraneo e in

Oltremare

, a cura di F.Canali, 1, 2013 (ma 2015)

ISBN: 978-88-89999-85-1

2. Urban and Land Markers/ Fulcri urbani e Fulcri territoriali tra Architettura e

Paesaggio

, a cura di F.Canali, 2, 2014 (ma 2015)

ISBN: 978-88-89999-52-3

3. Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento, a cura di F. Canali, 3,

2015 (ma 2016)

ISBN: 978-88-98019-33-5

ANNALI dI SToRIA dELL’URBANISTICA E dEL PAESAGGIo

ANNALS of hISToRy of URBAN ANd LANdSCAPE PLANNING

A S U P

Gli “Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesag-gio” - Serie scientifica nata presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, fondata e coordinata da Ferruccio Canali – si pro-pongono di analizzare, in ogni numero annuale, una diversa tematica specifica che, nel corso della Storia degli insediamenti urbani, del territorio e del paesag-gio, sia venuta a caratterizzare profondamente la vita delle svariate Comunità, specie nel rapporto di esse con lo spazio progettato dalla Disciplina urbanisti-ca (su richiesta della Politiurbanisti-ca, della Scienza urbana …) e a seconda dei molteplici effetti mostratisi nel tempo. La Serie, nei volumi già usciti e accomuna-ti da questo medesimo intento, ha affrontato temi rintracciabili in epoche e in contesti diversi; e ciò perché gli Studiosi accreditati che partecipano alle iniziative scientifiche della Serie e che ne compon-gono i Comitati Scientifici (sia quello Italiano, che quello Internazionale) fanno riferimento a Istituzioni soprattutto di ambito universitario, a livello europeo e mondiale. Gli studi che vengono editi sono rivolti prevalentemente ad un pubblico di Ricercatori e a biblioteche specializzate nella raccolta di contribu-ti connessi alle trasformazioni urbane, territoriali e paesaggistiche - oltre che architettoniche, ingegne-ristiche, agrarie, infrastrutturali, conservative … - ma, certamente, anche Intendenti, Amministratori e Funzionari, oltre che Cultori di Storia regionale, potranno trovarvi risposte a molti interrogativi che riguardano aspetti generali e fattori locali nella storia delle città e degli ambienti antropizzati.

The "Annali di Storia dell’Urbanistica e del Pae-saggio/ Annals of History of Urban and Landscape Planning" - scientific Series at the Department of Architecture of the University of Florence, founded and coordinated by Ferruccio Canali - want to analy-ze, in each annual volume, a different specific issue that, in the course of history of urban settlements, land and landscape, has come to characterize the life of the various human Communities, particularly in the relationship of them with the space designed by the urban planning discipline (at the request of the policy, of the urban Science ...) and for the multiple effects in time. The series, in the volumes already out and united by the same purpose, has traced themes addressed at various times and in different contexts; and this because accredited Scholars participating in the scientific initiatives of the series and part of the Scientific Committees (both the Italian, that the In-ternational) refer to institutions especially at Univer-sity level, at European and global level. The studies that are published are aimed primarily to Scholars and specialized libraries in the collection of contri-butions related to urban, territorial and landscape - as well as architectural, engineering, agricultural, infrastructural, conservative ... - transformation but, certainly, even Directors and Officials, as well as Students of regional history, will be able to find an-swers to many questions concerning general aspects and local factors in the history of cities and human spaces.

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Urbanistica per la VilleggiatUra

e per il tUrismo nel noVecento

Urban planning for holiday time

and for toUrism in the XXth centUry

progetto scientifico e cura di ferruccio canali

ANNO 2015 (ma 2016)

NUMERO 3

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«ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio » Collana editoriale fondata e diretta da Ferruccio Canali

Volume finanziato con i Fondi di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze ex 60% (assegnazioni annuali a “Ferruccio Canali”) e con il contributo dei singoli Autori.

ComitatosCientifiCoitaliano

Ferruccio Canali (Università di Firenze), Giovanna D’Amia (Politecnico di Milano), Annalisa Dameri (Politecnico di Torino), Giovanna de Lorenzi (Università di Firenze), Virgilio Carmine Galati (Università di Firenze), Giulio Giovannoni (Università di Firenze), Simone Misiani (Università di Teramo), Valentina Orioli (Università di Bologna), Enrica Petrucci (Università di Camerino), Massimiliano Savorra (Università del Molise), Simona Talenti (Università di Salerno), Ulisse Tramonti (Università di Firenze), Stefano Zagnoni (Università di Udine)

ComitatosCientifiCointernazionale

Valter Balducci (École Supérieure d’Architecture de Normandie, Rouen – Francia), Vittoria Capresi (Università Tecnica, Baladilab, Vienna – Austria), Romeo Carabelli (Università di Tours – Francia), Teresa Sofia Faria Cunha Ferreira (Facoltà di Architettura di Porto - Portogallo), Marco Gargiulo (Università di Bergen – Norvegia), Roberto Goycoolea Prado (Università Alcalà di Madrid - Spagna), Adriano Marinazzo (Muscarelle Museum of Art – VA, USA), Sara Nuñez (Università di Salamanca-Spagna), Olimpia Niglio (Università di Kyoto-Giappone), Silvia Ross (University College di Cork - Irlanda), David Rifkind (International University of Miami- FL, USA), Karin Templin (School of Architecture and Landscape, Kingston University, Londra-Gran Bretagna), Armand Vokshi (Politecnico di Tirana, Albania)

Proprietà letteraria e artistica: divieto di riproduzione e di traduzioni. La Direzione della Collana Editoriale, i Membri dei Comitati Scientifici e l’Editore non si assumono responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori, né per la corresponsione di eventuali Diritti di Riproduzione gravanti sulle singole immagini pubblicate (i costi di tali eventuali Diritti d’Autore ricadranno infatti unicamente sull’Autore/i del saggio/i liberando sia l’Università di Firenze, sia la Direzione della Collana, sia l’Editore di ogni eventuale obbligo al proposito); tale liberatoria resta comunque valida unicamente per l’edizione del contributo scientifico cui tali immagini sono connesse. È la Redazione che si prende cura della correzione delle bozze, per cui i testi consegnati dagli Autori vengono considerati definitivi: l’eventuale revisione delle bozze dovrà limitarsi alla sola revisione di eventuali errori di composizione (correzioni ulteriori sul testo composto non verranno eseguite). L’invio di contributi per la pubblicazione non implica né l’edizione degli stessi (per ogni contributo una “Valutazione di accettazione” verrà espresso dalla Direzione o dal Curatore/i che possono consigliare o ritenere indispensabili integrazioni o puntualizzazioni sia scientifiche sia bibliografiche sia redazionali da parte degli Autori, tanto da poter eventualmente esprimere anche parere negativo alla pubblicazione del materiale inviato); né una loro edizione immediata (i tempi verranno infatti stabiliti di volta in volta sulla base delle priorità o delle esigenze editoriali indicate dalla Direzione o dal Curatore/i, in relazione alla preparazione di numeri monografici). I materiali grafici e fotografici inviati, oltre che i testi, verranno comunque soggetti, sia come dimensione di pubblicazione sia come numero, al progetto editoriale approntato. Non si restituiscono i dattiloscritti, né le immagini, né i disegni pubblicati o non; il materiale inviato viaggia a rischio del mittente. La pubblicazione di foto, disegni e scritti da parte degli Autori implica la loro totale rinuncia alla corresponsione di ogni compenso di Diritto d’Autore o di rimborso spese sia da parte dell’Università, sia da parte della Direzione, sia da parte dell’Editore, trattandosi di pubblicazione scientifica e senza fini di lucro. Al momento dell’edizione le presenti condizioni si considerano accettate, anche tacitamente, da parte degli Autori a partire dalla consegna dei testi per la stampa (che da parte degli Autori è quella di inoltro alla Direzione o al Curatore/i). Trattandosi di pubblicazione che si vale almeno parzialmente dei fondi dell’Università di Firenze, «ASUP» sottostà allo “Statuto” di Ateneo, approvato il 25 luglio 2011, che ha fatto propri i principi del movimento scientifico “Open Access” per «l’accesso pieno e aperto della letteratura scientifica promuovendo la diffusione libera in rete, nei circuiti della Comunità scientifica internazionale, dei risultati delle ricerche prodotte in Ateneo» (art.8: Ricerca scientifica, comma 2): tutte le pubblicazioni che utilizzano i fondi di Ateneo, in quanto fondi pubblici, devono dunque essere accessibili gratuitamente secondo le regole di Open Access».

referee – Peerreview

I contributi scientifici inviati vengono valutati, per conto dei Comitati Scientifici e del Curatore, ai fini della procedura di peer review, da un Lettore interno, membro della Redazione, e da un secondo Lettore, individuato come Esperto (adottando la procedura di “clear peer review”, con indicazione, in ogni saggio, dell’identità dei due Lettori). Una ulteriore lettura viene poi svolta da un Lettore anonimo per la procedura di “blind peer review”.

«ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio» n. 3 – 2015 (ma 2016)

Urbanistica per la Villeggiatura e per il Turismo nel Novecento

Progetto scientifico e cura di Ferruccio Canali

ideazioneeCurasCientifiCa: Ferruccio Canali

progettoecuragrafica: SBaf – firenze (Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati)

revisioneeditoriale: Maria Natalina Brigliadori

disegnodiCoPertina: Virgilio Carmine Galati

CoPertina: Ferruccio Canali e Virgilio Carmine Galati

ISSN 2284-4066 ISBN 978-88-98019-33-5

Finito di stampare in Dicembre 2016 _____________________________________ Copyright 2016 by emmebi edizioni firenze

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3 SOMMARIO

EditorialE E introduzionE

5 Ferruccio Canali Saggi

urbaniStica pEr la VillEggiatura E pEr il turiSmo nEl noVEcEnto urban planning for holiday timE and for touriSm in thE XXth cEntury 9 parte prima

contESti – contEXtS 10 Ferruccio Canali

dallE paginE dElla riViSta «urbaniStica»: guStaVo gioVannoni E i ‘Suoi’ pEr l’urbaniStica dElla VillEggiatura E dEl turiSmo

52 Simona Talenti

tra duE litorali: oSpizi marini E città tra tErapia E VillEggiatura da ViarEggio alla riViEra romagnola

63 Ferruccio Canali

“urbaniStica turiStica” nElla polonia dEl “SocialiSmo rEalE”: WladiSlaW czarnEcki E l’“urbaniStica turiStica” dallE paginE dEl “planoWaniE miaSt i oSiEdli” (Vol.Vi: “rEgion miaSta”, 1964-1966)

75 Massimiliano Savorra

idEologiE, Emozioni E SpEttacolo.

il “tEmpo libEro” alla triEnnalE di milano dEl 1964

86 Ferruccio Canali

lo ‘Spazio comunicato’: SEgnalEtica E ValorizzazionE turiStica di paESaggi, città E monumEnti nEll’ italia dEl noVEcEnto

121 parte seconda

litorali mEditErranEi – mEditErranEan coaStS 122 Ferruccio Canali

trEnt’anni di lungomari E pinEtE di toScana, dal faSciSmo alla prima Età rEpubblicana. ViarEggio, lido di camaiorE, fortE dEi marmi, marina di piSa E tirrEnia (1932-1965)

202 Fabiana Susini

tirrEnia immaginata, tirrEnia coStruita

212 Enrica Maggiani

porto VEnErE (la SpEzia) tra immaginE urbana, VocazionE turiStica E tutEla dEl paESaggio. la VicEnda dElla locanda San piEtro

224 Ferruccio Canali

«SANREMO CON POCO ONORE RISCHIA DI SOSTENERE

il confronto con lE riVali francESi»:giuSEppE poggi E lE QuEStioni cittadinE in ViSta dEl piano rEgolatorE di marcEllo piacEntini (1931-1933)

246 Giuseppe Damone

paESaggi, natura E coloniE di VillEggiatura nElla baSilicata faSciSta

252 Francesco Di Lorenzo, Carla Pancaldi, Enrica Petrucci

San bEnEdEtto dEl tronto: da “piccolo cEntro... a dElizioSa Spiaggia”

270 Ferruccio Canali

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4 «ASUP», 3, 2015 (2016)

286 Diana Barillari

urbaniStica tra utopia E rEaltà nElla “città a SpiralE”: lignano pinEta (udinE) da marcEllo d’oliVo a luigi piccinato

304 Virgilio C. Galati

turiSmo E Villaggi turiStici nElla puglia balnEarE dEl SEcondo dopoguErra (1956-1993)

342 Ferruccio Canali

il “LITORALE JUGOSLAVO. GUIDA E ATLANTE” (1966): la coStruzionE dEi grandi complESSi albErghiEri

361 parte terza

VillEggatura/VillEggiaturE tra turiSmo E bEnESSErE holiday/holidayS bEtWEEn touriSm and WEllnESS 362 Annalisa Dameri, Federica Stella, Maura Verra

“ViVo in mEzzo all’acQua a tuttE lE tEmpEraturE”: curE tErmali E StabilimEnti in piEmontE

373 Ulisse Tramonti

la Storia tErmalE di caStrocaro prESSo forlì. dalla “guErra dEi pozzi” al “compEndio dEmanialE” (1830-1941)

387 Ines Tolic

la riViSta «Sicilia» E l’inVEnzionE di un’immaginE modErna dElla rEgionE fra gli anni cinQuanta E SESSanta dEl noVEcEnto

400 Danila Jacazzi e Lamia Hadda

il turiSmo archEologico a pompEi: ViSitatori illuStri tra ottocEnto E noVEcEnto

411 Annarita Teodosio

la coStruzionE di una città turiStica: il ‘caSo SalErno’

421 Ilaria Agostini

agrituriSmo. paESaggi agrari E architEttura ruralE: indirizzi pEr la rEStituzionE contEmporanEa in toScana

430 Olimpia Niglio

da Viaggio culturalE a moVimEnto turiStico:

il caSo di cartagEna dE indiaS in colombia tra VillEggiatura Elitaria E monumEnti patrimonio dEll’umanità

rEcEnSioni E SEgnalazioni 442 Costantino Ceccanti

Odeporica e Paesaggi demo-etno-antropologici – e geografici – lontani. Il contributo di Lamberto Loria e la nascita dei Musei Etnologici italiani. Lamberto Loria (1855-1913), «Lares», anno LXXX, 1, gennaio-aprile, 2014 (Firenze, Leo S. Olschki editore)

445 Olimpia Niglio

Italiani oltreoceano. Italia-Argentina. Andata e Ritorno. Due secoli di migrazioni intellettuali, relazioni

architettoniche e trasformazioni urbane, Atti del Convegno Internazionale (Milano, 12 e 13 maggio 2015),

a cura di Giovanna D’Amia, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli Editore, 2015

445 Ferruccio Canali, Virgilio Galati, Bina Anna Godino

Il complesso turistico “Laghi di Sibari” di Gino Valle a Cassano Jonico (Cosenza): un ‘pezzo di Triveneto’ in Calabria dalla fama alla difficile infrastrutturazione

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270 «ASUP», 3, 2015 (2016)

Il lungomare e le Palme DI San BeneDeTTo Del TronTo

Sviluppo balneare della “Marina” e del «Lungomare di palme più bello d’Italia»

a San Benedetto del Tronto (1925-1945)

Ferruccio Canali

a Francesco Quinterio con il quale ogni passaggio sotto le palme di San Benedetto è stato per anni motivo di gioia

abstract Lo sviluppo balneare di San Benedetto del Tronto, «borgo di Pesca e quindi città di Villeggiatura», ebbe modo di attuarsi tra Otto e Novecento, come nel caso di molti altri centri costieri, ma ottenne una forte impennata nei primi anni Trenta quando, a partire dal 1932, venne realizzato, a cura dell’ingegner Luigi Onorati, l’imponente Lungomare; una struttura urbana che si distende per chilometri e che, al contrario di esempi prestigiosi già consolidati (come a Nizza o a Sanremo), fece proprio delle piantumazioni della palme - già ampiamente utilizzate nell’”Urbanistica balneare sabauda”, ma ora piantate nei decenni in migliaia e migliaia di esemplari, fino a raggiungere il maggior numero rispetto a tutte le altre località balneari – il proprio tratto caratteristico (anche se oggi fortemente minacciato da parassiti aggressivi). La sistemazione di quel «monumentale» Lungomare, con file di palme disposte anche in ordine doppio e triplo, intercalate da rotonde e giardini a loro monumentalizzazione divenne anche il motivo di una ‘ricucitura’ del tessuto urbano retrostante, soggetto anche a demolizioni nell’area di “Marina” (Mandracchio), e di una concezione sovracomunale, che poi nei decenni sono divenuti ulteriore tratto distintivo, tanto da dare origine all’attuale Consorzio della “Riviera delle Palme”.

The seaside development of San Benedetto del Tronto (Marche-Itay), «fishing village and then town for Holiday», was able to be implemented in the Nineteenth and Twentieth century, as in the case of many other coastal towns, but obtained a strong surge in the early Thirties when, from 1932 the impressive Promenade (Lungomare) was signed by the engineer Luigi Onorati. It was an urban structure that extends for kilometers and which, unlike prestigious examples already established (as in Nice or Sanremo), did just the planting of palm trees - already widely used in ' 'seaside Planning of Savoy family’ in Nice and Sanremo, but now planted thousands and thousands of copies during the years, up to reach the largest number compared to all other beach towns - its characteristic feature (although today highly threatened by aggressive pests). The arrangement of the «monumental» Promenade, with rows of palm trees also put in double and triple order, interspersed with roundabouts and gardens, also became the reason of a 'mending' behind the urban texture, also subjected to demolition in neighborhood of «Marina» (Mandracchio), and an extended conception, then in the decades, have become further distinction, so as to give rise to the current “Consortium” of the «Riviera delle Palme».

A San Benedetto del Tronto, non molti lo sanno per-ché oscurato da quelli ‘sabaudi’ di Nizza1 e di San

Remo2, si trova a partire dagli anni Trenta del

Nove-cento, il più lungo e imponente Lungomare di palme

d’Italia3. Esteso per circa 6 km (che salgono a 9 km

fino a Porto d’Ascoli) e poi negli anni ulteriormente ‘continuato’ sulla linea litoranea da appezzamenti di terreno piantati a palme, anche se quel Lungomare

Peerreview: virgilio C.galatied enriCa PetruCCiPerClearPeerreview; lettoreanonimoPerblindPeerreview.

1 Il celebre Lungomare di Nizza, la “Passeggiata degli Inglesi”, che costeggia la “Baia degli Angeli”, era all’inizio del XIX secolo un piccolo sentiero, largo un paio di metri, conosciuto come “Camin deis Anglés” perché era stato realizzato dal reverendo inglese Lewis Way; nel 1832 il Piano regolatore sabaudo della città prevedeva un nuovo percorso sul bordo del mare, dalla foce del Paglione fino a valle del torrente Magnan, e dopo le autorizzazioni regie di Carlo Alberto di Savoia, nel 1836 il Consiglio municipale approvava il progetto presentato dall’architetto comunale Antoine Scoffier, che indicava un tracciato con un’estensione e uno schema tuttora presenti nell’attuale Lungomare. Nel 1844 vennero finanziati i primi lavori che completarono il primo tratto dall’angolo Sud-Est dalla foce del Paglione fino al quartiere San Filippo, con un andamento sopraelevato di 5 metri rispetto al livello del mare: si prevedeva una larghezza di 23 metri, ma si optò poi per soli 12 metri. Tra il 1854 e il 1856, il tracciato prese il nome di “Lungomare degli Inglesi”, fu prolungato fino al torrente Magnan e venne portato ad una larghezza di ulteriori 11 metri (fino ai 23 metri pensati originariamente), in modo da formare un percorso con una doppia fila di alberi. Dopo il passaggio della città alla Francia nel 1860, il Lungomare, ora denominata “Promenade des

Anglais”, venne ulteriormente allungato (fino al quartiere di Sant’Elena nel 1878, a quello di Carras nel 1882 e fino al fiume

Varo nel 1903; l’allargamento proseguì tra viale Gambetta e viale Ferber ancora tra il 1949 e il 1953), tanto che oggi l’asse è lungo 7 chilometri e ufficialmente si estende dal quai des Etats-Unis al ponte sul Varo: la Promenade si divide in due tracciati, chiamati “via Nord” (“voie Nord”, che si trova dal lato della città e con direzione verso Ovest) e la “via Sud” (“voie Sud”, a lato del mare in direzione Est). Tra gli «alberi» ricordati, vi sono state piantate, fin dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, centinaia di “Phoenix canariensis” - divenute poi «le palmier emblématique de notre région» da Nizza a Perpignan – mentre oggi vi

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271

LE PALME DI SAN BENEDETTO

è stato in questi ultimi anni duramente battuto – al-meno per quanto riguarda la specie palmifera “Pho-enix” – da un parassita, il coleottero del Punteruolo

rosso, che è dilagato anche in Italia dai primi anni Duemila e che ne ha minacciato seriamente la consi-stenza vegetazionale4.

si trovano prevalentemente specie di “Phoenix dactylifera” e “Phoenix Canariensis”: si contano attualmente a Nizza «4200 palmiers qui ornent des lieux publics … et 1300 de la Promenade des Anglais» (Nice, Insecte ravageur : les milliers de palmiers

niçois ont peur, «Nice matin» del 6 agosto 2008 in http://archives.nicematin.com consultato nel settembre 2016), ma la loro

piantumazione, spesso su una fila sola, non è mai stata particolarmente ‘intensiva’ specie in corrispondenza dei luoghi centrali della città. Cfr. g. le breton e a. niSSim, Nice 1930, de la promenade des Anglais, «Nice Historique», 109, 1993, pp.14-29; J.

ForneriS, Matisse et Dufy. La Promenade des Anglais vue par deux peintres, in ivi, pp. 30-35; J.-P, Potron, La Promenade des

Anglais d’une guerre à l’autre. Approches littéraires, in ivi, pp. 36-61; e. ScoFFiere F. blanchi, Le “Consiglio d’Ornato”: l’essor

de Nice (1832-1860), Nizza, 1998; n. graFF, L’exception urbaine: Nice, de la Renaissance au “Consiglio d’Ornato”, Nizza,

2000; P. caStela, Nice, une capitale historique, Nizza, 2002; o.monge e J.-P. Potron, Nice hier et aujourd’hui, Nizza, 2003;

l.thévenon, Nizza, Nizza, 2003; Vues de Nice et de ses environs …, a cura di H.Barelli e J.-P. Potron, Nizza, 2005; v.thuin

chaudron, Nice de la colline du Chateau aux chateaux des collines, Nizza, 2009.

2 Nel 1794 in seguito all’occupazione napoleonica, Sanremo divenne capoluogo del “Dipartimento delle Palme” del quale erano parte anche Ventimiglia e Bordighera, fino all’attuale confine francese (nel 1798 la denominazione divenne quella di “Giurisdizione delle Palme”). Il Lungomare di palme di Sanremo fu tracciato a partire dal 1874 quando la zarina di Russia, Maria Alexandrovna, che svernava nella cittadina con la sua Corte (tra i membri vi era anche Leone Tolstoj) su invito della contessa Adele Roverizio di Roccasterone moglie del Sindaco, aveva trovato il centro comunque poco attrezzato, nonostante la mitezza del clima, e decise allora di donare al Comune una cospicua somma per l’acquisto di palme da impiantare lungo la strada litoranea di Ponente. L’arrivo della Ferrovia produsse una forte espansione di Sanremo (la prima stazione era stata edificata sul Lungomare, a ridosso del casinò e della chiesa russa, poiché il tracciato ferroviario, ad unico binario, seguiva il profilo costiero) e si volle dunque dedicare all’Imperatrice russa il nuovo Lungomare, chiamato anche oggi “Passeggiata Im-peratrice” dove sorsero hotel, casino, e strutture ricettive: si ampliava, così il tracciato della via carrozzabile napoleonica detta “Strada cornice” (nella cartografia di Alessandro Cantù, datata al 1874, sono indicati i progetti per il Corso di Mezzogiorno, che comprendevano anche la creazione di un’area a giardino) e del nuovo Lungomare, i cui lavori si concentrarono fra il setti-mo e l’ottavo decennio dell’Ottocento; fino all’assetto definitivo nel 1904, con il “Piano regolatore Lamborizio”. Nei decenni le palme originarie del Lungomare vennero più volte sostituite e ripiantate: attualmente le “Phoenix dactylifera” della parte centrale del viale provengono da vivai spagnoli, ma le piantumazioni si sono susseguite per oltre un secolo, con l’aggiunta, nei giardini, di decine di altre specie (ma era stata la “Phoenix canariensis” a venir introdotta in Riviera, in maniera massiccia, a partire dal 1868). Oggi le palme sono vincolate dal “Piano Paesistico Regionale” della Regione Liguria. Cfr. e.duretto,

m.migliorini e m.t.verda, San Remo tra due secoli, Genova, 1986; m.bartoletti e N.Pazzini Paglieri, Sanremo, Genova,

1995. Anche nella Bordighera sabauda, divenuta anch’essa nota stazione balneare nella seconda metà dell’Ottocento, veniva-no piantate molte palme - così come a Ventimiglia - ma la passeggiata a mare allora più lunga della Riviera (oggi lungomare Argentina), un rettilineo di circa 2 km, costeggiante la spiaggia e la ferrovia, fu definitivamente aperta in città solo nel 1947 (il percorso è fiancheggiato da diversi filari di Araucaria excelsa e da variopinti giardini con piante grasse e fiori).

3 Si veda, come orientamento: P.E. tomei, I giardini di palme nella Riviera italiana in Il giardino europeo del Novecento (1900

– 1940), Atti del III° Colloquio Internazionale, (Pietrasanta 27 - 28 settembre 1991), a cura di A.Tagliolini, Firenze, 1993,

pp.299-303.

4 Nel 1994 c’è stata la prima segnalazione di Punteruolo rosso in Europa, in Spagna, mentre in Italia sembra essere giunto nel 2004. Nel 2011 l’intera Sicilia e il Salento erano completamente invasi (la Provincia di Bari risultava allora inserita in una sorta di ‘zona cuscinetto fito-sanitaria’, «non infestata, ma a rischio di invasione», ma, in verità nello stesso anno, «a Mola sono ormai centinaia le piante distrutte o attaccate» in N. lucarelli e V. magniFico, Lo sterminio delle palme in «Mola. Città

nostra», in http://www.citta-nostra.it/2011/10/13 consultato nel settembre 2016). Dal 2010 e specie dopo il 2012, il Comune di Sanremo, dopo aver proceduto all’abbattimento di numerosi esemplati, ha attivato il “Progetto Gerico”: «i danni provocati al patrimonio palmicolo a causa dell’infestazione di circa 800 piante dal 2010 sono rilevanti ed è intenzione dell’Amministrazio-ne comunale salvaguardare il paesaggio storico che caratterizza la città. In questa ottica è stato attivato il “Progetto Gerico” che vede il Comune di Sanremo in prima fila nella moltiplicazione e distribuzione di giovani palme di specie diverse e meno appetibili al Punteruolo rosso. Le piccole palme, prodotte presso il vivaio comunale, saranno donate gratuitamente a privati e altri enti che vorranno aderire all’iniziativa» in Sanremo, Punteruolo rosso, pronte le procedure per l’abbattimento delle palme

morte, «Sanremonews», 2 aprile 2015 in http://www.sanremonews.it. Nel giro di quattro anni il fenomeno si è infatti aggravato

in tutta la Riviera del Ponente ligure (denominata anch’essa la “Riviera delle palme”) tanto che ormai «Il Comune di Arma di Taggia come molti altri (ad esempio Sanremo, Bordighera e Ventimiglia) sta lottando da tempo contro il Punteruolo. Sono state tantissime le palme colpite negli scorsi mesi dall’insetto … Le palme … oggi sono completamente cambiate … tanto che verranno sostituite prossimamente le palme morte sul lungomare di Arma» (Palme morte sul lungomare di Arma. Prevista la

sostituzione, «Riviera24», 18 gennaio 2016 in http://www.riviera24.it/2016/01 consultato nel settembre 2016). La gravità del

fenomeno anche nella Costa Azzurra francese data almeno al 2008, ma è stata segnalata da ultimo in M.menneSSier,

Parasi-tes: il faut sauver les palmiers du Midi de la France, «Le Figaro», suppl. “Jardin” del 23 ottobre 2015 in http://www.lefigaro.fr/

jardin consultato nel settembre 2016. Altrettanto drammatica la situazione del Lungomare di Salerno, dove «i danni del Pun-teruolo rosso hanno raggiunto proporzioni tali che nel giro di qualche anno le diverse specie di palme a Salerno e Provincia rischieranno di scomparire definitivamente dal paesaggio pubblico e dai giardini privati … oggi la metà del patrimonio delle palme, in soli tre anni, è stato sradicato. Evidentemente per la prossima estate uno dei più bei giardini [sul Lungomare] … progettato nel 1948 non darà più ombra nelle giornate di caldo né ai cittadini né ai tanti turisti che arrivavano in città anche per godere la bellezza della passeggiata lungo il paesaggistico Golfo di Salerno» in Palme malate sul lungomare di Salerno …

Cadute sotto l’attacco del Punteruolo rosso, «Corriere del Mezzogiorno», 30 dicembre 2010 in http://corrieredelmezzogiorno.

corriere.it/ consultato nel settembre 2016. Nel 2011 sono risultate infestate le palme dell’intero «giardino che fronteggia il belvedere di Giulianova Paese» (Il Punteruolo a Giulianova, «Citynews24», 14 ottobre 2011 in http://www.striscialanotizia. mediaset.it consultato nel settembre 2016), come anche esemplari nel Lazio e forse a Sassari.

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Anche l’Amministrazione di San Benedetto, al con-trario di altre che hanno lasciato morire o non sono riuscite a salvare i loro esemplari di imponenti Pho-enix alte più di 10 metri (portando così alla perdita di veri e propri suggestivi paesaggi urbani che si erano consolidati nella Memoria: si ricordino le tre palme presso il laghetto dell’EUR a Roma; o le palme dei giardini pubblici di Otranto, che si stagliavano sul profilo delle mura dando alla città un profilo orien-tale oggi purtroppo perduto), ha intrapreso operazio-ni complicate e costosissime pur di salvare questo stupendo Lungomare5, monumentalizzato dalle serie

di piantumazioni di esemplari di palme divenute

im-ponenti, ma continuamente ripiantate a partire dagli anni Trenta del Novecento: nei decenni, infatti, si è venuta consolidando un’immagine del centro mar-chigiano come «Città delle palme» che, pur mutata nel corso di un secolo e soprattutto probabilmente non pensata in origine per assumere quella caratte-rizzazione attuale, si è comunque ormai cristallizza-ta, entrando, con l’intera “Riviera delle palme” che le fa da cornice, a far parte del Patrimonio culturale collettivo.

Caratteristica peculiare del Lungomare di San Be-nedetto è divenuta infatti l’«abbondante»6 presenza

di «migliaia» di palme (il numero non è chiaro ed è

5 La Regione Marche si era mossa con una certa tempestività, poiché con una prima Deliberazione, la Giunta regionale, nel 2007 aveva stabilito misure fitosanitarie per il controllo e l’eliminazione del Punteruolo rosso della palma. Misure poi inte-grate da un successivo atto, sempre della Giunta, del 2009. Ma «in deroga alle “Norme” fissate dalla Comunità  Europea e pubblicate nel maggio del 2007, per le quali la Regione Marche dietro sollecito dei Comuni interessati ha chiesto e ottenuto deroga [di evitare l’abbattimento], poiché il taglio indiscriminato della pianta attaccata può precludere ogni sua opportunità  di salvezza e allo stato attuale non appare concreta la possibilità  di arginare la diffusione del coleottero abbattendo la pianta di cui è ospite … i comuni di San Benedetto del Tronto e di Grottammare hanno deciso di applicare il metodo della «potatura sferica e dell’estrazione meccanica dei coleotteri», possibilmente entro il loro stadio larvale. Una tecnica che [molto costosa] richiede estrema precisione ma che, osservando i dati statistici sull’efficacia del metodo, permette spesso la “rinascita” della pianta, quindi il suo salvataggio. A causa della bassa probabilità di sopravvivenza di una pianta attaccata in profondità  tuttavia è essenziale che l’intervento venga effettuato tempestivamente, pertanto è necessario che l’intero patrimonio palmi-zio sia monitorato in maniera costante. Il Comune ha dunque proceduto a censire quante sono le nostre palme, dove sono ubicate e se risultano di proprietà  pubblica o privata». Cfr. M.R.Ferritto, Il Punteruolo Rosso nella Riviera delle Palme:

situazione, idee e prospettive, 4 aprile 2011 in http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/sanbenedettodeltronto consultato nel

settembre 2016. Infatti «Eradicazione totale? Impossibile. Si punta alla prevenzione … Dopo tre anni dalla prima comparsa del coleottero, autunno 2007, la zona infestata nelle Marche coinvolge 15 Comuni, pur non coinvolgendoli nella loro totale estensione territoriale. Il numero assoluto delle palme colpite, 900 (una gran parte nella costa picena), paragonato con altre regioni è però di due o tre volte inferiore. In totale, circa un terzo delle palme trattate sono state recuperate, potrebbe essere una percentuale più elevata se non ci fosse l’inconveniente che le potature effettuate nel tardo autunno espongono la gemma apicale della palma al freddo invernale, quindi alcune di queste palme non rivegetano, pur se non hanno più infestazione» in Invasione del Punteruolo Rosso killer continua .... «Youreport», 29 gennaio 2011 in http://www.youreporter.it consultato nel settembre 2016. Interessante la progressione denunciata: «2007 palme attaccate 1; 2008 palme attaccate 16; 2009 palme attaccate 84; 2010 palme attaccate 130; 2011 palme attaccate 400» per un totale di «631 palme attaccate»: M.R.Ferritto,

La Riviera delle palme morte del 3 aprile 2012, in http://www.beppegrillo.it consultato nel settembre 2016. A distanza di tre

anni, sono continuate le sostituzioni di esemplari morti, nonostante le potature: «saranno messi a dimora esemplari nell’isola pedonale di viale Buozzi e via Mazzocchi  a San Benedetto del Tronto, proseguendo con il programma di reimpianto di palme in sostituzione di quelle abbattute a  causa del Punteruolo rosso nel centro urbano. Analogamente a quanto fatto nelle scorse settimane nel primo tratto del lungomare Nord, il programma prevede la rimozione della ceppaia (cioè il moncone di palma abbattuta) con la macchina carotatrice appositamente costruita e la messa a dimora delle nuove essenze. Stavolta verranno piantumate palme della varietà “Phoenix Dactylifera”, simili alle “Canariensis” eliminate ma più difficilmente attaccabili dal parassita, in modo da preservare la prospettiva scenografica dei palmizi lungo uno dei viali più caratteristici della città»: Nuove

palme per sostituire quelle colpite dal punteruolo, «Il Mascalzone», del 12 ottobre 2015 in http://www.ilmascalzone.it consultato

nel settembre 2016. Le due specie sono molto simili (“Phoenix Dactylifera” e “Phoenix Canariensis”), ma certo è che si sta mutando la consistenza di specie. E anche in maniera radicale, perché «sono iniziati, e saranno ultimati entro pochi giorni, i lavori di messa a dimora di nuove palme, tutte della specie “Washingtonia filifera”, in sostituzione di quelle colpite a morte dal Punteruolo rosso nel lato Ovest del lungomare Trieste e lungo viale Buozzi. Si tratta del completamento del progetto di rico-stituzione del filare di palmizi di una delle zone più in vista della città, quella compresa tra il torrente Albula e la concessione n. 13, che era stato avviato nell’aprile 2014 con la piantumazione di oltre 30 palme dello stesso tipo ai margini del marciapiede Est e lungo lo spartitraffico» in Nuove palme sul lungomare di San Benedetto, sostituiscono quelle colpite dal Punteruolo rosso, «Marchenews24», 12 settembre 2015 in http://www.marchenews24.it consultato nel settembre 2016.

6 L’Amministrazione comunale ha proceduto, in occasione dell’epidemia di Punteruolo rosso, ad un “Censimento” dettaglia-to, svoltosi nel 2007 e 2008. Da fonti divulgative si evince che: «A San Benedetto del Trondettaglia-to, vi sono più di 7.000 palme … La Riviera delle Palme vanta tredici varietà di palme, e tra le più importanti c’è il “Mastodonte arboreo” con una circonferenza di 4,74 metri alla base, la palma più grande del mondo»: San Benedetto del Tronto in http://www.sanbenedettodeltronto.it consultato nel settembre 2016. Ma, sul sito della Regione Marche si riporta che «il Lungomare è caratterizzato dalla presenza

di ben 8000 palme di varie specie»: San Benedetto in http://www.turismo.marche.it consultato nel settembre 2016. Secondo

un’altra fonte ancora (questa volta connessa al dibattito politico) «in città attualmente ci sono 11.100 palme» in m.r.Fer -ritto, La Riviera delle palme morte del 3 aprile 2012 in http://www.beppegrillo.it consultato nel settembre 2016 (dato desunto

forse dal “Censimento” svolto dall’Amministrazione comunale). A queste vanno aggiunte anche le palme di Cupramarittima e Grottammare (pur se ora anch’esse seriamente attaccate dal Punteruolo: Punteruolo rosso. Palazzo Ravenna resta senza

palme, 30 ottobre 2015, «Il Mascalzone» in http://www.ilmascalzone.it, consultato nel settembre 2016. Ma ora: a.amatucci,

Ottimi risultati per la lotta al Punteruolo rosso a Grottammare. Forte riduzione di infestazioni su tutto il territorio grottamma-rese e rimpianto di nuove palme Phoenix sul lungomare, «Riviera oggi», 15 febbraio 2016, in www.rivieraoggi.it consultato nel

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LE PALME DI SAN BENEDETTO

mutato nel tempo: tra le 7000 e le 10.000 in preva-lenza della specie “Phoenix canariensis”7 e “Phoenix

sylvestris”8) che si sono imposte come simbolo

del-la stazione balneare, tanto che del-la stessa Azienda di promozione turistica ha dato il nome all’intera zona litoranea ascolana di “Riviera delle palme”9,

1. Nascita e sviluppo di un centro balneare «bellissi-mo … una gemma» (1854-1928)

Alla metà del XIX secolo, sulla rivista romana «L’Album» veniva celebrata San Benedetto («Sam-benedetto») come

«bellissima fra le terre poste sulle spiagge dell’A-driatico. [E’ una] gemma delle marine pontificie, la quale parte allargasi alla marina, e parte sollevasi a cavaliere sovra amenissimo colle … Le condizioni moderne di questa terra [sono floride come attesta-no] il suo commercio, le sue risorse, l’aumentata sua popolazione, i nuovi edifici che rendono più ameno e più dilettevole quel soggiorno, caro a quanti per ammirarlo vi si recano anche da regioni lontane»10.

Erano ancora lontani i fasti della Villeggiatura fin

de siécle, ma il centro cominciava già ad ottenere

una certa notorietà presso gli ambienti della Capi-tale; fino a che, nel giro di qualche decennio, dopo l’Unità, il turismo balneare di tutta la costa marchi-giana venne interessato da una notevole impennata quantitativa, connessa anche alla costruzione della linea ferroviaria adriatica (1863), cui si aggiungeva, a San Benedetto, anche la diramazione per Asco-li (1880)11. Nella cittadina balneare giungevano,

dunque, villeggianti da Ascoli, ma anche da Roma e da tutta l’Italia centrale, specie dall’Abruzzo12.

Del resto «il Litorale, costituito da un’ampia fascia di sabbia finissima, degrada molto lentamente verso il mare, da costituire una zona ideale per la bagna-tura … Negli anni seguenti al 1863 si costruisce il nuovo cimitero, il mattatoio, si restaura lo stabili-mento “Bagni”, si impianta il Giardino pubblico, si eseguono vari sventramenti fra i quali quello di via dell’Ancoraggio ora Secondo Moretti ,,, Il paese d’altra parte si arricchisce di altri importanti opere e, fra queste, la bonifica della parte bassa del paese col sovralzamento del piano stradale, la costruzione del mercato del pesce, invero grandioso per quei tempi,

7 La “Phoenix canariensis” è una palma solitaria, con tronco robusto di 10-20 m d›altezza e 70–90 cm di diametro; è palma dal portamento maestoso, con foglie pennate, grandi, lunghe anche di 4-5 m., numerose e formanti una chioma compatta, con 80-100 segmenti su ciascun lato del rachide, di un bel colore verde brillante. È considerata una palma «rustica», perché diffusa nei giardini dei climi temperati dove tollera piccole gelate.

8 La “Phoenix sylvestris”, originaria dell’India, presenta foglie verdi grigiastre e pinne numerose; ha anch’essa il tronco (o stipite) solitario, ma meno grosso della “Phoenix canariensis”.

9 L’appellativo “Riviera delle Palme” è stato assunto da un Consorzio turistico nato nel 2000 che, oltre ai Comuni costieri di Cupramarittima, Grottammare e San Benedetto, comprende anche i Comuni ascolani dell’immediato entroterra (Offi-da, Monteprandone, Acquaviva Picena, Ripatransone e anche il Comune laziale di Accumoli). La denominazione ha però ingenerato controversie con i Tour operator che a livello provinciale (e dunque senza alcuna implicazione amministrativa) impiegavano la denominazione di “Riviera delle palme” fin dagli anni Cinquanta del Novecento in Liguria, per pubblicizzare la costiera della provincia di Savona tra Varazze e Andora (e rispettivo entroterra, come «la Val Bormida, sul versante padano della Riviera delle Palme») rispetto alla vicina “Riviera dei fiori” della provincia di Imperia. Purtroppo anche a Varazze l’epi-demia del Punteruolo è stata infestante (anche se inizialmente pareva che la causa fosse da attribuite ad un fungo «Fusarium»:

Fungo “Fusarium”: individuato il killer delle palme di Varazze, «Savona news», 24 novembre 2014, in http://www.savonanews.it

consultato nel settembre 2016): A Varazze addio alla “Riviera delle Palme”: decine di piante ammalate, ivi, 16 ottobre 2014, in http://www.savonanews.it consultato nel settembre 2016. Anche per Alassio nel 2010 si parlava, da parte del WWF locale, di

Strage continua di palme Canariesis in http://www.truciolisavonesi.it consultato nel settembre 2016.

10 g. b. marinelli, Memorie della terra di Sambenedetto posta sulle spiagge dell’Adriatico, dettate dal Cav. Giuseppe Neroni.

Recensione, «L’Album», 8 luglio 1854, pp.155-156.

11 I problemi del tronco ferroviario Ascoli-San Benedetto, «EJA! Settimanale dei Fasci di Combattimento della Provincia di Ascoli Piceno», 6 aprile 1929, p.3; L’elettrificazione della linea Ascoli-San Benedetto, ivi, 27 luglio 1929, p.1. Nel 1936 si lamen-tava però un certo abbandono della Stazione, ritenuta non consona per un centro come San Benedetto: San Benedetto, stazione

ferroviaria, «Il Piceno fascista», 20 giugno 1936, p.2. E anche Le Littorine sull’Ascoli-San Benedetto, ivi, 10 agosto 1936, p.2.

E: La Littorina, ivi, 28 settembre 1936, p.2. E: Le Littorine sul tronco Ascoli-San Benedetto, «EJA!», 7 aprile 1939, p.4; Il nuovo

servizio Littorine inaugurato da S.E.Jannelli, ivi, 16 giugno 1939, p.4.

12 Come riferimenti bibliografici per lo sviluppo del centro balneare nell’Ottocento e nel Novecento, si vedano: E. liburdi,

San Benedetto del Tronto negli ultimi tre secoli. Storia di una chiesa e di una spiaggia (1615-1908), Ancona, 1950; G. bellezza,

Lo sviluppo urbano di San Benedetto del Tronto dall’Unità a oggi, «Storia Urbana» (Milano), 32, 1985, pp. 45-46; g. nePi, San

Benedetto del Tronto. Storia, Arte, Folclore, Ascoli Piceno, 1989; g. guidotti, Da San Benedetto in Albula a San Benedetto del

Tronto, Verona, 1990; G. cavezzi, La costa e le sue marine. San Benedetto: linee di un’evoluzione della storia urbana, in Ruralità

e Marineria, Collina e Costa del Piceno tra storia e presente, a cura di G. Maroni e G. Troli, Ripatransone (AP), 1993, pp.74-79;

t. caPocaSa, Ricordi di Villeggiatura. Cento anni di bagni sulla Riviera picena (1860-1960), Fermo, 1996; Il Novecento a San

Benedetto del Tronto: De Carolis, Chatelain, Marchegiani, pittori di mare. Vele, barche, uomini della Civiltà marinara tra Pittori

e Fotografi d’epoca, a cura di M.Bucci, Firenze, 1998; F. Farina, La “Costa gentile”. Appunti per una storia delle origini del

Turismo balneare sulla costa marchigiana, «Storia e problemi contemporanei», 23, XII, 1999, pp. 7-24; g. merlini, San

Bene-detto del Tronto, città adriatica d’Europa, San BeneBene-detto del Tronto, 2005; G. gagliardi, La città delle Palme. San Benedetto

del Tronto, Ascoli Piceno, 2006; F. davarPanah e G. giliotti, La pineta e i giardini di San Benedetto del Tronto, San Benedetto

del Tronto (AP), 2008. E soprattutto, da ultimo, come orientamento generale: e. Petrucci, F. di lorenzo, c. Pancaldi, San

Benedetto. “Un piccolo centro sull’Adriatico trasformato in una deliziosa spiaggia che può gareggiare con le ridenti riviere della Ca-lifornia” in questo stesso volume («ASUP-Annali di Storia dell’Urbanistica e del Paesaggio» dell’Università di Firenze, 3, 2015).

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l’ampliamento della stazione ferroviaria e la costru-zione di un importate lotto di abitazioni nel quartiere “Piano regolatore”. Nel 1897 viene ultimato l’ac-quedotto del Granaro … nel 1907 viene inaugurato il servizio di luce elettrica»13.

Frattanto, nel luglio del 1865, a San Benedetto era stato aperto al pubblico il primo “Stabilimento Bal-neare” di tutta la costa picena (dopo quelli di Fano, Senigallia, più a Nord), ma il vero, decisivo incre-mento nella qualità dell’accoglienza si era avuto a seguito dell’arrivo in città di Costanzo Chauvet, direttore e proprietario del periodico della Capitale «Il Popolo Romano»14: l’imprenditore, uomo certo

«privo di scrupoli, intraprendente, intrigante, intel-ligente … il cui campo d’azione preferito erano gli interessi delle consorterie locali, degli affaristi e de-gli speculatori … uso a sistemi a mezza strada fra la proposta e il ricatto»15, legatissimo agli ambienti

po-litici romani della Sinistra, da Depretis poi a Giolitti, aveva iniziato a pubblicizzare le qualità balneari di San Benedetto sulla testata giornalistica da lui diret-ta così che, in sinergia con l’Amministrazione loca-le, aveva fatto sì che la località picena assurgesse a centro di attrazione per i vacanzieri del bel mondo politico romano e italiano.

Chauvet era giunto a San Benedetto su invito del medico ascolano Costanzo Mazzoni e, presto, ave-va deciso di fare dei suoi soggiorni sambenedettesi l’opportunità per favorire nuovi affari, acquisendo anche immobili e terreni tra San Benedetto e Mon-teprandone (verso Porto d’Ascoli). L’area costiera ‘centrale’ attirava però il suo interesse principale. Dopo la richiesta, non andata in porto, di un sussi-dio avanzata nel 1879 al Consiglio Comunale per la costruzione di un nuovo Stabilimento balneare nel tratto di spiaggia corrispondente a dove oggi sorge

il faro cittadino, il 30 gennaio del 1880, in società con Achille Feliziani e Giuseppe Panfili, il Giornali-sta-imprenditore romano acquisiva i due terzi della proprietà del prestigioso “Stabilimento Balneare”. Mentre, anche grazie alla pubblicità romana de “Il Popolo romano”, San Benedetto veniva ormai an-noverata tra la serie delle spiagge più ricercate e ambìte del Centro Italia, dal 1887 Chauvet entrava in società con Eugenio Squartini, dopo aver intes-suto rapporti economici anche con la Banca di San Benedetto. Squartini, in accordo con il Socio roma-no, diede un tocco di lusso e mondanità allo “Sta-bilimento”, dotandolo non solo della piattaforma a mare, ma fornendo anche il «palazzo» (l’Albergo) dello stabilimento di ogni comfort, con comodissimi appartamenti, splendide sale, una sfarzosa sala da ballo, un’ariosa piattaforma con trentasei camerini da bagno. Nel settembre del 1908 e nel novembre del 1909 l’intera proprietà del complesso, compreso quello che da lì in avanti sarebbe divenuto il “Grand Hotel des Bains”, passava a Costanzo Chauvet16, per

poi, dopo la sua morte nel 1918, venir ereditato dalla moglie e da sua figlia Clelia (ma il declino era ormai segnato: nel 1939 nell’ ex ”Albergo Bagni” veniva sistemato l’Istituto Tecnico Inferiore “G. Sacconi”; lo “Stabilimento Balneare”, con annesso hotel subi-va infine forti danneggiamenti durante i bombarda-menti della Seconda Guerra Mondiale17; come, del

resto anche buona parte del Lungomare cittadino). Se lo “Stabilimento Balneare” costituiva dunque, per decenni, uno dei fulcri attorno ai quali ruotava la vita mondana della San Benedetto balneare, il 30 giugno 1928 con Decreto Ministeriale, la città ot-teneva il riconoscimento di «stazione di cura, sog-giorno e turismo» quale prima località balneare delle Marche18. Un riconoscimento che avrebbe

condizio-nato il futuro sviluppo urbanistico del centro poiché,

13 L. onorati, San Benedetto del Tronto. Piano regolatore e di ampliamento. Relazione. Parte I, preliminare, dattiloscritto,

1937 in Ascoli Piceno, Archivio di Stato, fondo “Genio Civile”, San Benedetto, Piano Regolatore, p.10 (una copia è anche in Ivi, fondo “Onorati”, Cartella “Piano Regolatore”, in Petrucci, di lorenzo, Pancaldi, San Benedetto …, cit., par.2 “Il

riconoscimento di San Benedetto come “stazione di cura, soggiorno e turismo”: la rapida evoluzione urbana e la necessità di uno strumento regolatore”).

14 Costanzo Chauvet, iniziò a pubblicizzare San Benedetto sulla sua testata giornalistica e, in sinergia con l’amministrazione locale, trasformò la località in un centro di attrazione per i vacanzieri provenienti da varie regioni italiane, ma soprattutto da Roma. Cfr. m. l. cavalcanti, Riflessioni sulle vacanze degli Italia nella Belle Époque in Storia del Turismo. Annale 2003,

Milano, 2004, vol. 4, p.63; F. Farina, La costa gentile, appunti per una storia delle origini del Turismo balneare sulla costa

mar-chigiana, «Storia e problemi contemporanei», 23, XII, 1999, pp. 7-24.

15 v. caStronovo, La Stampa italiana dall’Unità al Fascismo, Bari, 1973, ad Indicem; a. cimmino, Costanzo Chauvet in

Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, vol.24, 1980, ad vocem: a Roma, «cominciarono a circolare insistentemente voci

che il suo giornale fosse diventato organo personale del Depretis … Chauvet mantenne il suo ruolo privilegiato di giornalista ministeriale per eccellenza, anche con Di Rudinì e Giolitti … Nel 1891-1892 venne coinvolto nell’ennesimo scandalo: arresta-to, la condanna e il carcere non riuscirono però a distruggerne la posizione sociale ed economica, anche se lo privarono del potere e dell’influenza politica di cui aveva goduto e abusato per diciassette anni. Ritornò alla direzione del Popolo romano che mantenne fin quasi alla morte (1918)».

16 Cfr. G. merlini, Il primo stabilimento balneare sambenedettese, «BUM-Bollettino Ufficiale Municipale» (San Benedetto

del Tronto), agosto-settembre, 2013, pp.12-13.

17 L’architetto Vincenzo Pilotti veniva incaricato della stima dei danni: v. Pilotti, Perizie fabbricati Chauvet a San Benedetto

del Tronto: “Relazione di stima dei danni subiti dagli stabili ‘Grand Hotel de Bains’ e ‘Villa Clelia’ in seguito ad azioni belliche siti a San Benedetto del Tronto di proprietà della Signora Chauvet Clelia Zannoni” del 15 giugno 1945, in Ascoli Piceno, Archivio

di Stato, Fondo “Vincenzo Pilotti”, Comm. priv. 43.

18 Nel 1929 segue Grottammare: Grottammare. Il Decreto ministeriale del 25 aprile 1929 con cui viene dichiarata “Stazione di

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LE PALME DI SAN BENEDETTO

in seguito all’applicazione del R.D. 15 giugno 1926, convertito nella legge il 1 luglio 1926 n.1380 si ren-deva «obbligatorio per i comuni dichiarati “stazioni di cura, di soggiorno o di turismo”, qualunque ne sia la popolazione, attuare un Piano regolatore e di ampliamento ai sensi e per gli effetti della legge 25 giugno 1865, n. 2359».

«Le attività turistiche sarebbero restate a lungo iso-late sul Lungomare e non si sarebbero integrate nel tessuto urbano, pur fungendo da ‘apripista’ per il più cospicuo movimento turistico del periodo tra le due Guerre»19.

Ma ormai l’idea di un Piano regolatore non poteva prescindere dalla vocazione turistica, oltre che da quella peschereccia, della zona di Marina. Ancora lontani dalla redazione di un Piano completo e de-finitivo (redatto poi solo nel 1937), si procedeva in-tanto, a San Benedetto, per singoli interventi, e così, nel settembre del 1932, l’”Azienda Autonoma” pote-va tracciare un bilancio comunque positivo: «della modesta cittadina di pescatori, quasi ignorata, non si scorgono più tracce: il piccone ha fatto po-sto a costruzioni moderne, severe, eleganti, signorili … con viali ampi e luminosi, strade larghe, diritte, palazzine linde e armoniose, palazzi capaci, trasfor-mando il centro minuscolo e modesto in una cittadi-na ridente, graziosa, ospitale … I rinnovatori hanno però confidato unicamente sulle risorse locali e sul senso civico dei concittadini … Non erano pochi quelli che avevano nettamente riscontrate le possi-bilità grandissime di San Benedetto come stazione balneare, che avevano saputo discernere la bellezza affascinante di questo lembo di spiaggia adriatica … Spiaggia d’incanto dove giungono dolcissimi e inebrianti gli effluvi degli aranceti e dei vigneti dei colli vicini … Ma alla spiaggia mancava una cor-nice degna e quanto necessario per venir offerta al viandante … La San Benedetto nuova, signorile, ac-cogliente, lustra come una maiolica, ha completato una parte del programma, la più urgente … per venir compresa a buon diritto fra le migliori stazioni bal-neari italiane. Centinaia di villini occhieggiano tra il verde lungo i magnifici viali a mare; case e casette candidissime s’intravedono tra i pini e la vegetazio-ne rigogliosa dei giardini, alberghi attrezzati moder-namente, pensioni, caffè, bar in gran numero, negozi

ordinati con ottimo gusto e dove tutto si trova; vie ampie e diritte, viali superbi con doppie file di piante ombrose e marciapiedi capaci»20.

E poi relax e divertimento:

«orchestrine e concerti bandistici, campo sportivo, campo di tiro, campi da tennis … e file interminabili di cabine uniformi sulla spiaggia coperta da un soffi-ce tappeto di sabbia finissima di un caldo colore do-rato, docce, buffet, stabilimenti, bagni … ma anche itinerari turistici interessanti, linee automobilistiche numerose per i paesi dell’interno, collegamento fer-roviario e automobilistico con la vecchia capitale del Piceno, ricca di monumenti di ogni epoca ed età; rapide comunicazioni ferroviarie con Ancona, Bolo-gna e Roma. Inoltre un indice bassissimo del costo della vita e … servizi sanitari».

Tra tutte quelle strutture, si stagliava proprio il nuo-vo Lungomare, che veniva, così, ad essere il cuore pulsante della modernizzazione e dell’offerta turisti-ca della stazione balneare.

2. Dalla Litoranea al nuovo Lungomare, «superbo, imponente lavoro … monumento duraturo di bellez-za»

Alla fine degli anni Venti si ponevano le speranze, da parte dell’Amministrazione e dei Privati per far as-surgere San Benedetto a località marina più elitaria di tutta l’Italia centro meridionale, nel tracciamento di un Lungomare che sostituisse i tratti di strada ur-bana litoranea e che servisse, sulla base di modelli tipologici ormai consolidati dall’Ottocento, per la modernizzazione della Stazione di soggiorno21.

La vecchia strada litoranea, allora viale Trieste, era interessata da una serie interventi puntuali:

«San Benedetto … con la magnifica passeggiata di viale Trieste … a giudizio degli ospiti è apparsa ieri bellissima … proprio per il grande viale litoraneo»22,

e le strutture aumentavano di anno in anno per ren-dere più accogliente la Villeggiatura,

«anche in questo anno San Benedetto ha accolto una numerosa colonia estiva … di 5000 forestieri … i caffè, gli alberghi e gli innumerevoli chalets fanno

19 cavalcanti, Riflessioni sulle vacanze degli Italia nella Belle Époque …, cit., p.63. Nel saggio il breve riferimento a San

Bene-detto è un po’ cronologicamente ‘offuscato’ proprio riguardo alla realizzazione del Lungomare.

20 g. Poli, San Benedetto del Tronto, a cura dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo, San Benedetto, 1932,

pp.4-5. Si veda poi: San Benedetto. Attività dell’Azienda di Soggiorno per l’incremento dell’industria turistica, «Il Piceno fa-scista», 4 novembre 1935, p.6. Per una visione provinciale dell’organizzazione: L’Ente provinciale per il Turismo inizia la sua

attività, ivi, 9 marzo 1936, p.2. E anche corF., I centri turistici del Piceno. Le risorse turistiche …, ivi, 2 settembre 1935, p.3.

21 Una analoga volontà interessava, nel 1936, anche Porto San Giorgio, sempre in provincia di Ascoli, ma senza raggiungere la dimensione e la qualità dell’intervento sanbenedettese: Porto San Giorgio. L’attività dell’Azienda di Soggiorno e Turismo e

l’avvio delle pratiche per la costruzione della passeggiata a mare, «EJA!», 13 maggio 1935, p.6 e 20 maggio 1935, p.3.

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ferruccio canali

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di tutto di fornire a questa eletta moltitudine di vil-leggianti ogni possibile conforto»23.

Ancora nel 1931, la pubblicistica locale lodava «il grandissimo progresso raggiunto da San Bene-detto in questi ultimi anni, così in città come nell’ incantevole spiaggia, fiancheggiata da ombrosi viali e da magnifici giardini»24.

Si attendeva, però, un ancora più deciso rinnova-mento.

Motore di tutta l’operazione era l’”Azienda Autono-ma di Cura, Soggiorno e Turismo”, fondata a San Benedetto nel 1928, che agiva come Ente autonomo, ma in concorso con il Comune:

«l’”Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Tu-rismo” … dopo aver meglio disciplinato l’ordine della spiaggia con l’istituzione di un “casotto tipo” … nell’autunno del 1930 inoltra [all’Intendenza di Finanza] la domanda di concessione di una striscia di arenile … Nel maggio del 1931, dopo una nuo-va domanda di concessione di arenile, viene presa in considerazione l’idea avanzata dall’ing. Luigi Onorati di sistemare la zona Lungomare compresa tra la villa Cameli e il ponte dell’Albula … l’ing. [modenese] Onorati … era arrivato a San Benedetto proprio nel 1931 … Egli partiva dalla considerazio-ne oggettiva che San Beconsiderazio-nedetto fosse, all’epoca, una delle poche località balneari della riviera adriatica a possedere, lungo il mare, una zona di rigogliosi giar-dini che andava valorizzata con la costruzione di un muro di contenimento lungo tutto il viale Cristoforo Colombo [cioè il primo tratto della Litoranea], con la messa a dimora di migliaia di piante (palme delle più svariate specie, pini olei, oleandri) … e con la costruzione di una balaustra in pietra artificiale … il 31 ottobre del 1931 l’ing. Onorati presentava il progetto di sistemazione del lungomare Colombo … Nel progetto si specificava che il riempimento della zona compresa tra il muraglione e il ciglio stradale andava effettuato con materiali di riutilizzo derivan-te dalle demolizioni effettuaderivan-te, nello sderivan-tesso anno, con lo sventramento di via Roma (già via Torino) … Il 15 marzo 1932 l’Azienda di Soggiorno, in se-guito ad asta pubblica … stipulava il contratto per la sistemazione del Lungomare con la ditta di

Ac-quaviva “Gaetani Mario”, per le opere in muratura ed edilizie; con la ditta “Lattanzi Emidio”, per la conduttura dell’acqua della Fontana; con Giovanni Verdecchia, per l’impianto di illuminazione … Il 30 luglio, in occasione della festa della “Madonna della Marina” il lungomare Cristoforo Colombo … veniva inaugurato e aperto al pubblico … e veniva alimentata la grandiosa vasca luminosa della fonta-na … Il Lungomare veniva ifonta-naugurato assieme alla scenografica “Rotonda a mare” di 70 metri di lato [diametro] e con al centro la monumentale fontana impreziosita da giochi di luci ed acqua … Per que-sto progetto l’ing. Onorati dovette subire critiche di megalomania, dal momento che nessuno dei centri di villeggiatura più famosi d’Italia aveva un viale panoramico del genere … L’11 agosto l’”Azienda di Soggiorno” decideva di intitolare la passeggiata Lungomare a “Tommaso di Savoia, Duca di Geno-va” … Il 18 settembre, il figlio del Duca, Ferdinan-do di Savoia, Direttore del Dipartimento Marittimo dell’Adriatico, arrivava a San Benedetto e veniva accolto nella Piazza della Rotonda (poi deponeva, nella stessa giornata, la prima pietra del nuovo Mer-cato Ittico all’Ingrosso)»25

Sembra dunque che l’ingegnere Luigi Onorati ab-bia avuto il ruolo di ideatore principale e progettista di questi interventi, dando luogo ad un processo di rinnovamento e abbellimento della Marina e della città intera, passando prima dagli incarichi affida-tigli dall’”Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo”, e poi con la qualifica di “Ingegnere capo” dell’Ufficio Tecnico Comunale. Concorrendo, così, al rinnovamento dell’intera San Benedetto26.

Il primo lotto degli interventi sulla Litoranea tra-sformata in Lungomare organizzava la realizzazio-ne di un’ampia passeggiata, tra il mare e le pirealizzazio-nete ottocentesche, caratterizzata dal ripetersi, nel primo tratto, di una balaustra rettilinea e terrazze semicir-colari prospettanti sulla spiaggia; per i collegamenti viari, si prevedeva la prosecuzione del viale Secon-do Moretti oltre la ferrovia fino alla grande rotonda affacciata sul mare e la costruzione verso Sud, sino al torrente Albula, di un percorso carrabile dotato di ampi marciapiedi.

Infatti

«nel periodo tra il 1921 e il 1937 si sono eseguite

23 San Benedetto, «EJA!», 10 agosto 1929, p.2.

24 La festa della Canzone a San Benedetto, «EJA!», 8 agosto 1931, p.2.

25 g. merlini, Il lungomare e la Rotonda dell’ing. Onorati, «BUM-Bollettino Ufficiale Municipale» (San Benedetto del Tron-to), luglio, 2012, pp. 10-11 (saggio uscito in occasione della Mostra, Gli 80 anni del Lungomare di Luigi Onorati, San Benedetto, 27 luglio 2012). L’Autore non cita le fonti delle sue informazioni, ma dovrebbe trattarsi degli incartamenti conservati presso l’Ufficio tecnico del Comune di San Benedetto.

26 Anche: S.E. il Prefetto e i Gerarchi a San Benedetto per le opere per la costruzione della Casa del Fascio, «Piceno fascista», 12 maggio 1934, p.2. Poi: San Benedetto. La Centrale del Latte, ivi, 23 marzo 1936, p.2. E, Visita del Segretario Federale a San

Be-nedetto (i lavori della Colonia Marina della Federazione dei Fasci Provinciali), ivi, 31 marzo 1938, p.6: Le colonie della G.I.L e la nuova Colonia marina di San Benedetto, ivi, 7 luglio 1938, p.3 (foto dell’edificio, di «stile moderno» [razionalista], comparivano

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LE PALME DI SAN BENEDETTO

piantagioni di migliaia di piante (palme, ailanthus, pini, elci, ecc.; si sono costruiti tutti i marciapiedi attualmente esistenti; si sono sistemate e bitumate strade»27.

La pubblicistica locale insisteva su queste caratte-ristiche:

«il Presidente del “Comitato di Cura”, cav. rag.

Ci-riaco Merlini, accogliendo entusiasticamente l’idea del dott. ing. Luigi Onorati ha portato a compimento la passeggiata a mare intitolata a S.A.Reale il duca Tommaso di Genova; opera grandiosa, monumenta-le, veramente degna di ammirazione. Il superbo, im-ponente lavoro, che l’ing. Onorati ideò e ha portato a compimento … ha concorso a dare a San Benedetto un monumento duraturo di bellezza. La passeggia-ta a mare corre dalla Casa del Marinaio e il Ponte sull’Albula, per una di circa mezzo chilometro di fronte all’ampia distesa di sabbia finissima, velluta-ta, tersa, fatta per le lunghe soste riposanti dopo il bagno. Dall’altro lato corre la pineta folta e, dietro, il giardino pubblico, ricco di fiori, di piante, di viali ombrosi, di cantucci riposanti. L’ing. Onorati, fin dai primi tempi della sua venuta a San Benedetto, rilevò l’opportunità di incastonare questo tratto bellissimo di riviera, affinché venissero posti in risalto meglio e di più i pregi e l’armoniosa bellezza»28.

Così

«il progetto redatto lo scorso anno è oggi realtà: la rotonda [piazza sul mare] di 70 m. di lato e la fonta-na centrale allo sbocco del viale Moretti; l’amplia-mento a 42 m., compresi i marciapiedi laterali di 12 m., del viale [alla sede stradale restavano dunque 18 m]; il muraglione di contenimento con sovrastante balaustra in pietra verso mare; la sistemazione del giardino pubblico; la costruzione di campi da ten-nis; lo sfarzoso impianto d’illuminazione elettrica; la piantagione di 300 palme, 500 tra oleandri e alian-thus ed altre piante arboree monumentali, formanti, con le preesistenti, una decorazione meravigliosa

di verde; l’asfaltatura del viale; il collocamento dei magnifici lampioni; e tutto il minuto lavoro di rifi-nimento».

In previsione dell’inaugurazione, già nel settembre del 1932 San Benedetto era tutta in fermento: «il 18 corrente sarà ospite di San Benedetto il prin-cipe Ferdinando di Savia, Duca di Genova, il quale, alle late mansioni di “Comandante del Dipartimento marittimo dell’Alto Adriatico” accoppia il titolo di Presidente del “Comitato nazionale per gli Studi e la Propaganda peschereccia” … Particolare importan-za rivestirà la cerimonia dell’inizio delle opere per il grande Mercato del Pesce … Nel pomeriggio il Principe presenzierà allo scoprimento delle targhe che dedicheranno imperituramente al nome del suo augusto genitore – il duca Tommaso – la stupenda passeggiata a mare, testé sistemata con opere d’arte e con lavori di giardinaggio, che la rendono pari alle più decantate terrazze del mondo e di altri litorali … quale lussureggiante vialone … S.E. Acerbo, Mi-nistro dell’Agricoltura, parteciperà alla importante riunione sambenedettese e si confida nell’intervento di S.E. Leoni, Sottosegretario al Ministero dei Lavo-ri Pubblici»29.

Ed effettivamente

«alle ore 10.50 [invece che al pomeriggio] si teneva l’inaugurazione del viale Lungo Mare e la comme-morazione del principe Tommaso di Savoia»30.

Ma sull’importante infrastruttura dovevano poi in-sistere, e venir realizzati negli anni, i padiglioni e gli spazi di servizio per la vita balneare e per la ri-creazione, fino al potenziamento del porto pesche-reccio31. Sempre di Onorati è in particolare la

“Pa-lazzina Azzurra”, sede del “Circolo estivo” (1934)32,

con i due campi da tennis e la pista da ballo, vero e proprio fulcro per la vita mondana sanbenedettese in affaccio sul Lungomare.

Nell’autunno del 1932 l’Ufficio Tecnico Comunale

27 onorati, San Benedetto del Tronto. Piano regolatore e di ampliamento, 1937 …, cit.

28 Poli, San Benedetto del Tronto …, cit., pp.5 e 8.

29 La grande giornata peschereccia di San Benedetto. L’esultanza della popolazione marinara per la visita di S.A.R. il Duca di

Genova, «Il Piceno Fascista», 10 settembre 1932, p.2.

30 La giornata della pesca a San Benedetto, L’esultanza della popolazione marinara per la visita di S.A.R. il Duca di Genova, del

ministro Acerbo e del console Bottari [in rappresentanza di S.E. Starace], «Il Piceno Fascista», 17 settembre 1932, p.2. Poi Echi della manifestazione peschereccia di San Benedetto, ivi, 24 settembre 1932, p.2.

31 San Benedetto diveniva uno dei principali porti pescherecci dell’Adriatico grazie ad una serie di interventi sistematici, che ventilati fin dal 1930 (Nelle organizzazione di pescatori a San Benedetto … il porto … il Mercato all’Ingrosso … La Casa

del Pescatore e la Casa Mutua Malattia, «EJA!», 22 febbraio 1930, p.2), prendevano corpo specie dopo il 1932: La giornata della pesca a San Benedetto. L’esultanza della popolazione marinara …, cit. (l’avvio dei lavori per il grande Mercato ittico e

la presenza di personalità del Governo era stata l’occasione per concordare le nuove opere alla Marina); G. Poli, Problemi

nostri. Il porto di San Benedetto, «Il Piceno fascista», 25 febbraio 1935, p.1; Per il porto di San Benedetto, ivi, 7 luglio 1934, p.1;

E.P., La pesca e il Litorale sambenedettese, ivi, 21 gennaio 1935, p.3; E.P., Problemi della pesca, ivi, 4 febbraio 1935, p.3; Per la

costruzione dello scalo di alaggio nel porto di San Benedetto, «EJA!», 8 febbraio 1940, p.4.

32 La stagione a San Benedetto e le nuove attrezzature, «Il Piceno fascista», 8 luglio 1935, p.3; L’apertura della Palazzina

Az-zurra a San Benedetto, ivi, 15 luglio 1935, p.2; Al lido di San Benedetto. (La Palazzina AzAz-zurra al centro della vita turistica),

ivi, 20 luglio 1936, p.2. Da ultimo: I. romitti, Un giardino mediterraneo. La “Palazzina Azzurra” a San Benedetto del Tronto,

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