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• Asa s.p.a.-Società che gestisce le acque per la provincia di Livorno

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Academic year: 2021

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Conclusioni

Il progetto ARETUSA è nato dalla collaborazione di tre importanti Società.

• Asa s.p.a.-Società che gestisce le acque per la provincia di Livorno

• Solvay Chimica Italia s.p.a.-Società chimica leader in Europa e nel Mondo per la produzione di vari composti chimici di sintesi.

• Termomeccanica Ecologia s.p.a.-Società di progettazione e costruzione impianti per l’ecologia.

Questa idea si colloca in un panorama di carenza idrica che caratterizza vaste aree dei paesi mediterranei, dove diventano sempre più interessanti i processi di riciclo e riutilizzo delle acque in campo industriale ed agricolo.

La sensibilizzazione delle industrie e delle comunità verso l’ambiente ha spinto alla costruzione di un impianto di trattamento reflui che fornisca acqua per fini industriali.

La qualità dell’acqua prodotta per l’utilizzatore finale dovrà avere caratteristiche tali da consentirgli l’utilizzo specifico e quindi sarà necessario operare per la:

- riduzione dei solidi sospesi e della tendenza incrostante

- riduzione della materia organica per evitare proliferazioni biologiche - disinfezione

- riduzione della salinità

- riduzione di inquinanti particolari per applicazioni specifiche

In questo modo l’impianto ARETUSA, utilizzando tecnologie avanzate per il trattamento degli effluenti ed escludendo impianti che utilizzano processi di osmosi, diviene il primo in Italia come qualità delle acque prodotte.

Il trattamento si sviluppa in varie sezioni: la prima è costituita da un trattamento

di coagulazione–flocculazione, a questa segue una sedimentazione a pacchi

lamellari per la rimozione dei solidi sospesi che viene completata da una sezione

di filtri a sabbia. La rimozione dei vari inquinanti disciolti contenuti nel refluo

viene realizzata mediante adsorbimento su filtri a carbone attivo. Poiché tale

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soluzione presenta notevoli costi di gestione per la rigenerazione del carbone, il progetto prevede l’inserimento di un ulteriore stadio di filtrazione a carbone attivo con funzionamento biologico al fine di ridurre il carico organico. Infine, il trattamento con raggi UV consente l’eliminazione di tutti i microrganismi potenzialmente dannosi per la salute umana.

Il mio compito per la redazione di questo lavoro, è stato quello di studiare il processo in tutte le varie fasi di trattamento e seguire l’impianto durante la fase di avviamento.

Nel corso dell’attività, che ha avuto luogo nel periodo febbraio - novembre 2005, ho analizzato il dimensionamento dell’impianto e con l’ausilio delle analisi attraverso correzioni delle varie sezioni di filtrazione, ho cercato il raggiungimento dei valori richiesti dall’utilizzatore finale. Inoltre lo scopo è stato quello di arrivare ad un compromesso fra qualità dell’acqua prodotta e costi di esercizio.

Dall’indagine svolta, in queste condizioni di portate e di qualità del refluo in entrata, si è deciso di utilizzare, per quanto riguarda la sezioni di coagulazione e flocculazione,

• 11 m

3

/h, di fango ricircolato

• 20 mg/l di PAC

• 0,5 mg/l di Polielettrolita

diminuendo le quantità dei reagenti utilizzati di circa il 40%.

In questo modo l’abbattimento percentuale della torbidità, all’uscita dell’impianto, è intorno al 90% con valori di 5 mg/l pari a circa la metà di quello richiesto dall’utilizzatore finale.

Nella sezione di filtrazione biologica, in fase di sperimentazione, si è diminuita la quantità di aria immessa di oltre 200 m

3

/hr, con una forte attenzione per quanto riguarda l’usura dei riempimenti e il consumo elettrico derivante dall’utilizzo dei macchinari. I valori del BOD e Ammoniaca sono comunque inferiori, anche in casi di carico organico eccessivo, rispetto a quelli richiesti.

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Infine anche se le portate sono minori a quelle per cui l’impianto è stato progettato, in via di sperimentazione si è simulato l’andamento con solo metà dei processi. I risultati non hanno evidenziato anomalie, per cui è possibile affermare che, quando sarà attivata la condotta di collegamento con l’impianto di Cecina, non si avranno problemi per quanto riguarda la qualità delle acque in uscita.

In conclusione, l’impianto si è dimostrato in grado di garantire all’utilizzatore finale un’acqua adatta all’utilizzo nei circuiti di raffreddamento, presentando fra l’altro un’ottima flessibilità nei confronti di variazioni della qualità dell’acqua in ingresso, con particolare riferimento ad eventuali picchi di inquinanti che si potranno verificare soprattutto nel periodo estivo.

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