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Le non-Googleable questions per evitare il cheating

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Academic year: 2021

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BRICKS | TEMA

Le non-Googleable questions

per evitare il cheating

a cura di:

Elena Balestrazzi

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Le verifiche online e il cheating

La valutazione durante la DaD ha rappresentato la sfida più ardua per i docenti in didattica a distanza. In uno scenario in cui la didattica trasmissiva ha rappresentato da sempre il modello prevalente, soprattutto nella scuola superiore italiana, la forma di valutazione più diffusa in epoca pre-Covid era basata su verifiche scritte di tipo strutturato, semi-strutturato o a domanda aperta e sulle tradizionali interrogazioni, prova orale tipicamente italiana. La Didattica a Distanza ha fatto emergere le criticità di questi strumenti diagnostici e ha fatto emergere l’esigenza di rendere la valutazione più trasparente e più efficace.

I piani di lavoro dei docenti comprendevano già una progettazione per conoscenze, competenze e abilità, e le Linee Guida della DDI comunicate nel DM 89 del 7 agosto 2020 suggerivano l’adozione di metodologie più innovative, come la didattica breve, il Debate, l’apprendimento cooperativo, il Problem Based Learning e la Flipped classroom, volte a sviluppare le competenze disciplinari e trasversali. Nonostante ciò, la pratica di valutazione degli apprendimenti più diffusa è rimasta in molti casi la semplice verifica delle conoscenze disciplinari.

Il passaggio dalla didattica tradizionale a forme più innovative avrebbe richiesto tempi lunghi per la formazione dei docenti. La DaD ha messo in crisi il sistema di valutazione in quanto il docente non aveva la possibilità di monitorare lo studente durante le prove scritte e orali dando luogo a fenomeni in larga scala di cheating, ovvero fantasiose forme di inganno da parte degli studenti che cercavano di eludere la sorveglianza via video del docente sbirciando il libro di testo, gli appunti e facendosi suggerire le risposte dai compagni tramite social come WhatsApp. Inoltre, il motore di ricerca Google ha rappresentato l’amico fidato degli studenti in quanto, attraverso un semplice click, forniva in pochi secondi qualsiasi tipo di informazione.

Figura 1 - Cheating in DaD (JARED STEIN / CREATIVE COMMONS)

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Premesso che la valutazione dovrebbe essere articolata su più fronti: verifiche formative, sommative, valutazione fra pari e autovalutazione e che, oltre alle conoscenze disciplinari, si dovrebbero valutare competenze più complesse come il problem solving, la creatività, la collaborazione e il pensiero critico, come si può agire in un momento di transizione nel quale tanti docenti non sono ancora formati per affrontare questi approcci innovativi? Nel digitale stesso possiamo trovare le soluzioni.

I quiz online per la verifica delle conoscenze disciplinari

Ripartiamo dalla tassonomia di Bloom, la versione revisionata.

Figura 2 - Bloom’s taxonomy credit Varderbilt University

Per la verifica delle conoscenze disciplinari, le abilità più basse della piramide come ricordare, comprendere, applicare possono essere misurate in modo semplice e oggettivo con il digitale. I quiz online possono fornire dati di verifica degli apprendimenti in modo veloce e obiettivo. Le famose Wh-questions ovvero i quesiti riferiti a When , Where, What, How much possono essere proposti e somministrati in tempi molto brevi attraverso quesiti a scelta multipla, completamento o trasformazione.

I quiz, semplici e veloci, permettono il monitoraggio degli apprendimenti di brevi sezioni della UdA e consentono al docente di avere un feedback e quindi di intervenire, se necessario, attraverso eventuali forme di consolidamento e recupero.

Sono a disposizione tante piattaforme di quiz online, il più diffuso è Google Moduli che permette lo shuffle (rimescolamento) di domande e risposte a scelta multipla; ha un limite: non permette la temporizzazione dei singoli quesiti ma solo dell’intero quiz. I tempi di somministrazione del test su Google Moduli potrebbe quindi lasciare spazio a fenomeni di cheating.

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Diversamente, la piattaforma Quizziz - https://quizizz.com/ - permette, oltre allo shuffle, anche la temporizzazione del singolo quesito (da 10 a 60 secondi) che l’insegnante può decidere in base alla difficoltà del quesito stesso, riducendo quindi notevolmente le possibilità di cheating. La piattaforma, gratuita, permette di attingere ad un vasto archivio di test prodotti da altri docenti di tutto il mondo e,

attraverso la funzione Teleport, è possibile anche assemblare, con un semplice click, quesiti estrapolati da quiz prodotti da altri docenti. Naturalmente il quiz online rende possibile visualizzare immediatamente i risultati, fornire statistiche sul livello di apprendimento, evidenziare gli errori più diffusi all’interno della classe e quindi permette al docente di avere un monitoraggio in tempo reale del livello di apprendimento della classe.

Figura 3 - Quizze

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Le verifiche attraverso le non-Googleable questions

Se i quiz online sono lo strumento ideale per verificare le conoscenze disciplinari, le competenze, sia disciplinari che trasversali, necessitano di una verifica più complessa.

Le competenze dovrebbero essere sviluppate e verificate attraverso metodologie non tradizionali in cui lo studente può avere un ruolo attivo come il PBL, il debate e i compiti autentici. Tuttavia, in questa fase emergenziale in cui ai docenti è stato chiesto di dover convertire in tempi brevi la didattica tradizionale in una forma compatibile con il digitale, si possono trovare modalità efficaci alla portata di tutti per verificare in modo affidabile il livello di apprendimento nello scenario a distanza.

Purtroppo, ancor oggi molti docenti, replicando online le modalità di verifica in presenza, hanno proposto come principale forma di verifica durante la DaD la tradizionale interrogazione che è una modalità di verifica tipicamente italiana e che da sempre presenta diverse vulnerabilità. Il mondo anglosassone ci insegna che, in caso di valutazione di una performance orale come lo speaking dell’esame di certificazioni linguistiche, sia necessaria la presenza di due docenti con ruoli diversi: uno che conduce il colloquio concentrandosi sul condurre un dialogo significativo con lo studente e l’altro che - in qualità di osservatore - provvede solo alla valutazione. L’interrogazione all’italiana presuppone la sovrapposizione dei due ruoli rendendo difficile una chiara, trasparente e obiettiva misurazione della performance in

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discussione. Oltre a questo tipo di vulnerabilità nella DaD viene compromessa l’attendibilità della prova a causa delle più svariate strategie per il cheating come sopra menzionato.

Figura 4 - Domande la cui risposta non si trova su Googl

e

Credit https://www.acleadersresource.sa.edu.au/

Tuttavia, è possibile anche rendere l’interrogazione più attendibile e significativa valutando le competenze al vertice della piramide di Bloom come saper analizzare, valutare e creare che rappresentano il livello di critical thinking dello studente.

La verifica degli apprendimenti, sia in forma scritta che orale, potrebbe svolgersi attraverso le non-Googleable questions, ovvero domande la cui risposta non si trova nel grande motore di ricerca di Google. Si dovrebbero perciò evitare le Wh questions a favore di domande più complesse come How o Why o quesiti che richiedono la capacità di analisi, come trovare le analogie e differenze fra due elementi o fenomeni o eventi; saper fare una classifica fra più elementi in base ad un criterio assegnato (ad esempio di autori, opere o altro) fornendone una opportuna giustificazione; saper sintetizzare un concetto o un’opera in un brevissimo messaggio con la lunghezza di un Tweet; sapere promuovere un’idea in tempi molto brevi, come i social media ci richiedono, ad esempio attraverso la creazione di booktrailers.

What if….?

Per potere verificare le competenze la domanda chiave, molto diffusa nel mondo anglosassone, potrebbe essere anche What if , ovvero cosa succederebbe se…? Ad esempio “Cosa succederebbe se la temperatura del globo si alzasse di un grado?” oppure “ … se M.L.King non fosse mai esistito?” . Lo studente potrebbe anche avere a disposizione il libro di testo o l’amico Google o Alexa ma non troverebbe risposte. Naturalmente lo studente potrebbe anche dare risposte bizzarre, ma l’importante non è valutare la risposta quanto piuttosto il ragionamento che lo studente segue per arrivare a giustificare la propria risposta, dalla quale emergono conoscenze e competenze acquisite.

Questa tecnica è usata dai recruiter delle Big Tech per verificare la competenza logico-cognitiva e il background culturale di un candidato. Ad un candidato di mia conoscenza , qualche tempo fa, chiesero quante palline da tennis poteva contenere un aereo. Naturalmente, nella risposta il numero era irrilevante rispetto al metodo con il quale il candidato illustrava come si poteva arrivare a quantificarlo.

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Figura 5 - What if questions

Credit The CompelledEducator.com

Il valore delle immagini

Un’altra strategia da utilizzare per la verifica degli apprendimenti durante la DaD potrebbe essere mostrare immagini che rappresentano l’argomento proposto in classe. Similmente alla tecnica utilizzata durante l’inizio del colloquio dell’esame di Stato, l’insegnante non pone domande, sarà lo studente a fare emergere le proprie conoscenze e competenze dedotte attraverso l’osservazione dell’immagine proposta. Questa strategia si riallaccia anche all’educazione all’immagine: si abituano gli studenti ad essere osservatori attenti in un momento in cui le immagini dominano il web. Utili suggerimenti si possono trovare su https://www.activehistory.co.uk/

Figura 6 - William Powell Frith, The Railway Station

5. Valutare i prodotti digitali: dalle infografiche ai video

Altra strategia per valutare in DaD è attraverso gli artefatti digitali: dalle infografiche (Canva.com) alle presentazioni multimediali fino ai video (Adobe Spark Video). Naturalmente è necessario l’utilizzo di una rubric che viene precedentemente concordata e condivisa con la classe.

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Figura 7 - Adobe Spark Vide

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Per quanto riguarda la valutazione dei prodotti digitali, soprattutto i video, si tratta anche di un cambio di paradigma: le verifiche tradizionali sono spesso basate sulla ridondanza, più lo studente fornisce nozioni in un flusso veloce di parole, più dimostra di avere studiato e quindi la sua performance risulta di alto livello. Nella creazione di un video, il processo è contrario: riuscire a presentare un concetto in modo conciso (max 3 min), ma allo stesso tempo esauriente ed efficace dal punto di vista comunicativo, presuppone un’alta competenza: la sintesi. Questa abilità è quella che viene richiesta oggi nel mondo del lavoro: dai manager che devono presentare le loro idee attraverso un pitch di pochi minuti, ai video che troviamo nei social network che devono catturare l’attenzione dell’utente in un tempo che va dai 15 ai 60 secondi.

Valutare attraverso il debate

Se invece si vuole verificare la capacità oratoria dello studente, quale migliore strategia del debate? Il digitale ancora una volta viene incontro alle nostre esigenze attraverso uno strumento creato per gli studenti come la Kialo Edu ( www.kialo-edu.com).

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Il docente pone un quesito sulla piattaforma e gli studenti esprimono la loro opinione dopo avere consultato fonti varie fornite dal docente o frutto di una ricerca personale. In seguito, dopo avere visionato le risposte della classe e le argomentazioni di chi è a favore o contro, gli studenti sono chiamati ad assumere il ruolo che il docente assegna loro, indipendentemente dalla propria opinione personale, in modo da valutare la loro capacità argomentativa. Il debate si può svolgere facilmente anche a distanza. Anche in questo caso la rubric è lo strumento essenziale che permette una valutazione chiara condivisa anche con gli studenti.

La valutazione del lavoro dello studente su piattaforma

Nella didattica a distanza un ruolo fondamentale è svolto dal lavoro che lo studente svolge sulla piattaforma in base alle consegne che il docente dovrebbe assegnare costantemente. La pandemia ha accelerato l’utilizzo delle piattaforme come repository dell’attività svolta avvicinando il mondo della scuola a quella che è ormai una pratica consolidata nel mondo del lavoro che, attraverso le piattaforme, quantifica la produttività di un lavoratore. La DaD ha, quindi, contribuito a preparare gli studenti alla loro futura professione.

In Google Workspace, così come in qualsiasi altra piattaforma, da Teams a Moodle, è molto semplice quantificare il lavoro svolto e consegnato puntualmente da ogni studente, in quanto la piattaforma permette la visualizzazione del lavoro svolto durante l’intero anno scolastico. La quantità e qualità del lavoro svolto dovrebbe avere una sua rilevanza per la valutazione finale. E’ difficile, se non impossibile, valutare ogni singolo compito svolto da ogni studente quotidianamente, significherebbe avere decine e decine di elaborati da valutare ogni giorno, pertanto, la soluzione può essere effettuare dei controlli a campione sulla qualità dell’elaborato, mentre bisognerebbe essere molto fiscali sulla puntualità della consegna. Gli strumenti di videoconferenza ci permettono, attraverso la condivisione dello schermo, la visualizzazione degli elaborati raccolti nella piattaforma che dovrebbero essere proposti anche come peer review, valutazione fra pari. La discussione collettiva di un elaborato, sempre attraverso apposita rubric, rappresenta non solo un esempio di didattica attiva, che rompe il ritmo della lezione frontale, ma anche l’acquisizione più consapevole degli obiettivi da raggiungere da parte della classe.

Per mantenere viva l’interazione con la classe è necessario visualizzare sia gli studenti in formato griglia, sia la schermata con l’elaborato analizzato. La condivisione dello schermo è possibile attraverso semplici estensioni come Tab Resize fornito da Chrome.

Altro strumento per monitorare i progressi degli studenti è la creazione di learning diaries, attraverso i quali lo studente è chiamato a riflettere sul proprio apprendimento in modo metacognitivo.

Infine sono innumerevoli le possibilità di effettuare verifiche formative: dai quiz alle nuvole di parole alle bacheche virtuali nelle quali gli studenti possono dare un loro contributo.

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Conclusioni

Le forme e gli strumenti di valutazione sono quindi tanti, tuttavia il docente dovrebbe, oltre ad avere una sufficiente competenza tecnica, anche porre particolare attenzione alla progettazione, agli obiettivi e alla pianificazione temporale delle attività.

La DaD ha portato una grande rivoluzione nella scuola e sono in tanti a considerare la DaD non più l’acronimo di Didattica a Distanza quanto piuttosto di Didattica Aumentata Digitalmente per le infinite potenzialità che il digitale ci offre.

In ogni momento storico di crisi dietro alle difficoltà erano nascoste nuove opportunità. La DaD, pur essendo stata attivata in una modalità emergenziale e pur mostrando tante criticità, ha accelerato un processo di innovazione che ha contribuito a diminuire il gap con i sistemi di istruzione dei paesi più avanzati.

Elena Balestrazzi

teacher.balestrazzi@gmail.com

Docente di inglese al liceo linguistico con esperienza trentennale, formatore nel PNSD, collabora con case editrici, impegnata da 20 anni in progetti con istituti del nord Europa.

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