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Variazione della dose sostitutiva di levotiroxina (L-T4) in pazienti obesi ipotiroidei sottoposti a chirurgia bariatrica

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Academic year: 2021

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UNIVERSITA’ DI PISA

FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA

Scuola di Specializzazione in

Endocrinologia e Malattie del Metabolismo

“Variazione della dose sostitutiva di L-tiroxina

(L-T4) in pazienti obesi ipotiroidei sottoposti a

chirurgia

bariatrica”

RELATORE

Chiar.mo Prof. Ferruccio Santini

CANDIDATO

Dr.ssa Anna Tamberi

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1

SOMMARIO

o Riassunto……….pag 2

o Introduzione………pag 6

o Scopo dello studio………...…………pag 12

o Materiali e metodi………...pag 13

o Risultati………pag 16

o Discussione……….…………..pag 26

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RIASSUNTO

L'obesità e l'ipotiroidismo sono disturbi frequenti nella popolazione generale. Nei soggetti obesi e ipotiroidei la dose di levotiroxina (L-T4) necessaria a ripristinare l'eutiroidismo è maggiore rispetto agli individui normopeso. Il parametro antropometrico che si associa maggiormente alla dose dell’ormone è rappresentato dalla massa magra mentre la massa grassa ha scarsa influenza. Gli studi condotti fino ad oggi hanno fornito risultati contrastanti riguardo gli effetti della chirurgia bariatrica sulla dose di L-T4 nei soggetti ipotiroidei. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare le variazioni della dose sostitutiva di L-T4 dopo calo ponderale ottenuto mediante intervento di chirurgia bariatrica in un gruppo di soggetti obesi con ipotiroidismo acquisito. Sono stati esaminati 93 soggetti obesi ipotiroidei (90 femmine e 3 maschi, di età media ± DS: 48 ± 9 anni), prima e dopo 28 ± 8 mesi dall'intervento chirurgico. Sono state analizzate le variazioni della dose di L-T4, i parametri

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3

antropometrici, i valori di TSH, le frazioni libere degli ormoni tiroidei e la leptinemia. In un sottogruppo di 20 pazienti era disponibile la valutazione della composizione corporea ottenuta mediante densitometria a doppio raggio fotonico (DXA).

La causa dell'ipotiroidismo era in 21 casi la tiroidectomia totale, in 6 la terapia radiometabolica con radioiodio e in 66 la tiroidite cronica autoimmune.

L'indice di massa corporea medio (IMC) al momento dell'intervento era pari a 45,9 ± 5,6 Kg/m2.

54 soggetti sono stati sottoposti ad intervento di bypass gastrico, 31 a bendaggio gastrico regolabile e 8 a gastrectomia a manica, con una perdita di peso media pari a 34,3 ± 16,1 Kg (- 29,2%).

La dose totale media giornaliera di L-T4 prima dell'intervento era 130,6 ± 48,5 mcg/die. Dopo calo ponderale, si verificava una riduzione significativa della dose media di L-T4 (-11%, p<0,001). In 47 pazienti era necessaria una riduzione della dose di L-T4, in 34 risultava invariata e in 12 pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune la dose doveva essere

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aumentata. La composizione corporea valutata mediante densitometria a doppio raggio fotonico (DXA) in 20 soggetti prima e dopo chirurgia bariatrica evidenziava una riduzione della massa grassa del 35,2% ed una minor riduzione della massa magra (-14,2%).

La riduzione della dose di L-T4 era proporzionale alla riduzione della massa magra mentre non veniva osservata alcuna associazione sia con la riduzione della massa grassa che con i livelli di leptinemia. Nessuna differenza statisticamente significativa veniva osservata nella variazione della dose di L-T4 fra i tre tipi di intervento chirurgico.

In conclusione, i risultati di questo studio indicano che: 1) nella maggior parte dei soggetti ipotiroidei obesi la perdita di peso ottenuta mediante chirurgia bariatrica richiede una riduzione della dose giornaliera di L-T4. 2) L'entità della riduzione non è direttamente correlata al calo ponderale e non è influenzata dal tipo di procedura chirurgica ma dipende dalla riduzione della massa magra. 3) In alcuni casi, la riduzione della funzione tiroidea residua che si verifica nei pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune, può

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5

contrastare questo fenomeno e condurre a un aumento delle richieste di LT-4.

4) Da un punto di vista clinico, durante il calo ponderale che segue l'intervento di chirurgia bariatrica, non c'è la necessità di apportare delle modifiche preventive della dose di levotiroxina; tuttavia, le frazioni libere degli ormoni tiroidei e il TSH dovrebbero essere monitorati periodicamente al fine di individuare le variazioni delle richieste di levotiroxina ed apportare le necessarie modifiche al trattamento.

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6

INTRODUZIONE

L'obesità e l'ipotiroidismo sono condizioni ad elevata prevalenza nella popolazione adulta e non è raro che si trovino casualmente associate nello stesso individuo. La convinzione che l'obesità sia conseguente ad una "disfunzione ghiandolare", prima fra tutte quella della ghiandola tiroidea, è diffusa e saldamente radicata nella cultura popolare. L'incremento ponderale può effettivamente essere presente fra le manifestazioni cliniche dell'ipotiroidismo, tuttavia tale rilievo era più frequente in passato quando l'ipotiroidismo veniva diagnosticato in fase conclamata di mixedema. Oggi, usualmente la diagnosi di ipotiroidismo viene posta in fase relativamente precoce e raramente è documentato un incremento ponderale rilevante. Uno studio recentemente pubblicato dal nostro gruppo di ricerca ha stimato intorno al 18% la prevalenza dell’ipotiroidismo in una popolazione di soggetti obesi valutati in previsione di chirurgia bariatrica (1). Tale dato impone una particolare attenzione alle eventuali interazioni

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tra le terapie per l'una e per l'altra condizione.

Nella pratica clinica, la dose sostitutiva di levotiroxina (L-T4) viene generalmente calcolata sulla base del peso corporeo; è quindi evidente come le modificazioni del dosaggio necessarie per il raggiungimento della dose ottimale dopo calo ponderale, rappresentino un argomento di estrema rilevanza.

Inoltre, per i soggetti obesi e ipotiroidei la dose di L-T4 necessaria a ripristinare l'eutiroidismo è maggiore rispetto a quella necessaria per gli individui normopeso. Tale fenomeno è il risultato dell'interazione fra diversi meccanismi fra cui l'accelerata velocità di metabolizzazione del farmaco conseguente all'aumento di massa magra, l'aumentato volume di distribuzione plasmatico e il ritardo nell'assorbimento dell'ormone a livello gastrointestinale (2-5). In aggiunta, l'assorbimento di L-T4 può essere compromesso da patologie gastrointestinali comuni nei soggetti obesi come la gastrite da Helicobacter Pylori (6,7).

Nelle ultime decadi il progressivo aumento della prevalenza di sovrappeso e obesità nella popolazione generale, l'assenza di effetti significativi in termini di calo ponderale e di

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risoluzione delle comorbidità da parte della terapia dietetico-comportamentale e la mancanza di terapie farmacologiche efficaci nel garantire una perdita di peso significativa e duratura nel tempo, hanno determinato un notevole aumento del ricorso alla chirurgia bariatrica. Quest'ultima rappresenta l'estrema possibilità terapeutica con cui si può ottenere una riduzione significativa e permanente del peso corporeo nei casi di obesità patologica in cui i ripetuti tentativi dietetici, farmacologici e/o psico-comportamentali abbiano fallito o abbiano avuto un successo parziale e non definitivo. Negli ultimi decenni, sono state messe a punto diverse tecniche chirurgiche che possono essere classificate, a seconda del meccanismo d’azione, in tre gruppi:

1) interventi di tipo restrittivo (bendaggio gastrico regolabile, gastroplastica verticale) che agiscono semplicemente riducendo il volume dello stomaco e quindi causando un precoce senso di sazietà ed una riduzione del senso di fame; 2) interventi di tipo misto (bypass gastrico, gastrectomia a manica) che abbinano la componente gastrorestrittiva (formazione di una tasca gastrica di ridotte dimensioni) ad un effetto di inibizione dell'appetito mediato da meccanismi

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neurovegetativi ed ormonali non ancora del tutto noti.

3) interventi di tipo malassorbitivo (diversione biliopancreatica, interventi di “duodenal switch”, by-pass bilio-intestinale) che riducono drasticamente l'assorbimento del cibo e comportano una riduzione irreversibile delle dimensioni dello stomaco e un marcato cambiamento del processo digestivo.

Le diverse procedure chirurgiche hanno indicazioni diverse tra loro e determinano una variabile perdita dell'eccesso di peso, con miglioramento e talora scomparsa delle comorbidità associate. Per il successo a lungo termine è fondamentale l'accurata selezione dei pazienti, l'aderenza alle indicazioni alla chirurgia bariatrica, la tipologia di intervento chirurgico scelta e la compliance del paziente al follow up. La terapia chirurgica dell’obesità può essere presa in considerazione in pazienti adulti con obesità grave (IMC >40 Kg/m2 o >35 Kg/m2 in presenza di comorbidità associate) in cui si sono verificati precedenti fallimenti della terapia dietetico-comportamentale e farmacologica e che abbiano inoltre manifestato la volontà di seguire un prolungato follow-up post-operatorio (8).

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Figura 1: le principali procedure di chirurgia bariatrica. A: bypass gastrico

su ansa alla Roux (RYGB); B: diversione bilio-pancreatica (BPD); C: gastrectomia a manica (SG); D: bendaggio gastrico regolabile (LAGB). (figura modificata da Ionut et al, 2011) (9)

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Gli studi condotti fino ad oggi hanno fornito risultati contrastanti riguardo gli effetti della chirurgia bariatrica sulla dose di L-T4 da somministrare nei soggetti obesi ipotiroidei (10-12). Le discrepanze probabilmente sono legate all'esigua numerosità del campione, alle differenti cause di ipotiroidismo e alla diversità delle procedure chirurgiche utilizzate.

Un recente studio pubblicato da Pirola e collaboratori ha ipotizzato che dopo chirurgia bariatrica l'assorbimento e quindi la biodisponibilità di L-T4 in formulazione liquida sia maggiore rispetto alla formulazione in compresse (13).

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SCOPO DELLO STUDIO

Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare le variazioni della dose sostitutiva di L-T4 in un ampio gruppo di soggetti obesi con ipotiroidismo acquisito valutati prima e dopo calo ponderale ottenuto mediante intervento di chirurgia bariatrica e di valutare le relazioni tra queste variazioni e il tipo di intervento chirurgico, l’entità del calo ponderale e la riduzione dei livelli di leptinemia. In un sottogruppo di pazienti è stata inoltre valutata la variazione della dose in relazione alla variazione della composizione corporea ottenuta mediante densitometria a doppio raggio fotonico (DXA).

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MATERIALI E METODI

Popolazione in studio

In questo studio retrospettivo osservazionale sono stati inclusi 93 soggetti obesi (90 femmine, 3 maschi) con ipotiroidismo acquisito in terapia sostitutiva con L-T4 di età media ± DS di 48 ± 9 anni e con indice di massa corporeo medio (IMC) pari a 45,9 ± 5,6 Kg/m2 valutati presso il nostro centro in

previsione di chirurgia bariatrica.

La diagnosi di ipotiroidismo veniva verificata sulla base della storia clinica dei pazienti. Venivano esclusi dallo studio i soggetti in terapia con L-T4 per gozzo multinodulare e quelli affetti da carcinoma tiroideo differenziato per i quali non fosse documentata la remissione di malattia mediante test di stimolo per la tireoglobulina con TSH umano ricombinante (rhTSH).

Le cause dell'ipotiroidismo erano da attribuire a :

1) tiroidectomia totale per gozzo multinodulare (n=12), o per carcinoma papillare della tiroide (n=8), o per malattia di

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Graves (n=1) in 21 pazienti;

2) ipotiroidismo acquisito post terapia radiometabolica per morbo di Basedow (n = 5) o adenoma tossico (n = 1) in 6 pazienti;

3) ipotiroidismo da tiroidite cronica autoimmune in 66 pazienti.

Ogni 6-9 mesi sulla base dei valori di tireotropinemia (TSH) sono state eseguite variazioni della dose di LT4 fino al raggiungimento di un livello stabile di TSH.

Tutti i soggetti inclusi nello studio sono stati sottoposti a una valutazione endocrinologica e internistica a distanza di circa due anni (28 ± 8 mesi) dalla chirurgia bariatrica.

Metodi

Prima e dopo chirurgia bariatrica ogni paziente è stato sottoposto ad esame obiettivo con determinazione delle principali misure antropometriche e prelievo ematico per dosaggi ormonali. I campioni di sangue sono stati ottenuti dopo digiuno notturno e prima della somministrazione delle compresse di L-T4 (Bracco, Milano, Italia). I valori di

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tiroxina sierica libera (fT4) e triiodotironina libera (fT3) sono stati misurati per mezzo di un analizzatore automatico con metodo di chemiluminescenza (VITROS; Ortho-Clinical Diagnostics, Johnson & Johnson, Amersham, Regno Unito; valori di riferimento 7,0 - 17,0 pg/mL per fT4 e 2,7 - 5,7 pg/mL per fT3). Le concentrazioni sieriche di TSH sono state misurate mediante dosaggio immunometrico in chemiluminescenza di terza generazione (TSH Immulite 2000; Siemens Medical Solutions Diagnostics, Los Angeles, CA; intervallo di riferimento 0,4 - 3,4 µIU/mL).

La leptina è stata dosata in 52 soggetti con metodo radioimmunologico (Mediagnost, Reutlingen, Germania). In un sottogruppo di 20 pazienti era disponibile la valutazione della composizione corporea ottenuta mediante densitometria a doppio raggio fotonico (DXA; Hologic QDR 4500; Hologic, Inc., Waltham, MA) prima e dopo 28,6 ± 7,9 mesi dall'intervento.

La tipologia di intervento chirurgico veniva stabilita al termine della valutazione multidisciplinare sulla base delle caratteristiche cliniche di ogni singolo paziente. Dei 93 soggetti inclusi nello studio, 54 venivano sottoposti a bypass

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gastrico su ansa alla Roux, 31 a bendaggio gastrico regolabile e gli altri 8 ad intervento di gastrectomia a manica.

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RISULTATI

Come atteso, dopo l'intervento chirurgico si verificava una significativa riduzione del peso corporeo, dell'IMC e della leptinemia (p <0.001; Tabella 1).

Dopo calo ponderale la dose media di L-T4 si riduceva in maniera significativa (da 130,6 ± 48,5 a 116,2 ± 38,6 mcg/die, p<0,001), mentre la dose pro-Kg di L-T4 risultava significativamente aumentata del 27% (p <0.001).

Pre-chirurgia Post-chirurgia Variazione (∆) Peso (kg) 117.5 ± 17.3 83.1 ± 14.9* −34.3 ± 16.1 (−29.2%) IMC (kg/m2) 45.9 ± 5.6 32.5 ± 5.1* −13.4 ± 6.2 (−29.2%) Dose L-T4 (mcg/die) 130.6 ± 48.5 116.2 ± 38.6* −14.4 ± 29.8 (−11.0%) Dose L-T4 pro-Kg (mcg/kg/die) 1.1 ± 0.4 1.4 ± 0.5* +0.3 ± 0.4 (+27.3%) fT4 (pg/mL) 12.0 ± 2.5 12.1 ± 2.8 +0.1 ± 2.8 (+0.8%) fT3 (pg/mL) 3.6 ± 0.5 3.3 ± 0.5* −0.3 ± 0.7 (−9.4%) TSH medio (mU/mL) (interquartile range) 1.56 (0.77-2.75) 0.84 * (0.40-1.79) −0.52 (−32.7%) Leptina (ng/mL) 52.6 ± 24.6 21.0 ± 15.2* −31.7 ± 26.1 (−60.0%)

Tabella 1. Dose di L-T4, parametri antropometrici e ormonali pre- e post-chirurgia bariatrica in 93 pazienti obesi ipotiroidei.

I dati sono espressi come media ± DS. Le variazioni post-chirurgiche sono espresse come media ± DS e come percentuale di variazione rispetto ai valori pre-chirurgici (∆). *: p<0.001.

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In media, le prime modificazioni del dosaggio di L-T4 si sono rese necessarie a distanza di 10,8 ± 4,7 mesi dall'intervento.

Sebbene nei pazienti sottoposti a bypass gastrico si potesse prevedere un certo grado di malassorbimento, la variazione della dose totale di L-T4 non risultava statisticamente diversa tra le differenti procedure chirurgiche. Questo dato veniva mantenuto anche correggendo i risultati per l'entità del calo ponderale che, come atteso, risultava maggiore nei pazienti sottoposti a by-pass gastrico. Pertanto, tutte le analisi successive sono state condotte senza distinzione in base alla tipologia di intervento.

Complessivamente, nel 50% dei pazienti era necessaria una riduzione della dose totale di L-T4, in 34 pazienti risultava invariata (37%), mentre nei restanti 12 doveva essere aumentata (Figura 2).

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Figura 2. Distribuzione dei pazienti in base alla variazione della dose di L-T4 dopo il calo ponderale.

Dopo l'intervento, nei pazienti in cui era stato necessario ridurre la posologia del trattamento, la dose giornaliera di LT-4 era pari a 1,46 mcg/die, in quelli in cui la dose risultava invariata era pari a 1,4 mcg/die e nel gruppo che aveva richiesto un aumento del dosaggio del farmaco, era pari a 1,5 mcg/die. Queste differenze non erano statisticamente significative.

I 12 pazienti nei quali è stato necessario aumentare la dose sostitutiva di L-T4 erano tutti affetti da tiroidite cronica autoimmune. In questo gruppo il dosaggio di L-T4 pre-chirurgico era significativamente più basso (0,84 ± 0,4

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mcg/die) rispetto al resto della popolazione in studio (1,17 ± 0,43 mcg/die).

Confrontando i valori pre- e post-operatori delle frazioni libere degli ormoni tiroidei e del TSH, abbiamo osservato che le concentrazioni sieriche di fT4 risultavano invariate, mentre i livelli di fT3 e TSH subivano una piccola, seppur significativa, riduzione (Tabella 1).

Nell'intera popolazione in studio, non sono state osservate correlazioni significative nè tra la variazione della dose di L-T4 e il calo ponderale (Figura 3), nè tra la variazione della dose di L-T4 e la leptinemia (Figura 4).

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Figura 3. Assenza di correlazione fra variazione della dose totale di L-T4 (∆

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Figura 4. Assenza di correlazione fra variazione della dose totale di L-T4 (∆ dose totale di L-T4; mcg/die) e variazione di leptinemia (∆ leptina; ng/mL).

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Nei 20 pazienti in cui era disponibile la valutazione della composizione corporea pre- e post-chirurgia bariatrica, si osservava una riduzione statisticamente significativa della massa grassa (-35%) e in misura minore della massa magra (-14%) (Tabella 2). In questo sottogruppo, 6 pazienti (30%) aumentavano la dose di L-T4, 7 la mantenevano costante (35%) e i restanti la riducevano (35%).

Normalizzando la dose di L-T4 per la massa grassa e la massa magra, dopo chirurgia si osservava un aumento significativo della dose pro-Kg di massa grassa (63%), mentre la dose pro-Kg di massa magra risultava invariata (Tabella 2, Figura 5). Tale dato conferma il ruolo predominante della massa magra nel determinare le richieste di L-T4 nel singolo soggetto.

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Figura 5. Variazione della dose di L-T4 pro-Kg di massa grassa e di massa magra dopo il calo ponderale.

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Pre-chirurgia Post-chirurgia Variazione (∆) Peso (kg) 110.6 ± 9.6 83.0 ± 14.0* −27.6 ± 16.3 (−24.9%) IMC (kg/m2) 43.7 ± 4.5 32.8 ± 5.8* −10.9 ± 6.4 (−24.9%) Dose L-T4 (mcg/die) 127.3 ± 35.1 119.4 ± 37.9 −7.9 ± 19.4 (−6.3%) fT4 (pg/mL) 11.8 ± 2.6 12.3 ± 3.3 +0.5 ± 3.2 (+4.1%) fT3 (pg/mL) 3.7 ± 0.5 3.4 ± 0.3 −0.2 ± 0.7 (−6.3%) TSH medio (mU/mL) (interquartile range) 1.45 (0.79-3.37) 0.65 * (0.33-1.51) −0.62 (−42.8%) Leptina (ng/mL) 55.7 ± 19.8 24.2 ± 17.3* −31.5 ± 22.2 (−57%) Massa grassa (kg) 51.2 ± 7.0 33.2 ± 10.9* −18.0 ± 11.9 (−35.2%) Massa magra (kg) 52.2 ± 3.4 44.8 ± 4.3* −7.4 ± 3.2 (−14.2%) Dose L-T4 pro-Kg di massa grassa (mcg/kg fat/die) 2.5 ± 0.8 4.1 ± 2.4* +1.6 ± 2.1 (+63.2%) Dose L-T4 pro-Kg di massa magra (mcg/kg lean/die) 2.4 ± 0.7 2.7 ± 0.9 +0.2 ± 0.5 (+9.4%)

Tabella 2. Peso, IMC, dose di L-T4 (totale e pro-Kg), ormoni tiroidei, TSH e leptina, massa magra e massa grassa pre e post-chirurgia bariatrica in un sottogruppo di 20 pazienti obesi di cui era disponibile la valutazione della composizione corporea. I dati sono espressi come media ± DS. Le variazioni post-chirurgiche sono espresse come media ± DS e come percentuale di variazione rispetto ai valori pre-chirurgici (∆). *: p<0.05

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DISCUSSIONE

Il ricorso alla chirurgia bariatrica come strategia terapeutica dell’obesità grave è sempre più diffuso, sia per gli effetti importanti e permanenti in termini di calo ponderale sia per la risoluzione della maggior parte delle comorbidità legate all'eccesso di peso (14).

I meccanismi di azione e gli effetti sui sistemi neuro-ormonali alla base del controllo energetico con cui la chirurgia bariatrica induce e sostiene uno stabile controllo del peso corporeo, sono tutt'ora oggetto di dibattito.

Le tecniche chirurgiche più comunemente utilizzate sono il

bypass gastrico su ansa alla Roux, il bendaggio gastrico regolabile e la gastrectomia a manica.

Nell'ambito di una popolazione di pazienti grandi obesi sottoposti a chirurgia bariatrica, molti individui sono ipotiroidei in trattamento con L-T4 (1). Dopo somministrazione orale, circa il 70% della levotiroxina attraversa la barriera intestinale ed entra nel flusso sanguigno

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(6,15). L'assorbimento del farmaco avviene prevalentemente a livello del digiuno e dell'ileo (16,17) e perchè sia ottimale si raccomanda di assumerlo a digiuno per favorire l'azione delle secrezioni acide da parte della mucosa gastrica che sono essenziali per rendere la molecola assimilabile (15,18).

L'assorbimento di L-T4 può essere compromesso da svariati fattori di origine endogena o esogena. Fra i primi ricordiamo i disturbi di tipo malassorbitivo come la malattia celiaca, l'intolleranza al lattosio o i problemi di acidità gastrica (6,7). Hanno un ruolo fondamentale anche i componenti della dieta (ad esempio un'alimentazione ricca i fibre o di soia (19)) e l'azione di numerosi farmaci che interferendo con l'assorbimento o con il metabolismo della tiroxina ne modificano la biodisponibilità (6,20). Rimane da chiarire se la chirurgia bariatrica possa o meno essere inserita in questo elenco.

Risulta quindi evidente come non sia possibile stabilire a priori con precisione la quantità di levotiroxina necessaria per un dato paziente. I fattori da prendere in considerazione nell'impostare una terapia con L-T4 sono molteplici e includono la funzione tiroidea residua, il grado di

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assorbimento del farmaco, la contemporanea assunzione di altre terapie e la velocità di degradazione dell'ormone, che a sua volta varia in funzione della massa corporea, dell'età e del sesso. A tal proposito oggi sappiamo che le differenze legate a queste tre variabili sono in realtà dipendenti dalle differenze in termini di massa magra (4). E' quest'ultima infatti che condiziona la richiesta di tiroxina, in quanto è la sede dei più importanti processi enzimatici che regolano la degradazione dell'ormone e tanto maggiore è la massa magra, tanto più alta risulta la quantità di ormone che deve essere somministrato. Nella pratica clinica ci si basa sul peso corporeo e di regola si inizia con una dose di ormone approssimata, procedendo a successivi eventuali aggiustamenti in base alle singole necessità. Dovendo somministrare una dose sostitutiva piena si calcola in genere una quantità di L-T4 pari a 1,6 µg/kg di peso corporeo al giorno.

Nei soggetti obesi ipotiroidei la dose di levotiroxina necessaria a ripristinare l'eutiroidismo è maggiore rispetto a quella per gli individui normopeso poichè all'aumento della massa grassa si accompagna in misura variabile un aumento della massa magra. Inoltre è stato dimostrato come in questa categoria di

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pazienti le principali caratteristiche farmacocinetiche della levotiroxina risultino variate in seguito all'aumentato volume di distribuzione plasmatico e al ritardato assorbimento gastrointestinale (21).

Pertanto, sulla base di queste considerazioni, dopo calo ponderale è lecito aspettarsi una riduzione della dose di levotiroxina necessaria a garantire l'eutiroidismo. Dobbiamo tuttavia tener presente che se la perdita di peso è ottenuta mediante procedure che inducono un malassorbimento dei nutrienti o inteferiscono con i processi di acidificazione, l'assorbimento del farmaco potrebbe essere compromesso e quindi la quantità di levotiroxina necessaria a mantenere i valori di TSH entro il range di riferimento, potrebbe essere maggiore. In passato, solo in due case reports pubblicati da Bevan e Azizi, era necessario incrementare la dose di L-T4 in seguito a bypass digiuno-ileale (22,23). Al contrario, in studi più recenti condotti su un esiguo numero di pazienti affetti da ipotiroidismo conclamato, è stata descritta una riduzione della dose di levotiroxina dopo by-pass gastrico o gastrectomia a manica (10-12).

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Altri due studi hanno valutato mediante test di assorbimento la farmacocinetica della levotiroxina in pazienti obesi eutiroidei sottoposti a bypass gastrico (24,25). I risultati del trial condotto da Rubio e collaboratori (24), in cui la levotiroxina veniva somministrata in compresse, mostravano un lieve ritardo nel raggiungimento della massima concentrazione sierica di tiroxina, ma non vi erano differenze significative in termini di area sotto la curva (AUC), ovvero in termini di biodisponibilità del farmaco. Allo stesso modo, lo studio di Gkotsina (25) che prevedeva l'impiego di levotiroxina in formulazione liquida, ha dimostrato come l'assorbimento del farmaco non venisse compromesso dopo bypass gastrico, nè tanto meno dopo gastrectomia a manica o diversione biliopancreatica.

In contrasto con queste osservazioni, recentemente sono stati pubblicati quattro case reports in cui pazienti obesi ipotiroidei in terapia con levotiroxina in compresse sviluppavano elevati valori di TSH dopo bypass gastrico (13). Dopo il passaggio dalla formulazione in compresse a quella liquida, i valori di TSH si riducevano progressivamente fino alla completa normalizzazione come ad indicare che questa tipologia di

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intervento chirurgico potrebbe compromettere l'assimilazione e quindi la biodisponibilità del farmaco.

Il nostro studio, condotto in maniera retrospettiva su un'ampia popolazione di pazienti obesi e ipotiroidei in terapia con levotiroxina in compresse e sottoposti a chirurgia bariatrica di tipo restrittivo o misto, ha lo scopo di far chiarezza sulle variazioni da apportare alla posologia del trattamento con levotiroxina dopo il calo ponderale ottenuto con bypass gastrico, gastrectomia a manica o bendaggio gastrico regolabile.

I nostri risultati confermano che nella maggior parte dei pazienti, la perdita di peso successiva a chirurgia bariatrica è associata alla necessità di ridurre la dose giornaliera di L-T4 fino a raggiungere un valore medio post-chirurgia di 1,4 mcg prokg/die. Inoltre, i valori sierici di TSH valutati dopo l'intervento erano pari a circa la metà di quelli pre-operatori; tale dato indica che probabilmente per ottenere valori di TSH post operatori simili a quelli osservati prima dell'intervento, sarebbe stato possibile apportare riduzioni anche maggiori della dose di L-T4.

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Solo in una minoranza di pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune, si verificava la necessità di aumentare la dose di ormone. E' verosimile che in questi soggetti, la riduzione della funzione tiroidea residua che si verifica nel decorso naturale della malattia e che evolve in una progressiva perdita della funzione ghiandolare, abbia prodotto un aumento delle richieste di levotiroxina. Questa ipotesi è supportata dal fatto che in questo gruppo di pazienti la dose iniziale di trattamento era significativamente più bassa rispetto al resto della popolazione in studio, ad indicare la presenza di una funzione tiroidea residua che poi si è esaurita nel tempo.

La riduzione della dose giornaliera di L-T4 non risultava correlata nè all'entità del calo ponderale, nè alla riduzione della leptinemia, confermando l'ipotesi che le richieste di levotiroxina non dipendono dalla massa grassa.

In accordo con studi precedenti (4,3-26,27), in una sottopopolazione di pazienti in cui erano disponibili i dati relativi alla composizione corporea valutata mediante densitometria a doppio raggio fotonico, abbiamo normalizzato la dose di levotiroxina per la massa grassa e per la massa magra (dose pro-Kg di massa grassa e dose pro-Kg di massa

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magra). Dopo calo ponderale, mentre la dose pro-kg di massa grassa aumentava in maniera significativa, la dose pro-kg di massa magra risultava invariata. Pertanto, i risultati del nostro studio individuano nella perdita di massa magra che si accompagna alla riduzione di massa grassa a seguito del calo ponderale (28), la causa della necessità di ridurre la dose di levotiroxina nei pazienti ipotiroidei sottoposti a chirurgia bariatrica.

Infine, non sono state osservate differenze significative in termini di entità di riduzione della dose di L-T4 fra la varie procedure chirurgiche utilizzate. Probabilmente, è necessario un campione più ampio di pazienti completamente tireoprivi per confermare questi risultati.

In conclusione:

- nella maggior parte dei soggetti obesi e ipotiroidei, la perdita di peso ottenuta mediante chirurgia bariatrica richiede una riduzione della dose giornaliera di levotiroxina;

- l'entità della riduzione non è direttamente correlata al calo ponderale e non è influenzata dal tipo di procedura chiurgica, ma dipende dalla riduzione della massa magra;

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- in alcuni casi, la riduzione della funzione tiroidea residua che si verifica nei pazienti affetti da tiroidite cronica autoimmune può contrastare questo fenomeno e condurre a un aumento delle richieste di levotiroxina;

- da un punto di vista clinico, durante il calo ponderale che segue l'intervento di chirurgia bariatrica, non c'è la necessità di apportare delle modifiche preventive della dose di levotiroxina; tuttavia, le frazioni libere degli ormoni tiroidei e il TSH dovrebbero essere monitorati periodicamente al fine di individuare le variazioni delle richieste di levotiroxina ed apportare le necessarie modifiche al trattamento.

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