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Produzione e progettazione di miscele in conglomerato bituminoso: ottimizzazione di un impianto innovativo e caratterizzazione delle miscele

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

La presente tesi di laurea ha riguardato principalmente l’ottimizzazione d’impianti innovativi di conglomerato bituminoso e gli effetti della calce a sostituzione di parte del filler all’interno di miscele bituminose.

Riguardo all’ottimizzazione degli impianti tipo “Hot Stock”, lo studio ha mostrato quanto segue:

La produzione delle miscele bituminose dev’essere ottimizzata secondo pre-cise procedure, elaborate a partire dall’analisi teorica della suddivisione del-le varie frazioni granulometriche nei vari silos di stoccaggio, capaci di garan-tire la costanza nel tempo dei risultati attesi;

La successione dei vagli deve essere scelta in funzione delle caratteristiche granulometriche del materiale utilizzo e della tipologia di miscele che s’intende produrre;

Gli impianti di tipo Hot Stock consentono di variare in maniera rapida, e sen-za rischi per la qualità della produzione, la tipologia di miscela prodotta. A tal proposito va altresì osservato che, nonostante piccole variazioni siano com-pensabili direttamente dai vagli presenti all’interno dell’impianto, il materia-le in ingresso deve mantenersi fisicamente omogeneo nel tempo. Qualora si prevedano delle variazioni, è opportuno dotarsi di appositi frantoi a vagli se-lettori capaci di variare la composizione granulometrica degli inerti all’ingresso secondo le specifiche esigenze dell’impianto.

Gli effetti della calce in sostituzione di parte del filler sono stati analizzati su miscele bituminose per strati di usura tradizionale e drenante-fonoassorbente. I risultati ot-tenuti permettono di affermare quanto segue:

La sensibilità all’acqua è stata valutata determinando la perdita di rigidezza, in termini di trazione indiretta, in seguito a specifici cicli di condizionamento. I risultati evidenziano una significativa differenza, sia per il drenante che per l’usura chiusa, tra la miscela con filler tradizionale e quella con calce. Il deca-dimento della resistenza a trazione indiretta nel conglomerato con calce è ri-sultato significativamente inferiore rispetto a quanto mostrato dal conglo-merato senza calce. E’ da notare che, seppure le differenze non siano eccessi-vamente marcate, la distanza tra i due tipi di conglomerato tende ad

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tuarsi all’aumentare della severità del condizionamento. Questa differenza è pressoché nulla sui condizionamenti meno severi, ma cresce gradualmente fino a raggiungere differenze dell’ordine del 10%. I risultati permettono quindi di concludere che, seppur il filler non additivato sia di buona qualità, sottoponendo a stress crescente il materiale, quello in cui il filler è composto per circa il 20% da calce manifesta un trend di decadimento meno marcato del materiale con filler tradizionale;

I risultati forniti dalla prova di stripping hanno mostrato come l’aggiunta del-la calce produca vantaggi i cui effetti risultano maggiormente evidenti all’aumentare della temperatura, ossia quando il legame bituinerte è me-no stabile. A temperatura ambiente (20°C) la differenza è stata minima. Al contrario, aumentando la temperatura fino a 40°C si è registrata una perdita di massa doppia nella miscela non additivata, confermando l’ipotesi secondo cui l’incremento di adesione fornito dalla calce palesa i suoi effetti anche a temperature maggiori rispetto a quelle a cui si fa usualmente riferimento. Questi risultati inducono a supporre che un condizionamento più severo a monte della prova, unitamente a tempi di spazzolamento prolungati, potreb-bero evidenziare differenze ancora più marcate fra le due miscele, cosi come accade per la sensibilità all’acqua. Per evidenziare questo fenomeno è stata realizzato un test su provini termostatati a 40°C dopo avere effettuato un condizionamento con cicli di gelo e disgelo. Come ipotizzato il divario tra la perdita in peso dei provini con calce e senza calce aumenta ancora di più ri-spetto alle prove eseguite in assenza di condizionamento.

I risultati fin qui esposti confermano l’effetto benefico della calce quando utilizzata in sostituzione di parte del filler, incoraggiando lo sviluppo della presente ricerca verso aspetti più complessi connessi al ruolo della calce nei conglomerati bitumino-si. In particolare sarebbe raccomandabile eseguire un confronto tra le caratteristi-che di durabilità e rigidezza di miscele con e senza l’aggiunta di calce. Parimenti, di notevole interesse risulta la comprensione dell’effetto della calce in miscele con ele-vate percentuali di conglomerato bituminoso di recupero o nelle quali sia stata so-stituita buona parte della componente litica con granulato di gomma (Rubberized Asphalt).

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