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Uomini d'arme e di cultura nel Quattrocento genovese: Biagio Assereto

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Academic year: 2021

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(1)

G I O V A N N A B A L B I

U O M I N I D ’ A R M E E D I C U L T U R A

NEL QUATTROCENTO GENOVESE:

(2)

.

.

(3)

I

D A N O T A I O A D A M M I R A G L I O

D E L L A R E P U B B L I C A G E N O V E S E

Verso la fine dell agitato secolo X IV in G enova, d o p o che le antiche fam ig lie dei Boccanegra, degli A dorno, dei F ie sc h i, degli S p in o la, avevano esaurito se stesse e le loro sostanze in lotte d i ri­ valità p artig ian a e favorito l ’avvento della p rim a d o m in a z io n e stra­ niera da parte d i Carlo V I, re d i F rancia, emersero n e lla vita p u b ­ blica nuove forze e nuove fam iglie che colm arono il vuoto lasciato dagli esuli o dai m orti.

Fra queste furono gli Assereto, di origine p o po lare , p rov en ie nti dalla R iviera di Levante, e precisamente da Recco e R a p a llo , tra­ sferitisi- da circa cinquanta anni in Genova. A l ra m o d i R a p a llo apparteneva B iagio, colui che diede m aggior lustro a lla fa m ig lia 1. anche se la sua figura ed il suo operato furono g iu d ic a ti in m odo assai contrastante dai suoi contem poranei e dagli storici1 posteriori. N o i, p rim a d i pronunciarci, desideriam o tracciare u n p ro filo de l­ l ’uom o e degli avvenimenti nei q u a li egli si trovò co inv o lto .

G ià sul nom e e su ll’attività del padre esistono divergenze di o p in io n i

1 A giudizio degli stessi Assereto: cfr. R . B . R ic c a r d o , Orazione per l'in­ coronazione del serenissimo Gerolamo Assereto duce dì Genova, in Orazioni pane­ giriche di diversi per l'incoronazione dei dogi di Genova. Genova, 16 0 7 , p p . 16-18,

Alcuni storici genovesi (cfr. F. F e d e r ic i, Abecedario delle famiglie geno­ vesi, ms. dei secc. XVI-XVII, in B i b li o t e c a F r a n z o n ia n a d i G e n o v a , t. I , c.

203 r ; l ì . F o i.ie ta e , (.larorum Ligurum elogia, Genova, 1861, p . 63 ) sostengono

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B iagio nacque da Costantino, figlio d i G io v a n n i d i R a p a llo 3 e da Orietta d i Bartolomeo G h iso lfi*. Costantino esercitava la pro­ fessione d i fabbro 5, ina non lim itav a la sua arte a s a ld a r m e ta lli o catenelle: aveva una spiccata attitudine a svolgere p iù c o m p lic a ti affari che lo portò ad essere eletto, nel 1396, p ro c u rato re de ll arte dei fab b ri, radunati nella chiesa delle Vigne in G enova 6. D a p rocu­ ratore d i quest'arte ad Anziano del Com une il passo f u breve in quell'epoca, in cui le varie energie non rim anevano sacrificate nel cam po chiuso d i una professione e gli affari p u b b lic i n o n erano m o n o p o lio d i una classe: nel 1399 fu eletto A n z ia n o 7, c in q u e anni dopo console della Ragione d i Genova e distretto 8 ed in fin e , nel 1405, reputato idoneo all'ufficio d i Salvatore del p o rto , im p o rta n te m agistratura, che aveva responsabilità sui m oli, le galee e 1 e m p o rio 9.

A questa brillante carriera di Costantino avevano in d u b b ia ­ mente co n trib u ito , oltre le doti personali, il fortunato m a trim o n io

che egli fu fi"1 io di Durante Assereto fabbro, in realtà suo zio. perchè fratello del padre: cfr. A r c h i v i o d i S t a t o d i G e n o v a (A.S.G.), not. De Compagnone Si-

mone. filza 1 (1402-05), 4 maggio 1405. Il Fazio (B. F acii, De rebus gestis ab Al-

phonso primo Neapolitanorum rege commentariorum libri decem, Lione, 1560, 1 il».

IV , p 107) dice semplicemente lium ili gente ortus. In tutti i docum enti da noi visti, in cui compare la paternità, vi è sempre Blasius filius Constantini o quondam

Constantini.

Per le ricerche sui notai ci siamo serviti degli appunti del compianto am­ miraglio Ugo Assereto, lasciati all’Archivio di Stato di Genova e inessi gentil­ mente a nostra disposizione dal prof. Giorgio Costamagna, direttore dell Archivio, al quale rivolgiamo i più vivi ringraziamenti.

3 A.S.G.. not. Revellino Cristoforo, filza 1, (1376-83), n. 2<7, 1° aprile 1381; not. Foglietta Oberto, filza 2 (1380-1404). n. 93, 13 marzo 1384.

i A. P e s c i o , I l venerdì di Ponza, in II Secolo X IX , Genova, 23 gennaio 1927.

5 La professione di fabbro era diffusa fra gli Assereto; oltre a Costantino ed al fratello Durante, troviamo anche un Gaspare (A.S.G., not. G atto Bartolomeo, filza 9 (1400-06), 30 aprile 1400) ed un Raffaele (A.S.G., not. De Crosa Battista, filza 1 (1425-47), n. 62, 19 febbraio 1428).

6 A.S.G., not. Parisola Guirardo, filza 2 (1376-1427), 29 aprile 1396. 7 A. P e s c i o c it.

8 A.S.G., not. De Erzeni Lazzarino in not. De Bozolo Gianotto, filza 3 (1393-95), c. 233 r.

9 A. P e s c i o c it.

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con Orietta G hisolfi, che l’im parentò con questi p o te n ti e ricch i cittadini genovesi, che, da privati m ercanti presso i M o n g o li di

1 ersia, si erano im padroniti di Matrega ed erano d iv e n u ti signori di questa im portante colonia sullo stretto di J e n ih a lé , tra il M a r Nero ed il M ar d ’A zof 10. Dalla loro unione nacquero due soli fig li: Battista e B iagio u .

ÌNon si hanno notizie sull’anno di nascita e la g iovinezza di B iagio: lo troviam o ricordato nel 1405 12 e poi in v a ri d o cum e n ti del 1408 13, rogati nella curia vescovile e nel castello d i P o rto M a u ­ rizio, con il titolo d i notaio e di cittadino genovese. R ite n ia m o q u in d i che Biagio fosse nato intorno al 1385, con sid e ran d o che in Genova si diventava notaio intorno ai vent’a n n i14 e che nel d o cu­ mento del 1405 il nostro non aveva questo attributo.

I' u dun q ue assente da Genova in quegli anni tu m u ltu o s i in cui la citta si liberò dalla dom inazione francese, per passare sotto il go\erno del marchese Teodoro del M onferrato, perchè c o n tin u ò ad esercitare la professione di notaio ancora nel 1411 15 e nel 1412-16, lontano d a lla vita pubblica. Q uando però sulla città c o m in c iò a farsi sentire I influe n za di F ilip p o M aria Visconti che. p r im a com e a l­ leato, poi come aperto nemico del doge Tommaso d i C am pofregoso,

" (t. I. B ra tia n u . Recherches sur le commerce génois dans la M er Noire

au \ lll siècle. Parigi. 192'); H. L o p e z . Storia delle colonie genovesi, nel Mediter­ raneo, Bologna, 1938.

11 In nessun documento i due fratelli compaiono insieme: che Battista fosse fratello di Biagio è attcstato dall atto del notaio De Compagnone Sim one (cfr. p. 1. nota 2). Biagio inoltre fu tutore di Isolda. figlia del quondam Baptiste (A.S.G., noi. De Bardi Luca, filza 3 (111.3-20). c. 164 r., 10 maggio 1123).

J“ A.S.G.. Notai ignoti, filza 51. 11. 58. 4 aprile 1105.

13 A.S.G., not. Boccone Stefano, filza 1 (1406-67), 11. 179. 2 aprile; 11. 182. 2 aprile; n. 180, 10 aprile 1108.

1 A.S.G., Statuto dei notai, ms. dei seee. X'Y-XVl. 11. 65. c. 3 r.

15 A.S.G.. not. Canella Giuliano, filza 2 (1410-11), c. 101 r.. 29 aprile 1111. Si ricorda il testamento della defunta Caterina di Castronovo, scriptum et

compositum manu Blasii de Axereto notarii.

1(1 A.S.G., 110t. Canella Giuliano, filza 3 (1412-13). c. 84 r.. 26 ottobre 1112. Si parla di un’accomenda iuxta formam publicam publici instrumenti scripti manu

Blasii de Axereto notarii.

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m irava alla conquista di Genova, B iagio Assereto a p p a rv e nella città. Si tratta indubbiam ente d i una coincidenza d i d a te e d i avve­ n im e n ti, m a è significativo e quasi presago della vera fa m ilia r ità fra il V isconti e 1?Assereto il fatto che il suo nom e sia, g ià fin d ’ora, associato a q uello del duca di M ilan o . I l 19 novem bre 1421 in fatti, con l'a ttrib u to d i notaio.fu fra i testi che sottoscrissero a lc u n e con­ venzioni fra il duca di M ilan o e alcuni cittadini genovesi p e r il r i­ cupero dei lo ro fortilizi 17.

In q u a lità di notaio, Biagio entrò nella c a n c e lle ria genovese e nel 1423 divenne cancelliere e collega di due fra i p iù fam osi u o m in i p o litici e letterati genovesi del tem po: G ia c o m o B ra c e lli e G io v a nn i Stella. E ‘ probabile che proprio la c o n su e tu d in e e l ’a m i­ cizia con questi due um anisti abbiano in flu ito sulla fo r m a z io n e spi­ rituale di B iag io e l'abbiano volto allo studio dei classici ed a ll'am o re per l ’arte, perchè il prim o centro di cultura genovese sorse fra que­ sti cancellieri del Comune, ai q uali va il m erito di aver co n trib u ito al rifiorire delle lettere e dell'erudizione in Genova nei secoli X IV e XV.

Il nostro uom o di lettere e cancelliere, che si a ffin e r à in seguito durante i soggiorni milanesi al contatto con celebri u m a n is ti e con a b ili u o m in i p olitici, firm ò per quasi tutto l'anno il c a r tu la r io delle

A podisiae Magistrorum rationalium 18, non trascurando p e rò i pro­

p ri affari. Diede in affitto una sua casa con g ia rd in o , sita in San Francesco in Genova 19; riscosse dal banco di San G io r g io danari per la nipote d i cui era tu to re 20; fece arrestare un certo Ja c o p o di Brignone per il quale aveva pagato una somma di d a n a r o come fi­ deiussore21; si preoccupò di nom inare per sè due p ro c u ra to ri nel territorio di Porto M a u riz io 22. Godeva q u in d i di una certa agiatezza

17 L. Osio. Documenti diplomatici trulli dagli archivi milanesi, I I . Milano 1869, doc. LV, p. 2, 19 novembre 1421.

18 A.S.G.. Apodisiae magistrorum rationalium, n. 110 (1423-25).

19 A.S.G., not. Villa Lorenzo senior, filza 3 (1418-23), n. 54, 29 marzo 1-123. L'atto è rogato in Genova, in contrala Sgutarie, in aula domus D lasii de Axerelo.

20 A.S.G., noi. De Bardi Luca cit., cfr. nota 11.

21 A.S.G., Notai giudiziari, not. De Matteo Bartolomeo (1377-1426), 1° luglio 1423.

22 A.S.G., not. Boccone Stefano, filza l.p . 2a (1422-23), n. 181, 31 luglio 1423.

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e forse in questo periodo, seguendo l ’esempio d e l p a d re , B ia g io consolidò la p ro p ria posizione econom ica sposando la ricca P o m e tta di Teram o d i M oneglia 23. I l p atrim o n io d e ll’Assereto venne n o te­ volm ente aum entato dalla m oglie e dal suocero, i q u a li, n e l 1425, pagarono in sua vece il palazzo de Gretis con g ia rd in o in contrada G iu s tin ia n i a g li Im p e ria li ed acquistarono vari lu o g h i d e l B a nc o d i San G iorgio per un totale di 625 lib b re d i genovini 24.

A nche B iagio non rimase in attivo: aiutato forse d a i p o te n ti p a ­ renti m aterni, i G hisolfi, tentò n el 1423 la fo rtu n a sul m a re , non come mercante, ma come patrono: il mestiere p iù risch ioso , m a anche i l p iù redditizio in quegli a n n i in cui G enova vedeva n e lla forza navale l ’unico mezzo per fa r valere i p ro p ri interessi1 davanti a F ilip p o M a ria Visconti. In q u e ll’anno però, per la successione del regno d i N a p o li, gli interessi del V isconti, favorevole a g li A n g io n i, e q u e lli d i Genova, avversa agli Aragonesi per tr a d iz io n e e p e r n e ­ cessità, specialmente dopo l ’aiuto dato da A lfonso a V in c e n te llo d Istria, parvero per qualche tem po collim are. I l C a rm a g n o la , in q u e ll’epoca governatore ducale in Genova, persuase in fa tti la città ad arm are u n potente esercito da inviare a N a p o li, o ccu pata d a g li A rag o n e si25.

Nel 1423 furono armate tredici galee, d i u n a d e lle q u a li era patrono l ’Assereto, nom inato anche cancelliere di tu tto l ’e s e rc ito 26; la flotta p artì da Genova il 7 dicem bre, dopo aver atteso l ’arrivo dell a m m irag lio inviato da M ilan o , G u id o T orello, in e sp e rto d i cose navali ed incapace di guidare una f lo t t a 27. Biagio dovette rim an e re a N a p o li per circa sei mesi, fino al term ine cioè d e ll’azio n e offensiva

Crediamo però che l Asserelo fosse già vedovo, avendo egli, in precedenza, sposato u n ’altra donna, da cui ebbe il primogenito Francesco o Franco. Infa tti nei documenti, in cui si parla dei figli, si fa una distinzione fra il primogenito e gli altri quattro, Stefano, Battista, Ambrogio, Giuliano, nati da Pometta.

24 A.S.G., not. Villa Lorenzo senior, filza 3 (1418-23), n. 284, 7 marzo 1425; n. 285, 9 marzo 1425.

25 G i o v a n m S t e lla , Annales Genuenses continuati usque ad annum

M C C C C X X X V , in RR. II. SS., XV II, Milano, 1730, col. 1288 A.

26 G. S t e l l a , cit., col 1288 D. 27 G. S t e l l a , cit., col. 1289 B.

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contro N a p o li, che si concluse con l ’e sp u g n a z io n e d e lla c ittà 28, senza che i G enovesi ne ricavassero a lc u n fr u tto , s p e c ia lm e n te a causa d e lla d isc o rd ia fra l ’a m m ir a g lio ed i p a t r o n i 29. L ’a n n a lis ta S te lla n o n rico rd a B ia g io tra i p a tr o n i che a n tic ip a r o n o , n e ll a p r ile del 1424, il lo ro rito rn o , ed è lo gico pensare ch e , n e lla sua q u a lità d i can ce llie re delFesercito, egli n o n tornasse in G e n o v a ch e il 26 m ag gio 1424, con tu tta la flo tta . N o n fu u n r ito r n o fe lic e , p erch è gli A n z ia n i d e lla R e p u b b lic a , m a lc o n te n ti d e ll’a m m ir a g lio T o re llo , n o n v o lle ro celebrare il tr io n fo con la s o le n n ità consueta 30.

L a sp e d izio n e n a p o le ta n a , anche se conclusa tra m a lu m o r i e r e c r im in a z io n i, segnò u n a svolta im p o rta n te n e lla v ita d e l n o stro : ancora p e r tutto il 1424 egli fu can ce llie re n e llT Jffic io d e lla G u e r ra , m a con i l n uo v o an n o , p u r essendo rie le tto c a n c e llie re , d iv e n n e sta b ilm e n te p a tro n o e p ro p rie ta rio d i n a v i a l se rvizio d e lia R e p u b ­ b lic a . Forse si era appassionato a lla v ita sul m a re e a N a p o li, in m ezzo a lla disco rd ia e a lla dive rsità d i o p in io n i esistenti fra 1 a m ­ m ir a g lio ed i p a tro n i, aveva rive lato a ttitu d in i al c o m a n d o e doti strategiche insospettate: così nel 1425. insiem e con P ie tro d i C o rra d o D o ria , A n d re o lo D o ria , B a b ila n o de N egro ed A n d re a S p in o la , p a ­ tro n i che avevano p a rte cip a to con lu i a ll’im p re sa in fa v o re d i G io ­ vanna d i N a p o li, era tra i c o m a n d a n ti p ro n ti a salp are p e r q u alsias i im presa ove occorressero a b ilità e p e riz ia m arin are sca.

E ra a llo ra necessario p e r G enova arm are n a v i che cercassero d i debellare ed a llo n tan are q u e lle d i T om m aso d i C a m p o fre g o so , già doge di G enova ed ora signore d i S arzan a, — e de i F io r e n tin i che, p u r n o n osando avvicinarsi alla città, vagavano, già d a ll a p rile 1425, lu n g o le coste d e lla R iv ie ra d i Levante ed o stacolavan o il co m m e rcio. N e l m aggio anche B iag io era p ro n to a salp are con la sua g a le a ; p r im a però il nuovo governatore ducale, Ja c o p o di B o ­

28 La città capitolò, il 12 aprile 1424, non solo per l'a b ilità degli assedinoti, ma anche perchè Iacopo Caldora, uno dei generali di Alfonso, abbandonò il re ed aprì le porte della città ai nemici. Cfr. Giornali napoletani dal M C C L X V I al

M C C C C L X X V li 1, in R R . I I . SS., M ilano. 1732, coll. 1090 D - 1091 IL

29 G. St e l l a, cit., col. J 290 D. 30 G. S t e l l a cit., col. 1291 A

31 A.S.G., Archivio segreto, Diversorum comunis Ianue, n. 14/509 (1425). doe. 266. c. 81 r., 23 novembre 1424.

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logna, cardinale di Sant’Eustachio, e FU fficio della G u e rra avevano ordinato al Banco di San G iorgio d i restituire a ll’Assereto una somma d i danaro sequestratagli ad istanza di G io v a n n i d i Passano, collettore dei m arinai, perchè ritenuta necessaria p e r l ’arm am ento della galea 32.

M a la partenza è sempre rinviata, — forse p er i l solito ritardo nelle operazioni m ilitari in attesa della decisione del duca d i M ila n o . — sicché m olte cittadine della R iviera, q uali Recco, R a p a llo , Sestri, M oneglia, assalite dalla potente flotta del Cam pofregoso e dei C a­ talani, che si erano uniti a lui, passarono al nem ico 33. Così, ancora un mese dopo, il 15 giugno, le galee di Biagio e de gli a ltri quattro patroni sono nel porto: sembra però im m inente la p artenza ed i co­ m and anti ricevono l ’ordine di non abbandonare, p e r nessun m otivo, le proprie galee, pena 50 fiorini ciascuno 34. I l g io rn o dopo, il go­ vernatore e l ’Ufficio della Guerra rincarano la dose o b b lig a n d o i cinque, separatamente, a dorm ire sulle galee ed a im p e d ire che qualsiasi socio o m arinaio sbarchi, com m inando in o ltre ai p atron i la inulta di 20 fiorini per ogni uom o che scenda a terra ed al col­ pevole l ’am putazione delle orecchie35.

Le galee infine partirono n e ll’estate 36, dopo che era stato in ­ viato a Genova, per ovviare alla lentezza del governatore e preparare rapidam ente la spedizione contro i ribelli, O p p iz in o d i A lzate, che assunse il comando di tutte le forze navali e terrestri 37. La loro meta era la Riviera di Levante, passata al Cam pofregoso, ove r iu ­ scirono, bene o male, a riconquistare le città rib e lli e ad allo ntan are le navi catalane. L'annalista G iovanni Stella non fornisce p artico lari su questa im presa, ma dobbiamo pensare che B iag io si battè con onore e valore, dimostrando perizia ed abilità ta li che indussero il commissario ducale, Urbano di San Aloisio, e l’U ffic io d e lla G uerra a stipulare con lui e con Pietro ed Andreolo B o ria , l ’l l settembre

32 A.S.G., Diversorum n. 14/509. doe. 178. c. 56 v.. 15 maggio 1425.

33 G. S t e l l a cit.. còl. 1293 E.

34 A.S G., Diversorum, n. 14/509. doe. 234. c. 71 v., 15 giugno 1425. 35 A.S.G., Diversorum, n. 14/509, doe. 226. c. 69 r.. 16 giugno 1425. 36 G. S t e l l a cit., col. 1293 A.

37 G. S t e l l a cit., col. 1294 B-C.

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1425. u n a convenzione p e r r im a n e re con le lo r o g ale e a l servizio d e lla R e p u b b lic a . D a u n a parte si p ro m e tte d i c o n c e d e re a ciascun o dei p a tro n i 50 lib b re d i g e n o v in i e la s o m m a p e r 100 b is c o tti p er ogni galea p r ò a d iu to rio , m ercede ve l e tia m m u tu o v e l s tip e n d io suo

et d ic ta ru m g ale aru m ; d a ll a ltra P ie tro , A n d r e o lo e B ia g io si im p e ­

gnano a tenere le galee p ro n te e bene a rm a te p e r o b b e d ir e a g li or­ d in i del governatore ed a n d are p e r 12 g io r n i dove e c o m e e g li vo rrà. Trascorsi i 12 g io rn i, i p a tr o n i sa ra n n o lib e r i n e lle lo r o a z io n i, p u rc h é si d irig a n o contro i n e m ic i d e l d uca d i M ila n o e d i G e n o v a con le loro g ale e ; in o ltre , se q u a lc u n o d i lo ro g u a d a g n e r à p iù d i 2000 lib b re d i g e n o v in i, sarà o b b lig a to a re s titu ire le 50 lib b r e , r i­ cevute a m u tu o , m a n o n reg alate ; ch i n o n s u p e re rà q u e lla c ifr a , le consideri avute no n a m u tu o , m a d on ate p e r s tip e n d io ed a iu to d e lle sue g a le e ; in ogni caso tu tti a v ran n o avuto se m p re in d o n o la som ­ m a per i biscotti 3S. N o n è v o lu ta m e n te in d ic a to q u a le fosse 1 in c a ric o dato ai tre p a tro n i e q u a le la lo ro m e ta : p r o b a b ilm e n te C h ia v a r i o q ua lc h e lo c a lità de lla R iv ie ra d i L e vante, d a ti i p o c h i g io r n i a d i­ sposizione.

La situazion e in G enova an d a va sem pre p iù a g g ra v a n d o s i n el 1426: da u n lato F ilip p o M a r ia V isc o n ti, n e ll’a p r ile , f ir m ò ed i m ­ pose anche ai G enovesi, contro la lo ro v o lo n tà , la p ace con A lfo n s o d A ragon a, al q uale concesse anche d i p re sid iare p e r u n certo te m p o L e ric i e Porto V e n e r e 39; d a ll’altro À b r a m o d i C a m p o fre g o s o , fr a ­ tello d i T om m aso, p enetrò n otte te m p o in città , il 9 se tte m b re , da do\e fu cacciato con m o lta d if f ic o lt à 40. I n conseguenza forse di queste traversie B iag io no n si a llo n ta n ò d a lla città p e r tu tto 1 a n n o , fir m ò il c a rtu la rio delle A p o d is ie M a g is tro ru m R a t io n a liu m 4\ scris­ se d e lib e ra z io n i pe r controversie d i d a n a r o 42, a p p ro v ò con 1 altro

33 A.S.G., Diversorum, filza 3, n. 3023 (1425-26), 11 settembre 1425.

G. S t e l l a cit., col. 1295 D. Cfr. anc he I registri delVufficio degli statuti di M ilano a cura di N. F e r o r e lli, M ilano. 1926, p. 38. 4 aprile 1426.

40 G. S t e l l a cit.. col. 1296 D.

A.S.G., Apodisiae magistrorum rationalium , n. I l i (1426-27).

42 A.S.G., Diversorum, n. 18/513 (1428-30), doc. 254, c. 97 r., 27 aprile 1 1—8 . si ricorda una deliberazione scritta manu Blasii de Axereto, anno

M C C C C C X X V I die X l I I I a octobris.

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cancelliere, G iovanni Stella, la risposta che Genova diede il 2 set­ tembre al sindaco di Venezia inviato d al doge, Francesco Foscari, per risolvere rivalità di commercio sorte a T unisi ed a C adice fra Genovesi e V eneziani. D i queste lettere lo stesso B ia g io e G iacom o Bracelli fecero copia, apponendovi in calce il loro segno di tabel- lionato come n o ta i43.

N el frattem po la città continuava a stare in alla rm e a causa del Campofregoso, p iù che m ai deciso ad abbattere la d o m in a zio n e viscontea ed a riconquistare il potere: si prevedeva che p r im a o p oi, forte degli a iu ti fiorentini, egli avrebbe sferrato un attacco a lla città, e si prendevano le necessarie precauzioni per ostacolare il co n g iu n ­ gimento delle forze dei due nem ici alleati.

I l 7 gennaio del nuovo anno, 1427, O pizzino d i A lzate ed il Consiglio degli Anziani decisero di organizzare la difesa e pagare in anticipo quei cittadini qui nuper de eis fidem suo p ro p r io nom in e

fecerunt ; tra costoro appare anche l'Assereto al q uale spettano circa

1040 lib b re per le sue prestazioni44. Da una serie d i docum en ti co­ nosciamo p oi quale fosse lo stipendio mensile di B ia g io , — e p e n ­ siamo anche degli altri patroni al servizio della R e p u b b lic a , — per tenere equipaggiata ed armata una galea. Per gennaio ricevette solo 1040 lib bre, in considerazione del fatto che il mese era già in iz ia to ; per il secondo mese, febbraio, gli vennero invece pagate d a l gover­ natore e dal consiglio degli A nziani 1500 libbre da p rendere iis de­

bitoribus avarie de proximo aperiende, quos ipse B lasiu s in eius racione cassari m a lu e rit45. Durante quest'ultim a r iu n io n e l'Assereto

fece presente che il suo secondo stipendio sarebbe te rm in a to il 24 febbraio e che tuttavia, per il bene della R e p ub b lica n e lla d iffic ile situazione del momento, egli avrebbe continuato a m antenere in ser­ vizio la sua galea a proprie spese fino a ll’inizio de l terzo mese di stipendio, il prim o marzo, senza chiedere un contributo ; m a gli A n ­ ziani proposero aU’Ufficio della Guerra di risarcirlo, alm e n o degli alim enti per il mantenimento della ciurm a in quei g io r n i46.

43 A.S.G., Diversorum, filza 3. n. 3023. doe. 237. 2 settembre 1426. Le copie della risposta, fatte da Biagio e dal Bracelli, sono invece del 21 novembre.

44 A.S.G., Diversorum, n. 16/511 (1427), doc. 5, c. 2 i\. 7 gennaio 1427. 45 A.S.G., Diversorum, n. 16/511, doc. 60, e. 27 v., 22 febbraio 1427. 46 A.S.G., Diversorum n. 16/511, doc. 60b e 60c, e. 27 v„ 6 marzo 1427.

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P e r q u a s i tu tto T an n o l ’Assereto fu in m a re con la sua galea sp o sta n d o si fr a G e n o v a e P isa lu n g o la costa, p e r in c ro ciare le navi in v ia te d a S a r z a n a e da F ire n z e in a iu to d i T o m m as o d i Cam pofre- goso, ch e s in d a l lu g lio si era trasferito con il suo esercito a Q u a rto in p r o s s im ità d i G e n o v a, in attesa d i cogliere il m o m e n to o p p o rtu n o p e r s fo n d a re la resistenza genovese presso le m u r a e fa r insorgere la c ittà 47.

D u e fu r o n o i fa tti in c u i si distinse B ia g io : la cattura d i Pe- t m c c io V e rro e q u e lla d i d u e n a v i fio re n tin e .

I l p r im o e p is o d io n o n è m e n zio n a to ne gli A n n a li, m a è ricordato d a G ia c o m o B r a c e lli, il q u a le avrebbe p o tu to ascoltarlo d a lla voce d e llo stesso a m ic o ca n c e llie re . P e truccio V erro, corsaro d i orig in e c a ta la n a , g ià da te m p o assaliva i m e rc a n ti genovesi che p ercorrevano le coste de l T irr e n o ed ora era al servizio dei n e m ic i d i G enova, a v e n d o a lle s tito a P isa u n a trire m e pe r portare a iu ti ai castellani d e lla costa fin o a P o rto T a la m o n e . In q u e lle acque in cro ciav a la galea d i B ia g io , che P e trucc io tentò in va no d i cattu rare b e rsa g lia n ­ d o la d i fre c c e ; la trire m e d e l corsaro fu a rp io n a ta ed egli costretto a c o m b a tte re con l'e q u ip a g g io d i B iagio che ebbe la m e g lio e co­ strinse i l n e m ic o a lla resa. L 'im p re s a procurò al nostro m o lta consi­ d e r a z io n e n e ll’a m b ie n te m a r in a r e s c o 48; u n po diversa, m a ancora p iù la u d a tiv a è la n a rra zio n e del fallo da parte d e g li storici p o ­ s te r io r i 49.

I l secondo ep iso dio , d i ben m aggiore im p o rta n z a , perchè de­ c isiv o p e r la v itto ria contro i r ib e lli secondo il g iu d iz io d i G io v a n n i S te lla , è invece ricordato negli A n n a li. G io v a n n i d i R a ffae le Mon- t a ld o e 1 Assereto si trovavano con le loro galee, il 14 settem bre,

47 G St ella cit., col. 1297 D-E.

48 G . BracèLLI. De bello hispaniensi lib ri quinque in Lucubrationes, Parigi. 1520. 1. 3°. f. 25. I,impresa è ricordata anche in un documento ufficiale del 1434, con il quale si concedono im m unità fiscali ed attestati di benemerenza al marinaio genovese lacobo de Marchisio, il quale fu in galea Blasii de Axereto tunc cum galea Petrucii Verri. Pisis etiam armata, (di eo capta est. Cfr. A.S.G.. Diversorum. n. 21/516 ( 1434-35), doc. 98. cc. 41-42 v .. 23 aprile 1434.

49 G. A . L e n g u e g lia , Guerre de' Genovesi contro Alfonso re d i Aragona. Genova. 17 . . [s. d.J, p. 37; P. F Scribanis. Biagio Assereto in G. G r i l l o , Elogi di lig u ri illu stri. I, Genova. 1946, pp. 185-193; A. Pescio cit.

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nella zona delle Cinque Terre e precisamente fra V ernazza e M o n te ­ rosso, q uand o avvistarono due galee fiorentine, arm ate a Pisa in soc­ corso dei rib e lli accampati a Q uinto. Con facilità le catturarono ed il giorno dop o le condussero prigioniere nel porto d i G enova, fra l ’esultanza dei presenti, protractis per mare vexillis h o s tiu m , u t mos

est, in e orum vilipendium et rid iculum . Questo spettacolo atterrì

talmente i nem ici, che questi, in seguito anche ad a ltr i scontri sfor­ tunati per terra e per mare, si ritirarono da Quarto a N erv i, donde furono dispersi definitivamente a ll’inizio del 1428 verso Recco e C h ia v a ri50.

Ebbe così termine la lunga avventura di T om m aso d i C a m p o fre ­ goso, in m odo favorevole a Genova ed a ll’Assereto, il q uale , anche se gli si ritardava il pagamento dello stipendio, a lla fin e del 1427 aveva arm ato una nuova galea. I l governatore ed il C onsiglio degli A n zian i si preoccuparono di tranquillizzarlo e, p oich é egli n o n po­ teva condurre a termine Tarmamento della nuova galea, se n o n gli venivano pagate le 1040 libbre dello stipendio che ancora gli erano dovute, si im pegnarono a liquidarlo al p iù presto 51.

A llo n tan ato il pericolo dei rib e lli e l’im m in e n te discesa in Valle Scrivia d i Francesco Sforza contro d i essi, G enova ebbe un nuovo governatore, il 28 febbraio 1428, nella persona dell'arcive- scovo B artolom eo Capra, il quale, per le tristi c o n d iz io n i econo­ m iche in cui l'estenuante lotta aveva ridotto la città, si accontentò d i sole 7.000 libbre di genovini come stipendio pe r sè ed il suo se­

guito 5a. I l nuovo governatore, d ’accordo con gli A n z ia n i, decise di provvedere anche ad una riform a deH’am m inistrazione, scegliendo otto c itta d in i, incaricati d i rivedere e modificare le varie m agistra­ ture, ai q u a li attribuì piena potestà e b alia: il decreto venne steso, il 1° m arzo 1428, per mano di Biagio 53 che, già a ll’in iz io d e ll'an n o ,

50 G. S t e l l a cit., col. 1298 A-E.

51 A.S.G., Diversorum, n. 15/510 (1126), doc. 378, c. 139 v., 26 dicembre 1427.

52 G . S t e l l a cit., col. 1300 A-B; G . G i u l i n i , Memorie spettanti alla storia, a l governo e alla descrizione della città di Milano, n. e., Milano, 1854, V I, p. 301.

53 A.S.G., Diversorum, n. 17/512 (1428), doc. 248, e. 57 r., 8 marzo; doe. 277, e. 63 v., 23 marzo; doc. 312, e. 73 v., 21 aprile 1128.

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in q u a lit à d i cancelliere, si era stabilito n e lla n uo v a sede della c a n c e lle ria M.

C i p a re ch e p ro p rio da quest'anno, cioè d a lla n o m in a a gover­ n ato re d e l C a p r a , si possa p a rla re d i u n accostam ento d e ll’Assereto a lla p o litic a e d ag li interessi dei V isconti, senza che egli venisse m e n o a lla fe d e ltà ed ai doveri verso la p ro p ria città. Senza d u b b io fu il C a p r a , p e r il q u a le anche in seguito B iag io , già signore d i Ser- r a v a lle , a v rà espressioni d i stim a, d i riconoscenza e d i a m ic iz ia , ad in iz ia r lo a lle vie d e lla d ip lo m a z ia , affid a n d o g li im p o r ta n ti m issioni che lo p o r ta r o n o presso i p ili im p o rta n ti u o m in i del te m p o e p r in c i­ p a lm e n te presso F ilip p o M a r ia . N o n è q u in d i necessario p a rla re di tr a d im e n ti o riv e la z io n i d i congiure da parte d i B ia g io p e r g iusti­ fic a re la f a m ilia r it à e l ’accordo che a poco a poco lo u n ì al duca: g ià d a te m p o il suo n om e, in q u a lità di cancelliere d e lla R e p u b b lic a , era c o n o s c iu to d a F ilip p o M a r ia , al quale era senza d u b b io giunta a n c h e l ’eco d e ll’a b ilità e d a lla pe rizia dim ostrata n e ll’im presa contro A lfo n s o d A ra g o n a e contro T om m aso d i Cam pofregoso. Q u a n d o p o i B ia g io a n d ò personalm ente a M ilan o e p a rlò con il duca, questo u lt im o p o tè essere conquistato d alla parola d e ll’Assereto, che sa­ p e va fa rs i in te n d e re ed ap prezzare sia dagli e ruditi c a n ce llie ri, sia d a g li in d o t ti m a r in a i. P ro b a b ilm e n te F ilip p o M aria, da u o m o scaltro q u a l e ra, tu tto volto alla creazione di uno stato te rrito rialm e n te a m ­ p io e p o te n te , dovette vedere nel patrono genovese u n o dei tanti u o m in i che avrebbero potuto aiutarlo nella realizzazione del suo dise gno e cercò q u in d i subito d i accattivarselo.

P e r ora p e rò B iagio co n tin u ò ad operare in G enova, dove erano r ito r n a te la c a lm a e la tr a n q u illità , anche in seguito alla pace fir ­ m a ta d a l duca di M ila n o e dai suoi aderenti con F ire n ze e Ve­ n e zia 55.

I l governatore si preoccupò d i assicurare saldam ente al p ro p rio d o m in io le c ittà costiere; ed a Recco, una delle lo calità che m ag­ g io rm e n te im p en sie riv a il com une genovese per l ’appoggio dato al C a m p o fre g o so , fu inviato come podestà e castellano TAssereto.

54 A.S.G., not. De Crosa Battista, filza 1 (1425-47). n. 62. 19 febbraio 1428. OJ G. S t e l l a cit., col. 1300 D. Si traita della pace di Ferrara del 18 aprile

14-28.

(15)

A l nostro, che doveva pagare ogni mese venti stip e n d i di q uattro libbre ciascuno, si indicò, il 3 maggio 1428, da dove avrebbe dovuto ricavare il denaro: d a ll’avaria ordinaria della podesteria d i Reeco, da una nuova tassa di due soldi per ogni m ezzaruola d i vin o che entrava nella podesteria, dalle condanne. M a p oich é si prevedeva che il gettito d i tali imposte non sarebbe stato sufficiente a coprire le spese, si ord in ò anche la dim inuzione di 50 lib b re del salario del podestà, cioè di Biagio, poiché egli percepiva contem poraneam ente stipendio come podestà e come castellano. A nch’egli fu q u in d i vit­ tima del regim e d i austerità istaurato da B artolom eo C a p r a ; gli si lasciò però m ano libera nel territorio a lu i soggetto, anche nel- 1 im porre altri tributi, per raggiungere la cifra necessaria al paga­ mento delle paghe con la lata fo rm u la : com p le m e ntum re p e ria tu r

per extraordinarium quom odolibet im ponendum in dieta potè- staci a 56.

L ’Assereto però si spostava anche a Genova e il 22 giugno sot­ toscrisse con a ltri Assereto, nella chiesa di Sant’A m b ro g io , u n patto di am icizia e di buona vicinanza con la fam iglia de B e rald is, p ro ­ mettendo o blio degli odi e delle in im icizie degli a n n i p re c e d e n ti57. L ’incarico di podestà e di castellano d i Recco g li fu conferm ato anche per l ’anno successivo: il 4 maggio 1429 il governatore e gli A nziani ordinarono al consiglio d i Recco di curare l ’a p p lic a zio n e dell im posta sul vino e di una nuova imposta di due so ld i p er ogni mina di grano entrato in quel territorio, per pagare lo stip e n d io del castellano, che era il nostro cancelliere58. L ’Assereto c o n tin u ò ad occuparsi assiduamente delle proprie faccende private, n o m in a n d o , tra i propri parenti, procuratori fid ati che curassero i suoi interessi.

Probabilm ente già dal tempo della spedizione n e l regno d i S i­ cilia egli aveva dovuto constatare q uanti fossero colà i m e rcanti ge­ novesi ; forse anch’egli si era dato al commercio. La pace, che Genova era stata costretta a firmare con il re d ’Aragona il 9 m aggio 1428 59.

56 A.S.G.. Diversorum, n. 17/512, inserto fra <•. 75 v. e c. 76 r. ~~

57 A.S.G., not. Da Morano Martino legato con not. Camulio Giovanni, filza unica, 22 giugno 1428.

58 A.S.G., Litterarum comunis lamie, n. 1/1780 (1428-37), doc. 87. 4 maggio 1429.

59 G. S t e l l a cit., col. 1300 D-E.

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aveva sen za d u b b io fav o rito la situ azio n e co m m e rc ia le, e B iagio ne a^-eva a p p r o fitta to , p o te n z ia n d o la p ro p ria a ttiv ità e p o n e n d o il cen­ tro d e i s u o i a ffa r i in A g rig e n tin a urbe et terra Sotera. M a la sua as­ senza d a l te r rito r io siculo aveva fatto si che i d e b iti no n g ii fossero p a g a ti, e q u in d i egli decise di in viare nel regno d i S ic ilia , com e pro­ c u ra to re . C ris to fo ro Assereto. L 'in v io del proc uratore fu preceduto d a tre le tte re ch e p re m u ro sa m e n te , il 26 m arzo 1429. i l governatore B a r to lo m e o C a p r a ed il C o n s ig lio degli A n z ia n i in d ir iz z a r o n o ri­ s p e ttiv a m e n te ai consoli genovesi in terra s ic ilia n a, a N ic o lò de ^ p a li. v ic e ré de l R e g n o , ed al c a p ita n o d i Agrigento. A i consoli si scrive c h e l e g re g iu s c a n c e lla riu s noster B Iasius, u n te m p o m ercan te nel reg no d i S ic ilia , deve ancora riscuotere q uanto gli è d o v u to , e ?i or­ d in a d i a iu ta r e il d i lu i p ro curato re in tutti i m o d i 6°. A l viceré, si ra c c o m a n d a C risto fo ro , in v iato colà perchè 1 egregius cancellarius

n o ste r et d e v o tu s d u c a lis B Ia si us. occupato altrove, n o n p u ò andare

d i p e rs o n a a sald are i p r o p r i c re d iti A l capitano d i A grige nto in ­ f in e il g o v e rn a to re p e rson alm e n te raccom anda ed a ffid a C ristoforo,

p ro c u r a to r e c a ris s im i c a n c e lla rii nostri v ir i egregii B la s ii d e A .ve­

re to 62. C i è se m b rato o p p o r tu n o ripo rtare alcune frasi d e lle tre let­

tere p e r m e tte re in risalto i te r m in i fa m ilia ri usati d a l C a p ra nei con fr o n ti de ll'A ssereto . che g ià in quest'epoca venne im p e g n a to in d u ­

c a lib u s ne g o ciis estranei a lla p u ra attività m arinaresca. A n c h e ?e nel

29 e g li d iv e n n e patron o d i u n altra galea del C om une, rip a ra ta dal suo c o n g iu n to Peliegro A ssereto€3, gli affari sopra citati ?ono p r o b a b ilm e n t e la podesteria d i Recco e 1 invio a Lucca.

L 'in c a r ic o a Recco gli dette però varie p re o c c up azio n i, perchè nel 1430. nonostante tutta la sua buona volontà, egli n o n aveva an ­ co ra rice vu to i l pagam ento d i q uan to gli era dovuto. I l devotus ser­

v it o r v ir B io s lus presentò q u in d i una petizione al governatore ed

e/> A.S.G.. Litterarum, n. 4/1730. doc. 54. c. 12».

151 A.S.G., Litterarum, n 4/1780. doc. 55, c. 12 v. A .S.G ., Litterarum, n. 4/1780. doc. 56. c. 13 r.

A„S.G., Diversorum, filza 5. n. 3025 (1429-30), doc. 38. 11 marzo 1429. Si tratta di una petizione di Pellegro Assereto. che, avendo eseguito riparazioni alla galf-a ?.opra citata, prega il Comune di pagargli il dovuto, in modo da poter saldare gli operai e tutti coloro che lavorarono alle sue dipendenze.

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Sr j/ || i| ili Iu Im 'I I if ll li ll o I : 0 ll 0 M (!l i zir u if IM *I I I I i l» (I l A w iH o A s ,( , I )i ne i mu n in fi I/ ii ; n :m :\ ( M 2 '» 26 ) «l in 2. T7 7 • i ' 7 .

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agli A n z ia n i, facendo presente che Tanno precedente era stato n o ­ m inato castellano e podestà di Recco e che, per fa r fro n te al paga­ mento delle spese, gli era stato d im in u ito il salario d i p o d e stà; tut* tavia la situazione non si era risolta a causa degli u o m in i d i Ca- m ogli, i q u a li non pagavano la loro parte dell’ava ria o rd in a ria . Scrupolosam ente Biagio espose nella sua istanza i m o tiv i addotti dai C a m o g lini per essere dispensati dal pagamento: la presenza nel loro paese d i un castello bisognoso di riparazioni, i d a n n i e g li in ­ cendi subiti, la povertà degli abitanti, il desiderio d i essere staccati da Recco e di costituire con Santa M argherita una n u o v a podesteria. Questo stato d i cose fece sì che Biagio, privatus s o lu cio n e sui sti­

p endii, pregasse il governatore e gli A n zia n i di in tervenire d i auto­

rità in m odo che egli e gli altri fossero liq u id ati. Non s a p p ia m o come si risolse la questione, perchè questa fu dem andata, i l 2 m aggio, al-1 Ufficio d i Guerra istituito contro i rib e lli delle R iv ie r e 64.

Nel lu g lio 1430 l ’Assereto fu inviato a Savona e s u lla R iv ie ra d i Ponente dal governatore, il quale risiedeva a C h ia v a ri a causa della peste scoppiata a Genova già da un anno 65. E g li dovette recarsi presso N icolò da Camogli e Matteo D oria, patroni d i due n avi, ai q uali si impose di obbedire e di eseguire tutto q u e llo che B iagio avrebbe riferito 66. L ’ordine che il nostro trasmise ai due fu quello d i ritornare im m ediatam ente a Genova, perchè la lo ro presenza a Savona non era p iù necessaria 67.

Poco dopo Biagio fu inviato come commissario a P o rto fin o , im ­ portante lo calità tolta ai Fieschi, che la tenevano sub cauta custodia, perchè sospetti di connivenza con Firenze. Occupò i l castello, s’im ­ possessò delle m unizioni e degli arredi in esso re p e riti e di una galea in allestim ento nel porto. Contro questa a p p ro p ria z io n e G io ­

64 A.S.G., Diversorum, filza 5, n. 3025. doc. 49. 2 maggio 1431.

65 G. S t e l l a cit., col. 1301 D-E. L'annalista esalta in questa circostanza il comportamento del governatore Capra il quale, nonostante il consiglio di tutti ed il pericolo del contagio, rimase in città dall'agosto 1429. quando scoppiò l'epi­ demia, fino al luglio successivo, prodigandosi in opere di carità c di prevenzione contro il terribile morbo.

66 A.S.G., Litterarum, n. 3/1779 ( 1427-31), doc. 575, e. 247 r., 14 luglio 1430.

67 A.S.G., Litterarum, n. 3/1779, doc. 576, c. 247 r., 15 luglio 1430.

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v a n n i A n to n io F ie se h i fece ricorso a l c o m u n e p e r o tte n e re u n in d e n ­ n izzo . G e n o v a elesse com e a r b itr i n e lla vertenza S a iv a g o Sai vago e N ic o lò G a m b a r o e, com e te rzo. F rancesco S p in o la , p e r c h è essi non si tro v a ro n o d'accordo su lla sentenza. I tre, d o p o av e r ascoltato a l­ cune persone, che fu ro n o p re se nti a ll’o c c u p a z io n e d i P o r to fin o , ed essersi in f o r m a ti sul valore d i u n a galea in a lle s tim e n to , d ic h ia r a ­ ro n o che si dovevano pagare a l F ie se h i 2650 lib b r e d i g e n o v in i com e co rrisp e ttiv o d i tutte le m e rc i, le m u n iz io n i e le s u p p e lle ttili conservate n e l castello, e d i tu tte le spese sostenute p e r la custodia e la r ip a r a z io n e del m e de sim o e in fin e com e in d e n n iz z o d e lla galea in via d i alle s tim e n to . Si avvertì p e rò che d a ta le s o m m a si doveva sottrarre q u a n to , fin o a q u e l gio rn o , era stato p a g a to o m u tu a to d a lla R e p u b b lic a in favore de l F ie s e h i68.

S e m b ra che tra la fin e del 1429 e i l 1430 u n a ltr a im p o r ta n te m issio n e fosse a ffid a ta a ll’Assereto 69: q u e lla d i ra p p r e s e n ta te G e ­ n o va n e l tra tta to d i a lle a n za che essa s tip u lò con L u c c a , d o p o che la c ittà toscana ebbe scacciato il p ro p r io signore e tir a n n o , P a o lo G u in ig i, segretam ente legato a F irenze. D o p o la pace d i 1 e rra ra e 1428 i l doge d i V en ezia aveva chiesto a M a rc e llo S tr o z z i, r a p p r e sentante d i F ire n ze , d i castigare « q u e l tristo de l sig nore d i L u c c a » m a i F io r e n t in i perseverarono n e lla lo ro p o litic a e n e l n o v e m b re d e l 1429, d 'in te sa con il G u in ig i, contro cui si erano r ib e lla ti i Lue chesi, assediarono la città. Costoro, vedendo che da s o li n o n a v r e i bero p o tu to resistere a l potente esercito fio re n tin o e che F rancesco S fo rza, in v ia to contro i l G u in ig i, si era a llo n ta n a to 71, si d ie d e ro a G en o v a, rappresentata a p p u n to , n e ll’atto d i d e d izio n e , d a ll Assereto.

68 A.S.G., Diversorum, filza 5, n. 3025, doc. 76, 27 settembre 1430. L a sen­

tenza fu promulgata e pubblicata in questa data dal cancelliere Giacom o rac( 69 D iciam o « sembra », perchè nessun documento in merito è stato da no reperito. La notizia è riferita da: F. Federici cit.; G. Scriba ( = L. T. B e lg r a n o ,

Memorie patrie: Biagio Assereto, in Cafjaro, Genova, 19 febbraio 1882; A. Pesci

cit.; C. Ma n f r o n i, Biagio Assereto, in Enciclopedia Italiana, I V , Roma,

p. 996.

70 La frase è attribuita al doge veneziano. Francesco Foscari, nei Com mentari di Neri Capponi: Cfr. E . LaZZARESCHI, Francesco Sforza e Paolo G u in ig i. >n scellanea di studi storici in onore di Giovanni Sforza, Lucca, 1920. p. 40.5.

71 G. St e l l a cit., col. 1304 A-D.

(21)

I capitoli de lla nuova alleanza furono stipulati nell'agosto 1430 e ri­ veduti nel gennaio 1431, ma in quest’u ltim a circostanza G enova fu rappresentata da Francesco Spinola 72. Genova s’im p e g n ò a soccor­ rere con arm i e viveri Lucca, che consegnò Pietrasanta, M otrone, 1 Avenza e Carrara, come pegno di 15.000 fio rin i ricevuti a pre­ stito /3. R apidam ente i nuovi alleati, al comando di N ic o lò P ic cin in o , sconfissero i Fiorentini, prendendo loro tutto il m ate riale bellico im piegato n e ll’assedio e riducendoli a m al partito.

L accordo stretto, nel gennaio 1431, da Siena e L ucca con il rappresentante genovese, Francesco Spinola, m irò ad isolare F irenze, chiusa fra città ora a lei ostili. Genova, — e p iù p ro b a b ilm e n te F i­ lippo M aria Visconti, — non paga d i questo accordo, che la pose così favorevolmente in terra toscana, continuò aci a lla rg a re la p ro ­ pria influe nza o con le armi, conquistando gli an tic h i territo ri sog­ getti a Pisa 74, o con la diplom azia, riuscendo a tirare d a lla p ro p ria Ludovico A p p ia n o , conte di Piom bino 75.

A lir e n z e non rimase che difendere Pisa e q u i essa concentrò tutte le sue forze; Genova si aspettava questa mossa ed in q ue lla zona inviò alcune galee, compresa quella di B iagio Assereto, per im pedire 1 invio di rinforzi dalPesterno via m a re 76. A l l ’Assereto. in qualità d i patrono, Opizzino di Alzate e TUfficio d i B a lia o rd in a ­ rono, il 21 a p rile 1431, di stringere arctiore obsidione Pisa e d i non allontanarsi da quel mare fino a nuovo ordine, esortandolo anche a colpire, di propria iniziativa, i nem ici in qualsiasi m a n ie ra 77.

Il nuovo ordine non tardò a giungere, il 27 d e llo stesso mese,

72 A rch iv io ni Stato di Lucca (A.S.L.). Capitoli. arm. 11. n. 79, cc. 10 v.-11 v., copia capitulorum et fetlerorum nuper introitorum infra comune lanue et

civitatem Lucanam.

73 A.S.L., Capitoli, arm. 11, n. 72. cc. 1 v. - 2 v., 10 ottobre 1430. 74 G. S t e l l a cit.. coll. 1304 E - 1305 A.

75 G. S t e l l a cit.,col. 1305 A-B. Per le successive convenzioni fra Genova e l'Appiano cfr. A.S.G.. Diversorum, filza 6, n. 3026 (1431-30), doc. 294, 29 giugno 1431.

76 L'Assereto dovette raggiungere Pisa il 9 aprile perchè in tale data, con l'attributo di notaio, fu presente come teste in un instrumentum fatto in Genova. Cfr. A.S.G., Diversorum, n. 19/514 (1429-46), doc. 7, c. 14 r.

77 A.S.G.. Litterarum, n. 3/1779, doc. 966, c. 395 r.

(22)

a B ia g io e a d A n g e lo G e n tile , a n c h ’egli patron o d i u n a galea. Si tratta d i u n vero e p ro p r io p ia n o d i guerra, p re p arato d a ll’U ffic io d i B a lia genovese, m a che lascia tuttavia piena lib e rtà d i esecuzione ai due, q u a lo r a la lo ro esperienza e le circostanze suggeriscano d i agire d iv e rsam e n te . A G enova si era saputo che u n a galea fio re n tin a , d i rito rn o d a lla Sp agn a e da Aigues-Mortes, n o n aveva fatto scalo a M a r s ig lia e si pensava q u in d i che puntasse d ire ttam e n te su P isa: si a ffid a v a ai d u e p a tr o n i i l c o m p ito d i c a ttu ra rla. Si suggeriva tu tta ­ via d i usare l'in g a n n o , cioè d i raggiungere, s im u la to itin e re , la C a­ p ra ia e d i ap p o s ta rsi ita u t a G o rg o n a v id e ri n o n possit. L ’im presa n o n doveva se m b rare tro p p o fa c ile : per questo si prom etteva d i a rm a re a G e n o v a u n a galea e d i in v ia rla subito a ll’Assereto ed al G e n tile , che v e n iv an o a u to rizz a ti anche a servirsi d i altre n a v i ge­ novesi im p e g n a te in q u e lla zon a, pe r con d urre a b uo n fin e 1

im-no

presa .

M a l'asse d io an d ava per le lu n g h e ed in m aggio fu in v ia la u n a p o te n te flo tta a l c o m an d o d i B a rto lo m e o de F o r n a r i79; B ia g io con­ tin u ò a r im a n e r e su q ue l m are ed a svolgere con A ngelo G e ntile, la sua m iss io n e . A i due il governatore in v iò , il 9 m aggio, lettere con is tru z io n i da consegnare al c a p ita n o della flotta, anche se egli fosse m o m e n ta n e a m e n te lo n ta n o da P orto P is a n o ; p er questo essi erano a u to riz z a ti a sa lire su d i u n a galeotta o su d i u n b rig a n tin o p e r p o ­ te rlo ra g g iu n g e re p iù ra p id a m e n te 80.

V e n e z ia in ta n to , — com 'era logico, — non rim ase estranea a questa a zio n e in to r n o a P isa, m a segretamente in v iò a iu ti in terra toscana ; così d u ra n te le o s tilità su quattro galee dei F io re n tin i, cat­ tu ra te in v a rie circostanze d a i Genovesi, furon o trovati vessilli con l ’im m a g in e d i S an M arco , segno in d is cu tib ile che le n a v i erano state a rm a te a V e n e z ia 81. A b b a n d o n a ta p oi questa tattica, V enezia, dopo aver ro tto la pace che d u rava da tre an n i, arm ò in m aggio una flo tta al c o m a n d o di Pietro L ore d an o il Procuratore, con il pretesto d i v o le r a d e rire alle richieste dei fuorusciti genovesi p e r lib erare

78 A .S.G ., Litterarum, n. 3/1779, doc. 982, c. 401 r 27 aprile 1431. 79 G. S t e l l a cit., col. 1306 A.

80 A .S.G ., Litterarum, n. 3/1179, doc. 1006, c. 408 v., 9 maggio 1431. 81 G . S t e l l a cit., col. 1305 A.

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la loro citta d alla dominazione viscontea 82. Di fronte a questa m i­ naccia, i Genovesi allestirono u n ’altra armata con a capo Francesco Spinola, la quale lasciò il porto, non ancora sufficientem ente pronta, alla fine d i agosto, per portarsi verso il golfo di R a p a llo , dove erano convenute da Pisa le navi venete e fiorentine 83. Lo scontro fu disa­ stroso per Genova: sette galee furono catturate, l ’a m m ira g lio , tre consiglieri e sette patroni, fatti prigionieri, mentre i fuorusciti sbar­ cavano e s’impossessavano delle terre litoranee84.

Pensiamo che anche l’Assereto abbia partecipato a ll’azione e sia stato p ro p rio uno dei sette patroni caduti in m ano dei V eneziani. Dobbiam o inoltre soffermarci su questo fatto per spiegare la cattiva fama che ne derivò al nostro.

Narra B iondo Flavio che l’Assereto si sarebbe trovato in p ri­ gione a Venezia nel 1435 (sic) con Francesco Sp in o la dopo la scon­ fitta che questi ricevette da Pietro Loredano. A vendo lo Spinola detto che egli avrebbe potuto liberare Genova dal d o m in io visconteo, con I aiuto di Venezia, si sarebbe deciso che l’Assereto fosse r ila ­ sciato ed inviato a Genova, apparentemente per prendere gli accordi per il riscatto dei prigionieri, in realtà per accordarsi con Tomm aso di Campofregoso, il quale però non avrebbe voluto d a r fiducia alle proposte d e ll’Assereto ; allora Biagio per vendetta si sarebbe recato a M ilano dal duca e gli avrebbe svelato tutto. Questa sarebbe stata la causa della fiducia nell’Assereto e della disgrazia dello Spinola presso F ilip p o M a r ia 85.

82 G. S t e l l a cit.. col. 1306 A; M. SA N I’DO, Vilae ducorum venetorum, in

RR.II.SS., X X II. Milano. 1734, col. 1014 E : « a 28 di maggio [1431] fu preso di fare una bella armata di mare contro a" Genovesi per liberare quella terra dal dominio del duca di Milano... Fu eletto capitano generale Piero Loredano il Procuratore ».

83 G. S t e l l a cit., col. 1306 B-D; M. S a n i'd o cit.. col. 1018 C-E.

84 G. S t e l l a cit.. col. 1306 1): captis ex paleis nostris V II ipsoque admirato

captivo retento cum consiliariis tribus septemque patronis galearum suarum. Con

una piccola variante al numero delle galee catturate la notizia è riferita anche dal Sanudo. Cfr. M. S a n u d o cit.. col. 1025 B : « fu preso il capitano de' Genovesi, Francesco Spinola, con altri otto sopraconiiti di galere e le altre se misero in fuga ed andarono a Portofino ».

85 F. B i o n d o . Historié dalla declinazione dell'iniperio di Roma fino al tem­ po suo, Venezia, 1543, 11, p. 95.

(24)

E s a m in ia m o ora con attenzione questo ra c c o n to , fr u tto , a nostro avviso, dell'avve rsio n e pe rsonale de l B io n d o verso l ’A ssereto e del suo legam e con g li S p in o la . In n a n z i tutto i l fa tto n o n tr o v a m e n zio n e nè n e g li A n n a li d e llo S te lla , n è n e lle V ite d e l S a n u d o , m a solo presso il B io n d o , storico d i d u b b ia a tt e n d ib ilità p e r g li av v e n i­ m e n ti genovesi. In secondo lu o g o la p r ig io n ia d e llo S p in o la n o n avvenne ne l '35, m a tra la fine de l ‘31 e l'in iz io d e l ’32, n e ll'e p o c a in cu i 1 a m m ir a g lio e gli a ltr i genovesi fu r o n o te n u ti p r ig io n ie r i nel carcere d i T o rrice lle a V e n e zia S6. La data del '35 è p e rò s ig n ific a tiv a : rivela che la n a rra zio n e de l B io n d o è il te n ta tiv o d i g iu s tific a re la m an c a ta e lezione d e llo S p in o la ad a m m ir a g lio d e lla flo tta n e l 35, essendogli stato a M ila n o p re fe rito l'Assereto, e rifle tte p u r e il m a ­ lu m o re d e llo S p in o la p e r n o n essere stato c o m p e n sa to , d o p o P o n z a , a lla stessa stregua del nostro 87. C i pare in o ltre che, se il d u c a fosse stato veram ente in fo r m a to d i u n a c o n g iu ra , n o n a v re b b e esitato a c o lp ire lo S p in o la o a lm e n o a fa rlo esonerare d a lle sue f u n z io n i in G enova, m e ntre invece c o n tin u ò a servirsene al p a r i d e ll Assereto, come p e r l'im p re s a d i G aeta.

E ' certo, c o m u n q u e , che l ’Assereto rim ase in carcere con g li al*rl p rig io n ie r i e, q u a n d o fu lib e ra to , n o n venne forse d ire tta m e n te a G e nova, m a si fe rm ò a M ila n o 88. I n quest’occasione p r o b a b ilm e n te conobbe il duca e d im o rò a lla sua corte, c o n q u is ta n d o si la b enevo­ lenza e la s im p a tia di tu tti i co rtig ia n i, oltre che d e llo stesso F i l i p p 0 M a ria . I l soggiorno n e lla c a p ita le lo m b a rd a segnò u n a sosta a ll

atti-86 M . San u d o cit., col. 1027 B.

E facile dedurre questo dalle parole che il Biondo fa proferire allo Spi

n o i a , in o c c a s io n e della sedizione genovese del 1435 contro Filippo Maria V i s c o n t i : Ipsius [del duca di M ilano] vero perfidia, ipsius solila erga omnes ingratitudine summa est factum , cives, ut quae in fin ita nostrae fam iliae, si meae contempsisset erga se merita, ad grati erga me an im i significationem aliquam adducere nunquam potuerunt: concitaverint eum et armaverint in caput noslrum perditissimi hom inis B lasii Agereti calumniae. Cfr. C. B r a c c i o , Giacomo Bracelli e l'umanesimo det L iguri del suo tempo, in Atti della Società Ligure di storia patria, X X II I , 1890,

p. 55.

88 G. S t e l l a c i t ., c o l. 1310 E - 1311 A. L ’a n n a l i s t a r if e r is c e c h e l o S p i n o l a f u l i b e r a l o n e l l u g l i o 1433 e c h e il 5 a g o s to g iu n s e a G e n o v a , a c c o lt o c o n g r a n d e s i m p a t i a ; n o n f a in v e c e m e n z i o n e d e g li a lt r i p a t r o n i .

(25)

vita m arinaresca di Biagio: nel ’32 e nel ’33 Genova dovette allestire parecchie n av i e far ricorso a tutti i patroni pe r fronteggiare la nuova aggressione di Venezia e dei suoi alleati; e tuttavia il nostro non com pare m ai fra costoro89. I l governatore riteneva forse che egli sarebbe stato p iù utile agli interessi viscontei e d i G enova presso il duca ? Effettivam ente da quest’epoca Biagio alternò frequ e n ti viaggi con soggiorni nella propria città, che si fecero sem pre p iù sporadici, perchè egli divenne il corriere e l ’ambasciatore fid ato de lla R e p u b ­ blica presso F ilip p o M aria e altri potenti signori.

Così sul finire del 1432, quando Genova inviò u n a petizione al principe per ottenere l ’autorizzazione a riscuotere i fru tti degli an­ tichi territori dei Fiesehi, cacciali dalle loro terre 90, si pensò di invitare B iag io a sollecitare la risposta del Visconti. A questo scopo il Bracelli scrisse, il 16 ottobre 1432, una lettera di carattere u f­ ficiale, ed amichevole insieme, al collega cancelliere, allo ra a M i­ lano. I l Bracell i si scusa con Biagio per non aver ancora risposto alle m olte lettere dell’amico, ma afferma di avere spesso in viato sue notizie p er mezzo dei Genovesi che si recavano alla corte viscontea. Continua le proprie giustificazioni con una frase, — in ea a u la diver-

saris in q u a m nuncii ac lillere toto prope ex orbe c o n flu u n t, — che

è una chiara allusione alla posizione del nostro a M ila n o , ammesso orm ai presso il duca e addentro nelle faccende p iù delicate. R ite ­ nendo d i aver spiegato abbastanza il motivo del p ro p rio silenzio, il B racelli passa ad esporre in breve la faccenda p e r cu i si chiede a Biagio di intervenire presso il duca, per ottenere lettere p atenti per l ’occupazione e la riscossione delle antiche terre dei Fiesehi. L ’esor­ tazione d i far sapere al più presto il risultato della m issione ed un frettoloso vale chiudono la lettera91.

C re d iam o che Biagio riuscisse ad ottenere q uanto g li era stato chiesto e continuasse a soggiornare a M ilano o alm e n o a raggiun­ gere frequentem ente la città. N e ll’aprile del 1433 egli era in fatti lontano da Genova ed impossibilitato q uind i a scolparsi d a ll’accusa

89 G. St e l l a cit., coll. 1309 E - 1310 B ; col. 1310 D-E.

90 A.S.G., Litterarum, n. 5/1781 (1431-34), doc. 905, c. 320 r., 16 ottobre 1432.

91 A.S.G., Litterarum, n. 5/1781, doc. 906, c. 320 r., 16 ottobre 1432.

(26)

m ossagli da u n certo L orenzo M a r tin o , c itta d in o r o m a n o , d i essersi impossessato insiem e con P ie tro S q u a rc ia fic o , n e ll’a n n o precedente, d i ottan ta m o g g i d i fru m e n to d i sua p ro p rie tà . I n assenza d e i due, gli A n z ia n i di G enova ne presero le difese, in d ir iz z a n d o u n a lun g a lettera al P on tefice . Si scusarono in n a n z i tutto d i aver ricevuto solo da poco la lettera ap o sto lica del settem bre preced e nte, conte­ nente 1 accusa, recapitata da u n certo G iu lia n o N ic o lò d e B a ra ttis , p ro c urato re del d e ru b ato . Fecero però osservare che costui chiedeva p e r ris a rc im e n to 200 m oggi d i fru m e n to o l ’e q u iv a le n te in d a n a ro , m e n tre n e lla lettera ap o sto lica si p arlav a soltanto d i 80 m oggi ; si riservarono p e rc iò di eleggere n e lla controversia persone c o m p e te n ti, p u r d e sid e ra n d o u n a r a p id a co m p o sizio n e d e lla vertenza 9".

L Assereto ric o m p a re in G enova nel d ice m bre 1433, q u a n d o è in v ia to d a g li A n z ia n i presso F ilip p o M a ria V isco nti 93 e presso N ic o lò P ic c in in o 9% luogotene nte del duca e dal ’31 c a p ita n o generale d elle tr u p p e m ila n e s i in V a lle S criv ia e n e lla zona del M o n fe rra to 9j, con in carico d i rife rire a voce alcune cose da parte genovese. Si ra c c o m a n ­ d ò al p r in c ip e ed al c a p ita n o d i voler prestare la m assim a fid u c ia a B ia g io , egregio v iro , civ i nostro carissim o, che si accingeva a p p u n to a recarsi presso d i loro.

C re d ia m o che, dopo questa, u n 'a ltra im p o rta n te m issione sia stata a ffid a ta al nostro: q u e lla d i accom pagnare a C h a m b e ry , in q u a lit à d i am basciatore d i G en o v a, la sorella del re d i C ip r o , venuta sposa a l fig lio m in o re del duca d i Savoia e g iu nta a G enova nel d ic e m b re 1433 96.

92 A.S.G., Litterarum , n. 6/1782 (1431-40), doc. 213, cc. 65 v. - 66 r.. 16 aprile 1433. A nche il documento n. 212 accenna alla medesima questione, ma e incompleto e cassato.

93 A .S.G ., Litterarum , n. 5/1781, doc. 1364, c. 511 r., 12 dicembre 1433. 9,1 A.S.G., Litterarum , n. 5/1781, doc. 1365, c. 511 r., 12 dicembre 1433. 95 G . St e l l a cit.. col. 1307 B-Ü.

96 Nessun documento in merito è stato da noi reperito; la notizia sulla pre­ sunta missione dell"Assereto a Chambery è riferita dal Federici (F . F E D E R IC I cit., c. 203 t;.), dal Pescio (A . Pe s c i o cit.) e dal Manfroni (C. Ma n f rO M , Bingio Asse­ reto cit.). F ra il 33 ed il ‘34 vi furono effettivamente negoziati fra la Savoia e

Genova con invio di ambasciatori cfr. F. Ga b o t t o, La politica di Amedeo V i l i in Ita lia dal 1428 al 1435 nei conti dell'Archivio camerale di Torino, in Bollettino

(27)

R ito rn ato a Genova, il 7 agosto 1434 Biagio fu teste con un altro cancelliere, Paolo Mainerò, n e ll’atto di nom ina di Paolo Sci­ pione ad ambasciatore di Genova presso Galeotto del Carretto, si­ gnore del F in a le , per chiedere la evacuazione di Petra, Giustenice, Toirano, da lu i abusivamente occupate97.

I l giorno seguente egli prese una deliberazione in favore di un tale Pietro Liberato di Dolceacqua, marinaio della R iv ie ra Occi­ dentale. Da questo responso, estratto dagli atti p u b b lic i della can­ celleria genovese, apprendiamo che l ’Assereto in q u e llo stesso mese aveva emesso u n decreto in favore dei m arinai che volessero abitare lungo il m olo. In virtù di questo, Pietro Liberato chiese ap pu n to di poter abitare per 20 anni con la fam iglia in città ; la petizione fu accolta e, dop o attento esame della questione e delle inform azioni ricevute sul m arinaio, Biagio ne autorizzò il trasferim ento in Ge­ nova 98.

Q ualche mese dopo l’Assereto e Giacomo Bracelli raggiunsero M ilano, come procuratori, attori e nunzi, presso il duca di M ilan o. Oldrado di Lainpugnano e il Consiglio degli A nzian i, il 7 dicembre 1434, li inviarono al Visconti con un atto di procura, u n ito alla let­ tera di n o m in a , nel quale stava scritto il passo d e lla missiva di F ilip p o M a ria in merito alla questione per cui i due erano inviati. Inoltre a B iagio ed a Giacomo fu consegnato, in luogo del sigillo chiesto dal duca, un calco in cera rossa, racchiuso in u n a teca, af­ finchè il V isconti non potesse accusare i Genovesi d i non eseguire gli o r d in i99. Ben presto però l’Assereto rimase solo a M ilan o a rappresentare gli interessi di Genova, perchè il B ra c e lli, ritenuto

Storico Bibliografico Subalpino, X II, 1907, p. 195) od anche documenti genovesi

parlano, nel luglio 1131. di un cancelliere inviato presso il duca di Savoia, ma genericamente e senza riferire alcun nome (Cfr. A.S.G.. Diversorum. 19/511. docc. 21 e 22. ce. 36 v. - 37). Ci pare, comunque, che l'occasione per l'invio del can­ celliere sia stata offerta dallo sbarco a Genova della futura nuora di Amedeo V ili, accolta ed accompagnata a Chnmbery con grandi onori: cfr. G. St e l l a cit.. col.

1312 D.

97 A.S.G., Diversorum, n. 19/514, doc. 15, cc. 29 v. - 30 r.

98 A.S.G., Diversorum, filza 8, n. 3028 (1431-35), doc. 163. 8 agosto 1134. 99 A.S.G., Litterarum, n. 4/1780, doc. 559, c. 178 r.

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