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La prosa di Guerra di Emmanuil Kazakevic Il romanzo "Zvezda" (1946-47)

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Academic year: 2021

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DIPARTIMENTO DI

FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA

CORSO DI LAUREA IN LINGUE E LETTERATURE

MODERNE EUROAMERICANE

TESI DI LAUREA

La prosa di guerra di Emmanuil Kazakevič

Il romanzo “Zvezdá” (1946-47)

CANDIDATO RELATORE

Anna Malomuzheva

Chiar.mo Prof. Stefano Garzonio

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1

INDICE

INTRODUZIONE……….……….pag. 2

CAPITOLO 1:

La letteratura sovietica di guerra………...pag. 4

CAPITOLO 2:

La vita di Emmanuil Kazakevič……….……...pag.14

CAPITOLO 3:

Il genere letterario………...pag.31

CAPITOLO 4:

La storia di “Zvezda” ……….…pag.37

CAPITOLO 5

I personaggi……….pag.57

CAPITOLO 6

In ricordo di Emmanuil Kazakevič………..pag.80

CONCLUSIONE………..pag.85

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2

INTRODUZIONE

Gli anni della Grande Guerra Patria sono uno dei temi più importanti e quelli dei più trattati nella letteratura sovietica. Nel periodo che va dal 1941 al 1991 apparvero le opere che andavano contro i temi imposti dal Partito aprendo così la strada ai successivi scrittori. Il romanzo di Emmanuil Kazakevič “Zvezda” (“Stella”, 1946) e quello di Viktor Nekrasov “V okopach

Stalingrada” (Nelle trincee di Stalingrado, 1946) sono i primi esempi atipici

che raccontano la Grande Guerra Patria.1Questi autori riconoscono che

benchè il soldato sia parte di un grande esercito, egli si trova comunque a vivere la guerra in piccoli gruppi. La guerra in fin dei conti, è un’esperianza personale ed è dai racconti dei suoi protagonisti che emerge un ritratto veritiero, tanto da farceli quasi toccare con mano: piccole unità di soldati, come quelli inviati in ricognizione, miliziani sovietici impegnati a salvarsi dall’accerchiamento tedesco del ’41, o ancora isolati fucilieri su una testa di

ponte tesi a una disperata resistenza.2

Emmanuil Kazakevič è uno dei primi autori che durante gli anni della guerra non scrivevano, ma frequentavano la cosiddetta “scuola della guerra” cioè

combattevano per la Patria.3 Non di ampi contenuti, “Zvezda”, e una storia

che descrive la forza ed il combattimento di un piccolo gruppo di soldati e della loro tragica morte. L’uscita della povest’ “Zvezda”, e la sua

pubblicazione sulla rivista “Znamja” nel 1947, è stata da subito una tappa importante per la letteratura sovietica del periodo. Per la prima volta la Guerra non veniva descritta dal punto di vista cronologico e politico ma dal punto di

1 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis, Marietti, 2010 pag. 36 2 Ivi pag. 35

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3

vista umano. I critici letterari del periodo, hanno scritto diverse cose sulla

povest’, alcuni hanno definito l’opera una ballata, altri ancora un poema in

prosa. Resta il fatto che quest’opera è riuscita ad arrivare nel cuore di tutti: i

frontoviki (rientrati da poco dal fronte) si sono identificati con i soldati

dell’opera e con il loro passato, gli altri ancora si sono identificati con coloro che aspettavano i propri cari che non erano più ritornati. L’unicità della

povest? Non sta nel fatto di far identificare il lettore con qualche personaggio, ma sta nel far capire la linea sottile che divide la vita dalle morte. Ancora oggi è proprio questo che attira il lettore.4

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CAPITOLO 1

La letteratura sovietica di Guerra

Emmanuil Kazakevič ha lasciato un’impronta importante nella letteratura sovietica. Grazie alle sue prime opere” Zvezda” (“Stella”, 1947) e “Due uomini nella steppa” (“Dvoie v stepi”, 1948) insieme all’opera di V. Nekrasov (“V okopach Leningrada”, 1946) nasce il nuovo genere nella

letteratura sovietica – “prosa dei tenenti” (Lejtenantskaja proza). Grazie a loro inizia una nuova “epoca” nella prosa letteraria sovietica. Vengono scritte opere sulla Grande guerra patria da coloro che l’hanno vissuta direttamente.

Viene descritta la vita quotidiana durante il periodo della guerra. 5

Gli anni della Grande Guerra Patria sono uno dei temi più importanti e quelli dei più trattati nella letteratura sovietica. Uno dei temi principali è appunto la forza del popolo che ha fatto un’impresa quasi impossibile. Il popolo contava i giorni e le ore durante la Guerra. In questo periodo nacquero i primi scritti sulla Grande Guerra Patria. Gli scrittori di quei anni avevano tutte la

caratteristiche per poter descrivere ciò che stava accadendo, le sofferenze della gente la grande forza dell’eroismo dei soldati. La sconfitta nei primi giorni, l’odio verso il nemico, l’amore per la patria e tanta voglia di vincere ecco quello che vediamo nei primi poemi, prose, ballate e nelle canzoni dei primi artisti che ognuno a modo suo cercava di descrivere. Venivano

composti grandi poemi epici, nei quali veniva descritto il difficile problema polito del periodo della Guerra. Indipendentemente dal genere, che lo scrittore sceglieva per descrivere quel periodo, in tutti vi era un fattore comune, ossia il ricordo del cuore, cioè si voleva rendere il più veritiero possibile il racconto,

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lo si voleva avvicinare di più al lettore per poter trasmettere l’amore dei soldati per la Patria, la loro paura e la loro grande forza.6

Non importa se il mito della Grande guerra patriottica si costruì basandosi sull’effettiva entità della guerra o se invece venne creato dall’inventiva degli scrittori sovietici e poi russi. Poiché la Grande guerra patriottica continua a suscitare ancora oggi nuove idee negli scrittori.

La povertà estetica e la sterilità emotiva presenti nella maggior parte della letteratura sovietica di guerra è in parte il risultato del sedimentato fardello ideologico che impediva agli scrittori di quel tempo non solo di confrontarsi con alcuni dei lati più oscuri dell’essere umano, ma perfino di ammettere che

l’homo sovieticus non era affatto immune alla paura, alla solitudine ,

all’egoismo, ma era certamente capace di compiere grandi sacrifici,

Quest’uomo era dotato di grande coraggio e di resistenza, mentre non veniva mostrata ogni minima debolezza umana in guerra, come se i soldati sovietici non potessero provare questi sentimenti ed emozioni sul campo della

battaglia, come se fossero immuni dal poter provare un certo tipo di

emozioni.7

Uno degli aspetti innovativi che differiscono l’opera di Baklanov, Bondarev e Kazakevič e di altri è il fatto che nelle loro opere vi è una rottura nei confronti dell’ortodossia sovietica poiché la guerra che loro raccontano e lo spirito dei soldati presentano, rispetto ai miti proposti dal Partito, caratteristiche e

quotidianità umani.8

6 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis, Marietti 2010 7 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis, Marietti 2010 8 Ivi

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La guerra è in fin dei conti è un’esperienza personale ed attraverso i racconti dei suoi protagonisti viene fuori un ritratto veritiero dei suoi orrori, quasi da farceli toccare con mano: piccole unità di soldati, come quelli inviati in

ricognizione, miliziani sovietici impegnati a salvarsi dal nemico del 1941.9

La letteratura russo – sovietica tratta di due conflitti. Il primo dei due ebbe inizio il 22 giugno del 1941, quando la Germania invase l’Unione Sovietica. Il secondo conflitto è quello della censura sovietica, imposta da Lenin, gli effetti della quale si fecero sentire, però, solo a partire dal 1941. La letteratura

sovietica sulla guerra, tra il 1941 ed il 1991, ha aperto uno scontro tra gli scrittori ed il Partito. I sopravvissuti alla Grande guerra patriottica, i

frontoviki, che volevano attraverso i propri scritti ricordare la catastrofe russa,

si sono trovati di fronte un nemico ancora più tenace.

In Unione Sovietica, il Partito ma anche la polizia segreta cercavano di

imporre agli scrittori di trattare solo i temi da essi stabiliti, ossia: l’eroismo di massa, la resistenza, la malvagità del nemico e soprattutto elogiare Stalin. Il Partito era contrario al fatto che venissero rievocati temi del passato sovietico come la collettivizzazione e le purghe. Nonostante gli sforzi della censura i temi trattati dalla letteratura di guerra sovietica non si sono limitati a quelli approvati dal Partito. Il dibattito storiografico intorno alle purghe non poteva non sollevare la questione dell’NKVD e delle sezioni speciali che prescrissero l’interrogatorio dei soldati sospettati di diserzione e dunque la loro

esecuzione.

Nel periodo che va dal 1941 al 1991 apparvero le opere che andavano contro i temi imposti dal Partito aprendo così la strada ai successivo scrittori. Il

romanzo di Emmanuil Kazakevič “Zvezda” (“Stella”, 1946) e quello di Viktor Nekrasov “V okopach Stalingrada” (Nelle trincee di Stalingrado,

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1946) sono appunto i primi esempi atipici che raccontano la Grande Guerra Patria.10

Un altro libro molto significativo è “Per una giusta causa” di V. Grossman. Possiamo ricordare anche “Babij Ja’r” di Anatolij Kuznetsov e “Il pastore e la pastorella” di Viktor Ataf’ev. Bulat Okudžava cercava di trasmettere gli orrori di quel periodo con “Bud’ zdorov, školjar” (tradotto in italiano con il titolo In prima linea del 1961). Il Partito si vendicò nei confronti dei scrittori che avevano osato di scrivere i fatti reali sulla guerra. Gli scrittori furono accusati di “remarquismo” facendo riferimento al celebre autore di “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Il libro di Bulat Okudžava, in effetti, In prima linea è infatti il libro esplicitamente “remarquista” della letteratura russo – sovietica. Lo stesso Bulat Okudžava diceva: “Non si parla qui, di avventure. E’ la storia di come ho fatto la guerra. Di come cioè mi volevano ammazzare, ma m’è andata liscia. Queste parole sono infatti molto simili a quelle di Remaque: Questo libro non vuol essere né un atto d’accusa né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare una generazione la quale anche se sfuggì alle granate, venne distrutta dalla guerra.11

Per quando riguarda gli storici possiamo ricordare Aleksandr Nekrič che con il su 22 Ijunja (“22 Giugno”, 1941, 1965) raccontò dei cosiddetti “errori” commessi durante la guerra da parta di Stalin. Aleksandr Nekrič analizzò il periodo iniziale della guerra. Il suo libro ebbe successo tra gli storici del periodo e vennero vendute in poche ore tutte le copie. Aleksandr Nekrič venne interrogato dal Comitato di Controllo del Partito (Komitet partijnogo kontrolja) che disse che non c’è per lui alcun posto più nel Partito. A. Nekrič fu espulso dal Partito.12

10 E le loro madri piansero, Frank Ellis, Marietti, 2010 11 Ivi

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Nel primo decennio degli anni Novanta Viktor Astaf’ev pubblicò un’altra opera che diventerà l’emblema della Grande guerra patriottica “Prokljaty i ubity” (I dannati e i morti, 1992-1994).

Se questi libri fossero pubblicati prima dell’avvento della glasnost’ di Gorbacëv, i loro manoscritti sarebbero stati requisiti dal KGB. Infatti una forma simile di censura è buona per mettere al riparo immediato il regime ma ha effetti duraturi.

La povest’ lirica di guerra dei tenenti, sulla scia di Emmanuil Kazakevič, si sviluppa all’incirca fra il 1957 e il 1962. I frontoviki Jurij Bondarev “I battaglioni richiedono il fuoco” (“Batalioni prosjat ognja”,1957), Grigorij Baklanov” I morti non provano vergogna” (Mertvye sramy ne imut, 1961), Jurij Bončarov, Vasilij Bykov “Il terzo missile” (“Tratjia raketa”) e Viktor Astaf’ev “Il pastore e la pastorella”, raccontano la grande tragedia umana, ma anche della nuova cultura che si stava formando in seguito alla guerra. Il tema bellico di adesso metteva in luce un nuovo individuo. Così si parlava

dell’evoluzione psicologica del protagonista: piombato all’improvviso al fronte ancora molto giovane, dove la guerra viene vista e vissuta direttamente, viene sottoposto continuamente alla pressione emotiva. I critici del periodo accusavano gli autori di “remarquismo” questo naturalismo crudo, ispirato all’autore di Niente di nuovo sul fronte occidentale:

” Questo libro non vuole essere né un atto d’accusa, né una confessione. Esso non è che il tentativo di raffigurare una generazione la quale – anche se sfuggì

alle granate – venne distrutta dalla guerra”.13

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La Grande Guerra patriottica non è ancora stata del tutto analizzata, la censura ha impedito tante pubblicazioni importanti. La letteratura russa ha da sempre avuto una vocazione per la verità riguardanti la guerra. La censura ha senza dubbio impedito il naturale processo con cui si sarebbe svolta la storia sovietica.14

La letteratura sovietica affronta i temi più importanti riguardanti la guerra: il coraggio, l’orrore, la paura la forza morale e fisica, la crudeltà, la brutalità e la depravazione umana.

Per quanto riguarda la letteratura di guerra è stata la pubblicazione del romanzo di Vasilij Grossman “Vita e destino” (“Žizn’ i sud’ba”) terminato nel 1961 e pubblicato solo nel 1988 segnò il punto culminante della glasnost’, un ruolo analogo spetta a Viktor Astaf’ev che per tutti gli anni pubblico

diversi racconti e memorie sulla guerra: Il pastore e la pastorella, “Prokljiaty i ubity” (i dannati ed i morti che gli vale numerosi premi letterari e “Vesëlyj

soldat” (L’allegro soldato)15

Durante quel periodo anche la produzione letteraria cambia molto rispetto alla precedente. Gli intellettuali vennero allontanati oppure mandati al fronte. In questo periodo vediamo “La scuola dell’odio” (Škola nenavisti, 1942) di Šolochov, “La guerra santa” (Svjascennaja vojna) di Lebedev- Kumac, pubblicato su Pravda pochi giorni dopo l’aggressione hitleriana. Possiamo vedere anche l’appello di Aleksej Tolstoj in” Che cosa difendiamo” (“Cto my zasisaem”). Cominciano a nascere opere estranee ai dettami di Stalin e dal realismo socialista: “Aspettami” (“Zdi menja”, 1941) di Konstantin Simonov. Un’altra opera importante in quel periodo è “Vasilij Tërkin” di Tvardovskij,

poema che racconta la vita quotidiana al fronte.16

14 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis, Marietti 2010 15 Ivi

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La guerra è in fin dei conti è un’esperienza personale ed attraverso i racconti dei suoi protagonisti viene fuori un ritratto veritiero dei suoi orrori, quasi da farceli toccare con mano: piccole unità di soldati, come quelli inviati in

ricognizione, miliziani sovietici impegnati a salvarsi dal nemico del 1941.17

Tra i primi esempi di questo approccio troviamo i primi due romanzi di Emmanuil Kazakevič “Zvezda” (Stella 1946) e “Dvoe v stepi” (“Due uomini nella steppa”, 1948). Entrambi i romanzi gettano uno sguardo impietoso sul funzionamento dei tribunali militari.

Nella prosa di Kazakevič in primo piano viene rappresentata la guerra, ma non quella che descrive le scene, ma quella che riprende la guerra da un'altra prospettiva: una guerra che descrive la grandi qualità dei combattenti russi. Dal punto di vista drammatico, durante la guerra si intrecciavano nei saldati diversi sentimenti: la forza, l’egoismo, la paura. Ma soprattutto in modo drammatico combatteva dentro di loro la forza dell’eroismo patriottico e l’umanità che veniva però superata dalla volontà e dalla tenacia di combattere per la Patria. L’eroismo patriottico significava combattere per la Patria, con tutte le proprie forze e se bisognava dare anche la propria vita. L’eroismo di una persona e l’umanità espressa con la paura sono entrambi legati l’uno all’altro, poiché la paura è fattore umano. L’eroismo e l’umanità sono entrambi presenti nella prosa di Emmanuil Kazakevič, sono legati l’uno all’altro in tutti i poemi e non si separano l’uno dall’altro nemmeno per un istante. E’ sorprendente come viene descritta la guerra dal punto di vista umano nel poema la “Stella”.

Emmanuil Kazakevič è uno dei primi, di quelli che adesso conosciamo, autori della Guerra, che durante gli anni della guerra non scrivevano, ma

frequentavano la cosiddetta “scuola della guerra” cioè combattevano per la

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11 Patria.” Э. Казакевич, пожалуй, первый из тех ныне ши­рокоизвестных писателей военной темы, кото­рые в годы войны не писали, — они проходили четырехлетнюю «нормальную школу» войны, то есть воевали. Война была для них каждоднев­ным трудом и бытом — окопным или марше­вым — с отдыхом в тылу на госпитальной койке после очередного ранения. Оттуда, из огня, они и пришли в литературу, когда война кончилась, пришли со своим, особой ценности художническим свидетельством о ней”.18

La Guerra era per loro un lavoro che loro svolgevano quotidianamente dal quale si riposavano solo sulle brande in ospedale. Da lì, dalla Guerra e dal fuoco di combattimento, loro sono giunti alla letteratura, una volta finita la Guerra, loro con il proprio bagaglio di esperienze, vissute in prima persona,

hanno cominciato a scrivere.19

Anche se le pagine scritte di coloro che hanno vissuto e combattuto in prima persona la Guerra Patria, raccontando il loro vissuto, gli anni difficili, non sempre riuscivano a stare alla pari di chi aveva la bravura nel saper descrivere la Guerra non avendola vissuta direttamente, arricchita di tanti dettegli e precisione, ma che però non avevano partecipato in prima persona alla Guerra Patria.

Tra i principali autori, il primo posto come scrittore della Grande Guerra Patria, viene occupato Emmanuil Kazakevič e dalla sua storia sulla Guerra “Zvezda”. Non di ampi contenuti, “Zvezda”, e una storia che descrive la forza ed il combattimento di un piccolo gruppo di soldati e della loro tragica morte.

18“Zvezda” E. Kаzakevič, Izdatel'stvo “Detskaja literatura”, 1978. pag. 5 19 Ivi

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L’uscita di questa storia ha significato subito, l’arrivo nella letteratura

sovietica, di grande talento e non solo una nuova tappa per quanto riguarda il materiale sulla Guerra Patria.

Rispetto ai suoi colleghi che scrivevano sulla Guerra, descrivendo la vita al fronte dal punto di vista cronologico e politico, Kazakevič con la “Zvezda” ha dato l’inizio ad un nuovo genere proprio quello della povest’ con un

organizzazione del contenuto senza dare importanza ai nomi degli eroi stessi, senza soffermarsi sulla cronologia del tempo e delle date e senza specificare

le coordinate geografiche delle loro azioni.” В отличие от своих

литературных сверстников, еще дер­жавшихся в освещении фронтовой жизни приемов жанра мемуарно-хроникального или очеркового, Казакевич в «Звезде» дал блестящий образец жанра собственно повести, художественной организации материала, независимой от паспортной подлинности имен героев, календарной точности времени и географической — места действия.”20

Questa povest’, è un esempio unico nel suo genere, avente una forma ed uno stile musicale e nello stesso tempo drammatico, con un contenuto che

trasmette i personaggi dal punto di vista umano che hanno fatto diventare questa povest’ una dei migliori scritti della letteratura sovietica, la quale con il

passare del tempo non perde la propria forza ed il proprio fascino.21

L’uscita della povest’ “Zvezda” e la sua pubblicazione sulla rivista “Znamja” e nelle biblioteca “Ogon’ka”, ha significato come ha detto lo stesso

Tvardovskij: “приход в русскую советскую литературу большого, вполне самобытного таланта и, более того, новую ступень в освоении материала Великой Отечественной войны».22 20 Звезда” Э. Казакевич, Издательство “Детская литература”, 1978 г. Стр 6 21 Ivi 22 http://lib.pushkinskijdom.ru/LinkClick.aspx?fileticket=HXZbDSpmwwY%3d&tabid=10547

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I critici letterari del periodo, hanno scritto diverse cose sulla povest’, alcuni hanno definito l’opera una ballata, altri ancora un poema in prosa. Resta il fatto che quest’opera è riuscita ad arrivare nel cuore di tutti: i frontoviki

(rientrati da poco dal fronte) si sono identificati con i soldati dell’opera, con il loro passato, gli altri ancora si sono identificati con coloro che aspettavano i propri cari che non sono ritornati. L’unicità della povest? Non sta nel fatto di far identificare il lettore con qualche personaggio, ma sta nel far capire la linea sottile che divide la vita dalle morte. Ancora oggi è proprio questo che attira il lettore.23

Questo tra le altre cose, è uno degli esempi, che fa venir meno il pensiero di chi nel periodo del culto della personalità, confermava che la nostra letteratura non fosse capace di comporre libri veritieri e pieni di sentimenti umani. Come se durante questo periodo di grande sofferenza si potesse tacere.

“Как будто настоящее искусство, кровно связанное с жизнью народа, вообще способно в молчании выжидать особо благоприятных для себя условий!Я бы затруднился назвать книгу кого-нибудь из нынешних молодых прозаиков, выступающих в куда более благоприят­ную для литературы пору, — книгу, которая бы приближалась по глубине содержания и достоинствам формы к «Звезде» Казакевича.”24 23 http://lib.pushkinskijdom.ru/LinkClick.aspx?fileticket=HXZbDSpmwwY%3d&tabid=10547 24 Звезда” Э. Казакевич, Издательство “Детская литература”, 1978 г. Стр.6

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CAPITOLO 2

La vita di Emmanuil Kazakevič

Emmanuil Kazakevič nacque a Kremenčuk il 24 febbraio 1913 (attualmente una delle regioni dell’Ucraina in una famiglia di origini ebraiche, il cui padre era un critico letterario Geneg Kazakevič. Nel 1930 ha terminato gli studi tecnici e nel 1932 insieme a tutta la famiglia si è trasferito a Birobidžan dove è stata creata una regione autonoma ebrea. Durante la sua vita è stato un brigante, ingegnere, dirigente del palazzo della cultura ed infine è stato anche il dirigente del teatro ebreo (1933-1934).

Il giovane Kazakevič ha lavorato anche alla radio in lingua yiddish ed ha

collaborato con la gazzetta”. «Биробиджанэр штэрн» che tradotto significa

“La stella di Birobidžan”.

Ha iniziato a pubblicare le sue prime poesie in yiddish proprio su quella gazzetta di cui suo padre era il primo redattore. Nello stesso periodo è uscito la sua prima raccolta di poesie di Emmanuil Kazakevič «Бирэбиджанбой» (Биробиджанстрой), il quale è stato seguito da «Гройсэ вэлт» (Большой

мир, 1939) e dal poema «Шолэм ун Хавэ» (Шолом и Ева, 1941), «Дэр вэг кейн Бирэбиджан» (Дорога в Биробиджан, 1940).

Già nel 1933 le poesie di Emmanuil Kazakevič tradusse in russo da “Semena bitovogo” furono pubblicati sulla gazzetta “Tichokenskij komsomolec”. Dal 1937 Emmanuil Kazakevič ha lavorato come traduttore nel casa editrice “Der Emes”. Dal 1938 ha vissuto a Mosca. Entra a far parte dell’Unione degli scrittori del SSSR a partire dal 1940. Tra il 1941- 1945 servì nell’esercito attivo dapprima come scrittore fino a diventare esploratore privato

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Durante la guerra Kazakevič si arruolò in una sezione dedicata alla

ricognizione e fu decorato per aver catturato e interrogato un tedesco, cui in russo veniva chiamato “Jazyk” (che tradotto alla lettera significa “lingua”). Una volta terminata la guerra Kazakevič divenne capo delle operazioni di ricognizione nel quartiere generale dell’esercito. In Stella è molto forte ed è evidentemente presente il richiamo alle suo esperienze dirette e personali durante la Guerra. Il 24 aprile del 1944, nell'area dei villaggi di Žilovoe-Turoviči, le truppe tedesche cominciarono a prepararsi per un'offensiva. La previsione di Kazakevič è stata confermata: il 27 aprile all'alba i tedeschi hanno aperto il fuoco di artiglieria e poi hanno bombardato gli aerei delle truppe sovietiche. La divisione in cui lo scrittore stava servendo si è ritirata ed i tedeschi hanno occupato il villaggio di Ružin. I soldati sovietici che si sono ritirati verso la costa orientale di Turia, hanno respinto gli attacchi dei nemici che cercavano di forzare il fiume. Durante la lotta Emmanuil Kazakevič è stato ferito alla gamba. Per quasi un mese, la divisione dello scrittore si è difesa sulla sponda orientale del fiume Turia. Passato questo mese Kazakevič è guarito ed è ritornato a combattere.

Nel giugno del 1944 vi è stata una lieve sosta, Emmanuil Kazakevič iniziò a scrivere delle lettere a sua moglie Galina, per fortuna che la posta funzionava regolarmente. In una delle tante lettere scrisse: «Не стоит говорить, что я

не пытался превзойти Лермонтова чинами, а Дениса Давыдова – орденами. Если же оно и вышло так, то я, во всяком случае, хочу как можно скорее превысить первого и второго стихотворениями» Из рядового стал капитаном, из простого бойца – начальником разведки дивизии», «будучи почти слепым, стал прекрасным солдатом и хорошим разведчиком», «не использовал своей профессии писателя и плохое зрение для обустройства жизни подальше от пуль», «не подхалимничал перед начальством», «в наиболее трудные минуты был

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16 весел и бодр, не пытался спрятаться от трудностей, а шел им

навстречу и побеждал их».

Nel giorno della vittoria vi era anche Emmanuil Kazakevič che non amava indossare le sue medaglie, ne aveva due della Stella Rossa e due per la Guerra Patriottica.

Nel 1946 ritornò a Mosca e riprese il lavoro letterario interrotto dalla guerra non scriveva più in yiddish, ma in russo. Nel 1947 scrisse la celebre storia "Stella", per la quale ricevette il Premio di Stalin. La povest’ è stata

completata due anni dopo la sconfitta del fascismo. L’idea per scrivere quest’opera nacque nella primavera del 1944, vicino a Kovel’, quando le

truppe dei soldati sovietici si stavano preparando all’attacco. Alla fine di

aprile del 1944, nella regione di Kovel’, le truppe tedesche concentrarono le loro forze. Fu Emmanuil Kazakevič che fece un'importante conclusione:

"Враг готовится к стремительному наступлению, ставя задание уничтожить советские войска на юго-западе от Ковеля". Nell'area del

villaggio di Turoviči, gli ufficiali di intelligence di Emmanuil Kazakevič presero il "jasyk", da cui hanno appreso che le forze nemiche stavano

arrivando vicino a Kovel. I soldati non si reggevano in piedi dalla fatica, ma combattevano con le loro ultime forze, cercando di ottenere più informazioni possibili dal nemico catturato. La povest’ fece diventare Emmanuil Kazakevič uno scrittore di fama mondiale. La sua opera è stata redatta più di 50 volte in tutto il mondo. Aleksandr Tvardovskij disse: ”На войну ушел

посредственный еврейский поэт, а вернулся с нее великолепный русский прозаик”

Per circa un anno e mezzo, Emmanuel Kazakevič, visse in una delle fattorie collettive della regione Vladimir, dove ha scritto la storia "Il cuore di un amico" e dove ha iniziato un grande romanzo "Casa sulla piazza", pubblicato

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nel 1956. Nel 1961 è stata scritta la storia "Con la luce del giorno" e la storia "Il libro blue". Tra le altre opere di Kazakevič possiamo citare anche il libro degli appunti di un viaggio "Incontri ungheresi" nel 1955, e la storia "Visita del Padre a suo figlio" nel 1962, vi sono inoltre numerosi articoli critici giornalistici e letterari e traduzioni. All’età di 49 anni Emmanuil Kazakevič scoprì di avere un tumore maligno. Nei due anni prima di morire pregava e chiedeva la forza per poter concludere le proprie opere. Il suo carissimo amico, Aleksandr Tvardovskij riuscì ad ottenere un farmaco allora proibito, che però non ha avuto il successo desiderato.

Emmanuil Kazakevič morì il 22 Settembre del 1962.

La prima pubblicazione di “Zvezda”, venne pubblicata sulla rivista “Znamja” nel 1947 è stata premiata da Stalin nel 1948 è ha portato fortuna allo scrittore. Il romanzo “La primavera su Oder” ha avuto anch’esso il premio di Stalin. Invece per quanto riguarda gli altri due povest’ di E. Kazakevič “Due nella steppa” ed “Il cuore dell’amico” non hanno avuto lo stesso successo come i precedenti poiché uscirono alla luce durante il periodo del ottepel’ nella raccolta di E. Kazakevič “Mosca Letteraria”. Il romanzo “la casa sulla piazza” fa parte anch’esso degli scritti di Emmanuil Kazakevič, anche la

povest’ “Il quaderno blu”, Racconti come «При свете дня», 1961, «Приезд

отца в гости к сыну», 1962, «Враги», 1962), «Венгерские встречи» (1955), romanzo non terminato «Новая земля». Tra le traduzioni di

Emmanuil Kazakevič figura anche la fiaba “Pinocchio” di Collodi del 1959.

Nel 1938, Emmanuel Kazakevič arrivò a Mosca, dove ha continuato a scrivere le poesie, e tradusse in yiddish le opere di Puskin, Lermontov, Majakovskij. Nello stesso anno, al fine di evitare l'arresto, che secondo il poeta ebreo Joseph Kerler avvertì essendo conoscente di Birobidžan MGB

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Kazakevič urgentemente lasciò Mosca. Poi nel 1939 a Mosca ha pubblicato il libro di poesie, "Die Welt Groys" ("Big World"), e nel 1941 ha scritto una poesia Yiddish "Sholem e hanno". Era impegnato in un'altra cosa preferita - tradusse opere di Heine e Shakespeare in Yiddish. La povest’ “Zvezda” è stata pubblicata due volte in yiddish sulla rivista moscovita «Эйникайт»

nell’aprile del 1947.

Dal punto di vista estetico, quest’uomo con gli occhiali, con i capelli come quelli di un uomo molto più grande, che facevano di lui uno di quelli che lavorano negli uffici, non faceva di lui certo uno che potesse leggere molti libri ed amasse passare il suo tempo a casa, e non coincidevano con le linee del suo carattere.25

Emmanuil Kazakevič amava veramente molto leggere, altrettanto scrivere e lo faceva sia a casa, sia negli spazi appositi per la lettura- biblioteche. Egli era uno dei lettori accaniti durante il suo periodo. Da giovane cominciò ad imparare diverse lingue straniere, come uno lavoratore severo nei suoi confronti e si dedicava alla lettura ed allo studio. Era pieno di disciplina e di regolarità in tutto ciò che faceva.26

Emmanuil Kazakevič era anche un viaggiatore molto curioso, aveva un forte desiderio di scoprire il mondo, ottimo cacciatore, sapeva guidare benissimo la macchina senza mai aver preso la patente, ma come autodidatta, amava le feste, era molto gioioso, sapeva cantare bene le canzoni popolari russe, un tempo infatti partecipava al coro della truppa. Infine era molto coraggioso durante La grande Guerra Patria, ma questo non lo fa mai vedere nelle sue opere e nei ricordi.

Emmanuil Kazakevič ricevette il suo primo ordine per essere riuscito ad

ottenere la “lingua” nei tempi molto duri per la difesa. Nella povest’ Kazakevi

25 Ivi.

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stesso ci racconta la sua esperienza personale di come durante la notte, dopo un lunga e minuziosa osservazione del nemico, avendo studiato il territorio del nemico, finì in trincea insieme ai tedeschi, e riuscì a prendere uno di loro, portandolo dalla sua parte.

Comunicando con il soldati e gli ufficiali durante gli anni difficili della Guerra, Kazakevič riuscì a capire ed accettare tutta l’esperienza vissuta dal popolo, la forza delle loro azioni. Proprio lì durante la Grande Guerra Patria, nacque il maestro della prosa letteraria sovietica, conosciuto nei tempi prima della Guerra solo come autore delle poesie e dei poemi nella lingua yiddish. Questa, particolarmente difficile, circostanza faceva mettere a Kazakevič in primo piano il compito di descrivere i maniera più dettagliata possibile e dedicare un ricordo particolare alla ai punti della vita più importanti del

popolo russo. Subito dopo la guerra Emmanuil Kazakevič insieme alle propria famiglia si è trasferito per un anno in un paesino in provincia Vladimirsk. Una seconda volta si trasferisce per un periodo lungo a Magnitogorsk, si mette a studiare la vita dell’ingegneria metallurgica, conosce le persone, tiene un diario che aggiorna quotidianamente descrivente le proprie e le altrui attività. Questa raccolta del materiale serviva a Kazakevič per poter comporre il suo romanzo sugli anni Trenta, ma il risulta immediato di questa sua

raccolta e stata una pubblicazione La capitale della “metallurgia nera. ” Emmanuil Kazakevič amava durante l’inverno fare delle passeggiate a piedi oppure con la slitta intorno ai paesini vicini, andava a visitare le case dei collettivisti oppure la case degli umili contadini. Ricorda questo periodo con un particolare affetto. La vita di Kazakevič non si potrebbe di certo definire con la formula casa- dača – vacanza. Anzi egli non era di certo uno che faceva molte vacanza per riposarsi, le uniche sue vacanze erano quelle degli ultimi giorni quando stando molto male passava diversi mesi nelle case di ripose e nell’ospedale.

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Emmanuil Kazakevič era un uomo che aiutava il prossimo nel momento del bisogno. Un tempo uno dei suoi cari amici si è rivolto a lui chiedendo aiuto poiché la sua abitazione venne confiscata, anch’egli un tempo non godeva di certo di una vita agiata, ora finalmente abita un appartamento tutto suo. Ha cercato di aiutare il suo amico in ogni modo possibile, ma non vedendo risultati immediati ha ospito il suo amico a casa propria per circa un anno. Durante quel periodo, non facile, non si incontravano persone tanto di cuore nel quotidiano. Possiamo citare diversi esempi, di come E. Kazakevič cercava di aiutare i propri amici nel momento del bisogno con le pubblicazioni delle loro opere, agli studenti, ai soldata tornati dal fronte, ad ogni buon uomo che bussava alla sua porta.

Come nessun altro egli era in grado di condividere le gioie altrui, condividere le ultime notizie giornalistiche o raccomandare lo scritto di qualcuno, nella quale aveva visto qualcosa di speciale anche se non aveva ancora preso la forma finale. Sia nell’ambiente lavorativo che quello domestico non ci si annoiava mai con lui. Amava molto viaggiare e scoprire le vie interne, lontane dagli occhi dei turisti, quelle di Roma, avendo un ottimo senso di

orientamento. Anche durante le più noiose riunioni bastava uscire fuori con

lui per fumare una sigaretta e tutto diventava più interessante.27

Bisogna far notare però che nonostante egli fosse una persona molto attiva ed energetico, a differenza dei suoi colleghi non aveva la dote da oratore.

Mancherà certamente a tanti suoi amici poter discutere con lui dell’ultimo libro letto, dell’ultima novità editoriale, o di qualche notizia riguardante il mondo letterario.

A coloro che leggono i suoi racconti mancherà quel senso d’interesse e di curiosità che faceva venire.

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Non sarà di certo questo l’ultimo caso, quando perdendo una persona a noi cara, alla quale si voleva bene e veniva apprezzata, che cominciamo a ricordare ed a scoprire i suoi nuovi aspetti, lavori, e cominciamo ad amarlo ancora di più.

Emmanuil Kazakevič morì il 22 settembre del 1962. 28

La morte di Emmanuil Kazakevič, ha tolto l’occasione di farci conoscere altre sue opere, chissà forse sarebbero state altrettanto importanti quanto “Zvezda” Nelle ultime settimane della sua vita, durante una malattia molto grave, egli cercava andare oltre la propria sofferenza, cercando di concludere il suo romanzo “Anni trenta” sul quale stava lavorando deversi anni. Cercava di condividere con i propri amici il difficile lavoro dei medici, il quale lui stesso, personalmente ha avuto occasione di conoscere durante gli ultimi anni della sua vita.29

Qualche giorno prima della sua morte, in un discorso avuto con A. Tvardovskij, consapevole della propria situazione, non ha fatto altro che lamentare il fatto di lavorare poco e di non aver bisogno di altro che di scrivere: “Ничего не хочу, никаких услад жизни праздной, ни отдыха — хочу писать, — ужасно это проворачивание всего в голове вхолостую... Все, кто знал его близко, отмечают редкое обаяние его личности, ум и доброту, остроумие и веселость безобидного озорства, жизнелюбие и трудолюбие, твердость и принципи­альность во взглядах, оценках, суждениях по вопросам литературной и политической жизни. “30 28 https://ru.wikipedia.org 29 «Звезда” Э. Казакевич, Издательство “Детская литература”, 1978 г. C 7 30 http://www.belousenko.com/books/russian/kazakevich_memuary.htm

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Tutti coloro che lo conoscevano personalmente, ammettono il fascino della sua personalità, l’intelligenza e bontà, l’amore per il lavoro, per la vita, prontezza nel saper risolvere tutti i dubbi sia nella vita letterario, lavorativa, sia n quella sua personale.

Un poeta, che scrive in lingua ebraica, che sembra essere molto preoccupato a scrivere la scenario su Mozart e su Colombo, all’improvviso a Luglio del 1941 decide di arruolarsi. Dopo essersi ferito al fronte lo mandano a lavorare per una rivista, mu lui decide di fuggire, si proprio così fugge poiché non aveva più il permesso di poter combattere, lascia scritto: “Dal punto di vista dell’ospitalità qui io mi sono trovato veramente bene, però io ho una

questione da concludere con i tedeschi. Io sono un comunista, comandante,

scrittore e sono anche un ebreo…”31

Avendo legato la sua vita con quella della ricognizione, ha passato tutte le sue tappe. Ha terminato la guerra diventando capo della ricognizione, è stato ferite per ben tre volte, ha ottenuto otto medaglie, sarebbe stato a questo punto molto strano se non avesse rafforzato questo legame della guerra in

letteratura.

Sicuramente non era orgoglioso solo di questo, egli raccontava come in un modo eroico il nostro popolo con le sue forze abbia combattuto il nemico. E. Kazakevič ha cercato di mostrare la grande forza d’animo che ha legato insieme il popolo durante un periodo così tragico come la Guerra.

A. Fadeev ha definito una delle opere di Kazakevič, “Il cuore dell’amico” una delle opere che mette in luce il tema dell’umanità.

In ogni sua opera vi è la chiave centrale, il cuore dell’opera in “Stella” (1946) vi è presente la forza del popolo, in “Due uomini nella steppa” (1948) il dramma del confronto con l’anima, l’atmosfera del tempo indelebile nel

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romanzo “Primavera su Oder” (1949), la forza della morale etica in Il cuore dell’amico (1952).

Ogni libro è però legato l’uno all’altro come se fossero un unico libro gigante, nel quale è presente un filo conduttore, quello che racconta e descrive la bontà dell’animo del popolo sovietico, della loro grande forza e del loro pensiero annebbiato dalle idee del socialismo.

Andando a leggere però la prima opera “Stella” (1946) e l’ultima Con la luce del giorno (1960) è facile vedere diversi esempi che differisco le due opere l’una dall’altra. Il primo è molto più romantico mentre l’ultimo è diventato più psicologico. Un critico letterario si troverebbe in difficoltà volendo

analizzare lo stile di Kazakevič. Nelle sue prime opere sarebbe appartenuto ad uno stile romantico, mentre nelle ultime – psicologico.

La sua vita artistica subisce un cambiamento passando dal romanticismo allo stile simile di Lev Tolstoj. La sua prima opera, Stella (1946) rimane unica nel suo genere. “ Катаев, Вера Смирнова и другие “ детские писатели” по суте хотят от меня чтобы я писал всю жизнь одну лишь “Звузду” которая уже написана .Поэтому они не могут признать мои дальнейшие вещи. Что ж так всегда. Русские критики прошлого века хотели чтобы Пушкин писал всю жизнь “Руслана и Людмилу”. А он начал писать “ Онегина” чем вызвал их неприязнь и критики о “падение таланта”.

Cataev, Vera Smirnova ed altri “autori per bambini” vorrebbero che io

scrivessi sempre per tutta la vita solo opere come “Stella”, la quale è già stata scritta. Per questo loro non riescono ad accettare le altre opere. E’ sempre così. I critici russi infatti volevano che Puskin scrivesse sempre le opere simili a” Ruslan e Liudmilla”, egli al contrario inizio a scrivere Onegin che fece scaturire la loro rabbia. Anche se adesso non facile capire per quale motivo

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Kazakevič scrisse queste parole nel 1960, l’autore facendo l’esempio di

Puskin voleva sottolineare l’importanza della propria libertà del poter scrivere opere di nuovo genere.

“Zvezda” è un’opera che risale alla sua giovinezza ma anche da adulti si

riescono a riconoscere i lineamenti dello scrittore nelle sue opere. Dunque non risulta affatto strano il fatto che tra la prima delle sue opere e l’ultima vi è molto in comune oltre ad esserci tanta differenza.

Troviamo diverse opere e articoli sulla carriera letteraria e sulla vita di Emmanuil Kazakevič. Uno dei maggiori contribuenti è stato Anatolij Georgievič Bočarov “Slovo o pobediteljach”, 1970”. Un altro ricordo importante è stato lasciato da D. Danin “Vot oni i vysli!” pubblicato su Voprosy Literatury, 1977 pag 191-204.

D. Danin scrive che per E. Kazakevič che si ricorda come durante la guerra aspettava di vedere pubblicato anche qualche poesia di Emmanuil Kazakevič, ma che però, questo successo fosse arrivato solo dopo la guerra. Il successo, tanto atteso, grazie alla sua povest’ Stella, non era prevedibile e dunque inaspettato. Non perché egli fosse timido e non credesse alle proprie forze, opere come ad esempio Tvardovskij si complimentò con lui per la sua opera appena uscita, egli aveva quell’espressione sul viso che dimostrava la sua sicurezza ma anche quella che mostrava la sua insicurezza. Kazakevič sapeva bene il prezzo di ogni cosa nella vita. Sentiva dentro di se una forza che non si poteva misurare. Possiamo citare le sue stesse parole:

“Незачем говорить - написал он жене своей Гале - что я совсем не стремился перещеголять Лермонтова чинами а Дениса Давыдова орденами. Если оно так и получилось, то я во всяком случае желаю иметь возможность, перещеголять первого и второго стихами.32

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Possiamo vedere solo in questo mix di sentimenti la sua timidezza. Quando la sua voce tremava ed egli sbiancava, questo accadeva solo nei momenti di grande felicità, quando qualcosa che egli aveva attesa per tanto, fosse accaduto. 33

Emmanuil Kazakevič amava cantare, soprattutto le canzoni che parlavano del fronte.

All’inizio non riusciva proprio a scrivere, dopo aver vissuto la guerra in prima persona, aveva raccolto così tante informazioni che non sapeva come mettere il tutto su un foglio di carta. Era uno dei periodi molto difficili dal punto di vista economico, ed egli era in grado di fare i soldi, usando la propria macchina “oppel’ka”.

Passava così tanto tempo a casa mia che quando non lo vedevo per un paio di giorni cominciavo a preoccuparmi. Era diventato un membro della famiglia. A casa di Emmanuil Kazakevič regnava un’atmosfera di povertà, questo lo vediamo dal volto stanco della moglie Galya e dall’ormai consumata carta di carbonio sul tavolo. Sembra quasi un lusso la macchina da scrivere della quale non ricordo nemmeno il nome. Kazakevič era molto ammalato, perché nella casa precedente faceva molto freddo, mi ha accolto con un scritto di circa cento pagine, copiato dalla moglie Galya. Questo scritto che era appunto “Stella”, era stato chiamato da lui, “I fantasmi verdi”. Quel giorno disse alla moglie di sentirsi meglio. Siamo andati a casa mia per festeggiare come si deve. Kazakevič si mise a leggere la povest’ per circa due ore. Quando finì di leggere mi ricordo di aver detto che ha scritto una cosa fantastica. Quello che a me non piaceva era appunto il titolo “I fantasmi verdi”, poteva andar bene per una libro poliziesco ma non per questo. Dunque mi sono messo a dire che

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quando Katya chiama Stella, stella al comandante Travkin, suona molto bene. Abbiamo così deciso che il titolo perfetto era appunto Stella.

Sono stato fortunato ad essere il padrino di questa piccola povest’. Il giorno dopo la povest’ è stata letta da Anatolij Tarasenkov che era il vice del direttore Vishnevskij. Lo stesso Vishnevskij portò la povest’ a casa e non appena letta telefonò Nikolaj Tichonov dicendo che nella nostra letteratura fosse cambiato qualcosa.

“Zvezda” vide la luce o meglio comincio ad irradiare la luce dopo pochi

giorni senza rispettare l’ordine delle pubblicazioni.34

Quando poi, la povest’ venne pubblicata sotto forma di libro Emmanuil Kazakevič, venne a lasciarmi una copia con la sua dedica:

“С. Д. и Д. двум астрономам открывшим эту неведомую Звезду. ах Звезда ли это, или только беззаконная комета?..26.09.1947 Эм. Казакевич

All’inizio del 1948 E. Kazakevič mi chiama e mi dice se ero pronto a scrivere un articolo su un libro nuovo. Quella sera venne a casa mia ed abbiamo

festeggiato così come abbiamo fatto con “Stella”. Questa volta si trattava di un’altra povest’: “Due uomini nella steppa”.

Nel 1962 “Due nella steppa” venne pubblicata anche quest’opera sotto forma della povest’ Su una copia che ho conservato trovo scritto:

“Вот они и вышли!”

Emmanuil Kazakevič morì dopo soli sette mesi dalla pubblicazione della povest’ “Dvoe v stepi”.

Riporto qui una frase scritta in una delle sue lettere:

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“Что то накапливается в сердце и не разбрызгивается понапрасну“ 35

La prosa iniziale di Emmanuil Kazakevič venne studiata ed analizzata da Maksimov Vladimir che nel suo articolo “Stella di E Kazakevič: genere, storia, l’eroe, analizza il genere narrativo, la semantica ed il personaggio principale (Vladimir Travkin- Stella). L’autore vuole analizzare e capire questo genere unico usato da E. Kazakevič nella sua prima opera.

Per quanto riguarda il genere vediamo che secondo l’autore è un intreccio di vari generi:” Жанровая динамика освоения военной тематики в творчестве Казакевича распадается на три этапа: ранний, связанный с интересом к возможностям повести; средний, проходивший под знаком поиска своего пути в романном творчестве; итоговый, представленный двумя рассказами. Как известно, дебют писателя состоялся в 1946

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28 году: повесть «Звезда» вызвала у читателей большой интерес, а у критиков – доброжелательную оценку. Этот успех был обусловлен тем, что автор использовал потенциал наиболее продуктивных сюжето- порождающих идей: «превращения», «обращения», «испытания» и «воспитания». Жанровое задание «Звезды» интегрирует военно-приключенческую, героико-патетическую и военно- бытовую установки . Первая определяется тем, что в центре повествования находится рассказ о дерзкой операции небольшой разведгруппы, перед которой поставлена задача поиска и рассекречивания планов не- приятеля, внезапно исчезнувшего в огромном лесу. Исходная сюжетная ситуация – «недопустимой на пе- редней линии фронта неопределенности», «потери противника», «отсутствия необходимых данных о его расположении» - ставит в центр повествования тех, кто способен добыть недостающую информацию и тем самым изменить опасную ситуацию. Это – разведчики, которым предстоит совершить рейд по глубоким ты- лам врага. Такое видение исходной ситуации позволило автору ряд 36событийных отрезков, связанных с дей- ствием разведгруппы, оформить на основе кумулятивной сюжетной модели.”

Per quanto riguarda il personaggio principale vediamo che è un eroe

“perfetto”. Il suo personaggio diventa una sorta di “guida” che grazie alle suo buone azioni fa raggiungere a tutti la perfezione e la pace. Vladimir Travkin era un comandante molto giovane, aveva infatti soli ventidue anni,

rappresenta per E. Kazakevič un eroe “ideale, perfetto”. Il comandante

Travkin corrispondeva, perfettamente, alle norme etiche e morali del periodo. Infatti il personaggio di Travkin racchiude in se tutte le qualità etiche e morali

quali: l’eroismo, purezza dell’anima, il senso del dovere e l’onestà.37

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29

Vediamo innanzitutto il nome che da semplice Travkin dopo diventa Stella. Inoltre spesso viene ricordato il numero 12 come appunto il numero dei

apostoli.“Такое направление смысла рассказанного подтверждается системой символических обра- зов: дважды в рассказе о разведчиках, упоминается апостольское число 12; действия разворачиваются во- круг пасхальной даты (радистка Катя Симакова приносит в землянку разведчиков веточки вербы); сам образ звезды не исключает аллюзивной связи с рождественской звездой; разведчики обживают овин и пр.”

Per quanto riguarda i personaggi femminili sono veramente pochi: Katya, la sorella di Travkin e la signora che presterà loro i 12 cavalli. В повести Э. Казакевича «Звезда» женских персонажей мало, они не интегрируется в общую семантиче- скую парадигму. Например, дважды в повести возникают образы матерей. Сначала в эпизоде «договора раз- ведчиков с хуторянами, в результате которого они приобретают на время 12 лошадей» [2]. Хозяйка, у которой останавливаются разведчики, воспринимается и называется ими по-разному: от нейтрального «бабушка», «старушка», «женщина» до неожиданного – «бандитская мамка» (мнение Мамочкина).38

Vediamo adesso in cosa consiste la forza che ha avuto questo “piccolo” libro non appena uscito e come ha conquistato il lettore.

Poniamo adesso delle domande riguardanti appunto il libro. In questo libro si affrontano temi o problemi che non furono mai affrontati prima d’ora? Così non sembrerebbe. Gli eroi hanno avuto qualche cosa di nuovo nelle loro vite?

Anche a questa domanda possiamo rispondere in modo negativo. 39

38 http://lib.ru/PROZA/KAZAKEWICH/zwezda.txt

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In “Zvezda” vi sono presenti sia temi già affrontati, sia quelli nuovi ma è proprio nel modo in cui vengono affrontati che rende questa opera unica. Il tutto viene vissuto in un modo semplice e da gente semplice.

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CAPITOLO 3 Il genere letterario

Emmanuil Kazakevič entrò a far parte nel mondo della letteratura sovietica come un grande lirico. Parlando della sua prima opera Tvardovskij diceva che a differenza dei suoi colleghi che scrivevano opere, perlopiù cronologiche Emmanuil Kazakevič riuscì a scrivere un nuova opera completamente diversa, nella quale si facevano avanti uno stile poetico della lingua, con elementi

romantico- drammatici.40Egli è riuscito a dare a quest’opera un lato

“romantico” grazie al lessico usato durante la descrizione.

Sarebbe stato sbagliato definire la produzione letteraria di Emmanuil Kazakevič evolutiva come in genere si fa le produzioni letterarie. La sua produzione letteraria ha avuto momenti di “salita” ma altrettanti momenti di “caduta”. Durante la sua carriera l’opera che ha avuto maggior successo è stata appunto la prima - “Zvezda”. Emmanuil Kazakevič avrebbe potuto scegliere un percorso letterario più semplice ma non lo ha fatto perché non

amava nella vita le cose “facili”41

La povest’ di Emmanuil Kazakevič ha come oggetto un gruppo di persone che sono state “prelevate” dal loro quotidiano e messe alla prova. All’interno di questo gruppo tutti vengono messi alla prova, quest’esperienza forma il loro carattere ma alcuni riescono a dare il massimo per il proprio gruppo, mentre

altri si allontanano. Attraverso queste prove essi diventano soldati.42

“Zvezda” è un racconto breve e realistico, il cui ritmo è segnato da un

crescendo culminante quando il comandante Travkin insieme ai suoi ragazzi

40 Slovo o pobediteljach”, A. Bočarov, Chudožestvennaja Literatura, Moskva, 197 c 12 41 А. Бочаров” Слово о победителях”,” Художественная литератур”,а Москва, 1970 c 87 42 http://scjournal.ru/articles/issn_1997-2911_2013_2_33.pdf

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andavano incontro al loro destino tragico. In questo modo “Zvezda” lascia intravedere al lettore le terribili difficoltà della guerra e di conseguenza le loro reazioni. I soldati di E. Kazakevič perdono la vita con estrema facilità, ma vanno incontro alla morte con coraggio. Anticipando in questo modo film occidentali, come per esempio “The keep” (La fortezza, 1983) pieno di molteplici allusioni al soprannaturale, rendendo questa povest’ estremamente distante rispetto alle storie sovietiche del tempo.43 Nel 1941 un reggimento di soldati tedeschi s'installa in un castello della Romania per adibirlo a fortezza. Ma nel castello abita un essere mostruoso che fa strage degli occupanti. Quelli che si salvano lo devono a un essere altrettanto misterioso (probabilmente un

alieno) però benefico che ingaggia una lotta senza quartiere con il mostro.44

Secondo la figlia di E. Kazakevič questa era il prima opera scritta in lingua russa. Quando, infatti a Mosca non avevano una casa, un loro perente ha permesso loro di vivere a casa sua e la stanza era invasa da insetti e proprio in questa stanza Emmanuil Kazakevič cominciò a scrivere “Zvezda”.

Cercheremo di dimostrare che singolarità della posizione occupata da

Emmanuil Kazakevič in tutte le sue opere trattanti la Guerra sta appunto nel fatto che è stato capace di trovare un compromesso tra:

 La letteratura sovietica degli anni 1940-50  La dinamica del genere nella prosa di Guerra

 La capacità nel creare l’immagine ed il linguaggio del saldato

Come ben sappiamo Emmanuil Kazakevič ha scritto in soli quattordici anni ben sette opere. Questo ci fa capire quanto fosse intensa la sua produzione letteraria e quanto egli si dedicasse ad essa.45

43 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis, Marietti 2010, pag. 40 44 http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=9511

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L’originalità nella prosa letteraria di E. Kazakevič si trova soprattutto nella sua abilità dello scegliere il genere letterario per le sue opere. L’autore si muoveva su una scala che andava dal genere minore (racconto, novella) quello medio (povest’) fino ad arrivare a quello maggiore (epopea,

romanzo).46

Infatti secondo Vladimir Maksimov: “Автор не ограничивался

возможностями какой- то одной эпической формы и предпочел путь наиболее сложного развития, предполагающий освоение всей системы актуальных эпических жанров. В рамках та- кого выбора он двигался не по линии перехода от малых (рассказ и новелла) к средним (прежде всего повесть) и большим (эпопея и роман) форматам, сохраняющей последовательность и связность творческой практики, а по своей особой траектории”.47

Il fatto che Emmanuil Kazakevič abbia scelto la povest’ come genere per il suo primo racconto non è un fatto da sottovalutare, poiché la povest’ in quel

periodo cominciava ad essere uno dei generi dominanti.48

Nell’ambito dello studio dei generi letterari la povest’ presenta un elemento di grande originalità. Si tratta infatti dell'unica denominazione letteraria che, al di là dei profondi mutamenti subiti per effetto dell'evoluzione

storico-culturale, ha mantenuto intatta la propria vitalità dall'epoca di Kiev fino ai giorni nostri. L'esplorazione del genere della povest' ha stimolato e continua a

stimolare l’interesse dei numerosi scrittori.49

In età moderna il primo ad addentrarsi in un'indagine ampia ed articolata sul genere della povest' fu V.Belinskij. Nel 1835, in occasione della

pubblicazione delle due raccolte gogoliane “Arabeski e Mirgorod”, il critico osservava: 46 http://www.philology.nsc.ru/journals/spj/pdf/2013_4/2013_4_Maksimov.pdf 47 http://www.philology.nsc.ru/journals/spj/pdf/2013_4/2013_4_Maksimov.pdf 48 Ivi. 49 http://www.europaorientalis.it/uploads/files/1990/1990.1.pdf

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34 “Теперь совсем не то: теперь вся наша литература превратилась в роман и повесть. Ода, эпическая поэма, баллада, басня, даже так называемая, или, лучше сказать, так называвшаяся романтическая поэма, поэма пушкинская, бывало наводнявшая и потоплявшая нашу литературу, -- все это теперь не больше, как воспоминание о каком-то веселом, но давно минувшем времени. Роман все убил, все поглотил, а повесть, пришедшая вместе с ним, изгладила даже и следы всего этого, и сам роман с почтением посторонился и дал ей дорогу впереди себя. Какие книги больше всего читаются и раскупаются? Романы и повести. Какие книги доставляют литераторам и домы и деревни? Романы и повести. Какие книги пишут все наши литераторы, призванные и непризванные, начиная от самой высокой литературной аристократии до неугомонных рыцарей толкуна и Смоленского рынка? Романы и повести. Чудное дело! но это еще не все: в каких книгах излагается и жизнь человеческая, и правила нравственности, и философические системы и, словом, все науки? В романах и повестях.Вследствие каких же причин произошло это явление? Кто, какой гений, какой могущественный талант произвел это новое направление?.. На этот раз нет виноватого: причина в духе времени, во всеобщем и, можно сказать, всемирном направлении.»50

I motivi del tanto clamoroso successo della povest’ andavano individuati nel

“nuovo spirito di tempo” delle nuovo esigenze nel rappresentare la vita

quotidiana più aderente alla realtà.51 I criteri istituiti dal critico, quello

qualitativo secondo il quale romanzo e povest' sono modi di scrittura fondati sulla pratica della finzione, ma tesi a farsi "figure del vero", e quello

quantitativo, secondo il quale la povest' è una forma che partecipa delle qualità del romanzo, ma le realizza in testi di estensione più limitata, hanno

50 http://az.lib.ru/b/belinskij_w_g/text_0320.shtml

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mantenuto a lungo un'indiscussa autorità, per cui i loro limiti, evidenti del resto anche nelle formulazioni avanzate sul problema da altri osservatori -letterari degli anni '20 e '30 del secolo scorso.52

Solo negli anni relativamente recenti che ci si è avviati verso un

approfondimento sulla struttura della povest’, che ha proposto agli studiosi

una visione complessiva del sistema letterario russo.Si ricordino al proposito

associazioni diffusissime quali "povest' stragna", "povest’ divna", `povest' divna i strana", `povest' izrjadna”, povest’ polezna", "povest' blagopolezna", e così via. La gamma del repertorio attesta che la voce, fedele del resto al

proprio significato etimologico, non intendeva rinviare ad un raggruppamento letterario contraddistinto da suoi particolari attributi, ma implicava solo un

riferimento, molto generico, al variegato esito dell'attività narrativa.53

Molti studiosi ritengono che la povest’ abbia cominciato a proporsi come genere letterario nell'accezione che il termine ha assunto in età moderna, nel XVII secolo con opere quali la Povest' o Savve Grudcyne, la Povest' o

Gore-Z1oéastii e la già petrina Povest' o Frole Skobeeve, ma il momento delle

metamorfosi radicali e definitive fu indubbiamente rappresentato dal Settecento.54

Ma nel momento in cui essa andava precisandosi, il quadro teorico tracciato da Kantemir, Lomonosov, Trediakovskij e Sumarokov palesava il diverso grado evolutivo in cui la Russia si situava rispetto agli altri paesi europei, l'Occidente postclassico inviava nuovi apporti, in primo luogo il già ricordato

romanzo.55

Il fatto che Belinskij consideri la povest' un genere d'importazione alla stessa stregua del romanzo e, indagandone le origini, non stabilisca alcun

52 http://www.europaorientalis.it/uploads/files/1990/1990.1.pdf 53 Ivi.

54 Ivi. 55 Ivi.

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collegamento con il passato nazionale suscita una certa perplessità, una spiegazione plausibile è che lo studioso percepisse i connotati della povest' nata fra Sette e Ottocento come talmente nuovi ed originali rispetto al passato

da rendere superflua se non impossibile l'istituzione di un filo evolutivo.56

Analizzando le vie percorse dalla letteratura russa del XIX secolo, alcuni studiosi hanno ritenuto di poter sostenere che nella sua fisionomia moderna il genere della povest' ha mantenuto una certa "memoria" dell'accezione

originaria del termine che lo definisce, nel senso che in via generale ha

continuato a privilegiare un andamento prevalentemente narrativo, preferendo gli elementi dinamici a quelli statici e limitando quanto più possibile il peso

deviante dell'intervento soggettivo.57

La povest’ di Emmanuil Kazakevič non supera le cento pagine questa non era solo una scelta dettata dai parametri imposti ma soprattutto era una scelta dello stesso autore.58

Rimane paradossale il fatto che, la prosa di Guerra dei grandi scrittori del XIX secolo quali: Lermontov, Puškin, Tolstoj, non fosse divenuta richiesta.

Emmanuil Kazakevič ha cercato quindi di mandare un altro messaggio al pubblico di allora, con un gesto molto coraggioso.

56 http://www.europaorientalis.it/uploads/files/1990/1990.1.pdf 57Ivi

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CAPITOLO 4

La storia di “Zvezda”

Se volessimo analizzare questo libro dal punto di vista filosofico possiamo dire che l’uomo viene visto qui come qualcosa di asociale. Una persona non avente un nome da persona, che viene legato alla natura. Sembra quasi uno spirito del bosco. “Zvezda è un racconto breve e realistico, il cui ritmo è segnato da un crescendo culminante con il momento in cui Travkin insieme ai suoi uomini incroceranno le linee tedesche, andando così incontro al proprio destino59

In “Zvezda” troviamo un mondo irripetibile di eroismo e di romanticismo drammatico. Lo stesso Kazakevič in quel periodo scrisse: “Ho liberato nel mare due piccole barchette, ed essi allontanandosi si perdono nel mare pieno di nebbia, diventano non più una mia creazione, ma diventano la proprietà del mare e delle onde. Due piccole vele a malapena si riesco a vedere dalla costa, ma questa costa ha bisogno di avermi tutto. Ed eccomi qui, sono un nuotatore inesperto, fermo sulla costa, pronto a fare un salto nel mare aperto. Provo

paura e piacere nello stesso tempo stando qui esposto al vento”60

Il suo mondo artistico davvero unico veniva accolto con piacere da una parte dei lettori mentre criticato dell’altra. I lettori di allora erano abituati ad un altro modo di scrivere. Si potrebbe dire che “Stella” di Kazakevič e “Nelle trincee di Stalingrado” di V. Nekrasov sono due storie uscite subito dopo la guerra che hanno portato qualcosa di nuovo di realistico ai lettori. Queste due opere vennero però a lungo criticate. Addirittura nel 1951 Stella che ricevette già il premio da parte di Stalin, venne già accolta dal popolo, dai critici

riceveva ancora la critica di avere un approccio troppo astratto - umanistico verso l’uomo. Il nuovo genere quello della povest’ non era molto usata fino ad allora.

59 “E le loro madri piansero”, Frank Ellis edizione italiana, Marietti, 2010, pag. 40 60 “Slovo o pobediteljach”, A. Bočarov, Chudožestvennaja literatura Moskva 1970

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Sembra quasi che l’immagine dal fronte venisse fuori da un altro mondo Il primo capitolo termina con una frase che mette in guardi chi capisce il mondo poetico: “Погоняя лошадь, всматривался Травкин в безмолвную даль древних лесов. Ветер свирепо дул ему в лицо, а кони казались птицами. Запад озарился кровавым закатом, и, как бы догоняя этот закат, неслись на запад всадники.”61

Correndo sul cavallo Travkin cercava di guardare in lontananza nei vecchi boschi.

Il vento soffiava sul suo viso, i suoi cavalli sembravano degli uccelli. L’Ovest si è coperto con un tramonto sanguinario, e come se cercasse di arrivare a quel tramonto, correvano verso l’Ovest.

In quest’opera troviamo una storia decisamente credibile fondata su approfondite competenze strategiche.

Il compito del manipolo, al quale venne assegnata la missione il nome durante la quale era appunto “Stella”, consisteva nel perlustrare l’area in cui e

tedeschi stavano svolgendo i preparativi militari in vista del loro prossimo attacco alle truppe sovietiche. Il compito dei soldati era appunto quello di captare le informazioni segrete circa le intenzioni del nemico usando doti di astuzia e segretezza.

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