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Riqualificazione del Lungomare di Castiglione della Pescaia

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Academic year: 2021

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UNIVERSITÀ DI PISA

Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e

Agro-Ambientali

Corso di Laurea Magistrale in Progettazione e gestione del verde urbano e

del paesaggio

Tesi

Riqualificazione del Lungomare di Castiglione della Pescaia

RELATORE: Prof. Salvatore Brunello Consorti

CORRELATORE: Prof. Paolo Vernieri

CANDIDATO: Simone Piu

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Ringraziamenti

Alla fine del mio percorso universitario mi sento di ringraziare molte persone che mi sono state vicine ed ognuno, a suo modo mi ha aiutato ad eseguire al meglio questo elaborato finale.

In primis desidero ringraziare la mia famiglia che mi ha permesso di intraprendere questa carriera universitaria supportandomi affettivamente ed economicamente. Un ringraziamento particolare va anche all’Arch. Michele Viti, che durante il periodo di tirocinio, svolto appunto nel suo studio MVA Architetti, mi ha trasmesso molte delle sue competenze e mi ha aperto lo sguardo sul mondo del lavoro. Desidero inoltre ringraziare la Signora Grazia Sacchini per le preziose indicazioni in fase di ricerca.

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Sommario

CASTIGLIONE E LA SUA STORIA 4

TRASFORMAZIONE DEL PAESAGGIO DAL ’54 AD OGGI 7

ANALISI DELLA VEGETAZIONE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 9

Aspetti eco-fisiologici 11

VALUTAZIONE DELLA CARENZA DI VERDE URBANO NEL CENTRO ABITATO DI CASTIGLIONE

DELLA PESCAIA 13

STORIA DEL LUNGOMARE 17

I PROBLEMI RELATIVI AL LUNGOMARE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 22

PERCHÈ RIQUALIFICARE VIA ROMA 29

I VINCOLI PAESAGGISTICI DELLA ZONA 30

Vincoli paesaggistici inerenti l’area di intervento 34

LL PROGETTO 42

Lo stato attuale di Via Roma 43

Planimetria generale 44

Le opere a verde 45

Impianti e arredi 47

Rendering 50

TAVOLE FINALI DEL PROGETTO 52

COMPUTO METRICO DI MASSIMA 57

BIBLIOGRAFIA 58

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Castiglione e la sua storia

Castiglione della Pescaia è un comune italiano della provincia di Grosseto in Toscana.Il territorio comunale si estende dalle coste del Mar Tirreno, comprende anche l'Isolotto dello Sparviero e gli Scogli Porchetti, fino alle propaggini sud-occidentali e meridionali di Poggio Ballone, che costituisce l'appendice meridionale delle Colline Metallifere grossetane. Tra il litorale e l'area collinare c’è un’ampia area pianeggiante della Maremma grossetana, occupata in parte da un'area palustre, totalmente inclusa nella riserva naturale Diaccia Botrona. Castiglione della Pescaia è un rinomato paese del litorale toscano a circa 20 Km a nord di Grosseto nella Maremma. Il suo nome antico, Castellione de Piscaria, fa riferimento alla presenza nell’antico borgo medioevale, di un castello e l’attività principale consisteva nella pesca.

L’area pianeggiante che si trova tra Grosseto e Castiglione della Pescaia era anticamente occupata da un lago di acqua salmastra chiamato Prile, che partiva dalla spiaggia ed arrivava fino a 15 chilometri all’interno dell’attuale Maremma. Gli Etruschi occuparono XIII secolo a.C. le due colline a nord e a sud del lago Prile. Questi piccoli insediamenti si svilupparono dando origine a Vetulonia (che comprenderà il territorio di Castiglione della Pescaia) e Roselle (che comprenderà il territorio di Grosseto); entrambe

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5 necessitavano di uno sbocco al mare e si combatterono per anni per conquistare la supremazia sul lago Prile.

Le prime notizie di Castiglione della Pescaia come insediamento urbano si hanno nel IX d.C.; il primo agglomerato risulta di proprietà dei frati di S. Antonio, ma in effetti Castiglione della Pescaia era realmente sotto il dominio di Pisa fino al 1400 circa, quando sarà conquistato dall’esercito di Filippo d’Aragona, cui succedettero per circa un secolo i Piccolomini. Nel 1558 il territorio di Castiglione della Pescaia e l’isola del Giglio furono ceduti alla moglie di Cosimo I dei Medici, Eleonora di Toledo. Durante quegli anni il lago Prile venne sfruttato con l’allevamento del pesce e l’uso dei pascoli particolarmente da quando il Monte dei Paschi di Siena aveva preso in affitto il territorio imponendo una tassa (dogana) per ogni capo portato a pascolare in Maremma. Eleonora di Toledo amò il vecchio borgo di Castiglione tanto da far erigere un palazzo che verrà poi chiamato palazzo Centurioni. Con il passare degli anni il lago Prile si trasformò in palude acquitrinosa creando un habitat favorevole alla zanzara anofele portatrice di malaria. La malaria sarà la malattia che decimerà le popolazioni della Maremma tanto da attribuire all’aria insalubre la “colpa” del morbo. Nel 1700 Castiglione della Pescaia passò sotto il governo degli austriaci Lorena, che intensificarono la bonifica della Maremma. Intorno al 1750 un ingegnere gesuita Leonardo Ximenes ebbe l’incarico di bonificare il padule; egli fece costruire la Casa Rossa con tre archi sull’emissario del lago. Sulle tre arcate furono poste delle cateratte che si aprivano e si chiudevano, riuscendo a muovere le acque putride per eliminare i miasmi irrigare i campi circostanti. Con la scoperta del plasmodio della malaria e la sua associazione alla zanzara anofele (1898) la Casa Rossa perse la sua funzione, fu abbandonata e solo negli ultimi anni restaurata con la sua trasformazione in museo multimediale. Il territorio continuò ad essere modificato ad

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6 opera del Granduca Leopoldo II di Lorena che passò in Maremma molti anni della sua vita fino al referendum per l’ammissione del Granducato al Regno d’Italia (1860). I maremmani ricambiavano l’amore di Leopoldo II e lo avevano soprannominato Canapone per i suoi capelli gialli simili al colore della canapa. A Grosseto, in piazza Dante, fu eretta una statua in cui il Granduca è rappresentato come un uomo forte che schiaccia con un piede un serpente, la malaria, sorreggendo una bella donna, la Maremma, e due bambini che rappresentano i maremmani.

Ciò che adesso appare totalmente naturale agli abitanti o ai turisti che in gran numero visitano il territorio maremmano, non è altro che il frutto di una intelligentissima antropizzazione dei luoghi, la stessa che, in altro luogo ha reso unica la zona del Chianti. La mano dell’uomo non è percettibile anzi, svanisce, facendosi pineta, canale o bosco di pioppo. E se nella “Pioggia del Pineto” di G. D’Annunzio i due amanti metamorficamente divengono essi stessi parte del verde che li circonda, possiamo ben dire che l’opera illuminata di governanti, coadiuvata dalla capacità di ingegneri competenti e geniali si sia trasformata nell’armonico territorio di Maremma: un Paese che, nelle parole di Carducci [Traversando la Maremma toscana] è dolce, fiero e sdegnoso.

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Trasformazione del paesaggio dal ’54 ad oggi

La maglia agraria dei territori è ridisegnata secondo il principio di massima semplificazione. Assistiamo alla trasformazione sia dei terreni di fondovalle o della pianura che, ed è il nostro caso, dei territori collinari.

I terreni ricoperti da vegetazione arborea sono assenti nelle aree di pianura, come si può evincere dalle foto aeree messe a corredo di questo capitolo. La superficie ricoperta dalla macchia mediterranea nel poggio retrostante Castiglione della Pescaia è incrementata e mutata negli anni. Dall’osservazione delle foto appare evidente l’avanzata delle superfici arbustive e boscate a scapito dei piccoli terreni coltivati, si

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8 assiste infatti all’incremento delle specie tipiche e spontanee della macchia mediterranea a spese dei pascoli e dei piccoli appezzamenti coltivati a monocoltura. L’espansione residenziale di Castiglione della Pescaia parte dall’originario paese di pescatori arroccato vicino al Castello. Successivamente sono edificati piccoli blocchi residenziali sia nella lingua di terra prospicente il mare, sia nella modesta pianura alluvionale formata dal fiume Bruna (che era originariamente destinata a terreni coltivati). Si nota la circostanza dell’allineamento di queste aree di espansione residenziale che quasi ricalcano la maglia agraria preesistente.

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Analisi della vegetazione di Castiglione della Pescaia

Durante l’analisi della vegetazione è stata tracciata una linea immaginaria che va da Poggio alle Trincee, circa 300 m s.l.m., fino al mare in un punto di costa sabbiosa di Castiglione della Pescaia. La nostra area risulta coperta principalmente da piante della macchia mediterranea, infatti tutta la zona collinare è occupata da aggregazioni vegetali ben formate di Erica, Ginepri, Cisti, Lentisco, Ginestre e Lecci presenti in gruppi sparsi mescolati al resto delle piante. All’ombra di queste piante vivono strati secondari di vegetazione a seconda del clima: uno strato di arbusti e piccole piante sempreverdi, e uno ancora più basso di erbacee perenni.

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10 Il terreno si arricchisce di vegetazione a seconda del clima e dell’esposizione, del tipo di suolo e dell’altitudine. Poiché in Maremma per lungo tempo l’uomo ha utilizzato le risorse della macchia, senza per questo intaccarne i cicli rigenerativi, è raro incontrare aree dove la macchia raggiunge il suo climax, cioè il punto terminale stabile della sua successione evolutiva. In primavera questo tipo di vegetazione si inserisce nel panorama naturale delle colline con “pennelate” di colore che variano dal giallo delle ginestre, al rosa e al bianco dei cisti; durante il resto dell’anno la Macchia riveste le colline di un “mantello verde”.

Il bacino del Mare mediterraneo, la California, il Cile, il Sud Africa e l’Australia sud occidentale sono zone geografiche che ospitano un clima e una vegetazione di tipo mediterraneo. Queste zone sono comprese tra il 30° e i 45° di latitudine ma la maggiore estensione è riscontrabile nel bacino del Mediterraneo. Il clima mediterraneo può essere definito come un punto mediano fra un clima temperato e tropicale arido, con piogge invernali, forte aridità estiva, estati calde e inverni che possono variare da miti a freddi. Nel clima Mediterraneo non sono presenti elevate escursioni termiche e sono presenti rarissime gelate o climi nevosi. Nelle zone a clima Mediterraneo sono presenti foreste sempre verdi e arbusti con foglie coriacee.

La macchia mediterranea in Italia è caratterizzata dall’incontro fra la flora iberica e nord africana e quella balcanica e asiatica.

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11 Aspetti eco-fisiologici

Le specie costituenti la macchia mediterranea hanno sviluppato le strategie di resistenza e tolleranza per poter sopportare ai lunghi periodi di siccità estiva. Con la “resistenza” la pianta mette in atto una serie di strategie per evitare lo stress; con la tolleranza invece le piante continuano a svilupparsi normalmente nonostante la situazione climatica avversa. Nella strategia della resistenza si possono includere la caduta delle foglie, la riduzione della traspirazione, ecc.; con la tolleranza invece la pianta si oppone alla disidratazione con proprietà che ancora non sono chiare agli studiosi. Con la sclerofillia, l’ispessimento delle foglie, la specie vegetale riesce ad adattarsi al clima mediterraneo. E’ stato accertato che tale ispessimento è la risposta alla aridità estiva del clima mediterraneo, anche se tale strategia adattativa è presente in regioni caldo-umide (Isole Canarie). Si è dunque ipotizzato che la sclerofillia era tipica delle strutture vegetative delle zone umide che in seguito si sono acclimatate nei climi più aridi. La sclerofillia è inoltre un’ulteriore risposta adattativa a terreni poveri di fosforo e azoto.

Queste specie hanno una peculiarità: la foglia è composta da uno spesso strato di cuticola e da un mesofillo denso. Questa struttura fa si che gli spazi intracellulari siano scarsi con la conseguente difficoltà di scambi gassosi. Ciò che permette alla foglia di non traspirare eccessivamente e allo stesso tempo ne impedisce una normale attività fotosintetica e quindi una crescita costante. La scleroffilia produce foglie impregnate di sostanze protettive che però assorbono molta energia alla pianta limitandone la crescita. Durante le ore più calde della stagione arida la pianta reagisce chiudendo gli stomi e tale “blocco” può portare ad un vero e proprio “letargo” estivo.

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12 La macchia mediterranea blocca la sua attività vegetativa durante l’estate e la riprende durante l’autunno e l’inverno. Le piante mediterranee hanno radice estese e profonde in modo tale che possa esserci la fotosintesi anche in presenza di totale carenza idrica.

Immagine tratta da “Le specie arbustive della macchia mediterranea un patrimonio da

valorizzare

La valorizzazione delle specie della vegetazione mediterranea ha un’importanza strettamente connessa al suo interesse naturalistico, ambientale (lotta contro l'erosione

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13 e la desertificazione) ed estetico-turistico, che sono gli aspetti attualmente più importanti anche dal punto di vista economico.

Valutazione della carenza di verde urbano nel centro abitato di

castiglione della pescaia

Avvicinandosi al centro abitato iniziamo a notare una vegetazione antropica tipica delle aree urbanizzate, con viali alberati, bordure e aiuole di specie annuali e poliennali. L’immagine di cui appresso relativa al più recente Regolamento Urbanistico del comune di Castiglione della Pescaia, certifica quanto il verde urbano sia una parte minima rispetto al resto.

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14 La carenza di verde è soprattutto sentita da chi vive nell’abitato urbano dove spesso la massiccia edificazione è caratterizzata dalla totale soppressione della vegetazione e da una insufficiente programmazione di verde ornamentale, sia pubblico che privato. Il cittadino avverte e manifesta la necessità di spazi verdi godibili e adeguati alle proprie esigenze; questo bisogno di parchi, giardini, viali, nasce dalle molteplici funzioni che il verde urbano assolve. La funzione estetica è naturalmente sempre importante perchè le strutture arboree, arbustive e tappezzanti formano, insieme a piazze e strade, gli spazi aperti della città contribuendo al quadro paesaggistico urbano. Oggi però il verde non è richiesto solo per una funzione estetica, in quanto deve adempiere a svariati altri compiti con effetti sia a livello biologico che psicologico, tutti ricollegabili comunque al miglioramento della qualità di vita dell’uomo. Le piante inserite in un contesto urbano hanno, infatti, la capacità di depurare l’aria, fissare gas e particolato aerodisperso, diminuire l’inquinamento acustico, di svolgere un’azione termoregolatrice del microclima cittadino. Ma un ruolo diventato sempre più importante negli ultimi anni è quello sociale: la fruizione di spazi verdi ha una provata azione distensiva sull’uomo stressato dai ritmi della vita, offrendo una sensazione di tranquillità, di distensione e di riconciliazione con la natura. Inoltre, gli spazi verdi in città hanno il ruolo di fungere da ritrovo per i giovani e gli anziani, di luogo per svolgere attività sportiva e ricreativa. La scelta delle specie da utilizzare quando si progetta un’area verde dipende dagli scopi che si vogliono ottenere. In generale, sarebbero da preferire specie autoctone nell’ambito di interventi con prevalente finalità naturalistico-ambientali che possono svilupparsi anche in ambienti artificiali e fortemente stressati, mentre l’utilizzo di specie

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15 naturalizzate e/o esotiche dovrebbe essere limitato ad interventi di ridotta estensione e con prevalente finalità estetico-ornamentale.

Aree verdi urbane di Castiglione della Pescaia

In questo lavoro una parte dell’area presa in considerazione è occupata dalla spiaggia; la sua forma tende a raggiungere una sorta di equilibrio tra erosione marina e apporto di detriti solidi, creando una linea che in presenza di mari profondi e mossi, per molti giorni dell’anno come è il caso del Tirreno, assume in generale la forma di un’ampia curva o “falcata” concava perfettamente regolare e uniforme. Trascinata dalle onde la sabbia si sposta incessantemente in tutto l’arco della spiaggia, per cui in ogni punto, a un certo quantitativo di sabbia in arrivo corrisponde un uguale volume di sabbia asportata.

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16 La maggior parte delle persone considera questi come luoghi destinati a puro scopo ludico e ricreazionale, con scarso (e talvolta assente) rispetto del loro elevato valore naturalistico. I danni più gravi sono legati all’affollamento nei mesi primaverili-estivi, quando migliaia di persone si riversano in una ridotta area di arenile, calpestando le aree di battigia e la bassa vegetazione pioniera. Oggi però, viste le alterazioni e “manomissioni” operate dall’uomo, è abbastanza difficile riscontrare un sistema litoraneo nelle condizioni originarie.

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Storia del lungomare

L’argomento della mia tesi è la riqualificazione del Lungomare di Castiglione della Pescaia (Via Roma). Coerentemente a ciò che ho sopra esposto la mia idea è quella di riproporre nel verde pubblico essenze e specie autoctone, che sono spesso trascurate per far posto a piante alloctone o esotiche. Ma prima di esporre la mia proposta di un lungomare “Mediterraneo” accennerò brevemente le origini di Via Roma dal periodo fascista ad oggi.

Esaminando la cartografia originale dei fogli 102 -106 reperiti sia all’Archivio di Stato (che conserva i documenti relativi al vecchio catasto terreni e urbano) che all’Agenzia del Territorio di Grosseto; si sottolinea che nel 1927 il Lungomare di castiglione non esisteva, la spiaggia arrivava alle propaggini delle case.

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18 Negli anni ’30 fino al 1940 circa Via Roma risulta in costruzione come ben documentato dalle cartoline d’epoca che si osservano in seguito.

Spiaggia Castiglione anni ‘30

Spiaggia Castiglione anni ’30-40

L’esame dei fogli catastali 102-106 del 1940 rileva la presenza di Via Roma costruita fino al primo lotto.

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19 Foglio 102 del 1940

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20 La ricerca svolta presso l’ufficio urbanistica del comune di Castiglione della Pescaia, tesa al reperimento di documenti ufficiali che spiegassero l’origine del Lungomare stesso, ha dato esiti negativi.

Agli inizi degli anni ’50 il Lungomare si presenta quasi nella forma odierna; sono presenti lampioni, bordure e le giovani piante. La strada non risulta più in terra battuta ma asfaltata. Dall’esame delle foto d’epoca del primo tratto non sembrano previsti luoghi di sosta ludici o ricreativi.

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21 Ciò che mancava nel 1950 è presente ai giorni nostri; Via Roma appare corredata di panchine che costeggiano il lato rivolto verso mare. Esiste inoltre un piccolo parco giochi sempre frequentato nelle ore pomeridiane.

Il Lungomare di Castiglione della Pescaia è stato per anni “incoronato” come il “fiore all’occhiello” della Maremma, ed il comune da anni viene premiato con le Bandiere Blu, un riconoscimento assegnato ai comuni rivieraschi e agli approdi turistici in 49 paesi dalla Foundation For Envirornmental Education, fondata nel 1981.

Via Roma attualmente è un Lungomare molto frequentato a qualsiasi ora del giorno e della notte limitatamente ai mesi estivi. La strada inizia in Piazza Orsini, vecchia sede del comune di Castiglione della Pescaia, e a circa un terzo della sua lunghezza è corredata da ampi spazi verdi costituiti da prati calpestabili con specie esotiche. E’ lunga circa 1 km e finisce con l’asfalto che si perde in una duna di sabbia. Ne viene fatto un uso pedonale e ciclabile e costituisce l’affaccio di numerosi ristoranti e gelaterie. Nel periodo di maggiore frequentazione estiva varie zone del lungomare sono animate da intrattenimenti musicali che si tengono di sera negli stabilimenti balneari situati lungo costa. La massiccia presenza di strutture ricettive (stabilimenti balneari, gelaterie, ristoranti ecc..) porta inevitabilmente alla comparsa dei cassonetti dei rifiuti che occupano parte della carreggiata. Gran parte della via è illuminata da lampioni posti solo da un lato; anche le panchine hanno la stessa collocazione e sono orientate sia con la vista mare che con quella verso l’interno di via Roma stessa.

Dal punto di vista vegetazionale il Lungomare è costeggiato da un'unica fila di Tamerici sul lato mare, mentre dalla parte opposta manca tale uniformità.

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22 Il piccolo parco giochi per i bambini è situato in uno spazio verde costituito da prato e sabbia.

Piazza Orsini Fine Via Roma

I problemi relativi al Lungomare di Castiglione della Pescaia

L’aspetto di Via Roma come sopra descritta evidenzia numerosi problemi sia dal punto di vista delle sistemazioni del verde che da quello dell’arredo esterno. La posizione delle tamerici, solo su un lato, non garantisce un’ombreggiatura sulla passeggiata durante i mesi estivi, con il risultato che camminare lungo via Roma significa esporsi al soleggiamento intenso senza possibilità di frescura o riparo. La passeggiata nel Lungomare diventa quindi disagevole durante il giorno e conseguentemente è poco frequentata durante le ore più calde del giorno. Il parco giochi dedicato ai bambini è esso stesso esposto completamente al sole e non presenta alcuno albero che permetta una buona ombreggiatura; gli scivoli, le altalene e gli altri attrezzi ludici sono

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23 surriscaldati e quindi, per gran parte del giorno, quasi inutilizzabili. Le poche aree verdi presenti sul Lungomare appaino degradate per la scarsa cura riservata al tappeto erboso che presenta aree disseccate, altezze di taglio incongrue e altre problematiche dovute alla carente manutenzione.

Aree verdi del Lungomare Castiglione della Pescaia

Durante i vari sopralluoghi estivi ho potuto costatare come non sia stato progettato un qualsiasi impianto di irrigazione che garantisca un adeguato equilibrio fisiologico alla copertura vegetale; in realtà l’acqua indispensabile per l’irrigazione è portata con un camion-cisterna con pompa erogatrice.

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24 Per quanto riguarda la scelta delle specie arboree è stata inspiegabilmente data la precedenza a specie esotiche: la Phoenix dactylifera e la Cycas revoluta ottenendo un effetto di straniamento rispetto al panorama circostante. La messa a dimora di tali specie esotiche presenta il rischio di malattie quasi indebellabili e che richiedono cure particolari. Si pensi, ad esempio, al Rhynchophorus ferrugineus, comunemente noto come punteruolo rosso, la cui forza distruttrice e diffusione in Italia e nel mondo impone di seguire il decreto di lotta obbligatoria (DECRETO 9 novembre 2007 - Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus (Olivier). Recepimento decisione della Commissione 2007/365/CE. (Pubblicato sulla G.U. n. 37 del 13-2-2008).

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Aree verdi del Lungomare Castiglione della Pescaia

In merito all’arredo si evidenzia che i lampioni sono posti per un lungo tratto da un unico lato e non garantiscono un’appropriata illuminazione notturna. Così come nelle ore più calde la passeggiata risulta quasi deserta per la mancanza di ombreggiatura paradossalmente di notte la mancanza di luce produce gli stessi risultati. Infatti gran parte dei frequentatori serali della passeggiata transitano su Via Roma solo per raggiungere le varie gelaterie, ristoranti o stabilimenti balneari; il Lungomare non è quindi uno spazio vivibile nè vissuto ma risulta solo una via di transito.

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26 Vista notturna del Lungomare di Castiglionedella Pescaia

Le panchine che sono posizionate sul lato mare si Via Roma sono in calcestruzzo, orientate verso la spiaggia o verso l’interno. La scarsa manutenzione delle siepi, sempre troppo alte rispetto alla seduta impedisce la visione del panorama, limitando lo sguardo al solo verde del Pittosporum spp., generalmente chiamato Pittosporo, con effetti a dir poco surreali. La scelta del materiale delle panchine, il calcestruzzo, fa sì che esse siano troppo surriscaldate durante l’estate e freddissime durante l’inverno. Il loro colore bianco-grigiastro è anche un invito per tutti i writers che frequentano la poco illuminata via durante la notte.

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27 Per quanto riguarda la manutenzione della sede stradale, in più punti si nota che l’asfalto è molto usurato per la scarsa manutenzione dello stesso. Come abbiamo sopra esposto il Lungomare è percorribile sia a piedi che con mezzi autorizzati su ruote anche non motorizzate. Questo crea confusione, sovraffollamento e anche pericolo per i pedoni. La scelta dell’asfalto contribuisce al surriscaldamento dell’aria durante la stagione estiva.

Un altro problema piuttosto evidente e di scadente impatto estetico è quello dei cassonetti per la raccolta dei rifiuti disposti lungo la sede stradale. Tralasciando

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28 l’evidente inappropriatezza dei manufatti, sottolineo anche l’odore che si sprigiona da questi durante i mesi più caldi. La soluzione non è facilmente percorribile in quanto la raccolta dei rifiuti è molto onerosa e difficilmente gestibile; non si capisce perchè non si sia voluto ricercare un’alternativa alla semplice installazione dei cassonetti sulla strada. Se questo è comprensibile nelle vie delle città, ciò non è ammesso in una passeggiata che vuole essere la cartolina di un Paese di mare che aspira ad essere uno dei posti turistici migliori della Toscana e d’Italia.

E per concludere la disamina dei problemi del Lungomare vale qui sottolineare anche come si conclude la Via Roma nel suo tratto terminale; l’asfalto si perde senza soluzioni di continuità nella spiaggia con un effetto sciatto di incompiutezza.

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Perchè riqualificare Via Roma

Oltre alle problematiche evidenziate nel capitolo precedente, il vero motivo per il quale ho proposto della riqualificazione di Via Roma sta nel fatto che essa è una strada strategica e basilare per l’intero Paese di Castiglione della Pescaia. Ciò che io vedo nel futuro è un Lungomare non più adibito solo a strada di transito, un non luogo in cui si passa da un esercizio commerciale ad un altro ma un punto di sosta e di incontro per i frequentatori. Vorrei fare di questa via una nuova “Agorà” in cui la gente si incontra, comunica e può godere di eventi socializzanti (piccoli mercati, musica dal vivo etc.). Intendo ricreare un luogo “vivo” sia d’estate per i turisti che d’inverno con i paesani o gli abitanti delle città vicine. Per seguire un pratico principio filosofico quello del rasoio di Occam (la soluzione più vera è quella più semplice), intendo riportare gran parte della vegetazione autoctona negli spazi verdi del Lungomare. Il beneficio è subito evidente: la vegetazione autoctona si ambienta più velocemente e in modo migliore rispetto a quella

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30 alloctona, ha minori costi in quanto in quanto costituita da specie più rustiche e adatte al nostro microclima e costituisce un naturale prosieguo della vegetazione che fa da cornice al lungomare. Non è trascurabile inoltre il fatto che la presenza delle nostre specie autoctone possa essere un valido modo per farle conoscere ai vari turisti per promuoverle magari anche all’estero.

Se come dice Dostoevskij: “la bellezza salverà il mondo”, io credo fermamente nel fatto che un luogo bello e gradevole spinge l’uomo a viverci e il contornarsi di posti esteticamente attraenti e quindi fa si che l’uomo tiri fuori il meglio di sè. In quest’ ottica intendo sviluppare il mio progetto: il Lungomare di Castiglione della Pescaia sarà un luogo piacevole da frequentare, rilassante, vitale e sembrerà un piccolo parco naturale apparentemente spontaneo tracciato però una mano umana guidata dall’amore per il verde e per gli uomini.

I vincoli paesaggistici della zona

Il vincolo paesaggistico è uno strumento previsto dalla legislazione italiana per tutelare gli immobili e le aree di maggior pregio paesaggistico. La finalità è quella di mitigare l’inserimento di opere edilizie e infrastrutture in questi spazi: non si preclude comunque del tutto la possibilità di costruire, ampliare ed edificare, ma tutto ciò va fatto secondo indicazioni e parametri tali che gli interventi non possano danneggiare il pregio paesaggistico e ambientale della zona, ma invece ne rispettino e ne preservino il valore.

La norma di riferimento principale in merito al paesaggio è costituita dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (nel seguito Codice), di cui al D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.

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31 42, in vigore dal 1° maggio 2004.Sono riportati, in seguito alcuni articoli di particolare importanza per questo progetto.

Art. 136. Immobili ed aree di notevole interesse pubblico [Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137]

1. Sono soggetti alle disposizioni di questo Titolo per il loro notevole interesse pubblico:
(comma così modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 63 del 2008)

a) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali;


b) le ville, i giardini e i parchi, non tutelati dalle disposizioni della Parte seconda del presente codice, che si distinguono per la loro non comune bellezza;


c) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici;


d) le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.

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32 Art. 142. Aree tutelate per legge [Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137]

(articolo così sostituito dall'art. 12 del d.lgs. n. 157 del 2006, poi modificato dall'art. 2 del d.lgs. n. 63 del 2008)

1. Sono comunque di interesse paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo:

a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare;

b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; 


c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; 


d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; 
 e) i ghiacciai e i circhi glaciali; 


f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; 


g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; 


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33 i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal d.P.R. 13 marzo 1976, n. 448; 


l) i vulcani; 


m) le zone di interesse archeologico.

2. La disposizione di cui al comma 1, lettere a), b), c), d), e), g), h), l), m), non si applica alle aree che alla data del 6 settembre 1985:

a) erano delimitate negli strumenti urbanistici, ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone territoriali omogenee A e B; 


b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone territoriali omogenee diverse dalle zone A e B,

limitatamente alle parti di esse ricomprese in piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state concretamente realizzate; 


c) nei comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n. 865.

3. La disposizione del comma 1 non si applica, altresì, ai beni ivi indicati alla lettera c) che la regione abbia ritenuto in tutto o in parte, irrilevanti ai fini paesaggistici

includendoli in apposito elenco reso pubblico e comunicato al Ministero. Il Ministero, con provvedimento motivato, può confermare la rilevanza paesaggistica dei suddetti beni. Il provvedimento di conferma è sottoposto alle forme di pubblicità previste dall'articolo 140, comma 4.

4. Resta in ogni caso ferma la disciplina derivante dagli atti e dai provvedimenti indicati all'articolo 157.

(34)

34 Vincolo idrogeologico (R.D.L. 3267/23)

Il Vincolo Idrogeologico, istituito con il R.D.L. 30 dicembre 1923 n. 3267, ha come scopo principale quello di preservare l’ambiente fisico e quindi di impedire forme di utilizzazione che possano determinare denudazione, innesco di fenomeni erosivi, perdita di stabilità, turbamento del regime delle acque ecc., con possibilità di danno pubblico. Partendo da questo presupposto detto Vincolo, in generale, non preclude la possibilità di intervenire sul territorio. Le autorizzazioni non vengono rilasciate quando esistono situazioni di dissesto reale, se non per la bonifica del dissesto stesso o quando l’intervento richiesto può produrre i danni di cui all’art. 1 del R.D.L. 3267/23.

Vincoli paesaggistici inerenti l’area di intervento

L’articolo 136 D.lgs. n. 42/2004 si articola nella zona presa in oggetto con il D.M 9/04/63 126, riguardante il comune di Castiglione della Pescaia per una superficie complessiva di ha 439,26.

Il vincolo si estende nel comune di Castiglione della Pescaia a monte e a mare della strada provinciale. La motivazione che ha originato la necessità del vincolo è che […] la zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, con i suoi monti coperti dalla tipica macchia mediterranea degradanti verso il mare, forma un quadro naturale di eccezionale bellezza panoramica, godibile da numerosi punti di vista accessibili al pubblico.

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(37)

37 Estratto Art. 136

All’interno dell’articolo 142 Aree tutelate per legge, è stata rinvenuta unicamente la lettera “a” (i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare) di detto articolo.

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(39)
(40)

40 Estratto Art. 142

Dalla disamina degli articoli sopra descritti, risulta evidente che le linee guida che hanno informato il lavoro di riqualificazione sono sostanzialmente quella della Regione Toscana. C’è un evidente concordanza d’intenti nella salvaguardia della vegetazione autoctona, della conservazione dell’ambiente naturale con limitati ed opportuni interventi antropici, che fanno di Castiglione della Pescaia e del territorio circostante uno dei più tipici ed unici paesi della Maremma grossetana e della Toscana.

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41 Il Vincolo idrogeologico è riportato nel REGOLAMENTO COMUNALE PER IL VINCOLO IDROGEOLOGICO (L.R.T. 39/2000 e D.P.G.R. 48/R) (Approvato con Delibera C.C. n. 75 del 25/11/2004).

Art. 1
Ambito di applicazione

Il presente Regolamento si applica nel territorio del Comune di Castiglione della Pescaia soggetto al Vincolo Idrogeologico, ai sensi del R.D.L. n. 3267 del 30/12/1923 e dalla Legge Forestale L.R.T. 39/2000 e successive modifiche ed integrazioni (in seguito “Legge Forestale”), ed è redatto nel rispetto dell’art.40 e successivi della stessa legge e del suo Regolamento di Attuazione, approvato con D.P.G.R. del 08/08/2003 n. 48/R (di seguito “Regolamento Forestale”).

Ecc..

(42)

42

ll progetto

Il progetto prevede una suddivisione di Via Roma in 5 tratti di 220 metri circa. Il progetto è composto da nove tavole:

1. Lo stato attuale di Via Roma 2. La planimetria generale 3. Le opere a verde 3.1. Tratto1 3.2. Tratto 2 3.3. Tratto 3 3.4. Tratto 4 3.5. Tratto 5

4. Gli impianti e arredi 5. Rendering

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43 Lo stato attuale di Via Roma

La tavola dello Stato attuale descrive l’area d’intervento in oggetto con particolare rilievo per i punti critici che necessitano di una profonda riqualificazione.

Nel disegno sono focalizzati otto punti di vista esemplificati con altrettante fotografie. Di seguito è riportato un estratto della tavola del tratto più a Nord di Via Roma, quello che termina nell’arenile.

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44 Planimetria generale

Nella tavola della planimetria generale è rappresentato a “grandi linee” gran parte del progetto; sono infatti riportate tutte le piante arboree previste (Nerium oleander L.,

Arbutus unedo L., Prunus pissardi L., Tamarix africana Poir) e gli arredi che poi

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45 Le opere a verde

Nel progetto sono state scelte varie essenze vegetali, in base alla resistenza alla salinità, alla siccità, al colore del fogliame e al colore del fiore. Le piante sono state raggruppate in tre sequenze che si ripeteranno lungo i cinque tratti progettati. Le sequenze sono composte da tre piante ciascuna:

 Sequenza 1: Rosmarinus officinalis L., Santolina chamaecyparissus L., Cistus

incanus L.

 Sequenza 2: Myrtus tarentina L., Lavandula officinalis C., Westringia fruticosa L.  Sequenza 3: Myrtus communis L., Teucrium fruticans L., Senecio vira vira L.

Per quanto riguarda le specie arboree sono state scelte le seguenti piante:  Nerium oleander L.

 Arbutus unedo L.  Prunus pissardi L.

 Tamarix africana Poir. (quest’ultima verrà impiantata sul lato mare della via)

Relativamente alla zona occupata dal parco giochi è stata pensata una “recinzione arbustiva” di Buxus sempervirens L. di un’altezza non superiore ad 1,20 m per poter permettere il controllo dei frequentatori anche a debita distanza.

L’idea cardine di questa Tesi è che la zona verde di Via Roma sia collegata al paesaggio toscano e maremmano non ignorando il benessere delle piante che debbono sopravvivere in zona tipicamente mediterranea. La soluzione è stata subito evidente; la

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46 sostanza diviene qui forma poiché impiantando nel terreno essenze adatte e autoctone si è trovato un collegamento con la zona circostante.

L’idea di ripopolare il verde di Via Roma con specie facilmente reperibili nella Macchia mediterranea darà cosi la forma a questa nuova zona verde; chi passeggerà nel litorale penserà di trovarsi in un ambiente si antropizzato ma al tempo stesso naturale.

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47 Impianti e arredi

Nell’apposita tavola redatta allo scopo, sono rappresentate le scelte progettuali riguardanti l’impiantistica elettrica e gli elementi di arredo (cestini, aree ludiche, cestini ecc.)

Per quanto riguarda la pavimentazione della strada l’idea è quella di realizzarla con autobloccanti, che sono elementi prefabbricati industrialmente in calcestruzzo vibro compresso che sono posati a secco su un letto soffice di sabbia di frantoio. La forma è solitamente di tipo geometrico (rettangolo, quadrato, ecc.) con spessore medio di 6 cm, i colori vanno dal grigio al colorato, la finitura superficiale può essere al quarzo, bocciardata, anticata, ecc. I pavimenti realizzati con elementi autobloccanti hanno la caratteristica di aver un buon rapporto costo /qualità oltre a numerosi altri vantaggi.

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48 Un fattore molto importante è che questo tipo di pavimentazione si riesce ad adattare al meglio in qualsiasi contesto; dal giardino di una villa antica alla piazza di una città. Una caratteristica non banale di questi elementi è la capacità di assumere ampissime gamme di colori e forme perciò riescono ad adattarsi al meglio a qualsiasi contesto nel quale sono applicati. Le pavimentazioni autobloccanti hanno inoltre una caratteristica unica cioè è la possibilità di effettuare interventi senza dover “smantellare” tutta la strada; ad esempio per la riparazione di una condotta presente sotto la pavimentazione, basta semplicemente smontare e rimontare i masselli autobloccanti, con gli evidenti vantaggi di risparmio economico. Legato a questo ultimo punto si aggiunge anche un vantaggio estetico in quanto, successivamente al ripristino, non si noteranno le classiche “toppe” come purtroppo avviene con tutte le altre pavimentazioni.

Gli autobloccanti consentono di poter transitare subito dopo la posa in opera, in quanto rimangono allineati grazie al sostegno reciproco degli uni sugli altri.

Infine per quanto riguarda la permeabilità della pavimentazione che se opportunatamente progettata può raggiungere indici del 70%.

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49 Altre componenti fondamentali per la fruizione completa del lungomare, sono le panchine, i cestini ed i lampioni. La scelta è ricaduta sulle seguenti tipologia come riportata dall’estratto seguente.

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50 Rendering

Per quanto riguarda l’ultima tavola dell’elaborato sono stati utilizzati vari software per la creazione di un modello tridimensionale che successivamente è stato renderizzato. Il rendering consente di produrre immagini e video in Computer Graphic delle scene tridimensionali del tutto realistiche.

La modellazione tridimensionale è stata realizzata mediante il software AutoCad, che ha consentito un’esecuzione più efficiente ed agevole.

Per effettuare i rendering che dessero mimetica della realtà è stato importato il file in formato DWG di AutoCad nel software 3DS Max.

L’utilizzo di tale software ha permesso una più accurata scelta dei materiali, delle luci e delle ombre; tutto questo supportato dalla possibilità di utilizzare cineprese che consentono svariate inquadrature anche di uno stesso oggetto.

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51 E’ stato utilizzato anche Photoshop per la regolazione delle immagini (bilanciamento colori, saturazione ecc..) e per i fotomontaggi, soprattutto dove si è riscontrata una difficoltà nella renderizzazione di alcuni soggetti.

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Tavole finali del progetto

Tavola 1: Stato attuale

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53 Tavola 3: Opere a verde (Tratto 1)

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54 Tavola 5: Opere a verde (Tratto 3) con allegato schema di piantumazione

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55 Tavola 6: Opere a verde (Tratto 4)

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56 Tavola 8: Impianti e arredi

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Computo metrico di massima

Fonte dati: Prezziario Assoverde Computo metrico di massima

Indicazione lavori U.M. Quantità Importo

Pavimentazione (demolizione e posa di nuova pavimentazione compreso cordoli e accessori) mq 9.255 925.500,00 € Arredi a.c. 1 6.000,00 € Opere a verde

Prato (fornitura e posa in opera) mq 4.250 29.750,00 €

Specie arboree (fornitura e posa in opera) cad. 88 3.200,00 € Specie arbustive (fornitura e posa in

opera) cad. 26.000 208.300,00 €

Impianto irrigazione (fornitura e posa in

opera) a.c. 1 41.000,00 €

Impianto illuminazione (fornitura e posa

in opera) a.c. 1 231.000,00 €

Varie a.c. 50.000,00 €

Prestazioni professionali a.c 60.000,00 €

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Bibliografia

CERVELLI C., Le specie arbustive della macchia mediterranea un patrimonio da

valorizzare, Dipartimento Azienda Regionale Foreste Demaniali, Palermo 2005

COLLURA E., INNOCENTI M., INNOCENTI S., Comune di Castiglione della Pescaia: briciole

di storia, e.d. Innocenti, Grosseto 2014

Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42
Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137

http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2004_0042.htm (accesso effettuato il 10 ottobre 2016)

Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico

< http://www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano-paesaggistico> (accesso effettuato il 15 settembre 2016)

MANTOVANI R., ROSSETTI G.: CASTIGLIONE DELLE PESCAIA Guida tutistico culturale, Maremmanews, Grosseto 2012

SANTUCCI M., Castiglione della Pescaia: la storia

https://marcosantucci.wordpress.com/2011/05/03/castiglione-della-pescaia-la-storia/

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