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Giuseppe Peano

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Academic year: 2021

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DOSSIER

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Giuseppe Peano

Nasce a Spinetta (vicino a Cuneo) il 27 agosto 1858 e muore a Torino il 20 apri-le 1932.

Conseguita la maturità al Liceo classico “Cavour” di Torino, si laurea in Mate-matica nell’Ateneo torinese nel 1880, divenendo subito assistente di Enrico D’Ovidio per il corso di Geometria e, dal 1881 al 1890,, di Angelo Genocchi per il corso di Analisi.

Nel 1884 Peano ottiene la libera docen-za in Calcolo infinitesimale. Dal 1886 al 1901 insegna pure all’Accademia mili-tare. Nel 1890 vince la cattedra di Cal-colo infinitesimale, rimasta vacante a causa della morte di Genocchi. Terrà questo corso fino al 1925, quando lo “cederà” a Francesco Tricomi per im-partire le lezioni di Matematiche com-plementari. Nel periodo dal 1908 al 1910, è incaricato anche dell’insegna-mento di Analisi superiore. Il corso gli verrà successivamente tolto per diver-genze di opinioni con i colleghi. Nel 1897, si apre a Zurigo la serie dei Congressi internazionali dei matemati-ci. Gli invited speakers sono 4 e, per

l’I-talia, è Peano ad essere invitato a tene-re una tene-relazione generale.

Autore di una ventina di libri e di oltre quattrocento scritti, l’opera di Peano co-pre diversi settori: dall’Analisi alla Lo-gica, dalla critica dei principi ai fonda-menti della Matematica; dalla Geometria al Calcolo vettoriale, da quello numeri-co alla Matematica attuariale.

Il nome di Peano è legato a numerosi risultati divenuti ormai classici. Fra quelli più celebri si ricordano la curva piana continua che riempie un qua-drato, gli assiomi per i numeri naturali, il noto teorema sull’esistenza della so-luzione del “problema di Cauchy” per le equazioni differenziali ordinarie, il metodo delle approssimazioni succes-sive per la risoluzione delle stesse equazioni differenziali, la dimostra-zione di alcuni importanti teoremi sul Calcolo differenziale e integrale, sulle serie di Taylor e sui wronskiani, gli studi sul concetto di limite, sul resto nelle formule di quadratura, sulle ap-prossimazioni numeriche, sulla solu-zione approssimata delle equazioni

al-gebriche e quelli sul princi-pio di Zermelo e sulle antinomie. Peano è conosciuto anche come pionie-re nei campi della Logica e dei fonda-menti della Matematica. Il progetto più ambizioso, cui dedica tutte le sue ener-gie a partire dal 1891, è quello del

For-mulario, che voleva come la sua opera

più importante da lui compiuta: una grande enciclopedia matematica sotto forma simbolica completa, realizzata con l’aiuto di allievi e collaboratori. Durante i cinquant’anni di insegna-mento nell’Ateneo torinese, Peano rie-sce infatti a coinvolgere un folto gruppo di ricercatori e di insegnanti che colla-borano con entusiasmo alle sue inizia-tive. L’attività intensa della “scuola” che si forma sotto la sua guida produce un’importante azione di rinnovamento nell’istruzione secondaria e contribuisce allo sviluppo in Italia delle ricerche di Lo-gica matematica, critica dei principi, fondamenti della Matematica, Calcolo vettoriale, Matematiche elementari e Storia della scienza. A Peano si deve anche un contributo significativo per l’azione di promozione della Mathesis, sin dalla sua fondazione negli ultimi an-ni dell’Ottocento.

E. Luciano - C.S. Roero,

Giuseppe Peano-Matematico e Maestro

P

eano possedeva questa dote meravigliosa: un’affinità con i bam-bini che lo portava a capirli. Cosa negata in genere ai vari pe-dagoghi, retori, sadico-sentimentali. Lui sapeva giocare davvero con un bambino. Faceva allegre gare di velocità correndo giù dallo sca-lone del palazzo, con un bambino che abitava nelle soffitte sopra il suo alloggio del quarto piano.

C

redo che la sua concezione – mai formulata – fosse sostan-zialmente anarchica. Detestava il dogmatismo, il conformismo in tutti i campi. Era fuori del suo tempo, come ogni uomo libero.

M

orì, come è retaggio dei saggi (e dei santi) un giorno di lavo-ro, di vita consueta. Ridendo. Raccontava alla moglie un film che l’aveva molto divertito, e rideva tra colpi dolorosi di tosse. Così se ne andò “plantand ses choux”, come voleva Montaigne.



In alto, la copertina del volume di A. Guerraggio e P. Nastasi sulla storia dei Congressi internazionali dei matematici (in particolare, con la partecipazione di Peano a quello di Zurigo del 1897 e di Parigi del 1900)



Le frasi riportate sono tratte dalla pre-sentazione del volume di H.C. Kennedy,

Peano (Boringhieri ed., Torino 1983), con

presentazione di Lalla Romano.

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lettera matematica

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