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SARMs: una nuova classe di farmaci o sostanze dopanti?

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Academic year: 2021

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UNIVERSITA’ DI PISA

Dipartimento di Farmacia

Corso di Laurea Magistrale in Farmacia

TESI DI LAUREA MAGISTRALE

SARMs: una nuova classe di farmaci o sostanze dopanti?

Relatori Candidato

Chiar.mo Prof. Mario Giorgi Tobia Cioce

Chiar.ma Prof.ssa Lara Testai

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A mio nonno Tobia, a mia nonna Luisa Alla mia famiglia A chi viaggia in direzione ostinata e contraria

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«La realtà è una merda ma non finisce qua Passami il mantello nero, il costume da torero oggi salvo il mondo intero con un pugno di poesie»

(Brunori Sas – Il costume da torero)

«Quando pensi di aver finito, hai appena iniziato» (U2 – Love Is Bigger Than Anything in Its Way)

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Indice

INTRODUZIONE 5 FARMACODINAMICA 11 TOSSICITÀ 15 DETERMINAZIONE 19

PROMESSE TERAPEUTICHE (E ABUSI) 24

ENOBOSARM 28 LIGANDROL 37 RAD140 42 CONCLUSIONI 48 Bibliografia 49 Ringraziamenti 55

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INTRODUZIONE

Con doping (dall’inglese to dope «drogare, trattare con stupefacenti») si intende una “pratica illegale che consiste nell’assunzione da parte di atleti o nella somministrazione agli stessi di droghe, sostanze eccitanti, farmaci, o nel ricorso a pratiche terapeutiche rivolte a migliorare artificiosamente le prestazioni agonistiche” (Treccani, s.d.).

Sin dall’antichità gli atleti che gareggiavano ai Giochi Olimpici usavano medicamenti o preparazioni a questo fine. Col passare dei secoli e con l’aumentare di conoscenze sia di tipo farmacologico che di tipo tecnologico, questo fenomeno ha assunto misure sempre più grandi.

Il punto di svolta nella storia del doping è stato la scoperta e l’isolamento della molecola del testosterone, capostipite degli Steroidi Androgeno-Anabolizzanti (AAS, Androgenic-Anabolic Steroids), avvenuta nel 1935 (Kanayama & Pope, 2018).

Con la scoperta della struttura chimica del testosterone e della sua sintesi, si è aperto così il vaso di Pandora delle sostanze dopanti. Da allora gli AAS vennero usati sempre di più, trasversalmente in tutti gli sport, fino ad assumere in certi casi i contorni di un vero e proprio sistema di doping di Stato. Eclatanti in tal senso sono i casi della Repubblica Democratica Tedesca (DDR, Deutsche Demokratische Republik), la quale, dagli anni ’60 del secolo scorso fino alla sua dissoluzione nel 1990 e soprattutto alle Olimpiadi di Monaco 1972, è riuscita a conquistare un numero enorme di ori ai Giochi Olimpici (258) in rapporto ad una popolazione di soli 17 milioni di abitanti (Fitch, 2008) e, più recentemente, della Russia, dove è stato sviluppato un sistema molto complesso di doping di Stato per trionfare alle Olimpiadi di Londra 2012 e Sochi 2014 (Fogel, 2017).

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6 Nel 1967 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha iniziato la sua battaglia contro il doping proibendo in prima istanza gli AAS nel 1974 e, successivamente, istituendo tutta una serie di enti deputati alla ricerca antidoping; fino alla fondazione dell’Agenzia Mondiale Anti Doping (WADA, World Anti-Doping Agency) nel 1999, la quale aveva e ha l’obiettivo di coordinare a livello mondiale la lotta contro il doping (Fitch, 2008). Ogni anno la WADA stila e pubblica una lista contente tutte le sostanze il cui uso è proibito sia prima che durante le varie competizioni (WADA, What is Prohibited) e periodicamente rivede ed aggiorna il codice su cui si basa il programma dell’antidoping mondiale (WADA, 2021 Code Review).

Con il passare degli anni gli AAS non sono rimasti più un’esclusiva degli atleti professionisti, anzi, sono stati sdoganati tra gli atleti anche a livello amatoriale, arrivando in certi casi a vere e proprie dipendenze, ed entrando a far parte della cultura popolare (Kanayama & Pope, 2018), come mostrato nello

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7 Schema 1: Cronostoria degli AAS e del loro impatto sulla società, dall’isolamento della molecola

del testosterone nel 1935 fino ad oggi (Kanayama & Pope, 2018).

L’aumento della massa e della forza muscolare, l’aumento della densità ossea e la capacità di recuperare più velocemente da allenamenti pesanti, potendo ripeterli effettuando brevi periodi di riposo, sono alcuni degli aspetti che fanno sì che l’uso degli AAS sia trasversale in tutti gli sport (Fitch, 2008). Addirittura in certi casi gli atleti per poter assumere “legalmente” gli AAS ricorrono all’esenzione per uso terapeutico (TUE, Therapeutic Use Exemption),

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8 ovvero una prescrizione medica che consente l’uso di sostanze dopanti entro certi limiti dal momento che l’atleta ha una determinata patologia che può essere curata solo con sostanze che sono classificate come doping (Alquraini & Auchus, 2017). Per poter ovviare a questo espediente e far sì che le TUE non siano rilasciate facilmente e si possa garantire un livello di competizione il più pulito possibile, la WADA ha messo a punto un protocollo standard da seguire per il rilascio di una TUE (WADA, Therapeutic Use Exemption).

L’uso degli AAS sia a scopo terapeutico che dopante è arrivato ad un punto di svolta a fine secolo scorso con la scoperta dei primi Modulatori Selettivi del Recettore Androgeno (SARMs - Selective Androgen Receptor Modulators) (Fitch, 2008).

Il fondamento logico dietro la nascita dei SARMs è trovare molecole che esplicassero lo stesso effetto degli AAS ma prive di tutti gli effetti collaterali che questi possiedono (tra cui ipogonadismo, irsutismo nelle donne, ginecomastia negli uomini, rischi cardiovascolari, aumentata eritropoiesi, calo della libido e depressione). La ricerca si è concentrata principalmente su un meccanismo d’azione molto simile a quello dei già esistenti Modulatori Selettivi del Recettore Estrogeno (SERMs) ossia molecole che, a seconda del tessuto in cui vanno ad agire, esplicano un’attività diversa (Negro-Vilar, 1999; Chen, Kim, & Dalton, 2005).

Nel 1999 Negro-Vilar in un suo studio ha delineato il profilo che un SARM ideale deve avere sia nell’uomo e nella donna. Le principali caratteristiche che deve avere sono:

• Alta specificità per il Recettore Androgeno

• Buona biodisponibilità orale e buoni parametri farmacocinetici • Azione farmacologica selettiva sui tessuti

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9 Il profilo ideale sotto l’aspetto della selettivà tissutale di un SARM come concepito da Negro-Vilar è mostrato in Tabella 1.

Tabella 1: Profilo di attività di un SARM per quanto riguarda le applicazioni su maschi e

femmine. (Negro-Vilar, 1999).

Lo sviluppo dei primi SARMs è partito da molecole steroidee che presentavano alcune differenze strutturali rispetto a quella del testosterone, aggiungendo o eliminando gruppi sostituenti, ma a causa degli scarsi risultati ottenuti la ricerca si è orientata verso ligandi non steroidei, a partire dalla struttura dell’antiandrogeno bicalutamide (Dalton, Mukherjee, Zhu, Kirkovsky, & Miller, 1998; Yin, et al., 2003; Gao & Dalton, 2007; Bhasin & Jasuja, 2009).

Sin dai primi studi preclinici, i SARMs hanno mostrato ottimi riscontri riguardo la potenziale azione anabolizzante e la potenziale tollerabilità delle molecole. Nonostante queste premesse il processo di ricerca è ancora lungo e tortuoso. Circa un ventennio è passato dalla scoperta del primo SARM ma non si

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10 è ancora giunti ad una conoscenza approfondita di alcuni aspetti (e.g. tossicità a lungo termine) e, di conseguenza, una loro immissione in commercio non è ancora prevista, né si sa quando potrà avvenire (Dalton, 2017).

I promettenti risultati riguardo l’azione anabolizzante ha portato i SARMs sotto la lente d’ingrandimento della WADA. Il loro uso illegale come sostanze dopanti per ottenere gli stessi effetti degli AAS ha portato nel 2008 la WADA ad aggiungere i SARMs nella lista delle sostanze proibite, nella stessa categoria degli AAS (WADA, The Prohibited List).

L’oggetto di questa trattazione è provare a fare chiarezza riguardo le ricerche effettuate fino ad oggi sui SARMs e sulle molecole in fase di sperimentazione più avanzata e provare a rispondere a questo quesito: i SARMs sono una nuova classe di farmaci o sostanze dopanti?

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FARMACODINAMICA

Il sito di azione e bersaglio dei SARMs è il recettore androgeno (AR, Androgen Receptor), appartenente alla più grande famiglia di fattori trascrizionali leganti il DNA, chiamati recettori nucleari.

La sequenza di DNA dell’AR è presente sul cromosoma X, la quale ha 8 esoni che coprono sequenze di 90 kDa codificanti una proteina di 919 amminoacidi, ed è espressa in diversi tipi di tessuti, come muscolo scheletrico, testicoli e prostata (Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008; Narayanan, Coss, & Dalton, 2018)

Il recettore androgeno è costituito da 4 domini distinti.

Un dominio N-terminale (NTD), la cui funzione non è ancora del tutto chiara. All’interno del NTD è presente il fattore di attivazione-1 (AF-1) il quale ha un ruolo fondamentale all’interno del recettore, infatti una sua delezione porta ad una significativa perdita funzionale dell’AR.

Un dominio legante il DNA (DBD, DNA Binding Domain), altamente conservato e responsabile del legame dell’AR con gli elementi reattivi agli androgeni (ARE, Androgen Responsive Elements). Il DBD comprende due motivi a dita di zinco responsabili del riconoscimento e della dimerizzazione del DNA.

La regione cerniera tra il DBD e il dominio legante il ligando (LBD, Ligand Binding Domain) è ricca di residui di lisina, molto importante per il segnale di localizzazione nucleare (NLS) e una sua delezione porta ad una perdita di localizzazione nucleare di AR e, di conseguenza, una diminuzione dell’attività trascrizionale. Il LBD forma una tasca deputata ad accogliere il ligando affine e oltre alla sua funzione legante, il LBD contiene anche il fattore di attivazione-2 (AF-2) importante per l’attivazione ligando-dipendente al recettore.

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12 Figura 1: Meccanismo di azione di un recettore androgeno. AR viene mantenuto in complesso

inattivo dalle HSPs (HSP70 e HSP90) e corepressori. Dopo il legame con il ligando, il recettore omodimerizza ed entra nel nucleo e il ligando aumenta lo stato fosforilativo del recettore (P). L’AR si lega con gli elementi reattivi androgeni (ARE), portando al reclutamento di cofattori (p160s, CBP, TRAP, ARAs) e fattori generali di trascrizione (GTF) iniziando così la trascrizione.

(Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008).

In assenza del ligando, l’AR è inattivato da due proteine da shock termico (HSP), HSP 70 e HSP 90, e vari corepressori presenti nel citoplasma. Una volta che il ligando è pronto per il legame con il LBD, le HSPs si dissociano dal recettore portando ad una omodimerizzazione, la quale innesca tutta una serie di cambiamenti conformazionali. Questi cambiamenti conformazionali portano ad una entrata nel nucleo della cellula del complesso Ligando-AR. Una volta che il complesso Ligando-AR è entrato nel nucleo ed è stato attivato e ha legato gli

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13 ARE, questo può reclutare coregolatori e fattori generali di trascrizione che aumentano o reprimono la trascrizione dei geni bersaglio (Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008).

Il punto di svolta e la grande novità dei SARMs rispetto agli AAS è la selettività tissutale, la quale evita un’eccessiva azione androgenica su determinati tessuti (e.g. prostata), riducendo e diminuendo così molti effetti collaterali tipici degli AAS (i.e. iperplasia prostatica, virilizzazione e irsutismo specialmente nelle donne, alopecia, ginecomastia negli uomini).

La selettività tissutale è probabilmente dovuta a vari meccanismi di azione.

La struttura chimica non steroidea dei SARMs e l’assenza di affinità verso l’enzima aromatasi, responsabile della trasformazione del testosterone in estradiolo, riduce gli effetti collaterali degli AAS quali ritenzione idrica, deposizione di grasso a livello dei fianchi e cosce e ginecomastia. Inoltre queste molecole non sono neanche substrati della 5α-reduttasi, responsabile della trasformazione del testosterone nel suo metabolita attivo, diidrotestosterone (DHT), portando così ad una diminuzione dell’azione androgenica in tessuti particolarmente sensibili come la prostata (Chen, Kim, & Dalton, 2005; Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008; Bhasin & Jasuja, 2009), dove i recettori sono particolarmente espressi al contrario di muscoli ed ossa.

Il legame con l’AR da parte dei SARMs avviene, come per gli AAS, nel citoplasma. Formatosi il complesso AR-SARM, questo entra nel nucleo cellulare, si lega gli ARE e recluta diversi cofattori (Figura 2). Il tessuto in cui avviene il legame tra AR e SARMs porta ad un reclutamento di cofattori diversi, modulando ogni volta la velocità di traslocazione nucleare del gene e apportando cambiamenti conformazionali.

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14 Infatti la diversa conformazione del legame AR-SARM nei singoli tessuti, dovuta ad un reclutamento di coregolatori e corepressori nei tessuti, porta ad un diverso grado di agonismo e antagonismo recettoriale da parte dei SARMs e, conseguentemente, una realizzazione dell’attività modulatrice su AR e sui vari tessuti coinvolti (Narayanan, Coss, & Dalton, 2018; Solomon, et al., 2019; Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008).

Figura 2: Meccanismo di attivazione dei SARMs. Una volta entrati nel citoplasma si legano all’AR

rompendo il legame con le HSP. In seguito il complesso AR-SARM entra nel nucleo della cellula, legandosi agli ARE e reclutando coregolatori, dando inizio alla trascrizione del gene specifico.

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TOSSICITÀ

Uno degli interrogativi sollevati durante la sperimentazione dei SARMs era ed è ancora oggi capire e comprendere quale sia il livello di tossicità, sia a breve che a lungo termine. A tal proposito sono stati eseguiti vari studi in doppio cieco, somministrando placebo e dosi crescenti (0.1 mg – 0.3 mg – 1 mg – 3 mg, per os ogni 24 ore per 21 gg) di sostanze in fase di sviluppo clinico (LGD-4033, Enobosarm, GSK2881078), a due gruppi distinti di soggetti sani, formati da uomini sani tra 21 e 50 anni e uomini in età avanzata e donne in post menopausa (Dalton, et al., 2011; Basaria, et al., 2013; Clark, et al., 2017). Nonostante non si siano rilevate reazioni avverse gravi, dopo 21 giorni di somministrazione si è notato (Tabella 2; Figura 3):

• Diminuzione di HDL, trigliceridi e colesterolo totale

• Diminuzione del testosterone totale e testosterone libero (dovuto ad una probabile repressione del sistema endocrino)

• Diminuzione dell’ormone follicolo-stimolante e luteinizzante (FSH, LH)

• Diminuzione della globulina legante l’ormone sessuale (SHBG) • Stabilità nei valori dell’antigene prostatico specifico (PSA)

Le sostanze in oggetto hanno dimostrato una buona tollerabilità e una discreta sicurezza nel breve termine, al punto che una volta terminata la somministrazione i valori discussi in precedenza sono tornati vicini ai valori di partenza e a parametri accettabili.

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16 Tabella 2: Riepilogo dei valori dei parametri lipidici e degli ormoni sessuali durante lo studio in

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17 Figura 3: Riepilogo dei valori di (A) testosterone totale; (B) testosterone libero; (C) globulina

legante ormone sessuale - SHGB; (D) ormone luteinizzante – LH; (E) ormone follicolo stimolante – FSH; (F) antigene prostatico specifico – PSA in uno studio a doppio cieco effettuato su un campione di uomini sani tra 21 e 50 anni. (Basaria, et al., 2013).

Non si hanno invece dati certi e sicuri riguardo possibili e probabili effetti collaterali a lungo termine. Questa mancanza di dati al riguardo ha rallentato – e in alcuni casi anche interrotto – lo sviluppo e l’immissione in commercio dei SARMs arrivati in fase di sperimentazione clinica.

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18 A tal proposito si è espressa anche la Food and Drug Administration (FDA); la quale ha esternato le proprie preoccupazioni riguardo il dilagante diffondersi di supplementi e integratori tra i body-builders contenenti SARMs poiché “associati a gravi problemi di sicurezza, compreso il potenziale aumento di rischio di infarto o ictus e reazioni potenzialmente letali come danni al fegato” (FDA, 2017).

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DETERMINAZIONE

L’individuazione e la determinazione di sostanze dopanti all’interno dei campioni di fluidi raccolti (soprattutto sangue e urine) sono molto importanti nella lotta e nella ricerca antidoping.

Al momento, l’individuazione di atleti che hanno fatto un uso illegale di SARMs è problematica sia perché è pressoché nulla la conoscenza del destino metabolico cui vanno incontro le sostanze una volta assunte, sia perché la determinazione analitica risulta complicata a causa della varia natura chimica dei SARMs (arilpropionamidi, idantoine bicicliche, quinolinoni, tetraidroquinoloni, butanamidi, benzimidazoli).

La determinazione e l’individuazione dei SARMs e dei loro metaboliti sono state approcciate studiando modelli in vitro, preparando il campione sia con microsomi epatici umani sia incubandoli con miceti e spore fungine ricavati da Cunninghamella elegans (Thevis, et al., 2015), e in vivo, usando campioni di urine umane o equine (Cox & Eichner, 2016; Hansson, et al., 2017; Fragkaki, et al., 2018).

Le analisi vengono principalmente effettuate usando metodiche quali:

• Risonanza Magnetica Nucleare (NMR)

• Cromatografia Liquida accoppiata a Spettrometria di Massa (LC-MS)

• Cromatografia Liquida accoppiata a Spettrometria di Massa ad Alta Risoluzione (LC-HRMS)

• Cromatografia Liquida accoppiata a ionizzazione con Elettrospray e Spettrometria di Massa ad Alta Risoluzione e Alta Accuratezza (LC/ESI-HRMS)

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20 Data la poca conoscenza sul destino metabolico delle molecole (metabolismo di fase I o fase II), prima di effettuare le analisi vengono prese in considerazione varie ipotesi riguardo al tipo di trasformazione a cui possono andare incontro (idrossilazioni, riduzioni, coniugazioni con acido solfonico o con acido glucuronico).

Una delle molecole più studiate e sulla quale si hanno più dati riguardo il destino metabolico è il Ligandrol, conosciuto anche come LGD-4033 (Thevis, et al., 2015; Cox & Eichner, 2016; Hansson, et al., 2017; Fragkaki, et al., 2018), uno dei SARMs in fase di sperimentazione clinica più avanzata (fase II)

Le varie strutture dei metaboliti ipotizzati a partire dal Ligandrol sono riportati in Figura 4.

Figura 4: Strutture dei metaboliti ipotizzati per Ligandrol o LGD-4033. (Thevis & Schaenzer, 2017).

Il primo studio è stato eseguito in vitro (Thevis, et al., 2015). Dopo aver preparato il campione secondo i protocolli standard, usando microsomi epatici

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21 umani e incubazione fungina, generando metaboliti di fase I, è stata effettuata l’analisi tramite LC/ESI-HRMS. Subito si è notato che nel campione preparato con i microsomi epatici venivano rilevati i metaboliti M1, M2, M3, M4 e M5, mentre il campione ottenuto tramite incubazione fungina conteneva solamente M1 e M2 (Figura 5).

Figura 5: Cromatogrammi estratti per LGD-4033 e i suoi metaboliti generati usando (a) microsomi

epatici umani, (b) incubazione fungina con Cunninghamella elegans. (Thevis, et al., 2015).

In seguito i campioni sono stati analizzati tramite NMR e si è arrivati alla conferma della presenza dei metaboliti M1 e M2. Successivamente sono cominciati anche studi in vivo sia su campioni di urine umane che equine, confrontando tra loro i vari risultati (Cox & Eichner, 2016; Hansson, et al., 2017), come mostrato in Figura 6.

Il più interessante e più recente studio in vivo è stato effettuato da Fragkaki & al., nel 2018, utilizzando campioni di urine umane per studiare e rilevare metaboliti a lungo termine (fino a 21 giorni) sia di fase I che di fase II, sotto forma di glucuronidati. Per la prima volta è stato identificato un metabolita

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22 triidrossilato (Figura 6, M6), oltre ai metaboliti mono e diidrossilati, M1 e M2 sia liberi che glucu-coniugati. Inoltre i due isomeri del metabolita M5 sono stati ritrovati sia nei campioni idrolizzati che non idrolizzati, con tempi di identificazione fino a 21 giorni. Anche la molecola immutata di LGD-4033 è stata rilevata come glucu-coniugato.

Figura 6: Struttura di LGD-4033 e dei suoi metaboliti (+GlcA-H, se glucu-coniugato) nel presente

studio sull’escrezione umana e nei precedenti studi effettuati (ioni monitorati tramite LC-HRMS).

(Fragkaki, et al., 2018).

Una tecnica che si sta facendo strada nel campo delle analisi antidoping e che potrebbe essere utilizzata anche nella rilevazione e determinazione dei SARMs è l’analisi del capello (Kintz, Ameline, Gheddar, & Raul, 2019).

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23 Tramite l’analisi del capello, infatti, si potrebbe effettuare una rilevazione più accurata riguardo la durata dell’assunzione della sostanza dopante (somministrazione una tantum o somministrazione prolungata) a seconda della lunghezza del capello. Inoltre utilizzando il capello come matrice, il campione può essere prelevato direttamente dagli addetti all’analisi evitando così probabili contaminazioni atte a modificare e “pulire” il campione stesso o la sostituzione del campione da analizzare, come accade talvolta nella raccolta delle matrici utilizzate nelle analisi antidoping come sangue e urine.

Nonostante la metodica sia molto promettente, come dimostrato dallo studio compiuto da Kintz et al., si sa ancora poco riguardo il meccanismo di incorporazione della sostanza nella cheratina presente nel capello una volta che è stata assunta e come sia correlata la frequenza di uso e la concentrazione nel capello della sostanza stessa. Inoltre l'interpretazione di un risultato positivo deve considerare diversi scenari come l'esposizione passiva rispetto al consumo attivo, l'assunzione consapevole rispetto a quella inconsapevole e l'uso sporadico rispetto a quello cronico; senza dimenticare che la relazione tra i risultati ottenibili dalle urine e quelli dal capello non è ancora stata determinata e, di conseguenza, un campione negativo non implica necessariamente una negatività alla sostanza.

Come si è appena visto, la ricerca antidoping nella rilevazione dei SARMs sta proseguendo a ritmi serrati, sia in chiave preventiva (Garg, et al., 2018; Thevis & Schaenzer, 2017) che punitiva, per cercare di capire meglio sia il destino metabolico cui vanno incontro una volta assunti sia per affinare le tecniche rivelative nella lotta al doping.

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PROMESSE TERAPEUTICHE (E ABUSI)

I SARMs sono una promettente frontiera d’uso in diverse patologie, come la cachessia (stato di debolezza e perdita muscolare dovuta a varie cause come l’età o malattie debilitanti) e l’osteoporosi, a causa della loro azione anabolizzante sul tessuto muscolare e sul tessuto osseo (Chen, Kim, & Dalton, 2005; Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008; Narayanan, Coss, & Dalton, 2018; Solomon, et al., 2019).

Con l’avanzare dell’età si riscontra una diminuzione della massa muscolare (stimata in circa l’1% a partire dal cinquantesimo anno) e di forza muscolare, probabilmente dovuta ad una perdita delle fibre muscolari di tipo II. Il mantenimento del tono muscolare è dovuto all’equilibrio tra le fibre di tipo I e di tipo II, le quali hanno una stessa velocità di anabolismo e catabolismo della sintesi proteica muscolare. Il meccanismo con il quale i SARMs esplicano la loro azione anabolizzante non è ancora del tutto chiaro e al tal riguardo sono state avanzate varie ipotesi. La prima è che questi agiscano sull’aumento della sintesi proteica a livello muscolare; la seconda che agiscano diminuendo il catabolismo proteico e la terza che vadano ad agire sia sull’anabolismo che sul catabolismo. Studi recenti hanno evidenziato che i SARMs possono stimolare l’aumento della sintesi delle proteine contrattili muscolari (actina e miosina) e provocare un piccolo ma significativo aumento nel numero dei mitocondri muscolari.

L’effetto maggiore riscontrabile che si ha a livello fisico è l’aumento della massa magra muscolare (LBM, Lean Body Mass), in modo dose dipendente e senza aumento della massa grassa, portando conseguentemente ad un aumento del volume e della forza muscolare (Chen, Kim, & Dalton, 2005; Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008; Narayanan, Coss, & Dalton, 2018; Solomon, et al., 2019).

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25 A livello osseo si riscontra un aumento della resistenza ossea e della densità minerale ossea (BMD, Bone Mineral Density), poiché i SARMs agiscono limitando l’azione degli osteoclasti, riducendo di conseguenza il riassorbimento osseo, principale causa di osteoporosi, e promuovendo la formazione di nuovi osteoblasti i quali si differenzieranno in osteociti.

Quindi l’azione combinata su ossa e muscoli, con l’aumento della massa ossea e quella muscolare, porta ad una maggiore resistenza delle ossa e minori fratture ossee.

Ulteriori studi hanno evidenziato altri potenziali usi dei SARMs per trattare patologie come l’ipertrofia prostatica benigna (BHP, Benign Prostatic Hyperplasia), grazie all’attività modulatrice sull’AR e la minore azione sul tessuto prostatico, a differenza del testosterone e del DHT. In futuro potrebbero trovare applicazione come anticoncezionali maschili, a causa della loro azione limitante sui livelli di testosterone, FSH e LH, ormoni implicati nella spermatogenesi; infine potrebbero essere utilizzati anche per trattare malattie come la distrofia muscolare di Duchenne, il cancro al seno e l’incontinenza urinaria da stress (Chen, Kim, & Dalton, 2005; Narayanan, Mohler, Bohl, Miller, & Dalton, 2008; Narayanan, Coss, & Dalton, 2018; Solomon, et al., 2019).

Nonostante i SARMs siano ancora in fase di sviluppo vengono usati (o meglio, abusati) soprattutto come sostanze dopanti. La loro azione anabolizzante su muscoli e ossa, la mancanza di effetti collaterali a breve termine e la mancanza di effetti virilizzanti tipica degli AAS li rendono molto bramati e sfruttati sia dagli sportivi in ambito professionistico (Figura 7) che in quello amatoriale. L’uso diffuso come sostanze dopanti è dovuto al fatto che non si ha ancora piena conoscenza del percorso metabolico cui vanno incontro i SARMs una volta assunti e, di conseguenza, alla poca conoscenza dei vari metaboliti che possono

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26 essere ritrovati nei fluidi che vengono analizzati nei vari controlli antidoping di routine (sangue e urine).

Negli anni la fama e la diffusione dei SARMs come agenti anabolizzanti è cresciuta a dismisura, a tal punto che, nonostante non siano ancora in commercio, sono nati siti internet sui quali vengono venduti integratori contenenti SARMs, (SARMs for you - Best Quality SARMS, s.d.; iSARMS.com, s.d.; Best place to buy SARMs online - Quality SARMs for sale, s.d.), sottoforma di capsule, “powder” – polvere o in soluzioni acquose, con annesse “indicazioni terapeutiche” e descrizione dei principi attivi presenti (Figura 8). Per contrastare l’uso dei SARMs come sostanze dopanti, la ricerca antidoping si sta spingendo e cimentando nella comprensione e nella scoperta, sia in vivo che in vitro, dei percorsi metabolici delle varie sostanze, in modo tale da avere una visione e una conoscenza più ampia delle sostanze in sé e poter rintracciare e identificare più atleti postivi ai SARMs e avere una competizione più pulita.

Figura 7: Notizia del Sidney Morning Herald che conferma la positività, anche nelle controanalisi,

al Ligandrol (LGD-4033), uno dei SARM in sperimentazione, della nuotatrice australiana Shayna Jack a luglio 2019, prima dei mondiali di nuoto in Corea del Sud, a Gwangju.

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27 Figura 8: Homepage di vari siti internet che vendono integratori contenenti SARMs, per lo

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ENOBOSARM

L’Enobosarm (conosciuto anche come Ostarina, S-22, MK-2866 o GTx-024) è un SARM appartenente alla categoria delle arilpropionammidi. Insieme al Ligandrol è uno dei SARMs più promettenti in fase di sperimentazione. Al momento è in fase II e III della sperimentazione clinica.

La struttura dell’Enobosarm è mostrata in Figura 9.

Figura 9: Struttura chimica dell’Enobosarm.

La ricerca di molecole che avessero la stessa azione sull’AR degli AAS e che non avessero gli stessi effetti collaterali (irsutismo, ipertrofia prostatica, calo della libido, depressione, ipogonadismo, etc.) ha portato alla sintesi di una serie molecole derivanti dall’antiandrogeno bicalutammide. La prima molecola ad essere stata sperimentata è stata l’acetotiolutamide, ma a causa della mancanza di attività in vivo la sua sperimentazione è stata abbandonata. In seguito, a partire dalla struttura dell’acetotiolutamide sono state sintetizzate tutta una serie di alogenoderivati tra cui l’Andarina (S-4), uno dei SARMs più promettenti ma che, proprio come l’acetotiolutamide, in vivo ha dimostrato una bassa efficacia e un’attività più bassa di quello che ci si aspettasse, a causa di un rapido ed

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29 eccessivo metabolismo (Kim, Wu, Hwang, Miller, & Dalton, 2005). Le strutture delle molecole sopra descritte sono mostrate in Tabella 3.

Tabella 3: Struttura dei SARMs derivati dalla struttura della bicalutammide (Kim, Wu, Hwang,

Miller, & Dalton, 2005).

Il passo successivo è stato sviluppare, sintetizzare e sperimentare sostanze che avessero la stessa struttura chimica della bicalutammide ma sostituenti diversi sui due anelli A e B, con lo scopo di aumentarne l’efficacia in vivo. La scelta è ricaduta sui gruppi sostituenti nitro e ciano e sin da subito si è notato che le nuove quattro sostanze scoperte (S-19, S-20, S-21, S-22) avevano parametri farmacocinetici migliori e un’attività maggiore rispetto ai derivati alogenosostituiti (Tabella 4) (Kim, Wu, Hwang, Miller, & Dalton, 2005).

Tabella 4: Struttura e parametri farmacocinetici (in vitro e in vivo) dei derivati nitro e ciano della

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30 Successivamente questi quattro nuovi SARMs hanno cominciato la sperimentazione preclinica su ratti interi e castrati. Tra le quattro sostanze in oggetto, l’Enobosarm (S-22) ha dimostrato i valori più soddisfacenti, con concentrazioni plasmatiche fino a quattro volte superiori agli altri tre composti esaminati e con un’attività anabolica maggiore (attività misurata su levator ani), a fronte di un’azione androgenica su prostata e vescicole seminali molto basse, come mostrato in Figura 10 (Kim, Wu, Hwang, Miller, & Dalton, 2005).

Figura 10: Concentrazioni plasmatiche di S-19, S-20, S-21 e S-22 dopo la somministrazione per via

endovenosa di una singola dose di 10 mg/kg, a ratti maschi interi (A). Attività farmacologica in

vivo di S-19, S-20, S-21 e S-22 in organi anabolici (levator ani) e androgeni (prostata e vescicole

seminali) di ratti castrati maschi. I ratti hanno ricevuto la sostanza designata tramite iniezioni giornaliere subcutanee per 14 gg alla concentrazione di 1 mg/kg (B). Relazione dose-risposta di S-22 in organi anabolici (levator ani) e androgenici (prostata e vescicole seminali) in ratti castrati maschi. I ratti hanno ricevuto dosi crescenti di S-22 tramite iniezioni subcutanee per 14 gg (C)

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31 In seguito si è voluto far maggior chiarezza riguardo la farmacocinetica dell’Enoborsarm, ampliando lo studio di Kim et al., del 2005.

Nel 2013 è stato effettuato uno studio con il quale si valutava l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’escrezione tramite diverse vie (urine, feci e bile) in ratti sia maschi e femmine (Kim, Wang, Veverka, & Dalton, 2013). La molecola ha dimostrato di avere un buon grado di assorbimento dopo somministrazione per os in entrambi i sessi (Figura 11).

Figura 11: Profili farmacocinetici (concentrazione plasmatica in relazione al tempo) di Enobosarm

dopo somministrazione orale e intravenosa alla concentrazione di 10 mg/kg, in ratti maschi e femmine (Kim, Wang, Veverka, & Dalton, 2013).

L’Enobosarm ha mostrato una buona distribuzione in quasi tutti i tessuti nel ratto, in special modo nel sistema gastrointestinale, parete della vescica urinaria, reni e fegato. L’emivita è stata stimata in un intervallo compreso tra le 2 e le 6 ore (Kim, Wang, Veverka, & Dalton, 2013).

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32 In seguito si è passati ad analizzare il profilo metabolico e le vie di escrezione, effettuando analisi su campioni di urine, feci e bile ed analizzando ogni campione tramite LC-MS/MS. Nelle urine sono stati rilevati vari metaboliti, ma quello presente in concentrazione maggiore era il metabolita M3, derivato dall’idrolisi del legame ammidico presente nella molecola. Nelle feci, sorprendentemente, l’Enobosarm veniva escreto per la maggior parte immutato e solo in piccola parte come M8, dopo aver subito ossidazione sull’anello B. Infine, nella bile, l’Enobosarm veniva rilevato come M6, dopo essere stato coniugato con acido glucuronico (Kim, Wang, Veverka, & Dalton, 2013). Tutte le reazioni metaboliche cui va incontro l’Enobsarm e i metaboliti rilevati nelle analisi effettuate con LC-MS/MS sono mostrate in Figura 12.

Figura 12: Reazioni metaboliche e metaboliti di GTx-024 (Enosobarm) ritrovate nei campioni di

urine, feci e bile di ratti maschi e femmine. (Kim, Wang, Veverka, & Dalton, 2013).

Dopo aver ricevuto riscontri positivi durante la sperimentazione preclinica, l’Enobosarm ha iniziato la fase di sperimentazione clinica.

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33 Nel 2011 uno studio effettuato da Dalton et al., ha dimostrato che l’Enobosarm aumenta la massa magra e la forza muscolare in soggetti anziani e in donne nel periodo post menopausa.

Successivamente è stato effettuato uno studio in doppio cieco su pazienti affetti cancro per valutare l’effetto dell’Enobosarm sulla massa e la forza muscolare, al fine di migliorare la situazione di cachessia (perdita di massa muscolare e forza dovuta al decorso della malattia) dei vari pazienti (Dobs, et al., 2013).

I pazienti prescelti sono stati divisi in 3 gruppi ai quali sono somministrati placebo, Enobosarm 1 mg/die e Enobosarm 3 mg/die per un periodo di 113 giorni. La misurazione dell’efficienza e della forza muscolare è stata calcolata tramite la misurazione del tempo e dalla potenza durante la salita di scale. Alla fine del periodo di trattamento si è notato un aumento della potenza e una diminuzione del tempo impiegato per effettuare il test della salita delle scale, indice di un aumento e un potenziamento della forza e massa muscolare (Figura 13), dimostrando così un potenziale e grande effetto anabolico dell’Enobosarm.

Figura 13: Variazione assoluta media dal basale al giorno 113 o fine dello studio in termini di

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34 Incoraggiati dal precedente studio di fase II, si è passati alla fase III dove l’Enobosarm è stato testato in pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (NSCLC, Non-Small-Cell Lung Carcinoma) per confermare gli effetti anabolizzanti ottenuti nei precedenti studi. Purtroppo, la molecola non ha ottenuto i risultati sperati (Enobosarm fails endpoints in Ph III study, 2013).

Abbandonati gli studi riguardo l’incremento della massa magra e della forza muscolare in pazienti con cachessia dovuta al cancro, uno studio ha evidenziato una stimolazione del pavimento pelvico in ratti ovariectomizzati (ovvero ratti cui sono state asportate le ovaie), ipotizzando quindi il suo uso nel trattamento dell’incontinenza urinaria da stress (SUI) (Ponnusamy, et al., 2017). Nel 2018 però lo studio di fase II non ha raggiunto i risultati sperati (GTx’s Enobosarm Fails Phase II Trial in Stress Urinary Incontinence, 2018).

A livello tossicologico gli effetti collaterali dell’Enobosarm sono conosciuti solo a breve termine. Gli studi effettuati a riguardo hanno dimostrato che l’assunzione di Enobosarm porta ad un abbassamento dei livelli del colesterolo totale e delle HDL, delle transaminasi e di testosterone totale e libero, i quali tornano ai livelli iniziali nel giro di qualche settimana dopo la fine del trattamento (cfr. Tossicità).

A livello metabolico il destino dell’Enobosarm è stato studiato soprattutto in chiave antidoping, notando che nell’uomo vengono prodotti circa 14 metaboliti per reazioni di fase I e fase II (Thevis, et al., 2011). Le strutture dei metaboliti rilevati da Thevis et al. sono mostrate in Figura 14.

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35 Figura 14: Strutture dei metaboliti dell’Enobosarm rilevati da campioni di urine analizzati con

LC-MS/MS. (Thevis, et al., 2011).

Il tempo di emivita dell’Enobosarm è stimato in circa 24 ore, con tempi di rilevazione fino a 2-5 giorni.

Nonostante non sia ancora disponibile in commercio, è possibile effettuare l’acquisto dell’Enobosarm, come per gli altri SARMs, online tramite società che si occupano di vendita di sostanze a scopo sperimentale.

Infatti, l’Enobosarm viene usato illegalmente come sostanza dopante a causa della sua azione anabolica e nel luglio 2019 il giocatore di football americano Taylor Lewan è stato trovato positivo all’Enobosarm (Bieler, 2019).

Oltre ad essere usato da atleti professionisti per alterare le proprie prestazioni in eventi sportivi, l’Enobosarm viene usato anche a livello amatoriale per aumentare la massa e forza muscolare e prevenire la perdita muscolare in casi di regimi ipocalorici. I dosaggi vanno da 15 mg (in fase di mantenimento muscolare) a 20-25 mg (in fase di aumento massa) una volta al giorno per un periodo di 6-8 settimane (Baldini, 2017).

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36 Concluso un ciclo di Enobosarm, solitamente viene osservato un periodo di 4 settimane in cui non viene assunta la sostanza per far sì che i valori di testosterone totale e libero tornino a quelli iniziali oppure viene effettuato un periodo di PCT (Post Cycle Therapy), in caso di una soppressione di questi valori elevata (Baldini, 2017).

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LIGANDROL

Il Ligandrol (conosciuto anche come LGD-4033, Anabolicum o VK5211) è uno dei SARMs più promettenti tra tutti quelli in fase di sperimentazione insieme all’Enobosarm. Al momento si trova in fase II della sperimentazione clinica.

La struttura del Ligandrol è mostrata in Figura 15.

Figura 15: Struttura chimica del Ligandrol (LGD-4033).

Gli studi preclinici hanno mostrato le grandi potenzialità di questa molecola. Nello studio effettuato da Vajda et al. nel 2009 su ratti trattati per due mesi con Ligandrol si è notato un aumento della densità ossea della zona lombare e del tasso di formazione ossea (Figura 16) e una distribuzione e un’attività più concentrata sul tessuto muscolare rispetto al tessuto prostatico (Figura 17).

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38 Figura 16: Andamento della densità minerale ossea (BMD) in ratti trattati con LGD-4033,

comparato con Testosterone e Estradiolo; tasso di formazione ossea in ratti trattati con LGD-4033 comparato con Testosterone ed Estradiolo. (Vajda, et al., 2009).

Figura 17: Efficacia relativa, rapportata alla AUC del LGD-4033 nel tessuto muscolare e

prostatico, somministrato per via orale ed endovenosa in ratti. (Vajda, et al., 2009).

Il successivo studio preclinico è stato effettuato su macachi cinomolghi di entrambi i sessi (Macaca fascicularis). Alla fine dello studio, durato 13 settimane, si è notato un aumento del peso corporeo in modo dose-dipendente (dosi da

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0.6-39 3-15-75 mg/kg) negli esemplari di entrambi i sessi, provocando effetti tossici solo negli esemplari femminili alla dose di 75 mg/kg sospendendo il trattamento al giorno 48, dimostrando così una buona tollerabilità molecola (Bleavins, Tepper, Schoenfeld, & Lian, 2015). I risultati di questo studio sono mostrati in Figura 18.

Figura 18: Andamento del peso corporeo in esemplari A) maschili e B) femminili di macachi

cinomolghi, dopo la somministrazione di Ligandrol (VK5211) per un periodo di 13 settimane.

(Bleavins, Tepper, Schoenfeld, & Lian, 2015).

Visti i riscontri positivi degli studi preclinici, il Ligandrol ha iniziato il suo percorso attraverso studi clinici per valutarne la tollerabilità e la tossicità. Il primo studio clinico è stato effettuato da Basaria et al. nel 2013, su un gruppo di volontari sani con un’età compresa tra i 21 e 50 anni.

La molecola ha dimostrato una buona tollerabilità, mentre a livello tossicologico si è notato una diminuzione del colesterolo totale e delle HDL, una diminuzione del testosterone totale e di quello libero e una diminuzione del SHGB (cfr. Tossicità). Questi parametri tornavano poi ai valori iniziali nel giro di 40-45 giorni dalla fine della somministrazione.

Si può avere in alcuni casi una diminuzione della libido, sbalzi d’umore e depressione dovuti alla diminuzione dei livelli di testosterone endogeno,

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40 ginecomastia (crescita dei seni) in soggetti maschili, letargia e perdita di appettito (Contrarian, 2019).

Dopo aver effettuato studi su soggetti sani, il passo successivo è stato somministrare per 12 settimane il Ligandrol a pazienti cui era stata impiantata una protesi dell’anca nel periodo di recupero post operatorio (Viking Therapeutics Initiates Phase 2 Trial of VK5211 in Patients Recovering From Hip Fracture, 2015). Lo studio ha dimostrato risultati soddisfacenti in termini di sicurezza, farmacocinetica e miglioramento della qualità della vita dei soggetti.

A livello metabolico non è ancora chiaro quale siano le trasformazioni a cui va incontro il Ligandrol. Studi sia in vitro che in vivo sono stati effettuati (Thevis, et al., 2015; Cox & Eichner, 2016; Hansson, et al., 2017; Fragkaki, et al., 2018) soprattuto per la ricerca antidoping, sia a livello preventivo che punitivo (cfr. Determinazione).

Il tempo di emivita stimato per il Ligandrol è intorno alle 24-36 h, con tempi di rilevazione nelle urine fino a 21 giorni (Fragkaki, et al., 2018).

Nonostante non sia ancora disponibile in commercio, è possibile effettuare l’acquisto del Ligandrol, come per gli altri SARMs, online tramite società che si occupano di vendita di sostanze a scopo sperimentale.

Infatti, il Ligandrol viene usato illegalmente come sostanza dopante a causa della sua azione anabolica marcata e negli ultimi mesi molti atleti sono stati trovati positivi a questa sostanza: la nuotatrice australiana Shayna Jack (Maasdorp, 2019), la canoista canadese Vincent Lapointe (Harrison, 2019) e la bielorussa ex campionessa degli 800 metri piani Marina Arzamasova (Sky Sports, 2019).

Oltre ad essere usato da atleti professionisti per alterare le proprie prestazioni in eventi sportivi, il Ligandrol viene usato anche a livello amatoriale per aumentare la massa e forza muscolare, l’endurance, il recupero e prevenire

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41 la perdita muscolare in casi di regimi ipocalorici. I dosaggi vanno da 10 a 20 mg al giorno per un periodo di 3 o 4 settimane prolungabili fino a 8 settimane e comunque mai oltre le 12 settimane, a causa del suo effetto sui livelli di testosterone endogeno. Però anche dosaggi dai 2 ai 5 mg al giorno riescono a esplicare un’azione significativa (Baldini, 2017; Contrarian, 2019).

Concluso un ciclo di Ligandrol (a volte, anche se raramente, associato ad altri SARMs come Enobosarm e Andarina) a causa del suo effetto sui livelli di testosterone totale e libero, viene consigliato di PCT (Post Cycle Therapy) di circa 4 settimane affinché i valori di testosterone endogeno possano tornare ai loro valori iniziali (Baldini, 2017).

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42

RAD140

Il RAD140 è uno dei SARMs di più recente scoperta e sintesi, al momento in fase di sperimentazione preclinica.

La sua struttura è raffigurata in Figura 19.

Figura 19: Struttura chimica del RAD140.

La ricerca riguardo un nuovo potenziale SARM dotato di una buona selettività sull’AR, una buona efficacia orale e una alta tollerabilità in vivo, ha portato alla scelta e all’utilizzo tra i tanti candidati per studi preclinici del

Precursore 1 (Figura 20).

Utilizzando il Precursore 1 in studi farmacocinetici sui ratti, si è scoperto che esso veniva rilevato a concentrazioni molto basse. Ulteriori analisi hanno determinato che in realtà veniva trasformato in vivo nel Precursore 2, a causa dell’azione degli enzimi del citocromo P450. Il Precursore 2 dimostrava un’attività simile a quella del Precursore 1 (Miller, et al., 2011).

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43 Uno screening in vitro effettuato usando microsomi umani ha confermato un rapido metabolismo del Precursore 1 nel Precursore 2, indicando la reale trasformazione metabolica nell’uomo. Questo ha portato i ricercatori a determinare un composto analogo che avesse la posizione 4’ fenilica occupata, bloccando in questo modo l’idrossilazione indotta dal citocromo P450.

Figura 20: Precursori 1 e 2 del RAD140. (Miller, et al., 2011).

Gli sforzi dei ricercatori hanno portato all’identificazione della struttura mostrata in Figura 19 come possibile molecola candidata allo sviluppo preclinico. La sintesi è mostrata in Figura 21.

Figura 21: Sintesi del RAD140. (Miller, et al., 2011). 4’ fenilico

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44 Gli studi preclinici effettuati da Miller et al nel 2011, sia su ratti che su primati, hanno mostrato promettenti risultati riguardo la selettività tissutale del RAD140.

Buoni riscontri si sono avuti riguardo l’azione mirata su muscoli ed ossa, provocando, anche a basso dosaggio, un aumento del tono muscolare sia in ratti castrati che interi in modo dose-dipendente, evitando al tempo stesso una stimolazione eccessiva a livello prostatico, effetto collaterale androgeno tipico degli AAS.

I risultati sono mostrati in Figura 21.

Successivamente le ricerche sono proseguite effettuando studi su esemplari maschi giovani di macachi cinomolghi (Macaca fascicularis), usando crescenti concentrazioni di RAD140 (0.01 - 0.1 - 1 mg/kg, per os) osservando sia un aumento del peso generale che un aumento della massa magra (Figura 22a e

22b).

Uno studio più recente ha dimostrato anche un probabile e ulteriore uso del RAD140, ovvero un probabile uso in pazienti affetti da Alzheimer. Si è notato, infatti, che il RAD140 riusciva ad esercitare un’azione neuroprotettiva sui ratti, Figura 21: Azione tissutale sul muscolo levator ani (LABC) e sulla prostata del SARM RAD140,

comparato all’azione del testosterone propionato (TP) su a) ratti castrati e b) ratti interi. Il trattamento per 11 giorni. (Miller, et al., 2011).

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45 diminuendo il processo apoptotico dei neuroni, causa principale del morbo di Alzheimer (Jayaraman, et al., 2014).

Figura 22: a) andamento del peso corporeo dei primati in oggetto nel periodo da -21 giorni prima

dell’assunzione di RAD140 passando attraverso i 28 giorni di trattamento (0.01, 0.1, and 1 mg/kg, per os) fino a 21 giorni dopo la fine del trattamento; b) Andamento della massa magra e grassa nei primati da 2 giorni prima del trattamento fino al giorno 29. (Miller, et al., 2011).

Il metabolismo del RAD140 non è ancora noto, anche se sono stati eseguiti due studi a riguardo (Thevis, Piper, Beuck, Geyer, & Schaenzer, 2013; Sobolevsky, Dikunets, & Rodchenkov, 2013).

Nello studio di Thevis et al eseguito analizzando la molecola di RAD140 con ESI/MS e EI/MS, è stata proposta una via di dissociazione in base ai risultati ottenuti (Figura 23).

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46 Lo studio più interessante è sicuramente quello effettuato da Sobolevsky et al. Lo studio è stato effettuato in vitro usando microsomi umani e in vivo somministrando RAD140 in un’unica dose di 10 mg a un volontario sano maschio. L’analisi veniva poi effettuata su campioni di urine raccolte fino a 8 giorni dopo la somministrazione. Dall’analisi mediante MS si è notato che la molecola veniva rilevata sia in vitro che in vivo solo in due forme: immodificata o monoidrossilata (con due isomeri eluiti molto vicini) e in vivo venivano rilevati completamente coniugati con acido glucuronico, anche se non è ancora chiaro se siano O- o N-glucuronidi. I metaboliti generati in vivo possono essere rilevati fino a 10-14 giorni. I cromatogrammi di massa dell’analisi in vivo sono mostrati in

Figura 24.

Figura 24: Cromatogrammi di massa del RAD140 (RT 4.91 min) e dei suoi metaboliti idrossilati

(RT 4.82, 4.88 min) dopo 22 h (A, B) e dopo 8 giorni (C, D) dopo la somministrazione di 10 mg di RAD140. (Sobolevsky, Dikunets, & Rodchenkov, 2013).

A livello tossicologico non si hanno informazioni di effetti collaterali gravi a breve termine, esclusi quelli tipici dei SARMs ovvero diminuzione del testosterone libero, anche se a differenza dell’Enobosarm e del Ligandrol (LGD-4033) il RAD140 non ha effetti sul colesterolo totale e sulle HDL. Purtroppo, come per tutti i SARMs, non si hanno ancora riscontri riguardo effetti collaterali a lungo termine (Miller, et al., 2011).

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47 Grazie a questi studi promettenti la fase di sperimentazione clinica è in fase di preparazione e potrebbe partire a breve.

Nonostante non sia ancora disponibile in commercio, è possibile effettuare l’acquisto del RAD140, come gli altri SARMs, online tramite società che si occupano di vendita di sostanze a scopo sperimentale.

Infatti, il RAD140 (chiamato anche Testolone) viene usato illegalmente come sostanza dopante per aumentare la forza, la massa muscolare e l’endurance, ovvero la capacità dell’organismo di effettuare uno sforzo prolungato, permettendogli di recuperare più velocemente. L’aumento della forza muscolare aiuta in questo modo la preservazione del muscolo. I risultati sul muscolo solitamente si ottengono dopo la prima settimana di trattamento.

Comparato all’azione del testosterone il RAD ha un effetto del 90% (molto simile) a livello anabolico, mentre a livello androgenico ha un effetto più basso.

Viene assunto per via orale sotto forme di capsule o in polvere, a dosaggi di 15-30 mg al giorno per 12-14 settimane in fase di sviluppo muscolare e 5-10 mg al giorno in fase di mantenimento, per mantenere forza anche durante un deficit calorico (Baldini, 2017).

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48

CONCLUSIONI

La scoperta e la sperimentazione dei SARMs ha aperto una nuova frontiera riguardo l’uso di molecole ad azione anabolizzante sia in campo medico che in ambito sportivo, soprattutto come doping in alternativa agli AAS.

Le varie positività ai controlli antidoping di numerosi atleti che negli ultimi mesi hanno fatto uso di SARMs inducono a suggerire che ci troviamo davanti ad una nuova categoria di sostanze dopanti e, probabilmente, il loro uso diventerà sempre più vasto, visto gli effetti equiparabili a quelli degli AAS e un profilo tossicologico migliore. Al tempo stesso, però, la ricerca medica prosegue affinché si giunga nel minor tempo possibile alla loro immissione in commercio, in modo tale da avere una nuova classe di farmaci da poter utilizzare in campo medico.

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Ringraziamenti

Sin da quando ho iniziato a pensare alla tesi, alla sua stesura e alla sua discussione ho pensato al momento in cui avrei scritto i ringraziamenti, come se fosse una sorta di primo tagliando della mia vita.

E ora che quel momento è arrivato spero di non dimenticare nessuno e, nel caso lo facessi, mi scuso in anticipo.

Grazie alla mia famiglia, a mio padre, a mia madre e a mio fratello. Grazie perché, nonostante gli alti e bassi tipici delle dinamiche familiari, mi hanno sempre sostenuto, supportato ma soprattutto sopportato. Spero di avervi reso orgogliosi almeno in minima parte di quanto io sono orgoglioso di voi.

Grazie a Claudia, la sorella maggiore che non ho mai avuto. Grazie per esserci sempre, per trovare sempre le parole giusto al momento giusto, per ogni gesto e per ogni sguardo, per ogni momento passato assieme.

Grazie a Leonardo, nonostante i periodi in cui ci sentiamo poco, bastano 5 minuti per riprendere il filo da dove lo avevamo lasciato. Grazie per le serate assieme, le cazzate, le sbronze e tutti i momenti passati assieme.

Grazie alla sezione A.I.A. di Pisa “Renato Gianni” a partire dal Presidente Alfredo Fiamingo fino all’ultimo degli associati, una seconda famiglia nella quale sono cresciuto come arbitro, come assistente ma soprattutto come uomo. Grazie al gruppo “Sbocciatori” (una volta, ormai siamo tutti molli) ovvero Landu, Gioele, Marco, Masi, Beppe, Gianluca e Luca per le serate, i raduni, le risate, le sbronze, le prese di culo. Grazie alla squadra sezionale di calcio a 5 ovvero Roberto (Sponsor, compagno di innumerevoli partite, dispensatore di calci in quantità industriale e disturbatore delle pubblica quiete), Arli, Leonardo, il Mister Andrea (se avete una monetina immersa in acqua e non sapete come prenderla chiamate lui), Giovanni (e anche Giovannino menghia), Alessandro (i tuoi pianti al fantacalcio sono e rimarranno imbattibili), Tili, Marco (facilmente riconoscibile per strada con quella macchina, cambiala per favore), Tommaso e tutti gli

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