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Academic year: 2021

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(1)

Open Archive

di Antonella De Robbio

Referente SBA per il diritto d'autore Università degli Studi di Padova

(2)

Archivi Aperti

Noti come Open Archive, o E-prints server, sono

archivi preposti al deposito dei documenti scientifici, in forma elettronica, alla loro gestione e

conservazione.

• Possono essere organizzati a livello istituzionale o a livello disciplinare.

I documenti elettronici possono essere depositati

direttamente dagli autori attraverso un semplice processo noto come auto-archiviazione.

• Non va confuso il termine auto-archiviazione archiving) con quello di auto-pubblicazione (self-publishing)

(3)

Cosa sono gli e-prints?

Gli e-prints sono copie elettroniche di

papers accademici.

Gli

archivi di e-prints

consentono agli

autori di rendere i propri prints

pre-referati, e i propri lavori post-print

referati, liberamente disponibili alla

comunità internazionale scientifica,

disseminandoli su scala mondiale, cosa

impossibile per un lavoro su carta

(4)

L’auto-archiviazione

Molti sono i ricercatori che da alcuni anni archiviano i loro lavori sui server delle loro

istituzioni o in server disciplinari, per esempio per la biomedicina, l'astronomia, la chimica, ...

la matematica, dopo la fisica, è il campo, dove si è fatto l'uso più massiccio di server di pre-print

Anche all'interno di una stessa disciplina però, non sempre i comportamenti sono omogenei

(5)

Tipologie di Open Archive

Numerose sono le esperienze nel mondo e anche

le tipologie tecniche

– modello accentrato – modello distribuito

A livello organizzativo le scelte possono essere

– server istituzionali (institutional

repositories)

– server subject-based o disciplinari – esistono inoltre altre soluzioni:

• gli “umbrella server” (specie di MetaOA) • individual data provider (modello Kepler)

(6)

Archivi Aperti e interoperabilità

Ciascun documento depositato è corredato da

metadati in formato standard che vengono esposti per la raccolta (harvesting)

Gli archivi sono detti “aperti” in quanto possono

essere interrogati da un servizio (“service provider”) che si occupa di indicizzare i metadati raccolti dai vari archivi attraverso la funzione di harvesting

Un deposito entro l’architettura OAI Open Archive

(7)

Big versus small

Modello accentrato

HEP e discipline correlate nasce nel 1991

80.000 utenti / 70 Paesi 13 mil, doc. scaricati annui 3500 nuovi lavori annui 33.000 sottomissioni al 2001

(8)

Modello distribuito

RePEc, la più grande collezione del mondo

di documenti per l'economia ad accesso

libero, a modello distribuito

collega oltre 200 archivi con oltre 60.000

articoli e rapporti tecnici di ambito

economico disponibili online

sorto nel 1999 per opera di Thomas Krichel

ciascuno diventa mirror e garantisce

l’accesso anche ai dati di tutti gli altri

archivi

(9)

Il modello di pubblicazione scientifica

decostruito

[termine coniato da J. Smith]

• I depositi istituzionali possono giocare un ruolo significativo del

processo evolutivo della ristrutturazione della comunicazione scientifica

• Le tradizionali pubblicazioni a stampa integrano in un unico

modello 4 componenti essenziali nella comunicazione scientifica

[da Roosendaal e Geurts]

– Registrazione: stabilire la priorità intellettuale di un’idea, un concetto, o una scoperta scientifica

– Certificazione: certificare la qualità della ricerca e/o la validità delle scoperte dichiarate;

– Consapevolezza: assicurare la disseminazione e l’accessibilità delle produzioni della ricerca, fornendo meccanismi di alerting

(10)

Institutional repositories:

cosa sono

I depositi istituzionali di documenti sono

collezioni digitali che raccolgono e conservano la produzione intellettuale delle comunità

accademiche (singoli o multi Atenei)

possono essere considerati estensione naturale

delle responsabilità dell’istituzione accademica in qualità di generatori di ricerca primaria

sono potenzialmente la componente più

importante nell’evoluzione della struttura dei nuovi modelli di comunicazione scientifica

(11)

Institutional repositories:

a cosa servono

offrono una risposta strategica ai problemi esistenti

nel sistema che regola i periodici scientifici

• offrono un immediato complemento di qualità al modello di pubblicazione scientifica ad oggi

esistente

stimolano l’innovazione entro una struttura di

editoria disaggregata

• servono come indicatori tangibili della qualità di un’istituzione, ne incrementano la visibilità, il prestigio e il valore a livello pubblico

(12)

Situazione frammentaria

Centinaia di e-server: istituzionali,

disciplinari, accentrati, distribuiti, piccoli,

grandi, depositi di collezioni, ...

Papers sparsi sui siti Web

Umbrella servers es. MPRESS)

MetaMotori OA (service provider)

CiteSeer, servizio precedentemente

chiamato ResearchIndex, costruito da NEC

Research Institute

(13)

Due le aree di intervento

Da una parte si trovano iniziative come OAI

nata con lo scopo di

– sviluppare e promuovere standard per l'interoperabilità tra archivi

– essere di supporto ad un'efficiente disseminazione di contenuti;

Dall'altra si collocano iniziative come

– Budapest Open Access Initiative BOAI – movimento Free Online Scholarship FOS

– Public Library of Science (30.000 scienziati di 180 Paesi

(14)

Open Archive Initiative

OAI è supportata nelle sue iniziative dalla Digital Library Federation e da Coalition for Networked Information e riceve finanziamenti da National Science Fundation

fonda le sue radici nel continuo sforzo teso al

miglioramento dell'accesso ai documenti entro gli archivi e-print,

mette a disposizione strumenti, software e documentazione (protocolli, standard)

(15)

In OAI esistono

due categorie di server

i

data provider

, i quali contengono i

documenti depositati e che supportano il

protocollo OAI esponendo i metadati

relativi ai lavori contenuti nel server. Un

data provider gestisce uno o più server, per

il deposito (Web servers repositories)

i

service provider

, usano i metadati dei

data provider come base per la costruzione

di servizi a valore aggiunto.

(16)

harvesting

Open Archives Initiative Protocol for

Metadata Harvesting Protocol

indispensabile per rendersi visibili ai fini

della raccolta

è necessario esporre i propri metadati al

colloquio entro la comunità internazionale

in un formato compatibile

(17)

Budapest Open Access Initiative

BOAI

nata il 14 febbraio 2002 conta oggi oltre 2484 firmatari

(178 organizzazioni)

• finanziata dalla Fondazione Soros di OSI Open Society Institute

il suo scopo è di fare pressione sugli autori al fine di

ottenere un consenso generalizzato per l’auto-archiviazione

• non si occupa di applicazioni software o di aspetti

tecnologici, ma è focalizzata principalmente sui processi di peer-reviews.

(18)

I Software disponibili

ArXive, Kit NCSTRL (ex-protocollo Dienst): per server disciplinari

Eprints software (OAI compatibile): per server istituzionali

Kepler software: per server individualiDSpace di MIT. Gestisce anche formati

multimediali utili alla didattica

CDSware del CERN: funge anche da portale con motore che ricerca entro le collezioni della

biblioteca

(19)

Cosa è EPrints ?

E’ un software Open source per costruire,

gestire e fornire accesso ad archivi di e-print entro un quadro di Digital Library

• Nato dall’idea del prof. S. Harnad è sviluppato alla Southampton Univ (Chris Gutteridge)

E’ un software libero rilasciato con licenza GNU

GPL (General Public License), fa uso di

numerosi altri software liberi (Apache, MySQL, PERL, Plug-ins for PERL).

E’ pienamente interoperabile con il protocollo

OAI (Open Archives Initiative) per la raccolta dei metadati

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Kepler framework

Strumento per la creazione di “personal data provider” o

“archivelets” indipendenti dalla piattaforma (Mac, Win, Unix, …)

scarico e auto-installazione semplice e rapida su workstation PC individuali (facilità di utilizzo)

struttura molto simile a un broker basato su modello di rete P2P

servizio di registrazione automatica: tiene traccia dello status di registrazione dell’archivelet (attivo/non attivo), attraverso un modello istant-messenger, mutuato da Napster, dove nel server centrale viene mantenuta traccia (in cache) dei client attivi

servizio di raccolta di metadati dagli archivelet semplice e poco pesante

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Service provider Arc: risultato ricerca

(27)

DSpace: nuova soluzione al MIT

DSpace è una piattaforma software open source

(licenza BSD) OAI compatibile, adatta agli atenei

– cattura e descrive opere digitali utilizzando moduli

Web per la sottomissione dei lavori

– aggrega e recupera i lavori dell’istituzione: didattica

e ricerca

– conserva a lungo termine le opere digitali

– crea un sistema elettronico per la disseminazione

delle produzioni intellettuali

– gestisce utenze diversificate (studenti) con controllo

degli accessi

– gestisce multimedialità:supporta formati numerosi

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SCHOOLS

DEPARTMENTS

LABS

CENTERS

PROGRAMS

Communities DSpace system

Web User Interface

USER USER SCHOOL DEPARTMENT LAB CENTER PROGRAM Archival Storage Metadata (Database) Search/Browse Subsystem Collection Collection Collection Collection USER S ub m is si on S ub sy st em Ite m Ite m Ite m Ite m

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I blocchi di un copyright iniquo

• possono essere un forte ostacolo

– ad una crescita scientifico-culturale

– allo sviluppo sociale ed economico dei Paesi (teorie economiche lo

confermano)

le questioni connesse al diritto d'autore o copyright, incidono sui processi della comunicazione scientifica e sul flusso dei contenuti intellettuali

(33)

Va posta differenza tra ...

quello che l'autore cede a seguito di compenso

(royalty)

quello che l'autore cede gratuitamente (give

away)

Non è la stessa cosa scrivere un articolo giornalistico, o per una rivista popolare,

e scrivere un articolo scientifico di ricerca. I meccanismi sono diversi.

Tutta la ricerca dovrebbe passare attraverso i canali dell'accesso libero,

in quanto nessuno paga gli autori per i loro lavori scientifici

(34)

La linea di demarcazione

Stevan Harnad individua "una linea di

demarcazione profonda ed essenziale nella galassia Post-Gutenberg" tra

– le opere che rientrano nel circuito commerciale: fasi che coinvolgono l'autore nella cessione dei diritti dietro compenso (royalty), accessibili a pagamento (libri, giornali, programmi, musica)

– le opere che rientrano nel circuito della comunicazione scientifica: articoli di ricerca pubblicati nelle riviste scientifiche.

(35)

La trasformazione dell’OA

il concetto OpenArchive si trasforma: da pre-print

diviene e-print, perde il prefisso "pre" a ricomprendere tutti i documenti

• il vero OA è un deposito di documenti appartenenti a

una determinata comunità

ruolo dell'EPrints di Harnad è assai più ampio rispetto

al semplice pre-print server

• combatte il copyright iniquo con le stesse armi del

(36)

Il vero OA

modello che porta dentro il "seme" della

parola "disseminazione”

concetto profondamente diverso da quello

della “distribuzione”

disseminazione implica una crescita

incrementato a tal punto da evolvere e

divenire una forma di comunicazione e

immagazzinamento della produzione

scientifica nella sua interezza

(37)

“In the life, there are no

solution. There are forces in

motion: they need to be created

and solutions follow”

[In: Volo di notte, Antoine de Saint-Exupéry, Chap. 19]

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