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Lo strumento è il segno. Il segno come scrittura nel passato e il segno come espressività nella grafica oggi.

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Academic year: 2021

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Laura Domenici

Relatore - James Clough

Lo strumento è il segno.

Il segno come scrittura nel passato

e il segno come espressività nella grafica oggi.

3. 4.

1. 2.

1. Il segno manuale nella grafica Il segno di un pennello da pittore avvolge l’artefatto editoriale.

4. Lavori calligrafici

Ogni lavoro presenta schizzi e varianti progettuali.

2. Strumenti

Nel libro sono presentati venti strumenti con i rispettivi segni più interessanti.

3. Lavori calligrafici

Ogni lavoro è accompagnato da una descrizione dettagliata sull’esecuzione.

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Abstract

Prima o poi tutti sentono il bisogno di manifestare se stessi attraverso un gesto lasciato dal proprio corpo, è inevitabile. L’uomo delle caverne sentì questo bisogno, forse già intuen-do il potere dell’immortalità del segno. Il bambino ben presto scopre la capacità che ha di lasciare una traccia, divertendosi a camminare nella neve e nel fango per osservare dietro di sé le orme impresse. Qualsiasi cosa può diventare strumento o supporto: un dito per scrivere sul vetro appannato, un legno per scrivere sulla sabbia, del pelo animale per fare un pennello, la piuma di un volatile come penna, la pelle su cui imprimere un tatuaggio, il muro di una casa... Gli strumenti e i supporti conosciuti sono molti, e molti ancora sono da scoprire. Questa tesi esplora lo strumento e il segno in due fasi della storia ben distinti: come scrittura nel passato e come espres-sività nella grafica oggi. Ma solo su quest’ultimo aspetto è fondato l’artefatto comunicativo, essendo oggi, un tema an-cora poco conosciuto.

Dal 3000 a.C. in poi, alcuni strumenti sono stati fondamentali per la formazione e la mutazione delle lettere. Il mondo con-temporaneo è caratterizzato dai caratteri tipografici digitali, ma l’origine non è altro che calligrafica. Un esempio molto convincente si ritrova nelle nostre maiuscole tipografiche, che derivano dalle maiuscole epigrafiche dell’Impero Romano, di-pinte con un pennello piatto prima di essere incise. Infatti, è il pennello che ha conferito delle forme caratteristiche, che per generazioni e generazioni i disegnatori di caratteri tipografici hanno seguito e seguono tutt’ora, spesso ignari delle origini. Oggi, il segno manuale è un’area coltivata da pochi calligrafi professionisti, spesso alla ricerca di tratti unici ed espressivi, che possono diventare degli ottimi logotipi o slogan pubblici-tari. Il segno manuale diventa quindi un valore aggiunto nella comunicazione visiva, valore che oggi è ancora poco cono-sciuto. L’obiettivo dell’artefatto cartaceo è proprio quello di far conoscere, soprattutto ai giovani progettisti, questo aspetto. Il libro vuole essere principalmente una fonte d’ispirazione, mo-strando schizzi, varianti e lavori finali di calligrafi professionisti applicati alla grafica, principalmente per logotipi e packaging. L’unicità, l’espressività e la naturalezza di un segno tracciato a mano possono fare la differenza.

Svolgimento

È stato fondamentale esplorare gli strumenti e i segni nel passato, perché solo così ho potuto constatare che il segno manuale ha un’importanza fondamentale per le nostre lette-re. Ed è stato altrettanto fondamentale esplorare il presente, ovvero come oggi il segno manuale viene utilizzato. Ho avuto

Il segno manuale, tracciato con qualsiasi oggetto su innumerevoli supporti, può

essere molto affascinante, espressivo e unico, ed è per queste sue particolari

ca-ratteristiche che può diventare un valore aggiunto nella comunicazione visiva. Il

segno manuale è ricco d’emozione, crea dinamismo all’interno di una

composi-zione ed è una risorsa inesauribile.

il piacere di conoscere calligrafi professionisti, che mi hanno ulteriormente confermato il valore aggiunto del segno ma-nuale applicato alla comunicazione visiva.

Conclusioni

Desidero mostrare, in questo libro, i lavori di cinque calligrafi professionisti, sperando che rendano più consapevoli del va-lore aggiunto di quest’arte nella comunicazione visiva. Ma so-prattutto spero che il fascino del segno manuale colpisca, e possa essere d’ispirazione. Se alla fine del libro si avrà voglia di inserire un po’ di manualità in alcuni dei propri progetti, avrò raggiunto il mio scopo.

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