Corso di Laurea: SCIENZE E TECNOLOGIE ALIMENTARI Classe L-69
Corso Integrato: Elementi di biologia e qualità delle materie prime vegetali Modulo: Produzioni erbacee e qualità delle materie prime (3 CFU)
Lezione: CICERCHIA
Università degli studi di Bari “Aldo Moro”
ATTENZIONE!
LE DIAPOSITIVE
SONO DA CONSIDERARSI
SOLO UN AIUTO NELLA
Cicerchia - Lathyrus sativus L.
Classe: Dicotyledonae Ordine: Leguminosae Famiglia: Papilionaceae
Tribù: Vicieae
Origine e diffusione
La cicerchia è originaria del bacino del Mediterraneo, di antichissima coltura, ma
limitata a causa della cattiva qualità alimentare dei suoi semi: producono una
sindrome neurotossica (latirismo), con convulsioni e paralisi, se consumata in
grande quantità dagli uomini o dagli animali
Specie poco coltivata, si conoscono tipi locali, contiene un alcaloide, causa del latirismo in qualche caso.
Caratteri botanici
La cicerchia è una pianta annuale, ramificata, a portamento semi-prostrato, con steli glabri, glauchi, caratteristicamente alati; foglie alterne,
costituite da un picciolo alato portante un paio di foglioline ellittiche, oblunghe ed un cirro
semplice o ramificato, molto lungo; i fiori singoli, fecondazione autogama, formano un baccello
compresso contenente da 2 a 5 semi; i semi sono schiacciati, piuttosto angolosi, di colore
bianco o bruno marezzato, di 4-6 mm di diametro e di circa 270 mg di peso.
Esigenze ambientali
La cicerchia è pianta microterma che ha esigenze termiche intermedie tra quelle della lenticchia e quelle del cece. Si adatta ai terreni
anche molto magri e ciottolosi, purché non soggetti a ristagni d’acqua.
Tecnica colturale
Si semina per lo più in autunno per essere raccolta in giugno-luglio. La semina viene fatta a file a 40-50
Raccolta e utilizzazione
La sua estrema rusticità consente a questa pianta di dare produzioni superiori a quelle
di altre leguminose, ad esempio della
lenticchia, in ambienti molto magri e avversi. La produzione si aggira su 2-2,5 t/ha di
granella, in buone condizioni di coltura. La cicerchia trova anche impiego come pianta da erbaio. A questo scopo si usa un’altra specie affine: il Lathyrus cicera,