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La relazione d'aiuto nel paziente geriatrico

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Academic year: 2021

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Scuola di Medicina

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA

“La relazione d’aiuto nel paziente geriatrico”

Candidata: Arianna Rispoli

Relatrice: Dott.ssa Manuela Giuliani

Correlatore: Dott. Sergio Ardis

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Grazie. Ci siete voi, e chi lo sa saprà riconoscersi.

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INDICE

Abstract ………...………… 1

Introduzione ……… 1

1. L’anziano ...………..…….……….………… 2

1.1. L’invecchiamento ………..……. 2

1.2. L’assistenza al paziente geriatrico ………...…... 3

1.3. Il vissuto della malattia ………...………..….. 5

2. La relazione d’aiuto ………..………. 7

2.1. Definizione ed obiettivi ………..… 7

2.2. Condizioni ………..… 7

2.3. La comunicazione non verbale ………...……….... 8

2.4. La comunicazione non verbale nella relazione d’aiuto ………...……... 9

3. Il codice deontologico dell’infermiere ………...… 11

4. Lo studio di ricerca ……….. 13

4.1. Obiettivo ……….….. 13

4.2. Metodo .………. 13

4.3. Analisi dei dati ………..…… 17

4.3.1. Coerenza interna ……….…… 17 4.3.2. Distribuzione ……….. 24 4.3.3. T test ………...… 25 4.3.4. Correlazione ……….…...………… 32 4.4. Risultati………..……….…………...……… 33 Conclusioni ……… 35

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1 ‘’Parlare è un mezzo per esprimere sé stessi agli altri,

ascoltare è un mezzo per accogliere gli altri in sé stessi’’ (Wen Tzu, testo classico taoista)

ABSTRACT

Un aspetto essenziale della professione infermieristica è il rapporto con l’assistito attraverso il dialogo.

È quindi importante focalizzare l’attenzione sulla relazione d’aiuto, ovvero una relazione in cui almeno uno dei protagonisti ha lo scopo di promuovere nell’altro la crescita, lo sviluppo, la maturità e il raggiungimento di un modo di agire più adeguato (Rogers, 1951).

Pochi studi hanno indagato sulla relazione d’aiuto nel paziente geriatrico (ad esempio Caris-Verhallen e Kerkstra e Bensing, 1999), confermando però quanto le componenti non verbali della relazione d’aiuto sono fondamentali per stabilire una buona connessione con il paziente.

Questo studio analizza gli elementi che costituiscono la relazione d'aiuto, ha l'obiettivo di valutare se questi fattori vengono recepiti dal paziente geriatrico e quanto influisce positivamente sul vissuto della malattia una buona relazione con l’operatore.

INTRODUZIONE

L'assistenza infermieristica consiste nell'assumere come problema sanitario non tanto la malattia quanto le sue conseguenze di tipo fisiologico, psicologico e sociale sul vivere quotidiano e sull'autonomia dell’individuo assistito. Perciò, assume una grande importanza la qualità della relazione e della comunicazione che si instaura tra infermiere e persona malata.

La relazione d'aiuto è uno strumento indispensabile per il professionista sanitario, in quanto consente di stabilire il rapporto di fiducia.

Ho scelto di trattare questo argomento perché credo che la comunicazione con il paziente sia essenziale per garantire il successo del processo assistenziale. Purtroppo, durante la mia esperienza come tirocinante, ho notato quanto a volte sia trascurata. Il paziente anziano è il protagonista di questo studio perché mi sta a cuore e vorrei far capire che, soprattutto per loro, un sorriso o una parola gentile fa la differenza.

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2 CAPITOLO 1: L’ANZIANO

1.1. L’INVECCHIAMENTO

Per invecchiamento si intende un cambiamento durante il quale avvengono modifiche in funzione del tempo ed altri fattori.

Dal punto di vista biologico è un processo fisiologico che interessa tutti gli organismi viventi soggetti a uno sviluppo e a una maturazione, che consiste in una progressiva degenerazione dei tessuti.

In termini sociologici, rappresenta l’uscita da contesti produttivi e l’ingresso in quelli sanitari ed assistenziali.

Il processo di invecchiamento conduce alla vecchiaia, generalmente definita come il periodo finale del ciclo vitale di un individuo caratterizzato dal progressivo rallentamento delle funzioni fisiologiche e dal decadimento dell'organismo.

Gli anziani sono sempre più numerosi e raggiungono la vecchiaia in migliori condizioni di salute, merito del progresso sia delle conoscenze scientifiche (riduzione della mortalità per malattie croniche) che delle condizioni socio-economiche (miglioramento dell'igiene e dell'alimentazione).

L'aumento della popolazione anziana ha determinato la nascita di nuove discipline: • La geriatria (dal greco geros = vecchio, iatros = medico): branca della medicina

che si occupa non solo della prevenzione e del trattamento delle patologie dell'anziano, ma anche dell'assistenza psicologica, ambientale e socio-economica.

• La gerontologia: scienza che studia le modificazioni derivanti dall'invecchiamento.

• La geragogia: scienza che studia tutte le possibilità per invecchiare bene. Esiste tutt'oggi difficoltà a stabilire l'inizio del processo di invecchiamento poiché si svolge con modalità, ritmi e conseguenze variabili tra individuo e individuo.

Comunemente, si considerano le seguenti fasce di età:

• Età di mezzo o presenile, 45-65 anni: gli eventi biologici caratteristici sono la menopausa per la donna e l'andropausa per l'uomo.

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3 all'inizio della vecchiaia a 65 anni.

• Senescenza conclamata, 75-90 anni: in questo periodo le malattie che insorgono tendono a cronicizzarsi ed a determinare interventi assistenziali, sociali e riabilitativi.

Esistono molteplici fattori che influenzano i processi di invecchiamento, ad esempio: • fattori genetici;

• benessere economico;

• appartenenza ad un nucleo socio-familiare;

• livello di percezione, determinato dalla funzionalità di vista e udito; • interazione e comunicazione;

• comparsa di malattie invalidanti;

• stile personale di vita, ovvero subire o vivere la vita; • creatività, mantenere attive le funzioni cerebrali.

Solitamente il timore più grande per l'anziano non è la morte ma la malattia, l'abbandono, il disprezzo ed il rifiuto da parte del suo nucleo familiare.

È indispensabile che la vecchiaia sia caratterizzata da anni di salute e non di invalidità e dipendenza.

1.2. L’ASSISTENZA AL PAZIENTE GERIATRICO

L’assistenza geriatrica ha come obiettivo il miglioramento o il mantenimento della qualità di vita del paziente, l’apprendimento all’autogestione della salute o della disabilità, l’educazione alla prevenzione del bisogno, il supporto e istruzione ai nuclei familiari.

La presa in carico è globale, l’infermiere mette il paziente al centro del processo di cura valutando i suoi bisogni e quindi mettendo in atto strategie per soddisfarli, facendosi portavoce delle sue necessità considerando relazioni sociali e contesto ambientale, rispettando la sua volontà e dignità.

L’operatore dovrebbe intervenire solo quando c’è un reale bisogno, in modo tale che l’anziano si senta aiutato ma considerato allo stesso tempo capace. È importante favorire l’autonomia per promuovere il mantenimento delle capacità residue dell’assistito.

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4 Il nursing geriatrico coinvolge diversi aspetti della vita del paziente:

• Comunicazione: è necessario ascoltare il paziente per interpretare i suoi bisogni assistenziali e curare anche l’aspetto sociale e psicologico della malattia.

• Alimentazione: influenza notevolmente lo stato di salute dell’individuo, spesso l’insorgenza della malattia e l’ospedalizzazione si associano a difficoltà nella nutrizione.

• Igiene e abbigliamento: è di notevole importanza evitare alterazioni della cute che ne possono compromettere l’integrità e promuovere la cura della propria persona.

• Respirazione: la mancanza di respiro interferisce con i più semplici gesti quotidiani, possono verificarsi inoltre disturbi del sonno e un progressivo stato di invalidità.

• Eliminazione intestinale e urinaria: possono subire cambiamenti in seguito ad ospedalizzazione, allettamento, immobilità, cambiamento delle abitudini alimentari, scarsa idratazione e fragilità psicologiche.

• Sonno e riposo: è importante rispettare i ritmi del paziente, concentrare le attività assistenziali nelle ore diurne e favorire il comfort nelle ore notturne. • Integrità cognitiva: l’ospedalizzazione, l’allontanamento dall’ambiente

domestico, l’alterazione dei ritmi di vita, lo stress, gli effetti psicoattivi dei farmaci, possono favorire disorientamento del paziente anziano. L’alterazione dello stato mentale del paziente può essere riassunta nelle “3 D” (demenza, delirio, depressione).

• Ambiente sicuro: le stanze di degenza devono essere opportunamente equipaggiate per fornire sicurezza e stabilità, letti appropriati, servizi igienici idonei e impianti per la gestione del microclima.

• Terapia: l’infermiere è il principale responsabile della gestione della terapia, la quale viene eseguita secondo le prescrizioni mediche e gli schemi terapeutici. È fondamentale valutare la presenza di alterazioni di natura psichica o fisica che possano alterare la normale assunzione dei farmaci.

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5 sanitarie specifiche per assicurarsi che i pazienti ricevano cure adeguate. I luoghi di presa in carico possono essere:

• Ufficio del medico: i motivi più frequenti per le visite sono diagnosi di routine e gestione dei problemi cronici e acuti, promozione della salute e prevenzione delle malattie, valutazione pre-chirurgica o post-chirurgica.

• Casa del paziente: l'assistenza domiciliare è la forma di assistenza più frequentemente utilizzata dopo la dimissione dall'ospedale, per fornire assistenza per problemi acuti e cronici o talvolta per la cura della fine del ciclo di vita.

• Strutture di assistenza a lungo termine: questi servizi comprendono i centri di residenza assistita, gli istituti di cura, le case di riposo e le residenze medicalizzate per anziani. La possibilità che i pazienti richiedano una cura a lungo termine presso una di queste strutture dipende in parte dalla volontà e dalle esigenze del paziente e dalla possibilità della famiglia di soddisfare le esigenze del paziente.

• Strutture diurne di assistenza: forniscono servizi medici, riabilitativi, cognitivi e sociali diverse ore al giorno per alcuni giorni alla settimana.

• Ospedali: solo gli anziani gravemente malati devono essere ospedalizzati, la stessa ospedalizzazione gli espone a rischi a causa dell'isolamento, dell'immobilità etc.

• Ospedali di lungodegenza: forniscono un recupero di livello ospedaliero esteso e assistenza riabilitativa a pazienti con lesioni gravi e condizioni clinicamente complesse. Queste strutture sono destinate a coloro che dovrebbero migliorare e tornare a casa, ma che hanno bisogno di una convalescenza più lunga. • Cure palliative: sono destinate ai malati terminali. L'obiettivo è quello di

alleviare i sintomi e di garantire comfort ai soggetti e possono essere fornite a domicilio, in una casa di riposo o presso strutture ospedaliere.

1.3. IL VISSUTO DELLA MALATTIA

Una delle maggiori cause del disadattamento e delle modificazioni psichiche dell’anziano è la sua precaria condizione di salute. Egli si sente più esposto alle

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6 malattie e quindi è meno sicuro di sé e delle proprie capacità di assolvere ai ruoli familiari e sociali.

In particolare, solitamente per l’anziano:

• Essere malato significa essere di peso per la propria famiglia, non si sente più in grado di ricoprire il ruolo sociale e familiare che gli era proprio o sente che gli altri non lo reputano più all'altezza del compito.

• La malattia induce un certo grado di depressione, lo porta a sentirsi debilitato, crea in lui insoddisfazione e timori.

• La malattia è vista come una diretta conseguenza dell'età, quindi sono spesso le manifestazioni patologiche che lo inducono a rendersi conto di essere invecchiato.

• L'essere malato ed il sentirsi inutile non vengono soggettivamente distinti: la malattia lo rende meno capace e quindi provoca in lui un comportamento tendente all'introversione ed alla depressione.

• La speranza principale è quella di stare bene, il timore maggiore è quello di ammalarsi.

• Il dolore è strettamente collegato al concetto di malattia, la sofferenza è avvertita come la diretta conseguenza di quest'ultima.

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7 CAPITOLO 2: LA RELAZIONE D’AIUTO

2.1. DEFINIZIONE E OBIETTIVI

La relazione d’aiuto è un rapporto in cui almeno uno dei due protagonisti ha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita come persona distinta, lo sviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo di agire più adeguato (Rogers, 1951).

Avviene quando vi è un incontro tra due persone, di cui una si trova in condizioni di confusione di fronte ad un problema che deve gestire e l’altra è dotata di un grado maggiore di adattamento e di competenza rispetto allo stesso problema.

Ha quindi come obiettivo una maggiore valorizzazione delle risorse personali del soggetto, offrendogli strumenti (quali consapevolezza e potenziamento delle proprie risorse, conoscenza di sé, comprensione del problema) per affrontare e tollerare il problema, non per risolverlo o sottrarglielo.

Nel contesto sanitario la relazione d'aiuto è indispensabile per fornire il supporto necessario per affrontare le numerose problematiche psicosociali connesse alla malattia.

2.2. CONDIZIONI

La relazione d’aiuto è efficace quando avvengono contemporaneamente sei condizioni:

1. Il paziente è in condizione di crisi: si verifica un’incongruenza tra la visione che egli ha di sé stesso e la realtà che sta vivendo in quel determinato momento. Il nuovo equilibrio dell’individuo sarà raggiunto tramite un cambiamento adattativo della sua immagine, rendendola congruente alla nuova realtà. Tale circostanza può essere causata della comunicazione di una cattiva notizia in sanità (una diagnosi di una grave malattia, un percorso terapeutico impegnativo, esiti della malattia sconfortanti etc).

2. La persona che si prende cura è disponibile ad aiutare: sceglie di instaurare una relazione con quel determinato paziente che vive in quel momento una condizione di crisi. Si tratta quindi di una decisione per quell’occasione e quel contesto, che non coincide con la generica disponibilità che ha chi sceglie di svolgere una professione di aiuto.

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8 3. La persona che si prende cura è autentica: non mente mai, è sempre sé stessa e

non vive una condizione di crisi nel corso di tutta la relazione. Possono esserci situazioni in cui il sanitario deve tacere alcune informazioni, ma ciò non equivale a mentire.

4. Comprensione empatica: consiste nella capacità di concepire l’esperienza che il paziente sta vivendo e di sentirla interiormente. Nello specifico si tratta dell’abilità di sentire, di essere presenti nella relazione, di saper entrare in contatto con l’utente e comprenderne le richieste, i bisogni, il punto di vista. Ciò comporta una volontà ed una capacità di gestire la sofferenza emotiva che accompagna l’incontro.

5. Accettazione positiva incondizionata: ovvero non esprimere mai giudizi sul paziente, facendolo così sentire accettato e rispettato.

6. Comunicazione della comprensione empatica e dell'accettazione positiva. Questo presuppone un emittente (locutore) e un buon ricevente (ascoltatore). L’emittente deve chiarire le sue intenzioni, a livello verbale e non verbale, esprimendo ciò che pensa, vuole o sente. Il ricevente invece deve cercare di cogliere il più fedelmente possibile l'intenzione dell’emittente.

2.3. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

La comunicazione è uno scambio di informazioni da un individuo a un altro attraverso un messaggio elaborato secondo le regole di un determinato codice.

In particolare, quella medico-sanitaria si riferisce a quella parte della comunicazione umana il cui contenuto riguarda problemi legati alla salute e coinvolge i professionisti sanitari, il paziente ed i suoi familiari.

Può essere verbale, ovvero costituita dal contenuto informativo trasmesso dalle singole parole, o non verbale.

La comunicazione non verbale comprende tutti gli aspetti di uno scambio comunicativo che non riguardano il livello puramente semantico del messaggio, poiché è accompagnato da alcune caratteristiche variabili, quali:

• Il linguaggio paraverbale: è costituito dai messaggi che accompagnano l'informazione verbalizzata (il tono e il volume della voce, la cadenza, il ritmo, il fluire delle parole).

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9 • Il linguaggio corporeo: è costituito dai messaggi trasmessi dai movimenti, dalla

posizione e dalle espressioni corporee, dai vestiti e dagli oggetti maneggiati o utilizzati. Nello specifico, la mimica riguarda l'espressione del volto e la prossemica interessa la posizione del corpo nello spazio ed è utile per osservare le posture di avvicinamento o ritirata.

La posizione assunta corrisponde all'atteggiamento che si ha nei confronti dell'interlocutore, può essere di chiusura o di apertura. È evidente a livello di braccia e gambe e, assumendo una posizione di apertura, è possibile aumentare la disponibilità nella relazione d'aiuto.

Nel caso in cui il messaggio verbale discordi dal non verbale, in genere è quest’ultimo ad essere ritenuto veritiero.

2.4. LA COMUNICAZIONE NON VERBALE NELLA RELAZIONE D’AIUTO

Durante il colloquio con il paziente, è importante pensare a cosa dire (ovvero il contenuto verbale da trasmettere) e soprattutto cosa fare e come essere (cioè il contenuto non verbale).

In particolare, tenendo conto degli obiettivi della relazione di aiuto, è opportuno fare attenzione a:

• L’ascolto attivo: ovvero assumere una disponibilità completa ad accogliere ciò che il paziente vuole comunicare e riconoscere la sua importanza. L’attenzione del ricevente deve essere totale per far sì che l’emittente si senta ascoltato e accettato, è fondamentale lasciargli il ruolo di protagonista del discorso. • La posizione del corpo: manifesta il valore dato all’interlocutore. Il corpo

proteso in avanti comunica attenzione e disponibilità, mentre se tende a tirarsi indietro trasmette distacco. Se invece l’ascoltatore sta più in alto rispetto al paziente trasmette un atteggiamento di dominanza, quindi è opportuno stare uno di fronte all’altro allo stesso livello.

• La distanza: dipende da vari fattori, principalmente dal contesto sociale. È classificata in distanza pubblica (oltre 3 m, colloquio con molte persone), sociale (da 120 a 300 cm, colloquio con poche persone), personale (da 45 a 120

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10 cm), intima (da 0 a 45 cm).

• Il silenzio: ha un duplice effetto. Può essere vissuto negativamente come una sospensione della comunicazione, generando inutilità nel sanitario e disagio nel paziente. Oppure può essere avvertito in maniera positiva conferendo all’eloquio le giuste pause e l’enfasi opportuna per una comunicazione che non necessita di parole. L’ascoltatore quindi manifesterà empatia, rispetto, ascolto e importanza alle parole pronunciate dal paziente.

• Le espressioni del volto: sono fondamentali i sorrisi perché facilitano le relazioni comunicando disponibilità ed il contatto oculare poiché stabilisce un intenso scambio emotivo.

• I gesti: ad esempio, i movimenti di assenso della testa comunicano ascolto attivo. Le mani invece possono assumere atteggiamenti di chiusura (dita intrecciate, palmo rivolto verso il basso) o di apertura e accoglienza (palmo rivolto verso l’alto).

• Il linguaggio paraverbale: fornisce informazioni sullo stato d’animo del paziente. Invece l’operatore è necessario che assuma un tono di voce basso e caldo, evitando di parlare velocemente e di sovrapporsi o interrompere l’assistito.

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11 CAPITOLO 3: IL CODICE DEONTOLOGICO DELL’INFERMIERE

Con la legge n. 42 del 26 febbraio 1999 viene abolito il mansionario, ovvero quel documento che conteneva l’insieme esaustivo di funzioni e mansioni di competenza infermieristica, portando così uno sviluppo professionale in quanto l'infermiere non è più vincolato da una serie di incarichi puramente esecutivi.

La comunicazione e la relazione con il paziente acquisiscono sempre più valore come si può osservare nel profilo professionale (DM 14 settembre 1994 n. 739), che individua il campo di attività e responsabilità dell’infermiere e nel codice deontologico, che contiene le regole di condotta e di indirizzo etico (la prima pubblicazione è avvenuta nel 1960).

In particolare, l'articolo 1 comma 2 del profilo professionale stabilisce che: “L'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa (...)”, sottolineando quindi la componente relazionale. Nel codice deontologico questo tema viene ribadito più volte, ad esempio negli articoli seguenti:

• 4 – Relazione di cura: “Nell’agire professionale l’Infermiere stabilisce una relazione di cura, utilizzando anche l’ascolto e il dialogo. (...)”

• 13 – Agire competente, consulenza e condivisione delle informazioni: “(…) Partecipa al percorso di cura e si adopera affinché la persona assistita disponga delle informazioni condivise con l’equipe, necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura proposti.”

• 15 – Informazioni sullo stato di salute: “L’Infermiere si assicura che l’interessato o la persona da lui indicata come riferimento, riceva informazioni sul suo stato di salute precise, complete e tempestive, condivise con l’equipe di cura, nel rispetto delle sue esigenze e con modalità culturalmente appropriate. (...)”

• 17 – Rapporto con la persona assistita nel percorso di cura: “Nel percorso di cura l’Infermiere valorizza e accoglie il contributo della persona, il suo punto di vista e le sue emozioni e facilita l’espressione della sofferenza. L’Infermiere informa, coinvolge, educa e supporta l’interessato e con il suo libero consenso,

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12 le persone di riferimento, per favorire l’adesione al percorso di cura e per valutare e attivare le risorse disponibili.”

20 – Rifiuto dell'informazione: “L’Infermiere rispetta la esplicita volontà della persona assistita di non essere informata sul proprio stato di salute. (...)”

21 – Strategie e modalità comunicative: “L’Infermiere sostiene la relazione con la persona assistita che si trova in condizioni che ne limitano l’espressione, attraverso strategie e modalità comunicative efficaci.”

24 – Cura nel fine vita: “(...) Riconosce l’importanza del gesto assistenziale, della pianificazione condivisa delle cure, della palliazione, del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale. (...)”

27 – Segreto professionale: “L’Infermiere rispetta sempre il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del rapporto di fiducia con la persona assistita. (...)”

• 28 – Comportamento nella comunicazione: “L’Infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità; tutela la riservatezza delle persone e degli assistiti (…).”

• 29 – Valori nella comunicazione: “L’Infermiere, anche attraverso l’utilizzo dei mezzi informatici e dei social media, comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo.”

Il capo IV (contenente gli articoli da 17 a 27) tratta dei rapporti con le persone assistite ed il capo V (contenente gli articoli 28 e 29) della comunicazione.

L’infermiere quindi opera con ‘’correttezza’’, ‘’trasparenza’’, ‘’veridicità’’; attraverso l’‘’ascolto’’, il ‘’dialogo’’ ed il ‘’confronto’’. Fa sì che il paziente ‘’riceva le informazioni’’ per una ‘’scelta consapevole’’ dandole ‘’importanza’’, ‘’valorizza’’ ed ‘’accoglie’’ il suo punto di vista. ‘’Coinvolge’’, ‘’educa’’, ‘’supporta’’, ‘’sostiene’’ l’assistito. Agisce con ‘’rispetto’’ e ‘’riservatezza’’, creando un ‘’rapporto di fiducia’’. Emerge chiaramente come l'assistenza infermieristica sia olistica e considera la persona nella sua complessità, non più ritenendola solo una patologia da trattare.

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13 CAPITOLO 4: LO STUDIO DI RICERCA

4.1. OBIETTIVO

Lo studio di ricerca analizza gli elementi che costituiscono la relazione d'aiuto ed ha l'obiettivo di valutare se questi fattori vengono recepiti dal paziente geriatrico, in base alla sua esperienza con gli operatori sanitari.

Inoltre, esamina se tali fattori sono associati alle emozioni avvertite dal paziente durante il ricovero ospedaliero.

4.2. METODO

L’indagine è stata svolta nei reparti di medicina e chirurgia dell’ospedale San Luca di Lucca, nei mesi di agosto e ottobre 2020, destinata a pazienti geriatrici (di età ≥ 65 anni).

Lo studio è di tipo osservazionale: sono stati valutati gli eventi che si sono verificati senza alcun intervento attivo da parte dello sperimentatore.

Sono stati somministrati dei questionari nelle camere di degenza sotto forma di intervista, l’intervistatore ha letto le domande a risposta multipla ed indicato la risposta del paziente.

Il colloquio durava circa 20 minuti, molte volte le tempistiche sono state prolungate per chiacchiere non inerenti alle domande in sé.

Il questionario ed i dati sono stati trattati in forma anonima. Al paziente è stato consegnato e fatto firmare il modulo di ''informazione e consenso alla partecipazione allo studio'' e ''informativa e manifestazione del consenso al trattamento dei dati personali'', attestando così il consenso alla raccolta ed analisi dei dati ai fini di studio. Sono stati posti i quesiti seguenti.

- - - Genere:  Uomo  Donna Anno di nascita: _______________ Scolarità:

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14  Licenza elementare  Licenza media  Licenza superiore  Diploma universitario Situazione familiare:  Disponibile  Non disponibile Unità di degenza:  Medicina  Chirurgia  Altro Periodo di degenza:  < di 1 settimana  1 – 2 settimane  3 – 4 settimane  > di 1 mese

Indicare le sensazioni provate ieri, in una scala da 0 a 10 punti (con 0 si indica che non si è avuta mai la sensazione indicata, con 10 si indica che la si è avuta continuamente):

Piacere 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Calma 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Preoccupazione 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Tristezza 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Felicità 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Depressione 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Rabbia 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Stress 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Stanchezza 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Hai sorriso o riso molto? 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

I prossimi quesiti riguarderanno l’approccio degli operatori sanitari secondo la sua esperienza ospedaliera. Ad ogni punto, attribuire un punteggio in una scala da 0 a 10 punti (con 0 si indica ‘’per niente’’, con 10 si indica ‘’molto’’).

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15 L’operatore sanitario:

È aperto e disponibile nei miei confronti 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

È attento a come mi sento 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

È interessato a me e la mia famiglia 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Si preoccupa di me come persona 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Cerca di conoscermi come persona 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi supporta emotivamente 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi suscita fiducia 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi tratta come persona in grado di intendere 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi dedica il giusto tempo 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi fa sentire ascoltato/a 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi fa sentire a mio agio 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi fa sentire non giudicato/a 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mi fa sentire accettato/a 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Rispetta la mia privacy e dignità 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Si esprime in maniera comprensibile 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

È attento che io abbia capito tutte le informazioni 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Cerca di capire cosa voglio dire 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Mantiene la giusta distanza nello spazio 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Quando mi parla, si mette sul mio stesso piano 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Non crea momenti di silenzio che mi mettono a

disagio 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Crea momenti di silenzio che mi fanno sentire

ascoltato/a 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Parla con tono di voce calmo e con un ritmo lento 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Non mi interrompe quando parlo 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Una buona relazione con l’operatore influisce positivamente sul vissuto della sua malattia:

 Per niente d’accordo  Abbastanza d’accordo  Totalmente d’accordo

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16 Indice di Barthel per valutare la funzionalità fisica:

FUNZIONI ESAMINATE DIPENDENTE CON AIUTO INDIPENDENTE

Alimentazione 0 5 10 Abbigliamento 0 5 10 Toilette personale 0 0 5 Fare il bagno 0 0 5 Controllo defecazione 0 5 10 Controllo minzione 0 5 10

Spostarsi dalla sedia al letto e ritornare 0 10 15

Montare e scendere dal WC 0 5 10

Camminare in piano 0 10 15

Salire o scendere le scale 0 5 10

Punteggio totale: _______________ Grado di autonomia:  Dipendenza completa (< 25)  Dipendenza grave (49 – 25)  Dipendenza moderata (74 – 50)  Dipendenza lieve (90 – 75)  Autosufficienza (100 – 91) - - - È stato utilizzato un questionario appositamente costruito, la scala del benessere soggettivo e la scala di Barthel per valutare la funzionalità fisica ed il relativo grado di dipendenza.

Il benessere soggettivo è stato quindi misurato con le scale raccomandate dall'OECD (2013) secondo le linee guida, tradotte e adattate in italiano dalla società italiana per la promozione della salute (Ardis, 2014). La scala è composta da 10 item valutati su una scala Likert con un range compreso tra 0 (indica che l'emozione non è stata vissuta), a 10 (indica che l'emozione è stata vissuta per tutto il tempo).

La seconda scala invece, è stata denominata “scala dell’empatia percepita” e riguarda l’approccio degli operatori sanitari secondo l’esperienza ospedaliera del paziente, mediante una scala Likert con range compreso tra 0 (per niente) e 10 (molto).

(20)

17 pazienti vigili ed orientati, in chirurgia molti individui si rifiutavano di partecipare perché ricoverati per un periodo troppo breve, alcuni erano diffidenti e restii a firmare i moduli di consenso informato e privacy.

4.3. ANALISI DEI DATI

I dati raccolti dai questionari cartacei sono stati inseriti nella piattaforma Jotform®, messa a disposizione dalla società italiana per la promozione della salute.

Sono stati elaborati nel mese di dicembre 2020 tramite Excel e Minitab.

In totale ne sono stati somministrati 40: 30 nel reparto medicina e 10 nel reparto di chirurgia.

Su Excel è stata calcolata l’età, la scolarità è stata divisa in superiore (licenza superiore, diploma universitario) ed inferiore (licenza elementare e media), il periodo di degenza è stato suddiviso in maggiore e minore di una settimana.

Non è stato preso in considerazione il quesito riguardante la situazione familiare ed il parere sull’affermazione “una buona relazione con l’operatore influisce positivamente sul vissuto della sua malattia” a causa di risposte troppo omogenee (“disponibile” e “totalmente d’accordo” rispettivamente) non rilevanti a livello statistico.

È stata calcolata la media degli item con connotazione positiva (piacere, calma, felicità, hai sorriso o riso molto?) ottenendo il valore dei positive affect o PA, e la media degli item con connotazione negativa (preoccupazione, tristezza, depressone, rabbia, stress, stanchezza) ottenendo il valore dei negative affect o NA. Il benessere emotivo è stato calcolato come media tra i PA e NA invertiti (10-NA).

Sono stati sommati tutti i valori della scala di empatia percepita, ottenendo un range compreso tra 0 e 240.

4.3.1. COERENZA INTERNA

Come prima analisi è stata calcolata la coerenza interna delle scale PA, NA e dell’empatia percepita.

L’obiettivo è stato quello di valutare se i dati ottenuti sono attendibili, utilizzando l’alfa di Cronbach: un metodo statistico applicabile a questionari composti da item che hanno una risposta di tipo numerico.

(21)

18

ALFA DI CRONBACH ATTENDIBILITÀ

< 0,4 Bassa

0,4 – 0,6 Incerta

0,6 – 0,8 Accettabile

0,8 – 0,9 Buona

I valori sono risultati tutti validi.

POSITIVE AFFECT Correlation Matrix

Piacere Calma Felicità

Calma 0,718

Felicità 0,466 0,547

Hai sorriso o riso molto? 0,607 0,591 0,633

Cell Contents Pearson correlation.

Cronbach’s Alpha: 0,8491 Omitted Item Statistics

Item and Total Statistics

Variable Total Count Mean StDev Piacere 40 5,750 2,985 Calma 40 7,075 2,485 Felicità 40 4,975 3,076 Hai sorriso o riso molto? 40 4,825 2,735 Total 40 22,625 9,391

Omitted Variable Adj. Total Mean Adj. Total StDev Item-Adj. Total Corr

Squared

Multiple Corr Cronbach’s Alpha Piacere 16,875 7,083 0,6886 0,5675 0,8088 Calma 15,550 7,414 0,7340 0,5810 0,7946 Felicità 17,650 7,152 0,6266 0,4477 0,8383 Hai sorriso o riso molto? 17,800 7,219 0,7241 0,5337 0,7935 NEGATIVE AFFECT Correlation Matrix

Preoccup. Tristezza Depr. Rabbia Tristezza 0,649

Depr. 0,634 0,786

Rabbia 0,418 0,457 0,547

Stress 0,492 0,686 0,713 0,701 Stanchezza 0,570 0,586 0,590 0,677

Cell Contents Pearson correlation.

Item and Total Statistics

Variable Total Count Mean StDev Preoccup. 40 4,800 3,330 Tristezza 40 4,700 3,376 Depressione 40 2,950 3,202 Rabbia 40 2,150 2,788 Stress 40 3,625 3,506 Stanchezza 40 4,175 3,153 Total 40 22,400 15,990

(22)

19 Cronbach’s Alpha: 0,9055

Omitted Item Statistics

Omitted Variable Adj. Total Mean Adj. Total StDev Item-Adj. Total Corr

Squared

Multiple Corr Cronbach’s Alpha Preoccupazione 17,60 13,61 0,6545 0,5133 0,9015 Tristezza 17,70 13,24 0,7705 0,6923 0,8841 Depressione 19,45 13,31 0,7999 0,7005 0,8798 Rabbia 20,25 14,01 0,6622 0,5654 0,8998 Stress 18,77 13,04 0,8038 0,7190 0,8789 Stanchezza 18,23 13,47 0,7566 0,6313 0,8863

SCALA DI EMPATIA PERCEPITA (Il personale sanitario…) Correlation Matrix È aperto e disponibile nei miei confronti È attento a come mi sento È interessato a me e la mia famiglia Si preoccupa di me come persona È attento a come mi sento 0,738

È interessato a me e la mia famiglia 0,614 0,688

Si preoccupa di me come persona 0,720 0,665 0,723

Cerca di conoscermi come persona 0,745 0,729 0,764 0,838

Mi supporta emotivamente 0,825 0,811 0,715 0,738

Mi suscita fiducia 0,676 0,685 0,679 0,680

Mi tratta come persona in grado di

intendere 0,602 0,727 0,564 0,679

Mi dedica il giusto tempo 0,598 0,529 0,511 0,683

Mi fa sentire ascoltato/a 0,572 0,764 0,627 0,612

Mi fa sentire a mio agio 0,634 0,709 0,654 0,683

Mi fa sentire non giudicato/a 0,680 0,780 0,620 0,724

Mi fa sentire accettato/a 0,660 0,747 0,600 0,691

Rispetta la mia privacy e dignità 0,605 0,619 0,563 0,599

Si esprime in maniera

comprensibile 0,398 0,614 0,514 0,580

È attento che io abbia capito tutte le

informazioni 0,421 0,654 0,481 0,655

Cerca di capire cosa voglio dire 0,693 0,718 0,435 0,603

Mantiene la giusta distanza nello

(23)

20

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 0,683 0,737 0,487 0,602

Non crea momenti di silenzio che

mi mettono a disagio 0,552 0,597 0,470 0,697 Crea momenti di silenzio che mi

fanno sentire ascoltato/a 0,306 0,368 0,439 0,360 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,380 0,539 0,375 0,401

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 0,686 0,860 0,700 0,699

Non mi interrompe quando parlo 0,554 0,701 0,567 0,691

Cerca di conoscermi come persona

Mi supporta

emotivamente Mi suscita fiducia

Mi tratta come persona in grado

di intendere Mi supporta emotivamente 0,758

Mi suscita fiducia 0,618 0,862

Mi tratta come persona in grado di

intendere 0,677 0,848 0,788

Mi dedica il giusto tempo 0,611 0,699 0,736 0,698

Mi fa sentire ascoltato/a 0,667 0,770 0,823 0,780

Mi fa sentire a mio agio 0,682 0,842 0,894 0,800

Mi fa sentire non giudicato/a 0,739 0,816 0,811 0,847

Mi fa sentire accettato/a 0,706 0,754 0,788 0,741

Rispetta la mia privacy e dignità 0,669 0,722 0,563 0,741

Si esprime in maniera

comprensibile 0,636 0,592 0,594 0,734

È attento che io abbia capito tutte le

informazioni 0,653 0,617 0,611 0,809

Cerca di capire cosa voglio dire 0,617 0,694 0,611 0,659

Mantiene la giusta distanza nello

spazio 0,684 0,772 0,609 0,647

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 0,636 0,753 0,583 0,669

Non crea momenti di silenzio che

mi mettono a disagio 0,635 0,668 0,659 0,711 Crea momenti di silenzio che mi

fanno sentire ascoltato/a 0,550 0,386 0,386 0,498 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,435 0,576 0,652 0,692

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 0,777 0,764 0,682 0,683

Non mi interrompe quando parlo 0,718 0,669 0,595 0,733

Mi dedica il giusto tempo Mi fa sentire ascoltato/a Mi fa sentire a mio agio Mi fa sentire non giudicato/a Mi fa sentire ascoltato/a 0,659

(24)

21

Mi fa sentire a mio agio 0,716 0,898

Mi fa sentire non giudicato/a 0,658 0,900 0,893

Mi fa sentire accettato/a 0,702 0,862 0,917 0,906

Rispetta la mia privacy e dignità 0,576 0,570 0,531 0,627

Si esprime in maniera comprensibile 0,543 0,639 0,566 0,618

È attento che io abbia capito tutte le

informazioni 0,605 0,684 0,615 0,692

Cerca di capire cosa voglio dire 0,511 0,730 0,583 0,754

Mantiene la giusta distanza nello

spazio 0,591 0,610 0,682 0,724

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 0,584 0,609 0,683 0,665

Non crea momenti di silenzio che

mi mettono a disagio 0,620 0,566 0,664 0,661 Crea momenti di silenzio che mi

fanno sentire ascoltato/a 0,250 0,369 0,375 0,415 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,519 0,677 0,617 0,646

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 0,593 0,803 0,756 0,729

Non mi interrompe quando parlo 0,596 0,628 0,648 0,695

Mi fa sentire accettato/a Rispetta la mia privacy e dignità Si esprime in maniera comprensibile È attento che io abbia capito tutte

le informazioni Rispetta la mia privacy e dignità 0,489

Si esprime in maniera comprensibile 0,552 0,591

È attento che io abbia capito tutte le

informazioni 0,601 0,574 0,889

Cerca di capire cosa voglio dire 0,617 0,587 0,518 0,627

Mantiene la giusta distanza nello

spazio 0,687 0,529 0,491 0,558

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 0,695 0,453 0,447 0,523

Non crea momenti di silenzio che

mi mettono a disagio 0,665 0,474 0,729 0,784 Crea momenti di silenzio che mi

fanno sentire ascoltato/a 0,342 0,290 0,468 0,554 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,552 0,483 0,684 0,747

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 0,788 0,538 0,707 0,717

(25)

22

Cerca di capire cosa voglio dire

Mantiene la giusta distanza nello

spazio

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano

Non crea momenti di silenzio che mi mettono a disagio Mantiene la giusta distanza nello

spazio 0,659

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 0,593 0,842

Non crea momenti di silenzio che

mi mettono a disagio 0,561 0,745 0,668 Crea momenti di silenzio che mi

fanno sentire ascoltato/a 0,398 0,375 0,346 0,573 Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,543 0,500 0,476 0,637

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 0,677 0,597 0,667 0,635

Non mi interrompe quando parlo 0,597 0,623 0,582 0,784

Crea momenti di silenzio che mi fanno

sentire ascoltato/a

Mi sorride e mi guarda negli occhi

Parla con tono di voce calmo e con un ritmo

lento Mi sorride e mi guarda negli occhi 0,456

Parla con tono di voce calmo

e con un ritmo lento 0,359 0,526

Non mi interrompe quando parlo 0,456 0,551 0,819

Cell Contents Pearson correlation. Item and Total Statistics

Variable Total Count Mean StDev È aperto e disponibile nei miei confronti 40 8,75 1,48

È attento a come mi sento 40 8,55 1,47

È interessato a me e la mia famiglia 40 7,95 1,68

Si preoccupa di me come persona 40 8,25 1,72

Cerca di conoscermi come persona 40 7,85 1,73

Mi supporta emotivamente 40 8,32 1,87

Mi suscita fiducia 40 9,03 1,44

Mi tratta come persona in grado di intendere 40 8,95 1,11

Mi dedica il giusto tempo 40 7,70 1,51

Mi fa sentire ascoltato/a 40 8,75 1,50

Mi fa sentire a mio agio 40 8,78 1,58

Mi fa sentire non giudicato/a 40 8,50 1,50

(26)

23

Rispetta la mia privacy e dignità 40 8,82 1,24

Si esprime in maniera comprensibile 40 8,82 1,53

È attento che io abbia capito tutte le informazioni 40 8,70 1,73

Cerca di capire cosa voglio dire 40 8,78 1,14

Mantiene la giusta distanza nello spazio 40 8,50 1,04

Quando mi parla, si mette sul mio stesso piano 40 8,35 1,03

Non crea momenti di silenzio che mi mettono a disagio 40 8,22 1,64

Crea momenti di silenzio che mi fanno sentire ascoltato/a 40 7,88 2,08

Mi sorride e mi guarda negli occhi 40 9,07 1,31

Parla con tono di voce calmo e con un ritmo lento 40 8,75 1,78

Non mi interrompe quando parlo 40 8,93 1,29

Total 40 204,88 28,85

Cronbach’s Alpha: 0,9746 Omitted Item Statistics

Omitted Variable Adj. Total Mean Adj. Total StDev Item-Adj. Total Corr Squared Multiple Corr Cronbach’s Alpha È aperto e disponibile nei miei confronti 196,13 27,72 0,7505 0,8811 0,9736

È attento a come mi sento 196,32 27,60 0,8397 0,9194 0,9730

È interessato a me e la mia famiglia 196,93 27,61 0,7224 0,8396 0,9739

Si preoccupa di me come persona 196,63 27,43 0,8113 0,9086 0,9732

Cerca di conoscermi come persona 197,03 27,37 0,8441 0,9294 0,9729

Mi supporta emotivamente 196,55 27,16 0,8943 0,9705 0,9725

Mi suscita fiducia 195,85 27,62 0,8414 0,9378 0,9730

Mi tratta come persona in grado

di intendere 195,93 27,86 0,8817 0,9587 0,9731 Mi dedica il giusto tempo 197,18 27,72 0,7361 0,7876 0,9738

Mi fa sentire ascoltato/a 196,13 27,56 0,8511 0,9675 0,9729

Mi fa sentire a mio agio 196,10 27,47 0,8641 0,9680 0,9728

Mi fa sentire non giudicato/a 196,38 27,50 0,8930 0,9752 0,9726

Mi fa sentire accettato/a 196,20 27,66 0,8479 0,9549 0,9730

Rispetta la mia privacy e dignità 196,05 27,97 0,6948 0,8281 0,9741

Si esprime in maniera comprensibile 196,05 27,68 0,7496 0,8782 0,9737

È attento che io abbia capito tutte

(27)

24

Cerca di capire cosa voglio dire 196,10 27,98 0,7477 0,8787 0,9738

Mantiene la giusta distanza nello spazio 196,38 28,03 0,7752 0,9334 0,9738

Quando mi parla, si mette sul mio

stesso piano 196,53 28,07 0,7462 0,9093 0,9739 Non crea momenti di silenzio che mi

mettono a disagio 196,65 27,53 0,7932 0,8931 0,9733 Crea momenti di silenzio che mi fanno

sentire ascoltato/a 197,00 27,76 0,4952 0,7914 0,9767 Mi sorride e mi guarda negli occhi 195,80 27,94 0,6771 0,7469 0,9742

Parla con tono di voce calmo e con

un ritmo lento 196,13 27,32 0,8509 0,9727 0,9729 Non mi interrompe quando parlo 195,95 27,78 0,8177 0,9097 0,9733

4.3.2. DISTRIBUZIONE

Come seconda analisi, è stata osservata la distribuzione della popolazione per: sesso, scolarità, per unità di degenza, per età.

Tally for Discrete Variables: Sesso

Sesso Count Percent CumPct F 19 47,50 47,50 M 21 52,50 100,00 N= 40

Descriptive Statistics: Età

Tally for Discrete Variables: Scolarità

Scolarità Count Percent CumPct

Inferiore 25 62,50 62,50 Superiore 15 37,50 100,00

N= 40

Tally for Discrete Variables: Unità di degenza

Unità di

degenza Count Percent CumPct Chirurgia 10 25,00 25,00 Medicina 30 75,00 100,00

N= 40

Variable N N* Mean SE Mean StDev Minimum Q1 Median Q3 Maximum

Età 40 0 76,00 1,11 7,04 66,00 69,25 76,00 81,00 92,00

È stata rilevata una notevole differenza della distribuzione tra maschi e femmine suddivisi per età: i maschi risultano più giovani di circa cinque anni.

Two-Sample T-Test and CI: Età; Sesso Method

μ₁: population mean of Età when Sesso = F µ₂: population mean of Età

when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Età

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 78,63 6,91 1,6 M 21 73,62 6,42 1,4

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 5,01 (0,72; 9,30) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 2,37 36 0,023

(28)

25 Descriptive Statistics: PA; NA; BE; Empatia percepita; Barthel

Variable N N* Mean StDev Minimum Median Maximum

PA 40 0 5,656 2,348 1,000 6,125 10,000 NA 40 0 3,733 2,665 0,000 3,417 8,333 BE 40 0 5,961 2,189 1,583 6,375 9,250 Empatia percepita 40 0 204,88 28,85 119,00 215,50 240,00 Barthel 40 0 80,50 23,01 20,00 87,50 100,00 4.3.3. T TEST

Come terza analisi, è stato eseguito il T test per fare un confronto fra medie, valutando se il valore medio della distribuzione si discosta significativamente da un certo valore di riferimento (in questo caso, dato significativo se P-Value ≤ 0,02).

PA – sesso: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: PA; Sesso

Method μ₁: population mean of PA when Sesso = F µ₂: population mean of PA when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: PA

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 5,91 2,45 0,56 M 21 5,43 2,29 0,50

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 0,479 (-1,045; 2,004) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 0,64 36 0,528

NA – sesso: differenza significativa a livello statistico, NA femmine > NA maschi. Two-Sample T-Test and CI: NA; Sesso

Method μ₁: population mean of NA when Sesso = F µ₂: population mean of NA when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: NA

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 4,75 2,66 0,61 M 21 2,82 2,38 0,52

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 1,928 (0,306; 3,551) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 2,41 36 0,021

(29)

26 BE – sesso: nessuna differenza significativa a livello statistico.

Two-Sample T-Test and CI: BE; Sesso Method μ₁: population mean of BE when Sesso = F µ₂: population mean of BE when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: BE

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 5,58 2,38 0,54 M 21 6,31 2,00 0,44

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,724 (-2,142; 0,693) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -1,04 35 0,307

Empatia percepita – sesso: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Empatia percepita; Sesso

Method

μ₁: population mean of Empatia percepita when Sesso = F µ₂: population mean of Empatia

percepita when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Empatia percepita

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 213,6 21,1 4,8 M 21 197,0 32,9 7,2

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 16,68 (-0,92; 34,28) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 1,93 34 0,063

Scala di Barthel – sesso: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Barthel; Sesso

Method

μ₁: population mean of Barthel when Sesso = F µ₂: population mean of Barthel

when Sesso = M Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Barthel

Sesso N Mean StDev SE Mean

F 19 76,3 26,1 6,0 M 21 84,3 19,6 4,3

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -7,97 (-22,96; 7,02) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -1,08 33 0,287

(30)

27 PA – scolarità: nessuna differenza significativa a livello statistico.

Two-Sample T-Test and CI: PA; Scolarità Method

μ₁: population mean of PA when Scolarità = Inferiore µ₂: population mean of PA when Scolarità = Superiore

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: PA

Scolarità N Mean StDev Mean SE Inferiore 25 5,53 2,35 0,47 Superiore 15 5,87 2,42 0,62

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,337 (-1,936; 1,263) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,43 28 0,670

NA – scolarità: differenza significativa a livello statistico, NA scolarità inferiore > NA scolarità superiore. Two-Sample T-Test and CI: NA; Scolarità

Method

μ₁: population mean of NA when Scolarità = Inferiore µ₂: population mean of NA when Scolarità = Superiore

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: NA

Scolarità N Mean StDev SE

Mean

Inferiore 25 4,53 2,70 0,54 Superiore 15 2,41 2,06 0,53

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 2,116 (0,575; 3,656) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 2,79 35 0,009

BE – scolarità: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: BE; Scolarità

Method

μ₁: population mean of BE when Scolarità = Inferiore µ₂: population mean of BE when Scolarità = Superiore

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: BE

Scolarità N Mean StDev Mean SE Inferiore 25 5,50 2,20 0,44 Superiore 15 6,73 2,02 0,52

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -1,226 (-2,616; 0,164) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -1,80 31 0,082

(31)

28 Empatia percepita – scolarità: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Empatia percepita; Scolarità

Method

μ₁: population mean of Empatia percepita when Scolarità = Inferiore

µ₂: population mean of Empatia percepita when Scolarità = Superiore

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Empatia percepita

Scolarità N Mean StDev SE

Mean

Inferiore 25 209,5 22,1 4,4 Superiore 15 197,2 37,2 9,6

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 12,3 (-9,8; 34,3) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 1,16 20 0,259

Scala di Barthel – scolarità: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Barthel; Scolarità

Method

μ₁: population mean of Barthel when Scolarità = Inferiore µ₂: population mean of Barthel

when Scolarità = Superiore Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Barthel

Scolarità N Mean StDev Mean SE Inferiore 25 80,0 21,5 4,3 Superiore 15 81,3 26,1 6,8

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -1,33 (-17,81; 15,14) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,17 25 0,869

PA – unità di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: PA; Unità di degenza

Method

μ₁: population mean of PA when Unità di degenza = Chirurgia

µ₂: population mean of PA when Unità di degenza = Medicina

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: PA

U degenza N Mean StDev Mean SE Chirurgia 10 5,13 2,08 0,66 Medicina 30 5,83 2,44 0,45

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,708 (-2,383; 0,967) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,89 17 0,385

(32)

29 NA – unità di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: NA; Unità di degenza

Method

μ₁: population mean of NA when Unità di degenza = Chirurgia

µ₂: population mean of NA when Unità di degenza = Medicina

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: NA

U degenza N Mean StDev Mean SE Chirurgia 10 3,65 2,77 0,88 Medicina 30 3,76 2,68 0,49

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,11 (-2,25; 2,03) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,11 15 0,913

BE – unità di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: BE; Unità di degenza

Method

μ₁: population mean of BE

when Unità di degenza = Chirurgia

µ₂: population mean of BE

when Unità di degenza = Medicina

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: BE

U degenza N Mean StDev SE

Mean

Chirurgia 10 5,74 2,21 0,70 Medicina 30 6,04 2,21 0,40

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,299 (-2,020; 1,423) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,37 15 0,717

Empatia percepita – unità di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Empatia percepita; Unità di degenza Method

μ₁: population mean of Empatia percepita when Unità di degenza = Chirurgia

µ₂: population mean of Empatia percepita when Unità di degenza = Medicina

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Empatia percepita

U degenza N Mean StDev SE

Mean

Chirurgia 10 203,2 29,7 9,4 Medicina 30 205,4 29,0 5,3

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -2,2 (-25,2; 20,8) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,21 15 0,839

(33)

30 Scala di Barthel – unità di degenza:

nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Barthel; Unità di degenza

Method

μ₁: population mean of Barthel when Unità di degenza = Chirurgia

µ₂: population mean of Barthel when Unità di degenza = Medicina

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Barthel

U degenza N Mean StDev SE

Mean

Chirurgia 10 79,0 26,0 8,2 Medicina 30 81,0 22,4 4,1

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -2,00 (-21,84; 17,84) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,22 13 0,831

PA - periodo di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: PA; Degenza

Method

μ₁: population mean of PA when Degenza = < 1 settimana

µ₂: population mean of PA when Degenza = > 1 settimana

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: PA

Degenza N Mean StDev SE

Mean

< 1 sett 24 5,56 2,51 0,51 > 1 sett 16 5,80 2,15 0,54

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,234 (-1,742; 1,273) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,32 35 0,754

NA - periodo di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: NA; Degenza

Method

μ₁: population mean of NA when Degenza = < 1 settimana

µ₂: population mean of NA when Degenza = > 1 settimana

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: NA

Degenza N Mean StDev Mean SE < 1 sett 24 3,90 2,92 0,60 > 1 sett 16 3,49 2,30 0,58

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 0,406 (-1,273; 2,086) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 0,49 36 0,627

(34)

31 BE - periodo di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: BE; Degenza

Method

μ₁: population mean of BE when Degenza = < 1 settimana

µ₂: population mean of BE when Degenza = > 1 settimana

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: BE

Degenza N Mean StDev SE

Mean

< 1 sett 24 5,83 2,44 0,50 > 1 sett 16 6,15 1,80 0,45

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference -0,320 (-1,681; 1,040) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value -0,48 37 0,636

Empatia percepita - periodo di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Empatia percepita; Degenza

Method

μ₁: population mean of Empatia percepita when Degenza = < 1 settimana µ₂: population mean of Empatia percepita when Degenza = > 1 settimana

Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Empatia percepita

Degenza N Mean StDev Mean SE < 1 sett 24 210,5 26,0 5,3 > 1 sett 16 196,5 31,6 7,9

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 13,96 (-5,58; 33,50) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 1,47 27 0,154

Scala di Barthel - periodo di degenza: nessuna differenza significativa a livello statistico. Two-Sample T-Test and CI: Barthel; Degenza

Method μ₁: population mean of Barthel when Degenza = < 1 settimana µ₂: population mean of Barthel when Degenza = > 1 settimana Difference: μ₁ - µ₂

Equal variances are not assumed for this analysis.

Descriptive Statistics: Barthel

Degenza N Mean StDev SE

Mean

< 1 sett 24 82,7 23,1 4,7 > 1 sett 16 77,2 23,2 5,8

Estimation for Difference

Difference 95% CI for Difference 5,52 (-9,70; 20,74) Test Null hypothesis H₀: μ₁ - µ₂ = 0 Alternative hypothesis H₁: μ₁ - µ₂ ≠ 0 T-Value DF P-Value 0,74 32 0,465

(35)

32 4.3.4. CORRELAZIONE

Come quarta analisi, è stata determinata la forza e la direzione della relazione lineare tra due variabili continue tramite l’indice di correlazione lineare di Pearson.

L’indice è compreso tra -1 e + 1, più è grande il numero in valore assoluto e maggiormente la correlazione tra le due variabili sarà approssimabile ad una retta.

Range coefficiente di Pearson

(valore assoluto) Correlazione

0,00 – 0,20 Piccola

0,20 – 0,40 Bassa

0,40 – 0,60 Regolare

0,60 – 0,80 Alta

0,80 – 1,00 Molto alta

Correlation: PA; NA; BE; Empatia percepita; Barthel; Età Method

Correlation type Pearson

Number of rows used 40

ρ: pairwise Pearson correlation Correlations

PA NA BE Empatia percepita Barthel

NA -0,523

BE 0,855 -0,889

Empatia percepita 0,484 -0,205 0,384

Barthel 0,112 -0,040 0,085 0,163

Età 0,036 -0,022 0,033 0,024 -0,199

Pairwise Pearson Correlations (dato significativo se P-Value ≤ 0,02).

Sample 1 Sample 2 N Correlation 95% CI for ρ P-Value NA PA 40 -0,523 (-0,718; -0,253) 0,001 BE PA 40 0,855 (0,741; 0,921) 0,000 Empatia percepita PA 40 0,484 (0,203; 0,691) 0,002 Barthel PA 40 0,112 (-0,206; 0,410) 0,490 Età PA 40 0,036 (-0,279; 0,343) 0,827 BE NA 40 -0,889 (-0,940; -0,799) 0,000

(36)

33 Empatia percepita NA 40 -0,205 (-0,486; 0,114) 0,204 Barthel NA 40 -0,040 (-0,347; 0,275) 0,805 Età NA 40 -0,022 (-0,331; 0,291) 0,892 Empatia percepita BE 40 0,384 (0,083; 0,621) 0,014 Barthel BE 40 0,085 (-0,233; 0,386) 0,603 Età BE 40 0,033 (-0,282; 0,341) 0,842 Barthel Empatia percepita 40 0,163 (-0,156; 0,452) 0,314 Età Empatia percepita 40 0,024 (-0,290; 0,333) 0,884 Età Barthel 40 -0,199 (-0,480; 0,120) 0,219

4.4. RISULTATI

Calcolando la coerenza interna, è possibile affermare che tutti i dati ottenuti sono validi.

Mediante lo studio della distribuzione, si osserva una notevole differenza della distribuzione tra maschi e femmine suddivisi per età: i maschi risultano più giovani di circa cinque anni.

Tramite il T test, viene evidenziata una differenza significativa a livello statistico tra NA delle femmine e dei maschi (NA femmine > NA maschi) e NA rispetto alla

(37)

34 scolarità (NA scolarità inferiore > NA scolarità superiore).

Attraverso lo studio delle correlazioni, è stato possibile dimostrare una relazione tra: NA e PA, BE e PA, BE e NA, empatia percepita e PA, empatia percepita e BE.

(38)

35 CONCLUSIONI

Tramite lo studio svolto, è possibile affermare che le emozioni positive ed il benessere sono inversamente proporzionali alle emozioni negative, ovvero all’aumentare di una variabile l’altra diminuisce in proporzione.

L’empatia percepita è direttamente proporzionale alle emozioni positive ed il benessere, quest’ultimo è direttamente proporzionale alle emozioni positive.

È quindi possibile comprovare il tema di questa tesi: una corretta comunicazione, relazione ed approccio verso il paziente è fondamentale per influire positivamente sul vissuto della sua malattia, permettendogli di provare sensazioni migliori.

(39)

36 FONTI

BIBLIOGRAFIA

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