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Civic design per la rigenerazione urbana sostenibile

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Academic year: 2021

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Civic design per la

rigenerazione urbana

sostenibile

Francesco Alberti*

Abstract

The increased awareness of the need to reorgan­

ize urban areas in more sustainable and resilient forms requires usto reflect on the current meaning of urban design, starting from those experiences that bave most highlighted its ability to synthesize heterogeneous and sometimes conflicting socia! demands, functional needs and urban materials. On the theoretical leve!, the contribution resurnes the concept of civic design (Scott Brown, 1990). to identify a specific area of urban design with a strong public direction. The foca! assu.mption is that, updating it in the light of contemporary needs (summarized in four pairs of keywords: sus­ tainable-resilient, green-healthy, liveable-inclusive and smart-creative) ci vie design can act both as an effective interpretative key and a design paradigm for a new ·responsible urbanity", based on the fed­ erative potential of public space.

Introduzione

I:accresciuta consapevolezza della necessità di riorganizzare le aree urbane in forme più sostenibili e resilienti ai cambiamenti am­ bientali, sociali e climatici in atto, nonché, aspetto divenuto imprescindibile a seguito della pandemia da Covid-19, a improvvise emergenze sanitarie, impone di riflettere sul senso attuale della progettazione urbana, nelle sue molteplici dimensioni concettuali (Carmona et al., 2010) e applicazioni scalari Secondo un approccio riconducibile alla ma­ trice anglosassone dell'urban design, tale range si estende dalla scala vasta dei sistemi urbani e territoriali (region) agli spazi urbani di pros­ simità (site), veicolando (attraverso forme di progettualità diversificate, che si sovrappon­ gono e intrecciano, agli estremi, alla pianifi­ cazione territoriale e all'architettura e, per il suo intero campo d'azione, al landscape design) contenuti progettuali strettamente aderenti alla configurazione fisica dei contesti interes­ sati, con l'obiettivo di svilupparne le poten­ zialità derivanti dal riconoscimento di valori presenti e latenti, non solo spaziali ma anche culturali, sociali ed economici, e contribuire a risolverne, in sinergia con altre politiche, le criticit� rischi, impatti, condizioni di degra­ do. disfunzionalità, ecc ..

Se a livello di regional design, "piano" e "pro­ getto" si compendiano nella prefigurazione di

strategie e modalità d'intervento la cui attua­ zione rimanda ad u1 teriori step di

progettazio-ne urbana, alla scala delJ'insediamento è progettazio-neces­ sario che le specificità disciplinari dell'urban design e del progetto di architettura e di paesag­ gio tendano a sfumare in una sequenza logica e operativa, in cui lo ::partiacque non è dato tanto dalla dimensione dell'intervento, quan­ to dal suo potenziale rigenerativo sul contesto circostante. Ciò vale anche per i progetti di "agopuntura urbana" realizzati alla scala del quartiere, spesso su iniziativa o con il concor­ so della popolazione, il. cui significato urbano

è commisurato alla loro capacità di funzionare

come urban cathalyst(Oswaltet al., 2014), agen­ ti catalizzatori di processi di rivitalizzazione a più ampio raggio.

In un celebre saggio dd 1989, Manuel de Sola Morales fissa cinque criteri in base ai quali de­ finire 'urbani' i progetti che esprimono «un gu­ sto per la città come geografia ricca e varia e un amore per le sue parti»:

«1. Effetti territoriali oltre la loro area d'in­ tervento; 2. Carattere complesso e interdi­ pendente dei contenuti; superamento della monofunzionalità (parco, strada, tipologia. ecc.); mescolanza d'usi, utenze, ritmi tempo­ rali e orientamenti visivi; 3. Scala intermedia [dell'intervento], da coimpletarsi in un tempo limite massimo di pochi anni; 4. Impegno vo­ lontariamente assunto di adottare un'architet­ tura urbana, indipendentemente dall'architet­ tura degli edifici; 5. Importante componente pubblica negli investimenti e negli usi colletti­ vi del programma» (de Sola Morales, 1989:12). Nella visione di de Sol.3 Morales la città, nella combinazione delle sue componenti geografi­ co-paesaggistiche. archi tettoniche e ingegneri­ stico-infrastrutturali è insieme il punto di par­ tenza e l'obiettivo del progetto urbano come processo di trasformazione materiale dell'esi­ stente. Farsi carico della complessità signifi­ ca per il progettista affinare le metodologie e ibridare le tecniche in funzione di risultati con­ creti, in grado di fornire risposte equilibrate a esigenze che spesso si presentano in maniera contraddittoria, secondo «un'etica che è più professionale che ideol,ogica [ ... ]» (lvi: 32). La collocazione 'intermedia' della progettazione urbana strido sensu assume così un significato bivalente, come «organizzazione architettoni­ ca del corpo fisico (spazi, tessuti e piazze) della città» (Ibidem) e come strumento culturale per tradurre obiettivi di miglioramento della quali­ tà della vita dei cittadini in assetti fisic� a partire dalla risoluzione sinergica e creativa dei nodi urbani maggiormente pmblernatici

Parole chiave per la città pubblica

Le capacità "federative", nel dare forma all'ha­ bitat umano, di domande sociali, esigenze funzionali e "materia1li urbani" eterogenei

e talvolta confliggenti proprie de Ila proget­ tazione urbana così concepita sono conti­ nuamente messe alla prova dall'emergere di

nuove istanze e parole chiave, che indirizza­

no l'attenzione su alcune finalità del progetto

spaziale, stimolando la formazione di approc­

ci disciplinari ad hoc. Di seguito è presentata

una sintetica disamina di quattro coppie di

queste parole chiave, che identificano speci­ fici attributi che la città contemporanea do­ vrebbe assicurare, selezionati in quanto rite­ nuti particolarmente significativi ai fini della rigenerazione dei tessuti esistenti: sostenibile­ resiliente; green-healthy; vivibile-inclusiva; smart­ creativa. L'idea di fondo è che le istanze da essi

veicolate possano concorrere a ridefinire, sia pure entro confini aperti, il campo d'azione della progettazione urbana intesa come atti vi­ tà di servizio alla costruzione della "città pub­ blica", distinto e riconoscibile dall'uso, oggi prevalente, delle tecniche dell'urban design

nella produzione di pezzi di città rispondenti esclusivamente a logiche di mercato. in cui la «componente pubblica negli investimenti e negli usi collettivi del programma» risulta marginale, se non del tutto assente.

Sostenibile-resiliente

«Gli insediamenti umani devono essere pia­

nificati per eliminare i problemi ambientali» - il punto 15 della Dichiarazione di Stoccol­ ma, adottata a conclusione della prima Confe­ renza dell'ONU sull'Ambiente Umano (1972), individua già in modo esplicito il ruolo della pianificazione e progettazione urbana nella ricerca d'un equilibrio tra risorse e sviluppo. A distanza di quasi cinquant'anni, il tema è quanto mai attuale, tanto più se consideria­ mo il tasso di inurbamento della popolazione mondiale, per cui nel 2050 il 70% di 9 miliardi di persone abiterà in città. A buon diritto uno dei 17 Sustainable Development Goals dell'Agen­ da 2030 deJl'ONU è dedicato infatti alle "Città e comunità sostenibili": obiettivo trasversale. che ne intercetta molti altri nelle rispettive, consistenti implicazioni sull'insediamento. In Europa, dove la popolazione urbana è già da tempo assestata intorno all'80%, un ruo­ lo importante nella formazione d'una nuova cultura della città è stato svolto dalla Carta di Aalborg, sottoscritta in occasione della Con­ ferenza europea sulle città sostenibili (1994), che ha sancito l'importanza della dimensione locale e della partecipazione civica nella defi­ nizione di modelli insediativi volti a ridurre la pressione sul capitale naturale al di sotto delle soglie di autorigenerazione. A questo principio sono riconducibili alcuni grandi temi divenuti oggi centrali: la decarboniz­ zazione, il contrasto al consumo di suolo, la

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Il riutilizzo degli scarti

da demolizione nella

bonifica:

il caso studio

della Manifattura Tabacchi

di Napoli

Sara Piccirillo*

Abstract

In today's context no cornmon urban planning strat­ egy, neither national nor intemational. addresses the need to shield the soil in the pivotal role as habitat controlling the functions of the urban ecosystem A best practice is the method currently being con­ ducted in the interdisciplinary research project as part of the scientific collaboration agreement between the Architecture Department and CDP Immobiliare. The research project aims to reuse a large part of demolition wastes to implement the transformations of the area.

The large-scale consumption of land linked to the urban fabric leads to a drarnatic loss of biodiversity. Therefore it is urgent to develop an urban land man­ agement system driven by suitable decision suppor! tools. The new system would result useful for de­ veloping scenarios and assessments of different en­ vironrnental irnpacts caused by the diverse style of intervention irnplernented in the project planning.

Premessa

La rigenerazione urbana integrata attuata attraverso i1 riuso, la valorizzazione e la tra­sformazione delle aree industriali dismesse, secondo strategie di sostenibilità, rappresenta una grande opportunità per attuare una

cor­rettagestionedelterritorio.Interminiambi enta

li,ricic/areisitidismessidemolendogliedificiab bandonati e rigenerando le loro aree urbane, oltre a permettere di rinatualizzare grandi su­perfici di suolo oggi impermeabile, significa promuovere strategie di

adattamento ai cam­biamenti climatici e alle nuove sensibilità nei confronti dell'abitare la città La promozione di questa diversa visione strategica del meta­bolismo può essere attuata attraverso diversi tipi di azioni sugli insediamenti urbani, ri­spetto alle quali la pianificazione

rivestecer­tamenteunruoloprimario.

!:espansione urbana ha causato un consumo di suolo significativo con la conseguente im­permeabilizzazione di gran parte di esso. l1 suolo svolge importanti funzioni ecologiche e fornisce servizi ambientali essenziali e le modalità con cui sarà gestita questa risorsa nel prossimo futuro avranno forti impatti sull'equilibrio naturale del pianeta nella nuo­va era dell'antropocene.

È per questo che è necessario introdurre azio­ni innovative di urban soil management per

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