I giorni di Trieste: 1797 – Napoleone conquista Trieste
Pubblicato il 19 novembre 2013I giorni di Trieste:
La città Napoleonica
Teatro Verdi 17/11/2013
Prof. Luigi Mascilli Migliorini
I primi anni dell’800 vedono a Trieste lo scontro tra due mondi
completamente diversi quando, dopo 400 anni di Impero
Asburgico, la città passa sotto controllo francese.
I francesi a Trieste hanno lasciato
alcune tracce del loro passaggio, come le palle di cannone da 18 libbre sulla facciata del
Teatro Comunale (ora Verdi), della Cattedrale di San Giusto e nell’atrio della Casa delle
Bisse, oppure nella lingua, come “remitur” che in dialetto significa gran confusione,
che infatti viene dall’ordine militare, “demi tour” (mezzo giro), dato alle truppe. Altri
segni tangibili del loro passaggio però non ci restano, anche perché l’occupazione
francese coprì un lasso di tempo molto breve, 5 anni e 5 mesi discontinui per tre volte:
1797: 2 mesi
1805: 3 mesi
1809-1814: 5 anni
1797
Trieste, con 30.000 abitanti, è una delle città più importanti e prospere
dell’Impero Asburgico, un grande emporio grazie al Porto Franco e anche
alla progressiva decadenza di Venezia. È una città tranquilla, sicura del
progresso avuto e ben assestata, opposta al nevrotico e veloce Napoleone
Bonaparte.
L’idea di Napoleone è arrivare a Vienna dalla Pianura Padana, minacciare l’Impero Asburgico e costringerli alla
pace, il progetto prevede anche di saccheggiare Trieste. Lodi (maggio 1796), Mantova (agosto 1796), Arcole
(novembre 1796) cadono e i francesi arrivano al Tagliamento (marzo 17979), Trieste è spaventata e preoccupata e
nella primavera del 1797 i generali Dugua e Bernadotte conquistano la città.
Si trovano davanti una città prospera, ricca, commerciante e multietnica, con mercati
all’aperto e gente di varie razze, mondi e religioni che vivono assieme, oggi diremmo
ScoprendoTrieste.itcosmopolita e quindi, in un omaggio del conquistatore al conquistato, non avviene il
saccheggio annunciato ma anzi viene rispettata e mantenuta integra.
Napoleone scrive al Direttorio (esecutivo di 5 membri) le sue conquiste ma più
l’esercito si allunga sulla pianura padana, più è fragile. Le possibilità di raggiungere
Vienna erano ancora significative, ma anche se indebolita non era ancora
sufficientemente debole.
Si giunge così alla Pace di Campoformido (confermati dal Trattato di
Luneville) in cui, tra le varie reciproche cessioni territoriali, Napoleone cede
all’Austria Trieste, Istria e Venezia. Per quale motivo fa questa concessione?
Non è chiaro ma era l’uomo della contingenza quindi è possibile che sentisse
l’esigenza di chiudere subito la partita, anche a costo di concedere troppo.La
conseguenza è che Veneto, Trieste, Istria e Dalmazia sono per la prima volta
insieme, tutti i popoli di lingua italiana del nordest sono insieme, il seme
dell’italianità è stato piantato.
1801
Trieste ormai è una città inquieta, nascono circoli democratici e logge massoniche, che sebbene non sono la
maggioranza sono sempre più numerose, non è più insensibile al vento di novità.
1805
Napoleone non è più un generale ma è ormai Imperatore e nel novembre
1805 decide di marciare verso Austerlitz contro la Terza Coalizione
(Impero Austroungarico, Gran Bretagna, Impero Russo). L’Austria quindi
lascia scoperta la città e manda le truppe dall’Adriatico ma Napoleone
decide di approfittarne e in 3 settimane prende la città, nel frattempo,
dicembre 1805 vince la battaglia di Austerlitz.
Questa volta la città viene saccheggiata, sono passati infatti i tempi
dell’idea della grande nazione e l’esportare la democrazia, la guerra è
ormai di conquista. I possedimenti austriaci passano alla Francia mentre
Veneto, Istria e Dalmazia vengono annesse al Regno d’Italia (di cui
Napoleone era stato incoronato re un anno prima).
All’inzio di marzo 1086 le truppe francesi lasciano la città dopo aver
ottenuto un’ingente somma di denaro da Vienna per liberarla.
La condizione di Trieste è ormai difficile, le conseguenze della guerra sono pesanti: il mare diventa chiuso in
quanto entrambe le sponde del Mare Adriatico sono sotto controllo di Napoleone e vige il blocco continentale
contro la Gran Bretagna con l’obiettivo di strangolarla ma come conseguenza i commerci sono stagnanti e inoltre
la città è ormai schiacciata tra i confini:
Venezia
Monfalcone
Trieste
Muggia
Informazioni su danieledemarco
La storia di Trieste attraverso i suoi palazzi, monumenti, targhe, vie e piazze. - Daniele De Marco http://scoprendotrieste.it Visualizza tutti gli articoli di danieledemarco →
Trieste è una città sofferente, durante le spartizioni territoriali non si arricchisce ma anzi si indebolisce.
I movimenti democratici sono delusi, Trieste viene separata da Venezia e Istria che ormai fanno parte del Regno
d’Italia, con un confine a pochi chilometri, la delusione è forte e gli animi tesi.
1809-1814
Dopo Austerlitz l’Impero Austroungarico tenta di nuovo di fermare
Napoleone, nasce quindi la Quinta Coalizione con l’Inghilterra nel 1809
seguita da numerosi scontri in Europa centrale e la guerra di conclude con
la vittoria dei francesi. Il Trattato di Schönbrunn (1809) è molto duro
verso l’Austria, che perde Carinzia, Carniola e Trieste che andranno a
formare le Provincie Illiriche, non quindi parte del Regno d’Italia ma
dell’Impero francese, rette da un governatore che risponde direttamente a
Napoleone.
Il primo governatore è Marmont, duca di Ragusa, che lavora a un progetto di commercio terrestre, ma Trieste ha
una vocazione di traffici marittimi e all’inizio ne soffre molto, è la fase più oscura per la città, diventa solamente
un capoluogo e perde il Porto Franco.
Inizia però il declino di Napoleone e nell’agosto 1813 l’Austria invade le
Provincie Illiriche, una ad una le città cadono e il 2 novembre 1813 dopo
un pesante bombardamento dal Castello di San Giusto (francese) la città
viene definitivamente liberata da inglesi e austriaci e torna a far parte
dell’Impero Austroungarico.
In questi anni concitati sono passati per Trieste personaggi storici
importanti, come Napoleone, e sebbene l’occupazione francese sia stata
molto breve e a più riprese, l’eredità che ha lasciato è tutt’altro che
trascurabile, furono infatti questi passaggi a far nascere il germoglio dell’italianità di Trieste.
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6 risposte a I giorni di Trieste: 1797 – Napoleone conquista Trieste
Vittorio ha detto:25 novembre 2013 alle 09:22
Salve, sono l’autore della foto delle palle di cannone sul muro del Teatro Verdi. Se serve la foto originale o altre foto di Trieste non ha che da chiedere.
Vittorio Dell’Aquila Rispondi
Salvatore Cicala ha detto: 23 gennaio 2015 alle 16:48
Scusa se chiedo,ma con tanto che ho osservato la”casa delle bisse” io ne vedo una sola ,lunga ma una sola,può essere giusto? Rispondi
danieledemarcoha detto: 23 gennaio 2015 alle 18:10
Comunemente ci si riferisce al plurale ma effettivamente è solo una, sul motivo non ho informazioni Rispondi
Salvatore Cicala ha detto: 10 febbraio 2015 alle 10:12
Va bene dai lo diciamo?Secondo voi Napoleone era scemo?Credo di no,ladro megalomane e criminale si! E vi pare che un furbastro come lui attraversasse lle alpi su di un cavallo?Con il rischio di precipitare in cualche burrone?In realtà egli sagacemente lo fece sul dorso di una mula (animale ben più consono per tali imprese)Quindi il quadro di David..altro non è che una presa in giro per i posteri!
Rispondi
Salvatore Cicala ha detto: 13 febbraio 2015 alle 12:27
Tanto per sdrammatizzare il mito di Napoleone,che al suo tempo era chiamato “Il ladro d’Europa!”C’è un aneddoto interessante a tal proposito:Quando i Francesi furono a Roma,dopo alcuni giorni apparve sulla statua di Pasquino(noto personaggio di satira)uno scritto che diceva: Non è vero che tutti i francesi sono ladri..Bonaparte si! Ad onore della verità egli rubò e depredò tanto in Italia,che le opere d’arte requisite formarono un intero museo a Parigi!Celebriamolo?
Rispondi
Salvatore Cicala ha detto: 16 febbraio 2015 alle 18:19
Spero tanto che piacendomi questo sito,i miei riferimenti sulla aneddotica della città non disturbino nessuno, e vadano ad ingrossare la cultura sulla nostra tanto amata Trieste. Ad esempio il perchè il bagno alla Lanterna si chiama in vernacolo “El pedocin”Ebbene appena arrivata l’Italia a Trieste quello era un bagno riservato esclusivamente ai militari,che appunto di pidocchi ne avevano eccome. Quindi fu sagacemente nominato in quel modo,poi quando fu aperto anche alle donne l’appelativo rimase.
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