Il dono e i legami interpersonali a esso connessi sono spesso indicati in termini positivi come gli elementi fondanti la società e in particolare la polis quale arche-tipo di comunità di cittadini che si autogovernano. Tuttavia si osserva che, quando la società percorre vie di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e alla distribuzione dei diritti e dei beni comuni, proprio il dono, materiale o imma-teriale, è percepito come occasione di ingiustizia (in termini distributivi ed eco-nomici) e di illecito (in termini morali e legali): il dono è così sentito come stru-mento di pratiche corruttive nel giudizio di una cultura giuridica e istituzionale che cerca di controllare o modificare aspetti sostanziali della cultura del dono, ri-tenendo pericolosa la possibilità che, attraverso il dono stesso, si alimentino gruppi sociali, aventi interessi concorrenti rispetto a quelli dell'intera comunità o delle istituzioni pubbliche.
È obiettivo specifico delle ricerche raccolte in questo volume lo studio della for-mazione di rapporti amicali o, nei fatti, di vere e proprie prestazioni contrattuali imposte dalle obbligazioni derivanti dallo scambio di un dono, di un favore. Si potranno così osservare i fenomeni di “statalizzazione” della cultura del dono (anche in forma di remunerazione) al fine di controllare le dinamiche relazionali, nonché gli interventi legislativi e regolamentari delle istituzioni di autogoverno, finalizzati a contrastare la corruzione all’interno delle istituzioni stesse.
A partire dal mondo antico i numerosi autori che hanno contribuito al volume conducono il lettore fino alla contemporaneità attraverso un percorso che non vuole essere esaustivo, ma significativo grazie alla rilevanza del casi di studio af-frontati.
€ 70,00 Contributi di:
Claudia Antonetti, Stefano de Martino, Carolina Ferrandi, Dominique Lenfant, Nicolas Richer, Pietro Cobetto Ghiggia, Claudia Zanaga, Daniela Marchiandi, Marco Bettalli, Gianluca Cuniberti, Arnaldo Marcone, Paolo Garbarino, Andrea Pelliz-zari, Bernadette Cabouret, Edoardo Bona, Emilia-no Urciuoli, Maria Chiara Giorda, Andrea Nicolot-ti, Valentina Toneatto, Dario Canzian, Marino Zabbia, Lorenzo Tanzini, Antonio Olivieri, Danie-la Piemontino, Deborah Besseghini, Pierangelo Gentile, Paride Rugafiori, Paolo Silvestri, Luca Bagetto, Paolo Heritier, Rocco Sciarrone.
DONO, CONTRODONO
E CORRUZIONE
Ricerche storiche e
dialogo interdisciplinare
a cura diGianluca Cuniberti
Edizioni dell’OrsoFonti e studi di Storia Antica Collana diretta da
SILVIO CATALDI
In copertina:
Il dono di polvere, Gandhara, II sec. a.C.
DONO, CONTRODONO
E CORRUZIONE
ISBN 978-88-6274-699-1 C M Y CM MY CY CMY K cover cuniberti.pdf 1 30/10/17 13:03Fonti e studi di Storia Antica
Collana fondata da SILVIOCATALDI
Volume pubblicato con il contributo dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi storici, Ricerca locale – linea b
Comitato Scientifico: Silvio Cataldi (Torino), Victor Alonso Troncoso (La Coruña),
Claudia Antonetti (Venezia), Elisabetta Bianco (Torino), Pietro Cobetto Ghiggia (Campobasso), Gianluca Cuniberti (Torino), Dominique Lenfant (Strasbourg), Robert Weldon Wallace (Evanston)
I volumi pubblicati nella Collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la validità scientifica.
DONO, CONTRODONO
E CORRUZIONE
Ricerche storiche e
dialogo interdisciplinare
a cura di Gianluca Cuniberti Edizioni dell’Orso Alessandria© 2017
Copyright by Edizioni dell’Orso s.r.l. 15121 Alessandria, via Rattazzi 47 Tel. 0131.252349 - Fax 0131.257567 E-mail: info@ediorso.it
http: //www.ediorso.it
Realizzazione editoriale e informatica: ARUNMALTESE(bibliotecnica.bear@gmail.com) Grafica della copertina: PAOLOFERRERO(paolo.ferrero@nethouse.it)
È vietata la riproduzione, anche parziale, non autorizzata, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno e didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell’art. 171 della Legge n. 633 del 22.04.1941
INDICE GENERALE
GIANLUCACUNIBERTI
Premessa p. IX
CLAUDIAANTONETTI
Gli Antichisti e le indagini sul dono: una prospettiva da riattualizzare 1 STEFANO DEMARTINO
“Corrompere” gli dèi nell’Anatolia ittita 15 CAROLINAFERRANDI
Corruzione e malversazione nell’impero ittita: tra exempla, normativa e casi concreti 27 DOMINIQUELENFANT
Liens personnels, pots-de-vin ou protocole ? Les dons du roi de Perse aux ambassadeurs grecs 41 NICOLASRICHER
Pourquoi Sparte a vaincu Athènes en 404. Les pratiques sociales et militaires traduisant une influence sur l’action d’autrui mentionnées
par Xénophon dans le début des Helléniques 71 PIETROCOBETTOGHIGGIA
La corruzione come ‘reato pretestuoso’ nell’Atene di età classica 101 CLAUDIAZANAGA
L’arbitrato nell’Atene del IV secolo a.C.: varie sfumature di (il)legalità 113 DANIELAMARCHIANDI
Contiguità pericolose nell’amministrazione locale dell’Attica classica: affari di famiglia, conoscenze altolocate e doni strategici (a margine
del contratto di affitto di una cava di pietra ad Eleusi – SEG LIX 143) 131 MARCOBETTALLI
Ricchezza, corruzione, incompetenza: il mestiere di stratego nell’Atene del IV secolo a.C. 179 GIANLUCACUNIBERTI
Il dono, la persuasione, la democrazia: percezione e negazione
VI
ARNALDOMARCONE
Forme evergetiche nella società del Principato: la riflessione senecana 219 PAOLOGARBARINO
Ad legem Iuliam repetundarum. Profili giuridici della repressione
della corruzione in età tardoantica 233 ANDREAPELLIZZARI
La fenomenologia del «dono» nell’opera di Libanio: un approccio
multiforme 271 BERNADETTECABOURET
Les cadeaux aux empereurs et aux dignitaires dans l’Empire romain
oriental tardif 289 EDOARDOBONA
Quando strenas do, mihi accipio et ego (Aug. serm 198, 2).
Appunti dono e contraccambio nella predicazione di Agostino 309 EMILIANOURCIUOLI
Un banale circuito infernale. Il ‘mercato oblativo’ all’origine del campo religioso cristiano 327 MARIACHIARAGIORDA
Tra la terra e il cielo: offerte, doni e reciprocità
nell’Egitto monastico tardo antico 375 ANDREANICOLOTTI
Doni e controdoni nel culto delle reliquie 401 VALENTINATONEATTO
Interessi privati e beni della comunità nel discorso ecclesiastico
tra Tardo Antico e Alto Medioevo 419 DARIOCANZIAN
Governare con il consenso: clientele, amicizie, fedeltà e corruzione
a Padova tra comune e signoria 433 MARINOZABBIA
Corruzione uso politico del dono e crisi del Comune
in Albertino Mussato e altri cronisti trecenteschi 455 Indice
VII
LORENZOTANZINI
Le pratiche elettorali e consiliari dei comuni italiani (XIII-XIV):
tra regolamentazione e forzature 471 ANTONIOOLIVIERI
Il linguaggio della riforma: retorica della corruzione e ritorno
alle origini nella documentazione ospedaliera tardomedievale 493 DANIELAPIEMONTINO
«Beneficio pubblico» e «utili particolari» nella Valsesia del Seicento 515 DEBORAHBESSEGHINI
Dono e corruzione come vettori di mondializzazione.
Il caso di Anita O’Gorman alla vigilia del processo di indipendenza
dell’America spagnola (1808-1809) 535 PIERANGELOGENTILE
Doni e controdoni tra onore e scandalo: dalla tabacchiera
di Carlo Alberto al caso Herz 563 PARIDERUGAFIORI
Italia 1920-1960: dono e corruzione tra etica, politica e impresa.
Riflessioni dal caso Gaslini 581 PAOLOSILVESTRI
Welfare State e tassazione. Il punto critico della libertà: tra dono
e corruzione 587 LUCABAGETTO
Carisma globale contro istituzioni globali? Per un ripensamento
dell’eredità politica degli anni ’70 609 PAOLOHERITIER
Ambivalenze dei circoli del dono e della vendetta: la giustizia
come reciprocità 633 ROCCOSCIARRONE
Dono, scambio e capitale sociale. Alle basi della forza e persistenza
delle reti mafiose 657 Indice
Il dono e i legami interpersonali suscitati dallo scambio di doni sono spesso indicati in termini positivi come gli elementi non solo fondanti una società ‘primaria’, ma anche costitutivi della coesione sociale e quindi anche della polis quale archetipo di comunità di cittadini che si autogovernano. Tuttavia si osserva che, proprio quando la società percorre vie estese di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e alla distribuzione dei diritti e dei beni comuni, proprio il dono, materiale o immateriale (sino al più ampio beneficium), inizia a essere percepito anche come occasione di ingiustizia (in termini distributivi ed economici) e di illecito (in termini morali e legali): il dono è così indicato, tra il resto, come strumento di pratiche corruttive nel giudizio di una cultura giuridica e istituzionale che cerca di controllare o modificare aspetti sostanziali della cultura del dono; in questo contesto diviene pericolosa la possibilità che, attraverso questo strumento che supera la dimensione oggettuale per assumere valori e poteri relazionali, si creino vantaggi indebiti per qualcuno a danno degli altri e soprattutto si alimentino gruppi sociali aventi interessi concorrenti rispetto a quelli dell’intera comunità o delle istituzioni pubbliche.
È obiettivo specifico delle ricerche raccolte in questo volume lo studio della formazione di rapporti amicali o, nei fatti, di vere e proprie prestazioni contrattuali imposte dalle obbligazioni derivanti dallo scambio di un dono, di un favore. Si potranno altresì osservare i fenomeni di “statalizzazione” della cultura del dono (anche in forma di remunerazione) al fine di controllare le dinamiche relazionali, nonché gli interventi legislativi e regolamentari delle istituzioni di autogoverno, finalizzati a contrastare la corruzione all’interno delle istituzioni stesse. Allo stesso tempo alcuni contributi sfruttano questa prospettiva sul dono per dimostrare acquisizioni diverse, ad esempio, di natura storiografica. Su tutto però è tratto comune diffuso fra i contributi del volume l’obiettivo di indagare episodi, personaggi, riflessioni che evidenziano il momento nel quale il dono può essere sospettato di diventare strumento corruttivo in contesti di inconsapevolezza, autentica o simulata: nelle discussioni fra gli autori di questo volume questo momento l’abbiamo chiamato la zona grigia nella quale non è condivisa, nell’opinione pubblica, la valutazione della funzione assunta dal dono. Forse proprio su questo la storia può portare acquisizioni di complessità che oppor
-GIANLUCACUNIBERTI
Premessa
tunamente completano la sintesi dei modelli teorici e pongono tali modelli in dialogo e quindi comunicazione con l’esperienza quotidiana di tutti.
Su queste basi, a partire da indagini condotte sul mondo antico, i numerosi autori che hanno contribuito al volume conducono il lettore fino alla contemporaneità attraverso un percorso che non vuole essere esaustivo, ma significativo grazie alla rilevanza del casi di studio affrontati. Ne è nato un itinerario che prende avvio dalle pagine introduttive di Claudia Antonetti, verso la quale il progetto di ricerca finanziato dall’Università di Torino è debitore: l’idea progettuale nasce infatti da una più ampia esperienza progettuale maturata sotto la guida della collega al fine di predisporre un progetto di ricerca sul dono (Indagini sul dono nell’antichità: funzioni relazionali e promozionali nel dialogo fra culture dello spazio mediterraneo) in grado di esplorare ogni aspetto del tema in una prospettiva di dialogo fra metodo storico e dialogo interdisciplinare. Ed è proprio in coerenza con questa prospettiva che è nato, e ha svolto la proprio attività negli ultimi anni a Torino, un gruppo di ricerca indirizzato a esplorare la relazione fra dono e fenomeni corruttivi. A esito di questa attività di ricerca il volume raccoglie i contributi che nascono dai seminari e dal convegno che sono stati organizzati negli anni 2015-2016. Complessivamente essi intendono realizzare due idee: in primo luogo si intende dare concretezza a un progetto di ricerca e di comunicazione storica che abbracci un ampio arco cronologico e, così facendo, sia in grado di proporre alcune significative continuità e discontinuità nello scambio dei doni a partire dagli Ittiti (nella loro lontananza cronologica, ma anche prossimità storica agli archetipi sociali e culturali che generano la civiltà greca antica) sino al mondo contemporaneo, alle riflessioni più avanzate sui valori e sulle funzioni del dono (anzitutto quelli irrinunciabili, da recuperare o da risanare) e alla manifesta distorsione del dono, o meglio allo sfruttamento delle funzioni del dono, ai fini dell’associazione a delinquere all’interno di logiche e pratiche mafiose; in secondo luogo si è voluto attivare un autentico dialogo interdisciplinare, evidentemente indispensabile per il tema prospettato, al fine di ricomporre una prospettiva frequentemente scissa delle ricerche sul passato in funzione della comprensione del presente. Da storico sento infatti questa necessità come una priorità dell’attuale fase di sviluppo degli studi in ambito umanistico. Nei decenni passati è avvenuto un percorso di distinzione disciplinare che ha permesso straordinari avanzamenti grazie alla puntuale definizione dei profili, dei metodi e degli obiettivi di ogni ambito di ricerca con il conseguente sviluppo di nuove discipline e l’avanzamento specialistico delle discipline con più lunga tradizione. Proprio per l’eccellenza di questo percorso, che però, distinguendo, ha ridotto il dialogo e, nella specializzazione, ha separato il ruolo scientifico dal ruolo pubblico della storia, ritengo che oggi sia quanto mai necessario porre le ricerche storiche al centro di un dialogo interdisciplinare, o forse meglio multidisciplinare, nel quale gli storici non rivendichino un ruolo esteso, presuntuo -samente onnisciente, ma recuperino alla storia il ruolo di manifestare la
Premessa
complessità, rigorosamente ricostruita, delle vicende umane e la capacità di comunicare, attraverso il racconto storico, le sintesi e le definizioni concettuali altrimenti inaccessibili a un pubblico più ampio. Per questo sono particolarmente lieto che il progetto abbia visto il contributo di colleghi di discipline antropologiche, economiche, filosofiche e giuridiche: solo alcuni hanno potuto consegnare il contributo per questo volume, ma a tutti va la mia gratitudine per le riflessioni portate alla discussione all’interno delle attività di ricerca.
Consegnando il volume alle stampe, un ringraziamento va al Dipartimento di Studi storici dell’Università di Torino per aver sostenuto questa fase del progetto e finanziato la presente pubblicazione, alla Fondazione Luigi Einaudi Onlus di Torino, che ha ospitato il convegno, svoltosi il 4-5 dicembre 2015, del quale questo volume ha conservato il titolo, ma ha esteso e approfondito i contenuti. Infine la mia profonda gratitudine va a tutti gli Autori che hanno arricchito il volume con ricerche originali in grado non solo di apportare nuovi dati e nuove analisi nei casi di studio affrontati, ma anche di riportare le complessità qui richiamate, che caratterizzano in profondità ogni aspetto pragmatico o concettuale del dono soprattutto quando sottoposto allo stress di usi avvelenati.