Carlo Ciccarelli Stefano Fenoaltea
UNA RICOSTRUZIONE QUANTITATIVA
2. LE INDUSTRIE ESTRATTIVO-MANIFATTURIERE
ma di composizio-ne tipografica
X E LATEX.
©Banca d’Italia, 2014. Tutti i diritti riservati. È consentita la riproduzione a fini non commerciali, a condizione che venga citata la fonte.
D02. Metalli ferrosi 7
D03. Metalli non ferrosi 16
Tabelle 21
E. INDUSTRIE MECCANICHE 109
Fonti e metodi 113
E01. Produzione complessiva 113
E02. Cantieristica 113
E03. Materiale rotabile ferrotranviario 120
E04. Altra meccanica ordinaria 139
E05. Lavorazione dei metalli preziosi 162
Tabelle 165
F. INDUSTRIE DELLA LAVORAZIONE DEI MINERALI NON METALLIFERI 397
Fonti e metodi 401
F01. Produzione complessiva 401
F02. Le fonti 401
F03. Prodotti delle fornaci 406
F04. Altri prodotti 416
Tabelle 419
G. INDUSTRIE CHIMICHE, DEI DERIVATI DEL PETROLIO E DEL CARBONE, 483
E DELLA GOMMA
Fonti e metodi 487
G01. Produzione complessiva 487
G02. Prodotti chimici 487
G03. Derivati del petrolio e del carbone, gomma 504
Tabelle 509
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 669
del gas e dell’acqua. Di questi, il più vasto e complesso è di gran lunga il settore manifatturiero: riuni-sce tutta una serie di industrie, tra le quali si distinguono le estrattivo-manifatturiere (a base minerale) da un lato e le agricolo-manifatturiere (a base animale o vegetale) dall’altro.
Questo volume ha per oggetto i quattro settori delle industrie estrattivo-manifatturiere: le industrie metallurgiche, le industrie meccaniche, le industrie che lavorano i minerali non metalliferi, le industrie chimiche e affini. Per ognuno di questi settori il relativo capitolo presenta le stime annuali del valore aggiunto regionale a prezzi 1911, e una descrizione delle fonti e dei metodi ad esse sottostanti. Le fonti ufficiali sono identificate nel testo da un titolo breve; le citazioni complete sono riportate nell’elenco dei riferimenti bibliografici.
Vale anche per questi capitoli l’introduzione storiografico-metodologica al volume precedente. Quanto scritto è da attribuire esclusivamente agli autori, non impegna la responsabilità dell’Istituto.
dell’Istituto nazionale di statistica, la Biblioteca dell’ex Servizio materiale e trazione delle Ferrovie dello Stato di Firenze, e la Biblioteca delle Ferrovie dello Stato a Villa Patrizi. Per copie di materiale ormai raro e preziose indicazioni gli autori ringraziano infine David Chessum, Alessandro Crisafulli, Dante Flore, Vincenzo Formigari, Maurizio Panconesi, Alessandro Tuzza – e Piero Muscolino e Achille Rastelli, che non leggeranno queste parole, e rimangono rari esempi di passione, serietà, e generosità.
D02.03 Semilavorati di ferro e acciaio 8
D02.04 Ghisa di seconda fusione 11
D02.05 Produzione complessiva 16
D03. Metalli non ferrosi
D03.01 Introduzione 16
D03.02 Metalli di prima fusione 16
D03.03 Semilavorati 18
D03.04 Produzione complessiva 19
a loro volta nelle Tabelle D.002 e D.003.
Le stime per i prodotti ferrosi sono ottenute sommando stime separate per la ghisa di prima fusio-ne, le rotaie, i semilavorati di ferro e di acciaio, e la ghisa di seconda fusione. Le stime per i prodotti non ferrosi sono ottenute sommando stime separate per i diversi metalli di prima fusione (alluminio, antimonio, rame, oro, argento, piombo, mercurio), e un’unica stima per la loro trasformazione in se-milavorati. Quest’ultima serie, riferita a un insieme eterogeneo, è presentata solo come valore aggiunto a prezzi 1911; le altre, che poggiano tipicamente sull’ampia documentazione fornita dal Corpo delle miniere, sono disponibili anche in unità fisiche.
D02. METALLI FERROSI
D02.01 Introduzione
Le industrie dei metalli ferrosi sono state ampiamente considerate dal Corpo delle miniere. La produzione di ghisa di prima fusione, in particolare, è documentata dal 1861; si aggiungono nel tempo dati sulle lavorazioni successive, con specificazioni merceologiche anche dettagliate, ma imprecisi per la presenza sia di omissioni, sia di duplicazioni.
La ghisa di prima fusione, e le rotaie, sono prodotti relativamente omogenei e ben documentati; le serie regionali sono ricostruite, come gli aggregati nazionali, direttamente dai dati sulla produzione forniti dal Corpo delle miniere. La serie nazionale della produzione di semilavorati di ferro e acciaio corregge ed estrapola i dati, eterogenei, del Corpo delle miniere; viene allocata per regione sulla base dei lavoranti, e dei cavalli di potenza, riportati dallo stesso Corpo delle miniere. I dati sulla produzione di ghisa di seconda fusione sono parziali, e la produzione complessiva non è stata documentata; la disaggregazione regionale delle stime nazionali poggia sui dati incompleti della produzione e sui dati censuari, ed è inevitabilmente labile.
La Tabella D.004 riporta i dati regionali sulla produzione di ghisa di prima fusione tratti dalle
Notizie minerarie, p. 125, e poi dalla Rivista mineraria (ad es, 1913, pp. XL-XLV). Come la
corrispon-dente serie nazionale queste cifre comprendono le piccole quantità di ferro-manganese; trascurano per contro, negli anni iniziali, alcune piccole produzioni, come in Basilicata e in Calabria, documentate dalla Statistica mineraria, pp. 14-41 (IIP, Table E.02, col. 1 e cap. E02.02).
La Tabella D.005 è riferita alla produzione di rotaie. Dal 1886 al 1909 le serie regionali sono ricostruite direttamente dai dati provinciali del Corpo delle miniere (con l’aggiunta nel 1887 di 10.000 tonnellate, attribuite alla Liguria, come in sede di stima nazionale, IIP, Table E.02, col. 9 e cap. E02.02). Dal 1910 al 1912, la produzione di rotaie varia poco; la produzione regionale è stimata in base alle quote del 1909. Dal 1912 al 1913 aumenta notevolmente la produzione di rotaie, a quanto sembra in Liguria e in Toscana ma non in Campania (Rivista mineraria 1913, pp. 72, 100, 167); siccome la produzione dell’acciaio aumenta in provincia di Pisa (la produttrice toscana di rotaie: Rivista
mineraria 1912, p. XXXIV, 1913, p. 100), mentre rimane sostanzialmente stabile in Liguria (come in
Campania), l’incremento è qui attribuito per 10.000 tonnellate alla Liguria, e per il residuo di 33.493 tonnellate alla Toscana.
Mutuando le stime nazionali, il valore aggiunto a prezzi 1911 è stimato pari a 8 lire per tonnellata di ghisa di prima fusione, e a 48 lire per tonnellata di rotaie (IIP, cap. E02.04).
D02.03 Semilavorati di ferro e acciaio
La Tabella D.006 riporta le stime regionali della produzione di semilavorati di ferro e acciaio; disaggregano la corrispondente serie nazionale (IIP, Table E.03, col. 12 e cap. E02.03), e misurano pertanto tonnellate equivalenti di prodotti omogenei. L’algoritmo di stima è relativamente complesso. Procedendo a ritroso, dal 1913 al 1881 si stimano le produzioni regionali dalle relative quote del totale nazionale calcolate direttamente negli anni dispari, e linearmente interpolate negli anni pari. Le stime dirette delle quote sono documentate nella Tabella D.007. Le coll. 1 e 2 trascrivono i lavoranti, e i cavalli di potenza, complessivi riportati dal Corpo delle miniere per tutta la produzione di metalli ferrosi. Le coll. 7 e 8 riportano le cifre corrispondenti, al netto di due elementi: primo, nelle coll. 3 e 4, le stime dei lavoranti e dei cavalli che corrispondono alla produzione erroneamente contata (o, con un segno negativo, omessa), di cui infra; secondo, nelle coll. 5 e 6, i lavoranti e i cavalli che le stesse fonti attribuiscono alla produzione di ghisa di prima o seconda fusione (in opifici in ciò specializzati). La col. 9 è ottenuta sommando i lavoranti e i cavalli delle coll. 7 - 8 con pesi pari a 1,0 e 0,2, suggeriti dalle stime nazionali del costo del lavoro (salari e quota stipendi) per lavorante, e del valore aggiunto residuo per cavallo di potenza (IIP, cap. E02.04). Le coll. 10 - 12 riportano invece la produzione di ghisa di prima e seconda fusione, e di rotaie, prodotta (in opifici non specializzati) da lavoranti e cavalli di potenza non esclusi dalle coll. 7 - 9.
Con le quote regionali calcolate dalla col. 9 si alloca il valore aggiunto corrispondente, indicato in calce alla col. 13; questo valore aggiunto lordo è calcolato sommando il valore aggiunto nazionale nella produzione di semilavorati (IIP, Table E.03, col. 12, per 90 lire per tonnellata), e il valore aggiunto che corrisponde alla produzione di ghisa di prima e seconda fusione, e di rotaie, riportata nelle coll. 10 - 12 (ponderata, mutuando sempre le stime nazionali, per 8, 120 e 48 lire per tonnellata). Dai valori aggiunti regionali così calcolati si detraggono regione per regione le cifre che corrispondono appunto alle produzioni indicate nelle coll. 10 - 12; si ottengono così i valori aggiunti nella produzione dei
considera trascurabile la quota dovuta alla ghisa nei dati riportati per una piccola produzione di ferro e ghisa nella provincia di Napoli (Rivista mineraria 1901, p. 297). Nel 1887 si attribuiscono al Lazio 200 dei 7.090 cavalli riportati per il distretto di Roma (Rivista mineraria 1887, p. XLI); si corregge inoltre come sopra la produzione di rotaie.
Le coll. 7 - 9 e 13 - 15 sono ottenute a calcolo. Nel 1881-85 mancano del tutto i dati sui cavalli di potenza; la col. 9 è ottenuta moltiplicando la col. 7 per il rapporto tra le coll. 9 e 7 nel 1887.
Le coll. 3 e 4 sono ottenute come segue. I dati del Corpo delle miniere comprendono nell’industria siderurgica i lavoranti e i cavalli dei forni a coke degli stabilimenti integrati di Piombino, Portoferraio, e Bagnoli; sono esclusi in questa sede, essendo la produzione di coke già contata nell’industria chimica. Sulla falsariga delle stime nazionali (IIP, cap. D12.03), si calcolano 3,33 lavoranti e 7,50 cavalli istallati per mille tonnellate di coke (o di ghisa, mancando i dati sulla produzione di coke). Arrotondando, si escludono: in Toscana, 1.000 lavoranti e 2.200 cavalli nel 1913, 600 lavoranti e 1.300 cavalli nel 1911, 700 lavoranti e 1.500 cavalli nel 1909, 300 lavoranti e 800 cavalli nel 1907, 400 lavoranti e 1.000 cavalli nel 1905, e 200 lavoranti e 500 cavalli nel 1903; in Campania, 500 lavoranti e 1.200 cavalli nel 1913, e 400 lavoranti e 900 cavalli nel 1911.
Altre modifiche ai dati del Corpo delle miniere rispecchiano le correzioni ai dati sulla produzione elaborate in sede nazionale (IIP, cap. E02.03). Per tener conto della produzione della provincia di Milano, trascurata fino al 1890, si aggiungono ai dati lombardi 100 lavoranti e 200 cavalli nel 1887, e 200 lavoranti e 200 cavalli nel 1889; queste stime rispecchiano sia la stima della produzione omessa elaborata in sede nazionale, sia l’occupazione per unità di prodotto a Rogoredo desumibile dalla Rivista
mineraria 1890, p. 483. Per rispecchiare l’aggiornamento dei dati piemontesi nel 1897 si aggiungono
a questi 100 lavoranti e 100 cavalli nel 1895; queste stime rispecchiano sia la stima della produzione omessa elaborata in sede nazionale, sia l’occupazione per unità di prodotto a Novara desumibile dalla
Rivista mineraria 1897, p. 305.
Una serie di ulteriori modifiche riguardano i piccoli opifici lombardi. Per tener conto di quelli contati dal Corpo del miniere solo dal 1889, si aggiungono ai dati lombardi 300 lavoranti nel 1881 e 1883, e 500 lavoranti (e 500 cavalli) nel 1885 e 1887; queste stime rispecchiano sia la stima della produzione omessa elaborata in sede nazionale, sia l’occupazione per unità di prodotto desumibile dalla Rivista mineraria 1889, pp. 252-253. Per rispecchiare l’aggiornamento dei relativi dati nel 1895, si detraggono dai totali lombardi, nel 1893, 200 lavoranti e 200 cavalli. Per rispecchiare infine la trasformazione di questi opifici, che abbandonarono progressivamente la produzione del ferro (e non vennero più contati dopo il 1901), si riducono i totali lombardi di 300 lavoranti e 300 cavalli nel 1897, di 800 lavoranti e 800 cavalli nel 1899, e di 1.300 lavoranti e 1.300 cavalli nel 1901, sempre in linea con la correzione dei dati sulla produzione elaborata in sede nazionale.
Negli anni dal 1861 al 1880 le uniche stime dirette sono quelle riferite al 1865, desunte dai dati forniti dalla Statistica mineraria (pp. 14-41). Questa fonte riporta dati sui materiali consumati, i pro-dotti ottenuti, e i lavoranti occupati dall’industria del ferro, che ne comprende la lavorazione oltre che
La Tabella D.008 è ottenuta da questi dati. Le coll. 1 e 2 riportano i consumi di ghisa di prima fusione, e di rottame, indicati dalla fonte (riquadro B, coll. 8 e 12). I consumi di rottame sono molto bassi, come se la produzione di ferro da rimpasto non fosse stata considerata in modo sistematico (vedasi anche Giordano, 1864, p. 341). La col. 3 presenta le stime complementari a quelle delle coll. 1 e 2. Le stime per il Veneto e il Lazio riprendono quelle, derivate dai dati sul commercio estero, elaborate per le stime nazionali. Le stime per le altre regioni sono riferite alla ghisa prodotta e consumata da opifici verticalmente integrati, per i quali la fonte riporta il corrispondente consumo di minerale. La stima per il Piemonte corrisponde alla ghisa ottenuta in provincia di Torino da 5.800 tonnellate di minerale (Statistica mineraria, p. 22), al netto delle 900 tonnellate di ghisa smerciate come tali (p. 32). La stima per la Liguria corrisponde alla ghisa (implicitamente) ottenuta in provincia di Genova da 445 tonnellate di minerale nelle officine catalane (p. 22). La stima per la Toscana corrisponde alla ghisa ottenuta in provincia di Pisa da 4.000 tonnellate di minerale (p. 28), al netto delle 1.200 tonnellate di ghisa smerciate come tali (p. 38). La stima per la Campania corrisponde alla ghisa ottenuta da 2.397 tonnellate di minerale (p. 28, apparentemente tutta consumata, p. 38). La stima per la Calabria corrisponde alla ghisa ottenuta da 623 tonnellate di minerale (p. 30, apparentemente tutta consumata, p. 40). La col. 4 riporta il totale netto, ossia la somma delle coll. 1 - 3, meno 1,1 volte la col. 5; quest’ultima trascrive la produzione di ghisa di seconda fusione riportata dalla fonte (pp. 32-41) per le regioni del Regno, e le stime corrispondenti per il Veneto e il Lazio, stimate semplicemente come un quinto della col. 3. La col. 6 riporta a sua volta le quote percentuali calcolate con le stime della col. 4; la col. 7, il prodotto di tali quote e la corrispondente stima nazionale (26.000 tonnellate nel 1865).
Le stime per gli anni 1861-64 e 1866-80 nella Tabella D.006 sono ottenute allocando il totale nazionale alle diverse regioni con procedure ad hoc. Si ricostruisce innanzitutto la serie per il La-zio; nell’ipotesi che la produzione nel 1865 fosse sostenuta dalla protezione venuta poi meno con l’annessione al Regno, si ipotizza un prodotto costante nel decennio 1861-70. Si ipotizza poi un quin-quennio di riduzioni assolute costanti; nel 1876-80, si stima la produzione attribuendo al Lazio la quota del totale nazionale del 1881 (Tabella D.007, riquadro S, col. 14). Le stime per le altre regioni sono tutte ottenute poi a partire dalle stime della produzione complessiva, al netto di quella attribuita al Lazio (IIP, Table E.03, col. 12 meno Tabella D.006, col. 9).
Dal 1861 al 1865, tale produzione netta si riduce di 21.000 tonnellate. Sempre nell’ipotesi che la distribuzione di tale riduzione fosse legata ai mutamenti dei regimi doganali, se ne attribuisce la metà all’Italia ex-borbonica; si ottengono stime macro-regionali per il 1861 pari a 30.683 tonnellate nel Centro-Nord (meno il Lazio) e la Sardegna, e a 13.659 tonnellate nel “Napoletano” continentale e in Sicilia. La quota complessiva delle regioni ex-borboniche sul totale netto risulta pertanto pari, nel 1861, a 13.659/44.340; nel 1865, a 3.159/23.340 (Tabella D.008, col. 7); nel 1881, a 1.142/98.741 (Tabella D.006). Mantenendo sempre l’ipotesi di fondo, queste quote vengono (linearmente) interpolate tra il 1861 e il 1865 ed estrapolate fino al 1867, mentre dal 1868 al 1880 si mantiene la quota del 1881.
Dal 1861 al 1864 e nel 1866-67, la produzione delle regioni ex-borboniche è stimata allocando la quota del totale nazionale (al netto del Lazio) con le relative quote regionali calcolate per il 1865: 2.912/3.159 alla Campania, 70/3.159 alla Calabria, e 177/3.159 alla Sicilia (Tabella D.008, col. 7). Dal 1868 al 1880, invece, tale produzione è stimata con le quote regionali del totale nazionale (al netto del Lazio) del 1881: 1.142/98.741 alla sola Campania (Tabella D.006).
Coerentemente, dal 1861 al 1864 e nel 1866-68 la produzione delle regioni residue è stimata allocando la loro quota congiunta del totale nazionale (al netto del Lazio), ossia il complemento a uno
lire per tonnellata equivalente di semilavorati di ferro e acciaio.
D02.04 Ghisa di seconda fusione
La Tabella D.009 riporta la produzione di ghisa di seconda fusione indicata, dal 1886 in poi, dalla
Rivista mineraria. Come ripete la fonte (ad esempio Rivista mineraria 1913, p. LXX), i dati sono
riferiti a poche fonderie, normalmente legate a ferriere, e non pretendono essere esaustivi; il loro totale si colloca tipicamente intorno al 20-40% della corrispondente stima nazionale (IIP, Table E.03, col. 13), con un picco anomalo nel 1886, quando il dato per l’Umbria sembra comunque eccessivo. La produzione campana nel 1888 è ottenuta a residuo dal totale indicato e dai dati per le altre regioni (Rivista mineraria 1888, pp. XLIX, LI, LXVI). Alcune serie manifestano notevoli sbalzi, ma sembrano dovuti a mutamenti della produzione a campione costante (ad esempio, per la Liguria e la Toscana,
Rivista mineraria 1901, p. XXXI, 1904, p. 184, 1905, p. 174). Per i decenni iniziali risulta disponibile
solo la serie annuale dei getti ottenuti nello stabilimento di Follonica (Notizie minerarie, p. 193), che produceva tipicamente qualche centinaio di tonnellate all’anno. Sembrano poi molto parziali anche i dati, pur tendenzialmente esaustivi, della Statistica mineraria, di cui appresso.
L’allocazione regionale della produzione nazionale non è dunque documentata dai dati sulla pro-duzione. A loro volta i censimenti conglobano gli addetti delle fonderie con quelli di altre produzioni siderurgiche; e per le imperfezioni delle fonti statistiche è pure difficile ottenere tali addetti come re-sidui. Da un lato, infatti, i censimenti tendono come sempre a sottovalutare gli addetti delle prime lavorazioni in imprese verticalmente integrate, contandoli invece come produttori del bene finale. La
Rivista mineraria, per contro, tende a contare tutti gli addetti delle ferriere censite, anche verticalmente
integrate, con uno spostamento degli addetti dal settore a valle a quello a monte speculare a quello dei censimenti. I residui che si ottengono a calcolo rispecchiano dunque non solo gli addetti delle fonderie contati dai censimenti ma non dal Corpo delle miniere, ma anche le discrepanze tra le fonti.
In mancanza di altre fonti utili, si sfruttano insieme i dati dei censimenti e del Corpo delle miniere, con una serie di accorgimenti ad hoc.
La Tabella D.010 riporta dati e stime per il 1911. La col. 1 trascrive i dati sulla forza lavoro com-plessiva riportati dal Censimento demografico (vol. 5) nella categoria 4.1 (produzione e prime lavorazioni della ghisa, del ferro e dell’acciaio). Tali dati sono sempre superiori a quelli corrispondenti del
Censi-mento industriale, tranne che per l’Umbria, che riporta 4.105 addetti, contro una forza lavoro di solo
3.713 individui. Nel caso dell’Umbria, dunque, la col. 1 riporta il totale superiore indicato dal
Cen-simento industriale. La col. 2 riporta gli occupati contati dal CenCen-simento industriale nella sotto-classe
4.ω1, ossia negli opifici integrati a cavallo tra siderurgia e meccanica; nella misura in cui i dati sulla forza lavoro tendono ad attribuire tali occupati interamente all’ultimo stadio di lavorazione, sono in parte complementari ai dati della col. 1. La col. 3 trascrive il numero di lavoranti siderurgici riportati dal Corpo delle miniere, al netto delle correzioni già segnalate (Tabella D.007, riquadro B, col. 1 meno
lavoranti, indicati dal Corpo delle miniere per le sole fonderie specializzate (Rivista mineraria 1911, pp. XXX-XXXIII). La col. 7 riporta la stima dei lavoranti rilevati dal Corpo delle miniere al netto di quelli addetti alla seconda fusione della ghisa; tale stima è ottenuta detraendo dal totale riportato (col. 3) gli addetti alla fusione identificabili come tali (col. 6) e gli addetti attribuiti alla seconda fusione in opifici integrati. Si calcolano questi ultimi in ragione di 100 addetti per 1.000 tonnellate di prodotto (col. 4 meno col. 5), come suggerito dalla somma dei prodotti e degli addetti delle fonderie specializzate (coll. 5 e 6), escludendo le fonderie apparentemente artistiche della provincia di Firenze (2.413 tonnellate per 444 addetti). La col. 8 riporta la stima dei lavoranti attribuiti all’insieme delle fonderie, ottenuta come la differenza tra, da un lato, l’occupazione siderurgica suggerita dai dati censuari, calcolata nello specifico sommando alla col. 1 un terzo della col. 2, e, dall’altro, l’occupazione ottenuta dal Cor-po delle miniere per la siderurgia al netto delle fonderie (col. 7). Allocando la produzione nazionale (145.000 tonnellate: IIP, Table E.03, col. 13) in proporzione alla col. 8, si ottengono delle prime stime che risultano, nel caso della Liguria, della Toscana e dell’Umbria, inferiori (o appena superiori) alle cifre parziali riportate dal Corpo delle miniere. La produzione ligure, toscana e umbra è pertanto stimata direttamente; per tenere conto della produzione sfuggita al Corpo delle miniere, si calcola pari a 1,10 volte la produzione riportata (col. 4). La produzione residua è poi allocata alle altre regioni sempre in proporzione alla col. 8. Le stime così ottenute sono riportate, in unità fisiche, nella col. 9, e, trasformate in percentuali, nella col. 10.
La Tabella D.011, analoga alla D.010, riporta dati e stime per il 1901. La col. 1 trascrive i dati sulla forza lavoro complessiva riportata dal Censimento 1901 (vol. 4) nelle categorie IV.1 (fonditori e affinatori di ghisa, ribollitori di rottami di ferro) e IV.6 (laminatori e affinatori di metalli). La col. 2 riporta la forza lavoro contata dal censimento nelle categorie IV.8 (fabbricanti e montatori di macchine e attrezzi, di caldaie a vapore; meccanici e tornitori di metalli), IV.12 (armaioli, fabbricanti di coltelli, forbici ...), IV.15 (fabbricanti di lime, seghe, chiodi ...) e IV.17 (trafilatori di metalli, fabbricanti di corde, catene, reti metalliche ...); ancora una volta, nella misura in cui i dati sulla forza lavoro tendono ad attribuire gli occupati degli opifici verticalmente integrati interamente all’ultimo stadio di lavorazione, sono in parte complementari ai dati della col. 1. La col. 3 trascrive il numero di lavoranti siderurgici riportati dal Corpo delle miniere, al netto delle correzioni già segnalate (Tabella D.007, riquadro G, col. 1 meno col. 3). La col. 4 ripete la produzione di ghisa di seconda fusione riportata per il 1901 dal Corpo delle miniere (Tabella D.009). Le coll. 5 e 6 riportano a loro volta la produzione di ghisa, e il numero di lavoranti, indicati dal Corpo delle miniere per le sole fonderie specializzate (Rivista mineraria 1901, pp. XXXI, 143, 328, 440). La col. 7 riporta la stima dei lavoranti rilevati dal Corpo delle miniere al netto di quelli addetti alla seconda fusione della ghisa; tale stima è ottenuta detraendo dal totale riportato (col. 3) gli addetti alla fusione identificabili come tali (col. 6) e gli addetti attribuiti alla seconda fusione in opifici integrati. Tenendo conto dei dati umbri per la fonderia specializzata, e dei valori unitari del prodotto nelle tre regioni produttrici, si calcolano gli addetti in ragione di 40 per 1.000 tonnellate di prodotto (col. 4 meno col. 5) in Liguria, e 100 in Veneto e in Umbria. La col. 8 riporta la stima dei lavoranti attribuiti all’insieme delle fonderie, ottenuta come la differenza tra, da un lato, l’occupazione siderurgica suggerita dai dati censuari, calcolata nello specifico sommando alla col. 1 un ventesimo della col. 2 (che comprende anche gli addetti degli opifici non integrati), e, dall’altro, l’occupazione ottenuta dal Corpo delle miniere per la siderurgia al netto delle fonderie (col. 7). Nel caso della Liguria e dell’Umbria, con tale procedura si ottengono cifre negative; si stima pertanto direttamente la produzione di tali regioni, calcolandola di nuovo pari a 1,10 volte
più la categoria II.IX.1 (armaiuoli); esclude i chiodaioli e i fabbricanti di ferri da cavallo (compresi rispettivamente con i fabbri ferrai, e con i maniscalchi, nelle categorie II.X.5 e 6). La col. 3 riporta i lavoranti censiti dal Corpo delle miniere nella produzione di ghisa di prima fusione e di (oggetti di) ferro e acciaio (Rivista mineraria 1881, pp. XXXVI-XLIII); non sono disponibili dati riferiti alla ghisa di seconda fusione. La col. 4 riporta la differenza tra, da un lato, l’occupazione siderurgica suggerita dai dati censuari, calcolata nello specifico sommando alla col. 1 un generoso decimo della col. 2, e, dall’altro, l’occupazione riportata dal Corpo delle miniere per la siderurgia già al netto delle fonderie (col. 3). Si ottengono residui negativi per la Lombardia e la Toscana (che erano appunto i maggiori produttori di ghisa di prima fusione), e un residuo assai esiguo pure per la Liguria; e non vi sono appigli per stime dirette.
La Tabella D.013 presenta stime preliminari per il 1871, che sfruttano i dati della Statistica
mine-raria oltre che del Censimento 1871 (vol. 3). Le coll. 1 e 2 trascrivono dati censuari riferiti al 1871. La
col. 1 riporta i dati per la categoria II.12.1, fonditori di metalli (aggiungendo la II.12.2, fabbricanti e negozianti di ferro e acciaio, si ottiene un totale di 7.623, di cui 850 in Lazio e Veneto, contro 8.781 lavoranti complessivi contati dalla Statistica mineraria, p. 41, escludendo il Lazio e il Veneto). La col. 2 riporta i dati per la categoria II.13.1, fabbricanti e negozianti di macchine. Le coll. 3 e 4 riportano i dati del Corpo delle miniere riferiti al 1865. La col. 3 riporta la produzione di ghisa di seconda fusione; siccome la fonte avverte che esclude forse la metà della produzione ligure (Statistica mineraria, pp. XXII, 32-33), la cifra riportata nella col. 3 è il doppio di quella indicata dalla fonte. Anche con questa correzione, la produzione riportata nella col. 3 rimane prossima alla metà del totale stimato in sede nazionale (18.000 tonnellate nel 1865). La col. 4 riporta gli addetti alla prima fusione dei metalli: somma gli addetti degli opifici che lavoravano il minerale di rame (47 in Piemonte, 55 in Veneto, 54 in Toscana: Statistica mineraria, pp. 42-43) e il minerale di piombo (100 in Liguria, stimati dai 201 nelle officine che lavoravano sia il minerale che il piombo in pani, 3 in Veneto, 89 in Toscana, e 465 in Sardegna: Statistica mineraria, pp. 44-45), nonché gli addetti degli alti forni. Questi ultimi sono riportati come tali dalla Statistica mineraria (pp. 32-41) solo per poche officine indipendenti (100 addetti in Lombardia, 24 in Toscana); la col. 4 incorpora i numeri calcolati in ragione di 0,02 addetti per tonnellata di prodotto nel 1871 riportato dalle Notizie minerarie, p. 125 e dalla Tabella D.004 (36 in Piemonte, 150 in Lombardia, 128 in Toscana, 18 nel Lazio). La col. 5 riporta la stima dei lavoranti delle fonderie, ottenuta come la differenza tra, da un lato, l’occupazione suggerita dai dati censuari per la prima e seconda fusione dei metalli, calcolata nello specifico sommando alla col. 1 un quinto della col. 2, e, dall’altro, l’occupazione nella prima fusione riportata nella col. 4; nel caso della Sardegna si azzerano gli addetti della col. 4, palesemente sfuggiti al censimento. Allocando la produzione naziona-le del 1865 (18.000 tonnellate) in proporzione alla col. 5 si ottengono per la Lombardia, la Toscana, l’Umbria e la Calabria stime inferiori (o appena superiori) ai dati per il 1865 riportati nella col. 3. La col. 6 riporta le stime preliminari della produzione nel 1871, ottenute come segue. Nel caso della Liguria, della Lombardia, della Toscana, dell’Umbria e della Calabria, la stima della produzione è il
le 10.977 attribuite alle cinque regioni indicate) in proporzione alla col. 5. La col. 7, infine, riporta le quote regionali ottenute dalla col. 6.
Da queste stime riferite al 1871, al 1901, e al 1911 emerge, nella maggioranza dei casi, una so-stanziale stabilità delle quote. La redistribuzione dell’industria coinvolge poche regioni: tra il 1871 e il 1901, cresce la quota umbra a spese della quota campana; tra il 1901 e il 1911, cala invece l’Umbria a vantaggio del triangolo industriale.
Le stime della produzione di ghisa di seconda fusione sono riportate nella Tabella D.014; sono costruite utilizzando le Tabelle D.009 - D.011 e D.013, prima per il 1871-1913 e poi per il 1861-70, attraverso una serie di passaggi. Un calcolo preliminare che alloca la produzione nazionale interpolando ed estrapolando le quote calcolate nelle Tabelle D.010, D.011 e D.013 risulta attribuire alla Liguria, alla Toscana e all’Umbria una produzione spesso inferiore a quella documentata; un risultato analogo si ottiene per le Puglie, nell’unico anno per cui è fornito un dato di produzione.
La produzione umbra è stimata, dal 1887 in poi, pari al 110% del dato riportato dal Corpo delle miniere (Tabella D.009); si trascura il dato apparentemente anomalo del 1886. Nel 1901 e nel 1911, si riproducono così le stime nella Tabelle D.011 e D.010; e nel 1871 si mutua la stima, derivata pure dal Corpo delle miniere, nella Tabella D.013. Nel 1887, la stima della produzione umbra corrisponde al 26,41% del totale nazionale (58.000). Attribuendo l’aumento della produzione umbra alla fondazione della Terni, si stima la produzione nel 1872-83 con la quota (pure preliminare) del totale nazionale calcolata per il 1871 (Tabella D.013), e tra il 1883 e il 1887 con quote interpolate.
La produzione ligure pure è stimata, dal 1898 in poi, pari al 110% del dato riportato dal Corpo delle miniere (Tabella D.009); si riproducono così le stime per il 1901 e il 1911 nelle Tabelle D.011 e D.010. La stima ottenuta per il 1898 corrisponde al 17,16% del totale nazionale (49.000 tonnellate). Nel 1871 si mutua la stima, anch’essa derivata dai dati del Corpo delle miniere, della Tabella D.013. Nel 1872-97 la produzione ligure è calcolata come media semplice di due stime alternative. La prima è ottenuta applicando al totale nazionale le quote ottenute interpolando le quote corrispondenti dello stesso nel 1871 e nel 1898; la seconda applica al totale nazionale al netto della produzione umbra le quote ottenute interpolando le quote corrispondenti calcolate per il 1871 (11,09%) e per il 1898 (19,35%).
La produzione toscana è stimata in modo analogo. Dal 1904 in poi è posta pari al 110% del dato riportato dal Corpo delle miniere (Tabella D.009), riproducendo la stima per il 1911 nella Tabella D.010. Tali stime corrispondono nel 1904 al 3,60%, e nel 1905 al 17,65%, del totale nazionale (rispettivamente 71.000 e 83.000 tonnellate). La stima della produzione toscana riprende nel 1871 e nel 1901 le stime delle Tabelle D.013 e D.011, ambedue derivate dai dati del Corpo delle miniere. Nel 1872-1900 la produzione toscana è calcolata come media semplice di due stime alternative. La prima è ottenuta applicando al totale nazionale le quote ottenute interpolando le quote corrispondenti nel 1871 e nel 1901; la seconda applica al totale nazionale al netto della produzione umbra le quote ottenute interpolando le quote corrispondenti nel 1871 (8,23%) e nel 1901 (10,38%). Le cifre così ottenute sono compatibili con i dati per lo stabilimento di Follonica (Notizie minerarie, p. 193). Nel 1902-03, la produzione toscana è stimata in modo analogo, come media delle stime ottenute interpolando due coppie alternative di quote; siccome il prodotto del 1904 sembra anomalo, nella misura in cui era attiva in quell’anno solo una delle tre fonderie seguite dal Corpo delle miniere, le stime del 1902-03 sono ottenute interpolando le quote del 1901 e del 1905: rispettivamente 8,42% e 17,65% del totale nazionale, e 10,38% e 19,67% del totale al netto della produzione umbra.
il 1901 (Tabella D.010, col. 8, Tabella D.011, col. 8), che corrispondevano però a una produzione, in ambedue gli anni, inferiore a 1.000 tonnellate. Le stime della produzione pugliese nel 1901 e 1911 mutuano le cifre nelle Tabelle D.011 e D.010. Nel 1889-1900, 1902-10 e 1912-13 le stime sono ottenute ancora una volta come media di due stime alternative: le stime ottenute applicando al totale nazionale le quote ottenute interpolando quelle corrispondenti per il 1888, 1901, e 1911 (mantenuta poi costante), e quelle ottenute applicando al totale al netto della produzione umbra le quote ottenute interpolando (e poi tenendo costanti) le quote corrispondenti nel 1888 (4,03%), 1901 (1,88%), e 1911 (0,54%). La fonderia Lindemann era antica, ma non sembra comparire nei dati censuari del 1871 (Tabella D.013); potrebbe comparire nel 1881 nella meccanica, dove le Puglie comprendono 37 padroni e 277 operai (Censimento 1881, vol. 3, p. 672). In mancanza di informazioni più precise, si riporta dal 1888 al 1871 la serie per le Puglie calcolando la media tra le stime che ipotizzano una quota costante, pari al 2,88%, del totale nazionale, e quelle che ipotizzano una quota costante, pari al 4,03%, del totale al netto della produzione umbra. Si ottiene, per il 1871, una stima pari a 723 tonnellate, ben superiore alla stima iniziale nella Tabella D.013.
Per le altre dodici regioni, si procede come segue. Primo, per fare spazio alla maggiore produzione pugliese, si adeguano le stime della produzione nel 1871; le stime rivedute compaiono nella Tabella D.015, col. 1. Per la Lombardia e la Calabria si conservano le stime della Tabella D.013, vincolate dai dati del Corpo delle miniere (come quelle della Liguria, della Toscana, e dell’Umbria). Le stime per il Piemonte, il Veneto, l’Emilia, le Marche, il Lazio, gli Abruzzi, la Campania, la Basilicata, la Sicilia e la Sardegna, non vincolate, vengono riscalate per farle sommare al totale nazionale (21.000 tonnellate) meno quanto attribuito a Liguria, Lombardia, Toscana, Umbria, Puglie e Calabria (11.700 tonnellate). Secondo, per le dodici regioni in questione, si calcolano dalle stime nella col. 1 e quelle nelle Tabelle D.010, col. 9 e D.011, col. 9 le quote del totale (IIP, Table E.03, col. 13) al netto della produzione ligure, toscana, umbra e pugliese (Tabella D.014, coll. 2, 6, 8 e 12) nel 1871, 1901 e 1911. Le quote così ottenute sono riportate nella Tabella D.015, coll. 2 - 4. Terzo, si stimano le produzioni regionali nel 1872-1900, 1902-10 e 1912-13 interpolando ed estrapolando (tenendole costanti) queste quote, e moltiplicandole per il corrispondente totale parziale.
Nel 1861-70, le stime sono ottenute come segue. Primo, si tiene conto, nel caso del Lazio e del Veneto, delle stime dirette della loro produzione prima che si ricongiungessero al Regno. Per queste due regioni si mutuano per il 1865 le stime già presentate nella Tabella D.008, col. 5. La produzione del Veneto è ipotizzata costante nel 1861-66, e poi in aumento lineare fino al 1871; la produzione del Lazio è invece ipotizzata costante nel 1861-70. Secondo, nel caso della Toscana, si calcola inizialmente la produzione nel 1861-70 dal totale nazionale al netto del prodotto attribuito al Veneto e al Lazio, mantenendo la quota stimata per il 1871 (1.717/19.719: Tabella D.015, col. 1); a questa si aggiungono poi, per tenere conto dei picchi di produzione a Follonica (Notizie minerarie, p. 193), 1.800 tonnellate nel 1861, 1.300 nel 1862, 1.000 nel 1863, 1.100 nel 1864, e 250 nel 1865. La produzione nazionale residua (IIP, Table E.03, col. 13, meno quanto attribuito in questa sede a Veneto, Toscana e Lazio)
Mutuando sempre le stime medie nazionali (IIP, cap. E02.04), nella produzione di ghisa di seconda fusione il valore aggiunto a prezzi 1911 è stimato pari a 120 lire per tonnellata.
D02.05 Produzione complessiva
Le stime della produzione complessiva di metalli ferrosi sono riportate nella Tabella D.002. Sono ottenute, regione per regione, sommando le stime della produzione di ghisa di prima fusione (Tabella D.004), di rotaie (Tabella D.005), di semilavorati di ferro e acciaio (Tabella D.006), e di ghisa di seconda fusione (Tabella D.014), ponderate rispettivamente per 8, per 48, per 90 e per 120 lire per tonnellata.
D03. METALLI NON FERROSI
D03.01 Introduzione
Il Corpo delle miniere ha ampiamente documentato la prima fusione dei metalli non ferrosi; la produzione dei relativi semilavorati è documentata solo per i derivati del rame, e solo per gli ultimi decenni, con statistiche comunque non esaustive.
Si ottengono dunque dalle fonti stime della produzione fisica dei diversi metalli prodotti in Italia (l’alluminio, l’antimonio, il rame, l’oro, l’argento, il piombo, e il mercurio), stime che vengono poi ponderate per il relativo valore aggiunto a prezzi 1911 e sommate.
Le stime regionali per la produzione dei relativi semilavorati sono a loro volta la somma di due componenti. Il primo corrisponde alla produzione (dei derivati del rame negli ultimi decenni) docu-mentata dal Corpo delle miniere, ed è ottenuto ponderando come sopra le unità fisiche con il valore aggiunto unitario a prezzi 1911. Il secondo corrisponde al residuo (nei primi decenni, la produzione totale), allocato per regione interpolando quote calcolate per gli anni censuari.
D03.02 Metalli di prima fusione
La Tabella D.016 è riferita alla produzione di alluminio; questa venne avviata nel 1907 negli Abruz-zi, a Bussi, e ivi rimase limitata. La produzione abruzzese coincide pertanto con la serie nazionale (IIP, Table E.04, col. 1 e cap. E03.02). Il valore aggiunto a prezzi 1911, stimato in sede nazionale, è pari a 400 lire per tonnellata.
La Tabella D.017 è riferita alla produzione di antimonio. La serie nazionale è ottenuta sommando le stime riferite alla Sicilia, alla Toscana, e alla Sardegna (IIP, Table E.05, coll. 1, 2, 5 e 8). Per tenere conto delle produzione sarda di ossido e solfuro poi ridotti a metallo in Toscana, dal 1883 al 1906 le stime regionali aggiungono un terzo della produzione sarda di solfuro e di ossido (IIP, Table E.05, coll. 6 e 7) alla produzione sarda di metallo, e detraggono le stesse cifre dalla produzione toscana. Nel 1887, anno in cui la produzione toscana venne sospesa, l’algoritmo attribuirebbe alla toscana una produzione negativa; in quell’anno, si dimezza semplicemente la produzione toscana, accettando
La Tabella D.019 è riferita alla produzione di oro. Imitando le stime nazionali (IIP, Table E.07, col. 2 e cap. E03.05), per tenere conto della finezza del prodotto ottenuto si alloca la produzione nazionale (stimata) in proporzione al valore, piuttosto che al peso, del prodotto di ogni regione. Il valore aggiunto a prezzi 1911, stimato in sede nazionale, è pari a 400 lire per chilogrammo.
Le Tabelle D.020 e D.021 sono riferite rispettivamente alla produzione di argento, e di piombo, in gran parte prodotti congiunti ottenuti dal minerale di piombo argentifero. Da tale minerale veniva estratto il piombo d’opera, argentifero, dal quale si separavano poi il piombo e l’argento. Le stime regionali sono costruite, come quelle nazionali (IIP, Table E.08, coll. 6 e 7 e cap. E03.06), dai dati forniti dal Corpo delle miniere, integrati da stime delle produzioni sfuggite; in questa sede le produzioni di piombo e di argento vengono attribuite per metà al luogo di produzione del piombo d’opera, e per metà al luogo, a volte diverso, in cui i due metalli venivano separati. Le stime sono ottenute come segue. In Toscana, la produzione stimata coincide con quella riportata; la fonderia del Bottino lavorava infatti il minerale di piombo argentifero ottenuto localmente. In Piemonte e in Veneto, pure, le poche stime coincidono con i dati. Le stime per la Liguria e la Sardegna sono ottenute in modo più complesso. Dal 1861 al 1891, la Sardegna produceva piombo d’opera che veniva poi separato dall’argento in Liguria. In quegli anni, la produzione sarda di piombo d’opera è riportata per il 1861-67 e il 1882-91, per anni di esercizio; questi dati vengono innanzitutto spostati indietro di sei mesi per riportarli ad anni di calendario. Nell’ipotesi che il calo tra gli anni solari 1866 e 1882 sia stato legato all’apertura dell’impianto ligure di Cogoleto, attribuita al 1875, si ipotizza una produzione sarda di piombo d’opera pari a 2.000 tonnellate annue nel 1867-74, e a 1.300 annue nel 1875-81. La stima della produzione equivalente di piombo attribuita alla Sardegna è, dal 1861 al 1891, la metà della produzione stimata di piombo d’opera; la corrispondente produzione di argento è stimata pari a 0,750 kg per tonnellata di piombo (0,375 kg per tonnellata di piombo d’opera). Negli anni successivi la produzione sarda corrisponde a quella riportata per la Monteponi (che produceva il piombo e l’argento direttamente dal minerale), spostata indietro di sei mesi per riportare i dati, per anno di esercizio, ad anni solari. La Liguria produceva piombo e argento sia da minerale, sia da piombo d’opera sardo; in questa sede, la produzione ligure è ottenuta direttamente come residuo, detraendo la somma delle produzioni attribuite alle altre regioni dal totale nazionale non arrotondato. Dopo il 1891, le stime per la Liguria coincidono naturalmente con i dati delle fonti. Il valore aggiunto a prezzi 1911, stimato in sede nazionale, è pari a 3.500 lire per tonnellata di argento, e 53,2 lire per tonnellata di piombo.
La Tabella D.022 è riferita alla produzione di mercurio. Il Corpo delle miniere considerava ini-zialmente come prodotto delle miniere il metallo piuttosto che il minerale (IIP, Table E.10, col. 1 e cap. E03.07); dai dati forniti, apparentemente esaustivi, si ricavano direttamente le serie regionali. Il valore aggiunto a prezzi 1911, stimato in sede nazionale, è pari a 1.000 lire per tonnellata.
La Tabella D.023 riporta il valore aggiunto complessivo, a prezzi 1911, nella produzione dei metalli non ferrosi; è le somma semplice delle serie presentate nelle Tabelle D.016 - D.022, ponderate per i valori aggiunti unitari sopra indicati.
La Tabella D.024 riporta i dati sulla produzione di semilavorati di rame e leghe di rame forniti, dal 1885, dal Corpo delle miniere, con le piccole correzioni introdotte in sede nazionale (IIP, Table E.06, col. 5 e cap. E03.04); come ivi segnalato, vennero aperti grandi impianti nel 1888 in Toscana (Torretta e Limestre) e nel 1891 in Liguria (Cornigliano). Il valore aggiunto corrispondente, a prezzi 1911, è ottenuto mutuando la stima nazionale pari a 450 lire per tonnellata.
La stima nazionale del valore aggiunto nella produzione dei semilavorati non ferrosi è una somma ponderata di diverse serie, tipicamente stimate dal consumo apparente del metallo corrispondente (IIP, cap. E03); tale stima è riportata nella Tabella D.025, col. 1. La corrispondente col. 2 è il residuo otte-nuto detraendo dalla col. 1 il valore aggiunto attribuito alla produzione di semilavorati (di rame e sue leghe) rilevata dal Corpo delle miniere (Tabella D.024). Tale residuo è allocato per regione stimando le relative quote regionali, dai dati censuari nei relativi anni, e per interpolazione ed estrapolazione negli altri anni.
Le stime delle quote regionali del residuo negli anni campione sono documentate nella Tabella D.026. Il riquadro A è riferito al 1911. Le coll. 1 - 3 riportano i dati censuari per la categoria di riferimento (4.22, prime lavorazioni degli altri metalli). Le coll. 4 - 5 riportano le stime dei lavoranti e dei cavalli vapore effettivamente occupati: la col. 4 è pari al 97% della col. 1, o, per le Marche e la Calabria, alla col. 2, già superiore alla col. 1; la col. 5 è ottenuta moltiplicando la col. 4 per il rapporto tra la col. 3 e la col. 2. La col. 6 è la stima del valore aggiunto regionale ottenuta come somma ponderata delle coll. 4 e 5: sulla falsariga delle stime nazionali queste vengono trasformate in quote e moltiplicate rispettivamente per il 55%, e il 45%, del valore aggiunto nazionale (16,846 milioni, riportato come il totale della col. 6). La col. 7 riporta a sua volta il valore aggiunto attribuito alla produzione documentata dal Corpo delle miniere (Tabella D.024, debitamente ponderata). Nel caso della Toscana la col. 7 supera ampiamente la col. 6; il numero di operai riportato dalla Rivista
mineraria 1911, p. XXXIII, superiore a 2.000, è più del doppio dell’intera forza lavoro riportata dal
censimento. Si ritiene pertanto che le grandi imprese trasformatrici seguite dal Corpo delle miniere siano sfuggite, almeno in gran parte, allo stesso Censimento demografico, presumibilmente per la nota tendenza ad attribuire tutti i lavoranti all’ultima fase di lavorazione; non risolve la questione il
Censi-mento industriale, in quanto un’unica categoria (4.ω1) riunisce gli opifici verticalmente integrati delle industrie dei metalli ferrosi e non ferrosi. Nell’ipotesi che al censimento, e dunque alle stime della col. 6, sfuggisse il 75% della produzione riassunta nella col. 7, si ottiene la stima del residuo di riferimento nella col. 8 detraendo dalla col. 6 il 25% della col. 7, e riscalando i risultati per riportarne la somma al relativo totale (Tabella D.025, col. 2). Dalla col. 8, infine, si ottengono le quote corrispondenti, riportate nella col. 9.
Il riquadro B è riferito al 1901. La col. 1 riporta la forza lavoro indicata dal Censimento 1901 (vol. 4) nelle categorie corrispondenti (IV.2, fonditori di altri metalli; IV.3, officine di oro, zinco, mercurio, nichelio; IV.6, laminatori ed affinatori di metalli [non ferrosi]). La col. 2 è la stima del valore aggiunto regionale ottenuta allocando il relativo totale (7,563 milioni, Tabella D.025, col. 1) in proporzione alla col. 1. La col. 3 riporta a sua volta il valore aggiunto attribuito alla produzione documentata dal Corpo delle miniere (Tabella D.024, debitamente ponderata); nel caso della Toscana, ancora una volta, la col. 3 supera la col. 2. Procedendo come sopra, si ottiene la stima del residuo di riferimento nella col. 4 detraendo dalla col. 2 il 25% della col. 3, e riscalando i risultati per riportarne la somma al relativo totale (Tabella D.025, col. 2). Dalla col. 4, infine, si ottengono le quote corrispondenti, riportate nella col. 5.
D.024. Nel 1885, tali dati sono limitati a Piemonte e Campania; tenendo conto dell’aumento della produzione complessiva (Tabella D.025, col. 1), si attribuiscono a queste due regioni nel 1881 il 66% della loro produzione nel 1885, e si ponderano queste stime con il corrispondente valore aggiunto unitario (450 lire per tonnellata). Dai valori aggiunti nella col. 3 si detraggono pertanto 0,252 milioni nel caso del Piemonte e 0,267 milioni nel caso della Campania; dalle col. 3 così depurata si ottengono le quote ipotetiche nella col. 4.
Il riquadro D è riferito al 1871. La col. 1 riporta la forza lavoro indicata dal Censimento 1871 (vol. 3) nella categoria più vicina (II.XII.1, fonditori di metalli [ferrosi e non]). La col. 2 riporta le stime delle quote per i soli metalli non ferrosi; data l’incertezza sulla copertura effettiva dei dati coevi, la col. 2 è ottenuta come media semplice delle quote della col. 1, da un lato, e delle quote calcolate per l’industria in oggetto nel 1881 (riquadro C, col. 2). La col. 3 è la stima del valore aggiunto regionale ottenuta allocando il relativo totale (1,448 milioni, Tabella D.025, col. 1) con le quote della col. 2.
La Tabella D.027 riporta le stime del valore aggiunto a prezzi 1911 nella produzione di semilavorati non ferrosi. Dal 1885 al 1913 sono ottenute sommando due elementi. Il primo è il valore aggiunto ottenuto ponderando la produzione riportata nella Tabella D.024 per 450 lire a tonnellata. Il secondo è il valore aggiunto ottenuto allocando per regione il residuo nella Tabella D.025, col. 2. Nel 1901 e 1911, tale valore aggiunto ripete le stime nella Tabella D.026, riquadro B, col. 4, e riquadro A, col. 8. Dal 1902 al 1910 tale valore aggiunto è stimato allocando il residuo complessivo con quote ottenute interpolando quelle riportate nella Tabella D.026, riquadro B, col. 5, e riquadro A, col. 9; nel 1912 e 1913, si usano direttamente le quote calcolate per il 1911. Dal 1885 al 1900, il residuo è allocato con quote che interpolano quelle ottenute per il 1901 (Tabella D.026, riquadro B, col. 5), da un lato, e quelle stimate per il 1881 (Tabella D.026, riquadro C, col. 4), dall’altro. Negli anni precedenti le stime sono ottenute come segue. Nel 1871 e 1881 il valore aggiunto ripete le stime nella Tabella D.026, riquadro D, col. 3, e riquadro C, col. 3. Dal 1861 al 1870 il valore aggiunto regionale è ottenuto allocando il totale nazionale (Tabella D.025, col. 1 o 2) con le quote calcolate per il 1871 (Tabella D.026, riquadro D, col. 2). Dal 1872 al 1880 il valore aggiunto regionale è ottenuto allocando il totale nazionale (Tabella D.025, col. 1 o 2) con le quote ottenute interpolando quelle stimate per il 1871 (appena citate) e il 1881 (Tabella D.026, riquadro C, col. 2). Dal 1882 al 1884, infine, il valore aggiunto regionale è ottenuto allocando il totale nazionale (Tabella D.025, col. 1 o 2) con le quote ottenute interpolando quelle stimate per il 1881 (appena citate) e quelle ottenute per il 1885 dalle stesse stime del valore aggiunto nella Tabella D.027.
D03.04 Produzione complessiva
Le stime della produzione complessiva di metalli non ferrosi sono riportate nella Tabella D.003. Sono ottenute, regione per regione, sommando le stime del valore aggiunto nella prima fusione di metalli non ferrosi (Tabella D.023) e nella produzione dei relativi semilavorati (Tabella D.027).
Metalli non ferrosi: valore aggiunto a prezzi 1911, 1861-1913 28 TABELLA D.004
Ghisa di prima fusione: produzione fisica, 1861-1913 30 TABELLA D.005
Rotaie: produzione fisica, 1861-1913 32 TABELLA D.006
Semilavorati di ferro e acciaio: produzione fisica, 1861-1913 34 TABELLA D.007
Semilavorati di ferro e acciaio, 1881-1913, anni campione: calcolo della produzione 36 TABELLA D.008
Semilavorati di ferro e acciaio, 1865: calcolo della produzione 70 TABELLA D.009
Produzione di ghisa di seconda fusione riportata dalla Rivista mineraria, 1886-1913 71 TABELLA D.010
Ghisa di seconda fusione, 1911: calcolo della produzione 72 TABELLA D.011
Ghisa di seconda fusione, 1901: calcolo della produzione 74 TABELLA D.012
Ghisa di seconda fusione, 1881: calcolo preliminare 76 TABELLA D.013
Ghisa di seconda fusione, 1871: calcolo preliminare della produzione 77 TABELLA D.014
TABELLA D.016
Alluminio di prima fusione: produzione fisica, 1861-1913 82 TABELLA D.017
Antimonio: produzione fisica, 1861-1913 84 TABELLA D.018
Rame di prima fusione: produzione fisica, 1861-1913 86 TABELLA D.019
Oro: produzione fisica, 1861-1913 88
TABELLA D.020
Argento: produzione fisica, 1861-1913 90 TABELLA D.021
Piombo di prima fusione: produzione fisica, 1861-1913 92 TABELLA D.022
Mercurio: produzione fisica, 1861-1913 94 TABELLA D.023
Metalli non ferrosi di prima fusione: valore aggiunto a prezzi 1911, 1861-1913 96 TABELLA D.024
Semilavorati di rame e sue leghe: produzione documentata, 1861-1913 98 TABELLA D.025
Semilavorati di metalli non ferrosi: stime nazionali, 1861-1913 100 TABELLA D.026
Semilavorati di metalli non ferrosi: quote della produzione non documentata, anni campione 102 TABELLA D.027
PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA 1861 1,15 1,16 2,21 0,38 0,18 1,34 0,06 0,15 1862 0,93 1,11 2,06 0,33 0,18 1,22 0,06 0,14 1863 0,73 0,98 1,74 0,28 0,15 1,06 0,05 0,11 1864 0,94 0,98 1,73 0,32 0,16 1,06 0,05 0,11 1865 0,73 0,93 1,63 0,30 0,15 0,83 0,05 0,10 1866 0,85 1,03 1,83 0,31 0,15 0,94 0,05 0,13 1867 0,89 1,02 1,95 0,32 0,16 0,98 0,06 0,14 1868 0,91 1,11 1,98 0,36 0,17 0,97 0,06 0,12 1869 0,97 1,17 2,14 0,39 0,19 1,02 0,07 0,13 1870 1,03 1,25 2,31 0,42 0,19 1,12 0,07 0,15 1871 0,89 1,16 2,08 0,41 0,17 1,04 0,05 0,13 1872 1,10 1,51 2,71 0,41 0,20 1,38 0,06 0,18 1873 0,93 1,38 2,35 0,39 0,18 1,20 0,06 0,15 1874 1,18 1,76 3,17 0,44 0,22 1,50 0,07 0,23 1875 1,15 1,82 3,03 0,45 0,22 1,49 0,08 0,25 1876 1,10 1,76 3,00 0,44 0,22 1,46 0,07 0,20 1877 1,10 1,85 3,01 0,44 0,22 1,48 0,07 0,18 1878 0,94 1,78 2,62 0,40 0,19 1,38 0,06 0,17 1879 1,38 2,66 4,14 0,45 0,25 2,13 0,07 0,26 1880 1,49 2,89 4,30 0,46 0,27 2,34 0,08 0,27 1881 1,68 3,46 5,18 0,50 0,29 2,82 0,09 0,32 1882 1,65 3,91 5,03 0,65 0,30 2,97 0,09 0,29 1883 1,88 5,03 5,81 0,85 0,34 3,80 0,11 0,31 1884 1,94 5,83 6,00 0,88 0,37 4,01 0,11 0,64 1885 1,99 6,82 6,27 0,92 0,40 4,03 0,12 1,07 1886 2,09 6,95 6,48 0,96 0,40 4,20 0,12 3,80 1887 2,52 7,66 7,10 1,05 0,40 4,67 0,13 7,42 1888 2,88 8,72 8,22 1,04 0,36 7,09 0,13 7,50 1889 2,79 9,65 8,90 0,99 0,30 8,02 0,10 7,56 1890 2,78 8,40 7,84 1,02 0,30 6,91 0,10 5,95 1891 2,34 7,07 6,53 1,02 0,28 6,40 0,09 4,60 1892 1,81 6,62 5,53 0,93 0,27 5,94 0,10 3,80 1893 1,92 7,49 5,60 0,90 0,26 6,29 0,08 4,58 1894 2,57 7,63 5,19 0,84 0,25 6,14 0,09 4,74 1895 2,66 8,76 5,53 0,97 0,28 5,88 0,10 5,38 1896 3,20 8,69 5,22 0,87 0,27 6,52 0,10 4,97 1897 3,81 9,04 5,20 0,83 0,29 7,28 0,11 5,48 1898 4,35 10,16 5,59 0,99 0,33 8,26 0,13 5,82 1899 5,30 11,49 5,70 1,13 0,34 8,90 0,14 7,44 1900 5,74 11,50 6,09 1,18 0,38 8,76 0,15 7,43 1901 5,61 11,04 5,83 1,12 0,39 8,49 0,16 7,05 1902 5,27 9,98 6,46 1,06 0,41 8,99 0,16 6,56 1903 5,16 12,81 7,63 1,07 0,44 10,06 0,16 6,58 1904 5,79 14,79 8,58 1,53 0,50 10,68 0,17 7,48 1905 6,41 19,15 9,00 2,01 0,49 14,82 0,16 7,80 1906 8,68 24,96 11,28 2,24 0,64 14,01 0,20 9,05 1907 10,30 28,08 12,72 2,20 0,80 11,90 0,24 8,15 1908 11,71 29,87 14,85 2,41 0,85 18,84 0,24 9,17 1909 12,26 28,89 15,97 2,40 0,86 30,97 0,23 8,22 1910 12,37 28,35 17,90 2,33 0,88 30,04 0,22 9,38 1911 11,89 25,45 19,25 2,20 0,93 26,98 0,23 9,38 1912 14,24 27,99 24,24 2,51 1,09 29,07 0,26 10,72 1913 14,30 26,47 25,28 2,38 1,08 26,96 0,26 9,75
1867 0,40 0,01 0,77 0,08 0,00 0,04 0,21 0,07 1868 0,42 0,01 0,85 0,10 0,00 0,05 0,25 0,07 1869 0,42 0,01 0,95 0,11 0,00 0,06 0,28 0,07 1870 0,43 0,01 0,89 0,11 0,00 0,05 0,26 0,07 1871 0,33 0,01 0,85 0,11 0,00 0,06 0,25 0,07 1872 0,30 0,01 0,84 0,11 0,00 0,05 0,24 0,07 1873 0,28 0,01 0,78 0,09 0,00 0,05 0,23 0,07 1874 0,27 0,01 0,91 0,13 0,00 0,05 0,27 0,07 1875 0,25 0,01 0,93 0,12 0,00 0,05 0,27 0,05 1876 0,25 0,02 0,89 0,13 0,00 0,05 0,27 0,05 1877 0,26 0,02 0,91 0,13 0,00 0,05 0,27 0,05 1878 0,23 0,01 0,72 0,10 0,00 0,04 0,22 0,05 1879 0,33 0,02 0,90 0,15 0,00 0,05 0,26 0,05 1880 0,35 0,02 0,94 0,16 0,01 0,05 0,27 0,05 1881 0,42 0,02 1,03 0,18 0,01 0,07 0,31 0,06 1882 0,41 0,03 1,10 0,18 0,01 0,06 0,32 0,05 1883 0,43 0,03 1,34 0,21 0,01 0,07 0,39 0,08 1884 0,45 0,03 1,41 0,23 0,01 0,07 0,40 0,09 1885 0,47 0,03 1,48 0,25 0,01 0,07 0,41 0,10 1886 0,48 0,03 1,59 0,27 0,01 0,06 0,38 0,09 1887 0,50 0,04 1,82 0,32 0,01 0,06 0,40 0,07 1888 0,46 0,03 1,96 0,35 0,01 0,06 0,36 0,06 1889 0,37 0,03 1,90 0,38 0,01 0,04 0,30 0,05 1890 0,39 0,03 1,68 0,35 0,01 0,04 0,32 0,05 1891 0,37 0,03 1,42 0,30 0,00 0,03 0,29 0,03 1892 0,33 0,03 1,52 0,26 0,00 0,03 0,27 0,06 1893 0,33 0,03 1,60 0,23 0,00 0,03 0,23 0,06 1894 0,24 0,03 1,82 0,22 0,00 0,03 0,24 0,06 1895 0,17 0,04 2,21 0,24 0,00 0,03 0,27 0,12 1896 0,17 0,04 2,24 0,21 0,00 0,03 0,30 0,16 1897 0,18 0,04 2,43 0,21 0,00 0,03 0,29 0,18 1898 0,27 0,04 2,68 0,19 0,01 0,03 0,37 0,21 1899 0,34 0,05 2,85 0,17 0,01 0,03 0,37 0,25 1900 0,35 0,05 3,06 0,17 0,01 0,03 0,39 0,30 1901 0,33 0,06 2,95 0,16 0,01 0,03 0,41 0,35 1902 0,34 0,06 2,98 0,17 0,01 0,03 0,41 0,35 1903 0,35 0,06 3,48 0,19 0,01 0,02 0,38 0,32 1904 0,40 0,06 3,87 0,21 0,01 0,02 0,42 0,29 1905 0,39 0,05 4,13 0,24 0,00 0,02 0,34 0,29 1906 0,49 0,06 5,20 0,29 0,01 0,02 0,54 0,29 1907 0,58 0,20 5,81 0,33 0,01 0,03 0,73 0,32 1908 0,62 0,31 6,35 0,35 0,00 0,02 0,60 0,33 1909 0,62 0,37 7,14 0,36 0,00 0,02 0,39 0,30 1910 0,62 0,39 13,51 0,36 0,00 0,02 0,72 0,33 1911 0,64 0,38 19,22 0,40 0,00 0,02 1,06 0,36 1912 0,73 0,39 20,36 0,44 0,00 0,02 1,15 0,43 1913 0,72 0,41 18,56 0,44 0,00 0,02 1,06 0,48
PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA 1861 0,65 0,80 1,95 0,05 0,12 1,00 0,04 0,14 1862 0,61 0,74 1,81 0,05 0,12 0,88 0,04 0,13 1863 0,51 0,62 1,53 0,04 0,10 0,75 0,03 0,10 1864 0,50 0,61 1,49 0,04 0,10 0,74 0,03 0,10 1865 0,48 0,59 1,44 0,04 0,10 0,58 0,03 0,09 1866 0,55 0,68 1,62 0,05 0,10 0,64 0,03 0,12 1867 0,59 0,73 1,75 0,07 0,11 0,68 0,04 0,13 1868 0,57 0,70 1,72 0,08 0,11 0,64 0,04 0,11 1869 0,61 0,76 1,86 0,10 0,12 0,68 0,04 0,12 1870 0,67 0,87 2,04 0,12 0,12 0,77 0,04 0,14 1871 0,59 0,78 1,83 0,13 0,11 0,70 0,03 0,12 1872 0,79 1,11 2,47 0,15 0,14 1,04 0,04 0,17 1873 0,65 0,94 2,08 0,12 0,12 0,93 0,03 0,14 1874 0,90 1,35 2,88 0,16 0,15 1,27 0,04 0,21 1875 0,82 1,27 2,67 0,15 0,14 1,17 0,04 0,23 1876 0,80 1,29 2,67 0,15 0,14 1,17 0,04 0,18 1877 0,79 1,30 2,67 0,15 0,14 1,16 0,04 0,16 1878 0,67 1,16 2,29 0,11 0,11 1,05 0,03 0,15 1879 1,09 1,99 3,82 0,17 0,17 1,76 0,04 0,24 1880 1,09 2,06 3,89 0,15 0,17 1,87 0,04 0,24 1881 1,33 2,56 4,75 0,18 0,19 2,35 0,04 0,29 1882 1,24 2,89 4,52 0,31 0,18 2,41 0,04 0,26 1883 1,43 3,95 5,24 0,59 0,21 3,00 0,05 0,28 1884 1,41 4,63 5,36 0,61 0,23 3,06 0,05 0,60 1885 1,43 5,51 5,61 0,65 0,26 3,20 0,06 1,03 1886 1,51 5,45 5,77 0,68 0,26 3,34 0,06 3,76 1887 1,69 6,13 6,37 0,77 0,26 3,68 0,07 7,39 1888 1,75 7,29 7,45 0,77 0,22 4,03 0,06 7,47 1889 1,77 8,27 8,29 0,76 0,19 4,20 0,05 7,53 1890 1,74 7,02 7,22 0,85 0,19 3,87 0,05 5,93 1891 1,63 5,41 5,95 0,87 0,18 3,34 0,05 4,58 1892 1,17 4,54 4,88 0,72 0,17 2,68 0,05 3,77 1893 0,99 5,63 5,03 0,75 0,17 2,82 0,04 4,56 1894 1,17 5,69 4,64 0,74 0,17 2,52 0,05 4,72 1895 1,57 6,84 4,93 0,86 0,20 2,56 0,06 5,36 1896 1,78 6,84 4,59 0,77 0,19 2,59 0,06 4,94 1897 2,13 7,03 4,56 0,73 0,21 2,81 0,07 5,45 1898 2,86 8,21 4,88 0,89 0,25 3,22 0,09 5,79 1899 3,71 9,76 5,04 1,05 0,27 3,80 0,10 7,43 1900 4,03 9,47 5,30 1,10 0,30 3,85 0,11 7,42 1901 3,84 8,87 4,92 1,03 0,30 3,37 0,11 7,04 1902 3,54 7,62 5,52 0,96 0,32 3,45 0,11 6,55 1903 3,64 10,37 6,72 0,97 0,34 4,32 0,11 6,57 1904 4,20 12,21 7,59 1,41 0,39 4,51 0,12 7,46 1905 4,52 16,59 7,98 1,88 0,37 7,30 0,10 7,78 1906 6,46 22,09 10,13 2,08 0,50 6,64 0,13 9,03 1907 7,89 24,33 11,42 2,01 0,64 4,49 0,16 8,12 1908 9,27 25,51 13,58 2,21 0,68 12,10 0,16 9,14 1909 9,85 24,75 14,75 2,19 0,69 23,87 0,15 8,18 1910 9,52 24,25 16,75 2,11 0,71 23,45 0,15 9,34 1911 8,58 21,34 17,98 1,89 0,73 20,29 0,14 9,33 1912 10,72 23,68 22,87 2,16 0,88 20,52 0,17 10,67 1913 11,04 22,49 23,92 2,05 0,87 19,19 0,17 9,70
1867 0,35 0,00 0,49 0,07 0,00 0,04 0,11 0,01 1868 0,36 0,00 0,49 0,08 0,00 0,04 0,13 0,01 1869 0,35 0,00 0,56 0,09 0,00 0,05 0,15 0,01 1870 0,36 0,00 0,51 0,09 0,00 0,04 0,13 0,01 1871 0,27 0,00 0,51 0,09 0,00 0,05 0,13 0,01 1872 0,24 0,00 0,52 0,09 0,00 0,04 0,13 0,01 1873 0,21 0,00 0,43 0,07 0,00 0,04 0,11 0,01 1874 0,20 0,00 0,55 0,10 0,00 0,04 0,15 0,01 1875 0,16 0,00 0,51 0,09 0,00 0,04 0,14 0,01 1876 0,16 0,01 0,52 0,10 0,00 0,04 0,15 0,01 1877 0,17 0,01 0,54 0,10 0,00 0,04 0,16 0,01 1878 0,14 0,00 0,37 0,07 0,00 0,03 0,11 0,01 1879 0,24 0,01 0,58 0,11 0,00 0,04 0,17 0,01 1880 0,24 0,01 0,55 0,11 0,00 0,04 0,16 0,01 1881 0,30 0,01 0,64 0,13 0,00 0,05 0,20 0,02 1882 0,27 0,01 0,62 0,12 0,00 0,04 0,18 0,01 1883 0,29 0,01 0,81 0,15 0,00 0,05 0,23 0,02 1884 0,30 0,01 0,81 0,16 0,00 0,05 0,23 0,02 1885 0,32 0,01 0,85 0,18 0,00 0,05 0,24 0,02 1886 0,33 0,01 0,89 0,20 0,00 0,04 0,24 0,02 1887 0,36 0,02 1,01 0,25 0,00 0,04 0,25 0,02 1888 0,32 0,01 1,03 0,28 0,00 0,04 0,22 0,02 1889 0,27 0,01 1,05 0,32 0,00 0,03 0,19 0,01 1890 0,29 0,01 0,84 0,29 0,00 0,03 0,19 0,01 1891 0,29 0,01 0,64 0,25 0,00 0,02 0,18 0,01 1892 0,25 0,01 0,63 0,20 0,00 0,02 0,17 0,01 1893 0,26 0,01 0,72 0,18 0,00 0,02 0,15 0,01 1894 0,18 0,01 0,89 0,18 0,00 0,02 0,16 0,01 1895 0,12 0,02 1,25 0,19 0,00 0,02 0,19 0,01 1896 0,12 0,02 1,26 0,16 0,00 0,02 0,19 0,01 1897 0,14 0,02 1,35 0,16 0,00 0,02 0,21 0,01 1898 0,23 0,02 1,56 0,14 0,01 0,02 0,27 0,02 1899 0,31 0,03 1,78 0,13 0,01 0,02 0,29 0,02 1900 0,33 0,03 1,85 0,12 0,01 0,02 0,31 0,02 1901 0,31 0,03 1,70 0,10 0,01 0,02 0,32 0,02 1902 0,31 0,03 1,73 0,10 0,01 0,02 0,32 0,03 1903 0,31 0,03 2,17 0,11 0,01 0,01 0,30 0,03 1904 0,34 0,03 2,52 0,11 0,01 0,01 0,33 0,03 1905 0,31 0,02 2,63 0,12 0,00 0,01 0,27 0,03 1906 0,39 0,03 3,33 0,13 0,01 0,01 0,46 0,05 1907 0,45 0,03 3,68 0,13 0,01 0,02 0,65 0,07 1908 0,47 0,03 4,24 0,13 0,00 0,01 0,54 0,08 1909 0,45 0,03 4,66 0,12 0,00 0,01 0,35 0,09 1910 0,44 0,02 10,69 0,11 0,00 0,01 0,69 0,10 1911 0,41 0,02 16,19 0,09 0,00 0,01 1,04 0,11 1912 0,48 0,02 16,88 0,10 0,00 0,01 1,13 0,13 1913 0,47 0,02 14,85 0,10 0,00 0,01 1,04 0,13
PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA 1861 0,50 0,36 0,26 0,33 0,06 0,34 0,02 0,01 1862 0,32 0,37 0,25 0,28 0,06 0,34 0,02 0,01 1863 0,22 0,36 0,21 0,24 0,05 0,31 0,02 0,01 1864 0,44 0,37 0,24 0,28 0,06 0,32 0,02 0,01 1865 0,25 0,34 0,19 0,26 0,05 0,25 0,02 0,01 1866 0,30 0,35 0,21 0,26 0,05 0,30 0,02 0,01 1867 0,30 0,29 0,20 0,25 0,05 0,30 0,02 0,01 1868 0,34 0,41 0,26 0,28 0,06 0,33 0,02 0,01 1869 0,36 0,41 0,28 0,29 0,07 0,34 0,03 0,01 1870 0,36 0,38 0,27 0,30 0,07 0,35 0,03 0,01 1871 0,30 0,38 0,25 0,28 0,06 0,34 0,02 0,01 1872 0,31 0,40 0,24 0,26 0,06 0,34 0,02 0,01 1873 0,28 0,44 0,27 0,27 0,06 0,27 0,03 0,01 1874 0,28 0,41 0,29 0,28 0,07 0,23 0,03 0,02 1875 0,33 0,55 0,36 0,30 0,08 0,32 0,04 0,02 1876 0,30 0,47 0,33 0,29 0,08 0,29 0,03 0,02 1877 0,31 0,55 0,34 0,29 0,08 0,32 0,03 0,02 1878 0,27 0,62 0,33 0,29 0,08 0,33 0,03 0,02 1879 0,29 0,67 0,32 0,28 0,08 0,37 0,03 0,02 1880 0,40 0,83 0,41 0,31 0,10 0,47 0,04 0,03 1881 0,35 0,90 0,43 0,32 0,10 0,47 0,05 0,03 1882 0,41 1,02 0,51 0,34 0,12 0,56 0,05 0,03 1883 0,45 1,08 0,57 0,26 0,13 0,80 0,06 0,03 1884 0,53 1,20 0,64 0,27 0,14 0,95 0,06 0,04 1885 0,56 1,31 0,66 0,27 0,14 0,83 0,06 0,04 1886 0,58 1,50 0,71 0,28 0,14 0,86 0,06 0,04 1887 0,83 1,53 0,73 0,28 0,14 0,99 0,06 0,03 1888 1,13 1,43 0,77 0,27 0,14 3,06 0,07 0,03 1889 1,02 1,38 0,61 0,23 0,11 3,82 0,05 0,03 1890 1,04 1,38 0,62 0,17 0,11 3,04 0,05 0,02 1891 0,71 1,66 0,58 0,15 0,10 3,06 0,04 0,02 1892 0,64 2,08 0,65 0,21 0,10 3,26 0,05 0,03 1893 0,93 1,86 0,57 0,15 0,09 3,47 0,04 0,02 1894 1,40 1,94 0,55 0,10 0,08 3,62 0,04 0,02 1895 1,09 1,92 0,60 0,11 0,08 3,32 0,04 0,02 1896 1,42 1,85 0,63 0,10 0,08 3,93 0,04 0,03 1897 1,68 2,01 0,64 0,10 0,08 4,47 0,04 0,03 1898 1,49 1,95 0,71 0,10 0,08 5,04 0,04 0,03 1899 1,59 1,73 0,66 0,08 0,07 5,10 0,04 0,01 1900 1,71 2,03 0,79 0,08 0,08 4,91 0,04 0,01 1901 1,77 2,17 0,91 0,09 0,09 5,12 0,05 0,01 1902 1,73 2,36 0,94 0,10 0,09 5,54 0,05 0,01 1903 1,52 2,44 0,91 0,10 0,10 5,74 0,05 0,01 1904 1,59 2,58 0,99 0,12 0,11 6,17 0,05 0,02 1905 1,89 2,56 1,02 0,13 0,12 7,52 0,06 0,02 1906 2,22 2,87 1,15 0,16 0,14 7,37 0,07 0,02 1907 2,41 3,75 1,30 0,19 0,16 7,41 0,08 0,03 1908 2,44 4,36 1,27 0,20 0,17 6,74 0,08 0,03 1909 2,41 4,14 1,22 0,21 0,17 7,10 0,08 0,04 1910 2,85 4,10 1,15 0,22 0,17 6,59 0,07 0,04 1911 3,31 4,11 1,27 0,31 0,20 6,69 0,09 0,05 1912 3,52 4,31 1,37 0,35 0,21 8,55 0,09 0,05 1913 3,26 3,98 1,36 0,33 0,21 7,77 0,09 0,05
1867 0,05 0,01 0,28 0,01 0,00 0,00 0,10 0,06 1868 0,06 0,01 0,36 0,02 0,00 0,01 0,12 0,06 1869 0,07 0,01 0,39 0,02 0,00 0,01 0,13 0,06 1870 0,07 0,01 0,38 0,02 0,00 0,01 0,13 0,06 1871 0,06 0,01 0,34 0,02 0,00 0,01 0,12 0,06 1872 0,06 0,01 0,32 0,02 0,00 0,01 0,11 0,06 1873 0,07 0,01 0,35 0,02 0,00 0,01 0,12 0,06 1874 0,07 0,01 0,36 0,03 0,00 0,01 0,12 0,06 1875 0,09 0,01 0,42 0,03 0,00 0,01 0,13 0,04 1876 0,09 0,01 0,37 0,03 0,00 0,01 0,12 0,04 1877 0,09 0,01 0,37 0,03 0,00 0,01 0,11 0,04 1878 0,09 0,01 0,35 0,03 0,00 0,01 0,11 0,04 1879 0,09 0,01 0,32 0,04 0,00 0,01 0,09 0,04 1880 0,11 0,01 0,39 0,05 0,01 0,01 0,11 0,04 1881 0,12 0,01 0,39 0,05 0,01 0,02 0,11 0,04 1882 0,14 0,02 0,48 0,06 0,01 0,02 0,14 0,04 1883 0,14 0,02 0,53 0,06 0,01 0,02 0,16 0,06 1884 0,15 0,02 0,60 0,07 0,01 0,02 0,17 0,07 1885 0,15 0,02 0,63 0,07 0,01 0,02 0,17 0,08 1886 0,15 0,02 0,70 0,07 0,01 0,02 0,14 0,07 1887 0,14 0,02 0,81 0,07 0,01 0,02 0,15 0,05 1888 0,14 0,02 0,93 0,07 0,01 0,02 0,14 0,04 1889 0,10 0,02 0,85 0,06 0,01 0,01 0,11 0,04 1890 0,10 0,02 0,84 0,06 0,01 0,01 0,13 0,04 1891 0,08 0,02 0,78 0,05 0,00 0,01 0,11 0,02 1892 0,08 0,02 0,89 0,06 0,00 0,01 0,10 0,05 1893 0,07 0,02 0,88 0,05 0,00 0,01 0,08 0,05 1894 0,06 0,02 0,93 0,04 0,00 0,01 0,08 0,05 1895 0,05 0,02 0,96 0,05 0,00 0,01 0,08 0,11 1896 0,05 0,02 0,98 0,05 0,00 0,01 0,11 0,15 1897 0,04 0,02 1,08 0,05 0,00 0,01 0,08 0,17 1898 0,04 0,02 1,12 0,05 0,00 0,01 0,10 0,19 1899 0,03 0,02 1,07 0,04 0,00 0,01 0,08 0,23 1900 0,02 0,02 1,21 0,05 0,00 0,01 0,08 0,28 1901 0,02 0,03 1,25 0,06 0,00 0,01 0,09 0,33 1902 0,03 0,03 1,25 0,07 0,00 0,01 0,09 0,32 1903 0,04 0,03 1,31 0,08 0,00 0,01 0,08 0,29 1904 0,06 0,03 1,35 0,10 0,00 0,01 0,09 0,26 1905 0,08 0,03 1,50 0,12 0,00 0,01 0,07 0,26 1906 0,10 0,03 1,87 0,16 0,00 0,01 0,08 0,24 1907 0,13 0,17 2,13 0,20 0,00 0,01 0,08 0,25 1908 0,15 0,28 2,11 0,22 0,00 0,01 0,06 0,25 1909 0,17 0,34 2,48 0,24 0,00 0,01 0,04 0,21 1910 0,18 0,37 2,82 0,25 0,00 0,01 0,03 0,23 1911 0,23 0,36 3,03 0,31 0,00 0,01 0,02 0,25 1912 0,25 0,37 3,48 0,34 0,00 0,01 0,02 0,30 1913 0,25 0,39 3,71 0,34 0,00 0,01 0,02 0,35
PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA 1861 2.652 0 10.950 0 0 11.749 0 0 1862 3.560 0 11.843 0 0 12.542 0 0 1863 1.625 0 8.034 0 0 12.947 0 0 1864 1.220 0 7.220 0 0 10.883 0 0 1865 1.465 0 6.500 0 0 8.677 0 0 1866 2.195 0 7.599 0 0 10.136 0 0 1867 2.195 0 10.097 0 0 8.638 0 0 1868 2.195 0 9.200 0 0 7.591 0 0 1869 2.195 0 9.155 0 0 6.416 0 0 1870 2.195 0 10.561 0 0 5.858 0 0 1871 1.818 0 7.506 0 0 6.417 0 0 1872 1.905 0 10.095 0 0 11.500 0 0 1873 2.025 0 10.585 0 0 15.860 0 0 1874 2.187 0 10.277 0 0 13.472 0 1.500 1875 1.425 0 10.014 0 0 10.124 0 7.000 1876 140 0 9.500 0 0 8.609 0 600 1877 0 0 9.500 0 0 6.491 0 0 1878 1.095 0 8.000 0 0 5.275 0 0 1879 0 0 9.000 0 0 3.472 0 0 1880 0 0 10.200 0 0 7.436 0 0 1881 3.100 0 12.300 0 0 12.400 0 0 1882 3.100 0 12.000 0 0 9.678 0 0 1883 2.950 0 10.800 0 0 10.556 0 0 1884 1.660 0 10.878 0 0 5.867 0 0 1885 0 0 11.400 0 0 4.591 0 0 1886 600 0 5.554 0 0 6.137 0 0 1887 700 0 6.501 0 0 5.064 0 0 1888 0 0 8.520 0 0 4.018 0 0 1889 1.480 0 8.915 0 0 3.078 0 0 1890 1.200 0 8.920 0 0 4.226 0 0 1891 900 0 6.250 0 0 4.780 0 0 1892 480 0 7.828 0 0 4.421 0 0 1893 480 0 3.210 0 0 4.348 0 0 1894 480 0 5.406 0 0 4.443 0 0 1895 480 0 4.473 0 0 4.260 0 0 1896 0 0 2.932 0 0 4.055 0 0 1897 0 0 3.680 0 0 4.713 0 0 1898 800 0 4.190 0 0 7.397 0 0 1899 0 0 5.440 0 0 13.778 0 0 1900 700 0 7.362 0 0 15.928 0 0 1901 0 0 3.379 0 0 12.440 0 0 1902 0 0 3.165 0 0 27.475 0 0 1903 0 0 4.480 0 0 70.799 0 0 1904 0 0 846 0 0 88.494 0 0 1905 0 0 4.555 0 0 138.524 0 0 1906 0 0 3.395 0 0 131.901 0 0 1907 230 0 5.102 0 0 106.900 0 0 1908 0 0 5.774 0 0 107.150 0 0 1909 0 0 3.800 0 0 204.000 0 0 1910 0 0 4.296 0 0 266.000 0 0 1911 0 0 7.315 0 0 177.616 0 0 1912 0 0 6.121 0 0 243.765 0 0 1913 0 0 6.472 0 0 278.487 0 0
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PIEMONTE LIGURIA LOMBARDIA VENETO EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA 1861 0 0 0 0 0 0 0 0 1862 0 0 0 0 0 0 0 0 1863 0 0 0 0 0 0 0 0 1864 0 0 0 0 0 0 0 0 1865 0 0 0 0 0 0 0 0 1866 0 0 0 0 0 0 0 0 1867 0 0 0 0 0 0 0 0 1868 0 0 0 0 0 0 0 0 1869 0 0 0 0 0 0 0 0 1870 0 0 0 0 0 0 0 0 1871 0 0 0 0 0 0 0 0 1872 0 0 0 0 0 0 0 0 1873 0 0 0 0 0 0 0 0 1874 0 0 0 0 0 0 0 0 1875 0 0 0 0 0 0 0 0 1876 0 0 0 0 0 0 0 0 1877 0 0 0 0 0 0 0 0 1878 0 0 0 0 0 0 0 0 1879 0 0 0 0 0 0 0 0 1880 0 0 0 0 0 0 0 0 1881 0 0 0 0 0 0 0 0 1882 0 0 0 0 0 0 0 0 1883 0 0 0 0 0 0 0 0 1884 0 0 0 0 0 0 0 0 1885 0 0 0 0 0 0 0 0 1886 0 0 0 0 0 0 0 15.000 1887 0 10.000 0 0 0 0 0 29.522 1888 0 26.000 0 0 0 0 0 44.167 1889 0 44.000 0 0 0 0 0 61.994 1890 0 33.800 0 0 0 0 0 36.095 1891 0 20.000 0 0 0 0 0 27.176 1892 0 11.500 0 0 0 0 0 19.801 1893 0 20.000 0 0 0 0 0 19.344 1894 0 10.373 0 0 0 0 0 14.827 1895 0 3.350 0 0 0 0 0 14.303 1896 0 8.130 0 0 0 0 0 7.611 1897 0 8.000 0 0 0 0 0 8.047 1898 0 10.741 0 0 0 0 0 11.185 1899 0 9.182 0 0 0 0 0 11.552 1900 0 1.537 0 0 0 0 0 6.653 1901 0 20.768 0 0 0 0 0 4.065 1902 0 8.000 0 0 0 0 0 5.646 1903 0 30.000 0 0 0 0 0 5.239 1904 0 11.331 0 0 0 0 0 5.893 1905 0 30.388 0 0 0 0 0 180 1906 0 45.750 0 0 0 0 0 0 1907 0 65.600 0 0 0 0 0 0 1908 0 55.660 0 0 0 6.550 0 0 1909 0 79.290 0 0 0 40.000 0 0 1910 0 78.055 0 0 0 39.377 0 0 1911 0 69.091 0 0 0 34.855 0 0 1912 0 83.648 0 0 0 42.199 0 0 1913 0 93.648 0 0 0 75.692 0 0
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