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Flora e vegetazione costiera della foce del fiume Fine

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Academic year: 2021

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Caucasiche, riscontrabili in Europa e nel Caucaso; le Eurasiatiche-temperate, tipiche delle regioni più temperate del continente eurasiatico.

ATLANTICHE – Specie con areale incentrato sulle coste europee dell’Oceano

Atlantico.

All’interno di questa categoria si possono distinguere: le Mediterraneo-Atlantiche, tipiche delle coste atlantiche e mediterranee; le Eurimediterraneo-Atlantiche con distribuzione simile alla precedente, ma penetranti maggiormente nell’entroterra; le Anfiatlantiche, presenti su entrambe i lati dell’Atlantico, nel Nordamerica e nell’Europa.

BOREALI – Specie nordiche, distribuite in tutte le zone temperate e fredde

dell’emisfero boreale, cioè, Europa, Asia, Nordamerica e più raramente, Nordafrica.

SPECIE AD AMPIA DISTRIBUZIONE – Specie i cui areali si estendono su gran

parte del globo terrestre. Tra queste distinguiamo: le paleotropicali, con areale nella fascia tropicale dell’Africa e dell’Asia; le pantropicali, distribuite in tutta la fascia tropicale dell’Asia, dell’America e dell’Africa; le cosmopolite, presenti in tutte le zone del mondo.

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CATEGORIE COROLOGICHE

Ogni singola specie ha una propria distribuzione che la caratterizza; la porzione di territorio che questa va ad occupare, viene definita areale. Questo può essere di dimensioni variabili: da estremamente piccolo, ad assai più esteso, fino ad arrivare a superfici che possono coprire ampie zone del globo.

In base all’areale, possiamo associare ad ogni specie vegetale una categoria

corologica, che specifica tale distribuzione. Queste categorie sono molte, come

altrettante le ulteriori suddivisioni all’interno di queste, atte a specificare con maggior dettaglio l’ubicazione geografica.

Le categorie corologiche sono state raggruppate nella seguente maniera, come proposto da Pignatti (1982) e modificato:

ENDEMICHE – Specie esclusive di una data area, generalmente di limitata estensione.

Rivestono un notevolissimo interesse fitogeografico in quanto elementi puntuali per la conoscenza della storia biologica dell’area dove sono presenti.

MEDITERRANEE – Specie tipiche del bacino del Mediterraneo.

STENOMEDITERRANEE – Specie con areale incentrato lungo le coste del bacino

del Mediterraneo.

All’interno di questa categoria si possono distinguere: le Steno-W-Mediterranee, entità tipiche della parte occidentale del bacino del Mediterraneo, dalla Liguria alla Spagna ed Algeria; le Stenomediterraneo-Macaronesiche, entità distribuite fino alle isole Canarie.

EURIMEDITERRANEE – Specie il cui areale gravita ancora nel bacino del

Mediterraneo, ma si estende nelle zone più calde dell’Europa media, terminando verso nord in corrispondenza, circa, del limite della coltura della vite.

All’interno di questa categoria si possono distinguere le Euri-Medit.-Centro-Occidentali che si estendono verso le regioni più occidentali.

MEDITERRANEO-MONTANE – Specie tipiche delle montagne che circondano il

Mediterraneo, ma che non scendono in pianura né si irradiano nell’Europa centrale.

EURASIATICHE – Specie diffuse in tutte le zone temperate dell’Europa e dell’Asia,

sia in pianura che in montagna.

Importanti suddivisioni di questa categoria sono rappresentate da: le Paleotemperate, che compaiono anche nelle zone temperate dell’Africa settentrionale; le

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GEOFITE (G)

Piante perenni le cui gemme sono poste sotto la superficie del terreno, contenute in bulbi o rizomi.

TEROFITE (T)

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Piante perenni, legnose, portanti le gemme a più di 30 cm di altezza dal suolo; sono rappresentate tipicamente dagli alberi e dagli arbusti. In riferimento alle dimensioni si possono distinguere in Mega (> 30 metri), Meso (tra 8 e 30 metri), Micro (tra 2 e 8 metri) e Nanofanerofite (< 2 metri).

CAMEFITE (Ch)

Piante perenni le cui gemme, destinate a superare la stagione sfavorevole, sono situate su germogli che giacciono vicino al suolo a non più di 20-30 cm d’altezza. Nelle regioni in cui d’inverno il terreno è coperto dalla neve, questa le protegge; dove invece il clima è di tipo caldo ed arido, le gemme possono essere parzialmente protette dalle parti morte della pianta rimaste sulla superficie del suolo.

EMICRIPTOFITE (H)

Piante perenni con foglie basali disposte spesso a rosetta oppure a cespuglio, portanti le gemme a livello del terreno. I germogli presenti all’inizio del periodo sfavorevole, sono protetti sia dallo stretto contatto con il suolo che dalle foglie morte.

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FORME BIOLOGICHE

Un metodo per mettere in evidenza la strettissima relazione tra il clima di una determinata regione a la sua flora, è quello di suddividere le entità vegetali superiori in una serie di categorie dette forme biologiche.

Tali forme derivano direttamente dai sistemi messi in atto dalle piante, per proteggere le loro gemme dall’aridità estiva o dal rigore delle temperature invernali (a seconda che la stagione avversa sia l’una o l’altra).

Le gemme sono le parti più vulnerabili ed anche più importanti degli organismi vegetali, perché da esse dipende la possibilità di accrescimento, di produzione di nuove foglie e fiori durante la stagione di fioritura; da ciò è facile capire come mai le piante si trovino nella necessità di proteggerle e che l’importanza di questi organi abbia reso necessario un ulteriore suddivisione all’interno del mondo vegetale.

Le forme biologiche possono essere ricondotte a sei tipi fondamentali: fanerofite

(P), camefite (Ch), emicriptofite (H), geofite (G), terofite (T), idrofite (I).

Nell’ambito di queste è possibile individuare un’ulteriore suddivisione (denominata

sottoforma biologica) che specifica meglio la biologia delle singole specie.

Nella flora studiata sono state individuate cinque delle sei forme biologiche sopra elencate:

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Tab. 6 - Macchia N°rilevamento 36 37 38 39 40 76 77 78 79 80 116 117 118 119 120 Copertura % 95 90 100 80 90 95 90 100 80 90 95 90 100 80 90 Superficie (m2) 70 80 80 80 80 70 80 80 80 80 70 80 80 80 80 Altezza (m) 3;1 1 1 3;1 1 3;1 1 1 3;1 1 3;1 1 1 3;1 1 Esposizione SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE N°delle specie 9 10 13 8 8 9 10 13 8 8 9 10 12 8 8 5 Quercus ilex L. . . 1 . . . . 1 . . . . 1 . .

5 Pinus halepensis Miller . . 2 . . . . 2 . . . . 2 . . 4 Pinus halepensis Miller . . 3 + + . . 3 + + . . 3 + 1

4 Smilax aspera L. . . 1 . . . . 1 . . . . 1 . .

4 Juniperus phoenicea L. . + 1 + . . + 1 + . . + 1 + . 4 Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball + . + 2 . + . + 2 . + + + 2 . 4 Phillyrea angustifolia L. . . . + . . . . + . . . . + . 3 Rhamnus alaternus L. . . 1 1 + . . 1 1 + . . 1 1 + 3 Pistacia lentiscus L. . . 1 1 + . . 1 1 + . + 1 1 + 3 Phillyrea angustifolia L. 2 3 2 3 3 2 2 2 3 3 2 2 2 3 3

3 Smilax aspera L. 2 2 1 2 2 1 2 1 2 2 2 2 1 2 2

3 Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball 3 . + 2 . 3 + + 2 . 3 . + 2 . 3 Juniperus phoenicea L. . + . + + . + . + + . + . + + 3 Pinus halepensis Miller + + + 1 1 + + + 1 1 + + + 1 + 3 Rosa sempervirens L. . . + . . . . + . . . . + . . 3 Rubus ulmifolius Schott . . + . . . . + . . . . + . . 3 Lonicera implexa Aiton . . . + + . . . + + . . . 3 Coronilla emerus L. subsp. emerus . . + . . . . + . . . . + . . 2 Pistacia lentiscus L. + 2 1 + 1 + 2 1 + 2 + 2 1 + 2 2 Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.) Ball . 1 . . 2 . 1 . + 2 . 1 . . 2

2 Smilax aspera L. 1 2 1 1 2 1 2 + 1 1 + 2 + 1 2 2 Phillyrea angustifolia L. 1 2 1 + 2 1 2 1 + 1 1 2 1 + 1 2 Rubia peregrina L. + . . 1 . + . . 1 . + . . 1 . 2 Cistus incanus L. 1 + . + + 1 + . + 1 1 + . + 1 2 Cistus salvifolius L. + + . + + + + . + + + + . + + 2 Myrtus communis L. + . . + . + . . + . + . . + . 2 Rhamnus alaternus L. . . . . + . + . . + . + 2 Lonicera implexa Aiton + + . . . 1 Phillyrea angustifolia L. . . + . . + . + + . . . + . . 1 Smilax aspera L. + + . . + + + . + + + + . . + 1 Rubia peregrina L. + . . + . . . + . . . . 1 Pistacia lentiscus L. + + . + + + + . + + + + . + + 1 Myrtus communis L. + . . + . + . . + . + . . + . 1 Helichrysum stoechas (L.) Moench . + . . + . + . . + . + . . + 1 Rhamnus alaternus L. . . + . . . . + . . . 1 Cistus incanus L. . . + .+ + + . + .+ + . . + .+ . 1 Asparagus acutifolius L. . + + . . . + + . . . + . . .

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Tab. 5 - Phragmito australis - Spartinetum junceae ass. nova N°rilevamento 18* 19 20 21 58* 59 60 61 98* 99 100 101 Copertura % 50 80 100 100 60 80 100 100 70 80 100 100 Superficie (m2) 40 50 40 40 40 50 40 40 40 50 40 40 Altezza (m) 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Esposizione SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE SE N°delle specie 2 5 4 3 3 5 5 4 3 5 4 5

Sp. car. e diff. dell'associazione

3 .Phragmites australis (Cav.) Trin. 2 3 2 2 2 3 2 2 2 3 1 2 3 Spartina juncea (Michx) Willd + 2 2 2 1 2 2 2 3 2 2 2

Sp. car. e diff. dell'Ammophilion e Ammophiletalia

3 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. . + . . . + . . + + . . Altre

3 Juncus acutus L. . + + + . + + + . + + +

Sp. car. e diff. dell'associazione

2 Phragmites australis (Cav.) Trin. . + + 1 + + + 1 + + + 1 2 Spartina juncea (Michx) Willd 2 3 4 4 2 3 4 4 2 3 4 4

Sp. car. e diff. dell'Ammophilion e Ammophiletalia

2 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. . + . . + . . . .

Sp. car. e diff. dell'associazione

1 Spartina juncea (Michx) Willd + + 2 1 1 + 2 1 1 + 2 1 Altre

1 Rubia peregrina L. . + + . . + + . . + + + 1 Urospermum dalechampii (L.) Schmidt . . . . . . + + . . + + 1 Reichardia picroides (L.) Roth . . . . + + . . . +

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Tab. 4 - Spartino junceae - Ammophiletum arundinaceae ass. nova N°rilevamento 22* 33 34 62* 73 74 102* 113 114 Copertura % 50 80 25 50 80 25 50 80 25 Superficie (m2) 60 50 60 60 50 60 60 50 60 Altezza (m) 1 4;1 1 1 4;1 1 1 4;1 1 Esposizione SE SE SE SE SE SE SE SE SE N°delle specie 7 15 16 7 15 16 7 14 16

Sp. car. e diff. dell'associazione

3 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. 1 1 + 1 + + 2 + 3

Sp. car. e diff. dell'associazione

2 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. 1 2 2 2 2 2 2 2 2

2 Spartina juncea (Michx) Willd 2 2 1 2 2 1 2 2 1

Altre

2 Avena barbata Potter . + . . + . . + .

2 Scolymus hispanicus L. . + . . + . . . .

Sp. car. e diff. dell'associazione

1 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. 2 1 + 1 1 + + 1 +

1 Spartina juncea (Michx) Willd . 1 + . 1 + . 1 +

Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

1 Calystegia soldanella (L.) R. Br. . 1 + . 1 + . + + 1 Eryngium maritimum L. + 1 + + + + + + + 1 Echinophora spinosa L. . + + . + + . + + 1 Medicago marina L. . + . . + . . + . 1 Pancratium maritimum L. . + + . + + . + + 1 Matthiola sinuata (L.) R. Br. + + + + + + Altre 1 Lagurus ovatus L. . + . . + . . + .

1 Silene colorata Poiret . + + . + + . + +

1 Hordeum maritimum With . + + . + + . + +

1 Reicardia picroides L. Roth + + + + + + + + +

1 Helichrysum stoechas (L.) Moench . + + . + + . + +

1 Smilax aspera L. . + . . + . . + .

1 Urospermum dalechampii (L.) Schmidt + . + + . + + . +

1 Rubia peregrina L. + . . + . . + . .

1 Dorycnium hirsutum (L.) Schmidt . . + . . + . . +

1 Teucrium polium L. subsp. capitatum (L.) Arcang . . + . . + . . +

1 Stachis recta L. subsp. recta . . + . . + . . +

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115 60 70 4 SE 13 3 2 . . . + 1 1 + . + 1 + . . + + + . . . + . . . + . 112 60 60 4 SE 10 3 2 . . . 1 + 1 1 . . + + . . + + + . . . . 111 50 70 1;4 SE 6 3 1 . . . 2 + 2 1 2 + . . . . 110* 30 50 1 SE 10 1 + . . . + . . . 2 + . . + 2 + . . . . + . + . + 109* 40 50 4;1 SE 9 1 1 . . . 1 1 1 1 . . 2 + . . . 1 + . . . + . . . . . 108* 40 50 4 SE 9 2 1 . . . + 1 1 1 . . 1 . . . . 1 + . + . . . . 107* 40 50 1;4 SE 6 2 1 . . . + + 2 2 . + . . . + . . . . 106* 50 60 1 SE 17 3 2 . + + + + + . . . + + . . + + + . + . + + + + + . 105* 40 70 3;1 SE 7 4 2 . . . + + . . . + + . . + . . . . + + . . . . 104* 40 60 1;3 SE 11 4 2 . . . + + 1 + . + . . . + . + + . + + . . . . 103* 5 50 1 SE 6 1 + . . . + . . + . + . . + . . . . + . + . . . . 97 80 60 2;0 NE 7 4 2 + . + . + . + . + . . . + . . . . 91 25 50 1;0 NE 11 . + . . + 1 2 + + . + . . + + + 2 + . . . . 87 40 50 0;2 NE 6 2 2 + . . . + . + . + . . + . . . . 75 60 70 4 SE 13 3 2 . . . + 1 1 + . + 1 + . . + + + . . . + . . . + . 72 60 60 4 SE 10 3 2 . . . 1 + 1 1 . . + + . . + + + . . . . 71 50 70 1;4 SE 6 3 1 . . . 2 + 2 1 2 + . . . . 70* 30 50 1 SE 10 . 1 . . . + . . . 2 + . . + 2 + . . . . + . + . + 69* 40 50 4;1 SE 9 1 1 . . . 1 1 1 1 . . 2 + . . . 1 + . . . + . . . . . 68* 40 50 4 SE 9 2 1 . . . + 1 1 1 . . 1 . . . . 1 + . + . . . . 67* 50 50 1;4 SE 6 2 2 . . . 2 + 2 2 . + . . . + . . . . 66* 50 60 1 SE 17 3 2 . + + + + + . . . + + . . + + + . + . + + + + + . 65* 40 70 3;1 SE 7 3 2 . . . 1 + . . . + + . . + . . . . + + . . . . 64* 40 60 1;3 SE 11 3 2 . . . + + 1 + . + . . . + . + + . + + . . . . 63* 5 50 1 SE 6 1 + . . . + . . + . + . . + . . . . + . + . . . . 57 80 60 2;0 NE 7 4 2 + . + . + . + . + . . . + . . . . 51 25 50 1;0 NE 11 . + . . + 1 2 + + . + . . + + + 2 + . . . . 47 40 50 0;2 NE 6 2 2 + . . . + . + . + . . + . . . . 35 60 70 4 SE 13 3 2 . . . + 1 1 + . + 1 + . . + + + . . . + . . . + . 32 60 60 4 SE 10 3 2 . . . 1 + 1 1 . . + + . . + + + . . . . 31 50 70 1;4 SE 6 3 1 . . . 2 + 2 1 2 + . . . . 30* 30 50 1 SE 10 . 1 . . . + . . . 2 + . . + 2 + . . . . + . + . + 29* 40 50 4;1 SE 9 + 2 . . . 2 1 1 1 . . 2 + . . . 1 + . . . + . . . . . 28* 40 50 4 SE 9 2 1 . . . + 1 1 1 . . 1 . . . . 1 + . + . . . . 27* 50 50 1;4 SE 6 1 3 . . . 2 + 2 2 . + . . . + . . . . 26* 50 60 1 SE 17 2 2 . + + 1 + + . . . + + . . + + + . + . + + + + + . 25* 40 70 3;1 SE 7 2 2 . . . 2 + . . . + + . . + . . . .+ + + . . . . 24* 40 60 1;3 SE 11 3 2 . . . + + 1 + . + . . . + . + + . + + . . . . 23* 5 50 1 SE 6 + 1 . . . + . . + . + . . + . . . . + . + . . . . 17 80 60 2;0 NE 7 4 2 + . + . + . + . + . . . + . . . . 11 25 50 1;0 NE 11 . + . . + 1 2 + + . + . . + + + 2 + . . . . 7 40 50 0;2 NE 6 2 2 + . . . + . + . + . . + . . . .

N°rilevamento Copertura % Superfi

ci e (m 2) Al te zza (m ) Esposizione N°de lle spe cie Sp. c a r. e dif f. de ll'assoc iaz ione Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea C if. et Gi ac. Sp. c a r. e dif f. de ll'assoc iaz ione Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea C if. et Gi ac. Sp. c a r. e dif f. Am m o philion e Am m o phile ta lia Ely m us farc tus (Viv.) Runemark ex M elderis

Altre Avena barbata

Potte r Scolymus hispanicus L. Sp. c a r. e dif f. de ll'assoc iaz ione Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea C if. et Gi ac. Echinophora spinosa L. Sp. c a r. e dif f. Am m o philion e Am m o phile ta lia Calystegia soldanella (L.) R. Br. Ery ngium maritimum L. Otanthus maritimus (L.) Hoffmanns et Link Euphorbia paralias L. Medicago marina L. Panc ratium maritimum L. Sporobolus pungens (Schreber ) Kunth Medicago litoralis Rohd e Altre Sile ne c o lorata Poir et Horde u m maritimum Wi th Reichardia picroides (L.) Roth Polygonum maritimum L. Matthiola sinuata (L.) R. Br. Salsola k a li subsp. ka li Urospermum dalecha mpii (L.) Schmidt Rubia peregrina L. Dorycnium hirsutum (L.) Schmidt Helichrysum stoechas (L .) Moench Centaurea aplolepa Mor etti subsp. subc iliata (D. C .) Arcang Smilax aspera L. Rilevamenti effettu ati in aree colpite da un incend io nell'inverno del 1999 Tab. 3 - Echinophoro spi n osae - Ammophiletum arundinaceae Géhu, Riv.-Mart., R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984 3 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 *

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Tab.2 - Sporobolo pungens - Elymetum farcti ass. nova N°rilevamento 5 6 9 10 13 45 46 49 50 53 85 86 89 90 93 Copertura % 45 20 20 30 15 35 15 15 15 15 35 10 15 10 15 Superficie (m2) 100 50 50 50 50 100 50 50 50 50 100 50 50 50 50 Altezza (m) 0-4 4 0-1 2 2 0-4 4 0-1 2 2 0-4 4 0-1 2 2 Esposizione NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE N°delle specie 5 3 2 2 8 5 3 2 2 8 5 3 3 2 8

Sp. car. e diff. dell'associazione

3 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis + 2 . + . + 1 . + . + 1 . + . Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

3 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. + . . . . + . . .

Sp. car. e diff. dell'associazione

2 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis 2 1 1 2 + 2 1 + 2 + 2 1 + 1 + Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

2 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. + . . . . + . . . . + . + . . Altre

2 Scolymus hispanicus L. . + . . . . + . . . . + . . .

Sp. car. e diff. dell'associazione

1 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis 2 + 1 1 2 2 + 2 1 1 2 + 2 1 1 1 Sporobolus pungens (Schreber) Kunth 2 1 2 1 1 2 1 2 1 1 2 1 2 + 1

Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

1 Calystegia soldanella (L.) R. Br. . . . . + . . . . + . . . . + 1 Eryngium maritimum L. + . . . + + . . . + + . . . + 1 Echinophora spinosa L. . . . . + . . . . + . . . . + 1 Euphorbia paralias L. + . . . + . . . . + + . . . + 1 Medicago litoralis Rohde . . .

Altre

1 Lagurus ovatus L. . . . 1 Silene colorata Poiret . . . . + . . . . + . . . . + 1 Hordeum maritimum With . . . 1 Reichardia picroides (L.) Roth . . . . 1 . . . . 1 . . . . 1

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Tab. 1 - Echinophoro spinosae - Elymetum farcti Gèhu 1988 N°rilevamento 1 2 3 4 8 12 14 15 16 41 42 43 44 48 52 54 55 56 81 82 83 84 88 92 94 95 96 Copertura % 20 30 25 30 40 40 40 35 20 10 20 20 20 35 25 35 35 20 5 15 20 20 35 25 35 30 20 Superficie (m2) 50 60 60 60 60 50 50 50 50 50 60 60 60 60 50 60 50 50 50 60 60 60 60 50 60 50 50 Altezza (m) 0-2 2 0-2 2 3 0-2 0-2 0-2 2 0-2 2 0-2 2 3 0-2 2;1 0-2 2 0-2 2 0-2 2 3 0-2 2;1 0-2 2 Esposizione NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE NE N°delle specie 3 6 4 10 10 5 5 6 6 3 6 4 10 10 5 8 6 6 3 6 4 10 10 6 8 6 6

Sp. car. e diff. dell'associazione

3 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis + + . . + . . 2 + . + . . + . . 2 + . + . . + . . 2 + Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

3 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. . . + + + . . + + . . . + + . . + + . . . + + . . + +

Sp. car. e diff. dell'associazione

2 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis 2 2 + + 2 3 3 2 1 1 2 + + 2 2 2 2 1 + 1 + + 2 2 2 2 1 Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

2 Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac. . . + + 1 . . + . . . + + + . . 1 . . . . + . . . 1 . Altre

2 Scolymus hispanicus L. . . . . + . . . + . . . + . . . .

Sp. car. e diff. dell'associazione

1 Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis 1 1 2 2 + 1 1 1 + 1 1 2 2 + 1 1 1 1 1 1 2 2 + 1 1 1 1 1 Echinophora spinosa L. . . . + + + + + + . . . + + + + + + . . . + + + + + +

Sp. diff. della variante a Euphorbia paralias

1 Euphorbia paralias L. 1 1 2 + + . . 1 1 + + 1 + + . . 1 1 + + 1 + + . . + 1 Sp. diff. della variante a Eryngium maritimum

1 Eryngium maritimum L. 1 1 2 2 2 + . + 2 + + 2 2 2 + . + 2 + + 2 2 2 + . + 2 Sp. car. e diff. Ammophilion e Ammophiletalia

1 Sporobolus pungens (Schreber) Kunth . + . . + + . + . . + . . + + . + . . + . . + + . + . 1 Calystegia soldanella (L.) R. Br. . . . + + . + . . . + + . + . . . + + . + 1 Medicago litoralis Rohde . . . 1 + . . . + . + + . . . + . + + . . . .

Altre

1 Lagurus ovatus L. . + . 1 + . + . . . + . + + . + . . . + . + + . + . . 1 Silene colorata Poiret . . . + + . + . . . + + . + . . . + + + + . . 1 Urospermum dalechampii (L.) Schmidt . . . + . . . + . . . + . . . 1 Hordeum maritimum With . . . 1 . . . + . . . + . . 1 Reichardia picroides (L.) Roth . . . + . . . + . . . + . .

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(18)

Essa ha inizio con una vegetazione pioniera (vegetazione erbacea psammofila riferibile alle associazioni Echinophoro spinosae-Ammophiletum arundinaceae,

Spartino junceae-Ammophiletum arundinaceae) e termina con una vegetazione stabile:

una lecceta riferibile all’associazione Viburno-Quercetum ilicis.

Il naturale succedersi di fitocenosi differenti in aree mai colonizzate prima, dalle dune embrionali ed in via di consolidamento (vegetazione erbacea psammofila), alla fascia interdunale (gariga), alle dune consolidate interne (macchia mediterranea bassa) ed oltre (macchia mediterranea alta, lecceta), costituisce una successione primaria, che è chiaramente visibile nell’area studiata.

L’incendio del 1999 ha distrutto gran parte della macchia. Su questa vegetazione disturbata si è innescata una successione secondaria che ha portato, in cinque anni circa, alla ricostituzione della macchia stessa.

Dall’indagine effettuata è stato possibile constatare che la flora è ancora abbastanza ricca e che, se pur piuttosto compromesso, il complesso fitocenotico costiero presenta una discreta naturalità; inoltre, anche in occasione di eventi distruttivi abbastanza pesanti, i suoi stadi più evoluti hanno una buona capacità di ripresa.

Di notevole interesse la presenza di associazioni nuove, esemplificative, sia di particolari situazioni di sofferenza della copertura vegetale, sia della presenza di habitat non ancora messi in luce in altre aree del litorale toscano (San Rossore, Viareggio, ecc.).

(19)

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Il tratto di costa a nord e il tratto di costa a sud del fiume Fine differiscono sia dal punto di vista morfologico che da quello vegetazionale.

Mentre il tratto di costa a nord è lungo 1,4 km e percorso da un cordone di dune embrionali ed in fase di consolidamento che si innalzano solo fino a 2 m, il tratto di costa a sud è lungo 0,8 km e caratterizzato da: un cordone di dune embrionali ed in fase di consolidamento alto fino a 4 m, marcatamente eroso verso il Pennello, un cordone di dune fossili alto al massimo 2 m, separati da una sottile fascia interdunale asciutta.

Entrambe le porzioni di litorale studiato indicate geograficamente come località Lillatro (a nord) e località Pietrabianca (a sud), a livello delle dune embrionali ed in fase di consolidamento, sono colonizzate da specie erbacee psammofile, riferibili però ad associazioni diverse.

Sono state individuate, lungo la costa della località Lillatro l’associazione

Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1988 (tabella 1) e l’associazione nuova Sporobolo pungens-Elymetum farcti (tabella 2), lungo la costa della località

Pietrabianca, invece, l’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum

arundinaceae Géhu, Riv.-Mart., R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984 (tabella 3) e

l’associazione nuova Spartino junceae-Ammophiletum arundinaceae (tabella 4). Presso la riva sud del fiume (località Pierabianca), non la riva nord (località Lillatro), notevolmente antropizzata, è stata riscontrata oltre ad una vegetazione psammofila, una vegetazione tendenzialmente igrofila attribuibile all’associazione nuova Phragmito

australis-Spartinetum junceae (tabella 5). Il tratto di costa a sud, inoltre,

differentemente da quello a nord, presentando più all’interno un cordone di dune fossili, separato dal cordone di dune embrionali ed in fase di consolidamento da una fascia interdunale, è arricchito da una vegetazione a sclerofille sempreverdi.

Le fitocenosi, corrispondenti a diverse associazioni riscontrate lungo il litorale sabbioso a sud del fiume Fine, dalle meno evolute che colonizzano le sabbie, a quelle più complesse poste all’interno dove il substrato diviene ricco di sostanze organiche (per decomposizione delle piante antistanti) e meno permeabile (l’azione lisciviante delle acque piovane ne abbassa il tenore in calcare), tendono a sostituirsi tra loro e a formare quella che viene definita una serie vegetazionale progressiva.

(20)

• La sottile fascia interdunale, che separa il cordone di dune embrionali ed in fase di consolidamento dal cordone di dune fossili, è andata in contro ad un processo di interrimento totale. La scomparsa delle aree umide ha portato alla sostituzione di una vegetazione tipicamente igrifila con una psammofila. Essa è caratterizzata da

Dorycnium hirsutum (L.) Ser., Helichrysum stoechas (L.) Moench, Teucrium polium L.

subsp. capitatum (L.) Arcang, Stachis recta L. subsp. recta, Medicago marina L.,

Matthiola sinuata (L.) R. Br. e Centaurea aplolepa Moretti subsp. subciliata (D.C.)

(21)

Con il passare del tempo si sono sviluppate nuovamente alcune sclerofille sempreverdi quali Phillyrea angustifolia L., Pistacia lentiscus L., seguite poi da

Rhamnus alaternus L. Esse accompagnano il cisto nella ricostituzione del manto

vegetale, affidando la loro propagazione all’attività di gemme radicali ed epicormiche che producono vigorosi polloni (specie a riproduzione vegetativa obbligata).

Dopo cinque anni l’area bruciata dal fuoco risulta coperta per circa l’80 % da macchia mediterranea, alta però al massimo 1 metro. Questo fatto mostra come tale vegetazione abbia una ripresa piuttosto veloce.

Ciascuna specie, in relazione al tipo di colonizzazione adottata, contribuisce diversamente a modificare o a recuperare le condizioni preesistenti il passaggio del fuoco.

Le specie erbacee annuali (Fumaria officinalis L. subsp. officinalis, Hordeum

maritimum With, Avena barbata Potter), che si riproducono obbligatoriamente per

seme, sono abbondanti solo dopo il fuoco, vengono, infatti, soppiantate dalle specie suffrutticose perenni (Dorycnium hirsutum (L.) Ser., Helichrysum stoechas (L.) Moench), che si riproducono preferibilmente per seme e dalle specie sempreverdi legnose, che si rigenerano per via vegetativa, facoltativa (Cistus salvifolius L. e Cistus

incanus L.) od obbligata (Phillyrea angustifolia L., Pistacia lentiscus L., Rhamnus alaternus L.). Quest’ultime ristabiliscono la loro copertura molto più rapidamente delle

altre, sono, quindi, le principali responsabili della ricostituzione vegetale delle aree disturbate (cfr tabella 7).

Tab. 7: Frequenza della ripresa vegetativa e della germinazione in differenti forme di crescita caratteristiche della vegetazione mediterranea (Pignatti, 1994).

Legenda: 0 assente - bassa + elevata + + molto elevata

Germinazione dei semi Ripresa

vegetativa Fuochi ad alta frequenza Fuochi a bassa frequenza SEMPREVERDI LEGNOSE

Riproduzione vegetativa obbligata - - + +

Riproduzione vegetativa facoltativa + 0 +

Riproduzione per seme obbligata + + 0 0

SUFFRUTTICOSE + - -

ERBACEE PERENNI - - +

(22)

consolidatrici, in particolar modo di Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac., tanto che ad oggi le aree danneggiate sono difficilmente individuabili.

• Le dune consolidate, retrostanti le dune in fase di consolidamento, ma in posizione più avanzata rispetto alla norma a causa di un’erosione in corso, sono ricoperte da macchia mediterranea (tabella n° 6), una tipica vegetazione a sclerofille sempreverdi, formata da arbusti e piccoli alberi, cui sono avviluppate entità lianose.

In generale, si tratta di formazioni dense, il cui corteggio floristico mostra una buona copertura di specie arbustive, quali Juniperus oxycedrus L. subsp. macrocarpa (S. et S.), Juniperus phoenicea L., Ball, Phillyrea angustifolia L., Rhamnus alaternus L., Pistacia lentiscus L., Cistus incanus L., Cistus salvifolius L., Rosa sempervirens L.,

Rubus ulmifolius Schott.

Sono state riscontrate anche specie arboree, quali Pinus halepensis Miller e

Quercus ilex L. che, date le condizioni ambientali ancora piuttosto ostili, per la

vicinanza al mare, non si sviluppano molto in altezza.

Contribuiscono a rendere impenetrabile la macchia, le liane, come Smilax aspera L., Rubia peregrina L., Lonicera implexa Aiton, che si avvolgono agli arbusti e al tronco degli alberi.

Mano a mano che si procede verso l’interno, in prossimità dell’argine sinistro del fiume, si passa da una macchia bassa ad una macchia alta che si arricchisce di elementi della lecceta. L’assenza di interventi antropici, il terreno umido e ricco di humus, ha permesso in quella zona, il naturale succedersi di fitocenosi sempre più complesse.

L’incendio del 1999 ha però distrutto gran parte di tale macchia.

Le prime specie a comparire, dopo il passaggio del fuoco, sono state le erbacee annuali, tipiche di ambienti degradati, quali Fumaria officinalis L. subsp. officinalis,

Hordeum maritimum With, Avena barbata Potter, terofite che costituiscono popolazioni

effimere e caratterizzate da uniformità delle classi di età. In pochi anni hanno perso d’importanza fino a scomparire, lasciando il posto a suffruttici come Dorycnium

hirsutum (L.) Ser., Helichrysum stoechas (L.) Moench e a piccoli arbusti come Cistus salvifolius L. e Cistus incanus L.

Cistus salvifolius L. e Cistus incanus L. occupano frequentemente i terreni

percorsi dal fuoco in quanto, sono poco esigenti in fatto di sostanze nutritive, riprendono vegetativamente ma possono rigenerare anche da seme.

(23)

bianchi che compaiono tra luglio e agosto, l’esistenza di questa specie è minacciata dall’antropizzazione, viene, infatti, raccolta attivamente dai bagnanti2.

Dove il substrato alofilo è maggiormente ricco di umidità, ma ancora sabbioso, quindi presso la riva sud del fiume Fine (ril. 22*-62*-102*) e in una piccola area retrodunale (ril. 33-34-73-74-113-114), compare l’associazione Spartino

junceae-Ammophiletum arundinaceae (tabella 4), della quale, Ammophila arenaria (L.) Link

subsp. arundinacea Cif. et Giac. e Spartina juncea (Michx) Willd, risultano essere le specie rappresentative.

Spartina juncea (Michx) Willd è una geofita rizomatosa, a distribuzione

anfiatlantica e mediterraneo-occidentale, presente lungo il litorale toscano e laziale, le coste adriatiche dalla Puglia al Veneto, in Sardegna e Sicilia (Valsecchi, 1962; Géhu e Biondi, 1988; Inerite e Palazzi, 1990; Biondi et al., 1992; Bertacchi e Lombardi, 1992; Pirone, 1995). Essa costituisce dense formazioni paucispecifiche nel retroduna e soprattutto su dune a morfologia più o meno piatta, che percorrono l’argine sinistro del fiume, per circa 100 metri, a partire dalla foce.

Dove, invece, il substrato diventa subalofilo, molto umido e in parte limoso, grazie allo straripamento delle acque fluviali, è stata descritta un’altra associazione,

Phragmito australis-Spartinetum junceae (tabella 5), caratterizzata da Spartina juncea

(Michx) Willd e Phragmites australis (Cav.) Trin. Queste due specie costituiscono una comunità compatta, in cui, sporadicamente, compaiono Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac., Urospermum dalechampii (L.) Schmidt, Reichardia

picroides (L.) Roth e più verso l’interno Juncus acutus L.

Phragmites australis (Cav.) Trin., mano a mano che ci si allontana dalla foce,

tende a formare popolamenti quasi puri, che però, risentendo dell’attività antropica (aratura sino al margine dell’argine, incendi “di pulitura”) in vari punti si presentano incoerenti.

Nell’arco dei cinque anni di osservazione in questo tratto di costa sia le specie, sia la loro copertura percentuale sono rimaste pressoché invariate. Là dove, però, è stato appiccato un incendio nell’inverno del 1999, c’è stata una crescita molto veloce delle

2

E’ da segnalare, relativamente all’eventuale scomparsa di questa specie, uno studio effettuato nel 1989 da Zagami dell’osservatorio per le malattie delle piante (ETSAF, sezione Pisa), secondo il quale un lepidottero notturno, Brithys pancratii, utilizza tutti gli organi aerei della pianta ospite, arrivando a riprodursi anche fino a quattro generazioni.

(24)

Nell’arco di cinque anni (dal 1999 al 2004) le associazioni sono rimaste invariate, mentre la copertura percentuale delle diverse specie ha subito una graduale ma significativa riduzione, imputabile alle attività turistiche e industriali, che con il passare del tempo diventano sempre più intense ed invasive.

TRATTO DI COSTA A SUD DEL FIUME FINE

Il tratto di costa compreso tra il fiume Fine ed il “Pennello di Pietrabianca” presenta, un sistema dunale costituito da un cordone di dune embrionali ed in fase di

consolidamento e da un cordone di dune consolidate, separati da una sottile fascia interdunale asciutta.

• Mentre le dune embrionali sono state in parte distrutte, dai processi erosivi e dal frequente calpestio dei bagnanti, quindi private della loro tipica vegetazione, le

dune in fase di consolidamento, invece, si elevano fino a 4 metri circa e sono

caratterizzate dalle associazioni Echinophoro spinosae-Ammophiletum arundinaceae

Géhu, Riv.-Mart., R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984 (tabella 3), Spartino

junceae-Ammophiletum arundinaceae ass. nova (tabella 4), Phragmito australis-Spartinetum juncae ass. nova (tabella 5).

Nell’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum arundinaceae Géhu,

Riv.-Mart., R. Tx 1972 in Géhu et al. 1984 (tabella 3), è preponderante la presenza di

Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac., una geofita rizomatosa

formante grossi cespugli, che fanno da barriera ai venti marini, salvaguardando l’ambiente retrostante e grazie al notevole sviluppo della porzione ipogea, risultano essere molto tenaci e quindi i principali oppositori al movimento della sabbia. Questa è senz’altro la pianta tipo del litorale sabbioso, che ricopre in larga parte la sommità e il retro della duna, costituendo comunità folte e dense. In esse si inseriscono altre psammofile consolidatrici: Echinophora spinosa L., Eryngium maritimum L.,

Calystegia soldanella (L.) R. Br., Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, Euphorbia paralias L., Otanthus maritimum (L.) Hoffmanns et Link (forma un unico

popolamento, quindi da indicare come specie rara nell’area di studio), Medicago marina L.

Va, inoltre, ricordato Pancratium maritimum L., che si presenta con singoli esemplari sui pendii scoscesi delle dune. Data la bellezza e il profumo dei suoi fiori

(25)

TRATTO DI COSTA A NORD DEL FIUME FINE

Tra la “Punta Lillatro” e il fiume Fine, dietro il plateau sabbioso si innalza, fino a 2 metri circa, un cordone di dune embrionali e in fase di consolidamento caratterizzato dalla sporadica presenza delle associazioni Echinophoro

spinosae-Elymetum farcti Géhu 1988 (tabella 1) e Sporobolo pungens-spinosae-Elymetum farcti ass.

nova (tabella 2).

Nell’associazione Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1988 (tabella 1) la specie guida più evidente è Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, una geofita rizomatosa, moderatamente alofila, dotata di un apparato radicale ampio ed espanso che le conferisce una buona capacità stabilizzatrice del substrato sabbioso.

In prossimità della “Punta Lillatro” e davanti l’ex-discarica si rinvengono la variante ad Euphorbia paralias L. e la variante ad Eryngium maritimum L. di detta associazione. Esse sono indicatrici di alterazioni morfologiche a cui è andato incontro il tratto di costa preso in esame.

Euphorbia paralias L. ed Eryngium maritimum L. insieme ad Elymus farctus

(Viv.) Runemark ex Melderis, svolgono un ruolo importante nel consolidamento delle dune; si assiste inoltre alla loro compenetrazione con elementi trasgressivi dell’alleanza

Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 (corr. Martìnez, Costa e Izco in

Rivas-Martìnez, Lousa, T.E. Dìaz, Fernàndez-Gonzàlez e J.C. Costa 1990) e dell’ordine

Ammophiletalia Br.-Bl. 1933, tipici di una flora più evoluta appartenente a zone più

riparate, in particolare Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif. et Giac.e

Medicago litoralis Rohde.

Nello Sporobolo pungens-Elymetum farcti ass. nova (tabella 2), insieme ad

Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, domina Sporobolus pungens (Schreber)

Kunth che evidenzia un appiattimento della duna da attribuire a fattori chiaramente antropici (balneazione, continui prelievi di grandi quantità di sabbia per l’ingrandimento della spiaggia, lavori di recupero della ex-discarica, ancora in corso, che prevedono l’utilizzo di mezzi pesanti). Sono state individuate anche altre specie, caratteristiche e differenziali dell’alleanza Ammophilion australis Br.-Bl. 1921 e dell’ordine

Ammophiletalia Br.-Bl. 1933: Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea Cif.

et Giac., Calystegia soldanella (L.) R. Br., Eryngium maritimum L., Echinophora

(26)

N° 94 – 13/05/2004 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 95 – 18/05/2004 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica.

N° 96 – 18/05/2004 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica. N° 97 –18/05/2004 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica.

N° 98* – 19/05/2004 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 99 – 19/05/2004 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 100 – 19/05/2004 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 101 – 19/05/2004 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine.

N° 102* – 21/05/2004 – Località Pietrabianca, in prossimità della foce del fiume Fine. N° 103* – 21/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 104* – 21/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 105* –21/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 106* –21/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 107* – 24/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 108* – 24/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 109* – 24/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 110* – 24/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 111 – 28/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 112 –28/05/2004 – Località Pietrabianca. N° 113 – 28/05/2004 – Località Pietrabianca.

N° 114 – 28/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 115 – 28/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 116 – 31/05/2004 – Località Pietrabianca (dune fossili). N° 117 – 31/05/2004 – Località Pietrabianca (dune fossili). N° 118 – 31/05/2004 – Località Pietrabianca (dune fossili).

N° 119 – 31/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). N° 120 – 31/05/2004 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). * = Rilevamenti effettuati in aree soggette ad un incendio nel febbraio 1999.

Ai lati della foce del fiume Fine si estende un litorale sabbioso che ospita una successione catenale di fitocenosi.

Il primo tratto di spiaggia emersa, più o meno ricco di sostanze organiche derivanti dalla decomposizione di materiali depositati dal mare, è afitoico. Il continuo calpestio dei bagnanti in estate l’ha, infatti, privato delle psammoalofite tipiche dell’associazione Salsolo kali-Cakiletum maritimae Costa et Manz. 1981 corr. Riv.-Mart. et al. 1992.

(27)

N° 54 – 12/05/2002 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 55 – 15/05/2002 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica.

N° 56 – 15/05/2002 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica. N° 57 – 15/05/2002 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica. N° 58* – 22/05/2002 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 59 – 22/05/2002 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 60 – 22/05/2002 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 61 – 22/05/2002 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine.

N° 62* – 23/05/2002 – Località Pietrabianca, in prossimità della foce del fiume Fine. N° 63* – 23/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 64* – 23/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 65* – 23/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 66* – 23/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 67* – 26/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 68* – 26/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 69* – 26/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 70* – 26/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 71 – 30/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 72 – 30/05/2002 – Località Pietrabianca. N° 73 – 30/05/2002 – Località Pietrabianca.

N° 74 – 30/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 75 – 30/05/2002 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 76 – 01/06/2002 – Località Pietrabianca (dune fossili). N° 77 – 01/06/2002 – Località Pietrabianca (dune fossili). N° 78 – 01/06/2002 – Località Pietrabianca (dune fossili).

N° 79 – 01/06/2002 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). N° 80 – 01/06/2002 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). N° 81 – 06/05/2004 – Località Lillatro.

N° 82 – 06/05/2004 – Località Lillatro. N° 83 – 06/05/2004 – Località Lillatro. N° 84 –06/05/2004 – Località Lillatro.

N° 85 – 10/05/2004 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 86 – 10/05/2004 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 87 – 10/05/2004 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 88 – 10/05/2004 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 89 – 13/05/2004 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 90 – 13/05/2004 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 91 – 13/05/2004 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 92 – 13/05/2004 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 93 – 13/05/2004 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica.

(28)

N° 14 – 15/05/1999 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 15 – 16/05/1999 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica.

N° 16 – 16/05/1999 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica. N° 17 – 16/05/1999 – Località Lillatro, davanti l’ex-discarica. N° 18* – 20/05/1999 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 19 – 20/05/1999 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 20 – 20/05/1999 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine. N° 21 – 20/05/1999 – Località Pietrabianca, riva sud del fiume Fine.

N° 22* – 22/05/1999 – Località Pietrabianca, in prossimità della foce del fiume Fine. N° 23* – 22/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 24* – 22/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 25* – 22/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 26* – 22/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino alla foce del fiume Fine. N° 27* – 24/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 28* – 24/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 29* – 24/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 30* – 24/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 31 – 27/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 32 – 27/05/1999 – Località Pietrabianca. N° 33 – 27/05/1999 – Località Pietrabianca.

N° 34 – 28/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 35 – 28/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello. N° 36 – 29/05/1999 – Località Pietrabianca (dune fossili). N° 37 – 29/05/1999 – Località Pietrabianca (dune fossili). .N° 38 – 29/05/1999 – Località Pietrabianca (dune fossili).

N° 39 – 30/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). N° 40 – 30/05/1999 – Località Pietrabianca, vicino al Pennello (dune fossili). N° 41 – 03/05/2002 – Località Lillatro.

N° 42 – 03/05/2002 – Località Lillatro. N° 43 – 03/05/2002 – Località Lillatro. N° 44 – 03/05/2002 – Località Lillatro.

N° 45 – 09/05/2002 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 46 – 09/05/2002 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 47 – 09/05/2002 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 48 – 09/05/2002 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 49 – 12/05/2002 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 50 – 12/05/2002 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 51 – 12/05/2002 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 52 – 12/05/2002 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 53 – 12/05/2002 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica.

(29)

LA VEGETAZIONE

In Italia vengono individuate e distinte due diverse zone bioclimatiche: la “zona madioeuropea”, che comprende Padania, Alpi, il versante settentrionale dell’Appennino dalla Liguria alla Romagna, e la “zona mediterranea”, che comprende Penisola, Isole,Liguria a sud del crinale appenninico e delle Alpi Marittime (Pignatti, 1979).

Il territorio preso in esame appartiene alla zona mediterranea e, nell’ambito di essa, alla fascia mediterraneo-temperata dove si sviluppa una vegetazione di latifoglie sempreverdi esemplificata in genere nella lecceta.

In questa sede la lecceta, che in gran parte è stata sostituita dai coltivi o danneggiata dai forti venti salmastri, non risulta rappresentativa, ma sono di notevole interesse le cenosi psammofile dunali che la precedono.

Sulle dune è evidente il continuo dinamismo della vegetazione dovuto al tipo di substrato, soggetto all’azione dei venti e delle acque marine, a processi erosivi di varia natura, alle opere dell’uomo spesso troppo invasive.

I numerosi rilevamenti vegetazionali effettuati tra la “Punta Lillatro” e il “Pennello di Pietrabianca”, con il metodo di Braun-Blanquet, hanno permesso uno studio dettagliato delle fitocenosi riscontrate e del loro evolversi attraverso il tempo.

Elenco dei rilevamenti

N° 1 – 05/05/1999 – Località Lillatro. N° 2 – 05/05/1999 – Località Lillatro. N° 3 – 05/05/1999 – Località Lillatro. N° 4 – 05/05/1999 – Località Lillatro.

N° 5 – 07/05/1999 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 6 – 07/05/1999 – Località Lillatro, vicino al “Fosso Bianco”. N° 7 – 07/05/1999 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 8 – 07/05/1999 – Località Lillatro, riva nord del “Fosso Bianco”. N° 9 – 10/05/1999 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 10 – 10/05/1999 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 11 – 10/05/1999 – Località Lillatro, vicino all’ex-discarica. N° 12 – 15/05/1999 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica. N° 13 – 15/05/1999 – Località Lillatro, in prossimità dell’ex-discarica.

(30)

Lo spettro corologico di Viareggio non varia molto da quello delle località

Lillatro e Pietrabianca, si nota, infatti, solo una riduzione della percentuale delle entità

vegetali a distribuzione mediterranea (66,6 % a Lillatro-Pietrabianca, 53,8 % a

Viareggio), affiancata da un aumento della percentuale delle atlantiche (11,7 % a Lillatro-Pietrabianca, 13,5 % a Viareggio) e soprattutto delle eurasiatiche (6,7 % a Lillatro-Pietrabianca, 17,3 % a Viareggio) caratteristiche di climi particolarmente freschi ed umidi.

Per quanto riguarda lo spettro corologico di Calambrone e San Rossore e di

Marina di Forte dei Marmi, le differenze sono più marcate. Non solo la frequenza

delle mediterranee in senso lato è ancora più bassa (51,3 % a Calambrone e San Rossore, 37,9 % a Marina di Forte dei Marmi). Questo è indice di un leggero allontanamento della flora planiziale della Toscana settentrionale dalla mediterraneità, nel cui ambito si colloca la flora di Rosignano e Vada.

Interessante, infine, l’assenza delle esotiche presenti, invece, anche in buana percentuale, nelle altre località (7,9 % a Calambrone e San Rossore, 11,5 % a Marina di Forte dei Marmi).

(31)

Paragonando lo spettro corologico della flora del territorio studiato con quello delle tre aree poste più a nord, già indicate, emergono alcune diversità legate principalmente alla posizione geografica che esse occupano e al grado di antropizzazione cui sono sottoposte.

Lillatro – Pietrabianca Calambrone e San Rossore

Viareggio Marina di Forte dei Marmi

1,3 % 7,9 % 11,8 % 15,8 % 7,9 % 2,6 %10,5 % 10,5 % 30,3 % 1,3 % Endemiche Medit. Steno - Medit. Euri - Medit. Medit. - Mont. Eurasiat. Atlant. Ampia distrib. Esotiche Boreali 1,9 % 13,5 % 17,3 % 7,7 % 1,9 % 7,7 % 3,8 % 17,3 % 28,8 % Endemiche Medit. Steno - Medit. Euri - Medit. Eurasiat. Atlant. Ampia distrib. Esotiche Boreali 3,4 % 6,9 % 18,4 % 19,5 % 11,5 % 2,3 % 2,3 % 21,8 % 13,8 % Endemiche Medit. Steno - Medit. Euri - Medit. Eurasiat. Atlant. Ampia distrib. Esotiche Boreali 1,7 % 31,6 % 26,7 % 1,7 % 1,7 % 6,7 % 11,6 % 6,7 % 11,6 % Endemiche Medit. Steno - Medit. Euri - Medit. Medit. - Mont. Eurasiat. Atlant. Ampia distrib. Coltivate

(32)

un’entità rarissima tipica del litorale toscano -Viareggio e tratto di costa tra Castiglioncello e Cecina- (Tomei e al., 1991).

(33)

SPETTRO COROLOGICO Lillatro – Pietrabianca

Esaminando i dati relativi allo spettro corologico, appare significativa la presenza di entità vegetali a distribuzione mediterranea (mediterranee 1,7 %,

steno-mediterranee 26,7 %, euri-steno-mediterranee 31,6 %, mediterraneo-montane 1,7 %)

strettamente consequenziale alle condizioni climatiche che caratterizzano la zona. Come si evince dalle percentuali riportate, la predominanza delle euri-mediterranee sulle steno-mediterranee evidenzia la posizione settentrionale di tale zona nell’ambito della regione floristica mediterranea.

Ben rappresentate sono le atlantiche (11, 6%), in particolare le

mediterraneo-atlantiche, quelle cioè tipiche delle coste atlantiche e mediterranee, le specie ad ampia distribuzione (11,6 %), soprattutto subcosmopolite e le eurasiatiche (6,7 %).

Le endemiche sono ridotte ad una percentuale più che modesta (1,7 %), in quanto rappresentate solo da Centaurea aplolepa Moretti subsp. subciliata (D.C.) Arcang,

1,7 % 31,6 % 26,7 % 1,7 % 1,7 % 6,7 % 11,6 % 6,7 % 11,6 % Endemiche Mediterranee Steno - Medit. Euri - Medit. Medit. - Mont. Eurasiat. Atlant. Ampia distrib. Coltivate

(34)

(4,6 %). Questo è da attribuirsi al fatto che il sistema dunale è molto ridotto e le specie arbustive sono riuscite, in più tratti, a spingersi verso la linea di costa.

Le percentuali di emicriptofite (H) e di terofite (T), invece, si innalzano considerevolmente percorrendo il litorale toscano dal territorio studiato verso nord. Si passa, infatti, dal 18,3 % di H e 15 % di T nelle località Lillatro e Pietrabianca, al 28,9 % di H e 26,3 % di T a Calambrone e San Rossore, al 25,5 % di H e 41,8 % di T a

Viareggio e al 40,2 % di H e 32,2 % di T a Marina di Forte dei Marmi. Le

emicriptofite e le terofite costituiscono, quindi, più della metà della flora Calambrone e San Rossore, se non quasi la totalità, a Viareggio e a Marina di Forte dei Marmi. La causa è riconducibile alla ragione precedente; la disponibilità di ampi spazi ha favorito questo tipo di flora.

Le geofite (G), come nell’area di studio (16,7 %), compaiono in buone quantità,

vanno a ricoprire, infatti, il 14,5 % a Calambrone e San Rossore, il 16,4 % a

Viareggio, il 17,2 % a Marina di Forte dei Marmi.

Le camefite (Ch), che sono quelle più facilmente danneggiabili dal turismo di

massa, risultano in tutti i siti individuati le meno numerose. Le percentuali, però, rispetto alle località Lillatro e Pietrabianca (11,7 %), a nord sono lievemente più basse (7,9 % a Calambrone e San Rossore, 10,9 % Viareggio, 5,7 % a Marina di Forte dei

Marmi). Questo decremento può essere indicativo di una presenza antropica piuttosto

invasiva, soprattutto nei mesi più caldi, tanto da incidere maggiormente sul naturale sviluppo di tali entità vegetali.

(35)

Paragonando lo spettro biologico del territorio studiato con quello di aree costiere poste più a settentrione, quali Calambrone e San Rossore, Viareggio, Marina di

Forte dei Marmi, si notano rimarchevoli differenze.

Lillatro – Pietrabianca Calambrone e San Rossore

Viareggio Marina di Forte dei Marmi

La percentuale di fanerofite (P), che nelle località Lillatro e Pietrabianca, raggiunge il valore più alto (38,3 %), si abbassa discretamente a Calambrone e San

Rossore (22,4 %), notevolmente a Viareggio (5,5 %) e a Marina di Forte dei Marmi 15% 16,7 % 18,3 % 38,3 % 11,7 % P Ch H G T 41,8 % 16,4 % 25,5 % 5,5 % 10,9 % P Ch H G T 32,2 % 17,2 % 40,2 % 4,6 % 5,7 % P Ch H G T 26,3 % 14,5 % 18.3 % 22,4 % 7,9 % P Ch H G T

(36)

SPETTRO BIOLOGICO Lillatro – Pietrabianca

Lo spettro biologico indica una netta predominanza delle fanerofite (38,3 %).

Alcune di esse, comunque, (Tamarix gallica L., Pinus halepensis Miller, Pinus pinea L.

Cupressus sempervirens L.) sono state introdotte dall’uomo per consolidare le dune ed

ostacolare l’azione dei venti marini, forti e ricchi di cloruri, nei confronti delle fitocenosi più interne o per ornamento. In realtà quindi la quantità di fanerofite spontanee può essere considerata inferiore (33,9 %).

Buona è la percentuale di emicriptofite (18,3 %), prevalentemente scapose, di terofite (15 %), eslusivamente scapose, tipiche di ambienti aperti, luminosi, ad elevata aridità estiva e di geofite (16,7 %) che, in quanto dotate di fusti sotterranei, sono particolarmente adatte a vivere sulle coste sabbiose.

Meno frequenti, ma discretamente rappresentate sono le camefite (11,7 %), che maggiormente risentono dell’eccessiva fruizione estiva della spiaggia.

15% 16,7 % 18,3 % 38,3 % 11,7 % P Ch H G T

(37)

Spartina juncea (Michx) Willd

G rhiz Anfiatlant.

Osservazioni: frequente sulle dune che percorrono l’argine sinistro del fiume.

Sporobolus pungens (Schreber) Kunth

G rhiz Subtrop.

La flora censita ammonta a 60 entità, di cui 51 specie e 9 sottospecie; tra queste alcune sono rare (Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis, Spartina juncea (Michx.) Willd) o endemiche (Centaurea aplolepa Moretti subsp. subciliata (D. C.) Arcang).

(38)

MYRTACEAE

Myrtus communis L.

P caesp Steno – Medit.

Osservazioni: entità rara nella parte interna del cordone di dune fossili.

RUBIACEAE

Rubia peregrina L.

P lian Steno – Medit. – Macarones

RHAMNACEAE

Rhamnus alaternus L.

P caesp Steno – Medit.

GRAMINEAE

Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinaceae Cif. et Giac.

G rhiz Euri – Medit.

Arundo donax L.

G rhiz Subcosmop.

Avena barbata Potter

T scap Euri – Medit. – Turan.

Catapodium marinum (L.) Hubbard

T scap Medit. – Atl.

Osservazioni: un unico esemplare trovato lungo il vialetto di acceso alle “spiagge bianche”.

Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis

G rhiz Euri – Medit.

Osservazioni: molto frequente sulle dune embrionali e in via di consolidamento di Lillatro, assente a Pietrabianca.

Hordeum maritimum With

T scap Euri – Medit. – Occid.

Lagurus ovatus L.

T scap Euri – Medit.

(39)

Reichardia picroides L. Roth

H scap Steno – Medit.

Scolymus hispanicus L.

H bienn Euri – Medit.

Urospermum dalechampii (L.) Schmidt

H scap Euri – Medit. – Centro – Occid.

LILIACEAE

Asparagus acutifolius L.

G rhiz/NP Steno – Medit.

Ruscus aculeatus L.

G rhiz/Ch frut Euri – Medit.

Smilax aspera L.

NP (G rhiz) Paleosubtrop.

AMARYLLIDACEAE

Pancratium maritimum L.

G bulb Steno – Medit.

Osservazioni: poco frequente sui pendii scoscesi delle dune di Pietrabianca.

JUNCACEAE

Juncus acutus L.

H caesp Euri – Medit.

Osservazioni: pochi esemplari distribuiti lungo l’argine sinistro del fiume.

CAPRIFOLIACEAE

Lonicera implexa Aiton

P lian Steno – Medit.

FAGACEAE

Quercus ilex L.

(40)

Echinophora spinosa L.

H scap Euri – Medit.

Eryngium maritimum L.

G rhiz Medit. – Atl.

OLEACEAE

Phillyrea angustifolia L.

P caesp Steno – W – Medit.

CONVOLVULACEAE

Calystegia soldanella (L.) R. Br.

G rhiz Cosmopol.

LABIATAE

Teucrium polium L. subsp. capitatum (L.) Arcang

Ch suffr Steno – Medit.

Osservazioni: rara, nella fascia interdunale.

Stachis recta L. subsp. recta

H scap Medit. – Mont.

Osservazioni: rilevati pochi individui nella fascia interdunale.

COMPOSITAE

Centaurea aplolepa Moretti subsp. subciliata (D.C.) Arcang

H scap Endem.

Osservazioni: molto rara nella fascia interdunale.

Helichrysum stoechas (L.) Moench

Ch suffr W – Medit.

Osservazioni: distribuita lungo la fascia interdunale a delimitare la macchia mediterranea e frequente nell’area bruciata.

Otanthus maritimus (L.) Hoffmanns et Link

Ch suffr Medit. – Atl.

Osservazioni: un unico popolamento individuato sulla sommità di una duna a Pietrabianca.

(41)

Dorycnium hirsutum (L.) Ser

Ch suffr Euri – Medit.

Osservazioni: nel retroduna, ha soppiantato le specie erbacee annuali dopo pochi anni dall’incendio del 1999.

Medicago litoralis Rohde

T scap Euri – Medit.

Medicago marina L.

Ch rept Euri – Medit.

Spartium junceum L.

P caesp Euri – Medit.

EUPHORBIACEAE

Euphorbia paralias L.

Ch frut Eurimedit. – Atlant.

ANACARDIACEAE

Pistacia lentiscus L.

P caesp (P scap) Steno – Medit.

CISTACEAE Cistus incanus L. NP Steno – Medit. Cistus salvifolius L. NP Steno – Medit. TAMARICACEAE Tamarix gallica L.

P caesp/P scap W – Medit. Osservazioni: coltivata nella fascia interdunale.

UMBELLIFERAE

Crithmum maritimum L.

Ch suffr Euri – Medit.

Figura

Tab. 6 - Macchia  N°rilevamento  36 37 38 39 40 76 77 78 79 80 116  117  118 119 120 Copertura %  95 90 100 80 90 95 90 100 80 90 95 90 100 80 90 Superficie (m 2 )  70 80 80 80 80 70 80 80 80 80 70 80 80 80 80 Altezza (m)  3;1 1  1 3;1 1 3;1 1  1 3;1 1 3;1
Tab. 5 - Phragmito australis - Spartinetum junceae ass. nova                                                                                          N°rilevamento  18* 19  20  21 58* 59  60  61 98* 99 100 101  Copertura  %  50 80 100 100 60 80  100  100 7
Tab. 4 - Spartino junceae - Ammophiletum arundinaceae ass. nova  N°rilevamento 22* 33  34  62*  73  74 102* 113114 Copertura  %  50 80 25 50 80 25 50 80 25  Superficie (m 2 )  60 50 60 60 50 60 60 50 60  Altezza  (m)  1 4;1 1  1 4;1 1  1 4;1 1  Esposizione
Tab. 1 - Echinophoro spinosae - Elymetum farcti Gèhu 1988  N°rilevamento  1  2  3  4  8  12 14 15 16 41 42 43 44 48 52 54 55 56 81 82 83 84 88 92 94 95 96 Copertura %  20 30 25 30 40 40 40 35 20 10 20 20 20 35 25 35 35 20  5  15 20 20 35 25 35 30 20 Superf
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