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In ricordo di Giorgio Tomaso Bagni

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Academic year: 2021

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696. D’Amore B. (2009). In ricordo di Giorgio Tomaso Bagni. La matematica e la sua didattica. 23, 4, 389-390. ISSN: 1120-9968.

In ricordo di Giorgio Tomaso Bagni

Uno dei referee da me più consultati di questa rivista, nei suoi 23 anni di esistenza, uno degli autori che più ha contribuito ad essa negli anni, l’allievo ed amico Giorgio Bagni, ci ha improvvisamente lasciato. Proprio al momento di pubblicare questo ultimo fascicolo, che doveva solo essere un resoconto della attività pluridecennale ad uso degli studiosi di domani, mai avrei immaginato di dover scrivere queste parole. Giorgio non c’è più e nemmeno sapeva che la rivista stava per chiudere. Avevo deciso di dirglielo all’ultimo momento.

Era talmente importante e profonda la sua produzione, così decisamente vasta e gradevolmente eclettica, che non tento nemmeno di parlarne qui; in qualsiasi sito il Lettore troverà delineato il grande personaggio e l’elenco commentato della sua opera.

Qui voglio dire di Giorgio cose che ben pochi sanno.

Quando aveva 18-19 anni e frequentava l’ultimo anno delle superiori, partecipò ad Udine ad un oceanico seminario di matematica per studenti, nel Palazzo dello Sport. Io ero il relatore, spaventato ma assai divertito da quella enorme massa di diciottenni che immaginavo essere stati portati là a forza da insegnanti ottimisti.

Finito il lunghissimo seminario, fui avvicinato da un giovane che mi chiese: Lei ci ha parlato della matematica e ce ne ha dato varie definizioni; ma io le voglio fare una domanda molto personale: che cosa è per lei la matematica? Pare che gli risposi: Per me è una grande passione. Ma io non ricordavo più tutto ciò…

Circa 7-8 anni dopo, un giovane di Treviso che insegnava da poco in una scuola superiore privata mi chiese un appuntamento a Bologna ed io acconsentii. Era quello stesso, che si era laureato in matematica, aveva fatto qualche esperienza di ricerca in analisi e che, appassionatosi alla storia ed alla filosofia della matematica, mi chiedeva un contatto. Era lui, era proprio Giorgio.

Cominciò a frequentare tutti i santi lunedì il Dipartimento di Matematica di Bologna, dapprima ascoltando le mie lezioni e poi tenendo seminari per studenti, fino a tenere per intero a suo carico come professore a contratto il corso di Storia delle Matematiche per il quale scrisse un superbo e vitatissimo testo in tre volumi.

Nel frattempo studiava e lavorava, eccome, in didattica, fino a quando fu pronto a volare da solo; vinse il concorso a Roma ed il resto è storia rintracciabile su tutte le sue numerose biografie.

Quei lunedì erano densi e fruttiferi per entrambi, duravano anche 12 ore a volte: si pranzava insieme, si discutevano idee, lui partecipava a tutto, apprezzato dai colleghi del Dipartimento, discreto e disponibile.

Naturalmente l’amicizia superò il dominio scientifico, ci frequentammo anche al di fuori; fummo insieme a Querétaro, in Messico, per un lungo periodo, a fare ricerca con i colleghi locali ed a dare seminari; andammo insieme a Cipro e presso tante altre università. Io lo osservavo crescere con molto orgoglio e prendere sempre più strade assai personali. Sono sempre stato un suo lettore critico, tutte le volte che mi ha consultato; certamente, per tutti i suoi libri. Mille e mille volte mi ha chiesto consigli, anche quando le strade si erano oramai separate; abbiamo scritto insieme numerosi articoli ed alcuni libri, l’ultimo dei quali, su Leonardo da Vinci, ci ha molto divertito. Avevamo progettato, proprio i primi di giugno, un nuovo libro insieme; stavamo per firmare il contratto il giorno 11 giugno, ma il 10 notte lui se n’è andato. La sua vita, quel libro, le altre infinite cose che aveva in animo di costruire, ora, non ci sono più.

Quel che ha fatto in campo scientifico ed epistemologico è notevole, ma credo sia mia la colpa di avergli senza volere instillato il gusto della narrazione, tanto che scrisse opere in questo senso, una di racconti matematici molto gradevoli su personaggi della storia; ed una molto profonda e densa,

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talmente narrativa che gli suggerii, circa 10 giorni prima della sua scomparsa, di mandarla a leggere ad un famoso editore che specificamente di narrativa si occupa.

Mentre scrivo queste parole, ancora confuso e stordito, so di altre sue opere in corso di rifinitura ed altre già mandate ad editori; per una di esse, mi sono già speso per far sì che esca in ottobre; per le altre, farò di tutto.

Forse, quando questo testo apparirà, queste decisioni saranno già state prese ed il Lettore saprà allora come comportarsi per non farsene scappare la lettura, lo studio, la meditazione.

Questa rivista, il convegno che l’ha sempre strettamente accompagnata, io stesso, gli dobbiamo molto. Ma non saranno le parole, nessuna parola, ad esprimere sentimenti così profondi.

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