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Abstract
Il radon (Rn-222), gas nobile radioattivo della serie di decadimento dell’U-238, contribuisce
per il 50% alla dose totale di radiazioni ionizzanti ricevute dalla popolazione generale. Si stima un valore medio mondiale riferito alle concentrazioni di radon indoor di 39 Bq/m3,
in Europa la media e’ di circa 59 Bq/m3, in Italia e’di 70 Bq/m3 e in Friuli-Venezia Giulia e’ risultata essere uguale a 99 Bq/m3. E’ importante comunque ricordare che ci sono molte
variazioni anche all’interno delle Regioni e all’interno di singoli Comuni. Secondo l’UNSCEAR (United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic
Radiation) c’è coerenza tra i primi studi epidemiologici sui minatori esposti a radon e le
recenti pooled analisi riferite al radon residenziale, dove e’ risultato un eccesso di rischio relativo per 100 Bq/m3 dell’8% nello studio Europeo (analisi di 13 studi caso-controllo); del 11% in quello Nord americano (analisi di 7 studi caso-controllo) e del 13% in quello Cinese (analisi di 2 studi). Dallo studio Europeo (l’unico che ha applicato un fattore correttivo per le variazioni casuali temporali delle concentrazioni di radon a lungo termine)
e’risultato un eccesso di rischio relativo a lungo termine del 16% per 100 Bq/m3. Ci sono prove consistenti che il radon causi un numero considerevole di tumori polmonari
nella popolazione, la maggior parte dei quali dovuto alle basse e moderate concentrazioni
indoor. Il rischio per i fumatori e’ 25 volte più alto rispetto ai non fumatori. La relazione dose-risposta sembra essere lineare senza soglia, c’è un aumento significativo
di rischio anche sotto i 200 Bq/m3.………. L’infiltrazione di gas dal terreno e’ la fonte piu’ importante di radon indoor.
Relativamente ad effetti radon-correlati diversi dal tumore polmonare, i risultati degli studi non sono stati statisticamente significativi; anche se non si può escludere a priori altre tipologie di conseguenze, sicuramente il maggior impatto sanitario è riferibile alle neoplasie polmonari. Stime recenti attribuiscono al radon il 6-15% dei tumori ai polmoni a livello mondiale. Si stima che in Europa ogni anno 20 mila casi di decessi per cancro ai polmoni siano radon-indotti (il 9% di tutti i decessi per tumore polmonare, che corrisponde al 2% di decessi per tutti i tumori). L’Istituto Superiore di Sanita’ ha stimato che In Italia, dei 31
mila casi annui di tumore ai polmoni, quelli radon-indotti sono tra i 1000 e i 5500. Dallo studio sperimentale del rapporto costo-efficacia (UK) risulta ottimale applicare
misure preventive in tutte le case di futura costruzione nelle aree in cui più del 5% delle
abitazioni esistenti si stima abbiano concentrazioni di radon > a 200 Bq/m3. Fondamentale è la comunicazione del rischio: un raddoppio dei tassi di bonifica nel Regno
Unito si stima possa provocare una diminuzione annuale dei decessi radon-correlati di un fattore 5, mantenendo il livello di riferimento invariato, mentre la riduzione del livello di riferimento da 200 a 100 Bq/m3 con simili tassi di adesione e bonifica potrà far diminuire il numero di decessi radon indotti di un fattore 2.