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Diabasis
AM3 architetti associati Carmen Andriani Walter Angonese Arrigoni architetti Barozzi / Veiga Gabriele Bartocci Gianni Braghieri Riccardo Butini Fabio Capanni
Carlana Mezzalira Pentimalli Massimo Carmassi
Francesco Cellini Francesco Collotti Roberto Collovà Aurelio e Isotta Cortesi Claudio D’Amato Guerrieri Antonio D’Auria
Pietro Derossi
Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola Emanuele Fidone e Bruno Messina
Luigi Franciosini Mauro Galantino Vittorio Gregotti Isolarchitetti Ipostudio Carlo Magnani Camillo Magni
Alberto, Andrea e Giovanni Manfredini MAP Studio Paolo Mellano Vincenzo Melluso Mide architetti Carlo Moccia Enrico Molteni
Monestiroli architetti associati Francesca Mugnai Adolfo Natalini Marcello Panzarella Paolo Portoghesi Franco Purini Sandro Raffone Renato Rizzi Fabrizio Rossi Prodi Andrea Sciascia Franco Stella Laura Thermes Angelo Torricelli
Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni Federico Tranfa
Werner Tscholl Giovanni Tuzzolino Pietro Valle Volpe+Sakasegawa Zanon architetti associati Paolo Zermani
€ 20.00
Identità
Identità dell’architettura italiana 16° Convegno
Firenze, Piazza San Marco
Aula Magna dell’Università degli Studi di Firenze 5 - 6 Dicembre 2018
Il Convegno è organizzato da:
Università degli Studi di Firenze Dipartimento di Architettura Scuola di Dottorato in Architettura Con il patrocinio di:
Casabella Promosso da:
Federazione Architetti, Pianificatori, +]]]]]], Conservatori toscani
Fondazione e Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori di Firenze
Comitato scientifico:
Fabio Capanni, Francesco Collotti, Maria Grazia Eccheli, Fabrizio Rossi Prodi, Paolo Zermani
Direttore del Dipartimento: Saverio Mecca
Responsabile Amministrativo del Dipartimento: Jessica Cruciani Fabozzi
Responsabile area ricerca: Gioi Gonnella
Segreteria organizzativa: Donatella Cingottini
Cura scientifica e redazione del catalogo:
Giulio Basili, Lisa Carotti, Giuseppe Cosentino, Edoardo Cresci, Chiara De Felice Mattia Gennari
Con il sostegno di:
Le fotografie e i disegni pubblicati sono stati forniti dagli autori dei progetti e delle opere in catalogo. L’editore è a disposizione degli eventuali aventi diritto in base alle leggi internazionli sul copyright
Il volume è realizzato da Edizioni Diabasis - Diaroads srl Stradello San Girolamo 17/B - 43121 Parma
ISBN 978-88-8103-923-4z
Il catalogo è soggetto ad un sistema di valutazione dei testi basato sulla revisione pari-taria e anonima (peer-review). I criteri di valutazione adottati riguardano l’originalità e la significatività del tema proposto, la coerenza teorica e la pertinenza dei riferimenti rispetto agli ambiti di ricerca propri della pubblicazione
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NDICE 8 12 16 18 20 22 24 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 100 102 104 106 108 110 112 114 116Paolo Zermani Che cosa pensano le statue? INCIPIT
Giulio Paolini FOTOGRAMMI Isabella Balena Olivo Barbieri
Giovanni Berengo Gardin Giovanni Chiaramonte Mimmo Jodice OPERE E PROGETTI AM3 Architetti Carmen Andriani Walter Angonese Arrigoni architetti Barozzi/Veiga Gabriele Bartocci Gianni Braghieri Riccardo Butini Fabio Capanni
Carlana Mezzalira Pentimalli Massimo Carmassi
Francesco Cellini Francesco Collotti
Roberto Collovà
Aurelio e Isotta Cortesi Claudio D’Amato Guerrieri Antonio D’Auria
Pietro Derossi
Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola Emanuele Fidone e Bruno Messina
Luigi Franciosini Mauro Galantino Vittorio Gregotti Isolarchitetti Carlo Magnani Camillo Magni
Alberto, Andrea e Giovanni Manfredini MAP Studio Paolo Mellano Vincenzo Melluso Mide Architetti Carlo Moccia Enrico Molteni
Monestiroli Architetti Associati Francesca Mugnai Adolfo Natalini Marcello Panzarella Paolo Portoghesi Franco Purini Sandro Raffone Renato Rizzi Fabrizio Rossi Prodi Andrea Sciascia Franco Stella Carlo Terpolilli
Laura Thermes Angelo Torricelli
Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni Federico Tranfa
Werner Tscholl
Giovanni Francesco Tuzzolino
Pietro Valle Volpe+Sakasegawa Zanon Associati Paolo Zermani 118 120 122 124 126 128 130 132 134 136
Alberto, Andrea e Giovanni Manfredini
Progetto per la sede della Polizia Municipale in viale IV Novembre a Reggio Emilia Alberto, Andrea e Giovanni Manfredini; committente: Comune di Reggio Emilia
2018
In questo testo, rivolto a quei giovani di oggi che si accingono a essere gli architetti di domani, troviamo utile, invece di ribadire i nostri convincimenti alla base del processo progettuale, parafrasare una riflessione di Toni Servillo sul teatro e sul ruolo dell’attore, per riproporla a proposito dell’architettura e del ruolo dell’architetto.
“Ogni volta che vi risulta facile, mi riferisco a un progetto ottenuto senza sforzo, questo non va bene”. Il processo progettuale richiede sempre un grande sforzo. La tecnica che non viene dal sentimento crea banalità. L’architettura è un’occasione straordinaria che aiuta a orientarci nella vita. La realizzazione del progetto è la nostra immagine: entrambi al servizio della società. Il mestiere dell’architetto è da considerarsi ‘prostituito’ se affidato solo all’effimero talento di natura funambolica anziché alla messa in discussione di sè stessi. Il talento ci vuole ma non basta. È condizione necessaria ma non sufficiente. L’architetto è delegato dalla società civile a testimoniare i valori del testo per relazionarli al contesto. I giovani architetti devono essere consci di come ci debba essere perfetta identità tra ciò che essi sono e ciò che essi rappresentano. La propria architettura dà il senso della propria vita. Come il teatro, considerato l’arte del travestimento, è ciò in cui attraverso il massimo della finzione si cerca di ‘mettere in scena’ il massimo dell’autenticità, così l’architettura è ciò in cui, attraverso la necessità del segno, si cerca di ‘mettere in opera’ il ‘valore’ di una società civile. Questa richiesta di aderenza tra ciò che si è e ciò che si fa è, prima di tutto, regola morale. Per raggiungere questo risultato ci vuole il tempo necessario. Non come oggi, dove il risultato deve arrivare immediatamente, altrimenti il fallimento è dietro l’angolo. Perché pure il fallimento è un ‘valore’, un momento di crescita, un’ulteriore offerta di ripartenza. Il teatro si oppone alle distorsioni della contemporaneità ponendo al centro la qualità della parola, che è tale perché è necessaria. L’architettura pone la questione della ‘centralità’ del progetto, che per essere tale deve essere ‘semplice’, un progetto in cui ogni segno è necessario. Il teatro è l’opposto delle parole pronunciate con ‘rumore’. La parola recitata nasce da una necessità che presuppone il “silenzio”. L’architettura condanna la ‘diversità’ che produce solo il ‘rumore’ indistinto dell’uniformità, per trovare nel ‘silenzio’ il senso più alto della propria autentica necessità. E il progetto della nuova Sede della Polizia Municipale di Reggio Emilia si allinea a queste argomentazioni.
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