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Enthymema

VII 2012

Enthymema, VII 2012, p. 235

http://riviste.unimi.it/index.php/enthymema

Che cos’è la letteratura comparata

di Mariangela Lopopolo

Laura Lucia Rossi

Abstract

In questo articolo recensiamo Che cos’è la letteratura comparata di Mariangela Lopopolo (Roma: Ca-rocci, 2012.)

Parole chiave

Letteratura comparata, rapporti letterari, letteratura generale

Contatti

lauralucia.rossi@gmail.com

Recensione

Affrontare una delimitazione degli studi comparatistici significa non solo, come accade per qualsiasi disciplina, metterne a fuoco i presupposti, i metodi, gli strumenti e le ten-denze che l’hanno attraversata ma anche, per quanto riguarda il panorama italiano, fare i conti con una evoluzione storica in parte indipendente da quella vissuta dalle grandi scuole comparatistiche, la francese e l’americana.

Non che ciò sia, nella prassi, sfociato in un vero isolamento, tuttavia la semplificazio-ne della polemica gentiliana (ma non era, a suo modo, egli stesso un comparatista?) ha senz’altro gettato un anatema e ha influenzato per molto tempo le sorti di questo settore di ricerca, quanto meno in ambito accademico e nel dibattito letterario.

È solo tra gli anni ’80 e ’90 che gli studi comparati guadagnano in Italia una degna po-sizione istituzionale, prima con l’introduzione della cattedra nelle università, poi con la fondazione della Società Italiana di Comparatistica Letteraria (SICL) nel 1985 a opera, tra gli altri, di Armando Gnisci e dell’Associazione per gli studi di Teoria e Storia comparata della letteratura (COMPALIT) che ebbe tra i fondatori, nel 1993, Francesco Orlando e Remo Ceserani.

Ciò naturalmente ha colmato l’ingombrante vuoto italiano, durato quasi un secolo, ma non ha spazzato via completamente la diffidenza verso una disciplina spesso conside-rata, anche da studiosi letterari di altro ambito, troppo eclettica e soprattutto verso (tal-volta non a torto) le sue più recenti tendenze.

Che dire poi dei numerosi corsi universitari che recano il nome «Letterature compara-te», al plurale? Niente di male, ma anche questo particolare sembra andare a detrimento della fama di un settore di studi praticato e fruito da moltissimi ma non sempre cono-sciuto a fondo nei suoi presupposti e del quale si dimenticano talvolta la specificità e la precisa identità, innanzitutto metodologica.

Pubblicato per la collana «Bussole» di Carocci, Che cos’è la letteratura comparata di Ma-riangela Lopopolo fornisce tutte le coordinate necessarie a un’introduzione puntuale alla materia. Ciò avviene per mezzo di una struttura agile che offre in primis una sintetica car-rellata storica dalle origini della disciplina fino ai tempi recentissimi, senza tralasciare la delicata «questione italiana».

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Che cos’è la letteratura comparata di Mariangela Lopopolo Laura Lucia Rossi

Enthymema, VII 2012, p. 236

http://riviste.unimi.it/index.php/enthymema

Il resto del manualetto è diviso in tre sezioni, ciascuna dedicata alle macro-aree dello studio comparatistico, tuttavia senza che la tripartizione intacchi l’idea di «identità con-creta» e unitaria della disciplina, ribadita anche dal singolare del titolo.

La letteratura comparata è presentata, dunque, in tutto il suo ventaglio, in quanto confronto transculturale volto alla ricognizione e all’esame dei rapporti letterari, in quan-to confronquan-to sovranazionale, con la sua vocazione di «letteratura generale», in quanquan-to confronto interdisciplinare tra la letteratura e le altre arti e scienze, gli studi culturali, femminili, postcoloniali.

Insomma, Lopopolo fornisce uno strumento pratico, essenziale e accessibile, ma an-che rigoroso e lontano da eccessive semplificazioni. Non solo: il profilo, sintetico ma mai asettico, è arricchito, oltre che da numerose esemplificazioni, da una continuata, ancor-ché succinta, dimostrazione pratica. L’autrice propone, infatti, gli studi danteschi come esempio di prassi comparatistica nelle tre macro-aree di ricerca, mostrando come l’autore della Commedia sia stato oggetto dell’indagine del rapporto tra culture differenti, delle in-fluenze da e verso altri autori, degli studi tematici ecc. Il ricorso al più classico dei classi-ci, con il quale anche i lettori meno avveduti o gli studenti alle prime armi hanno già avu-to a che fare, rafforza così l’utilità dell’esempio e risalta ancora una volta il carattere uni-tario e insieme trasversale della letteratura comparata.

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