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Collaborazione turistica bottom-up; studio di una possibile implementazione del metodo San Gallo nella Costa Verde.

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Academic year: 2021

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U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I P I S A

F O N D A Z I O N E C A M P U S

Corso di Laurea Magistrale in

Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici Mediterranei

TESI DI LAUREA

Collaborazione turistica bottom-up: studio di una possibile implementazione del Modello San Gallo nella Costa Verde.

Relatore

Chiar.mo Prof. PIETRO BERITELLI

Candidato

DIEGO FODDI

(2)

A chi vuole fare delle scelte e aspetta il momento giusto per farle

A chi non perde il coraggio di provare, di incuriosirsi e di amare

Ai sacrifici e agli sforzi

Alle persone che c’erano e che adesso non ci sono più.

(3)

Ringraziamenti

Credo che avere tante persone da ringraziare sia una fortuna. Probabilmente la fortuna più grande di tutte. Dalla riconoscenza deriva la forza, lo stimolo, la perseveranza; solo se facciamo qualcosa anche per gli altri siamo in grado di scavalcare tutte le ragioni che ci portano a pensare di non farcela. Per questo prima di dire grazie a qualcuno, vorrei ringraziare il fatto stesso di potervi ringraziare tutti, davvero.

Non posso che dire grazie alla mia terra, protagonista indiscussa di questa tesi. Oltre che esserti lasciata ammirare, ti sei lasciata esaminare spontaneamente come se avessi capito che umilmente cercavo una cura a qualche tuo problema. Grazie a chi ha parlato per lei.

Quasi mi disturba dover mettere sotto forma di parole il grazie per la mia famiglia, nessun foglio e nessuna frase potrebbero mai avvicinarsi al profondo rispetto che nutro per la vostra pazienza, intelligenza, gioia e comprensiva vicinanza. Papà, Mamma, spero con tutto il cuore di avere la forza di ripagare anche solo la metà dei vostri sacrifici fisici e mentali, metto nero su bianco che mi impegnerò giorno dopo giorno a difende i

nostri valori. A chi avrà il nostro cognome trasmetterò ciò che mi insegnate voi. A Marta e Laura se potessi ergerei un monumento nel primo capitolo, ma non mi è tecnicamente

possibile. Mi avete incoraggiato, ospitato, aiutato, arricchito e coccolato ogni giorno, siete il motivo per cui auguro a tutti di conoscere la fortuna di avere due donne come voi in casa, due sorelle come voi sempre pronte a togliersi il tempo per regalarmelo. Un grazie altrettanto grande a Massi e Filippo, ormai siete ben più di due cognati. A Irene e Letizia, gioie della mia vita. A tutta la mia famiglia allargata, presenti ogni giorno. Scusate se non vi nomino tutti ma sapete bene che la tesi raddoppierebbe la sua lunghezza.

Emanuele, Cristian, Lorenza, Stefano, Stefano, Filippo, Marco, Diego, Emanuele e tutti gli altri. Avere degli amici è una salvezza, poter contare sempre sugli stessi è molto di più. Grazie per aver accettato ogni momento di questo percorso.

Grazie ai miei compagni di corso, e a tutte le persone conosciute in questa regione magnifica; conoscenze trasformate in salde amicizie che non potrò mai fare a meno di portare con me. C’è una persona che ha cambiato il mio modo di vedere tante cose ed è arrivata nel bel mezzo di tutto questo, il mondo mi ha fatto un regalo. Tutto ciò che mi dai tutti i giorni da qualche tempo a questa parte fa sì che questo non sia un mio, ma un nostro prodotto. Simona la ringrazio, abbraccio forte lei e il pensiero stesso di averla accanto.

(4)

Sommario

Introduzione ... 6

1 Background della Destinazione ... 7

1.1 Zona d’interesse ... 7

1.2 Dal 1848 al 1991: l’importanza delle miniere ... 9

1.3 Turismo rurale e agriturismo: la micro-ospitalità ... 12

1.4 I dati del turismo ... 13

1.5 Limiti e potenzialità ... 19

1.6 La sostenibilità turistica e la comunità europea ... 20

1.7 Il Cammino di Santa Barbara e gli altri progetti ... 23

2 Theoretical Framework ... 25

2.1 Quadro di Ricerca ... 25

2.1.1 Fattori Chiave ... 27

3 Metodologia ... 29

3.1 Introduzione al metodo ... 29

3.2 L’importanza della domanda ... 30

3.3 La co-produzione turistica ... 34

4 I concetti chiave del modello ... 37

4.1 Dai flussi quantitativi ai quelli qualitativi. ... 37

4.2 Complessità e dinamicità ... 38

4.3 Flussi, traiettorie e corridoi: tanti livelli della stessa destinazione .... 39

4.4 Geometrie variabili ... 44

5 Il percorso circolare del modello San Gallo ... 48

5.1 Introduzione ... 48

5.2 Osservare i visitatori e tracciare le mappe ... 49

5.3 Sovrapporre le mappe ed elaborare un piano ... 51

5.4 Esplorare le reti ed identificarne le leve ... 52

(5)

6. Il modello San Gallo applicato alla Costa Verde ... 59

6.1 Le motivazioni ... 59

6.2 I limiti ... 61

6.3 La raccolta dei dati ... 61

7. Implementazione ... 62

7.1 Prima fase: le mappe degli informatori ... 62

7.1.1 Turismo su due ruote ... 62

7.1.2 Il relax dal nord Europa ... 67

7.2 Seconda fase: sovrapposizione delle mappe e individuazione nuove attrazioni ... 72

7.3 Terza fase: chi e cosa stimola i flussi? ... 80

7.4 Quarta fase: una visione diversa della destinazione nella divisione delle responsabilità ... 83

7.5 La quinta e la sesta fase ... 86

8. Discussione ... 87

8.1 Proseguire la ricerca ... 89

9. Limiti... 89

10. Conclusioni ... 90

APPENDICE 1 ... 92

Questionario informativo di indagine sull’occupazione nelle strutture ricettive della Costa Verde (Sud Sardegna)... 92

Metodo di raccolta dei contatti ... 92

Le domande e i risultati ... 93

Il legame tra i flussi e il questionario ... 99

APPENDICE 2 ... 102

Modelli di attività ... 102

Bibliografia ... 106

(6)

6

Introduzione

La presente tesi è l’elaborato finale volto al conseguimento della laurea magistrale in Progettazione e Gestione dei Sistemi Turistici Mediterranei presso il Campus di Lucca, sotto parziale patrocinio dell’Università di Pisa. Il candidato sceglie di implementare il St. Model for Destination ManagementR

nella destinazione turistica “Costa Verde”, situata nella parte sud-occidentale della Sardegna. Si è scelto di applicare il suddetto metodo innovativo di offerta turistica a questo territorio poiché quest’ultimo presenta storicamente delle forti criticità nel campo della strutturazione di un’offerta efficiente, e il modello in questione può essere capace di elevarne le grandi potenzialità turistiche. Essendo a conoscenza del metodo e della sua natura che presuppone una collaborazione fortemente basata su quelli che sono i protagonisti del territorio, si è quindi voluto cercare di dare un’opportunità di parola e di azione a una comunità schiacciata da sovrastrutture che ne hanno nel tempo limitato la sua operatività. Il benessere del settore turistico in una parte di territorio che per vocazione dipende da esso infatti, non può che portare giovamento sociale ed economico a delle comunità che risentono già quotidianamente di piaghe come la disoccupazione e il conseguente spopolamento. La conoscenza della destinazione e l’attenzione nei confronti di certi problemi, legati però a certe opportunità, hanno fatto sì che nascesse questo prolifico incontro tra una metodologia teorizzata per la prima volta nel 2015 tramite il libro omonimo, e una desertica e bellissima costa della Sardegna centro-meridionale. La volontà espressa è quindi quella di poter creare una modalità di ingresso economico sostenibile e in linea con le caratteristiche di offerta del territorio, unite a quelle della domanda dei flussi turistici, che appunto siamo andati a studiare.

(7)

7

1 Background della Destinazione

1.1 Zona d’interesse

Il territorio che si vuole prendere in esame con questo progetto è quello della

Costa Verde, che si trova nella zona sud-occidentale della Sardegna ed è

interamente amministrata dal Comune di Arbus. È delimitata ad ovest dal mare, a nord dal promontorio di Capo Frasca (da cui prende il nome la grande base N.A.T.O. che vi risiede da 50 anni), a sud dall’imponente promontorio di Capo Pecora e nell’entroterra incontra il confine di diversi comuni che si alternano nei 50km di estensione.

Nelle rappresentazioni grafiche (Fig. 1, Fig. 2), si può notare chiaramente quanto il territorio in questione si estenda lungo la parte sud-occidentale dell’isola. La Costa Verde, intesa in senso stretto, ha come limiti politici quelli esposti nel paragrafo precedente, ma nelle delimitazioni espresse nelle figure ci si spinge sicuramente più internamente rispetto a quella che è intesa come zona costiera. Questo perché il legame tra la costa e i paesi limitrofi1 che si

trovano a circa mezzora da essa è talmente forte da permettere di conservare dei tratti in comune tanto forti da poter uniformare il territorio circostante. È ingeneroso infatti, oltre che poco realistico, escludere dall’interesse turistico i

1 Per paesi limitrofi si intendono Guspini, Gonnosfanadiga, Villacidro, San Gavino, Pabillonis,

Fluminimaggiore. Leggermente più a nord Arborea, San Nicolò Arcidano, Terralba.

(8)

8 paesi che non fanno parte politicamente della Costa Verde, o perlomeno sarebbe inefficacie non includerli in uno sguardo volto a voler accomunare sotto criteri culturali, naturalistici, sociali, economici dei territori che vedono numerosissimi tratti in comune tra loro. La costa infatti non presenta grandi centri urbani abitati per tutto il corso dell’anno, ma affida la sua esistenza e sussistenza turistica a un riflesso proveniente dai paesi vicini, che di fatto tramite le frequentazioni dei locali attivano un discreto indotto fin dalla bassa stagione. Storicamente infatti i centri più frequentati della costa sono composti per un buon 80-90% dalle seconde case degli abitanti dei paesi vicini, da chi ha acquistato o costruito convenientemente immobili tra gli anni ’70 e ’80 nelle vicine zone costiere.

Oltre a estendere la zona presa in esame fino a circa quaranta chilometri verso l’interno, si comprende Carbonia-Iglesias, a dispetto invece dell’appartenenza dei comuni del medio campidano all’odierna provincia del Sud Sardegna. Sempre prestando attenzione ai tratti comuni che è possibile osservare anche in questa parte di territorio, sembra incoerente escludere il Comune di Buggerru, Fluminimaggiore e Masua (Iglesias), i quali rappresentano una bella e ricca espressione delle potenzialità costiere e naturali. I sopracitati comuni si trovano infatti più a sud rispetto al promontorio di Capo Pecora, ma mostrano un palese collegamento nei loro flussi, nelle motivazioni che spingono i visitatori a recarvisi e soprattutto per via del tipo di attività che è possibile svolgere. La zona di interesse si allarga politicamente a quella che risulta essere buona parte della provincia del Medio Campidano2. I territori in

questione peraltro condividono una storia economica risalente a buona parte del ‘900 basata sulle miniere e sulle attività che vi erano connesse, quindi oltre ai tratti naturalistici si osservano delle importanti similitudini culturali e di impiego lavorativo di cui ancora oggi si notano gli strascichi.

Le importanti lacune turistiche odierne di cui si parlerà in seguito, dipendono fortemente dall’assenza negli anni di lungimiranti progetti che abbiano

2 “La provincia del Medio Campidano è stata una provincia italiana della Sardegna. Istituita

nel 2001 e attiva tra il 2005 e il 2016, la provincia contava ventotto comuni del Campidano centro-occidentale, poi passati alla provincia del Sud Sardegna. Fu inoltre una delle sei province italiane con capoluogo condiviso tra due o più comuni, nella fattispecie Villacidro e Sanluri, le cui iniziali compongono la sigla della provincia, VS.”

(9)

9 permesso un’organizzazione plasmata intorno al settore, lasciando di fatto incontrollata la gestione e la tutela di un settore teoricamente basilare per il territorio. Ci si è affidati negli anni a fonti di reddito industriali, edilizie o agro-pastorali.

1.2 Dal 1848 al 1991: l’importanza delle miniere

La seconda rivoluzione industriale cambiò l’Europa e il mondo, e la Sardegna sud occidentale ne fu un esempio lampante.

A metà ‘800, esattamente nel 1848, grazie all’intuizione di personalità di spicco3 ricordate ancora oggi come i pionieri dell’era mineraria del campidano,

il re Carlo Alberto di Savoia firmò l’atto di concessione perpetua per lo sfruttamento della miniera di Montevecchio, che nel 1865 con 1100 operai divenne la miniera più importante non solo dell’isola ma di tutto il Regno d’Italia4. Oltre alla miniera di Montevecchio, sicuramente il centro più grande

per quanto riguarda l’attività mineraria e che fino a metà del ‘900 contava quasi 5000 abitanti, ebbero notevole sviluppo e successo anche le miniere di

Ingurtosu (non distante da Montevecchio) e più a sud quelle di Masua e Porto Flavia.

L’impatto economico sul territorio fu immenso nel periodo in cui in tante altre parti d’Italia e d’Europa si cominciava a investire nel turismo e nella costruzione di destinazioni che funzionassero in modo direttamente dipendente dal settore turistico. Questo chiaramente da un lato rappresentò una grande fortuna per un territorio fino a quel punto molto legato a una cultura e ad attività agricole e di allevamento, ma dall’altro fece sì che non ci si confrontò con la necessità di sfruttare la costa e l’entroterra come una fonte di reddito derivante dall’accoglienza. Nei paesi circostanti come Guspini e Arbus in particolare, ma anche Gonnosfanadiga, Villacidro e San Gavino Monreale, per quasi un secolo le attività minerarie rappresentarono il centro di gravità indiscusso della zona che offuscò ogni pensiero al futuro economico in senso diverso da quello minerario. Non ci si confrontò con la possibilità che l’estrazione dei minerali, in particolare zinco e piombo, finisse, e ci si è trovati

3 L’imprenditore e politico sassarese Giovanni Antonio Sanna; Don Giovanni Antonio

Pischedda che per primo ebbe l’intuizione sotto suggerimento del padre mercante;

4 Per una panoramica sull’argomento e sulla storia mineraria di Montevecchio e Ingurtosu,

(10)

10 quantomeno impreparati nel momento in cui questo è accaduto. Oggi si conosce bene l’importanza dell’approccio della destinazione nei confronti dell’accoglienza turistica, ci si rende conto che in un mondo globalizzato e con un’altissima mobilità internazionale non ci si può improvvisare e se ne paga inevitabilmente il prezzo. Tutta la zona costiera di conseguenza è sempre stata vista come un luogo per avere una seconda casa, una sorta di giardino incantato molto apprezzato dai suoi abitanti ma mai concepito come meta turistica prelibata. Anche per questo tipo di “invadenza economica” allo stesso modo le attività tradizionali, eno-gastronomiche e i relativi tratti culturali, non sono mai stati messi in discussione come caratteristiche da mettere in mostra al visitatore, sono rimasti piuttosto gelosamente custoditi senza pensare ad essi come prodotto vendibile e portatore di benessere economico. Ciò viene anche legittimato dal fatto che per circa vent’anni la società che gestiva la miniera divenne la maggiore produttrice di zinco e piombo d’Italia5. Tuttora ad

ampie parti di popolazione residente appare difficile capacitarsi del perché sia interessante conoscere e vedere con i propri occhi il metodo di preparazione della pasta tipica come la fregola, trovarsi a stretto contatto con una natura pressoché incontaminata ricca di fauna selvatica (cervi, mufloni, daini, cinghiali, ed altri), conoscere la moltitudine di piante autoctone, o usufruire della bellezza incantata delle spiagge chilometriche.

Oggi si assiste a un cambio totale di prospettiva in questo senso: il bene da mostrare sono i ruderi e i cantieri dismessi delle miniere stesse, bisogna imparare dalle miniere ad accogliere e il fatto che il territorio abbia bisogno di loro per impararlo e reinventarsi è la seconda possibilità che questo fiorente complesso economico conferisce al territorio.

Proprio seguendo questa necessità e questa opportunità, i paesi circostanti da diversi anni mettono in pratica delle politiche di rivalutazione e restauro dei complessi minerari, rendendoli fruibili ai flussi di turisti che vogliono conoscere una parte fondamentale della storia del territorio. È senza dubbio una sfida quella di cercare di diversificare le sorti di un territorio che appare da sempre

5 Montevecchio Società Italiana del Piombo e dello Zinco;

https://it.wikipedia.org/wiki/Montevecchio#Gli_anni_del_massimo_splendore (Consultato il 27/09/2020);

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11 a vocazione maggiormente balneare, ma la vicinanza alla costa dal quale Montevecchio dista circa venti minuti offre degli spunti interessanti.

A conferma dell’interesse esistente attorno a siti storico-culturali della zona, il sito minerario arburese-guspinese fa parte del Parco geominerario storico ed

ambientale della Sardegna, il quale ha fatto parte dell’importante rete mondiale

di GEOPARKS dell’Unesco6. Il parco è stato il primo “parco geominerario” al

mondo, ed è stato infatti inserito nella stessa rete a conferma delle sue qualità nel 2007, salvo poi non essere riconfermato nel 2019. L’atto nella mancata conferma di quest’ultimo è riconducibile a lacune dal punto di vista organizzativo perdurate fin dalla nascita del parco stesso, ma mai colmate fino al punto da guadagnarsi l’appartenenza al blasonato e redditizio circuito. Incapacità di creare un sistema integrato e la mancanza di collaborazione tra le varie parti del parco geominerario che abbraccia nel pratico 8 aree complessive disseminate in tutta l’isola, queste sono state le motivazioni principali che hanno spinto i commissari Unesco a escludere il bene isolano dal circuito di protezione di beni culturali in senso turistico. La scarsa coesione e condivisione d’intenti infatti non ha potuto che portare alla non erogazione dei servizi fondamentali per permettere uno sviluppo di un relativo circuito collegato alle tante aree minerarie. Le 8 aree del parco infatti si sviluppano in 3800 chilometri quadrati, arrivando a comprendere 81 comuni; questa stessa eterogeneità e diversità insita nei caratteri principali di questo bene ne determinano il suo immenso interesse, ma fanno anche sì che diventi abbastanza complesso riuscire a dare un’immagine forte e ugualmente attraente dell’interezza del sistema parco7.

Non si può prescindere dalla storia economica e sociale che rappresentano le miniere per la Sardegna Sud Occidentale, coscienti di cosa abbiano significato in passato ma attenti a come declinare la loro rivalorizzazione per il futuro del territorio.

6

http://www.unesco.org/new/en/natural-sciences/environment/earth-sciences/unesco-global-geoparks/ (Consultato il 30/09/2020);

7 “Il Parco”, http://www.parcogeominerario.eu/index.php/parco?lang=it (Consultato il

(12)

12

1.3 Turismo rurale e agriturismo: la micro-ospitalità

I tratti naturali e culturali della destinazione hanno fatto sì che quello che si sviluppasse maggiormente negli anni come circuito turistico, fosse quello della

micro-ospitalità. Quest’ultima si esprime non basandosi su grandi investimenti

edilizi piuttosto che su grandi aree edificate in favore di uno sviluppo urbanizzato, che andrebbe a danneggiare o perlomeno modificare i tratti caratteristici del territorio, bensì su una distribuzione capillare di piccole attività ricettive nate perlopiù a livello familiare.

L’intimità e la vicinanza con la quale i locali si sono sempre rapportati alla costa e alla fruizione turistica del territorio, e i diversi flussi economici che hanno caratterizzato la storia recente e meno recente dello stesso, hanno avuto infatti diversi effetti. In primo luogo hanno fatto sì che non si strutturassero dei grandi progetti non in armonia con la natura del posto, in secondo luogo hanno però lasciato che l’accoglienza e l’apertura ad attività ricettive partisse dal singolo, dall’abitante conoscitore della parte più nascosta e profonda della destinazione.

Sono tanti infatti i vecchi allevamenti dei padri o dei nonni convertiti in agriturismi, B&b, turismo rurale o CAV8, che offrono quindi una copertura

praticamente capillare sparsa sul territorio. Tale modalità di offerta turistica ha chiaramente dei risvolti positivi, altri che invece rappresentano dei contro per quanto riguarda l’economia e lo sviluppo di una rete strutturata su ampio raggio.

Un importante contributo per esempio, deriva dalla credibilità della provenienza dell’offerta stessa. I visitatori che si rapportano con la destinazione infatti imparano a conoscerla da chi quest’ultima la tocca con mano da sempre, la conosce profondamente e di conseguenza la rispetta in maniera innata. Dal modo con cui trattare una certa semenza, alla comprensione del mare o del cielo per prevedere le condizioni meteo, sono testimonianze che rimangono impresse e provengono dal “basso”, capaci di

8 Le “case e appartamenti vacanze (CAV)” sono strutture ricettive gestite in modo unitario e

organizzate per fornire alloggio e eventualmente servizi complementari, in unità abitative, o parti di esse, con destinazione residenziale, composte da uno o più locali arredati e dotati di servizi igienici e di cucina e collocate in un unico complesso o in più complessi immobiliari.

(13)

13 catturare l’attenzione di chi cerca delle esperienze fortemente legate al territorio.

Nella moltitudine di agriturismi e Bed&Breakfast che occupano il territorio si ha come l’impressione di venire accolti in dimore ferme nel tempo, capaci tramite il cibo e i racconti di catapultare il visitatore nella realtà più autentica del territorio.

Allo stesso tempo un tipo di offerta turistica simile a quello di cui si parla ha degli importanti aspetti negativi, i quali derivano per esempio da uno scollegamento infra-territoriale, uno scarso adeguamento ai metodi di fruizione coerente con i tempi moderni, e un ridotto bacino di utenza per quanto riguarda l’appeal nazionale a internazionale, oltre a degli importanti limiti infrastrutturali che ne condizionano fortemente l’accessibilità. Difetti di questo tipo sono endemici nel territorio, hanno cause complesse che risiedono dalla gestione dal punto di vista amministrativo del posto, a caratteristiche comportamentali dei suoi abitanti. La difficoltà principale consiste nella mancanza di una sinergia condivisa capace di conferire un’immagine omogenea del territorio, la quale permetterebbe di creare una sorta di brand-ombrello per la costa verde.

1.4 I dati del turismo

Per quanto riguarda le statistiche esistenti in merito, i dati confermano i discorsi già citati in precedenza. Per quanto riguarda le elaborazioni statistiche basate sui dati relativi al territorio in questione, si è cercato di raccontare con i numeri ciò che è stato esposto precedentemente. La tipologia e la quantità di strutture ricettive che esistono sul territorio ci può infatti dare un grosso aiuto a livello di comprensione della sua natura turistica predominante.

Per fare questo c’è bisogno di un chiaro e diretto raffronto con altre aree che invece vivono diversamente lo stesso tipo di mercato, e di conseguenza si comportano anche in maniera completamente diversa sotto il punto di vista delle reti di offerta e dei fornitori di servizi.

(14)

14 Entrando nel merito delle informazioni e dei dati rilevanti per il nostro discorso, le strutture alberghiere presenti nel territorio del comune di Arbus sono inferiori rispetto a quelle che dovrebbero essere le proporzioni nei confronti degli oltre 45 chilometri di costa, mentre si nota una massiccia presenza di strutture extra-alberghiere, le quali aggregate forniscono la maggior parte dell’offerta ricettiva.

Si denota (Grafico 1) dal rapporto del tasso di presenza alberghiera ed extra-alberghiera infatti, la più alta concentrazione di Agriturismi e B&B rispettivamente 42% e 25% al fronte del 14% riguardante il dato hotel9. Questo

primo valore potrebbe già accreditare l’ipotesi di una superiorità numerica di attività ricettive assimilabili e simbolo della micro-ospitalità, rispetto a una più larga scala del settore alberghiero. Nonostante accada ormai sempre più spesso che gli alberghi si calino totalmente nel dare la possibilità di entrare a stretto contatto con il territorio diventando influenzatori veri e propri del mercato, in strutture notoriamente più piccole e generalmente guidate da personalità più vicine alla quotidianità “tradizionalista” del luogo, il contatto tra

9 Dati relativi all’alberghiero: Esercizi ricettivi : Capacità degli esercizi ricettivi per Movimento

dei clienti negli esercizi ricettivi per tipo di esercizio - mensili - com.; http://dati.istat.it/#; Dati

extra-alberghiero: Elenco Strutture ricettive 2019 PUL – Comune di Arbus, Assessorato Turismo; 14% 42% 25% 5% 14%

% Strutture Ricettive Arbus 2019

Alberghi

Bed&Breakfast

Agriturismo

Turismo Rurale

CAV/Affittacamere

Grafico 1 Mostra in percentuale i diversi tipi di strutture ricettivi presenti nel comune di Arbus, percentuale che deriva dal numero assoluto delle strutture

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15 turista e chi accoglie appare certamente più immediato e più autentico. Il ragionamento a cui si fa riferimento quindi è quello per cui nelle grandi strutture alberghiere si ha necessariamente un contatto umano più distaccato rispetto agli agriturismi, B&b ed esempi di turismo rurale.

Il dato riguardante il numero di attività aggregate per tipo di esercizio potrebbe tuttavia risultare fuorviante al fine di una corretta ed efficace

osservazione numerica; pertanto si esprime il dato che sintetizza il numero di posti letto relativo al tipo di attività citata in precedenza (sempre riferito al Comune di Arbus).

Come emerge dal Grafico 2, se si considera singolarmente il dato relativo ai posti letto distinti per tipo di struttura, le strutture alberghiere nonostante siano numericamente inferiori sul territorio, conservano una buona percentuale di capienza aggregata; scindendo però il macro-settore

alberghiero da quello extra-alberghiero, si denota una chiara prevalenza di posti letto disponibili per quanto riguarda la suddivisione che comprende agriturismi, B&B, Cav e turismo rurale10.

10 Per turismo rurale si intende quel complesso di attività di ricezione, di ristorazione, di

organizzazione del tempo libero e di prestazione di ogni altro servizio finalizzato alla

fruizione turistica dei beni naturalistici, ambientali e culturali del territorio rurale extraurbano. Il t. r. è considerato attività commerciale ed è sottoposto alle apposite leggi.

https://www.sardegnaimpresa.eu/it/node/3233;

Grafico 2 Posti letto in percentuale per tipo di struttura ricettiva nel comune di Arbus 35%

17% 28%

5% 15%

% Posti letto per tipo di struttura

Esercizi Alberghieri Bed&Breakfast Agriturismo Turismo Rurale CAV/Affittacamere

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16 Grafico 3 - Alberghiero ed Extra-Alberghiero (Arbus)

Nel Grafico 3 si nota la differenza in termini di quantità di un’offerta maggiormente legata alla fruizione naturalistica del territorio, rispetto a un turismo più piatto e distaccato dalla società e dalla realtà quotidiana del posto, maggiormente assimilabile a quello della grande ricettività. Inoltre è importante fare riferimento al numero dei posti letto oltre a quello del numero delle strutture ricettive per via della natura delle strutture stesse: gli alberghi hanno generalmente molta più capacità rispetto a piccole strutture extra-alberghiere, nonostante possano essere in numero inferiore rispetto alle ultime. È sicuramente un’indagine che potrebbe essere esplosa e proseguita sotto tanti punti di vista e prestando attenzione a numerosi spunti, però questi dati possono fornire un quadro generale solida della situazione.

Come raffronto è inevitabile considerare altre realtà isolane. Le provincie più virtuose e rappresentative sono senza dubbio quella di Sassari (la quale comprende la Costa Smeralda e l’alta-Gallura a nord-ovest), e quella del Sud-Sardegna che in quanto territorio a cui appartiene il comune di Arbus può fornire un affidabile metro di paragone. C’è da considerare anche l’altissima biodiversità della Sardegna; un territorio come quello di Sassari infatti, comprendendo realtà turistiche abbastanza distanti tra loro, conterrà indubbiamente al suo interno importanti esempi di turismo esperienziale e rurale, ma con componenti incentrate sul turismo di massa e su una fruizione più superficiale e distaccata del territorio.

0 100 200 300 400 500 600 700

Alberghiero Extra-Alberghiero

Extra-Alberghiero/Alberghiero - Arbus

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17 Il grafico 411 riassume i dati riferiti ai posti letto nelle strutture ricettive nelle

provincie di Sassari e Sud Sardegna, al comune di Arbus, e al dato aggregato riguardante tutta l’isola12. Una dovuta precisazione sull’unione e la raccolta dei

dati riguarda senz’altro ciò che si intende nel corrente contesto per “alberghiero” ed “extra-alberghiero”; si intende infatti evidenziare con il termine “extra-alberghiero” quelle attività maggiormente orientate a una visione attiva e volta all’esperienza sul territorio, maggiori esempi di micro-ospitalità. Se nella suddivisione classica, o comunque adottata in vari report turistici tra cui quello relativo al lavoro dell’osservatorio regionale si scinde tra “attività extra-alberghiere complementari” ed “alloggi privati in affitto”, in questa analisi si cerca di isolare quelle attività che intendono rivolgersi a visitatori orientati a un’esperienza a stretto contatto col territorio.

Una peculiarità che viene evidenziata da questo report, è quella della grande differenza in termini di numeri assoluti tra le provincie. Se si presta attenzione ai posti letto alberghieri nella provincia di Sassari per esempio, si nota che sono più di cinque volte quelli presenti in tutta la provincia del Sud Sardegna, nonostante in misura proporzionale siano evidentemente minori rispetto agli

11 Dati “Osservatorio del Turismo Regione Sardegna”, dati relativi al 2018, report annuale;

osservatorio.sardegnaturismo.it; Dati Comune Arbus, Assessorato al Turismo;

12 Per “extra-alberghiero” si intendono Agriturismi, B&B, Turismo Rurale, Campeggio;

Alberghiero: albergo, albergo diffuso, albergo residenziale, residence, villaggi turistici,

villaggi albergo. Altro: Affittacamere, Locanda, CAV, Case per ferie, (…);

Grafico 4 Posti letto in valore assoluto del settore albeghiero ed extra-alberghiero relativi alla regione Saregna (dato aggregato), province di Sassari e del Sud Sardegna, e comune di Arbus; Dati Osservatorio turistico regione Sardegna.

318 28078 45637 5442 595 33295 61219 10547 139 56117 111858 18315 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Arbus Sassari Sardegna Sud Sardegna

POSTI LETTO ALBERGHIERO/EXTRA-ALBERGHIERO 2018

(18)

18 altri tipi di strutture (con dato aggregato). Allo stesso tempo sempre le strutture alberghiere “sassaresi” rappresentano il 61,52% dell’intera offerta di posti letto sarda, in campo alberghiero. Questo risulta sicuramente esemplificativo ed eloquente se si pensa alla differenza dei flussi turistici che caratterizzano le diverse parti e coste isolane, derivanti da interessi attrattivi generalmente distanti. Con la categoria “altro” invece abbiamo un altro indicatore della differenza strutturale dell’offerta turistica tra i territori. Laddove infatti persiste una certa mancanza e difetto nell’ottica di affittacamere, locande, e tutta una serie di attività che di fatto vanno a completare una grande a variegata offerta, in una grande destinazione attrezzata come quella della provincia sassarese (che comprende oggi oltre alla Costa Smeralda, Olbia, Stintino, Alghero, Santa Teresa di Gallura, …,) queste attività rappresentano una importante alternativa.

Oltre a rappresentare un’alternativa concreta in fatto di “spazio”, in un territorio come quello della costa verde potrebbero essere fonte di nuove opportunità, declinazioni turistiche aperte all’introduzione del turismo attivo ed esperienziale. Anche l’intera provincia del Sud Sardegna appare equilibrata sotto questo punto di vista, mentre la carenza è manifestata maggiormente dal territorio appartenente al comune di Arbus (sempre tenendo conto delle lacune numeriche in termini assoluti). Merita una riflessione anche il dato aggregato riguardante tutta la regione, che in ottica proporzionale si dimostra numericamente una via di mezzo tra le due provincie.

Ci si accorge pertanto che a fare la differenza a livello macroscopico della strutturazione dell’offerta è una produttiva e completa convivenza di diversi tipi di servizi. Gli stessi a seconda della loro predisposizione territoriale e derivante dal tipo stesso di attività, conferiscono al territorio la sua identità turistica e sociale. Una superiorità proporzionale extra-alberghiera nel territorio della costa verde da un lato contribuisce alla costruzione di un suo sentiment attrattivo per attività legate alla fruizione naturalistica, dall’altro denota come anche per costruire un brand legato a questo tipo di ospitalità sia necessario strutturare un’offerta capace di “avvolgere” e accontentare diversi tipi di ricettività in loco.

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19

1.5 Limiti e potenzialità

La creazione di un’offerta capace di soddisfare esistenti e nuovi flussi turistici potrebbe senza dubbio rappresentare una nota positiva per una destinazione la quale vorrebbe impostare le proprie basi turistiche su una fruizione fortemente legata alla “terra”, ma ciò dovrebbe avvenire portando delle importanti innovazioni organizzative e facendo dei passi avanti dal punto di vista di modernizzazione dei servizi collegati.

L’espansione turistica in questo senso potrebbe arrivare anche sotto forma di suggerimento da ciò che avviene oltremare, dove per esempio regioni come la Toscana hanno fatto importanti passi avanti che arricchiscono tipi di turismo attivo e legato ad attività agricole.

Per esempio nel 2017 in occasione del salone dedicato al turismo rurale ad Arezzo, il Touring Club italiano ha presentato varie iniziative in tale senso; una su tutte “Chiantishire en Plein Air” un’iniziativa per la valorizzazione del territorio Chianti Classico attraverso la presenza dei camperisti italiani ed europei; o ancora “L’Altra Romagna en plein air”, un’iniziativa di valorizzazione dell’entroterra che coinvolge diversi attori, incluse le aziende agricole e agrituristiche.13

Uno dei problemi che emerge più chiaramente osservando sotto vari punti di vista la destinazione che si sta analizzando, è senz’altro quello che deriva dalla poca efficienza e poca professionalità con la quale si esercita la materia turistica. Negli ultimi anni c’è stata infatti una progressiva ma costante crescita d’interesse nei confronti di attività legate al territorio, processo che interessa non solamente l’Isola ma tutto il territorio nazionale.

Di pari passo con l’interesse è cresciuta però anche la modernizzazione e la strutturazione di tali offerte, in grado di saper mostrare il lato più autentico del territorio ma cosciente di aver bisogno di comunicare usando dei linguaggi al passo con i tempi dinamici come quelli in cui viviamo. Si sviluppano seguendo quest’ottica ottimi esempi di fattorie didattiche, cooking class, attività legate all’arricchimento culturale del visitatore, didattica per bambini e quant’altro. Una destinazione come la Costa Verde pertanto non può permettersi di ridurre

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20 la sua offerta basandosi sulla bellezza delle sue spiagge o sulla incontaminazione naturale, bensì deve dimostrare a sé stessa di saper creare delle esperienze alla pari con le grandi possibilità esperienziali che esistono oggi in tutto il mondo. L’UNWTO (The World Tourism Organization) ha affermato poco tempo fa che, secondo le loro stime, il turismo esperienziale crescerà del 57% in dieci anni14, numeri che a livello mondiale sono

chiaramente sinonimo di importanti progressi; l’Italia e la Sardegna non possono che ritenersi al centro di questo discorso.

I limiti che un’arretratezza simile comporta sono molteplici, da quello culturale passando per quello socio-economico, il quale va a influire inevitabilmente sulla quotidianità e sul benessere di un territorio. L’obiettivo consiste nel percepire il potenziale presente nel singolo turista, nel singolo visitatore curioso di vivere un’esperienza diversa e unica, cosciente che la sua irripetibilità è data non solamente dal fatto che si trova in un determinato luogo, ma soprattutto dalla commistione e dal beneficio umano conferito dalle persone e dai gesti.

“Oggi gli ospiti ricercano il genius loci, nuovi paesaggi culturali dove incontrare persone vere con le quali poter condividere un’esperienza, partecipando attivamente e in prima persona alle attività locali, vivendo momenti di vita quotidiana nel territorio che visitano, andando a scavare nelle tradizioni, negli usi e nei costumi”. (Succi, 2019) Si parla delle potenzialità, delle attrazioni e di un forte concetto di ospitalità perché all’interno del territorio in questione ciò non è visto come un’opportunità ma troppo spesso come un limite, un grosso impegno che ha bisogno di studi e di applicazione per dare i suoi frutti.

1.6 La sostenibilità turistica e la comunità europea

Un grande spunto di applicazione di certi criteri e di determinate strade da cercare di percorrere al fine di valorizzare nel modo giusto un territorio con un

14 Coordinatore Turistico Locale: quadro di riferimento,

https://www.andreasucci.it/2019/04/10/coordinatore-turistico-locale-marketing-territoriale/ (Consultato il 10/10/2020);

(21)

21 relativo tipo di turismo, potrebbe derivare dalle linee guida esposte dalla comunità europea in materia turistica.

Tramite il documento “Agenda per un turismo europeo sostenibile e

competitivo”15 infatti, pubblicata nel 2007 dalla commissione europea, si

tracciano obiettivi, principi, si definiscono i ruoli dei vari attori sia a livello istituzionale che privato, si portano avanti alcune previsioni e si definiscono concetti sempre cruciali come quello della sicurezza. Si fa continuo e insistente riferimento alla partnership territoriale, e si pone il turismo come uno strumento di aggregazione e di creazione di benessere per le località, e non da meno alla programmazione a lungo termine. Quest’ultima è una importante prerogativa della sostenibilità, poiché permette di seguire una strada ben tracciata e abbattere costi e azioni superflue.

“Una gestione sostenibile delle destinazioni è cruciale per lo sviluppo del turismo, specialmente attraverso una progettazione efficace dell'impiego dello spazio e del terreno ed un controllo dello sviluppo, nonché attraverso decisioni di investimento in infrastrutture e servizi. Garantendo che il nuovo sviluppo del turismo lo mantenga a livelli e in tipologie compatibili con le esigenze della comunità locale e dell'ambiente, una gestione sostenibile può rafforzare i risultati economici e la concorrenzialità di una destinazione a lungo termine.”16

Quello della sostenibilità è quindi senz’altro un concetto trasversale che attraversa più campi, da quello naturale della salvaguardia del territorio, a quello riguardante le tempistiche che devono essere proporzionate agli obiettivi che si perseguono, a quello economico che dev’essere un fattore che deve apportare dei benefici alla comunità quantomeno proporzionati a ciò che si mette in gioco. È di conseguenza un concetto che si allontana dalle stime e

15 Comunicazione della commissione, Agenda per un turismo europeo sostenibile e

competitivo:

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52007DC0621&from=IT (Consultato il 12/10/2020);

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22 dalle logiche dei numeri assoluti delle varie destinazioni, ma sono criteri proporzionati e percentuali che si adattano al territorio o al settore che li riguarda direttamente. Un territorio è giusto che investa quanto gli è congeniale in fatto di spazi, di fattore umano e di risorse economiche collegate; persino i rifiuti fisici che si producono per la realizzazione di qualunque bene devono essere proporzionati al territorio ed al progetto che si realizza o si cerca di realizzare. Sono dei precetti che oggi sembrano addirittura ovvi, ma non sono applicabili in tutto il mondo allo stesso modo, specialmente in tipi di destinazione che fanno del consumo scellerato il proprio punto di forza e di riconoscimento.

Visti i dati precedentemente espressi17, la Sardegna sud-occidentale di cui si

parla nel presente elaborato potrebbe di fatto essere un esempio florido ed efficacie della messa in pratica di tante considerazioni della comunità europea. La micro-ospitalità, il territorio molto vasto e la moltitudine di attività che si potrebbero praticare all’aperto, potrebbero fornire un’ottima base di sviluppo per attività coerenti con le citate linee-guida. Data la presenza di piccoli comuni che hanno direttamente le stesse necessità tra loro, e spesso anche le stesse necessità economiche, sarebbe pensabile rendere operative in questo senso le unioni dei comuni già esistenti al fine di rendere reali tanti progetti e tante idee in merito.

Si potrebbe usufruire spesso e sotto tanti punti di vista, per esempio, di progetti e concorsi turistici che la comunità europea mette a disposizione ogni anno. Uno di questi è Eden (European Destinations of Excellence)18 nata nel 2006,

volto a promuovere modelli di sviluppo turistico sostenibile in tutta Europa. Ogni anno la comunità europea sceglie un tema che deve fungere come fulcro delle proposte sotto varie categorie (es. turismo e gastronomia locale, cultura e patrimonio storico,…,) e le destinazioni devono strutturare delle offerte turistiche capaci di interessare questi ambiti e sviluppare una proposta coerente ed efficacie. Per quanto riguarda per esempio la categoria Turismo

17 Ibidem pp. 8-9-10;

18 About Eden: https://ec.europa.eu/growth/sectors/tourism/eden/about_en (Consultato il

(23)

23

e rivalutazione dei luoghi fisici nel 2011 Montevecchio si è vista trionfare19 con

un attento programma di ricostruzione appunto dell’area mineraria dismesso e semi-diroccata. Questo sarebbe potuto essere un motivo e un inizio di un rilancio nell’ottica della sostenibilità e dell’attenzione al patrimonio, con una serie di attività adiacenti facilmente collegabili, come la visita e l’interesse nei confronti del turismo minerario. Questi tipi di opportunità dovrebbero essere linfa vitale per una destinazione che avrebbe e ha la possibilità di porre il tema della sostenibilità al centro dei suoi interessi economici e di gestione dello spazio.

1.7 Il Cammino di Santa Barbara e gli altri progetti

Sono presenti in questa parte dell’isola dei progetti e degli eventi che favoriscono il tema della sostenibilità e della fruizione ambientale del territorio, sfruttando delle caratteristiche uniche e che godono di un certo interesse. L’interesse appunto, e l’attenzione che riscuote il territorio è condivisa sia dai locali che da turisti che provengono da ogni parte del mondo, ma in particolar modo dal nord-Europa, con l’intento di sfruttare delle opportunità proposte per poter vivere delle esperienze uniche. Una di queste opportunità che è possibile cogliere da qualche anno a questa parte è il “Cammino di Santa Barbara20”.

Questa attrazione è nata dall’idea di una onlus con sede a Iglesias, e in seguito patrocinata sia dalla Regione Sardegna che dall’associazione Cammini d’Italia.

L’intento del progetto è stato fin da subito quello di collegare tramite una risorsa condivisibile e sostenibile i territori che rappresentano l’area più estesa ed interessante del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, l’area geografica che si estende dall’iglesiente fino a Montevecchio, passando per Piscinas, Ingurtosu e il monte Linas. Si tratta di 30 tappe, alcune mediamente impegnative ed altre più accessibili, che attraversano i sentieri nei boschi che dominano il territorio non lontano dal mare, e ripercorrono

19 Montevecchio, City of Guspini - Winner 2011:

https://ec.europa.eu/growth/sectors/tourism/eden/destinations/italy_en#montevecchio

(Consultato il 14/10/2020);

20 La storia del progetto:

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24 tantissime tappe che percorrevano a loro tempo i minatori, o si arriva a visitare luoghi che storicamente rappresentavano degli snodi importantissimi nella vita mineraria. La valorizzazione e la messa in discussione del Parco secondo un paradigma turistico è l’intento principale del cammino. La possibilità di riavvicinare i giovani, di creare un interesse generale riguardo a una delle tappe fondamentali del territorio, e la sola ma imprescindibile conoscenza del passato (recente e meno recente), possono essere alla base di una cultura turistica condivisa e condivisibile.

È mediante un’esperienza turistica come questa infatti, che i viaggiatori possono imparare dai cittadini del posto e viceversa; l’interscambio di informazioni, di usanze e del passato altrui non può che rappresentare una fonte inestimabile di crescita per le comunità che ne sono coinvolte. Secondo questi principi sono anche altri i progetti tutt’ora in fase di strutturazione e sempre promossi dalle Regione Sardegna tramite relativi enti, i quali condividono con il cammino sopracitato valori riguardanti la sostenibilità e la fruizione attiva ma rispettosa del territorio.

Si parla dei due progetti “Cicloturismo”21 e “Turismo nei Borghi”. Il primo è già

in avanzata fase di attivazione, mentre il secondo ha delle ottime prospettive viste le conformazioni dei centri abitati sardi che possono vantare un enorme valore storico e culturale.

Tutti i tre progetti citati in precedenza possono tracciare il solco per quello che dovrebbe essere il modus operandi di una destinazione in fatto di turismo

21https://www.sardegnaciclabile.it/ (Consultato il 20/11/2020);

Figura 3 Planimetria cammino di Santa Barbara; Illustrazione derivante da

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25 attivo, sfruttando un indotto che dovrebbe e potrebbe nascere a sostegno di progetti lungimiranti come quelli riportati sopra.

2 Theoretical Framework

2.1 Quadro di Ricerca

L’estensione del territorio in questione, la sua biodiversità e le diverse motivazioni dalla quale scaturiscono i relativi problemi in senso turistico, fanno sì che ci sia la necessità di affrontare il discorso seguendo precise, chiare e coerenti linee guida. La tesi si sviluppa traendo la sua motivazione da un problema fondamentale di tipo economico-sociale legato alla destinazione stessa. Del problema in senso stretto e del territorio si parlerà ampiamente nelle sezioni dedicate, ma fondamentalmente si discute a proposito di una possibile soluzione turistica alle difficoltà economiche della zona d’interesse. Si pone l’obiettivo di studiare i flussi che si alternano nella destinazione al fine di poter giungere analiticamente ed empiricamente a delle soluzioni turistiche condivise e coerenti con la domanda del territorio. Partendo dall’assioma secondo il quale ogni destinazione merita uno sguardo pignolo ed approfondito perché sia possibile sviluppare al meglio le proprie unicità, e coscienti della storica eterogeneità economica che “governa” il territorio, ci si affida al “St.

Gallen Method for Destination Management” (SGDM ®). Tale metodo parte

dal presupposto fondamentale del ruolo da protagonista del turista all’interno

(26)

26 di una destinazione, in quanto è esso in prima persona a tracciarne non solo opinioni ma abitudini e opportunità.

Tramite l’aiuto di uno schema grafico è possibile riconoscere presupposti e obiettivi di tale ricerca (Fig. 4).

Lo sviluppo di un’offerta efficacie che permetta in modo concreto di fornire una valida alternativa economico-sociale al territorio, potrebbe chiaramente avere diversi metodi di studio e di applicazione. Ciò che si cerca di osservare di mettere in pratica è quindi la possibilità di raggiungere determinati risultati tramite l’adottamento di un determinato tipo e struttura di lavoro, derivante dal

metodo San Gallo ma necessariamente capace di adattarsi al contesto sociale

nel quale lo si applica.

Dallo schema espresso nella Fig. 4, ci si rende conto di come una volta che si è presa consapevolezza del problema e del contesto territoriale, scaturisca una domanda di ricerca relativa. Ci si chiede conseguentemente tramite le sotto-domande che ne completano il senso, in particolare quali siano i modi di approccio migliori al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato. Data la vastità e le possibili declinazioni dell’argomento, è necessario avere chiari i punti focali secondo i quali ci si rapporta, senza avere l’ambizione di risolvere tutte le criticità ma avendo una sfera d’interessa proporzionata ai mezzi e alle possibilità.

Il territorio in questione è quello della “Costa Verde” sarda, si parla di cinquanta chilometri di costa nella parte sud-occidentale dell’isola che mostrano un enorme potenziali dal punto di vista attrattivo. L’elemento dissonante sono proprio le potenzialità e i margini di miglioramento della zona, in quanto se non ci fosse lo spazio per poter investire sul suo appeal nazionale e internazionale, non si porrebbe neanche il problema fondamentale di questa ricerca. Ci si basa anche su un’analisi scientifica focalizzata sia sulle strutture ricettive, sia su un livello più quotidiano di tutti quegli elementi che pur non venendo direttamente a contatto col turista nei suoi bisogni principali, rivestono un ruolo di attori molto importanti al fine di orientare il turista e di conseguenza conferire un’anima alla destinazione.

(27)

27

2.1.1 Fattori Chiave

A livello teorico di approccio al problema o a problematiche simili, manca di fatto per ora una letteratura soddisfacente che analizzi questi tipi di problemi in questo territorio.

Anche se un confronto su quella che potrebbe essere la possibilità di soluzione migliore al problema viene fatta a monte del ragionamento, la panoramica sull’argomentazione è necessaria. Ci si è occupati di cercare di analizzare i

fattori chiave che ritengo centrali nell’analisi derivante da un discorso ampio,

che tenga conto della logica enunciata nel precedente quadro di ricerca. Dopo aver fatto uno screening sui possibili fattori più influenti, si sono trovati dei compromessi su quelli che risultano essere più trasversali e ad ampio raggio.

Si è cercato quindi di riassumere in prima istanza il focus principale della tesi, una guida che porterà all’analisi ordinata dei vari argomenti nel ragionamento e nell’analisi degli stessi. Un confronto efficacie con studi simili ma approcci più o meno diversi è imprescindibile per legittimare questo punto di vista e per rendere credibili le soluzioni e le vie proposte.

Una parte empirica non potrà che portare a rendere protagonisti gli stakeholder e le strutture del territorio prima con dati riferiti direttamente o indirettamente da loro, e successivamente nell’utilizzo dei suddetti dati per dare concreta prova di sviluppo della strategia proposta.

Nella seguente tabella (Tab. 1) si possono osservare le principali parole chiave e concetti che definiscono il campo d’interesse dell’elaborato. Molti concetti sono universali, ma trovano un’applicazione diretta nella zona in questione, la quale dipende fortemente da particolarità come l’arretratezza infrastrutturale,

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28

Il network di agenti deve essere vario e completo ai fini dell'efficienza, convergenti verso univoci punti in comune e obiettivi

L'approccio al progetto non può prescindere dalla natura collaborativa del tipo di offerta, capace di unire il territorio collegando tra loro le singole realtà

Collaborazione

Network

Descrizione

Le piccole aziende caratterizzano l'economia turistica della costa sud-occidentale della Sardegna

Uno dei punti di forza del territorio è l'assenza quasi totale di una speculazione edilizia

Va considerata una parziale inefficienza di servizi infrastrutturali necessari

Valutare e quantificare il tipo di flussi inespressi in tutta la zona d'interesse

Accessibilità Digitalizzazione

Complessità

La strada del turismo moderno necessita di una comodità nell'accesso ai servizi

Strumenti digitali cruciali per fare da eco al progetto Non si possono perdere di vista le molteplici

sfaccettature economiche, sociali e culturali del territorio

Potenzialità turistica

Fattori Chiave

Esperenzialità

Struttura Destination Management

Esempi di turismo attivo da incanalare tramite le attrazioni del territorio

Presenza sul territorio di una struttura capace di gestire l'offerta e dare gli input

Micro-imprenditorialità Incontaminazione naturale Arretratezza infrastrutturale

Sostenibilità

Gestione

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29

3 Metodologia

3.1 Introduzione al metodo

Il metodo di lavoro che si è scelto al fine di approcciarsi al meglio al problema turistico relativo alla costa verde, è quello derivante dal “St. Gallen Model for

Destination Management” (SGDM™) (Beritelli et al., 2015). Tale modalità di

studio della destinazione ha come scopo principale quello di riuscire ad apportare dei benefici (soprattutto economici) al territorio nel quale lo si applica, tramite uno studio meticoloso e costante dei flussi22 di visitatori che vi

si alternano. Sono molteplici i concetti basilari di tale metodo che evolvono la visione della destinazione turistica e della sua relativa costruzione e gestione. Pietro Beritelli con tre professori dell’università San Gallo in Svizzera (S. Reinhold, C. Laesser, T. Bieger) hanno introdotto, tramite un libro-guida omonimo, l’idea della destinazione come un “sistema complesso e interdipendente che viene attivato dai visitatori”.

“The fundamental idea at the core of this model is to define the destination as a dynamic, complex system of interdependencies that are activated by visitors in a certain space, i.e., the space they use for a certain period of time.”23

Se si presta attenzione alle parole usate per definire e sintetizzare lo spazio all’interno del quale si muovono e compiono azioni i visitatori, ci si accorge immediatamente dell’efficacia della parola “interdipendente”. Per interdipendente si intende infatti un rapporto di reciproca dipendenza24: allo

stesso identico modo e nella stessa misura, un turista che visita una destinazione è influenzato da essa ed essa è influenzata dal turista stesso. L’”attivazione” di tali interdipendenze accende tale meccanismo e rende dinamico il territorio che di conseguenza appare complesso e in continuo

22 Ivi. p. 34;

23 P. Beritelli, S. Reinhold, C. Laesser & T. Bieger; (2015); St. Gallen Model for Destination

Management, From Insight to Impact, St.Gallen; P. 27-28;

(30)

30 cambiamento. Al contrario entrambi apparirebbero statici, senza la capacità di adattarsi e trasformarsi in ottica alle scelte provenienti dalla domanda.

3.2 L’importanza della domanda

Un concetto che amplia e sviluppa un metodo di lavoro spesso usato nella promozione e nella visione di una data destinazione, è quello dell’importanza della domanda. Grandi campagne pubblicitarie in senso turistico seguono il concetto delle economie di scala, grandi produzioni di grandi offerte applicate indistintamente su territori molto diversi tra loro, di conseguenza senza tenere conto di quelli che sono i tratti caratteristici delle comunità che risiedono in esso. Con tale modo di fare e di affrontare la prospettiva di una proposta turistica, appare in netta evidenza il fattore offerta, una spinta molto forte che mira a scardinare le alternative e imporsi sulle scelte dei consumatori (visitatori, locali, ecc.).

Diversa istanza rappresenta lo studio, la comprensione e la ricerca prestando attenzione e focalizzandosi sulla domanda, la quale dato il contesto possiamo intenderla con il concetto che si riferisce ai flussi di visitatori. Con la precedente espressione infatti nel percorso di ricerche che hanno portato alla definizione di tale principio, non ci si riferisce allo svolgimento disordinato e casuale di spostamenti di visitatori o viaggiatori, bensì hanno radici precise che derivano dalle loro origini e dai loro profili e che di conseguenza li portano a verificarsi in un dato luogo e in un dato periodo di tempo (Bowden, 2003; Carson & Wu, 2008). In seguito le ricerche più importanti hanno sicuramente introdotto dei metodi innovativi e funzionali come la localizzazione degli stessi tramite funzioni GPS, la quale ha dato modo di rendere possibili le prime analisi in piccola scala sulle attività, i profili determinanti e le caratteristiche degli spostamenti fisici (Shoval & Isaacson, 2007, 2010). Già da studi precedenti quindi, tramite metodologie e ipotesi condivise da varie ricerche svolte in tutte il mondo da varie comunità scientifiche, è stata condivisa l’affermazione che siano presenti delle forti relazioni inter-infra-influenzanti25 tra i flussi, i quali

entrando in contatto generano delle sinergie. Tali sinergie sono alla base proprio della complessità di questi meccanismi, e introducono ai possibili

25 Dove inter si riferisce alle relazioni presenti tra un flusso e l’altro; infra alle relazioni

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31 risvolti in ottica di business, sui quali le destinazioni hanno l’interesse e il dovere di lavorare al fine di creare benessere per tutti i livelli della comunità. I punti d’interesse e le attrazioni presenti in un territorio giungono di conseguenza a rappresentare il centro del sistema di business della destinazione, intorno ai quali ruotano le più grosse potenzialità economiche. Le due caratteristiche principali introdotte dal SGDMTM sono quindi:

 L’importanza strategica che questi sistemi possono avere;

 La possibilità di identificarli e di integrarli in un processo programmatico. Questi modelli di flusso ricorrenti quindi aprono a considerazioni di tipo strettamente individuale, al fine di stabilire e nutrire un’idea di business che fa affidamento su un preciso flusso di domanda turistica. Flussi diversi infatti,

co-esistono in spazi diversi in diversi periodi di tempo poiché sono guidati e mossi

da motivazioni differenti26. L’utilizzo dello studio dei flussi può sembrare simile

a quello dei metodi cosiddetti tradizionali, ma ci sono delle differenze sostanziali dal punto di vista di comprensione umana delle singole scelte che portano a delle macro-implicazioni negli effetti turistici della destinazione. È fondamentale che gli stakeholder che operano direttamente in un territorio x in questione, ricostruiscano le geometrie variabili27 dettate dai flussi al fine di

intercettarle e costruire una destinazione in grado di avere i maggiori ricavi economici possibili da quelli che sono i comportamenti derivanti dalla natura della domanda.

È senza dubbio uno dei punti maggiormente critici di tale meccanismo, si tratta nello specifico di “accontentare” e contemporaneamente soddisfare quelle che sono le esigenze economiche che devono scaturire dalla relativa offerta turistica. Seppur in un primo momento può apparire come un impegno e un coinvolgimento laborioso da parte di chi deve metterlo in atto, in seguito ci si accorge di come e di quanto possa essere efficacie plasmare un’offerta che potenzialmente risponda seguendo pedissequamente la domanda.

La sfida principale per gli attori del territorio è quindi individuare al meglio i flussi più redditizi, connessi al periodo di tempo nel quale essi si manifestano.

26 Op.cit., Beritelli, Reinhold & Laesser, 2015, pp. 30-31; 27 Ivi. p. 41;

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32 L’omogeneità, la ricorrenza e l’importanza economica di queste manifestazioni di interesse nei confronti del territorio sono quindi i fattori principali per una buona riuscita di una strategia economica vincente.

Il periodo di tempo è un fattore che potenzialmente riduce al minimo le spese e permette di rendere al meglio la produttività delle azioni svolte in questo senso. È infatti una considerazione ampiamente condivisa nell’economia del turismo (Zeller, 2014) quella che deriva dal principio di Pareto28, per la quale

nella fattispecie di questo discorso basarsi e prestare attenzione strategica a nicchie che rappresentano il 20% del mercato della domanda, possano avere degli effetti per l’80% dei ricavi.

I flussi di visitatori, nella praticità dei fatti, vengono segnalati e visualizzati tramite delle mappe. Vengono effettivamente mappati e identificati tramite delle cartine geografiche che riproducono il territorio in questione, e questa operazione semplice ma imprescindibile viene svolta dagli abitanti del territorio o da chi conosce abbastanza i suoi spostamenti e le sue abitudini da delinearne le sue caratteristiche.

28 Tale legge afferma che circa l’80% della produzione di qualsiasi impresa deriva circa dal

20% degli input, V. Pareto, 1897;

Figura 5; Rappresentazione grafica di esempi di flussi strategici significativi, illustrazione P. P. Beritelli & C. Laesser, The Dynamics of Destinations and Tourism Development, Design Science in Tourism, 2016 pp 195-214, pp. 202;

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33 Infatti tali flussi non solo vengono disegnati in delle apposite mappe, ma vengono descritti seguendo delle linee guida preimpostate da chi è preposto a indirizzarne tale lavoro.

Nelle rappresentazioni riportate nella figura 5 per esempio, di fianco ai tratti grafici che delineano i vari flussi nelle varie località, sono presenti delle descrizioni schematizzate che sintetizzano le caratteristiche principali degli stessi:

 Chi sono? Quali visitatori?

 Perché? Per quali motivi? Cosa li stimola?

 Cosa fanno?

 Dove vanno? Da dove arrivano? Come continueranno?

 Quando? Quando si verifica il flusso? Com’è distribuito il flusso nel corso dell’anno?

Ci si rende conto di quanto siano dettagliate queste informazioni, e ci si rende conto di quanto siano rappresentative e caratterizzanti le tante variabili che possono esistere nelle risposte alle precedenti domande. Se si prende come raffronto un metodo tradizionale di analisi sia a campione che macroscopica di una data destinazione e di ciò che accade all’interno di essa, ci si accorge di quanto differisca l’analisi nei confronti di quella utilizzata e introdotta dall’SGDM. L’analisi dei flussi mappata in questo modo è profonda e quasi individualmente psicologica nei confronti del visitatore. Si riesce a far emergere corridoi e traiettorie29, geometrie, punti di attrazione e punti di spesa,

rilevanze e irrilevanze economiche sono messe al servizio degli attori territoriali.

29 Ivi, pp. 39-40

Figura 6: Tre differenti modelli mentali di rapporto tra domanda e offerta; Fonte: illustrazione P. Beritelli & C. Laesser, The Dynamics of Destinations and Tourism Development, Design Science in Tourism, 2016, pp 195-214, pp. 199;

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34

3.3 La co-produzione turistica

Demand and supply form together a productive process that results in tourist experiences.30

L’assioma fondamentale nella nostra concezione della materia, è quello secondo il quale dall’incontro di domanda e offerta scaturisca una produzione turistica. Tale concetto è stato introdotto ormai circa quarant’anni fa, ma il rapporto tra le due parti del mercato può avere sfumature e meccanismi molto distanti tra loro.

Nel primo esempio della figura 6, è raffigurato l’incontro tra domanda e offerta così come inteso nella micro-economia, secondo la quale l’esatto punto d’incontro tra le due parti coincide con il prezzo coerente con le possibilità della domanda e i benefici per l’offerta. È indiscutibile la veridicità e la moltitudine di applicazioni pratiche di tale concetto, che tutt’oggi fornisce la linea guida fondamentale dell’economia mondiale e spiega un meccanismo presente nella vita quotidiana di chiunque. È anche vero però che nel campo in questione, prettamente quello della gestione della destinazione turistica, questo rimane molto generico, incapace di spiegare ed entrare nel merito delle cause e degli effetti che la governano. I fattori umani infatti, le con-cause che portano all’incremento o al decremento d’interesse nei confronti di certi punti strategici dipendono da fattori insiti in un’economia sociale e psicologicamente più complessa.

Nel secondo esempio sempre espresso graficamente nella figura 6 invece, ci si basa su una visione fondata su una produzione in surplus dell’offerta, la quale viene eventualmente scelta e recepita dal consumatore che ritiene un prodotto più idoneo a quelle che sono le sue necessità e possibilità. Il segmento prescelto da una efficace e intensa attività comunicativa e di pricing si avvicina quindi al prodotto facendone scaturire di conseguenza un profitto e un beneficio per il consumatore che la sceglie.

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35 Lo scambio che avviene tra turista e destinazione invece, non può che essere più ampio, più composito e più interattivo per entrambi i membri del mercato. Si può affermare che il visitatore di un dato territorio infatti sia co-produttore di offerta in prima persona nel momento in cui agisce su di esso e ci entra in contatto. Esso attiva infatti dei servizi e delle esperienze(Reinhold, 2015) a seconda delle sue caratteristiche e volontà, le quali di conseguenza non possono che essere esattamente cucite su misura della micro-domanda. Sono queste esperienze e queste attività in primis che creano i flussi, definendoli e facendo sì che la destinazione crei attorno a flussi un’offerta capace di esprimerli economicamente al meglio. È appunto tramite “ciò che comunicano tali flussi” che si sviluppa un relativo marketing, offerta locale, le transazioni economiche e conseguentemente tutta la filiera turistica.

Si nota quindi che la domanda è per questo motivo una produzione di offerta (Beritelli & Laesser, 2017), e questo può significare un primo ma decisivo motivo di distacco dagli altri modelli di mercato visti in precedenza (figura 2). La domanda configura fortemente le catene dell’offerta, creando in modo ripetitivo delle collaborazioni costruttive e determinanti. Al contrario l’offerta può influenzare la domanda solo in modo totalmente indiretto, poiché per via della complessità della sua natura i flussi sono molto difficili da controllare e gestire a proprio piacimento (2). È maggiormente appropriato studiare, parlare di creatività (Beritelli & Laesser, 2017), operare nel merito delle proposte al fine di stimolare la domanda stessa. La rappresentazione grafica espressa sempre nella figura 2 mostra nel terzo esempio quanto sia differente il percorso e il concetto di complicità tra domanda e offerta. È la domanda a plasmare il territorio, e i modelli si distanziano per altri fondamentali motivi:

 La domanda e l’offerta non possono essere visti come predeterminati, o come se costrutti “fissati”, e tuttavia non possono venire mischiati a piacimenti tra loro. Al contrario però l’offerta fiorisce nel momento in cui la domanda evolve e si stabilizza per un lasso abbastanza lungo di tempo31.

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 Maggiori e più ampi sono i flussi turistici in questione che provengono dalla domanda, maggiore sarà il ritorno quantitativo e qualitativo dal punto di vista del portfolio dell’offerta.

 Le catene dell’offerta sono il risultato e talvolta il metro di misura di una corretta ed efficace costruzione dal punto di vista territoriale.

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