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Analisi morfometrica della costa ligure tramite Gis

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Academic year: 2021

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Università di Pisa

Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Facoltà di Agraria

Corso di Laurea in Scienze Ambientali Anno Accademico 2004-2005

TESI etd-05122005-002903

RIASSUNTO

TESI DI LAUREA

Analisi morfometrica della costa ligure tramite Gis

Candidata: Stefania Terrinoni

Relatore:

Prof. P. R. Federici

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Il lavoro qui presentato è volto allo studio morfometrico delle coste alte. L’attenzione degli studiosi è per lo più focalizzata sulle coste basse; in Italia tuttavia su uno sviluppo litorale di 7500 km, 4250 sono di coste alte e rocciose. L’area sottoposta ad analisi corrisponde alla riviera ligure di levante, più precisamente il tratto compreso tra la foce del fiume Magra ed il comune di Arenzano, esteso per circa 262 km. Il litorale ligure si caratterizza infatti per la sua configurazione morfologica a falesia e falesia-versante (oltre il 75% della lunghezza del suo tratto naturale).

Lo scopo dell’analisi morfometrica è quello di ottenere dati sintetici che permettano rapidi confronti fra ricerche diverse, ed inoltre di trovare relazioni matematiche tra grandezze differenti in modo tale da approfondire i problemi di interpretazione dei processi morfogenetici.

Sottolineando come le coste rocciose non siano forme conservative del paesaggio, ma siano destinate a mutare nel tempo, anche se con una dinamica lenta, i parametri morfometrici sono utili per descrivere la loro linea di evoluzione e consentire una caratterizzazione numerica della costa. Questo permette di delineare gli scenari futuri dell’evoluzione del litorale, potendo così anche stabilire lo stato dei fenomeni e studiare le situazioni di pericolosità. L’Indice di Stabilità (Is) e l’Indice di Frangenza (Ib) sono utili nell’esame della dinamica di una falesia: il primo è funzione delle caratteristiche fisico-meccaniche del corpo lapideo costituente la parete; il secondo descrive gli effetti dell’onda. Tuttavia su un tratto di costa sia l’azione del mare che la consistenza e l’assetto delle rocce determinano il profilo planimetrico della linea di riva. Tale profilo testimonia quindi il livello di adattamento del tratto costiero; poterlo descrivere numericamente in modo sintetico ne rende possibile la sua caratterizzazione ed il rapido confronto con altri tratti. Con questo obiettivo nel presente studio sono stati calcolati l’Indice di Frastagliatura (If) e la Frequenza di Frastagliatura (ff) per tratti discreti della linea di costa presa in esame.

L’Indice di Frastagliatura viene calcolato tramite il rapporto fra lo sviluppo lineare della linea di riva (L) e la lunghezza in linea d’aria (D) del tratto di costa considerato (If = L/D). Tratti di litorale rettilineo vengono espressi da un

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valore di If prossimo all’unità, mentre al crescere delle irregolarità aumenta progressivamente il valore di tale indice. La Frequenza di Frastagliatura è invece fissata dal rapporto tra il numero di tratti rettilinei in cui può essere spezzata la linea di riva e la lunghezza complessiva del tratto di litorale considerato (ff: n/L).

Usufruendo delle nuove tecniche di rappresentazione dell’informazione spaziale offerte dal Sistema Informativo Geografico (GIS), ho elaborato un metodo standard che consente di determinare gli indici morfometrici, scopo primario della tesi. Un GIS permette di lavorare su un modello dei dati ampio che implementa la semplice rappresentazione geometrica con la topologia e gli attributi dei dati riferiti ai singoli oggetti reali. Tale modello è basato su strutture di tipo relazionale, che consentono la sovrapposizione di più livelli informativi. Per tutte queste potenzialità le applicazioni GIS sono molte e per quel che riguarda la gestione delle aree costiere è importante sottolineare la sua capacità nel coordinare e razionalizzare le varie attività previste dalla gestione integrata.

Per questa analisi ho utilizzato il desktop GIS “ArcView” della ESRI. Facendo riferimento come base topografica ai raster georeferenziati della C.T.R. in scala 1:10.000, ho digitalizzato l’intera linea di costa oggetto dell’analisi morfometrica ed ho creato il tema lineare “Levante.shp”.

Per calcolare l’If è stato necessario suddividere questa polilinea in tratti discreti individuati dai punti che sottendono una distanza D impostata. In principio ho utilizzato una serie di valori da D = 100m a D = 2000m ogni 100m, per un totale di venti valori di D. Ho così creato venti files lineari (Allegato I), ognuno con tante linee ciascuna delle quali riferita ad un tratto di costa di lunghezza euclidea identica. A ciascun tema ho unito nella relativa tabella degli attributi il campo riferito all’If. L’analisi di varianza e autocorrelazione dei dati ottenuti ha permesso di stabilire quali valori di distanza in linea d’aria D meglio rappresentano i valori di Indice di Frastagliatura. In questo modo sono state individuate due classi, ovvero la classe D = 100 e D = 1500, e l’analisi è proseguita studiando i due soli temi relativi: “tema 100” e “tema 1500”.

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Aggiungendo il calcolo della Frequenza di Frastagliatura (Allegato II) si è ottenuta la distribuzione geografica dei parametri morfometrici per il tratto di litorale studiato.

L’interpretazione dei risultati acquisiti con l’analisi quantitativa del profilo lineare della costa ligure di levante è stata fatta in riferimento all’esposizione geografica dei settori di costa e alle litologie affioranti. Sono stati quindi scelti due fra i diversi parametri in gioco nel determinare la dinamica della costa rocciosa, consapevoli che l’interpretazione delle complesse casistiche reali richiederebbe studi specialistici in merito a fratturazione e stratificazione delle diverse formazioni presenti nella zona di studio. Per correlare i dati morfometrici con il parametro esposizione è stato necessario determinare, sempre tramite il software ArcView GIS, l’Azimuth di ciascun tratto discreto di costa oggetto dell’analisi, ovvero l’angolo che ognuno forma rispetto al nord geografico. Le classi di Azimuth così ottenute sono state riferite alle condizioni di ondazione usufruendo dei dati meteomarini forniti dall’Istituto Idrografico della Marina. Per correlare invece i risultati con il parametro litologia ho creato una carta litologica georeferenziata digitalizzando i litotipi affioranti lungo la linea di costa, facendo riferimento alla Carta Geologica della Liguria in scala 1:200.000.

In conclusione sono stati messi in relazione tutti i dati ottenuti dal presente lavoro, in modo da esaminare le interazioni fra esposizione geografica e litologia nel determinare la frastagliatura. Si è potuto così constatare come l’azione del mare sia in alcuni casi efficace anche su litologie più compatte, imputando l’elevata frastagliatura a linee di debolezza come fratture o sistemi di faglie. Non bisogna infatti dimenticare che il territorio ligure è una zona di grande interesse geologico, in cui si incontrano la terminazione meridionale della catena alpina e la terminazione nord occidentale della catena appenninica, la cui complessità morfologica dipende dalla sovrapposizione di diversi insiemi litologico-strutturali.

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