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Intervista ad Andreas Carsten, curatore del blog nonformality.org

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2008, VOL 4, N. 11 ISSN 2279-9001

CONTRIBUTO TEORICO

Intervista ad Andreas Carsten, curatore del blog

nonformality.org

Alessio Surian

Quali rapporti vedi fra settori che in parte si sovrappongono come quello dell'educazione non-formale (ENF) e dell'educazione degli adulti (EdA)?

Il settore dell'ENF in Europa sembra venire separato dal settore dell'EdA. Perché sta succedendo? Credo gli attori dell'ENF stiano proteggendo gli spazi acquisiti, partendo dal presupposto che l'ENF sia ancora un settore fragile e non sufficientemente riconosciuto.

Nelle politiche giovanili sono stati stabiliti principi e si è chiaramente aperto alla dimensione educativa, ma non sembra ci sia attenzione per quanto sta succedendo o si potrebbe fare in termi-ni di collaborazione fra politiche giovatermi-nile e politiche di educazione degli adulti: si acquisisce “potere trasformativo”, ma se ne fa un uso limitato.

Non ci sono molti Paesi europei che hanno sufficiente sguardo intersettoriale rispetto agli ambiti dell'educazione e delle politiche giovanile.

Oggi ha un ruolo centrale per l'ENF a livello europeo la questione del riconoscimento dei per-corsi educativi e delle competenze: quali sono le dinamiche attualmente più incisive a tuo giu-dizio?

Vengono fatti molti sforzi in direzione del riconoscimento dell'ENF, per esempio l'iniziativa Youth Pass e innumerevoli progetti nazionali, a cominciare dal Nord Europa. Che sostegno strutturale si può dare a queste iniziative? Per il momento si pensa a come “provare” i risultati dell'ENF. Che cosa ottiene come ritorno l'ENF? Ora le organizzazioni che partecipano ai program-mi giovani dell'UE devono utilizzare YP. Buono strumento, ma perché non vengono messe a di-sposizione maggiori risorse? Sulla carta si moltiplicano anche le iniziative della Banca Mondiale si e comprendono consultazioni a livello di base.

Per l'ENF si sta acquisendo consapevolezza della necessità di controlli di qualità (quality assuran-ce). Ora c'è un portfolio, quality conditions for learning, impact studies. penso sia una direzione giusta. Il portfolio ha elementi positivi: è una base che permette di riconoscere gli apprendimenti in ambito informale e nonformale e per metterli in comunicazione con altri settori educativi. Dal punto di vista formativo ritengo sia un utile strumento di riflessione sugli apprendimenti: il ri-schio è quello di uno sbilanciamento sul piano cognitivo dei percorsi di apprendimento, quando spesso i punti di forza dell'ENF riguardano proprio la capacità di non ridurre i percorsi educativi al solo piano cognitivo. di sicuro il portfolio, attraverso la scrittura, spinge verso una concettualiz-zazione della dimensione esperienziale ed emotiva. sarei felice di vedere un'apertura a forme di portfolio più vicine all'ENF che includano, per esempio, immagini, sia fisse, sia in movimento. So che per chi offre impiego e per alcune organizzazioni non è ancora uno strumento completo, che richiede un atto di fiducia nei confronti di chi offre ENF.

Come nasce l'idea di aprire un blog sull'ENF?

L'idea del sito mi è venuta nel 2005 come desiderio naturale di riflettere sul mio lavoro e in man-canza di altri spazi e di ambiti di scambio fra colleghi. Non è facile trovare il tempo per pensare, scrivere e curare il sito. Ma mi motivano molte conversazioni che nascono dai materiali che ospita il sito: conversazioni on-line, ma più spesso off-line con colleghi. E' un lavoro un po' solitario: ci

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sono altri esempi, ma poco in inglese. E mi motiva il fatto di dar forma intellegibile a materiali che possano contribuire al settore dell'ENF in generale.

Il recente seminario in Estonia sull'uso del web nell'ENF è stato abbastanza unico nel suo genere, per lo più off-line, anche se l'uso di mappe mentali ha contribuito a facilitare la condivisione dei risultati. Molti rimango scettici sull'uso delle nuove tecnologie, sono legati al modello dei semina-ri e dei percorsi faccia a faccia. Molto credo dipenda da mancanza di espesemina-rienze personali, dal fatto che l'e-learning sia stato introdotto soprattutto e in primo luogo in istituzioni di educazione formale. Ma Web to all, E-learning to all stanno mostrando esempi di come sia possibile combina-tre l'uso di ICT e di approcci centrati su chi apprende nell'ENF.

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