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Academic year: 2021

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Strada romana nell’abitato di Fordongianus

Ginetto Bacco* - Anna Luisa Sanna**

*Soprintendenza archeologica per le province di Cagliari e Oristano; **Cagliari

Nel giugno-luglio 2009, in connessione con i lavori di rifacimento dei sottoservizi e della pavi-mentazione stradale nella Via Vittorio Veneto del Comune di Fordongianus, l’antica Forum Traiani, la Soprintendenza Archeologica per le province di Cagliari e Oristano ha curato, con apposito cantiere (Coordinato per la Soprinten-denza Archeologica da G. Bacco e condotto sul campo da A. L. Sanna.), la messa in luce di un breve tratto di strada romana basolata, intercetta-to dalla via odierna all’altezza del numero civico 45, dove già anni addietro la presenza dell’asse viario antico era stata evidenziata in area di pro-prietà privata (Area di propro-prietà Nughes). Nel quadro della topografia antica di Forum Traiani il segmento stradale messo in luce, orientato sud-ovest/nord-est, appare funzionale al raccor-do dell’anfiteatro di Apprezzau, nella periferia meridionale dell’abitato di Fordongianus, con il complesso termale di Caddas, cui corre in vici-nanza, nonché con il ponte sul Tirso, dove, come noto, transitava l’importante arteria a Caralibus-Turrem.

La porzione stradale, visualizzata alla profon-dità di m. 1,20 sotto il piano d’uso della via odi-erna, è apparsa danneggiata dalle trincee prati-cate negli anni ’70 del secolo scorso per la posa in opera degli impianti pubblici idrico e fognario, che l’hanno interessata in senso trasverso, deter-minando la rimozione dalla sede di origine di svariate basole e dei relativi tratti di crepidine.

La preesistenza viaria portata a vista è tut-tavia largamente apprezzabile, poiché restituita per una lunghezza complessiva di m. 10,50 e

per l’intera larghezza della carreggiata, pari a m. 5,60/5,70, cui è da aggiungere lo spessore (m. 0,20/0,30) delle crepidini. Il piano pavimentale è reso con l’impiego di elementi in basalto di for-ma poligonale e non e di dimensioni nettamente diversificate, che danno luogo ad una orditura ir-regolare, ma salda e compatta. Il profilo trasverso appare inarcato al centro e spiovente ai lati e le basole si presentano usurate dal traffico rotabile.

In un breve settore è stato possibile indagare al disotto del piano pavimentale ed osservare la conformazione degli elementi litici costitutivi ed i modi della posa in opera. Le basole, martelli-nate nella faccia superiore d’uso, appaiono sboz-zate nella parte inferiore e rastremate, con sezi-one grosso modo triangolare. Il loro spessore è di circa 30 cm., e la stabilità è stata raggiunta con l’impiego di scheggioni di basalto. Lo strato di posa (2/3 cm. circa) è costituito da sabbia grossa, che a sua volta poggia su un piano di terra e sab-bia. Al di sotto di tale piano è allettata una siste-mazione di sabbia e pochi ciottoli e, da ultimo, terra, all’apparenza sterile. Nello strato di terra e sabbia sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici che, in attesa di uno studio puntuale, sembrano ascrivibili al I- II sec. d. C..

Lo scavo nell’area fiancheggiante il margine settentrionale della strada basolata ha messo in luce alcune porzioni murarie, che si dispongo-no contigue e in apparente connessione con la medesima arteria. I pesanti rifacimenti subiti e il minimo grado di conservazione dei corpi mu-rari ne rende difficile qualsiasi interpretazione in ordine alla funzione, ma i rapporti stratigra-ArcheoArte 2010, 1: 303-304

http://archeoarte.unica.it/ ISSN: 2039-4543

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-Notizie

fici e le analisi murarie farebbero individuare tre fasi, la prima delle quali certamente prec-edente alla costruzione della strada. Al momento dell’abbandono, dopo almeno due rimaneggia-menti, i tratti murari sembravano dar luogo a due vani regolari di cui solo uno (indicato come vano A) conservava le strutture che lo chiude-vano su tre lati.

Un breve cenno, infine, agli elementi di cultura materiale venuti in luce nel corso dell’intervento. Gli strati immediatamente sottostanti ad un pri-mo acciottolato (ottocentesco?) hanno restituito una notevole quantità di interessante materiale ceramico di epoca cinquecento-seicentesca, sia di produzione locale (slip ware, ceramica da cucina non rivestita) che d’importazione (marmorizza-ta, montelupo fiorentino, graffita tarda, a lustro

metallico). I materiali paiono riferibili agli strati di frequentazione e di obliterazione di una siste-mazione pavimentale, forse pubblica, individu-ata per breve spazio, e si presentano con forme e associazioni ben note in altri contesti sardi, in particolare da zone dell’ambito oristanese (Salvi, D., 1998. Ceramiche da un contesto cabrarese, in La ceramica racconta la storia. Atti del II conveg-no La ceramica nel Sinis dal neolitico ai giorni nostri, (Oristano-Cabras, 25-26 Ottobre 1996): 465-477. Cagliari: Tipografia Solter, pp. 466-468; Strexiu 2001. Strexiu de terra. Produzioni ceramiche di area oristanese nei secoli XVI-XVII, Catalogo della Mostra (Tramatza-Chiesa di San Giovanni Battista, 23 marzo – 5 aprile 2001). Quartu: Press Color: pp. 42, 47, 54, 56, 83-85, 94).

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