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Living Wage

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Academic year: 2021

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(1)

Elenco delle figure iii

Elenco delle tabelle iv

1 Introduzione 1

1.1 Introduzione . . . 1

2 Minimum wage, Living wage e Reddito di Inclusione 3 2.1 Minimum wage . . . 3

2.2 Living Wage . . . 9

2.3 Reddito di Inclusione . . . 14

3 Analisi dei metodi di calcolo del living wage 16 3.1 Living Wage Calculator . . . 17

3.2 Family Budget Calculator . . . 19

3.3 The Self Sufficiency Standard . . . 22

3.4 Making the living wage . . . 25

3.5 Living wage technical document, Calculating a Living Wage for the Republic of Ireland . . . 32

3.6 Report of an investigation into defining a living wage for New Zealand . . . . 33

3.7 First Comprehensive Review of the Market Basket Measure of Low Income . 35 3.8 Tabelle . . . 38 4 Metodo sviluppato 47 4.1 Definizione di un minimo . . . 48 4.2 Campione di partenza . . . 50 4.3 Aggregati . . . 56 4.4 Metodo . . . 76

4.5 Tabelle del salario orario per tipologia familiare . . . 77

4.5.1 Persona singola, provincia, 2014 . . . 77

4.5.2 Coppia, provincia, 2014 . . . 78

4.5.3 Genitore single con figlio, provincia, 2014 . . . 81

4.5.4 Coppia con figlio, provincia, 2014 . . . 83

4.5.5 Genitore single con due figli, provincia, 2014 . . . 85

4.5.6 Coppia con due figli, provincia, 2014 . . . 87

(2)

4.5.8 Persona singola, città, 2014 . . . 90

4.5.9 Coppia, città, 2014 . . . 93

4.5.10 Genitore single con figlio, città, 2014 . . . 95

4.5.11 Coppia con un figlio, città, 2014 . . . 98

4.5.12 Genitore single con due figli, città, 2014 . . . 101

4.5.13 Coppia con due figli, città, 2014 . . . 104

4.5.14 Coppia con tre figli, città, 2014 . . . 107

4.5.15 Persona singola, provincia, 2015 . . . 110

4.5.16 Coppia, provincia, 2015 . . . 111

4.5.17 Genitore single con un figlio, provincia, 2015 . . . 114

4.5.18 Coppia con un figlio, provincia, 2015 . . . 116

4.5.19 Genitore single con due figli, provincia, 2015 . . . 118

4.5.20 Coppia con due figli, provincia, 2015 . . . 120

4.5.21 Coppia con tre figli, provincia, 2015 . . . 122

4.5.22 Persona singola, città, 2015 . . . 124

4.5.23 Coppia, città, 2015 . . . 127

4.5.24 Genitore single con un figlio, città, 2015 . . . 129

4.5.25 Coppia con un figlio, città, 2015 . . . 132

4.5.26 Genitore single con due figli, città, 2015 . . . 135

4.5.27 Coppia con due figli, città, 2015 . . . 138

4.5.28 Coppia con tre figli, città, 2015 . . . 141

4.6 Critiche al metodo . . . 144

5 Conclusioni 147 5.1 Conclusioni . . . 147

(3)

2.1 Produttività del lavoro e salari reali Global Wage Report 2014/2015, Wages

and income inequality . . . 3

2.2 Paesi con minimum wage di settore o universale da Schulten, Contours of a European Minimum Wage Policy . . . 4

2.3 Paesi con salario minimo di settore o universale e copertura sindacale, 2009 –2011 (% di tutti i lavoratori coperti da un accordo sindacale) da Schulten, Contours of a European Minimum Wage Policy . . . 5

2.4 Lavoratori con meno del 60% della media nazionale dei salari 2010 (in % di tutti i lavorori) da Schulten, Contours of a European Minimum Wage Policy 7 2.5 Incidenza del living wage in base alla tipologia di impresa (in % della spe-sa per lavoro dipendente totale) da Pennycook, What price a living wage? Understanding the impact of a living wage on firm-level wage bills . . . 12

3.1 Come stimare un living wage da Anker, Estimating a living wage: A methodo-logical review . . . 17

4.2 Tipologie familiari HBS 2014 e 2015 . . . 52

5.1 Differenza fra percentile scelto e media nei consumi totali 2014 . . . 150

5.2 Differenza fra percentile scelto e media nei consumi totali 2015 . . . 150

5.3 Analisi dei quartili di un unico aggregato: Altro, per la tipologia familiare: persona singola . . . 151

(4)

3.1 Department of Urban Studies and Planning Massachusetts Institute of

Tech-nology (MIT) . . . 38

3.2 Economic Policy Institute (EPI) . . . 39

3.3 Center for Women Walfare, University of Washington . . . 40

3.4 Human Research and Skill Development Canada (HRSDC) . . . 41

3.5 Making the Living Wage, UK and London . . . 42

3.6 Making the Living Wage, UK and London . . . 43

3.7 Republic of Ireland, Living Wage Technical Group . . . 44

3.8 Republic of Ireland, Living Wage Technical Group . . . 45

3.9 Report of an investigation into defining a living wage for New Zealand . . . . 46

4.1 Analisi età delle tipologie familiari 2014 . . . 53

4.2 Analisi età delle tipologie familiari 2014 . . . 54

4.3 Analisi età delle tipologie familiari 2015 . . . 54

4.4 Analisi età delle tipologie familiari 2015 . . . 55

4.5 Tavola di lavoro . . . 57

4.6 Capitoli di spesa,Alimenti . . . 58

4.11 Capitoli di Spesa, Istruzione . . . 63

4.13 Capitoli di Spesa, Abbigliamento e calzature . . . 65

4.14 Capitoli di Spesa, Abbigliamento e calzature . . . 66

4.15 Capitoli di Spesa, Comunicazione . . . 66

4.16 Capitoli di Spesa, Servizi Medici . . . 66

4.17 Capitoli di Spesa, Altro . . . 67

4.18 Capitoli di Spesa, Trasporto pubblico, Domanda di trasporto pubblico locale (passeggeri annui per abitante) . . . 68

4.19 Capitoli di Spesa, Trasporto pubblico, Domanda di trasporto pubblico locale (valori assoluti in milioni) . . . 69

4.20 Capitoli di Spesa, Trasporto privato . . . 70

4.21 Capitoli di Spesa, Utenze . . . 71

4.22 Capitoli di Spesa, Affitto . . . 72

4.23 Capitoli di Spesa, Affitto . . . 73

4.24 Capitoli di Spesa, Affitto . . . 74

4.25 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Nord Ovest, HBS 2014 . . . 77

(5)

4.26 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS 2014 . . . 77 4.27 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2014 77 4.28 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 . 78 4.29 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014 78 4.30 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Nord Ovest, HBS 2014 . 78 4.31 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS 2014 . . . 79 4.32 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2014 . . . . 79 4.33 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 . . . 79 4.34 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014 . . . 80 4.35 Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Nord

Ovest, HBS 2014 . . . 81 4.36 Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Nord

Est, HBS 2014 . . . 81 4.37 Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Centro,

HBS 2014 . . . 81 4.38 Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Sud,

HBS 2014 . . . 82 4.39 Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Isole,

HBS 2014 . . . 82 4.40 Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

HBS 2014 . . . 83 4.41 Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS

2014 . . . 83 4.42 Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2014 83 4.43 Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 84 4.44 Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014 84 4.45 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Nord

Ovest, HBS 2014 . . . 85 4.46 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Nord

Est, HBS 2014 . . . 85 4.47 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Cen-tro, HBS 2014 . . . 85 4.48 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Sud,

HBS 2014 . . . 86 4.49 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Isole,

HBS 2014 . . . 86 4.50 Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

HBS 2014 . . . 87 4.51 Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Nord est,

HBS 2014 . . . 87 4.52 Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Centro, HBS

2014 . . . 87 4.53 Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 88

(6)

4.54 Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014 . . . 88 4.55 Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

HBS 2014 . . . 89 4.56 Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Nord Est,

HBS 2014 . . . 89 4.57 Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Centro, HBS

2014 . . . 89 4.58 Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 90 4.59 Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014 90 4.60 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Roma, HBS 2014 90 4.61 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Milano, HBS 2014 91 4.62 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Napoli HBS 2014 91 4.63 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Torino, HBS 2014 91 4.64 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Palermo, HBS 2014 91 4.65 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Genova, HBS 2014 92 4.66 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Bologna, HBS 2014 92 4.67 Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Firenze, HBS 2014 92 4.68 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Roma, HBS 2014 . . . 93 4.69 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Milano, HBS 2014 . . . . 93 4.70 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Napoli, HBS 2014 . . . . 93 4.71 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Torino, HBS 2014 . . . . 94 4.72 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Palermo, HBS 2014 . . . 94 4.73 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Genova, HBS 2014 . . . . 94 4.74 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Bologna, HBS 2014 . . . 94 4.75 Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Firenze, HBS 2014 . . . . 95 4.76 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza: Roma,

HBS 2014 . . . 95 4.77 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Mi-lano, HBS 2014 . . . 95 4.78 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Na-poli, HBS 2014 . . . 96 4.79 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Tori-no, HBS 2014 . . . 96 4.80 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Pa-lermo, HBS 2014 . . . 96 4.81 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Ge-nova, HBS 2014 . . . 97 4.82 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Bo-logna, HBS 2014 . . . 97 4.83 Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Fi-renze, HBS 2014 . . . 97 4.84 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Roma, HBS

(7)

4.85 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Milano, HBS 2014 . . . 98 4.86 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2014 . . . 98 4.87 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2014 . . . 99 4.88 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Palermo,

HBS 2014 . . . 99 4.89 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2014 . . . 99 4.90 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Bologna,

HBS 2014 . . . 100 4.91 Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Firenze, HBS

2014 . . . 100 4.92 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Roma,

HBS 2014 . . . 101 4.93 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Mi-lano, HBS 2014 . . . 101 4.94 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Na-poli, HBS 2014 . . . 101 4.95 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Tori-no, HBS 2014 . . . 102 4.96 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Pa-lermo, HBS 2014 . . . 102 4.97 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Ge-nova, HBS 2014 . . . 102 4.98 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Bo-logna, HBS 2014 . . . 103 4.99 Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Fi-renze, HBS 2014 . . . 103 4.100Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Roma, HBS

2014 . . . 104 4.101Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Milano, HBS

2014 . . . 104 4.102Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2014 . . . 104 4.103Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2014 . . . 105 4.104Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Palermo,

HBS 2014 . . . 105 4.105Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2014 . . . 105 4.106Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Bologna, HBS

(8)

4.107Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Firenze, HBS 2014 . . . 106 4.108Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Roma, HBS

2014 . . . 107 4.109Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Milano, HBS

2014 . . . 107 4.110Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2014 . . . 107 4.111Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2014 . . . 108 4.112Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Palermo, HBS

2014 . . . 108 4.113Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2014 . . . 108 4.114Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Bologna, HBS

2014 . . . 109 4.115Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Firenze, HBS

2014 . . . 109 4.116Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Nord Ovest, HBS

2015 . . . 110 4.117Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS

2015 . . . 110 4.118Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2015 110 4.119Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2015 . 111 4.120Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2015 111 4.121Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Nord Ovest, HBS 2015 . 111 4.122Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS 2015 . . . 112 4.123Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2015 . . . . 112 4.124Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2015 . . . . 112 4.125Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2015 . . . 113 4.126Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2015 . . . 113 4.127Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Nord

Ovest, HBS 2015 . . . 114 4.128Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Nord

Est, HBS 2015 . . . 114 4.129Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Centro,

HBS 2015 . . . 114 4.130Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Sud,

HBS 2015 . . . 115 4.131Tipologia familiare: genitore single con figlio, Area di Appartenenza: Isole,

HBS 2015 . . . 115 4.132Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

(9)

4.133Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Nord Est, HBS 2015 . . . 116 4.134Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Centro, HBS 2015116 4.135Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2015 117 4.136Tipologia familiare: coppia con figlio, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2015 117 4.137Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Nord

Ovest, HBS 2015 . . . 118 4.138Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Nord

Est, HBS 2015 . . . 118 4.139Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Cen-tro, HBS 2015 . . . 118 4.140Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Sud,

HBS 2015 . . . 119 4.141Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Isole,

HBS 2015 . . . 119 4.142Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

HBS 2015 . . . 120 4.143Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Nord est,

HBS 2015 . . . 120 4.144Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Centro, HBS

2015 . . . 120 4.145Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2015121 4.146Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Isole, HBS

2015 . . . 121 4.147Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Nord Ovest,

HBS 2015 . . . 122 4.148Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Nord Est,

HBS 2015 . . . 122 4.149Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Centro, HBS

2015 . . . 122 4.150Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Sud, HBS 2014 123 4.151Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Isole, HBS 2014123 4.152Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Roma, HBS 2015 124 4.153Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Milano, HBS 2015 124 4.154Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Napoli, HBS 2015 124 4.155Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Torino, HBS 2015 125 4.156Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Palermo, HBS 2015125 4.157Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Genova, HBS 2015125 4.158Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Bologna, HBS 2015126 4.159Tipologia familiare: persona singola, Area di Appartenenza: Firenze, HBS 2015126 4.160Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Roma, HBS 2015 . . . 127 4.161Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Milano, HBS 2015 . . . . 127 4.162Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Napoli, HBS 2015 . . . . 127 4.163Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Torino, HBS 2015 . . . . 128

(10)

4.164Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Palermo, HBS 2015 . . . 128 4.165Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Genova, HBS 2015 . . . . 128 4.166Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Bologna, HBS 2015 . . . 128 4.167Tipologia familiare: coppia, Area di Appartenenza: Firenze, HBS 2015 . . . . 129 4.168Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza: Roma,

HBS 2015 . . . 129 4.169Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Mi-lano, HBS 2015 . . . 129 4.170Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Na-poli, HBS 2015 . . . 130 4.171Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Tori-no, HBS 2015 . . . 130 4.172Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Pa-lermo, HBS 2015 . . . 130 4.173Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Ge-nova, HBS 2015 . . . 131 4.174Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Bo-logna, HBS 2015 . . . 131 4.175Tipologia familiare: genitore single con un figlio, Area di Appartenenza:

Fi-renze, HBS 2015 . . . 131 4.176Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Roma, HBS

2015 . . . 132 4.177Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Milano, HBS

2015 . . . 132 4.178Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2015 . . . 132 4.179Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2015 . . . 133 4.180Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Palermo,

HBS 2015 . . . 133 4.181Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2015 . . . 133 4.182Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Bologna,

HBS 2015 . . . 134 4.183Tipologia familiare: coppia con un figlio, Area di Appartenenza: Firenze, HBS

2015 . . . 134 4.184Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Roma,

HBS 2015 . . . 135 4.185Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Mi-lano, HBS 2015 . . . 135 4.186Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Na-poli, HBS 2015 . . . 135 4.187Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

(11)

4.188Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza: Pa-lermo, HBS 2015 . . . 136 4.189Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Ge-nova, HBS 2015 . . . 136 4.190Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Bo-logna, HBS 2015 . . . 137 4.191Tipologia familiare: genitore single con due figli, Area di Appartenenza:

Fi-renze, HBS 2015 . . . 137 4.192Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Roma, HBS

2015 . . . 138 4.193Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Milano, HBS

2015 . . . 138 4.194Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2015 . . . 138 4.195Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2015 . . . 139 4.196Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Palermo,

HBS 2015 . . . 139 4.197Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2015 . . . 139 4.198Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Bologna, HBS

2015 . . . 140 4.199Tipologia familiare: coppia con due figli, Area di Appartenenza: Firenze, HBS

2015 . . . 140 4.200Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Roma, HBS

2015 . . . 141 4.201Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Milano, HBS

2014 . . . 141 4.202Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Napoli, HBS

2014 . . . 141 4.203Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Torino, HBS

2014 . . . 142 4.204Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Palermo, HBS

2014 . . . 142 4.205Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Genova, HBS

2014 . . . 142 4.206Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Bologna, HBS

2014 . . . 143 4.207Tipologia familiare: coppia con tre figli, Area di Appartenenza: Firenze, HBS

2014 . . . 143 5.1 Confronto media e mediana per ogni categoria per l’anno 2014 . . . 148 5.2 Confronto media e mediana per il consumo totale anno 2014, area di

(12)

5.3 Confronto media e mediana per il consumo totale anno 2015, area di apparte-nenza: Nord Ovest, Nord Est, Sud, Isole e città . . . 149

(13)

Introduzione

1.1

Introduzione

Laddove più gravi e profonde sono le forme di sfruttamento, più cosmopolita è la composizione di quella che – a tutti gli effetti – è una nuova classe operaia.

È così nei campi dove si raccolgono le arance o i pomodori. È così per i facchini che lavorano in subappalto per le grandi multinazionali di spedizioni pacchi.

Leogrande, Nuovi cittadini nel mondo del lavoro

Il living wage è un concetto prima di tutto, la sua difficoltà in quanto idea, è appunto renderla oggettiva. In ogni campagna in cui viene reclamato, in base alla condizioni dei lavoratori ha un significato diverso.

Per le campagne portate avanti nel sud-est asiatico1 per l’affermazione di un Asia floor wage rappresenta a tutti gli effetti uno dei pochi modi che questi paesi in via di sviluppo hanno per chiedere un salario di sussistenza superiore al proprio salario minimo.

In questi paesi, molto spesso, il minimum wage è molto basso ed è uno strumento statale per attirare gli investimenti delle grandi multinazionali2.

Non avendo delle unioni sindacali, trovare una causa comune come questa è la forza dell’Asia Floor Wage Campaign.

Possiamo vedere come questa situazione si ripete più vicina al nostro paese, più precisamente nella penisola balcanica, dove il minimum wage è troppo basso per riuscire sostentare una famiglia3. Ma portando il mio studio in Italia, si può notare come il living wage diventa un’indicatore di povertà e non più uno strumento di aggregazione per quei lavoratori che non hanno delle organizzazioni sindacali alle spalle o uno stato che li sostiene. Viene analizzato in questo elaborato un salario di sussistenza per l’Italia, partendo dal mercato del lavoro e il nuovo fenomeno dei working poor, analizzando metodi già esistenti per il calcolo del living wage in altri paesi e arrivando a un salario orario vero e proprio differenziato per tipologia familiare e area di appartenenza.

1

Asia Floor Wage.

2Jeroen Merk, Stitching a decent wage across borders, The Asia Floor Wage proposal.

3Christa Luginbuhl, Stitching up: Salari da povertà per i lavoratori dell’abbigliamento nell’europa orientale

(14)
(15)

Minimum wage, Living wage e

Reddito di Inclusione

2.1

Minimum wage

Il salario minimo è sempre stata uno strumento molto usato dalla politica e dai vari stati per aiutare i lavoratori a basso reddito e limitare l’iniquità con diversi gradi di successo.

Nel 2009, più di 88 milioni di persone nel OECD erano impiegati in low wage work, e questi numeri sono aumentati da quel momento per le condizioni che continuano a gravare su molti di questi paesi e per una ripresa post-crisi che è passata attraverso la crescita sproporzionata dei posti di lavoro a basso salario.

Figura 2.1: Produttività del lavoro e salari reali Global Wage Report 2014/2015, Wages and

income inequality

Il salario minimo ora è stato incorporato in più di 100 paesi ed è stato definito dall’Orga-nizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) come il salario orario di un lavoratore a tempo pieno che guadagna al più i due terzi della media dei salari ma non è l’unica definizione che ne viene data, molti paesi utilizzano la loro definizione.

La longevità di questa idea così come la sua centralità in molti dibattiti politici ne sottolinea l’importanza e la potenziale utilità come strumento normativo.

(16)

Vi è una considerevole differenza nelle politiche di minimum wage sia storicamente che fra paesi ma il funzionamento di tutti i salari minimi è quello di stabilire un minimo salariale oltre il quale i datori di lavoro, per legge non possono scendere.

Vi sono due modi per raggiungere un salario minimo e generalmente influenzano molto il risultato finale: un salario minimo universale o di settore.

Il primo sistema è avvalorare il salario orario universalmente e a livello di stato attraverso una legge. Questo metodo definisce un minimo comune a tutte le categorie di lavoratori, generalmente vi è una variazione solo per i lavoratori giovani e senza esperienza rispetto alle altre categorie.

L’altro metodo è quello della contrattazione collettiva che non darà come risultato un salario minimo comune ma un salario orario differente per ogni posizione lavorativa e settore1.

Figura 2.2: Paesi con minimum wage di settore o universale da Schulten, Contours of a

European Minimum Wage Policy

I paesi che usano quest’ultimo sistema solitamente hanno delle unioni sindacali forti che rie-scono a rappresentare la maggioranza dei lavoratori e si osserva anche una soglia di salario minimo in media molto generosa e una minore disuguaglianza salariale fra i salari più alti e i più bassi della distribuzione.

L’alto tasso di copertura dei sindacati in paesi come l’Austria, l’Italia e specialmente la Dani-marca e la Scandinavia garantisce una protezione del minimo e rende le disposizioni di legge in gran parte superflue.

In paesi come la Germania, Cipro e la Svizzera, il tasso di copertura è molto più basso, tra il 50%-60%, almeno la metà dei lavoratori rimane senza un minimo salariale e senza copertura, quindi non stupisce che si arrivi a chiedere un minimum wage universale per legge.

Lo sviluppo del minimo, sia esso universale o di settore rappresenta un indicatore dello svi-luppo generale dei salari e i due metodi non per forza devono escludersi, ma possono essere complementari, per molti paesi il minimo universale è una rete di salvataggio per quei

(17)

ratori che non sono adeguatamente rappresentati da un minimo deciso dalla contrattazione nazionale.

Figura 2.3: Paesi con salario minimo di settore o universale e copertura sindacale, 2009 –2011 (% di tutti i lavoratori coperti da un accordo sindacale) da Schulten, Contours of a European

Minimum Wage Policy

Un ingente quantità di letteratura sul mercato del lavoro ha identificato un insieme inter-connesso di questioni che possono spiegare la crescita continuativa della produttività e la stagnazione dei salari della parte più basse della distribuzione.

Skill Bias in Labor Demand triggered by Skill-biased Technological Change, il concetto di nuove tecnologie che sostituiscono i lavori della manodopera poco qualificata coniato da Katz and Autor (1999). Secondo questa teoria il progresso tecnologico crea uno spostamento della domanda di lavoro a favore di lavoratori più qualificati.

Come risultato la parte alta della distribuzione dei salari beneficia dell’innovazione tecnolo-gica con un aumento dei rendimenti del loro lavoro.

Se questa teoria riesce a spiegare la dispersione dei redditi più alti, non spiega il forte aumento della disuguaglianza salariale nella fascia più bassa dello spettro.

Task-based Approach, Globalization and Offshoring, questa teoria è stata portata avanti da Spitz-Oener (2006) che ha mostrato empiricamente come è cambiata l’allocazione dei compiti negli ultimi dieci anni. Mentre le attività manuali e cognitive di routine sono state ampiamente automatizzate o esternalizzate, i compiti analitici, interattivi e manuali non di routine sono aumentati.

Questi cambiamenti sono in linea con l’aumento della competizione nel mercato del lavoro dovuto alle maggiori opportunità di delocalizzazione innescate dalla tecnologia che facilita la sostituzione dei lavoratori domestici con i lavoratori stranieri.

(18)

L’offerta di manodopera a basso costo quindi crea più pressione sulle parti inferiori della distribuzione salariale, mentre la disparità salariale nella parte superiore della distribuzione potrebbe diminuire a causa dei bonus di maggior competenza.

Empiricamente, esistono prove degli effetti negativi dell’offshoring su entrambi i salari e l’occupazione per lavoratori poco qualificati e anche gli effetti positivi sui salari per i lavoratori altamente qualificati vengono confermati.

Per quanto riguarda la dispersione salariale all’interno dei gruppi di qualificazione, si è rilevato che la disuguaglianza salariale è diminuita per i lavoratori poco qualificati, ma è aumentata per le persone altamente qualificate.

Labor Market Reforms and Flexibilization, è stato spesso dibattuto che i cambiamenti nelle forme di organizzazione e nelle norme del mondo del lavoro giocano un ruolo molto importante nell’aumento della disuguaglianza dei salari.

I cambiamenti sulle norme sui licenziamenti, la flessibilità che si richiede attraverso forme di lavoro temporanee nonché i sussidi di disoccupazione ridotti sono tra i fattori più importanti che aumentano l’offerta di lavoro a scapito di una pressione al ribasso sui salari.

Teoricamente, le riforme del mercato del lavoro possono avere effetti diversi, un aumento della produttività può avere delle conseguenze positive sui salari, però osservando l’andamento dei salari non vi sono evidenze che questo sia l’effetto che ha prevalso. Un evidente declino delle unioni sindacali e della contrattazione collettiva è una delle cause dibattute.

Vi è una forte evidenza che il declino dei sindacati ha portato ad una forte iniquità, special-mente nella parte bassa della distribuzione salariale.

Anche se si ipotizza che questa non sia l’unica causa poiché la dispersione dei salari è aumen-tata in modo uguale nelle aree con e senza contrattazione collettiva2.

Allora diviene più importante la richiesta di un minimum wage che, universalmente possa andare a aiutare quella categoria di lavoratori.

In paesi come l’Irlanda, il Regno Unito e la Germania è stato definito un salario minimo universale per rispondere ad una minore densità dei sindacati che aveva portato a una fram-mentazione e decentralizzazione della contrattazione.

Il risultato di una decrescente rappresentatività e copertura dei sindacati in tutti e tre questi paesi è stata la crescita dei lavoratori a basso reddito, la disuguaglianza e l’emergere di un altro segmento del mercato del lavoro fra i lavoratori con un sindacato ed i lavoratori senza, quest’ultimi sempre di più impiegati in modo non regolare, a tempo determinato e in modo flessibile3.

La risposta di questi paesi è stata quindi quella di passare al salario minimo deciso per legge. Bisogna sottolineare però che, anche se il salario fissato in tutti e tre questi paesi è maggio-re di quello americano, gli aumenti sono graduali e modesti e si stabilisce un chiaro limite all’utilità dei salari minimi prima che inizino a danneggiare il mercato del lavoro. Di conse-guenza, anche se questi piani salariali si avvicinano molto al 60% della media del salario di occupazione a tempo pieno identificata dalla Commissione Europea, rimangono comunque al

2

Ulrike Stein, Rising Income Inequality in Germany, 1991-2010 .

(19)

di sotto di esso.

In paesi con il minimo salariale universale possiamo osservare tre gruppi per quanto riguarda

Figura 2.4: Lavoratori con meno del 60% della media nazionale dei salari 2010 (in % di tutti i lavorori) da Schulten, Contours of a European Minimum Wage Policy

il livello di minimum wage (in euro): il primo con un salario minimo relativamente alto che comprende sei stati come il Lussemburgo con un salario minimo orario di 11.1 euro, seguito da paesi con un minimo sopra i 9 euro all’ora, quali Francia a 9.53 euro, Olanda a 9.11 euro e Belgio a 9.10 euro.

Il minimo irlandese è ancora più basso, 8.56 euro all’ora e quello inglese a 7.43.

Nel secondo gruppo, il salario orario è tra i 2 euro e i 7 all’ora e sono otto i paesi, fra sud, centro e est Europa.

La Slovenia con 4.53 euro al primo posto di questo gruppo, poi Malta e Spagna con rispetti-vamente 4.53 e 3.91 euro all’ora.

A seguire, dopo un taglio di più di 20 punti percentuali nel febbraio del 2012 la Grecia con un salario orario di 3.35 euro. Alla fine di questo gruppo abbiamo Portogallo, Polonia, Croazia, Estonia e Slovacchia con valori fra i 2 e 3 euro all’ora. Il terzo gruppo, ha il minimo salariale al di sotto dei 2 euro all’ora e comprende solo paesi dell’est e centro Europa. Il livello minimo di salario è compreso tra 1.70 euro e 2 euro l’ora.

Sono paesi come la Bulgaria e la Romania, con salari minimi di poco più di 1 euro all’ora gli ultimi della distribuzione.

(20)

Nel gennaio 2015 la Germania ha introdotto il salario minimo, determinato per larga par-te attraverso le raccomandazioni della Minimum Wage Commission, formata per lo più da datori di lavoro e rappresentanti sindacali. Fissato al 58% della media salariale full time si posiziona dopo quello irlandese a 8.50 euro all’ora.

Brevemente si può dire che il salario minimo è uno strumento dal potenziale già discusso per i lavoratori a basso reddito. Le conclusioni però sono diverse, perchè sistemi di contrattazione collettiva forti e una larga adesione che assicurano salari relativamente generosi sono sempre più rari, di conseguenza un salario minimo per legge è l’approccio dominante per la regola-zione del minimo salariale. Sfortunatamente questi sistemi fissano dei salari molto bassi che lasciano i lavoratori in condizioni di povertà.

Nel complesso però l’opinione sui salari minimi è migliorata e le gli studi su questo argomen-to sono sempre più influenzati da considerazioni sargomen-toriche e filosofiche su questioni come la giustizia, l’equità, la dignità umana.

Queste considerazioni sono il centro di un più forte movimento conosciuto come: Living Wage movement.

(21)

2.2

Living Wage

Una nuova strategia per migliorare le condizioni dei low-wage worker che ha attirato tanta attenzione in questi ultimi anni è stata quella del living wage.

Parte della forza di questo movimento è stato un appello alla decenza umana, alla solidarie-tà e ai concetti di fondo di "equisolidarie-tà" basati sulla semplice nozione che chi lavora non debba lavorare in condizioni di povertà.

Il bisogno di un adeguato salario è stato riconosciuto nel preambolo della ILO Constitution e nella Declaration Concerning the Aims and Purposes in cui si sottolinea l’importanza di fornire un adeguato salario di sussistenza e si dichiara l’impegno di assicurare un living mi-nimium wage per tutti i lavoratori. La questione fondamentale di cosa costituisce un salario di sussistenza ha portato allo sviluppo di un certo numero di calcolatori per quantificarlo con un importo monetario esatto e che dipendono dal luogo e dalla composizione familiare. Alcuni di questi metodi, chiamati dall’ILO "originali" sono stati analizzati nel capitolo suc-cessivo del mio elaborato.

I contenuti delle campagne del living wage non sono tecnici perchè la sua nascita è da ricon-dursi all’osservazione di un fenomeno avvenuto a Baltimora nel Maryland nel 19944.

Durante i primi anni ’90, i volontari delle mense di carità nell’area di Baltimora iniziarono a notare due cose: in primo luogo, il numero di persone che usufruivano del servizio stava aumentando e in secondo luogo molti di coloro che venivano alla mensa o nel centro di acco-glienza per senzatetto con le loro famiglie erano persone che avevano un lavoro.

Quindi i salari di queste persone, pur lavorando full-time non erano sufficienti a garantirgli un minimo per vivere, e se perlopiù guadagnavano un minimum wage di legge era proprio questo ad essere insufficiente.

Nei venti anni successivi il living wage è stato adottato in più di 140 stati degli Stati Uniti d’America e il movimento si è allargato anche al Regno Unito, poi in Canada, Nuova Zelanda e Irlanda, recentemente anche in Asia e nel sud-est asiatico.

Le campagne sono state una risposta ai posti di lavoro persi a causa del crescente outsourcing dei lavori pubblici al settore privato.

Inizialmente il motivo che veniva dato per giustificare questa esternalizzazione era la maggio-re efficienza delle aziende pubbliche ma il vero motivo si notò dopo, era il minor costo della manodopera per lo stesso lavoro rispetto all’entità pubblica.

A volte il costo del lavoro scendeva drammaticamente, in uno studio effettuato a Chicago si mostrò che per le stesse categorie di lavori dal 1990 al 1995 il salario era diminuito di 20-25 punti percentuali. L’altra causa è la grande diminuzione del valore reale del minimo. Nel 1968 il minimo era di 8.98$ in valore reale del dollaro di adesso, lo stesso lavoratore oggi viene pagato 5.15$ all’ora. Se un lavoratore full-time americano venisse pagato secondo la legge finirebbe comunque nel 32% al di sotto della linea di povertà.

4R. Pollin e Luce, A Measure of Fairness: The Economics of Living Wages and Minimum Wages in the

(22)

La definizione che viene data del living wage non è numerica ma è un concetto, secondo Glickman (1997): è un salario che riesce ad offrire ai lavoratori le capacità per supportare in modo rispettabile la famiglia e avere sia i mezzi che il tempo libero per partecipare alla vita civica della nazione.

Questo vuol dire che il lavoratore deve riuscire a vivere al di sopra della linea di povertà, che però rimane, anche questa, un concetto che cambia da paese a paese e soprattutto non quantificabile esattamente.

Per esempio in America è un concetto fermo all’era di John F. Kennedy ed è stata definita come il costo di un paniere di alimenti che da un apporto di calorie sufficiente e che il governo chiama "economy food plan"5.

Il problema con la soglia di povertà è che non include altre spese familiari come il costo per una casa, per i trasporti e ancor di più per l’assistenza dei figli.

Il living wage poi può differire per molti motivi, la formula con cui viene calcolato, quali tipologie familiari sceglie, quali aree copre, concettualmente però fa ricadere le spese nelle medesime categorie.

Il modello iniziale però sembra essere sempre lo stesso: il reddito di base richiesto da una famiglia di tre o quattro individui che include il costo medio di child care, alimenti, sanità, trasporti, vestiti e altre necessità tenendo conto del costo dell’affitto nelle varie località. Il modo di operare del living wage, principalmente in America è a livello pubblico, nello spe-cifico viene richiesto a ogni attore che ha un contratto o interagisce con lo stato sotto forma di comune, quindi a livello di città o area, di pagare i propri lavoratori il living wage. Questa ordinanza interessa direttamente i contratti delle imprese con il comune oppure le imprese che ricevono un sussidio economico, i subappaltatori che lavorano a fianco dei con-traenti principali per i contratti con il comune stesso, le imprese che prendono in prestito finanziamenti dallo stato e infine gli stessi comuni.

L’impatto di queste ordinanze è in genere piuttosto basso, influenza direttamente solo l’uno o il due percento della forza lavoro complessiva di un comune, si noti che alcune di queste or-dinanze non sono nemmeno automatiche ma hanno delle condizioni e dei requisiti che devono essere rispettati prima che possano essere applicate, per esempio solo con contratti superiori ad un determinato importo.

Il secondo modello di applicazione agisce sempre attraverso le ordinanze comunali ma ha una più vasta zona di copertura perchè riguarda tutte le imprese di quella area comunale. Essenzialmente queste ultime ordinanze operano come un minimum wage a livello statale e anche se presenti solo in piccole città hanno avuto una rapida crescita fra città più grandi come Chicago (2014), Los Angeles (2015), Oakland (2014), Sante Fe (2003), San Francisco (2003), Seattle (2014), Washington D.C, (2013) e campagne con un’alta probabilità di riu-scita sono in corso a New York e Portland6.

5Da notare che in tutti e tre i modelli americani di living wage si fa riferiemento a questo per la categoria

alimenti, vedi pagina 13, 15 e 18)

(23)

Un terzo modello di liwing wage opera attraverso l’adesione volontaria delle imprese stes-se, questo modello è applicato per lo più in Inghilterra ma si trova anche in Canada, Irlanda, Nuova Zelanda e, in misura minore, negli Stati Uniti.

Il movimento per il living wage inglese è nato a Londra nel 2001 dalla comunità London Citizens (ora Citizens UK), che è una comunità di 300 organizzazioni fra educative, religiose, sindacali e di volontariato ed è stata ispirata direttamente dal movimento americano tanto che la sua prima campagna vinta fu per assicurare ai lavoratori londinesi che avevano una connessione con i soldi pubblici un salario maggiore.

Pur avendo una storia comune, il metodo inglese di living wage è molto diverso, le campagne sono incentrate sulla partecipazione volontaria dei comuni e delle imprese, quindi minor enfasi viene posta nel raggiungere un living wage attraverso la legge ma si tende a sviluppare partnership collaborative con datori di lavoro, sindacati e comuni.

É stato sviluppato un sistema di certificazione che aiuta a monitorare e garantire la conformità delle aziende che prendono parte alla collaborazione ma questo organismo di fatto incentiva la partecipazione trasformando il living wage più in un immagine positiva o un etichetta per l’ente che partecipa che un idea da istituzionalizzare.

Il movimento nato a Londra nel 2001 si è ora esteso e comprende tutta l’Inghilterra e la Scozia.

Questo è un aspetto che contraddistingue l’approccio inglese rispetto agli Stati Uniti, dove i salari di sussistenza raggiunti attraverso le campagne sono diversi da un posto all’altro e sono il risultato di campagne individuali e isolate.

Sebbene il movimento britannico per salario di sussistenza abbia avuto un certo successo nell’assicurare salari per i lavoratori a basso reddito, la partecipazione volontaria non è stata abbastanza efficace, infatti dal 2001 solo 60,000 lavoratori su una forza lavoro di sei milioni hanno avuto diritto ad una salario dignitoso.

La maggior adesione si è avuta dal settore pubblico e da grandi aziende principalmente nella città di Londra, una caratteristica che accomuna soprattutto queste ultime è la bassa presen-za di lavoratori a basso costo e quindi traggono benefici sproporzionati dalla certificazione. Attingendo ai dati di 79 società britanniche quotate alla LSE (London Stock Exchange), la figura fornisce una stima dell’aumento medio della spesa per lavoro dipendente che le società, per settore industriali, dovrebbero pagare se il salario fosse al livello di living wage (primo scenario) o il 90% di esso (secondo scenario)7.

(24)

Figura 2.5: Incidenza del living wage in base alla tipologia di impresa (in % della spesa per lavoro dipendente totale) da Pennycook, What price a living wage? Understanding the impact

of a living wage on firm-level wage bills

L’analisi presentata da Pennycook (2012) stima che l’aumento della spesa per salari come risultato dell’adozione di un salario di sussistenza per le imprese di software e informatica, banche e prodotti alimentari sia limitato (un aumento dell’1,0% o minore).

Si può ipotizzare quindi che per le aziende appartenenti a questo settore raggiungere un livello salariale di sussistenza non comporterebbe una grande spesa se si pensa anche a tutti i modi o i meccanismi con cui si possono assorbire questi costi aggiuntivi.

Per le imprese dei settori in cui vi è una grande quantità di lavoratori a basso reddito come nella vendita, nella rivendita di alimenti e in bar e ristoranti l’aumento del salario potrebbe essere più difficile.

Se i salari medi stimati aumentassero però del secondo scenario, quindi del 90% del salario di sussistenza (£ 7,47 a Londra e £ 6,48 altrove) piuttosto che secondo il primo scenario questo potrebbe essere comunque un modo realistico in cui tali aziende possono passare ad un maggior salario.

Le società in questi ultimi settori potrebbero impegnarsi a introdurre gradualmente nel tempo un salario di sussistenza, al fine di ridurre i costi iniziali e dare il tempo per assorbire tali costi.

(25)

In un periodo di declino della forza dei sindacati e un clima politico definito da politiche austere e stagnazione dei salari per i lavoratori a basso reddito, le campagne di living wage hanno avuto successo sia in termini di numero delle vittorie, ma anche nella loro capacità di fornire ai lavoratori con salari bassi salari e benfit maggiori.

Si stima che le campagne inglesi abbiano generato un addizionale di 210 milioni di sterline per 60,000 lavoratori e che negli Stati Uniti, in una stima fatta nel 2002, le ordinanze hanno coinvolto 250,000 lavoratori sebbene con l’introduzione di ordinanze geografiche con una co-pertura molto più ampia, questo numero è ora sicuramente molto più alto.

Le campagne di living wage possono creare una piattaforma più ampia entro la quale pos-sono nascere coalizioni nella comunità stessa per raggiungere obiettivi più ampi,e può anche aumentare la consapevolezza tra i lavoratori non sindacalizzati.

(26)

2.3

Reddito di Inclusione

In questo capitolo vorrei confrontare il living wage o salario di sussitenza con un’altro stru-mento di welfare che è stato introdotto da poco nel sistema legislativo italiano: il reddito di inclusione (ReI).

Entrato in vigore il 14 ottobre 2017 e introdotto dal decreto legislativo D.Lgs n. 147 del 15 settembre 20178.

Vengono stabiliti all’art.2 e 3 dello stesso decreto la decorrenza e i beneficiari di questa politica sociale:

1. Decorrenza: a decorrere dal 1° gennaio 2018, e’ istituito il Reddito di inclusione, di seguito denominato «ReI», quale misura unica a livello nazionale di contrasto alla po-verta’ e all’esclusione sociale.

2. Beneficiari: chi potrà fare richiesta sono i nuclei con Isee inferiore ai 6000 euro, aventi un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro e un valore del patrimonio mobiliare, non superiore a 6.000 euro. Soglia che può salire di 2000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000 (comma 1 dell’art. 3).

3. Fermi restando i requisiti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b), il ReI e’ compatibile con lo svolgimento di attivita’ lavorativa da parte di uno o piu’ componenti il nucleo familiare.9

Il ReI è una misura di welfare compatibile con lo svolgimento di un lavoro, come visto nel-l’ulitmo punto ma che pone delle soglie di reddito per l’accesso molto restrittive che vanno a delineare una situazione familiare molto difficile e rimane, quindi, una misura nazionale di contrasto alla povertà.

Ha un’impostazione selettiva, cioè è una misura assistenziale che però seleziona alla base la tipologia di famiglie o persone che ne potranno usufruirne e si contrappone alle misure che, invece, hanno un’impostazione universale.

Una delle principali motivazioni addotte a favore del ricorso a criteri selettivi è da ricercarsi nella presunta minor onerosità per il bilancio dello stato unita ad un intervento più mirato e con maggiore efficacia in termini di equità.

Il reddito minimo garantito costituisce una delle forme più diffuse dei meccanismi di sostegno dei redditi e di contrasto della povertà di tipo selettivo.

8

D.Lgs n. 147 del 15 settembre 2017 .

(27)

Un’ importante distinzione tra le diverse forme di sostegno dei redditi concerne il fatto che esse siano rivolte a soggetti disoccupati e/o comunque inabili al lavoro (politiche del primo tipo) o vadano invece a vantaggio di soggetti occupati (politiche del secondo tipo), il cui reddito sia al di sotto del livello di sussistenza (working poors), oppure ancora siano destinati ad incentivare la riduzione o la cessazione del lavoro attraverso forme di prepensionamento (politiche del terzo tipo)10.

Il ReI rientra nelle politiche di primo tipo che analogamente alle altre misure soggette a veri-fica dei requisiti del beneficiario porta ad un trade off perchè legate alla condizione di povero e/o di disoccupato, vengono revocate nel caso in cui il soggetto titolare risulti occupato ed ottenga un reddito superiore alla linea stabilita.

Se posti di fronte alla decisione di accettare un’occupazione che però potrebbe rivelarsi pre-caria o continuare a percepire un sussidio restando disoccupati i soggetti potrebbero anche preferire questa seconda opzione.

Si verrebbe così a generare un meccanismo ciclico in cui il reddito minimo disincentiverebbe l’occupazione.

Questo meccanismo potrebbero essere attenuato se l’erogazione del minimo fosse condizionata dall’impegno di ricercare un’occupazione oppure alla frequenza di corsi di formazione o studio. Il living wage, pur non potendo essere classificato come una misura di welfare può avere delle conseguenze simili a quelle di una politica di secondo tipo. Rispetto al ReI, i suoi beneficiari saranno solo soggetti occupati e quindi non sarà una misura che interessa la po-polazione più esposta al rischio di povertà.

Il salario di sussistenza aumenterebbe l’occupazione per il maggior salario orario corrisposto e la dignità che da ai lavoratori e aumenterebbe i consumi dei soggetti e delle famiglie che beneficiano di questa politica.

Creerebbe poi, per il soggetto, una vita dignitosa e gli garantirebbe un’effettiva alternativa alla povertà.

Le politiche di questo tipo possono essere destinate ai lavori poco retribuiti oppure a tutti i lavori.

Ecco che si vede la seconda grande differenza, un’impostazione universale dello strumento che quindi non ha dei criteri di selezione alla base ma solo una fascia di tipologie di lavori o lavoratori a cui porterà vantaggi. Questo permette anche di uscire dal circolo illustrato prima perchè non avendo delle soglie di accesso non vi sarà nemmeno la possibilità di una scelta da parte dei soggetti.

Perchè l’obiettivo cui tendere, deve essere quello di allargare la rete di garanzie minimali come l’indipendenza economica a tutti gli individui in quanto cittadini.

Occorre predisporre politiche assicurino una reale uguaglianza di accesso al mercato del la-voro e che incrementino le opportunità individuali di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro.

E queste politiche non devono prescinde dal dare una vita dignitosa a chi già lavora in posizio-ni anche molto umili perchè come già si diceva si daranno le stesse opportuposizio-nità alla famiglia di poter fare delle scelte consapevoli nella società.

(28)

Analisi dei metodi di calcolo del

living wage

L’idea del living wage è quella per cui un lavoratore e la sua famiglia dovrebbero essere in grado di permettersi un livello di vita di base dignitoso, al di sopra della soglia di povertà. La figura 2.1 mostra come solitamente viene calcolato il salario di sussistenza: innanzitutto, è necessario stimare il costo pro capite di uno stile di vita essenziale ma dignitoso, accettabile per la società (prima casella a sinistra).

Il costo di questo stile di vita è generalmente stimato sommando (1) il costo delle necessità di base come (i) una dieta con il giusto apporto di sostanze nutritive e a basso costo; (ii) un alloggio di base con uno standard accettabile e generalmente definito in termini di dimensioni, numero di stanze, materiali della struttura e disponibilità di servizi come servizi igienici ed elettricità; e (iii) abbigliamento e calzature adeguati; e (2) il costo degli altri bisogni, come trasporti, istruzione per bambini, assistenza sanitaria, assistenza all’infanzia, arredi e attrezzature per la casa, attività ricreative e culturali, comunicazioni e cura della persona. A volte un piccolo margine come i savings viene aggiunto per considerare gli imprevisti, come malattie e incidenti, così come gli imprevisti più comuni evitando di lasciare i lavoratori in una trappola della povertà da cui non potranno mai uscire.

Il costo totale stimato pro capite viene quindi scalato per arrivare al costo per una famiglia. Infine, il costo totale per una famiglia viene diviso per il numero di lavoratori della stessa a tempo pieno.

É importante sottolineare che il costo di una vita accettabile dipenderà dal luogo e dal paese che considero.

Andando avanti si vedrà come, mentre le assunzioni e le stime del basic living costs implicano necessariamente una soggettività della stima, è possibile definire e un costo in base alle informazioni sui lavoratori, sulle famiglie e sulle spese tipiche di una famiglia cercando di allargare questa stima per avere massima rappresentatività e quindi una maggior oggettività di questo strumento.

(29)

Figura 3.1: Come stimare un living wage da Anker, Estimating a living wage: A

methodological review

3.1

Living Wage Calculator

Department of Urban Studies and Plannig Massachusetts Institute of Technology1

Il modello di calcolo2 del living wage descritto dal Massachusetts Institute of Technology è un approccio market-based che distingue per zona geografica, i bisogni base di una famiglia. I bisogni individuati sono: alimenti, cura del bambino, assicurazione medica, trasporti e altre necessità di base (vestiario, cura della persona, etc.). Sul risultato ottenuto vengono poi cal-colati ed inclusi gli effetti delle imposte sul reddito e le payroll taxes per determinare il salario minimo necessario per rispettare i bisogni di base e un’autosufficienza del nucleo familiare. Non include fondi per pasti già pronti nè ristoranti. Non include il budget per l’intratteni-mento come categoria generica nè per tempo libero per vacanze o vacanze non pagate. Infine non rientrano nei suoi calcoli i mezzi finanziari per pianificare il futuro attraverso risparmi, investimenti o l’acquisto di beni patrimoniali (come investimenti in fondi pensione o per l’ac-quisto di una casa).

Il living wage è il minimo salariale che se raggiunto disegna una sottile linea fra indipendenza finanziaria dei working poor e il bisogno di ricorrere all’assistenza dello stato o soffrire di una grave deprivazione materiale.

1

Carey Anne Nadeau, Living Wage Calculator, User’s Guide / Technical Notes, 2016 Update.

(30)

I bisogni di base vengono così calcolati:

Basic needs budget = food cost + child care cost + (insurance premiums + health

care costs) + housing cost + transportation cost + other necessities cost.

Living wage = Basic needs budget + (basic needs budget*tax rate)

Food costs: I costi degli alimenti sono stati compilati usando il USDA’s low-cost food

plan 2 national average, del giugno 2015. Il low-cost plan ipotizza che ogni famiglia selezioni il cibo che costa meno e che ogni pasto (inclusi gli snack) siano preparati in casa.

Child Care: La componente di cura del bambino è costruita da una stima a livello nazionale

pubblicata dalla National Association of Child Care Resource and Referral Agencies nel 2015. Assumendo che le famiglie a basso reddito sceglieranno la più bassa in termini di costi di scuola d’infanzia o il coinvolgimento della famiglia.

Health: La componente della sanità include il budget base per (1) il piano di assicurazione

sanitaria per un lavoratore, (2) prestazioni mediche, (3) farmaci e (4) materiale medico.

Housing: La componente dell’abitazione comprende i costi di un’affitto in una data zona

attraverso le stime del HUD Fair Market Rents (FMR). La stima dell’FMR include anche le utenze che dipenderanno dal numero di stanze di un’unità abitativa, da una a quattro stanze.

Transportation: La componente dei mezzi di trasporto si rifà alla stima di spesa per

traspor-ti del Bureau of Labor Statraspor-tistraspor-tics, la Consumer Expenditure Survey che include: (1) macchina o furgone (usati), (2) benzina e olio motore, (3) altre spese per il veicolo, (4) trasporti pub-blici. I costi per il trasporto includono anche la manutenzione di routine e il finanziamento di un veicolo e dell’assicurazione ma non il costo per comprare una nuova automobile.

Other necessities: Questa componente include i costi stimati per i vestiti, la cura della

persona e la gestione della casa.

Taxes: Stima i contributi, le imposte sul reddito, le tasse federali e le include nel calcolo.

La tassa sulle proprietà e le imposte sulla vendita della proprietà sono già incluse nel costo dell’affitto e delle altre necessità.

(31)

3.2

Family Budget Calculator

The Economic Policy Institute’s 2015, Washington3

Definition of families: Il budget viene calcolato per 10 tipi familiari in ogni area. Queste tipologie familiari includono: una persona single senza figli, una coppia senza figli, un genitore single con uno, due, tre, quattro figli e una coppia sposata con uno, due, tre o quattro figli. Ogni genitore è assunto come lavoratore full time e per le famiglie con un figlio viene ipotizzato che questo abbia 4 anni di età. Successivamente per le famiglie con due figli si ipotizza un’età dei figli di 4 anni e 8 anni, per quelle con tre figli un’età di 4 anni, 8 anni e 12 anni rispettivamente e infine per le famiglie con quattro figli si ipotizza un’età di 4 anni, 8 anni, 12 anni e 16 anni, questo per rappresentare più età e bisogni diversi all’interno delle famiglie.

Definition of areas: L’EPI 2015 Family Budget Calculator4 calcola il living wage per 681 aree del territorio americano che variano fra aree rurali, aree metropolitane e aree a cavallo fra quest’ultime.

Components of the Living Wage:

Rent: L’EPI family budget assume che una persona o una coppia senza figli viva in un

monolocale. Famiglie con uno o due figli si ipotizza vivano in case con due camere da letto e famiglie con tre o quattro figli in case con tre camere da letto.

L’affitto include tutte le utenze, escluso il telefono e i costi per l’uso della televisione e l’uso di internet.

Food: I dati per la componente alimenti sono del Center for Nutrition Policy and Promotion

(CNPP). Lì troviamo quattro differenti piani alimentari della USDA: il "Thrifty Plan", il "Low-Cost Plan", il "Moderate-Cost Plan" e il "Liberal Food Plan". Come anche il MIT si è utilizzato il "Low-Cost Plan", che ipotizza unicamente pasti da preparare in casa.

I costi per gli alimenti sono stati poi modificati in base alle seguenti categorie d’età: bambino fra i 4-5 anni, bambino fra i 6-8 anni, la media fra ragazzo e ragazza di età 12-13 anni, media fra ragazzo e ragazza di 14-18 anni di età e la media fra uomo e donna tra i 19-50 anni di età. Questo perchè tutti i costi della USDA food plan table sono calcolati per individui in nuclei di quattro persone; per famiglie di altre dimensioni l’USDA suggerisce di fare delle modifiche:

• Famiglia di una persona: aggiungere il 20 percento • Famiglia di due persone: aggiungere il 10 percento • Famiglia di tre persone: aggiungere il 5 percento • Famiglia di cinque persone: sottrarre il 5 percento • Famiglia di sei persone: sottrarre 5 percent

Per calcolare il costo totale degli alimenti, prima viene aggiustato il costo per ogni persona e poi vengono sommati.

Esempio: per un genitore e due figli:

Costo degli alimenti = [media (uomo (età 19-50), donna (età 19-50)*1.05] + [bambino (età 4-5)*1.05] + [bambino (età 6–8)*1.05].

3

Elise Gould, Economic Policy Institute’s 2015, Family Budget Calculator, Technical Documentation.

(32)

Child care: Per questa categoria è stato utilizzato il report: Child Care Aware of America

(2014) pubblicato da Parents and the High Cost of Child Care che si basa su dati di gennaio 2013 del State Child Care Resource and Referral Network survey.5É stato stimato un budget per la frequenza di scuole d’infanzia in 570 MSAs (Metropolitan Statistical Area), questa modalità è più sostenibile rispetto a un’assistenza in famiglia e il suo prezzo non subisce fluttuazioni frequenti come quest’ultima.

Per le rimanenti 48 aree rurali è stata scelta, invece, l’assistenza in famiglia come soluzione basandosi sull’ipotesi che più comodo e semplice per coloro che vivono in queste zone. Non viene presa in considerazione la cura di un neonato tra le composizioni familiari iniziali, ma solo di un bambino di 4 anni di età, quindi i costi potrebbero essere sottostimati. Si stima il budget per la cura di un bambino di 4 anni pensando a un’assistenza a tempo pieno e si prendono in considerazione sia le ipotesi di scuola dell’infanzia sia di assistenza in famiglia per rappresentare tutte le aree statistiche.

Si stima poi il budget per la cura di un bambino in età scolare, 8 anni di età, per indicare il costo dell’assistenza prima e dopo la scuola, che tuttavia non include l’assistenza durante i weekend e nemmeno durante i giorni estivi di chiusura delle scuole, quindi anche in questo caso i costi vengono sottostimati.

Viene stimato il budget per un ragazzo di 12 anni che ha bisogno di un’assistenza giornaliera solo nei mesi estivi, quindi un sesto il costo della cura per un bambino di età scolare e viene aggiunto alla composizione di famiglie con tre e quattro bambini. Per queste ultime famiglie, si ipotizza che l’assistenza al bambino non sia necessaria per il quarto figlio stimato avere 16 anni.

Per ogni composizione familiare risultano questi costi:

• Un figlio = budget per la cura di un bambino di 4 anni.

• Due figli = budget per la cura di un bambino di 4 anni + budget per la cura di un bambino di 8 anni.

• Tre figli = budget per la cura di un bambino di 4 anni + budget per la cura di un bambino di 8 anni + budget per la cura di un bambino di 12 anni.

• Quattro figli = budget per la cura di un bambino di 4 anni + budget per la cura di un bambino di 8 anni + budget per la cura di un bambino di 12 anni.

(33)

Transportation: I dati per i costi della componente trasporto sono basati sul Federal

High-way Administration’s 2009 National HighHigh-way Transportation Survey (FHA 2009) e sull’In-ternal Revenue Service Announcement 2013-95 (IRS 2013). Vengono usate le miglia annue fatte da un veicolo per avere un’idea del numero totale e dello scopo di questi viaggi. Dal IRS report viene preso un costo standard al miglio che comprende anche i costi fissi come la svalutazione del veicolo, l’assicurazione, le spese di registrazione del veicolo e le licenze, le tasse sulla proprietà del veicolo e i costi variabili come benzina, olio, manutenzione e ri-parazioni di routine. Nell’equazione usata vengono calcolati gli spostamenti verso il lavoro e quelli chiamati non-social (categorizzati in: spostamenti verso casa, scuola, per cure medi-che e dentali, spesa e commissioni, per famiglia, affari personali, obblighi o per trasportare qualcuno) vengono poi divisi per la grandezza della MSA che il NHTS report suddivide in sei gruppi di grandezza.

Esempio: Genitore single in un area rurale = (percentuale di spostamenti per lavoro e

non-social)/100*(media annuale di miglia percorse nelle MSA per gruppo di grandezza)/12*(costo/miglio).

Health care: Il calcolo delle spese mediche ha due componenti: il premio assicurativo

dell’Affordable Care Act (ACA) e le spese non coperte da quest’ultimo. I costi non coperti dall’assicurazione medica vengono stimati attraverso il MEPS Household Component per il 2012 e raggruppati in base alla regione di appartenenza della famiglia.

Other necessities: Questa componente include: abbigliamento, spese per la cura della

persona, arredamento per la casa (compresi mobili e attrezzature, gestione della casa e servizi telefonici), materiale scolastico e altre necessità varie. Si basa sul Consumer Expenditures Survey del Bureau of Labor Statistics (BLS) del 2014.

Taxes: Si stima un reddito familiare pre-tasse per valutare un tasso e un reddito post-tasse.

L’imposta da applicare viene calcolata utilizzando il National Bureau of Economic Research’s Internet TAXSIM Version 9.3.

(34)

3.3

The Self Sufficiency Standard

Center for Women Walfare, University of Washington School of Social Work67

Vengono utilizzati molti criteri nel calcolo del Self-Sufficency Standard per assicurare che sia più coerente e preciso possibile.

Esso varia per area geografica e composizione della famiglia e i dati utilizzati per il calcolo dello Standard sono:

1. raccolti o calcolati utilizzando metodologie standardizzate o equivalenti a livello nazio-nale;

2. ottenuti da fonti riconosciute e credibili come il U.S. Census Bureau; 3. posti al minimo livello ma comunque adeguato (es. livelli di alimentazione); 4. aggiornati annualmente;

5. valutati in base all’area geografica e all’età della persona dove appropriato.

Lo Standard considera che tutti gli adulti (sposati o single) lavorino full-time e include tutti i costi associati al lavoro, trasporti e tasse, per le famiglie con bambini la cura di essi intendendo anche la loro sistemazione durante l’orario di lavoro.

Si vedrà ora come il Self-Sufficecncy Standard valuta i costi di: un abitazione, della cura del bambino, di alimenti, di trasporti, della sanità, di altre necessità e delle tasse. trasferimenti8

Components of the Living Wage:

Housing & Utilities: Per il costo dell’abitazione, lo Standard utilizza i più recenti Fair

Market Rents (FMRs). Questi costi sono calcolati annualmente dal U.S. Department of Hou-sing and Urban Development (HUD) per ogni area metropolitana e non metropolitana per fissare un livello di assistenza adeguato. L’FMRs include nel calcolo anche le utenze (eccetto quelle della televisione e del telefono) e in molti casi il FMRs si colloca al 40° percentile, il che significa che il 40% delle abitazioni in una determinata area è meno costosa del FMR. Visto che HUD calcola solo un unico FMRs per un’intera area metropolitana, viene utiliz-zato anche il U.S. Census American Community Survey per il calcolo della media di affitti all’interno della stessa area.

Child Care: Per calcolare il costo di mantenimento di un bambino lo Standard ipotizza un

costo di mercato (definito come il 75° percentile) prendendo in considerazione i tipi di servizi presenti, l’età del bambino e la collocazione geografica.

Lo Standard ipotizza che i neonati (bambini dagli 0 ai 2 anni di età) vengano accuditi in famiglia giornalmente. Bambini in età pre scolare (bambini dai 3 ai 5 anni di età) vengano portati in una scuola dell’infanzia e invece per i ragazzi in età scolare (ragazzi dai 6 ai 12 anni di età) sia necessaria una cura solo nei pomeriggi dopo la scuola.

6

The Self-Suffciency Standard, What a difference a measure makes: How the Self-Sufficiency Standard Has Been Used.

7

The Self-Suffciency Standard, What a difference a measure makes: Budget worksheet exercise.

Riferimenti

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