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FREUD: l'inconscio inquieto

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FREUD

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Gli esordi con Breuer

Sigmund Freud (1856-1939) nasce a Freiberg in

Moravia in una famiglia ebrea che dal 1860

risiederà a Vienna. Qui si laurea in medicina e

comincia a interessarsi delle malattie nervose. Una

prima svolta nella sua vita professionale si ha

quando, poco prima della laurea in medicina,

conseguita nel 1881, conosce il medico Josef

Breuer (1842-1925) all’istituto di fisiologia della

facoltà di medicina dell’Università di Vienna diretto

da Ernst Wilhelm von Brücke (1819-1892; i due

medici saranno importantissimi nella formazione del

giovane Sigmund). Qui Breuer conduce studi di

carattere psichiatrico sull’isteria.

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L’isteria

Secondo la diagnostica ottocentesca, l'isteria era una sindrome (cioè una collezione di sintomi dall’eziologia oscura) che, pur non coincidendo con l’epilessia, si manifestava con sintomi molto simili : paralisi degli arti, cecità momentanea, perdita di coscienza e della capacità di parlare. Finito l'attacco, seguiva spesso una fase emozionale molto intensa, in cui il soggetto compiva azioni imprevedibili ed esprimeva, con poche parole o gesti, sentimenti molto profondi, in uno stato semi-allucinatorio.

I soggetti tipicamente colpiti da attacchi di questo tipo erano donne di buona società.

Il termine viene dal greco Ystera, utero. Infatti nell'antica Grecia si considerava causa di sintomi di questo tipo nelle donne uno spostamento dell'utero.

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Da Charcot a Parigi

Stimolato da Breuer e raccomandato da Brücke, Freud si reca a Parigi da Jean Martin Charcot tra il 1885 e il 1886

grazie ad una borsa di studio. Lì apprende dal famoso docente universitario francese ulteriori nozioni fisiopatologiche e terapeutiche sull’isteria. In particolare si misura con la convinzione di Charcot secondo la quale essa abbia un’origine psicologica e non fisiologica. Il docente inoltre, presso la clinica-ospizio Salpétriére, pratica nei confronti dei malati isterici la terapia ipnotica che in taluni casi si rivela efficace, perché richiamando alla memoria fatti dolorosi dimenticati permette, secondo lui, di “liquidare” le cariche emotive che vi sono legate. La scarica dell’emotività nello stato ipnotico dunque si rivela essere una soluzione psicologica del male, capace di far regredire effettivamente i sintomi.

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La collaborazione con Breuer

Con Josef Breuer, anch’egli medico e ricercatore sulle malattie isteriche riprende a collaborare una volta tornato a Vienna nel 1887. Con lui Freud approfondisce le tecniche diagnostiche dell’isteria e giunge pubblicare Studi sull’isteria nel 1895. Qui egli fa tesoro dell’esperienza del suo insegnante che aveva notato, a partire da caso di una paziente cui viene attribuito il nome immaginario di Anna O., che la stessa paziente, raccontando della sua condizione ed entrando sempre maggiormente nei particolari, trovava sollievo dalla sua sintomatologia. Freud e Breuer ritengono che ciò sia dovuto al fatto che in questi casi il malato giunge a riacquisire memoria di un TRAUMA ORIGINARIO che l’ha colpito. Tale evento, dimenticato, ha provocato l’insorgere dei sintomi, e quando il paziente, parlandone, se ne libera giunge ad una sorta di catarsi.

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ANNA O.

Breuer sperimenta l’accadere di questo fenomeno

«catartico» appunto nel caso di Anna O., la quale

presentava, oltre a tutti i sintomi tipici dell’isteria,

anche una peculiare idrofobia. Ebbene Breuer

scopre un episodio traumatico vissuto dalla

paziente bambina, in cui ella provò un forte senso

di repulsione vedendo l’odiata governante che

dava da bere ad un cane. La possibilità di riportare

a coscienza tale fatto mediante l’ipnosi liberò la

paziente dal sintomo

idrofobico.

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Il dissidio con Breuer e il fenomeno della rimozione

A differenza di Breuer, Freud si forma la convinzione che il TRAUMA ORIGINARIO dimenticata abbia una natura prevalentemente sessuale (la pulsione). Si tratta, dunque, nella malattia isterica, di una RIMOZIONE di un fatto che per la sua natura dolorosa e al tempo stesso moralmente inaccettabile, viene ricacciato nelle profondità della mente per riemergere da questa repressione artificiale sotto forma di SINTOMO. Il dissidio con Breuer provocherà la fine della loro collaborazione, dalla quale comunque Freud ottiene indicazioni fondamentali sia per comprendere meglio la malattia, sia per curarla. In quest’ultimo campo, anzi, Freud, attribuirà proprio a Breuer l’invenzione del metodo psicanalitico che non è altro che un perfezionamento di quella «cura con la parola» che Breuer aveva sperimentato con Anna.

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La scoperta dell’inconscio i

successi, l’esilio a Londra

Così grazie alla collaborazione e alla dialettica con Breuer, Freud viene a scoprire l’inconscio e a dare una formulazione originale al nucleo della teoria psicanalitica. La notorietà che lentamente lo investe porta alla fondazione nel 1910 della prima “Società internazionale di psiconalisi” con Carl Gustav Jung, il più brillante dei suoi seguaci, alla presidenza. Intanto la sua attività clinica si affianca a quella di scrittore e divulgatore delle proprie dottrine. Perseguitato nel periodo nazionalsocialista per le sue origini ebraiche, si reca nel 1938 a Londra e qui muore nel 1939, quando le sue dottrine conoscono una rapida diffusione e la psicoanalisi assume i contorni di una disciplina universalmente riconosciuta.

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Eziologia della nevrosi isterica

La spiegazione che Freud ha dato della

nevrosi isterica come di una patologia

causata (l’eziologia è la spiegazione causale

di una malattia) dell’emergere di vissuti,

emozioni, desideri sessuali dalle profondità

inconsce

della

mente

implica

la

chiarificazione del concetto di pulsione.

Esso è fondamentale per spiegare la vita

della psiche umana.

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La pulsione

La pulsione è un fenomeno a metà tra lo psichico e

l’organico. Proviene dall’interno, dalla nostra interiorità,

ma ha radici organiche. Possiamo dire che è un moto, una energizzazione psichico-organica che tende a scaricarsi. Essa genera eccitazione e sofferenza se non soddisfatta per mezzo di una “scarica” attraverso il sistema nervoso. La fonte della pulsione è sempre un nostro organo, la meta è la soddisfazione, lo strumento attraverso cui si soddisfa è l’oggetto cui si rivolge e che vuole ottenere per sé. Nella pulsione sessuale, la fonte sono, in età adulta, prevalentemente gli organi genitali, la meta è il piacere sessuale (che può comportare la riproduzione), lo strumento è la persona con cui si intrattengono rapporti sessuali.

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IL SINTOMO

La malattia nervosa si manifesta nei suoi sintomi tipici. Il sintomo può secondo Freud essere definito come una

formazione sostitutiva o di compromesso

Nel senso che ciò (la pulsione e il suo oggetto) che è inaccettabile e che la coscienza rifiuta, riemerge nelle forme accettabili, ma dolorose, del sintomo, stabilendo così una sorta di compromesso tra quanto “non si può dire né ricordare” e la necessità che tale oggetto indicibile ha di potersi ugualmente esprimere in quanto fatto importante della vita della persona.

Ovviamente il riportare alla coscienza l’evento traumatico consente di dare una collocazione più corretta al fatto nel contesto della personalità, valutandolo serenamente senza comprimerlo. Questo impedisce l’insorgere del conflitto tra la forza dell’istinto e la forza della rimozione, rendendo inutile il sintomo quale compromesso tra le due.

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L’INCONSCIO

Dove viene “ricacciato” (= rimozione) il fatto

pulsionale inenarrabile che riemerge nella

formazione sostitutiva del sintomo?

Nell’inconscio. L’inconscio è il luogo di

origine,

di

sedimentazione

e

di

“conservazione” di tutti i processi

psichico-emozionali fondamentali. È una sorta di

serbatoio delle emozioni e egli istinti in cui

origina tutta la vita psichica.

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Testimoni dell’inconscio:

Il lapsus (in Psicopatologia della vita

quotidiana -1901)

La vita dell’inconscio è testimoniata da

alcuni fenomeni che fino all’epoca di Freud

sono stati ritenuti secondari e non

interessanti. Uno di questi è l’atto

mancato, cioè il lapsus. Nel lapsus si

manifesta l’intenzionalità inconscia al di là

dei propositi consci della persona: è come

una piccola falla che l’inconscio si apre

attraverso le maglie della coscienza.

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Ohps!

• Un professore nella sua prolusione inaugurale: “E’ per me una noia – (gioia) – descrivere i meriti del mio stimato predecessore. • Un giovanotto rivolge la parola a una donna che vede per la

strada: “Se permette, signorina, vorrei invultarla”.

Evidentemente voleva invitarla ma temeva di insultarla con la sua profferta. Il fatto che questi due moti opposti dell’animo si esprimessero in una parola sola, per l’appunto nel lapsus, fa capire che le vere intenzioni del giovanotto non erano le più pure e dovevano apparirgli offensive nei riguardi di quella signora. Ma mentre egli cerca di nasconderle, l’inconscio gli gioca il tiro tradendo le sue intenzioni reali e d’altra parte quasi suggerendo alla signora la risposta convenzionale: “ Ma che cosa crede lei, come può insultarmi così!”

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IL SOGNO

(L’interpretazione dei sogni

1899)

• Nel sogno vi è un contenuto manifesto, quello

che si ricorda da svegli, e un contenuto latente

in cui risiede il vero significato del sogno stesso.

Attraverso la trama del sogno l’inconscio appaga

un suo desiderio rimosso:

il sogno è appagamento allucinatorio di un

desiderio rimosso.

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Censura onirica

La trama del sogno è spesso lacunosa e presenta dei salti di tempo e di spazio o delle pure e semplici insensatezze. Qui il sogno testimonia la dimensione inconscia. Infatti la sequenza “filmica” (l’ordinamento) è data dalla necessità del sogno di esprimere l’inconscio, nel quale permangono elementi indicibili, vergognosi, moralmente inaccettabili. Tali elementi subiscono allora trasformazioni e modificazioni ad opera della censura onirica (condensazione e spostamento), cioè di quella parte dell’io conscio che rimane parzialmente vigile nel sonno. Il contenuto latente allora si manifesta in maniera distorta, filtrata, non riconoscibile, nel contenuto manifesto provocando le incongruenze dello sviluppo della

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17

Il sogno, via privilegiata all’inconscio

La tecnica analitica, lasciando al paziente la

possibilità di costruire libere associazioni

mentali nel raccontare e spiegare il sogno,

come qualsiasi altro fatto psichico, permette di

superare

le

barriere

della

coscienza,

imboccando quei sentieri dell’inconscio di cui

il sogno stesso ci mostra solo il bivio iniziale, e

che lo psicanalista deve riconoscere come

elementi fondamentali del resoconto del

paziente.

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La prima topica freudiana della

psiche umana (1899)

Nel cap. VII de «L’interpretazione dei sogni», Freud, traendo le conclusioni dai suoi studi più recenti, elabora una sorta di mappa della psiche. Essa risulta ripartita in tre grandi «luoghi»; quello dei pensieri, delle emozioni e delle rappresentazioni di cui siamo consapevoli: il CONSCIO; quella dei pensieri e delle pulsioni di cui non siamo consapevoli e non lo possiamo divenire con un autonomo atto di volontà (bensì solo attraverso una precisa tecnica terapeutica): l’INCONSCIO; quella infine che si situa a metà tra le prime due, in cui si trovano pensieri, emozioni e rappresentazioni di cui attualmente non siamo consci e che possono invece essere resi consci con un atto intenzionale: il PRECONSCIO.

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Perché i desideri vengono rimossi? Perché si

tratta di pulsioni – con una loro forza specifica

che si vuole imporre ed essere soddisfatta, che

Freud chiama libido - in contrasto con i valori e

le norme accettate dall’individuo e hanno natura

sessuale. Quando c’ è incompatibilità tra l’io

cosciente e un desiderio, tale desiderio viene

ricacciato nella zona inconscia della psiche. I

desideri sessuali seguono tale destino perché

sono generalmente considerati a- o immorali

dalla coscienza desta.

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Sessualità infantile

(Il bambino psicanalitico – 1905)

La forza della libido è presente sin dall’età infantile

e nasce come sostegno delle funzioni vitali e poi

evolve rendendosi autonoma. Anche il bambino,

dunque, non è privo di pulsioni erotiche. Esse

sono a carattere prevalentemente edonistico e

sganciate dalla funzione riproduttiva. Cioè

ricercano il piacere per se stesso, in modo

ovviamente non consapevole. Inizialmente la

sessualità infantile è autoerotica e si concentra in

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Fase orale anale e fallica

• Inizialmente la pulsione erotica si concentra sulla bocca: la suzione o poppata dei neonati è un buon esempio di soddisfazione auto-erotica procurata da una zona erogena (primo anno di vita).

• Ad essa segue una fase anale dominata dal piacere di soddisfare lo stimolo delle evacuazioni (2°-3° anno)

• La terza fase, detta fallica (4°-6° anno), in cui prende forma un oggetto d’amore completo (e non parziale come il seno e le feci) ed esterno a sé. La libido si concentra nelle zone genitali e si dà avvio alla sua organizzazione propriamente fallica. Questo è il vertice delle pulsioni infantili: nascono le curiosità sessuali e in generale il desiderio di conoscere che urge dalla sessualità. Di qui l’elaborazione di teorie fantastiche da accordare alle specifiche fissazioni libidiche del bambino (Edipo).

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Il complesso di Edipo

Le fissazioni libidiche sono oggetti privilegiati della libido, che nel bambino diventano i genitori. I genitori diventano oggetto di amore sessuale e ciò da luogo al complesso di Edipo.

Nella fase genitale oggetto d’amore per il bambino è la madre

Il padre è vissuto come rivale e odiato perché vieta la realizzazione della fantasia erotica con il divieto di incesto

L’odio verso il padre è frammisto alla paura di una rappresaglia paterna culminante con la castrazione cioè con la mutilazione della fonte della pulsione libidica.

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Tramonto dell’Edipo

• L’aumento a dismisura della paura di castrazione determina l’abbandono della rivalità con il padre e l’introiezione, attraverso l’identificazione con l’aggressore, del divieto paterno che dà origine alla nascita del primo nucleo del super-io. In questo momento le fantasie autoerotiche e incestuose vengono rimosse.

• Dopo un periodo di latenza – dai 6 ai 10 anni – la pulsionalità prima si dirige a figure parentali come gli insegnanti e poi nelle persone dell’altro sesso. Qualora l’energia sessuale – libido – collegata alle fantasie edipiche non trovi queste manifestazioni sostitutive, il materiale rimosso - che nel frattempo cresce poiché tende ad attirare su di sé altro materiale psichico – si instaura una predisposizione all’isteria.

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Super-io e morale

• Questo sviluppo sessuale ha una rilevanza

notevole per lo dinamica generale della

personalità ed anche per la vita sociale. Infatti il

processo di superamento della conflittualità con

il padre (durante il quale nasce il super-Io) è lo

strumento attraverso cui le indicazioni della

morale riguardanti i comportamenti leciti e no

vengono interiorizzate dal bambino e comporta

sempre un elemento di nevrosi (nel rapporto

desiderio-divieto) e di rimozione in cui si

possono celare le radici di una futura difficoltà

psichica.

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25

L’abbandono del trauma originario

Come si vede nel caso dell’Edipo, le possibilità di una deriva nevrotica della personalità non dipendono da accadimenti reali, da traumi veri e propri subiti nell’infanzia, bensì dall’elaborazione fantastica dei primi vissuti pulsionali e dei soddisfacimenti ad essi connessi. Ricerca di piacere, soddisfazione masturbatoria, fantasie incestuose, paure di castrazione, costituiscono il lato rimosso dei nostri primi vissuti. Ad essi si associano emozioni, associazioni, nuovi eccitamenti libidici in un contesto dove i divieti sociali e morali si fanno via via più forti. Questa è l’autentica eziologia della malattia isterica e in generale delle nevrosi. Dunque va abbandonata la teoria del TRAUMA ORIGINARIO come evento storico e va sostituita con l’indagine sui vissuti fantastici delle persone e sui contenuti pulsionali ad essi collegati.

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Il ricordo non l’evento

L’abbandono della realtà del trauma sessuale

lascia spazio all’organizzarsi di una realtà psichica

non meno “reale” di quella esteriore. Gli

avvenimenti traumatici ai quali le isteriche fanno

riferimento non sono necessariamente avvenuti,

almeno non nel senso degli avvenimenti fattuali,

essi sono stati però pensati, immaginati e vissuti

sulla scena dello psichico, producendo su questa

scena i propri effetti.

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La tecnica psicanalitica: la critica

dell’ipnosi

Freud decide progressivamente, anche a seguito

dell’abbandono della teoria del trauma originario, di

abbandonare l’ipnosi che mirava a far rivivere

l’episodio

dimenticato

provocando

la

scarica

dell’energia psichica accumulata e poi rimossa.

Tuttavia ben presto F. si accorse che l’ipnosi agiva

quasi esclusivamente sul sintomo e produceva una

dipendenza assoluta del paziente dall’ipnotizzatore,

lasciandolo passivo e incapace di rielaborare

coscientemente i suoi vissuti per eliminare all’origine il

rapporto conflittuale pulsione-coscienza che era

all’origine del sintomo stesso.

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Le libere associazioni e la Deutung

• Il metodo adottato in alternativa da F. è quello di promuovere nel paziente, in un contesto ambientale controllato, l’espressione dei propri pensieri non guidati intenzionalmente in modo che ciascun pensiero possa associarsi liberamente ad un altro vincendo le resistenze della coscienza. Ciò che emerge dal racconto del paziente è materiale sparso e di diverso valore, è una traccia che lo psicanalista deve utilizzare per “costruire il materiale dimenticato e rimosso (Costruzioni in analisi – 1927). L’interpretazione (Deutung) che così ne risulta non deve aspettare dirette conferme o smentite da parte del paziente (sempre leggibili come nuove resistenze), ma elementi indiretti come per esempio l’aumentata “produttività” del paziente, che connette alla

Deutung nuovi pensieri, sogni, immaginazioni, che pian piano

si integreranno in un complesso di elementi che avranno un senso compiuto.

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La resistenza

Nell’individuare l’origine di un disturbo, il terapeuta

si scontra con le resistenze del paziente, che

emergono in un complessivo atteggiamento di

opposizione alle indagini, alle, domande, al

rapporto stesso con alla sua azione. Di ciò che

Freud chiama RESISTENZA può far anche parte

una vera e propria amnesia, in cui si attua un

lavoro psichico uguale e contrario all’azione

dell’analista, che ha come risultato la rimozione

dell’evento traumatico o dell’investimento affettivo

nella dimensione inconscia.

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Transfert

Il transfert è un fenomeno peculiare della relazione psicanalitica di cui il terapeuta deve tener conto. Si tratta del trasferimento al terapeuta di cariche affettive originariamente rivolte verso un altro oggetto nell’infanzia (il padre, la madre etc.). Così nello spazio del transfert il paziente rivive il rimosso e le relazioni infantili, soprattutto con il padre in quanto oggetto d’amore e di odio al tempo stesso. Ciò ha chiaramente una funzione terapeutica che aumenta qualora implichi una sorta di attaccamento amoroso verso il medico. Accanto a ciò vi può essere un transfert negativo nel caso in cui si trasferiscano sul medico emozioni negative. Ma il rischio è quello di non tener conto che il terapeuta stesso proietta sul paziente i suoi conflitti infantili, che egli dunque deve conoscere e controllare.

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La seconda topica freudiana

della psiche umana

Dal 1920 circa, Freud viene ad elaborare una

mappa più precisa della psiche, che, senza

contraddire la sua iniziale impostazione con la

centralità della dimensione inconscia, risulta in

grado di dar conto delle ulteriori ricerche e

risultanze della sua pratica clinica con i

pazienti. Si tratta di quella seconda topica che

la vede articolata in

ES – IO – SUPER IO

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Es

• È

l’insieme

degli

impulsi inconsci della

libido, è la sorgente

dell’energia

biologico-sessuale. Nell’Es è

contenuto tutto ciò

che è ereditato sin

dalla

nascita,

soprattutto le pulsioni,

cui si sovrappongono

i contenuti rimossi.

ES

1)Contiene soprattutto gli influssi del passato 2) Si definisce contro l’io che però ha autonomia solo di funzioni visto che deriva dall’ES come sua pellicola esterna

Inconscio

1)E’ soprattutto il luogo del rimosso 2) Si definisce in rapporto al conscio

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IO

L’Io è l’Es che è emerso, che è giunto a fior di pelle (è la proiezione psichica della superficie corporea) e ne costituisce il rappresentante cosciente. Esso è

1)un’istanza difensiva incaricata di vagliare le rappresentazioni psichiche provenienti dall’inconscio e di allontanarle se incompatibili con le rappresentazioni dominanti (tuttavia la difesa appare un’istanza inconscia mentre l’io è per definizione consapevole) cfr. Studi sull’isteria

2)È quell’elemento psichico deputato all’esame di realtà, alla percezione, alla memoria al pensiero. Cfr. Progetto

3)E’ il mediatore tra il mondo esterno e quello interno delle pulsioni cui si contrappone come principio di realtà che ne dilaziona la soddisfazione e talora ne devia la carica affettiva su un altro oggetto (sublimazione). Nei confronti del mondo esterno egli rappresenta anche un’istanza di mediazione delle convenzioni sociali cristallizzate nel Super-io. Cfr. L’io e l’es.

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SUPER-IO

Nasce con l’interiorizzazione post-edipica

del divieto paterno di incesto e dà voce a

tutte le regole, agli ideali, alle morali, alle

convenzioni sociali e alle convinzioni

“ideologiche” .

Può diventare un autentico

“persecutore” e i suoi aspetti persecutori

sono all’origine delle nevrosi depressive.

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Eros e Thanatos

Alla pulsione sessuale si affianca nell’economia

libidica quella di morte: “La natura conservativa di

ogni vivente” mira al punto terminale della quiete

(principio del nirvana): “Se ogni essere vivente

muore per motivi interni, possiamo soltanto dire

che la meta di tutto ciò che è vivo è la morte”.

Soltanto la sessualità non si sottomette a “questa

inflessibile legge di natura” (Al di là del principio di

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Il disagio della civiltà - 1930

• La civiltà nasce “per proteggere l’umanità contro la natura e regolare le relazioni fra gli uomini”. Per raggiungere tale scopo deve realizzare un assoggettamento delle pulsioni (sia erotiche, sia “tanatiche”), che per loro principio sono assolutamente anarchiche. In particolare la civiltà deve costruire una sorta di grande super-io che utilizza le energie provenienti dalla sfera dell’ES desessualizzandole e scatenandole contro le richieste libidiche. Ciò favorisce anche il processo di sublimazione che devia le suddette richieste su oggetti socialmente accettati (arte, amore del prossimo, religione, scienza, tecnologia etc).

• La civiltà dunque nel suo ruolo antilibidico, pur rendendo possibile la convivenza, costringe all’infelicità. La repressione della libido, può generare a sua volta un’aggressività di ritorno che rende necessarie ulteriori repressioni in un circolo che si fa sempre più vizioso. Tutto ciò che si può fare è cercare un compromesso tra i due elementi: soddisfazione del piacere e necessità sociali, sapendo che la situazione ottimale si trova al di fuori della nostra portata di uomini.

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