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7.1 - Storia della Mathesis. Mirabile Congresso, parole di Enrico D'Ovidio

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7. STORIA DELLA MATHESIS

7.1 – Mirabile Congresso, parole di Enrico D’Ovidio.

Il Direttore Responsabile del Periodico di Matematica, Giulio Lazzeri, nel

nu-mero di “Periodico di Matematica” del 1899 scrive:

IL PRIMO CONGRESSO DEI PROFESSORI DI MATEMATICA

promosso dall’Associazione “Mathesis”

che possiamo leggere qui di seguito.

Nasce a Bologna il Bollettino di Matematiche e Scienze Fisiche e Naturali, ma

lasciamo alle “DUE PAROLE D’INTRODUZIONE” del Fondatore, Alberto Conti,

pub-blicate nelle prime pagine del 1° fascicolo, le motivazioni di questa decisione. Segue

la lettera di puntualizzazione del Presidente della Mathesis Rodolfo Bettazzi.

Nei fascicoli del primo semestre troviamo articoli di Federigo Enriques “Sul

preteso raddrizzamento delle immagini nella visione” e di Rodolfo Bettazzi

“Gran-dezza, quantità e numero”. Che riportiamo integralmente.

Nelle varie Adunanze della Mathesis si discutono i problemi posti nel

Congres-so di Torino. Il suddetto Bollettino riporta le Cronache di queste riunioni. Qui ne

tra-scriviamo soltanto due, molto significative, quelle del maggio e del giugno 1900

te-nute a Bologna sotto la presidenza del prof. Francesco Ferrari del Regio Liceo

Galva-ni. Sono presenti fra gli altri: Salvatore Pincherle, Cesare Arzelà, Federigo Enriques,

Alberto Conti, Ugo Amaldi e Roberto Bonola.

Con il coordinamento di Federigo Enriques viene pubblicato dalla Ditta Nicola

Zanichelli “Questioni riguardanti la geometria elementare” di cui si riporta

l’Intro-duzione, scritta dallo stesso Enriques e l’indice dell’intera opera che negli anni

se-guenti si amplierà notevolmente e prenderà il nome di “Questioni riguardanti le

ma-tematiche elementari”.

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IL

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l ) r o n r o s s o

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l l a t h e s i s ,

Nella plima quindicirra cli rlecembre uscirà un numero del Perirttlirc, r:he avrà a un dipresso il voluure clie ha a'r'uto per il passato un'in-tera annata. Esso contelrà pe'r esteso gli Atti deI congresso di Torino. e r enclerà esatto corito ai rrostri abbonati di cluanto è stato fatto irr esso: credo perciò inutile darue oggi un rapido cenno. ma ntolto op-portuno di espolrc alcrine osselvaziotri ci'inclole generale, che cluesto impoltante avyenimerÌto nri sttggelisce.

Nell'Italia. tla cluasi otto iustli risorta a dignità cli naziotrtl e libc'-lattr cla tutti i piccoli e nefhsti tiralnelli che la infestavano plirna. ogrLi ordirre cli cittaiiini lia tla luugo tempo capito clttanta fbrza ed ari-toritir possa dare il diritto di associazione. e tla ogni palte sorto solte eii hanno plosperato associaziorti e fedelazioni scientiflche. operaie. inriustriali. fet'roviarie. ecc. che hattlto avuto il rnerito di afferntarr. e fiìr valefe i diritti. cìi tutelare gl'intelessi tlcìle singolc classi dei citl atlini.

Soltanto gi'insegnanti rlelle scuole secontlarie, dimentichi tlel vec-cìri,r 1U'incipio che ì'unione fh la fbrza. sono stati finora aì di fuori t.li talr, mor.imento, e ciascuno è vissuto nel suo grlscio. poco curantlosi cli rpel che facevano i colìeghi. - Così una clelle classi piir benetlte-r.ite tli cittadini. aila qu:-Lle è affidato il ilelicatissimo e importantissimtr uffi,:io cli ectucale ecl istruire i giovani. r'ale a dile di formare la eul-tulir e il carattere clelle future classi dirigcnti. è rimasta. cgra-.i in-conscia clella propria irnpoltanza. alla balìa tlei ninistri clìe c0Ìì vertiginosa rapidità si snccedono al potere, costretta a cliicdc're per carjtà la tutela dei plopri tliritti.

Riconosciamo che uq gr.aye ostacolo all'unio[e tlelle fbrze ò il f'atto cher gl'insegnanti delle scuole scOondafie son rìispersi in ogni angolo del nostro paese. e solo nelle glancli città se ne tlova liunitr-r un nucleo rli rpralche importanztt.

ilomuncrue sia. la nascita clell'associazione }fathesis, cl're ha saputo liurrire il fiore ttegli insegnanti tli rlatematica tlelle scuole seconclarie. e il,tpo circa cluc, anni cli vita è r:iuscjta a plomuovere una plinra riunione cli pr.ofessoli (irnportante per il numero e la qualità clegli intervenuti) nella capitale tlel vecchio Piemonte, mentre questa ce-lehlava con una solenne festa del lavoro il primo giubileo dello sta-tntc,. è assai consolante e da fale bene augttrale per I'avvenire,

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2()2

P E R I O D I C O D I M A T E 1 I I A T I C A .

È ,la sperare che tutti gl'insegn:ì,nti di materiratica. scosso ormai 1'antico tolpore, facciano prosperare la società, e. lavot'ando ririhus 7117i1ir,, r'iescÍìno a migliorare la scuola e con essa, la loro liosizione mo-i'alc e nrateliale.

Quaìclre giornale, conìe I'autorevole Stuolrt secondrtritt, nel reudere conto deli'operato del congresso ha fatto delle critiche sull'andanlento e sulle condizioni cli esso. ì{on è il caso di entrare qui nel merito di cpe-<te critiche (alcune delle quali potrei io stesso sottoscrivere), e che sono utili, poichè tlalla cliscussione, dall'attrito clelìe idee sorge il I'ero, poichè serviranno a far rneglio un'altra volta; ma ci sernbra che in-siemer alle critiche sarebbe stata utile la constatazione tleìÌ'irnpoltanza tli cluesto plinro pitsso.

Soltanto nelle favole della rnitologia si leggc chc }linerva uscì arrnata e pcrf'etta tlalla testa tli Giove; ma i ntortali nort sotro Giove. ccl ò ben r'Ì.ìr'o che Ie loro opere riescano alla prima perfette. Se dunque il coruitato oldinatore del cortgresso ha errato in quaiche dettaglio. c:iò non tUminuisce il Iuer"ito di aver plovocato. serlza clìiasso, senza volgari colpi tli gÌ'atr cassa. la plima riunione cìi una serie che spero Juughissirrra. Queste riunioni. aft'r'atellanclo fr:a loro i professori di tutte le par:ti d'Italia. mettendoìi in condizione di comunicarsi e scanl.riarsi lc loro idee. saranuo di gran giolamento alla scuola.

Eti intanto a proposito di questa prirna rittnione mi piace licor'-rlarc le parole. che aìla fine clel banchetto di atlclio disse l'illustre tìccalo cleìla facoltà di matenratica cleJl'llniversità tii Torino Prof. IIn-lico Il'Ovidjo. che accettò di presiedere il congresso medesinìo, e clìe insienre ai suoi colleghi clella facoltà prese. attiva parte ai lavori dei (longressisti e f'ece squisitamente gli onori di casa.

''

X[irabile congresso (clisse ad uu dipress,r il Prof. D'Ovidio) questo, " rli cui non si trova centro sui giornali politici. che fa così poco '' parlare di sè, ed in cui si tratta serenamente e settza pl'eoccupa-" zioni pcrsonali il rnodo tli migliorare la scuola. irt cui invece di " favoli si chiede al Ministro un aumento di or"ario. e di lavor:ol ,,

Nort so se I'aver fatto parlare di noi. tanto poco clte le rrutorità cittailine, le quali f'ecero tante f'estose accoglienzc nott solo ai medici, agl'ingegncri, ai letterati, ma anchc ai ginnasti e ai tiratori. ecc., nolt si accorseto affatto della nostra presenza, sia stato un hette o utt r u a ì e .

In crgiaj nrodo però queste parole càràtteîizzano la serietà cli pro-positi e ii clisinteresse con cui tutti i convenuti, ciascuno dal proplio punto cli vista, presero parte alle discussioni. - Di queste palole, clel I)rofl l)'Ovidio tutti abbiamo diritto tii esser super"bi e lieti, e creclo farmi interpretc dei miei colleghi invianclo aiì esso tul I'in€\1'àzia-mento ed nn saluto.

Se aneh'à crescendo iì numelo di tli plopositi vor'ì"anlìo prendel parte

coloro che cou la stessa

serietà

ai lavori futuri dell'associazioue,

(4)

PERIOI]ICO EI IIÍAÎEMATICA. 903

è certo che questa diverrà un organismo

importante' e che per nezzo

ili essa

si potrà far giungere síu

l.c\

rJot:e

si pnote cíò

che

siauole,

|espres-sione dei voti, clei cleslcteri

della maggioranza degli insegnanti

, i

quali fino ad ora noll avevano alcutl mod'o

per far- conoscere

la loro

ópinione

sui programmi che tloverrano

svolgere e che nessuno

di lolo

i r v e v a n t a i c o t t t P i l a t o .

Sono lieto iritanto che il Perktdico sia diventato l'organo dell'as-sociazione, e c;he l'autorità che può aver acquistato in 14.arrni di vita non inonorata, sia ìnessa a servigio di essa e coopeli a farla

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