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Dagli dei agli uomini. Le origini della retorica nei Prolegomena tardoantichi.

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Academic year: 2021

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I

PREFAZIONE

Questo lavoro si occuperà delle origini della retorica, come emerge nel racconto dei    tardoantichi. Si tratta delle lezioni introduttive ai corsi di retorica in uso nelle scuole neoplatoniche di Atene e di Alessandria, che fornirono ai bizantini un fondamentale dossier per l’insegnamento.

Il testo di cui mi occupo, presumibilmente del V secolo d.C., ci è giunto anonimo ed è articolato in dieci , ognuno dei quali dedicati a una precisa questione concernente la retorica: nei primi quattro, dei quali proporrò una traduzione e un commento, si tratta dell’origine di quest’arte.

La nascita della retorica viene dapprima collocata in ambito metafisico; secondo una piramide gerarchica, la retorica viene poi accolta dagli eroi e, infine, dagli uomini. Nel terzo e nel quarto , il racconto delle origini si fa dunque storico: si narra, infatti, della fondazione di quest’arte ad opera di Corace nella Siracusa democratica del V secolo a.C. e della sua diffusione dalla Sicilia ad Atene, ad opera di Gorgia di Leontini.

Gli studi sui    sono estremamente scarsi, come emerge anche dalla mia bibliografia, che si sofferma sui pochi contributi più recenti. Complice di tale abbandono è sicuramente la scarsa fruibilità di questi testi: molti prolegomeni sono consultabili nella raccolta Prolegomenon Sylloge pubblicata nel lontano 1931 dal Rabe, che non offre una traduzione e nemmeno un commento puntuale e approfondito.

Per quanto concerne il testo di cui mi occupo, il quarto nella raccolta del Rabe, solo recentemente è stata pubblicata un’edizione critica con traduzione e brevi note di commento da Patillon, il quale, però, propone una lettura ludica di questo testo, a mio avviso inammissibile, perché in netto contrasto con l’ambiente neoplatonico in cui fu redatto.

Alla scarsa fruibilità dei testi va aggiunta, inoltre, la datazione tarda dei prolegomeni, che ha comportato un discredito generalizzato, che ha preso piede nel Novecento, a causa di indagini prevenute e prive del necessario spessore storico. Attualmente, hanno avuto un particolare seguito le moderne “revised histories” americane, che sono giunte a screditare e rigettare come fiction o invenzione

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II bizantina i nostri prolegomeni, soprattutto per quanto concerne l’origine storica della retorica.

In realtà, la datazione tarda non ci autorizza a diffidare della storicità e dell’attendibilità dei materiali contenuti nei prolegomeni. Infatti, i professori tardoantichi si sentivano eredi e difensori di una cultura che li identificava e ormai era in crisi e dovevano il loro credito proprio al fatto di esser ritenuti depositari e difensori di un’inalterata memoria storica. Come mi auguro emergerà dal commento, all’interno della cornice tardoantica dei nostri prolegomeni, sono tramandati in modo fedele dati ben più antichi, risalenti a fonti di prim’ordine, tra cui presumibilmente anche la perduta Synagoge aristotelica.

L’analisi che propongo, dunque, ha lo scopo di rivalutare dei testi che troppo a lungo sono stati confinati nella leggenda e screditati dagli studiosi, fiduciosa che un’analisi più cauta e non prevenuta possa dimostrare l’importanza dei    per gli studi di retorica. Essi, infatti, sono testi particolarmente significativi non solo per ricostruire l’ambiente scolastico e il clima culturale neoplatonico, ma anche perché una rivalutazione del racconto delle origini storiche potrebbe costituire un passo in avanti nel recupero di un periodo a noi poco noto, quello della retorica prearistotelica.

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