I VULCANI
COME E' FATTO UN VULCANOUna montagna a forma di cono si alza verso il cielo, spesso con la cima coperta di neve e il suo bel pennacchio di fumo... Ecco un tipico vulcano. Ma questa "montagna di fuoco" che si vede in qualche fotografia e alla quale siamo abituati a pensare quando si parla di vulcani, non è altro che l'apparato esterno, certamente non l'unico, mediante il quale si manifesta l'attività vulcanica.
Il vulcanesimo consiste propriamente nella fuoriuscita, attraverso aperture della crosta terrestre, del magma, cioè di materiali fusi ad alta temperatura e gas disciolti. La montagna, o più correttamente l'edificio vulcanico, è solo il prodotto dell'attività di alcuni vulcani, mentre altri danno origine a grandi espansioni di lava quasi orizzontali che si
sovrappongono le une sulle altre.
LE PARTI DI UN VULCANO
ogni vulcano è costituito sempre dalle seguenti parti:
• il bacino magmatico (o camera magmatica), posto all'interno della crosta terrestre, che è il luogo in cui si raccoglie il magma;
• il camino (o i camini), che mettono in comunicazione il bacino magmatico con l'esterno;
• il cratere, che è lo sbocco del camino sulla superficie terrestre; se vi sono più camini, vi sono naturalmente anche più crateri.
Se nella sua attività il vulcano riversa sulla superficie terrestre il magma, fenomeno che non sempre si verifica perché vi sono vulcani che emettono
solo gas e polveri, si forma l'edificio vulcanico, costituito dalla sovrapposizione dei materiali emessi dal vulcano, la lava, eruzione dopo eruzione.
LA COMPOSIZIONE DEI MAGMI
i magmi che danno origine alle eruzioni vulcaniche si differenziano per le loro caratteristiche chimiche e fisiche; in particolare in base al
contenuto in silice e alla quantità di gas presenti. Se il magma contiene una percentuale elevata di silice, esso risulta viscoso e, una
volta uscito dal cratere, scorre lentamente e con difficoltà; se al contrario il contenuto in silice è basso, il magma è molto fluido e la lava fuoriuscita scorre velocemente, ricoprendo aree anche molto vaste.
MATERIALI SOLIDI
Se il gas è presente in grande quantità, può liberarsi violentemente dando origine a esplosioni che trascinano ad altezze anche di 20 km ceneri e frammenti di lava. Questi solidificano a contatto con l'aria originando le bombe vulcaniche e i lapilli, che, ricadendo al suolo con le ceneri, formeranno i piroclasti. Le esplosioni sono talvolta così violente da smantellare addirittura parte dell'edificio vulcanico.
DIVERSI TIPI DI VULCANI
Per la loro forma e per l'attività che li caratterizza, i vulcani vengono divisi in quattro tipi principali: i vulcani a scudo, o hawaiani, gli
stratovulcani, i vulcani stromboliani e i vulcani peleani.
I VULCANI A SCUDO
Vengono detti anche hawaiani perché le isole Hawaii altro non sono che un insieme di vulcani, caratterizzati dall'emissione di lave molto fluide e a temperatura elevata, fino a 1200 °C. i gas escono lentamente dal magma, senza dare luogo a esplosioni, tranne che nella prima fase dell'eruzione, quando sì liberano con maggiore violenza dando origine a vere e proprie fontane di lava, che si innalzano dal cratere, occupato quasi sempre da un lago dì lava. I fianchi di questi vulcani, che raggiungono notevoli altezze, sono sempre dolci.
GLI STRATOVULCANI
Alternano periodi in cui l'attività è caratterizzata dall'emissione di lava a periodi in cui vengono emesse soprattutto ceneri, lapilli e bombe vulcaniche. Per questo l'edificio vulcanico presenta stratificazioni successive di lave solidificate e di piroclasti. Sono stratovulcani alcuni dei vulcani più "famosi" del mondo: il Vesuvio, il Fujiyama in Giappone, il Krakatoa in Indonesia e il Popocatepetl in Messico. La natura della loro attività li rende particolarmente pericolosi: le nubi di ceneri e gas ad alta temperatura, che emettono nelle loro esplosioni, possono innalzarsi fino a 20 km di altezza e poi precipitare ricoprendo tutto con coltri di ceneri bollenti spesse anche diversi metri. È ciò che è accaduto nell'esplosione del Vesuvio che causò la distruzione delle città di Pompei ed Ercolano nel 79 d.C.
I VULCANI STROMBOLIANI
i loro magmi sono viscosi e ciò fa sì che i gas si liberino con violenza trascinando con sé una gran quantità di scorie vulcaniche. Le lave scorrono poco velocemente e per questo l'edificio vulcanico presenta fianchi ripidi e scoscesi.
I VULCANI PELEANI
Prendono il nome dal vulcano La Pelée, che si trova nella Martinica. I loro magmi sono talmente viscosi che la lava, non riesce quasi a scorrere e forma cupole o guglie intorno al cratere, perché si solidifica nella parte esposta all'aria appena uscita dal cratere stesso. I gas del magma si liberano con estrema violenza, trascinando con sé polveri e scorie che formano enormi nubi ad altissima
temperatura, le nubi ardenti, che crollano sotto il loro stesso peso e precipitano come una valanga lungo i fianchi dell'edificio vulcanico, distruggendo tutto ciò che incontrano sul loro cammino.