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Pompei. Regio VI, insula 2 - Aggere. Relazione di scavo settembre 2007

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Academic year: 2021

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(1)The Journal of Fasti Online ● Published by the Associazione Internazionale di Archeologia Classica ● Piazza San Marco, 49 – I-00186 Roma Tel. / Fax: ++39.06.67.98.798 ● http://www.aiac.org; http://www.fastionline.org. Pompei. Regio VI, insula 2 - Aggere. Relazione di scavo settembre 2007 Diego Garzia Le indagini eseguite durante la campagna di scavo del settembre 2007 rientrano nel progetto PRIN “I primi secoli di Pompei” diretto dai professori F. Pesando e F. Coarelli ed indirizzato a indagare le più antiche fasi abitative della Regio VI e di altre aree limitrofe nella città di Pompei. L’intervento seguito da chi scrive è stato effettuato su quella porzione di agger che si trova a nord della regio VI, insula 2, tra Vicolo di Modesto e Vicolo di Narciso, quasi a ridosso della torre XII e in corrispondenza dell’edificio VI 2, 18-19. Il motivo di tale indagine è stato quello di verificare la presenza di una strada che unisse i due vicoli e che, a giudicare da alcune carte topografiche redatte in passato, in primis quella del Bibent (fig. 1)1 e in seguito quella del Sorgente2, da questa derivante, doveva addirittura essere lastricata. Ora, la presenza di una strada, che desse la possibilità di percorrere anche la zona della città compresa tra le mura e il limite dell’insula, è una probabilità assolutamente reale; il problema è che questo passaggio è stato riportato solo nelle carte citate, scomparendo invece dal resto della cartografia seguente; come si è detto, inoltre, esso era stato disegnato con la tipica caratterizzazione del basolato. Se si mettono a confronto i dati riportati sulla planimetria del Sorgente, con quelli riscontrabili nella realtà (fig. 1), si nota il frequente inserimento di dati arbitrari ed intuiFig. 1. Confronto tra la pianta del Bibent (1826) e i rilievi moderni con evidenziata tivi, che rendono poco credibile questi rile- l'area indagata. vamenti. Si è deciso, quindi, di aprire una trincea ad L parallelamente alle mura di cinta e al limite dell’insula 2, che seguisse una piccola porzione di un muro (1), in opera a blocchetti di lava, che fuoriusciva dal terreno. Dal risultato delle indagini si possono scandire tre periodi cronologici, all’interno dei quali si svolgono diverse attività, che vengono di seguito elencati schematicamente e successivamente approfonditi.. * I numeri di US (Unità stratigrafica) e USM (Unità stratigrafica muraria) vengono segnalati in neretto. 1 BIBENT 1826. 2 SORGENTE 1858-1860. www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-122.pdf.

(2) Diego Garzia ● Pompei. Regio VI, insula 2 - Aggere. Relazione di scavo settembre 2007. PERIODO I - età post-sillana Attività 1: Costruzione del muro di contenimento dell’aggere (1). Attività 2: formazione o costruzione del battuto (37) e precoce defunzionalizzazione. PERIODO II - età post-sillana/79 d.C. In seguito alla defunzionalizzazione del battuto (37) nel PERIODO I, la zona viene usata come punto di scarico di terra colma di materiali di scarto, a giudicare dai quali è stato possibile scandire cronologicamente il range all’interno del quale è stata effettuata tale attività. PERIODO III - età moderna (‘700 – ‘800) Attività 1: costruzione di una prima via percorribile funzionale allo scarico della terra di risulta degli antichi scavi archeologici (6), caratterizzato da impronte di animali da soma. Attività 2: costruzione di una nuova via percorribile (4), in materiale più compatto, caratterizzato dalle tracce dei mezzi di scarico degli antichi scavi. Il primo periodo, come segnalato nello schema precedente, è caratterizzato dalla costruzione del muro 1 e dal battuto 37. Quest’ultimo è da identificare, data la sua effimera consistenza, con un battuto di cantiere o un piano di calpestio creatosi naturalmente col frequente passaggio. A giudicare dai materiali presenti nel riempimento (39) della fossa (50-) che lo taglia, il battuto è da riferire all’epoca post-sillana (per la presenza di metà proiettile di catapulta e di una lucerna a vernice ed impasto scuri3). Alla stessa epoca è collocabile anche la costruzione del muro 1, a giudicare dalla tecnica e dai materiali di costruzione (blocchetti di lava trachitica), molto simili a quelle delle torri difensive della città, nonché dai materiali presenti nella sua fossa di fondazione (45-). La Fig. 2. Sentiero "moderno" creato dagli antichi scavatori a cavallo tra '700 e '800 per smaltire la struttura 1, che non presenta terra di risulta degli sterri. alcun blocco di fondazione, inizia proprio in corrispondenza della fine delle gradinate che permettevano di raggiungere le mura e termina all’inizio della torre XII, per permetterne l’accesso, e prosegue, con il muro 2 (esterno al saggio di scavo), fino al muro perimetrale dell’insula 5; la posizione quindi suggerisce una funzione di contenimento dell’aggere là dove mancava la stabilità assicurata dalle gradinate. Inoltre il muro viene impostato direttamente sul banco naturale di cinerite (43). Due strati alluvionali (29 e 36), segnano il distacco tra la costruzione del muro 1 e del battuto 37 e le attività di scarico del secondo periodo di attività, caratterizzato da una numerosa serie di scarichi che sembrano percorrere gli anni che vanno dall’età post-sillana al 79d.C (data testimoniata dalla fossa 9- colma di lapilli puliti). A giudicare dalla loro disomogeneità e dalla loro incoerenza, sembrano essere il frutto di vere e proprie “secchiate” di materiale di scarto colme di manufatti: lucerne intere, un quinario di Augusto (28-26 a.C.), una moneta Pseudo-Ebusitana (I sec. a.C.?), due mezze monete purtroppo illeggibili4, pasta vitrea e ceramica di vario tipo, ma soprattutto sigillata italica.. 3. La datazione della lucerna è data solo da un’analisi preliminare e superficiale del pezzo, per riferimenti più precisi ci si affida allo studio approfondito dei materiali che verrà effettuato al più presto. 4 RIC I, p. 61, n. 18; STANNARD 2005.. 2. www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-122.pdf.

(3) Diego Garzia ● Pompei. Regio VI, insula 2 - Aggere. Relazione di scavo settembre 2007. E’ stata individuata, immediatamente al di sotto dello strato superficiale (1), una fase “moderna” che rientra nel periodo III: subito a sud del muro 1 è stato messo in luce un sentiero, con forte pendenza E-W (fig. 2), formato da due corsie in materiale estremamente compatto (4) che presenta ancora i solchi lasciati dalle ruote dei mezzi adoperati negli antichi scavi, a cavallo tra ‘700 ed ‘800, per smaltire la terra di risulta prodotta dai dissotterramenti. Al di sotto di questo strato è stata rinvenuta una fase precedente della strada “moderna”: impresse nello strato 6 sono state rinvenute sei impronte di zoccoli, probabilmente appartenenti ad un animale da soma utilizzato per il lavoro di scavo, con andamento in salita E-W. Sempre riferibile alla stessa fase è uno strato di lapillo sporco (7) che indica la fine della sequenza stratigrafica “moderna”. Contemporaneamente è stato indagato anche il contrafforte (3), nel saggio 17B, in blocchetti di lava e materiali di risulta (tegole, laterizi e pezzi di mosaico), che si addossa al muro perimetrale dell’insula 2, anch’esso identificato come una costruzione recente, infatti la sua fondazione si trova ad una quota molto più alta di quella del muro 1. Conclusioni Almeno nella porzione di saggio indagata in profondità non ci sono tracce di strada, se si esclude il sottile battuto (37), anche se la ridotta ampiezza della trincea, dovuta a gravi problemi di sicurezza date la profondità e la friabilità della terra, non permette di avanzare ipotesi più precise e non smentisce del tutto la presenza, magari in altri settori dell’aggere, di una via percorribile, anche se non lastricata. Per concludere, quindi, non sono state trovate tracce di strada; la struttura 1, che al principio si intravedeva appena tra l’erba dell’aggere, è risultata essere un muro di contenimento dello spessore di quasi 80 cm che scende in profondità per più di tre metri; tale muro, a giudicare dalla stratigrafia e dai materiali rinvenuti, sembra essere stato costruito in epoca sillana, e probabilmente il battuto (37) fu costruito poco dopo. Successivamente alla defunzionalizzazione del battuto l’area venne utilizzata come zona di scarico fin dall’età post-sillana e a giudicare dalla fossa (9-) riempita di lapilli puliti, la zona doveva Fig. 3. Matrix del saggio di scavo. essere aperta e sfruttata come discarica ancora nei giorni immediatamente precedenti l’eruzione. In età moderna, infine, l’area, grazie alla sua posizione marginale e più elevata, è stata utilizzata come zona di transito per i mezzi addetti allo scarico della terra di risulta degli scavi archeologici dell’epoca (fig. 3). Diego Garzia digar@hotmail.it BIBLIOGRAFIA BIBENT A., 1826, Plan de Pompeia, Ville qui fut ensevelie sous les cendres du Vésuve dans l'année 79, apres avoir éprouvé un très fort tremblement de terre 16 ans auparavant, elle este de non jours découverte par les soins de Sa Majesté le Roi des Deux Siciles. Tel est jusqu'en 1827 l'état de ses fouilles, levées et dessinées par Antoine Bibent, Architecte. Scala ca. 1:350; data di esecuzione presunta. SORGENTE C., 1858-1860, Tabula Coloniae Veneriae Corneliae Pompeis, Napoli. RIC I = C.H.V. SUTHERLAND, 1984, The Roman Imperial Coinage, VOL. I, London. STANNARD C., 2005, “Numismatic evidence for relations between Spain and Central Italy at the turn of the second and first centuries BC”, gruppo VIII, 5, in Schweizerische Numismatische Rundschau 84: 47-80.. 3. www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2008-122.pdf.

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