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Il percorso umano e scientifico del prof. Luigi Puccianti

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Academic year: 2021

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Il percorso umano e scientifico del prof. Luigi

Puccianti

Candidato: Marco Arzilli

Relatore: prof. Paolo Rossi

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Indice

1 Introduzione 3

2 Biografia 5

3 L’uomo ed il suo pensiero 9

4 Onoreficenze e partecipazioni 13

5 Articoli 15

6 Altre opere 19

7 Notizie sull’Istituto di fisica negli anni ’40 21

7.1 Attrezzature e ricerche . . . 21

7.2 Personale . . . 24

8 La didattica a Pisa sotto Luigi Puccianti 27 8.0.1 La fisica teorica a Pisa . . . 31

9 Alunni 33 10 Opera scientifica 39 10.1 Spettri di assorbimento di liquidi nell’ultrarosso . . . 39

10.1.1 Disposizione generale . . . 40

10.1.2 Spettrometro . . . 41

10.1.3 Messa a punto dello spettrometro . . . 41

10.1.4 Vasetto di assorbimento . . . 41

10.1.5 Il radiometro . . . 42

10.1.6 Tecnica di misurazione . . . 42

10.2 Dispersione anomala della ossiemoglobina . . . 45

10.2.1 Disposizione generale e funzionamento . . . 46

10.3 Studio della dispersione anomala nei vapori di sodio . . . 47

10.4 Sulla fluorescenza dei vapori di sodio . . . 47

10.5 Potenza irraggiata dal corpo nero . . . 48

10.5.1 Metodo bolometrico . . . 48

10.5.2 Circuito elettrico . . . 49

10.5.3 Disposizione generale . . . 49 1

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10.5.4 Procedimento di misura . . . 51

10.5.5 Utilizzo dei dati e stima . . . 51

10.5.6 Metodo termometrico . . . 51

10.6 Galvanometro ad ago mobile esente da disturbi magnetici . . . 52

10.6.1 Il problema . . . 53

10.6.2 Disposizione generale . . . 53

10.6.3 Trattazione matematica . . . 54

10.7 Interpretazione dell’esperienza di Sagnac . . . 55

10.7.1 Disposizione generale . . . 55

10.7.2 Spiegazione antirelativistica . . . 56

10.7.3 Spiegazione di Puccianti . . . 56

10.8 La metrologia elettrica . . . 58

10.9 Per la determinazione diretta geometrica della lunghezza d’onda dei raggi Roentgen . . . 60

10.10Le lenti magnetiche . . . 60

11 Appendice A 63 11.1 L’esperienza di Bruno Rossi . . . 63

11.1.1 Disposizione generale e principio di funzionamento . . . 63

11.1.2 Utilizzo delle lenti magnetiche e modifica dello schema . . . 64

12 Appendice B 65 12.1 Tesi del periodo 1917-1950 . . . 65

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Capitolo 1

Introduzione

Il presente lavoro di tesi ´e incentrato sul percorso umano e scientifico del professor Luigi Puccianti, direttore dell’istituto di fisica pisano dal 1917 al 1947. Si ´e cercato di sviluppa-re l’elaborato dallo studio sistematico dei documenti non ancora psviluppa-resi in considerazione dalla storiografia scientifica, quali il carteggio presente nel fondo della Domus Galilaea-na, che include molta corrispondenza privata (in tutto 17 plichi di circa 400 documenti ciascuno)[8] ed i registri degli esami speciali e di laurea conservati presso l’archivio del-l’universit´a[2]. Un primo periodo ´e quindi stato necessario solamente per il reperimento e per la catalogazione delle fonti disponibili: queste risultano in buono stato e di non diffi-cile accesso sebbene talvolta, nel caso delle lauree, raccolte diverse non si sovrappongano del tutto[9, 46]. Si ´e anche avuta la fortuna di poter incontrare il prof. Gerardo Alzetta, probabilmente ultimo allievo vivente di Puccianti, il quale ha riferito dettagli altrimenti irreperibili. In secondo luogo si ´e passato in rassegna il materiale scientifico pubblicato intendendo sia gli studi storiografici su Puccianti che le pubblicazioni reperibili dello stes-so in modo da poter avere una visione il pi´u possibile nitida della sua opera scientifica: la maggior parte degli articoli scientifici di Puccianti sono reperibili nelle raccolte del Nuovo Cimento e dei Rendiconti dell’Accademia dei Lincei conservate nell’archivio dell’univer-sit´a. Il materiale storiografico ´e pi´u spesso relativo ad allievi celebri[42, 49] o alla storia dell’istituto di fisica pisano[43, 46], mancando uno studio sistematico su Puccianti. Durante la direzione dell’ateneo presa in considerazione sono transitati da Pisa molti dei fisici italiani destinati a ricoprire un ruolo di primo piano sulla scena nazionale ed in-ternazionale, fatto che rende il personaggio di Puccianti molto interessante anche al dil´a del suo contributo diretto, come personalit´a di rilievo nel periodo che vede evolvere la fisica sperimentale, delle alte energie in particolare, dalla dimensione locale alle grandi collaborazioni. Per questo motivo si ´e cercato di enfatizzare quanto possibile l’aspetto inventivo, talvolta artigianale, degli esperimenti, senza assolutamente sminuire la prepa-razione teorica che certo era sempre solida nello sperimentatore. Sempre in quest’ottica si ´e cercato di raccogliere quante pi´u informazioni disponibili sulla strumentazione, spesso ad oggi desueta, sui materiali e sulle soluzioni tecniche non di rado originali.

Per quanto riguarda l’aspetto umano e l’approccio alla didattica le fonti pi´u preziose sono state la corrispondenza privata e le memorie redatte da amici, studenti e colleghi, Polvani in particolare[16]. In un caso di particolare interesse si ´e ritenuto opportuno corregere una posizione storiografica diffusa circa alcune osservazioni di spettroscopia[52].

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Capitolo 2

Biografia

Luigi Gaetano Alfredo Ranieri Puccianti nasce la mattina del 6 luglio 1875 a Pisa, figlio del cavaliere professor Giuseppe Puccianti, e della nobildonna Arianna Pucciardi. Il padre era accademico della Crusca e stimato letterato: manteneva una attiva corrispondenza con le maggiori figure intellettuali del tempo (nel fondo Puccianti della Domus Galiaeana, in un plico contenente alcune carte del padre, si trova una lettera autografa del Manzo-ni1), era anche epigrammista e bozzettista sotto lo pseudonimo di ”Beppe di Bianchi” ed

autore dell’”Antologia della prosa italiana moderna”. La madre discendeva da un’antica famiglia pisana, sposatasi appena uscita dal Collegio S.Anna, era abile pianista e trasmise al figlio l’amore per la musica. Questa passione `e stata ricordata anche nelle testimonian-ze raccolte: non era raro che indugiasse in lunghe divagazioni di argomento musicale con studenti venuti a chiedere una spiegazione o un chiarimento delle lezioni. Lo zio Gaetano era anch’egli accademico, professore prima a Siena e poi a Pisa di Fisiologia e Patologia generale rispettivamente.

Frequentato il liceo, del quale il padre `e preside, consegue il diploma di licenza liceale il 20 luglio 1893 con lode. In questi anni `e suo compagno di studi Mario Allegretti, padre Lamberto, il quale diverr`a uno dei pi`u illustri studenti di Puccianti.

Il 24 ottobre dello stesso anno presenta la richiesta di ammissione all’universit`a di Pi-sa per il corso di laurea in fisica, nello stesso periodo in cui Angelo Battelli sostituisce Riccardo Felici alla cattedra di fisica sperimentale. Sia Battelli che Garbasso ebbero una notevole influenza sull’allievo. Il secondo in particolare, aveva passato un periodo di perfezionamento da Hertz ed ebbe un ruolo chiave nell’indirizzare il giovane Puccianti alla spettroscopia, all’ottica e all’elettromagnetismo. Il 24 novembre 1897 si iscrive come ripetente al quarto anno, secondo alcune fonti[52], per poter ultimare il lavoro di tesi ”Ricerche radiometriche sull’assorbimento di alcuni liquidi per la parte ultrarossa dello spettro”. Consegue la laurea il 31 maggio 1898 con pieni voti assoluti e lode ed accede al posto di perfezionamento Lavagna.

Dal 1900 `e assistente, in seguito aiuto, presso l’Istituto di Fisica del Regio Istituto di Scienze Superiori di Firenze, allora sotto la direzione di Antonio R`oiti. Nel marzo 1904 sostiene la dissertazione per la libera docenza, davanti a Righi, R`oiti e Battelli. Tra il 1907 e il 1915 `e professore di Fisica al Regio Istituto Superiore di Magistero

Femmini-1Domus Galiaeana, fondo Puccianti, plico 15

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le a Firenze, presso il quale il 16 luglio 1911 riceve la promozione a ordinario (con la retribuzione di lire 5000, come si legge nella lettera ufficiale conservata nel fondo della Domus Galilaeana). Puccianti si serve principalmente del laboratorio di Fisica del Regio Istituto di Studii Superiori che Roiti gli mette a disposizione e del Gabinetto di Fisica del Regio Istituto Superiore di Magistero. Durante la permanenza a Firenze si occupa di spettroscopia, in particolare dedicandosi ai problemi relativi alla dispersione anomala e allo spettro degli archi elettrici, portando per`o a termine anche lavori in altri campi: a questo periodo risalgono le determinazioni della costante di Stefan-Boltzmann e la confu-tazione dell’argomento antirelativistico di Sagnac. I primi qindici anni del novecento sono i pi`u prolifici per Puccianti, tanto da farlo soprannominare ”Ampere fiorentino”, come ricorda Polvani[16]. Al 1914 risale anche il primo incontro con quest’ultimo, che diverr`a fidato amico e stimato collega[16]. In questo periodo si sposa con Francesca Marcacci dalla quale avr`a le figlie Anna e Giuseppa nel 1911 e 1913. Nel 1915 vince il concorso per la cattedra ed `e chiamato all’Universit`a di Genova ad insegnare Fisica sperimentale e l’anno successivo si fa trasferire a Torino. In seguito alla morte di Battelli, l’11 dicembre 1916, la cattedra pisana `e provvisoriamente assegnata ad Occhialini, ma conformemente alla prassi del tempo, che voleva un successore esterno, viene designato Puccianti per l’avvicendamento.

Il professor Alzetta ha riferito che Puccianti raccontava di aver suggerito all’aviazione italiana l’utilizzo dei prismi polarizzatori per eliminare il riflesso della superficie marina durante la caccia ai sommergibili nella prima guerra mondiale.

Torna dunque a Pisa con il trasferimento del 6 giugno 1917 ed il 26 ottobre 1917 gli viene assegnata la cattedra di fisica sperimentale in ufficio straordinario, ruolo che diventer`a stabile circa un anno dopo, il 1 dicembre 1918. Nell’anno trascorso insegna anche fisica alle facolt`a di medicina, agraria, veterinaria e farmacia. Il 29 ottobre 1930 `e incaricato dell’insegnamento di fisica superiore. Negli anni successivi `e parte del consiglio direttivo della Scuola Normale Superiore, in quanto preside di facolt`a, e anche docente interno dal 1940 al 1943.

Durante il passaggio del fronte da Pisa, nella seconda guerra mondiale, si rifugia nella Certosa di Calci. L’istituto rimane in mano alla professoressa Ciccone e al custode Bar-sali che si oppongono coraggiosamente alle minacce di distruzione e al saccheggio delle truppe tedesche, raccontato nella relazione di Puccianti dell’11 ottobre 1944. Il professor Alzetta, all’epoca studente, ha raccontato come la professoressa Ciccone sia accorsa a scollegare i contatti delle preziose batterie di alimentazione dell’istituto, poco prima che il crollo della torretta dell’edificio per mano dei tedeschi potesse portare ad un corto circui-to. Nella stessa operazione era prevista anche la demolizione dell’ala opposta dell’edificio che ospitava il museo e la biblioteca, ma, riferisce il professor Alzetta, l’ufficiale tedesco incaricato era un appassionato di fisica e visitata l’esposizione decise di risparmiarla. A proposito del saccheggio, presso la Domus Galilaeana sono tutt’ora reperibili i docu-menti dell’ARAR tramite i quali Puccianti cerca di recuperare il materiale trafugato.2

Nel 1945 la Delegazione Provinciale di Pisa dell’Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo chiede la sospensione di Puccianti perch`e ritenuto colpevole di atti di apologia

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7 verso il regime, tuttavia in seguito all’intervento della Facolt`a di Scienze presso il ministero rimane nel ruolo ancora un anno. Puccianti continua a partecipare alla vita dell’istituto di fisica anche dopo essere defnitivamente collocato fuori ruolo per sopraggiunti limiti di et`a il 10 novembre 1947: fino al 1950 `e infatti parte attiva dell’ insegnamento, in particolare per quanto riguarda l’aspetto sperimentale. A succedergli `e Carrara tra il 1947 ed il 1950 ed in seguito Conversi.

Muore la sera del 9 giugno 1952 nell’abitazione, presso l’Istituto, dove aveva vissuto per trentacinque anni. L’anno successivo la citt`a di Pisa lo onora tumulandolo nel camposanto monumentale.

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Capitolo 3

L’uomo ed il suo pensiero

Pi`u della biografia essenziale, e principalmente accademica, riportata qua sopra, `e inressante tratteggiare il personaggio di Luigi Puccianti e la sua forma mentis, dalle te-stimonianze di chi lo ha conosciuto e dalle sue stesse parole. L’impronta del padre `e particolarmente evidente nel pensiero di Puccianti sulla didattica: ne mutua una visione dell’insegnamento che richiede allo studente di essere parte attiva, di pensare criticamente. Lo spirito letterato del padre lo induce a non assegnare un primato alla cultura tecnico-scientifica nella formazione, ma ad avere piuttosto una prospettiva eclettica, come si pu`o leggere in questo estratto dall’opera Fisici dell’universit`a pisana alla guerra del 1848: Cos`ı avvenne che questo scienziato [ Matteucci ] attribu`ı agli studi classici una impor-tanza capitale per la cultura in generale. Pi`u tardi alcune menti anche non volgari si allontanarono da questo concetto, pensando che la cultura moderna avesse una maggiore importanza per la cos`ı detta civilt`a moderna. Ma il Matteucci aveva ragione. La civilt`a au-tentica `e quella Latina, cio`e l’antica civilt`a Greco-Romana arricchita poi di nuovi elementi principalmente cristiani, l’altra (i fatti lo hanno ormai dimostrato con terribile evidenza) non `e civilt`a. Sarebbe quindi ormai assurdo negare il valore degli studi classici, e l’utilit`a della scuola media classica, il cui vero fine non `e gi`a quello di fabbricare un latinista retore come facevano le nostre vecchie scuole, e tanto meno un mezzo filologo che legga stentatamente Omero e Virgilio con sul naso gli occhiali da miope del grammatico tedesco (e questo avrei detto gi`a prima dell’agosto 1914) ma il vero fine si `e quello di formare di un ragazzo latino per inconscio atavismo, un giovane conscio della sua latinit`a; che potr`a divenire dopo, filologo o giurista, filosofo della natura o della trascendenza, ma in ogni caso rimarr`a necessariamente un uomo civile. [...] Infondere nuova vita, ben detta! O giovani che sarete presto insegnanti, questo deve essere il vostro pi`u tenace proposito; che l’insegnamento sia cosa viva. E badate bene che gli elementi mortiferi nella consuetudine scolastica sono molti. La tradizione che pu`o degenerare in tradizionalismo, il libro di te-sto da studiarsi pagina per pagina, la monotonia dell’orario, i punti di merito, ecc. Mezzi alcuni utili, altri forse necessari, se si arrogano poco a poco la parte principale, capovol-gono la tavola dei valori didattici. Il fine dell’insegnamento, allora, non `e pi`u fuori della scuola, nella vita, ma dentro la scuola, nel registro. L’obietto degli studi classici non `e pi`u, allora, la parola e il pensiero del grande scrittore antico, ma quello del grammatico che nella scuola della cultura dovrebbe essere un modesto e semplice interprete. L’obietto

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degli studi scientifici `e allora non pi`u il gran libro della natura galileiano, ma il libricciolo di testo con le sue economiche vignette, il quale, nell’intenzione del bravo uomo che lo ha composto, non doveva essere che uno svegliarino per la memoria delle cose viste e illustrate dalla viva voce dell’insegnante.

e ancora dal discorso inaugurale dell’anno accademico 1920-21, con tema ”Per l’avve-nire della scuola”:

Quando studiavo al liceo, ci furono in un primo tempo presentati dai nostri maestri non uno, ma quattro Galileo Galilei: quello del professore di Storia, che era un personaggio nobilissimo nato a Pisa da padre fiorentino, perseguitato dalla tirannide teocratica; quello del professore di Filosofia, che era il fondatore del metodo sperimentale; quello del profes-sore di Italiano, che era il caposcuola di quella gloriosa prosa scientifica del secolo XVII; quello del professore di Fisica, che era come dire: il Padre Eterno. Ma fin qui essendo rispetto alla realt`a quattro e non uno, mancando l’unit`a obiettiva della persona vissuta di Galileo, erano per la nostra mente quattro lezioni da ripetere e non un concetto da pensare. Orbene fu il nostro professore di Italiano (il nostro Leandro Biadene) che in un secondo tempo fece il miracolo; e gli venne fatto in un modo semplice e naturale. Egli port`o in iscuola un volume della celebre Edizione Nazionale e ci lesse bene, con chiara voce e chiara illustrazione qualche pagina scelta accortamente. E da quella affascinante lettura balz`o fuori Galileo, non pi`u quattro ritratti in quattro pose diverse, ma una perso-na vera. Perch´e in quella lettura la potenza innovatrice del metodo scientifico combinata naturalmente al senso realistico, all’acume critico e alla frizzante arguzia fiorentina, e che appunto nell’uso vivo e nella tradizione letteraria toscana trovava la espressione fresca di elegante naturalezza e armata di quella pungente ironia che doveva inasprire l’avversario in persecutore, si sentiva progredire sicura, inarrestabile verso le mirabili scoperte che a lui dovevano legare la venerazione, quasi l’adorazione degli scienziati avvenire.

Da un dattiloscritto ritrovato tra le sue carte, forse bozza di un discorso o di una prefa-zione, si pu`o anche apprezzare il punto di vista di Puccianti sulla scienza, ed in particolar modo sul rapporto tra scienza e tecnica. Di nuovo emerge l’influenza della matrice classica come si pu`o leggere1:

[...] osserviamo fin da ora che delle relazioni tra scienza pura e tecnica, quelle che attual-mente tutti vedono, ammirano, esaltano, sono le applicazioni delle conoscenze scientifiche ai fini tecnici; mentre sono meno comunemente note, ma non meno importanti, quelle inverse per le quali i notevoli problemi scientifici la cui trattazione ha generato importanti rami della scienza pura, sono stati suggeriti dai progressi della tecnica. Si deve tener conto di tutti e due i casi di relazione tra Scienza e Tecnica: considerare esclusivamente il primo, come ora si tende a fare, pu`o portare ad una falsa valutazione della Scienza cio`e a considerarla esclusivamente come una preparazione alla Tecnica avente come solo fine lo sviluppo di questa e come solo valore un valore pratico, anzi economico. Ci`o abbasserebbe

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11 il grado della scienza pura che i grandi pensatori antichi e moderni concepirono come natural filosofia secondo l’espressione di Galileo.

Una rappresentazione non potrebbe tuttavia essere ritenuta onesta senza riportare an-che quelle an-che furono le critian-che pi`u o meno velate mosse da studenti e colleghi i quali sottolinearono in pi`u occasioni la natura poco programmatica delle ricerche di Puccianti, fatto da ascrivere tra le cause di una mancata nascita a Pisa di un gruppo solido nell’im-mediato dopoguerra. Nelle parole di Segr`e[52]:

Egli aveva una mente acuta, ma era pigro. Da giovane aveva fatto interessanti lavori sulla dispersione anomala dei vapori dei metalli alcalini, ma al tempo in cui Fermi era a Pisa aveva cessato l’attivit`a sperimentale, pur conservando un interesse vivo per una comprensione critica della fisica classica, specialmente per il magnetismo.

Anche Carrara, pur riconoscendo il valore della mente di Puccianti, gli imputa una qualche colpa nel non aver intuito la direzione imboccata dalla scena internazionale della ricerca in fisica[52]:

Ha fatto delle bellissime esperienze nel campo dell’ottica e della spettroscopia, ma avrebbe potuto fare molto di pi`u [...] Le dir`o una frase di Puccianti.Erano altri tempi! adesso per sviluppare studi di carattere scientifico ci vogliono centinaia di persone su un argomento [...] Puccianti diceva che per fare esperienze di Fisica bastava, (mi permetto la stessa frase di Puccianti): lo sputo, la ceralacca e lo spago. E aveva ragione, perch´e praticamente, in quelle esperienze che ho fatto io, la ceralacca l’adoperavo davvero, perch´e i tubi a raggi X avevano gli elettrodi metallici fermati con la ceralacca e la qualit`a della ceralacca adatta a tenere il vuoto non era una cosa da nulla.

Un ultimo aspetto che vale la pena sottolineare e l’umilt`a dell’uomo di scienza, dimo-strata proprio nel momento in cui si sentiva sorpassare dai tempi moderni, `e sempre Segr`e a riportare[49]:

Puccianti si accorse ben presto che aveva poco da insegnare allo studente Fermi, ma molto da apprendere. Riconobbe questo apertamente e con perfetta franchezza fino a domandar-gli ogni tanto di insegnardomandar-gli qualcosa, che poteva ancora imparare.

Non si pu`o certo ridurre a questo il rapporto con il giovane Fermi, ma se ne trae si-curamente un’impressione fedele del riguardo del professore nei confronti dell’allievo, al quale del resto lasciava libero accesso ai laboratori e con il quale discuteva come tra pari. Ne `e esemplificativo l’aneddoto di Persico relativo al problema della massa elettromagne-tica dell’elettrone[42]:

la questione fu discussa, in una serata invernale del 1922 a Pisa, mentre Fermi, Puc-cianti, Polvani e altri amici camminavano lungo via San Frediano dall’Universit`a [che

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era nel vecchio edificio in piazza Torricelli] alla Scuola Normale Superiore. Qui la compa-gnia si separ`o senza aver raggiunto alcuna conclusione soddisfacente. Nei successivi due giorni, Fermi non comparve nell’Istituto di Fisica. Il terzo giorno arriv`o con un articolo pronto per la pubblicazione, intitolato ”Correzione di una grave discrepanza ....” Puccian-ti, che aveva sottolineato la necessit`a di un chiarimento, era entusiasticamente felice. La posizione di Puccianti nei confronti degli sviluppi a cui la fisica and`o incontro nel primo quarto del XX secolo `e ben sintetizzata dalle parole che il professor Alzetta ricorda di avergli sentito pronunciare. Riguardo a se stesso Puccianti dichiar`o:

Ho vissuto due grosse tempeste: la relativit`a e la meccanica quantistica. La prima l’ho digerita, la seconda mi `e rimasta qua!

L’immagine che emerge di Puccianti `e quella di un brillante intellettuale2, ancor pri-ma che un acuto fisico, forpri-matosi in una pri-matrice classica pri-ma aperta alla modernit`a. La sua figura di scienziato, nonostante il talento riconosciuto e la fama guadagnata, negli ultimi venticinque o trent’anni di carriera accademica, non si inserisce attivamente nel nuovo panorama di ricerca costituito da gruppi sempre pi`u grandi e internazionali. Va altres`ı sottolineato che nel crescente isolamento dell’Italia fascista spostarsi e creare con-tatti poteva essere un’opzione allettante per giovani laureati, certo lo era meno quando si ricopriva l’unica cattedra di Fisica (almeno fino al 1936) ed in questo contesto vide comunque uscire dalla propria facolt`a molti dei migliori fisici italiani degli anni successivi.

2A questo riguardo il professor Alzetta ha ricordato come talvolta intrattenesse con gli studenti venuti

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Capitolo 4

Onoreficenze e partecipazioni

• 21 giugno 1923 cavaliere nell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro • 4 agosto 1932 ufficiale nell’ordine dellla corona d’Italia

• 14 giugno 1933 insegna(sic.) del cherubino

• 26 aprile 1935 diploma di commendatore della corona d’Italia • 26 luglio 1937 ufficiale nell’ordine dei santi Maurizio e Lazzaro

Luigi Puccianti `e stato corrispondente, poi Socio Nazionale della Reale Accademia dei Lincei salvo esserne radiato in seguito alle accuse di vicnanza al regime fascista dopo la seconda guerra mondiale

Socio onorario dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Modena Aggregato all’Accademia di Italia

Corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Bologna Appartenente al Consiglio Nazionale delle Ricerche Presidente della Societ`a Mathesis

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Capitolo 5

Articoli

• Spettri di assorbimento di liquidi nell’ultrarosso-Nuovo cimento e Physikalische Zeitschrift, 1900

• Dispersione anomala dell’ossiemoglobina-Nuovo Cimento, 1901

• Corrispondente elettrico del diamagnetismo-Nuovo cimento e Physikalische Zei-tschrift, 1902

• Sulla fluorescenza dei vapori di sodio-Accademia dei Lincei, 1904

• Spettri d’incandescenza dell’iodio e del bromo-Societ`a Spettroscopisti Italiani, 1905 • Metodo interferenziale per lo studio della dispersione anomala dei vapori-Societ`a

spettroscopisti italiani, 1905

• Sulla osservazione delle particelle ultramicroscopiche-Archivio di fisiologia, 1907 • Alcune osservazioni critiche ed esperienze nuove relative ai fondamenti della

spet-troscopia celeste-Nuovo Cimento, 1905

• Esperienze sulla dispersione anomala dei vapori metallici nell’arco alternativo che illustrano la molteplicit`a spettrale degli elementi-Accademia dei Lincei, 1906 • Osservazioni al congresso di fisica di Roma-Nuovo Cimento, 1906

• Studio elettrico e ottico dell’arco alternativo-Nuovo cimento e Physikalische Zei-tschrift, 1909

• Misure di viscosit`a sopra i cristalli fluidi del Lehman-Accademia dei Lincei, 1907 • Esperienze collo (sic) spettrografo senza fenditura sull’arco a corrente

continua-Nuovo Cimento e Societ`a Spettroscopisti Italiani, 1907

• Osservazioni ottiche al congresso di fisica-Nuovo Cimento, 1907 • Degli spettri di righe-Nuovo Cimento, 1908

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• Relazione alla Societ`a Italiana di Fisica sopra le Officine Carl Zeiss ecc.-Nuovo Cimento, 1908

• Nuove esperienze sulla molteplicit`a spettroscopica nell’arco elettrico-Nuovo Cimen-to, 1910

• Necrologia di Luigi Magri-Nuovo Cimento, 1911

• Una determinazione in misura assoluta della potenza irraggiata da un corpo nero-Nuovo Cimento, 1912

• Un’altra determinazione in misura assoluta della potenza irraggiata da un corpo nero-Nuovo Cimento, 1912

• Sull’interfrografo girante del Sig.Sagnac-Accadema dei Lincei, 1914

• La decomposizione della riga rossa dell’idrogeno nel primo strato catodico-Accadema dei Lincei, 1914

• Confronto tra la scomposizione catodica della prima e della seconda riga della serie di Balmer-Accadema dei Lincei, 1914

• Comunicazioni di argomento didattico alla societ`a di fisica-Nuovo Cimento, 1914 • Galvanometro ad ago mobile immune dalle perturbazioni magnetiche-Nuovo

Cimen-to, 1914

• Alcuni effetti curiosi del campo magnetico sulla luminosit`a negativa-Nuovo Cimento, 1914

• I circuiti superconduttori di Kamerling Onnes e la teoria del magnetismo secondo Ampere-Accadema dei Lincei, 1914

• La teoria del magnetismo secondo Ampere-Accadema dei Lincei, 1914 • Sulla costante della legge di Stefan e Boltzmann-Accadema dei Lincei, 1917

• Doppia bilancia di induzione per lo studio dell’effetto Corbino-Il Nuovo Cimento, 1918

• Sull’effetto Corbino in campi magnetici di piccola intensit`a-Il Nuovo Cimento, 1918 • La magneto-ionizzazione di A.Righi e la teoria di P.Langevin ecc-Il Nuovo Cimento,

1918 e Le Radium, 1919

• Elementi di elettrodinamica-Nuovo Cimento, 1922

• Per la determinazione diretta geomerica dei raggi Rontgen-Il Nuovo Cimento, 1923 • Teoria vettoriale del pendolo di Focault-Il Nuovo Cimento, 1926

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17 • Dispersione anomala per la doppia H e K del calcio ionizzato-Nuovo Cimento, Anno

X, n.10, dicembre 1933

• Chiarimenti sull’induttivit`a elettrica e magnetica in rapporto alla nuova metrologia elettrica-Rendiconti Accademia Nazionale dei Lincei, XXI, 732, 1935

• Chiarimenti sull’induttivit`a elettrica e magnetica in rapporto alla nuova metrologia elettrica-parte II, Rendiconti Accademia Nazionale dei Lincei, XXII, 187, 1935 • Considerazioni sul momento e poli magnetici, la intensit`a di magnetizzazione e la

suscettivit`a-Accademia Nazionale dei Lincei, XXII, 194, 1935

• Ancora sull’induttivita e sui campi di forza-Accademia Nazionale dei Lincei, XXIII, 643, 1936

• La moderna concezione del campo magnetico-Nuovo Cimento, XIV, 6, 1937 • In memoria di Ugo Grassi-Nuovo Cimento, XIV (10), 1937

• Sulla concezione elettrodinamica dell’energia magnetica-Nuovo Cimento, XVI, 34, 1939

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Capitolo 6

Altre opere

• I recenti progressi della spettroscopia-Conferenze tenute all’Universit`a di Genova, 1909, in ’I recenti progressi della fisica’, Albrighi e Segati, 1911

• Fisici dell’universit`a pisana alla guerra del 1848-Discorso inaugurale R. universit`a di Genova 1917-1918 in ’Il nuovo fatto’, 1919

• Per l’avvenire nella scuola-Discorso inaugurale R. universit`a di Pisa, 1921-1922, Ann. delle universit`a toscane, 1922

• La teoria del magnetismo-L’energia elettrica, Fascicolo del centenario voltiano, 1926-1927

• La vita e le opere di Alessandro Volta-Commemorazione tenuta al R. istituto agrario di Pisa, giugno 1917 (Annuario della R. scuola di Agraria), 1927-1928

• Elogio di Giov. Battista Donati-Letto il 16 dicembre 1926 nell’Aula Magna della R. universit`a di Pisa (Memorie della Societ`a Astronomica Italiana, 1927), 1927-1928 • A.M. Ampere- voce dell’Enciclopedia Italiana Treccani, 1928-1929

• La Fisica-Nella pubblicazione ’La Europa nel secolo XIX’, pubblcazione fatta acura dell’Istituto di Perfezionamento ecc. di Brescia Edit. A. Milani, Padova, 1930 • La spettroscopia-Conferenze della Scuola Normale Superiore di Pisa, II, 1932-1933 • Commemorazione del presidente dell’Accademia Antonio Garbasso-Rend. Della R.

Accademia Nazionale dei Lincei, vol XVII, Serie VI, pag. 988, 1933-1934

• Contributo della scuola di Pisa alla fisica italiana-Discorso della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali alla XXVII riunione della S.I.P.S., ottobre 1939-XVII • Galileo e la Fisica (Celebrazioni centenarie del 1942 XX)-Regia Accademia d’Italia • Regolo musicale a scala logaritmica, 1948

• Storia della fisica, Cultura Viva, Le Monnier, 1951

(22)

Dal carteggio privato rinvenuto alla Domus Galilaeana risulta che dal 1948 almeno fino alla primavera 1949 Puccianti abbia collaborato con la rivista ”Italy”, un’opera delle ”Edizioni del Grifone” di Roma destinata al pubblico americano. Nella corrispondenza si parla di un saggio intitolato Fisica, che, si intende dagli scambi, non vide la pubblicazione. E’ presente in un altro plico un dattiloscritto di carattere divulgativo di circa cento facciate, sicuramente successivo al 1945, visto che si parla esplicitamente della bomba atomica, che potrebbe corrispondere a quello del quale si parla nello scambio epistolare1. I contenuti di quest’opera sono poi confluiti nella ”Storia della fisica”, pubblicata nel 1951.

Si ha anche notizia di un inedito di natura divulgativa inviato a Bari e probabilmente smarrito dal tipografo prima della stampa.

(23)

Capitolo 7

Notizie sull’Istituto di fisica negli

anni ’40

7.1

Attrezzature e ricerche

Lo studio dei documenti conservati presso il fondo Puccianti della Domus Galilaeana ed in particolare della corrispondenza personale del professore ha portato alla luce alcuni aspet-ti dell’amministrazione dell’Isaspet-tituto. In paraspet-ticolare si fa riferimento alle lettere scambiate tra Puccianti ed il rettore, nelle quali si trovano in dettaglio le spese di gestione dell’I-stituto, e tra Puccianti ed il CNR, circa l’accessibilit`a alle risorse dell’ARAR. L’Azienda Rilievo Alienazione Residuati era l’ente preposto alla raccolta e distribuzione del materiale confiscato dall’esercito nemico sul territorio nazionale, queste fonti ci aiutano a ricostruire la dotazione presente all’epoca. In due documenti (un manoscritto e un dattiloscritto) Puccianti descrive le apparecchiature perdute accennando anche alle linee di ricerca attive presso l’Istituto. Nel seguito riporto i passaggi pi`u interessanti1:

Il piano delle ricerche [...] `e rivolto principalmente allo studio della costituzione delle molecole e argomenti connessi. Verso tale obiettivo generale convergono:

1) studii di spettri nel visibile e nell’ultrarosso

2)studio di spettri di assorbimento nell’ultrarosso in rapporto alla costituzione chimica 3)studio di diffrazione dei raggi Rontgen

4)studio sulla propagazione degli ultrarossi in relazione al rapporto dei calori specifici a pressione e a volumne costante per gli aeriformi. Con questi anche esperimenti con le microonde e esperimenti sui movimenti browniani.

Inoltre sono stati iniziati in passato e saranno proseguiti studi oscillografici sui suoni in relazione alla fonetica delle vocali. [...] Pertanto si fa la seguente richiesta:

voltmetri assortiti in modo da consentire un campo di misure da qualche millivolt a qual-che kilovolt possibilmente per corrente continua e per corrente alternata.

Amperometri similmente per costituire un campo di misure da qualche milliampere a qual-che decina di ampere possibilmente per corrente continua e per corrente alternata.

1Domus Galilaeana, fondo Puccianti, plico 4

(24)

Un ondametro DuMont2. Un oscillografo DuMont.

2 riaddirizzatori uno per circa 3 e uno per circa 10 Ampere. 120 valvole termoioniche assortite.

Resistenze per piccole potenze e condensatori. Un microscopio possibilmente binoculare. Una pompa a vuoto.

Minuterie radio assortite.

4 trasformatori di alimentazione da circa 500W.

si raccomanda in modo particolare il microscopio, attesoch`e sono stati asportati dall’Isti-tuto 2 ottimi microscopi, uno monoculare Zeiss, e un binoculare Leitz.

Altri apparecchi che sappiamo presenti nell’Istituto al tempo sono:

• la montatura meccanica di grande precisione per un reticolo concavo di Rowland; • quella di una gradinata di Michelson;

• quella di un interferometro di Michelson, in forma speciale da essere usato col metodo Puccianti per lo studio delle dispersioni anomale;

• un apparecchio per l’osservazione e la fotografia della diffrazione di raggi elettronici; • la sistemazione generale e alcune parti speciali di un grande impianto per raggi

Rontgen;

• le parti meccaniche di un moderno spettrometro a raggi ultrarossi, nel quale `e stato adattato un radiometro gi`a costruito dal direttore, al tempo della sua laurea. Circa i costi di allestimento e riparazione ai danni bellici un dattiloscritto destinato al rettorato3 riporta una cifra di 9 700 000 lire. Nell’elenco figurano molte apparecchiature,

ne riporto le pi`u peculiari o quelle non citate sopra: -un tornio parallelo per meccanica di precisione -sostegni Bunsen con accessori

-giunti a cono smerigliato -macchine pneumatiche rotative -macchina divisoria lineare

-cannocchiali con scala per strumenti a specchio -fotometro

-spettrofotometro -polarimetro

-microfotometro registratore -pezzi ottici in quarzo o salgemma -camera di Wilson

-lampade in quarzo a vapori di mercurio

2La DuMont era un’azienda americana leader nella produzione di tubi catodici 3Domus Galilaeana, fondo Puccianti, plico 4

(25)

7.1. ATTREZZATURE E RICERCHE 23 -apparecchi per le scariche in gas rarefatti

Una lettera di Allegretti riguarda un Galvanometro Siemens e Holske (n◦433384, in-ventariato 2039) prestato dall’Universit`a di Pisa all’Universit`a di Bari4. Sempre nella corrispondenza di Puccianti abbiamo notizia di alcune lamine inviate da Firenze da Ron-chi. La descrizione `e molto dettagliata: misurano 30x20x7 mm e si legge ”hanno un vantaggio molto raro: sono lavorate al ventesimo d’onda!” segue anche un elenco dei di-fetti che riporto5:

1◦ hanno uno spessore di 7mm, per quanto siano otticamente uguali, in fatto di spes-sore 2◦ una ha un angolo scheggiato per circa 7mm 3◦ costano piuttosto care, poich`e mi hanno chiesto ben £4000 ciascuna[...]sembra un prezzo sempre assai alto. Per`o, franca-mente, al ventesimo d’onda non `e facile trovare qualche cosa. Se tu ritieni che la spesa sia eccessiva[...]si pu`o pensare di farne fare un’altra coppia ad hoc, con la precisione del quarto d’onda. Credo che ci`o ci permetter`a di scendere alla met`a del prezzo. Perch`e oggi l’ora dell’ottico specialista `e valutata £1200(!) e mettere in bilancio tre o quattr’ore per fare un lavorino cos`ı fino non `e molto.

Un altro documento interessante per questa sezione, sempre rinvenuto tra le carte del professore, `e un biglietto sempre di Vasco Ronchi6 in cui comunica di aver spedito gli

specchietti dell’interferometro ”bene alluminati” e propone a Puccianti l’acquisto di due prismi Nicol7. Dall’approfondimento delle tesi raccolte possiamo inoltre dedurre la

pre-senza di altri materiali all’istituto:

- Cubo di Leslie: una scatola cubica in ottone contenente acqua che veniva fatta bollire da un bruciatore sottostante. Le facce del cubo sono una nera, una bianca, una a specchio e una smerigliata per avere diverse emittanze

-Galvanometro di Nobili: tipo di galvanometro ad ago.

-Termopila di Melloni: sistema di coppie termoelettriche disposte con geometria variabile con le giunzioni di un tipo su una faccia e le altre su quella opposta. Su una faccia si fa incidere la radiazione e se ne determina l’intensit`a.[11]

-Pompa a mercurio rotativa di Gaede: inventata nel 1905 `e composta da un tamburo suddiviso in tre settori comunicanti da alette a spirale ed invaso per pi`u di met`a dal mercurio. La parte superiore `e messa in collegamento con l’ambiente da vuotare. Con la rotazione del sistema i volumi si riempiono alternativamente di gas e mercurio che lo sigilla e ne permette l’espulsione tramite una pompa ausiliaria[39]. Circa l’alimentazione elettrica dell’istituto si hanno testimonianze di un locale adibito allo stoccaggio di batterie al piombo accuratamente conservate dal capotecnico che garantivano la corrente continua a 110 V necessaria. Il professor Alzetta ha anche riferito della presenza di un grosso tra-sformatore ad arco voltaico, installato al piano terra, sotto l’aula magna, necessario ad

4Domus Galilaeana, fondo Puccianti, plico 10 5Domus Galilaeana, fondo Puccianti, plico 10 6Domus Galilaeana, fondo Puccianti, plico 7

7E stato inventato nel 1828 da William Nicol come filtro polarizzatore ed `´ e composto da due cristalli

(26)

accumulare la alte tensioni in continua per far funzionare i tubi a raggi X, con i quali ha lavorato. Quest’ultimo produceva, per via delle frequenti scariche, un eccesso di ozono nell’ambiente tanto da obbligare a lavorare con le finestre aperte.

7.2

Personale

[46] Presso l’Istituto trovava impiego personale tecnico e non, si ricordano il Capo-tecnico Orfeo Di Nasso (fino al 1934), i tecnici Manzetti e Bottai, il custode Ulisse Di Nasso (fino al 1939) ed i bidelli Bellatalla (fino al 1930), Ricoveri (dal 1939) e Barsali, protagonista con la professoressa Ciccone della difesa dal saccheggio tedesco nel 1944.

I ruoli di aiuto ed assistente furono ricoperti principalmente da Polvani, Ciccone, Pierucci, Derenzini, De Donatis e Allegretti. Un caso speciale `e quello di Luciano Berti che nel 1942/43 ricopr`ı il ruolo di assistente incaricato e si sarebbe probabilmente dedicato alla carriera accademica se non fosse rimasto vittima del bombardamento di Pisa del 31 agosto 1943. Nel 1948 Puccianti pubblic`o un articolo di spettroscopia estratto dalla tesi del Berti a ricordo del defunto[3]. La prematura morte del Berti e quella di Giovanni Gentile jr. nel 1942 furono per Puccianti due momenti di profondo dolore. Nella tabella seguente `e riassunta la successione nei ruoli.

A.A. Aiuto Assistenti

1918/19 Collodi, Bonazzi, Chella

1919/20 Collodi Polvani, Pierucci, Grazi 1920/21 Collodi Polvani, Pierucci, Grazi 1921/22 Polvani Pierucci, Grazi, Carrara 1922/23 Polvani Pierucci, Grazi, Carrara 1923/24 Polvani Pierucci, Grazi, Carrara 1924/25 Polvani Pierucci, Ciccone

1925/26 Polvani Pierucci, Ciccone, Vecchiacchi (inc.) 1926/27 Pierucci, Ciccone, Vecchiacchi (inc.)

1927/28 Pierucci Ciccone, Bolla (inc.), Pistoia (inc.), Vec-chiacchi

1928/29 Pierucci Ciccone, Bolla (inc.), Allegretti (inc.) 1929/30 Pierucci Ciccone, Bolla, Allegretti

1930/31 Pierucci Ciccone, De Donatis (inc.), Allegretti 1931/32 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1932/33 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1933/34 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1934/35 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1935/36 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1936/37 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1937/38 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti

(27)

7.2. PERSONALE 25

1938/39 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1939/40 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1940/41 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1941/42 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti

1942/43 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti, Berti (inc.)

1943/44 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1944/45 Ciccone Derenzini, De Donatis, Allegretti 1945/46 Ciccone Derenzini, De Donatis, Gozzini (sup.) 1946/47 Ciccone Derenzini, De Donatis, Gozzini (sup.)

(28)
(29)

Capitolo 8

La didattica a Pisa sotto Luigi

Puccianti

La nomina di Puccianti a Pisa `e da vedersi nell’ottica della ricerca di una certa conti-nuit`a con il mandato di Battelli, del quale fu allievo. La sua attenzione al fondamento teorico oltre che alla tecnica sperimentale ed il tentativo sempre presente di non fermarsi all’acquisizione dei dati, ma di darne interpretazione lo rendevano tuttavia pi`u vicino al predecessore di Battelli, Riccardo Felici. Quest’ultimo era anzi assai cauto nel dare in uso gli strumenti agli allievi, prassi rivoluzionata da Battelli il quale arriv`o ad investire di tasca propria per l’arricchimento dei laboratori. Puccianti tenne sempre in grande consi-derazione Felici proprio per la sua duplice valenza teorica e sperimentale, identificando in lui un degno erede di Galileo a Pisa. Ne riporto le parole[44]:

forse nessun fisico moderno come il nostro [Felici, N.d.R.] si `e mai conformato con altret-tanta severit`a alla celebre massima di Galileo. [...] Ma se facile `e ammirare la profonda verit`a contenuta in questa massima, e vedere in essa una norma generale e invariabile del metodo, assai difficile `e seguirla rigorosamente, senza lasciarsi scoraggiare dalla astrat-tezza logica di quegli enti puramente matematici, o lasciarsi indurre a trasformarli con la fantasia (come troppo spesso `e avvenuto nella storia della scienza) in enti fisici fittizi, attribuendo loro una concretezza immaginaria, che dia nel trattarli la confortante illusio-ne di trattare cose reali: dal che appunto rifuggiva la mentalit`a di R. Felici, che [...] pur sedendo nella cattedra di fisica sperimentale non fu meno matematico che sperimentatore. Dalla seconda met`a degli anni venti circa Puccianti antepose fermamente l’impegno di-dattico a quello scientifico, pur continuando a interessarsi a questioni di ricerca magari in maniera indiretta con suggerimenti e osservazioni proposte a colleghi e studenti. I documenti reperibili circa l’organizzazione degli studi nel periodo tra le guerre fanno ri-ferimento all’Anno Accademico 1923/24 e delineano il percorso seguente[46]:

I anno: Corsi:

- Analisi algebrica e infinitesimale con esercizi (I parte) - Geometria analitica con esercizi

(30)

- Geometria proiettiva con disegno - Fisica sperimentale

- Chimica generale e inorganica Esami:

- Analisi algebrica e infinitesimale con esercizi (I parte) - Geometria analitica

- Geometria proiettiva - Fisica sperimentale

- Chimica generale e inorganica II anno:

Corsi:

- Analisi infinitesimale con esercizi (II parte) - Meccanica razionale

- Geometria descrittiva con disegno - Fisica sperimentale

- Chimica organica Esami:

- Analisi infinitesimale con esercizi (II parte) - Meccanica razionale

- Geometria descrittiva

- Fisica sperimentale (biennale) - Chimica organica

III anno: Corsi:

- Fisica superiore e complementi di fisica - Mineralogia

- corso a scelta: Analisi superiore, Geodesia teoretica ed Astronomica, Chimica-fisica e Complementi di Chimica (per I anno), Geografia fisica e Meteorologia, Elettrotecnica, Fisica tecnica Esercitazioni: - Fisica sperimentale - Chimica generale Esami: - Mineralogia - Corso a scelta Prova: - Chimica IV anno: Corsi:

- Fisica superiore e Complementi di Fisica - Fisica matematica

(31)

29 Esercitazioni:

- Fisica sperimentale Esami:

- Fisica superiore e Complementi di Fisica (biennale) - Fisica matematica

Prova: - Fisica

Dalle carte rinvenute nel fascicolo del professore all’archivio universitario di sa anche di un corso di misure elettriche, almeno in programma per l’A.A. 1935/36. Al tempo era anche presente un percorso misto tra fisica e matematica rivolto ai futuri insegnanti di scuola secondaria che differiva dal corso di fisica per la presenza di un esame di Geome-tria proiettiva e descrittiva e di un altro corso di Matematica anzich`e rispettivamente di Chimica organica e Mineralogia. Era anche differente l’approccio alla parte pratica, vol-to maggiormente all’organizzazione delle esperienze come occasioni didattiche. A partire dall’Anno Accademico 1924/25 fino al 1935/36 il primo biennio dei corsi di fisica, mate-matica e del corso misto `e in comune e ricalca quello riportato pi`u sopra fatto salvo per l’assenza di Chimica organica, parzialmente reintrodotta dal 1930, e l’attivazione di Cal-colo numerico e applicazioni di matematica che, sempre dal 1930 diviene facoltativo. In una lettera datata 1 luglio 1942 del carteggio privato diretta al rettore Puccianti lamenta la cattiva organizzazione del corso di Fisica Sperimentale[1]. Dal 1935 infatti, per decreto legge, era stato istituito un corso biennale con esame unico per studenti del biennio di avviamento all’ingegneria, di matematica e di fisica. Essendo il corso comune a primo e secondo anno si veniva a creare una forte disparit`a nei mezzi matematici a disposizione, risultando nell’incomprensione degli uni e nell’inutilit`a per gli altri. La proposta di Puc-cianti `e di tornare ad avere il primo anno di laboratorio ad un livello introduttivo ed il secondo separato. Il professor Alzetta ha riferito che fino al 1940/1941 durante il primo corso di laboratorio gli studenti erano tenuti ad apprendere le tecniche basilari per la lavo-razione del vetro quali la soffiatura o la piegatura, poich`e spesso era necessario fabbricare autonomamente certe componenti degli apparati sperimentali. Successivamente il vetro venne classificato tra i materiali ad uso esclusivamente militare, pertanto le esercitazioni furono eliminate. Dall’A.A. 1936/37 il primo biennio di fisica torna ad essere autonomo presentandosi come segue:

I anno:

- Analisi matematica (algebrica)

- Geometria analitica con elementi di proiettiva - Fisica sperimentale

- Chimica generale ed inorganica con elementi di organica II anno:

- Analisi matematica (infinitesimale) - Fisica sperimentale

- Meccanica razionale con elementi di statica grafica - Esercitazioni di fisica sperimentale

(32)

- Corso a scelta

In aggiunta alle informazioni circa la composizione del corso di laurea nei vari anni si `

e rinvenuto nella cartella personale del professore, conservata nell’archivio dell’universit`a, il registro delle lezioni del corso integrativo di Fisica Superiore del secondo semestre per l’A.A. 1945/1946

-Introduzione, vettori somma e prodotto -Operazioni con I vettori

-Campi vettoriali lamellari -Flusso e divergenza -Rotazionale

-Lemma di Green

-Teorema di nullit`a e unicit`a

-Campi lamellari: divergenza puntiforme, superficiale, volumica -Bipolo

-Anello vorticoso sottile

-Campi circuitali, identit`a vettoriali, ordini di grandezza -Corrente elettrica: proiezione, convezione, conduzione -Corpi isolanti

-Corrente di spostamento -Generalit`a e sistemi di misura -Generalit`a e sistemi di misura

-Leggi fondamentali dell’elettrodinamica. Prime esperienze -Altre esperienze e leggi

-Vettori B, H, B0

-Azioni elettrodinamiche

-Disco di Faraday. Azioni elettrodinamiche e induzione -Momento elettrodinamico

-Esperimenti sul campo magnetico terrestre

-Esperimenti sul campo magnetico delle correnti e leggi fondamentali del campo -Teoria elettrodinamica del campo magnetico. Fondamenti dell’eccitazione magnetica. Forza magnetizzante. Forza magnetica. -Relazione vettoriale generale B = H0(H + 4πI)

-Energia nei cicli magnetici

-Energia elettrodinamica in generale

-Solenoidi sottili elettrodinamici. Equivalenza

-Inquadramento della magnetostatica nella teoria elettrodinamica -Equazioni di Maxwell

-Onde piane. Cenno sulla teoria elettromagnetica della luce -Ottica. Principi della relativit`a

-Esperienze ottiche. Interferometro -Interferometro di Michelson -Trasformazioni di Lorentz -Loro significato relativistico

(33)

31 -Esperienza di Fizeau. Cenno di dinamica relativistica

-Esperimenti varii

8.0.1

La fisica teorica a Pisa

Nel periodo della direzione di Felici le tesi di fisica teorica o fisica matematica avevano costituito, se non la prassi, la maggioranza. Sotto Battelli si ebbe invece un forte impulso sperimentale che perdur`o con Puccianti, nonostante le inclinazioni dei suoi pi`u brillanti allievi: `e noto l’aneddoto del giovane Fermi, allora assai pi`u interessato alla teoria che alla sperimentazione, il quale si espresse in modo piuttosto colorito nel giudicare il proprio lavoro. La prima tesi di natura teorica risale al 1927, con la laurea di Giovanni Gentile jr. che discute il lavoro ”massa e elettrone”. Il corso di Fisica Superiore come presentato sopra appare privo di ogni riferimento alla meccanica quantistica, argomento questo intorno al quale prese forma il corso di Fisica teorica nel 1932. Allo stesso Giovanni Gentile jr. venne assegnato l’insegnamento del nuovo corso, ruolo che mantenne fino al 1937, quando, avendo vinto il secondo concorso nazionale per le cattedre di Fisica teorica, and`o a ricoprire l’incarico a Milano. L’insegnamento dei moderni concetti di teoria dei quanti era tuttavia gi`a attivo a Pisa almeno da cinque anni, come testimoniato dal programma dell’A.A. 1927/28 per il corso di Fisica Superiore tenuto da Puccianti. Svolgendo ricerche tra i ”verbali per esami speciali” di inizio ’900 si sono trovati riferimenti alle teorie nascenti tra le domande rivolte ai candidati in date perfino antecedenti la nomina di Puccianti, in particolare riporto i casi di:

- Brunelli Rita alla quale in data 17/12/1913 viene posto il quesito ”Applicazioni della teoria di Plank ai diversi fenomeni chimico-fisici”

- Assunta Rombaldoni, laureatasi il 22/6/1915 con 110/110, ed il quesito di chimica della quale `e ”L’ipotesi dei quanta di energia nella teoria cinetica dei gas”.

E’ dunque lecito dedurne che i programmi dovessero gi`a contenere riferimenti, non `e dato sapere quanto profondi, alle teorie moderne. Gentile fu sostituito da Giulio Racah, anche lui vincitore del concorso, che fu tuttavia destituito in seguito alle leggi razziali del 1938. L’ateneo pisano rimase cos`ı privo di un cattedratico teorico e fino al 1955 l’insegnamento fu affidato a Derenzini il quale tuttavia non svolgeva attivit`a di ricerca in quel campo. Gli incarichi accademici durante la direzione Puccianti sono riassunti in tabella[46].

Puccianti ricopr`ı anche il ruolo di preside di facolt`a nel 1921/22, prima che con il regime andasse perdendosi la cadenza annuale dell’avvicendamento nel ruolo: nominato una seconda volta nel 1929 mantenne infatti la carica ininterrottamente fino al 1941, eccezion fatta per il 1934/35, anno nel quale fu sostituito da Stefanini.

(34)

A.A F. Superiore F. Sperimentale F. Teorica Spettroscopia F. Terrestre Altre Facolt`a 1918/19 Puccianti 1919/20 Puccianti 1920/21 Puccianti 1921/22 Polvani Polvani 1922/23 Polvani Polvani 1923/24 Polvani Polvani 1924/25 Polvani Polvani 1925/26 Pierucci Puccianti

1926/27 Puccianti Pierucci Puccianti

1927/28 Puccianti Pierucci Puccianti

1928/29 Puccianti Pierucci Puccianti

1929/30 Puccianti Pierucci Puccianti

1930/31 Puccianti Pierucci Puccianti

1931/32 Puccianti Chella Puccianti

1932/33 Puccianti Chella Gentile Puccianti

1933/34 Puccianti Chella Gentile Puccianti

1934/35 Puccianti Chella Gentile Puccianti

1935/36 Puccianti Chella Gentile Chella

1936/37 Puccianti Racah Chella

1937/38 Puccianti Racah Chella

1938/39 Puccianti Derenzini Ciccone Allegretti Chella

1939/40 Puccianti Derenzini Ciccone Allegretti Chella

1940/41 Puccianti Derenzini Ciccone Allegretti Chella

1942/43 Puccianti Derenzini Ciccone Chella

1943/44 Puccianti Derenzini Ciccone Chella

1944/45 Puccianti Derenzini Ciccone De Donatis Chella

1945/46 Puccianti Derenzini Ciccone De Donatis Chella

1946/47 Puccianti Derenzini Ciccone De Donatis Chella

1947/48 Puccianti Carrara Derenzini Ciccone De Donatis Chella

1948/49 Puccianti Carrara Derenzini Ciccone De Donatis Chella

(35)

Capitolo 9

Alunni

Alla scuola di Puccianti si formarono molti degli accademici italiani di fisica del dopoguer-ra, certo anche grazie all’attrattiva rappresentata dalla Scuola Normale per i giovani pi`u talentuosi. Ci`o che manc`o fu probabilmente la strutturazione di linee di ricerca definite e protratte nel tempo, insieme senza dubbio alle vicende politiche e belliche, condizio-ni queste che si risolsero nell’allontanamento da Pisa dei giovacondizio-ni laureati i quali diedero spesso impulso, in Italia come all’estero, a realt`a scientifiche di primo piano1.

Di seguito sono raccolti, con brevi cenni biografici, gli allievi di Puccianti distintisi per il proprio percorso scientifico.

-Giovanni Polvani (Spoleto (PG), 17/12/1892-Milano, 11/8/1970) laureato nel 1917 fu assistente di Puccianti prima di diventare ordinario a Bari e poi a Milano. Fu presidente del CNR e Magnifico Rettore dell’ateneo milanese

-Marianna Ciccone (Noto (SR), 29/8/1891-Noto (SR), 29/3/1965) consegu`ı la laurea in matematica nel 1919 e in fisica nel 1924. Si interess`o di spettroscopia, disciplina che in-segn`o a Pisa fino al 1955. Nel 1944 salv`o l’istituto dalla distruzione minacciata dai nazisti. -Lamberto Allegretti (Pisa, 14/10/1906-Parigi, 29/1/1963) laureato nel 1928 ebbe l’in-carico per fisica terrestre dal 1939 al 1942. Combatt`e nella X Mas, poi insegn`o a Bari, Roma, Alessandria d’Egitto2 Fu a Damasco in missione per l’Unesco tra il ’54 e il ’59 e

consulente per l’OECD. Le sue ricerche si concentrarono sulla spettroscopia.

1Le informazioni di questa sezione provengono da:

Istituto della Enciclopedia Italiana, Dizionario Biografico degli italiani [12] Rossi P., Dizionario biografico dei fisici italiani [47]

oppure ricostruendo il loro contributo dalle pubblicazioni reperibili

2Tra i documenti rinvenuti alla Domus Galilaeana `e presente una lettera (plico 4) da Allegretti a

Puccianti, datata 10 dicembre 1948 nella quale si parla del nascente istituto egiziano. Allegretti riferisce di avere a disposizione circa £ 150 000 000 per provvedere a personale e strumentazione della quale menziona un impianto completo di spettroscopia ordinato alla Hilgen per 30 milioni di lire italiane ed una fornitura di apparecchi ottici acquistata tramite Ronchi con il quale si manteneva in contatto.

(36)

-Tullio Derenzini (Fiume (HU), 13/8/1906-Montecatini Terme (PT), 1/4/1988) lau-reato nel 1928 tenne l’insegnamento di fisica teorica a Pisa dal 1938 al 1955. Fu poi incaricato di Fisica, Storia della Fisica e direttore della Domus Galilaeana. Dal 1961 fu professore all’Accademia Navale di Livorno.

-Amedeo Giacomini (Cuneo, 5/3/1905-Roma, 6/4/1979) dopo la laurea nel 1929 fu assistente a Pisa e poi professore a Milano, dove ottenne anche l’abilitazione da ingegnere. Fu pioniere degli studi di acustica, in particolare degli ultrasuoni, in Italia. Insegn`o anche a Roma e a Perugia.

-Cosimo De Donatis (Carpignano Salentino (LE), 25/6/1904-Pisa 29/6/1968) laurea-tosi nel 1930 fu assistente volontario all’ Istituto di Fisica di Pisa nel 1930 fu assistente incaricato poi ordinario. Libero docente in Fisica sperimentale 1942, confermato 1948. Si occup`o di fisica dei raggi X.

-Giulio Battistini (Pisa, 5/4/1912-Pisa, 19/2/2004) subito dopo la laurea nel 1935 tie-ne a Pisa il corso di Misure elettriche per ingegtie-neria, ma tie-nel 1940 `e richiamato alle armi nella marina. In seguito si dedic`o alla politica ricoprendo anche il ruolo di sindaco di Pisa nel 1967/68.

-Giovanna Mayr (Milano 1893-Milano 1963) laureatasi nel 1918 si dedic`o sia all’inse-gnamento nella scuola secondaria che alla ricerca vincendo nel 1924 il premio ”Giuseppe Colombo” per l’elettrofisica bandito dal Politecnico di Milano. Con il tempo spost`o i suoi interessi sulla biofisica: in particolare collabor`o con patologo generale dell’Universit`a di Milano Pietro Rondoni nella ricerca sulle sostanze cancerogene.

-Vasco Ronchi (Firenze, 19/12/1897-Firenze, 31/10/1988) combatt`e nella prima guer-ra mondiale e fu insignito della medaglia d’oro al valor militare prima di laurearsi nel 1919. Nel 1927 fond`o ad Arcetri l’Istituto Nazionale di Ottica di cui fu presidente fino al 1978. Condusse numerose ricerche di ottica e storia della fisica.

-Mentore Maggini (Empoli (FI) 6/2/1890-Collurania (TE) 8/5/1941) assistente di Alfani all’osservatorio Ximeniano di Firenze 1907, lavor`o all’Osservatorio di Catania 1923.Consegu`ı la libera docenza in astrofisica. Fu direttore dell’Osservatorio astrono-mico di Collurania dal 1926.

-Nello Carrara (Firenze, 19/2/1900-Firenze, 5/6/1993) combatt`e nella prima guerra mondiale. Laureatosi nel 1921 insegn`o all’Accademia Navale di Livorno dal 1924 al 1954 e sporadicamente a Bari e Pisa. Dopo un breve periodo all’Istituto universitario Navale di Napoli si trasfer`ı a Firenze dove termin`o la carriera nel 1975. Le sue ricerche si con-centrarono sulla fisica applicata, in particolare al campo delle microonde (termine da lui coniato) e nello sviluppo del radar.

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35 -Franco Rasetti (Pozzuolo Umbro (PG), 10/8/1901-Waremme (Belgio), 5/12/2001) inizialmente iscritto a ingegneria si laure`o in fisica nel 1922. Dopo un anno al Caltech, in cui fece ricerca sugli spettri Raman, torn`o in Italia e nel 1930 ottenne la cattedra di spettroscopia a Roma. Nel 1939 emigr`o in Canada a seguito delle leggi razziali, presso la Universit´e Laval di Quebec City. Dal 1947 fu alla John Hopkins University a Baltimora. Le sue ricerche spaziarono dalla radioattivit`a indotta ai tempi del gruppo di via Panisper-na ai raggi cosmici nel periodo caPanisper-nadese. Scandalizzato dalla partecipazione dei colleghi ai progetti bellici si dedic`o alle scienze naturali, passione che coltivava da tutta la vita.

-Enrico Fermi (Roma 29/9/1901-Chicago 28/11/1954) gi`a prima della laurea (con-seguita nel 1922) pubblic`o eminenti studi di meccanica quantistica e fu incaricato da Pucciani di tenere seminari a riguardo. Nel 1926 pubblic`o il suo lavoro sulle statistiche di Fermi-Dirac. Collabor`o e mantenne rapporti con i pi`u grandi scienziati del suo tempo. Fu insignito del premio Nobel nel 1938. Emigrato negli Stati Uniti in seguito alle leggi razziali (la moglie era ebrea) realizz`o presso la Columbia University la prima pila atomica ed ebbe un ruolo di primissimo piano in tutta la vicenda che condusse allo sviluppo e all’utilizzo delle prime armi nucleari contro il Giappone. Fu anche un pioniere del calco-lo elettronico. Prima della morte, nel 1954, tenne alcune lezioni in Italia, a Roma e Milano. -Francesco Vecchiacchi (Camporgiano (LU), 9/10/1902-Milano 20/11/1955) Libero docente di Radiocomunicazioni a Pisa Ingegneria 1934-1935 Straordinario di Comunica-zioni elettriche. Dal 1/12/1937 al Politecnico di Milano (Ingegneria) e qui Incaricato di Radiotecnica. Ordinario di Comunicazioni Elettriche a Milano.

-Giuseppe Bolla (Cagliari, 4/12/1901-Milano 28/1/1980) assistente incaricato all’I-stituto di Fisica sperimentale di Pisa (1928-29), aiuto all?Iall’I-stituto di Fisica di Milano (1931-40) dove si dedic`o alla spettroscopia Raman. Lavor`o a Palermo fino al 1942, poi di nuovo a Milano. Fu tra i fondatori e presidente del CISE che contribu`ı allo sviluppo nucleare civile in Italia. Sempre in ambito nucleare fu docente al Politecnico di Milano e fond`o e diresse dal 1951 la rivista ’Energia nucleare’.

-Gilberto Bernardini (Fiesole (FI), 28/8/1906-Fiesole (FI), 4/8/1995) laureatosi nel 1928 fu assistente a Firenze, dove collabor`o con Rossi e Occhialini fino al 1934. Tra il ’34 e il ’37 lavor`o a Berlino con Otto Hahn e Lise Meitner. Torn`o in Italia a Camerino e poi a Bologna interessandosi ai raggi cosmici. Dopo la guerra and`o negli Stati Uniti: alla Columbia University nel 1949, in Illinois e a Chicago tra ’51 e ’56. Contemporaneamente contribu`ı alla fondazione dell’INFN, ente del quale ricopr`ı per primo la carica di presiden-te fino al 1959. Insegn`o a Roma ed infine a Pisa, alla Scuola Normale, fino al 1977, anno del ritiro.

-Cosimo Pistoia (Pisa, 26/8/1901-10/11/1964) conseguita la laurea nel 1927 si occup`o di radiocomunicazioni lavorando sia per la Marina Militare che per l’EIAR.

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con la prima tesi teorica nella storia dell’ateneo. Fu prima a Roma, sotto la direzione Corbino, collaborando con Majorana, poi in Germania, dal 1929, dove incontr`o Planck, Schrodinger e Heisenberg. Torn`o a Pisa per tenere dal 1932 il primo corso di Fisica teorica dell’Universit`a di Pisa. Nel 1936 vinse la cattedra di Fisica teorica e and`o a Milano.

-Nestore Bernardo Cacciapuoti (Toronto (Canada), 15/4/1913-Roma 27/4/1979) do-po la laurea nel 1936 fu assistente di Segr`e a Palermo, vinse poi la cattedra a Trieste. Agli impegni accademici affianc`o una energica attivit`a diplomatica fino a stabilirsi a Pisa per l’insegnamento. Dal 1972 fu direttore del CNR e presidente della Commissione per le relazioni internazionali.

-Giulio Gregoretti (Trieste, 11/4/1915-Trieste, 25/11/1992) Ricercatore all’Istituto Galileo Ferraris dal 1939 (almeno fino al 1947). Professore di Misure elettroniche al Poli-tecnico di Torino. Ordinario dal 1973.

-Paolo Budinich (Lussingrande (Croazia), 28/8/1916-Trieste, 14/11/2013) consegu`ı la laurea nel 1939 ed and`o a insegnare fisica sulla nave scuola Amerigo Vespucci, per l’Ac-cademia Navale di Livorno. Combatt`e nella seconda guerra mondiale e fu prigioniero in Inghilterra prima, negli Stati Uniti poi. Dal 1951 fu in Germania con Heisenberg e in Svizzera con Pauli. Insieme ad Abdus Salam fond`o nel 1964 l’ICTP a Trieste e sempre a Trieste fu tra i fondatori della SISSA nel 1978.

-Antonino Mura (Firenze, 19/3/1916-Casatenuovo (LC), 24/7/1957) Fu assistente al Politecnico di Torino dal 1938 al 1940, poi collabor`o a Milano con Polvani.

-Oreste Piccioni (Siena, 24/10/1915-Rancho Santa Fe, 13/4/2002) si dedic`o con Bruno Rossi alle ricerche sui raggi cosmici e con Pancini e Conversi ide`o un esperimento fonda-mentale per la scoperta del muone. Dopo la guerra and`o in America dove fu attivo nella ricerca della fisica delle alte energie.

-Antonio Borsellino (1915-1992) laureatosi nel 1938 lavor`o a Genova e a Trieste. Fu tra i pionieri della biofisica e della cibernetica in Italia promuovendo la costruzione di laboratori dedicati a Napoli, Pisa e Milano.

-Adriano Gozzini (Firenze, 1917- Pisa 1994) si laure`o nel 1940 e divenne assistente di Puccianti. Si interess`o di spettroscopia e fisica delle microonde e promosse la biofisica e la fisica delle basse energie a Pisa. Dal 1985 fu docente presso la Scuola Normale.

-Guido Tagliaferri (Roma, 1920-2000) laureatosi nel 1941 fu ordinario a Bari fino al 1960 e poi a Milano fino al 1996.

-Mario Verde (Taranto 20/6/1920-Torino 4/7/1983) Dopo essersi laureato nel 1942 pass`o un periodo all’Universit`a di Roma per poi andare a Zurigo ed infine a Torino dove ottenne la cattedra di fisica teorica nel 1950 e fond`o la Scuola di Specializzazione in Fisica

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37 Nucleare ed il Centro di Calcolo Universitario.

-Donato Palumbo (Salaparuta (TP), 16/7/1921-Salaparuta (TP) 9/2/2011) si laure`o nel 1944 ed inizi`o la carriera accademica all’Universit`a di Palermo, come assistente prima e docente in seguito. Dal 1958 fu posto a direzione del programma dell’ EURATOM per la fusione nucleare.

-Lionello Michelassi (Pisa,???-???) laureatosi nel 1945 fu assistente di Chimica-Fisica presso il dipartimento di Chimica dell’Universit`a di Pisa

-Arriguccio Battaglia (Pisa, 6/4/1922-Pisa, 27/3/1987) fu ordinario a Pisa dal 1973. -Gerardo Alzetta (Montereale (AQ), 3/5/1923-vivente) docente di Spettroscopia a Pi-sa fino al 1993.

-Oriano Salvetti (Camaiore (LU), 15/8/1924-Pisa, 20/10/2007) si occup`o di chimica teorica e chimica fisica ricoprendone le cattedre a Pisa dal 1962 al 1999

-Carlo Castagnoli (Mantova, 6/10/1924-Torino, 5/5/2005) ordinario a Parma nel 1969 e poi a Torino dal 1961 al 1995. Fu tra i pionieri della fisica delle astroparticelle e dei neutrini.

-Alfonso Merlini (Montecatini Terme, 2/3/1926-26/12/2014) dopo aver lavorato al-l’Universit`a dell’Illinois (dottorato), a Parigi (con Andr´e Guinier) e, successivamente, a Berkeley diventa direttore della Physics Division all’EURATOM di Ispra fino al 1991.

-Marcello Cresti (Grosseto, 26/4/1928-???) laureatosi nel 1950 si occupa di fisica del-le alte energie. Nella seconda met`a degli anni ’50 `e prima a Gottinga, poi a Berkeley. Tornato in Italia contribuisce in modo fondamentale alla ricerca sulle camere a bolle. Dal 1965 `e professore a Pavia. Dagli anni ’70 collabora stabilmente con il CERN. Negli anni ’80 `e preside di facolt`a e poi rettore a Pavia.

-Renato Angelo Ricci (Pontremoli, 1927-???) si laurea nel 1950 e si perfeziona all’Ecole Politechnique di Parigi. E’ stato docente e ricercatore di fisica nucleare in Italia a Pisa, Torino, Napoli, Firenze e Padova. Ha ricoperto i ruoli di vice presidente dell’INFN, presidente delle societ`a italiana ed europea di fisica ed `e stato membro dell’ENEA.

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Capitolo 10

Opera scientifica

Lo studio del lavoro scientifico di Luigi Puccianti passa obbligatoriamente per l’analisi dell’aspetto tecnico degli esperimenti e degli strumenti che ha spesso progettato e rea-lizzato autonomamente. L’essere poco incline ad un procedere sistematico e ripetitivo ha sicuramente limitato in alcune occasioni lo sviluppo possibile delle ricerche intraprese permettendogli tuttavia di cimentarsi in esperimenti relativi a vari campi: dalla spettro-scopia alla calorimetria all’elettrologia. Nel seguito propongo l’approfondimento di quelli che ho trovato essere i suoi lavori pi`u rappresentativi o dai quali ho creduto trasparisse maggiormente la sua abilit`a sperimentale.

Per le prime esperienze che mi avvio a descrivere ho deciso di seguire il percorso tracciato da Polvani nella rievocazione su Puccianti tenuta nel 1954[16]. In pochi anni infatti il cammino sperimentale di Puccianti passa dall’osservazione e catalogazione degli spettri, allo studio dell’interazione tra spettri e materia fino alla ricerca del meccanismo di emis-sione. Per dirla con le parole di Polvani ”tre gradini successivi di una medesima scala” i quali, oltre a permetterci di vedere pi`u da vicino una stagione particolarmente prolifica dell’opera di Puccianti (apparecchi sperimentali innovativi e idee originali) ci consegnano un prospetto della ricerca dell’epoca, che preparava il terreno per le venture rivoluzio-ni. A questo periodo appartiene anche una estesa memoria sulla spettroscopia celeste, in parte tratta dalla discussione di libera docenza, che costituisce una fonte veramente ricca riguardo al panorama internazionale della disciplina. A livello italiano Puccianti rappre-sent`o, pi`u di Garbasso, l’anello di congiunzione tra le ricerche spettroscopiche in ambito astronomico e lo studio della composizione intima della materia. Ispirandosi alla scuola di George Hale, dell’Osservatorio del Monte Wilson, propose un rinnovamento nelle tecniche e nelle apparecchiature sperimentali in contrasto alla tendenza della spettroscopia italia-na del tempo che si limitava spesso alla catalogazione sistematica degli spettri osservati, posizione della quale era esponente Ricc`o[6].

10.1

Spettri di assorbimento di liquidi nell’ultrarosso

In questo articolo[17], comparso sul Nuovo Cimento e sul Physicalische Zeitschrift nel 1900, Puccianti descrive in dettaglio l’apparecchio spettroscopico utilizzato gi`a per la sua tesi di

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laurea e le esperienze effettuate con esso circa gli spettri di assorbimento di vari composti del carbonio. La strumentazione presenta diverse soluzioni tecniche all’avanguardia per il tempo e consente allo sperimentatore di osservare alcune nuove coincidenze nei picchi dei vari spettri per via della maggiore risoluzione raggiunta. In particolare giunge a distinguere i gruppi O-H e C-H ed avanza alcune ipotesi circa la responsabilit`a della geometria dei legami chimici e dei gruppi nella reazione alla radiazione.

10.1.1

Disposizione generale

I raggi sono generati dalla lampada in L ed il sistema di specchi S1-S2 li concentra sulla fenditura dello spettrometro F1. I raggi che escono dalla fenditura F2 sono distibuiti in uno spettro molto stretto e passano attraverso il vaso di assorbimento per essere poi concentrati su una delle alette del radiometro dalla lente l. Il contenitore dello spettro-metro `e opportunamente annerito all’interno con nerofumo ed il vasetto d’assorbimento pu`o scorrere su una guida. I diaframmi d d servono affinch`e la larghezza del fascio non sia influenzata dalla presenza o meno del vasetto di assorbimento. In AbsspO si trovano gli strumenti per la lettura a riflessione. Il galvanometro W misura la corrente che arri-va alla lampada L ed `e regolabile con il reostato r, si pu`o aprire il circuito restando al cannocchiale agendo sul’interruttore I.

Figura 10.1: Schema dell’esperimento. A sinista, fuori dal rettangolo si vede il sistema di lettura del meccanismo di torsione. In alto a destra il reostato.

Circa la lampada L questa era una lampada per 90 e 100 V da 20 cd alimentata con la corrente di linea a 110V.

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10.1. SPETTRI DI ASSORBIMENTO DI LIQUIDI NELL’ULTRAROSSO 41

10.1.2

Spettrometro

Lo spettrometro `e costituito dai due specchi concavi S1 S3 di distanza focale 40 cm e dallo specchio piano S2 lavorati finemente e argentati dalla parte anteriore. Il prisma in quarzo P `e posto con la bisettrice dell’angolo rifrangente perpendicolare all’asse ottico, cos`ı da avere rifrazione semplice secondo la direzione di deviazione minima. I raggi dunque entrano in F1, sono resi paralleli in S1, scomposti in P e riflessi verso S3. Nel piano focale di S3 si forma lo spettro puro e muovendo F2 se ne seleziona la componente monocromatica. S2 e P sono posizionati su di una piattaforma girevole con circolo graduato a lettura 20”.

Figura 10.2: Disegno dello spettrometro.

10.1.3

Messa a punto dello spettrometro

Prima di posizionare S2 si illumina la fenditura F1 con la luce del sodio e regolando la posizione del prisma con le viti di registro si cerca la deviazione minima per la riga caratteristica. Con il riferimento della stessa riga si pongono sulla piattaforma S2, S3, e la fenditura F2. Ruotando la piattaforma contenente S2 e P di un angolo ∆ si dirige su F2 non pi`u la riga del sodio ma un’altra sempre in condizione di deviazione minima che sar`a per la nuova riga

δ = δ0− 2∆ (10.1)

dove δ0 `e la deviazione minima del sodio. Si potr`a quindi calcolare l’indice di rifrazione

n = sen

α+δ 2

senα2 (10.2)

dove α `e l’angolo rifrangente.

10.1.4

Vasetto di assorbimento

Il vasetto `e composto da una lastrina di vetro dello spessore di 1,40 mm con una apertura circolare al centro che viene stretta tra altre due lastrine (ll) per confinare il liquido da esaminare (s). Il corpo in vetro `e serrato tra le armature in legno di bossolo e lo spazio MM `

e riempito di mercurio. In l’l’ sono poste altre due lastrine vuote di modo che si possano scambiare quelle piene e quelle vuote con uno scorrimento che non turbi l’equilibrio del sistema chiuso.

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