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Rawls2_LiberalismoPolitico

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Academic year: 2021

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(1)

Rawls (2)

(2)

Dalla Teoria della giustizia al Liberalismo politico

Revisioni:

- il principio di libertà

- il concetto di beni primari

- il ridimensionamento dell’importanza del principio di differenza

- il ridimensionamento deduttivo della posizione originaria

- la fuoriuscita della teoria dal dominio della scelta razionale

- il maggior ricorso alla tradizione istituzionale e alla storia delle

liberal-democrazia

(3)

Il problema di Liberalismo politico

Il problema fondamentale in Political Liberalism è il seguente: Quale è la

forma di stabilità morale per una società ben-ordinata alla luce del

pluralismo? Occorre trovare un argomento che renda compatibili le

differenti dottrine comprensive dei singoli con i principi fondamentali di

giustizia.

“Come è possibile che permanga continuativamente nel tempo una

società giusta e stabile di cittadini liberi e uguali che restano

profondamente divisi da dottrine religiose, filosofiche e morali

ragionevoli?”

(4)

La concezione politica ‘freestanding’

Rawls sostiene che esiste una concezione politica autonoma, come distinta da

una dottrina comprensiva. Ma come è possibile che le persone la accettino alla

luce delle proprie visioni comprensive?

La concezione politica è composta di tre elementi caratteristici:

(i) il presupposto che si tratta di una concezione morale, “ma una concezione

morale elaborata per uno specifico tipo di soggetto”, cioè la basic structure di una

società democratica;

(ii) il suo essere presentata appunto come una freestanding view

(iii) il fatto che “is expressed in terms of certain fundamental ideas seen as implicit

in the public political culture of a democratic society”.

(5)

Reciprocità, società bene-ordinata e la persona

La prima idea fondamentale implicita nella concezione politica è quella di società

come equo sistema di cooperazione. Tale cooperazione dura nel tempo da una

generazione a un’altra, ed è considerata implicita nella cultura pubblica

democratica. La cooperazione presuppone “fair terms”: “questi sono i termini che

ciascun partecipante può ragionevolmente accettare supponendo che ogni altro lo

faccia”.

La concezione politica della persona: Persone libere hanno (1) il senso della

giustizia e (2) “si auto-concepiscono come titolari del potere morale di avere una

concezione del bene”; si vedono come self-authenticating sources of valid claims”.

(6)

La centralità del ragionevole

Persone ragionevoli sono disposte a regolare la propria condotta in base

a principi che tengono conto anche degli altri. Le persone ragionevoli

rendono possibile la cooperazione in termini equi.

Persone solo razionali manca invece la sensibilità che consente di

entrare in una cooperazione equa. Il ragionevole e il razionale sono

distinti ma complementari.

L’idea di ragionevole è un presupposto della tolleranza liberale, che

(7)

Perché il pluralismo è perdurante?

Il disaccordo ragionevole in etica e in politica è perdurante, diversamente da quanto avviene nel campo di ricerca scientifica. Ecco perché:

(a) le prove sono difficilmente reperibili;

(b) anche quando si è d’accordo sulle considerazioni rilevanti, si può essere in disaccordo sul peso da attribuire a ciascuno di esse;

(c) i nostri concetti in questo ambito sono spesse vaghi;

(d) il modo in cui ragioniamo moralmente e politicamente dipende in maniera notevole dall’esperienza che ognuno di noi ha fatto;

(e) spesso i casi sono controversi perché considerazioni normative di peso simile gravano da entrambi i lati;

(f) in uno spazio sociale limitato, talvolta risulta impossibile dare priorità a differenti valori.

(8)

Dottrine comprensive ragionevoli

Persone ragionevoli facciano proprie soltanto ‘dottrine comprensive ragionevoli’.

Queste ultime hanno tre caratteristiche:

(1) coprono gli aspetti fondamentali di tipo religioso, filosofico e morale della vita

umana in maniera complessivamente coerente;

(2) ciascuna si distingue dalle altre per la scelta di alcuni valori come fondamentali

e prioritari;

(3) appartengono normalmente a tradizioni di pensiero più o meno univoche.

Persone ragionevoli accettano questo pluralismo di dottrine comprensive

ragionevoli e sono favorevoli alla libertà di pensiero e di coscienza. La

ragionevolezza non è una virtù epsitemica, ma etico-politica.

(9)

La struttura dell’argomento

(1) In un regime liberal-democratico convivono diverse dottrine comprensive ragionevoli;

(2) i cittadini non possono essere chiesti di abiurare alle loro dottrine comprensive in nome di un’altra dottrine comprensiva;

(3) si richiede, per evitare (2), un principio di legittimazione liberale che può essere potenzialmente ottenuto da parte di tutti i cittadini ragionevoli;

(4) dato (2) e (3) non esiste una legittimazione liberale che fa leva su di una sola dottrina;

(5) ma la concezione politica è in grado di ottenere l’accordo di tutte le dottrine comprensive ragionevoli;

(6) proprio per questo, l’accordo sulla concezione politica consente di non violare il principio di legittimazione liberale.

(10)

Problemi della ragionevolezza

Il problema è che la concezione politica pretende di essere indipendente da ogni dottrina comprensiva ragionevole. Da un lato, la concezione politica potrebbe non essere indipendente. Dall’altro, potrebbe essere soltanto il frutto di un compromesso. Comunque le esclusioni che comporta la ragionevolezza è molto limitata e non

riguarda la “background culture”. L’esclusione riguarda nella sostanza pochi e generalissimi aspetti della vita pubblica.

Verità/ragionevolezza: mentre la verità riguarda l’ambito della conoscenza in generale, Rawls discute nella concezione politica solo alcuni valori che riguardano la basic

structure. Rawls usa i “methods of avoidance”, perché la disputa filosofica sulla verità è

troppo “intrattabile” per inserirla in un argomento teorico-politico.

(11)

Costruttivismo politico

Secondo il costruttivismo politico, i principi che regolano una società bene-ordinata non descrivono una verità ma dipendono da una procedura di costruzione. Quest’ultima non è basata sulla ragione teoretica ma sulla ragione pratica.

Si parte dalla concezioni modello di persona e società e si applica l’idea di

ragionevole. Il costruttivismo politico non costituisce una dottrina comprensiva, non condivide un’idea costitutiva di autonomia e non assume concezioni di persona e società che derivano dall’idealismo trascedentale.

Invece il costruttivismo politico cerca di fornire i modi in cui i cittadini giustificano

reciprocamente le proprie pretese in materia di giustizia fondamentale. In questo modo si raggiunge l'oggettività.

(12)

Consenso per intersezione

L’idea del consenso per intersezione riconcilia pluralismo e stabilità. Questo

consenso su una concezione politica viene “a partire dalla propria visione

comprensiva”, sfruttando di questa “le motivazioni religiose, filosofiche e morali

che essa fornisce”.

Ogni cittadino, musulmano o cattolico, laica o buddhista, dovrebbe accettare il

liberalismo politico trovando le ragioni dall’interno della propria dottrina. Il

consenso che ne risulta è di natura morale, non prudenziale (‘modus vivendi’).

Non dipende dall’equilibrio di poteri del momento.

L’idea di fondo consiste nello scindere in due parti la moralità degli individui: la

moralità delle persone nella sua integrità e la più ristretta moralità istituzionale.

(13)

Un doppio criterio?

Ci sono disaccordi che riguardano principalmente le concezioni del bene e disaccordi che riguardano essenzialmente le concezioni della giustizia. Ci sono due ipotesi

principali: (1) C’è una continuità profonda tra i disaccordi sul bene e i disaccordi sulla giustizia. (2) C’è una discontinuità tra il bene e la giustizia (posizione di Rawls).

Due tipi di liberalismo: (1) Il liberalismo è una dottrina comprensiva (giustificazione). (2) Ci sono istituzioni e pratiche della liberal-democrazia ai quali nessuna persona

“ragionevole” se la sentirebbe di rinunciare (leggitimazione).

Tesi: Lo overlapping consensus può esistere in quanto mette insieme queste due visioni del liberalismo, quella basata sulla giustificazione e quella basata sulla legittimazione.

(14)

Ragione pubblica

IL concetto di ragione pubblica non riguarda un oggetto definito, ma piuttosto i

limiti del dibattito pubblico. La ragione è pubblica in tre modi:

(1) in quanto ragione dei cittadini;

(2) il suo oggetto è il bene del pubblico quando sono implicati elementi essenziali

della costituzione e questioni di giustizia fondamentale;

(3) la sua natura e il suo contenuto in quanto dati dalla concezione politica.

La ragione pubblica si applica solo ai constitutional essentials e questioni

fondamentali di giustizia. Non si applica alla background culture. La ragione

pubblica si rivolge principalmente a pubblici ufficiali.

(15)

La ragione pubblica: un meccanismo costituzionale

Rawls distingue cinque principi generali del costituzionalismo: (1) differenza tra potere ordinario politico e potere costituente; (2) differenza tra legge ordinaria e costituzionale;

(3) concezione della costituzione come espressione di un ideale politico democratico che si articola nella ragione pubblica;

(4) la natura tendenzialmente permanente dei constitutional essentials;

(5) i potere politico ultimo non può essere lasciato al legislativo ma appartiene al livello costituzionale.

Paradosso della ragione pubblica: Non è chiaro come si debba regolare il cittadino quando i doveri collegati alla ragione pubblica confliggono con quelli delle dottrine comprensive d’origine.

(16)

Ragione pubblica e religione

(1) La ragione pubblica è più inclusiva della ragione secolare.

(2) Il liberalismo politico non è concepito in opposizione alla religione come invece lo è il liberalismo più tradizionale.

Obbiezioni:

(1) Oversimplification: la politica ha una dimensione sociale

(2) Proviso: crea un’asimmetria tra lay people e religious people. (3) Teologia politica

Rawls ha una visione inclusiva, non esclusiva: «Le dottrine comprensive ragionevoli, religiose o non religiose che siano, possono esser introdotte nella discussione politica

pubblica in ogni occasione, provvisto che al momento opportuno appropriate ragioni politiche – e quindi non solo ragioni fornite da dottrine comprensive – siano presentate e siano

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