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Turismo e persone disabili. Analisi delle criticità e strategie per il turismo accessibile in Italia.

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Academic year: 2021

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(1)

Corso di Laurea

magistrale

in Lavoro,

Cittadinanza

sociale,

Interculturalità

ordinamento ex D.M. 270/04

Tesi di Laurea

Turismo e

persone

disabili

Analisi delle criticità e

strategie per il turismo

accessibile in Italia

Relatore

Ch. Prof. Fiorino Tessaro Correlatore

Ch. Prof.ssa Barbara Da Roit

Laureando Dario Pirozzi Matricola 860973 Anno Accademico 2017 / 2018

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1

Capitolo 1. La domanda di turismo accessibile in Italia ... 3

Paragrafo 1. I Primi tentativi di quantificazione del fenomeno ... 3

1.1. La ricerca Touche Ross del 1993 e l’indagine Iter del 1999 ... 3

1.2. Caratteristiche generali della domanda di turismo ... 4

1.3. Caratteristiche della domanda esplicita di turismo accessibile ... 5

1.4. Caratteristiche della domanda di turismo degli anziani ... 8

1.5. Caratteristiche della domanda potenziale di turismo accessibile ... 8

1.6. Caratteristiche della domanda reale di turismo accessibile ... 10

Paragrafo 2. Gli studi più recenti... 13

2.1. L’indagine Istat del 2012 “Inclusione sociale delle persone con limitazioni dell’autonomia personale” ... 13

2.1.1. Persone anziane ... 18

2.1.2. Persone con limitazioni temporanee ... 19

2.2. La ricerca ISFOL del 2008 “Studio sulla domanda/offerta del turismo accessibile” ... 20

Paragrafo 3. Il profilo del viaggiatore con esigenze speciali: due ricerche a confronto ... 25

Capitolo 2. Turismo e persone disabili. Esigenze specifiche, ostacoli e possibili soluzioni ... 28

Paragrafo 1. Principali criticità del turismo accessibile. Barriere architettoniche e non solo ... 28

1.1. Definizione e tipologie di disabilità ... 28

1.2. Gli ostacoli alla piena partecipazione delle persone con disabilità alle attività turistiche, culturali e del tempo libero ... 30

1.2.1. Gli ostacoli ad una comunicazione efficace ... 31

1.2.2. Gli ostacoli ad una corretta informazione ... 32

1.2.3. Le barriere culturali. Stereotipi e pregiudizi ... 34

1.2.4. Pregiudizi reciproci ... 38

Paragrafo 2. Possibili soluzioni. Suggerimenti per migliorare l’offerta... 40

2.1. L’accessibilità delle informazioni ... 41

2.2. L’accessibilità fisica ... 44

2.2.1 I trasporti ... 44

2.2.2. Le strutture ricettive e i luoghi di interesse ... 49

2.3. Accoglienza e ospitalità. Tecniche di comunicazione e relazione con clienti disabili ... 50

Paragrafo 3. Percorsi formativi ... 58

3.1. Operatori turistici ... 58

3.2. Progettisti e tecnici di controllo ... 60

Paragrafo 4. Conclusioni ... 63

4.1. La partecipazione come strumento di analisi dei bisogni e progettazione ... 63

4.2. Il Capability Approach e le implicazioni nel campo del turismo accessibile ... 64

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2

Capitolo 3. Prodotti e servizi per il turismo accessibile. Le best practices italiane ... 68

3.1. Prodotti e servizi per un’informazione accessibile, comprensibile, affidabile ... 69

Diversamenteagibile: la persona con disabilità diventa protagonista ... 69

Village For All: per un’offerta specializzata e personalizzata ... 71

Veasyt: tecnologie a supporto del turismo accessibile ... 72

Bed&Care: consulenza esperta per l’accessibilità delle informazioni ... 74

Analisi comparata per l’accessibilità delle informazioni ... 74

3.2. Prodotti e servizi per un’accoglienza di qualità, una comunicazione efficace e una corretta relazione ... 75

Bed&Care: consulenza esperta per l’accoglienza dei turisti con autismo ... 76

Autism Friendly Beach: professionisti specializzati a supporto delle famiglie di persone autistiche ... 77

Bed&Care s.r.l.: l’assistenza medico-sanitaria e il care giving ... 78

Analisi comparata dei servizi per una corretta accoglienza ... 79

3.3 Prodotti e servizi per l’accessibilità fisica e la mobilità ... 79

Bed&Care s.r.l.: gli ausili alla mobilità e i veicoli per il trasporto ... 80

I parchi abruzzesi. Progetto D.O.Q. 1000: turisti disabili a contatto con la natura ... 80

Alto Adige per Tutti: la promozione del territorio e il sistema dei trasporti e delle infrastrutture ... 82

Analisi comparata dei servizi per l’accessibilità fisica e la mobilità ... 83

3.4. Altre tipologie di esigenze specifiche ... 84

Allergy Free Hotels: le strutture ricettive e le esigenze dei turisti con allergie ... 84

Progetto special guest Alpitour. Il network AFC: la ristorazione e le esigenze legate alle intolleranze alimentari ... 85

3.5 Programmi di formazione sul turismo accessibile ... 85

Progetto Operatori Museali e Disabilità ... 86

Progetto Yeah ... 89

3.6. Progetti per la creazione di un network di servizi dedicati al turismo per tutti ... 90

Turismabile e la Catena dell’Accessibilità ... 90

Conclusioni ... 92

Bibliografia ... 96

(4)

3

Capitolo 1. La domanda di turismo accessibile in Italia

Paragrafo 1. I Primi tentativi di quantificazione del fenomeno

1.1. La ricerca Touche Ross del 1993 e l’indagine Iter del 1999

Dal punto di vista storico, il primo tentativo di quantificazione del fenomeno del turismo per tutti in Europa è rappresentato dalla ricerca della Touche Ross “Profiting from opportunitities – A new market for tourism” del 1993. La ricerca individuava una popolazione europea ufficialmente dichiarata disabile pari all’11% della popolazione globale, a cui andava aggiunto un 3-4% di cittadini che per diversi motivi sfuggivano alle rilevazioni ufficiali, giungendo così ad un 14% circa della popolazione totale, corrispondente a circa 50 milioni di persone con disabilità (Laura, Pietrangeli, 2003).

Dalla ricerca Touche Ross emerge che il 72% della popolazione disabile, ovvero un numero che si aggira intorno ai 36 milioni di persone, si dichiarava propensa a viaggiare, ma solo 6 milioni di queste persone viaggiava realmente. Il dato interessante, ai fini della promozione delle varie iniziative promosse in quegli anni in materia di turismo per tutti, era dunque che circa 30 milioni di persone disabili in Europa erano interessate a viaggiare, ma per diverse ragioni risultavano escluse dai circuiti ufficiali del turismo. La ricerca mette inoltre in evidenza come le esigenze espresse da questi potenziali turisti siano sostanzialmente le stesse degli altri clienti, la differenza sta nelle diverse condizioni per soddisfarle. La difficoltà a trovare risposta alle proprie richieste specifiche finisce non solo per limitare le possibilità di accesso a gran parte delle proposte turistiche, ma anche per scoraggiare l’espressione di quelle stesse richieste.

Nel 1999 la società Iter, su commissione dell’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), realizza la ricerca dal titolo “Studio sulla domanda di turismo accessibile”, condotta nell’ambito del progetto STARe (Servizi Turistici per l’Accessibilità e la Residenza confortevole). La ricerca nasce con l’obiettivo di colmare le lacune nel campo, ancora poco esplorato, della domanda di turismo accessibile, e viene realizzata attraverso interviste telefoniche sottoposte ad un campione di famiglie italiane composto da circa 9000 unità. Si tratta della prima quantificazione ufficiale della domanda di turismo accessibile espressa e della domanda di turismo accessibile degli italiani.

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4

Dallo studio emerge come in Italia circa 900.000 persone già viaggiassero manifestando una richiesta esplicita di specifiche caratteristiche dell’offerta (circa il 25% della domanda di turismo accessibile). Due milioni e centomila sono le persone anziane che, pur non considerandosi persone con disabilità, dal punto di vista del turismo spesso presentano bisogni simili. Infine circa 500.000 sono persone che non viaggiano, ma lo farebbero volentieri se fossero rispettate certe condizioni.

Da questa ricerca è stato inoltre possibile, attraverso la somministrazione di questionari composti in maniera articolata, ricavare informazioni riguardo alle principali caratteristiche della domanda di turismo degli italiani (di quelli cioè che non manifestano alcun bisogno particolare e che hanno effettuato almeno un viaggio con un pernottamento fuori casa nell’ultimo anno), della domanda esplicita e di quella potenziale di turisti con esigenze specifiche.

1.2. Caratteristiche generali della domanda di turismo

Il 54% della popolazione dichiara di aver effettuato almeno un viaggio con pernottamento fuori casa nell’ultimo anno. Di questi:

- Il 53% sono uomini e il 47% donne.

- Il 17% ha meno di 15 anni, il 18% ha tra i 15 e i 24 anni, il 37% tra i 25 e i 44, il 20% tra i 45 e i 64, l’8% ha più di 64 anni.

25%

61% 14%

Grafico 1- Domanda complessiva di turismo

accessibile in Italia

persone con esigenze speciali anziani (>64 anni)

(6)

5

Quanto alle caratteristiche del viaggio effettuato si può notare che:

- Si sono mossi verso mete nazionali circa il 72% dei turisti italiani, contro un 28% che ha scelto l’estero.

- Le principali destinazioni italiane sono state nell’ordine: Emilia Romagna (9,8%), Toscana (9%), Lazio (8,3), Lombardia (7,5%), Sicilia (7,1%).

- La concentrazione stagionale dei viaggi (escludendo il mese di agosto) va soprattutto dal mese di aprile a quello di luglio, per un 50% circa degli ultimi spostamenti registrati.

- Lo scopo del viaggio è per quasi il 52% legato allo svago e al divertimento, per il 13% quello di far visita a parenti o amici, per il 12% di intraprendere un tour in città d’arte.

- I mezzi di trasporto più utilizzati sono stati l’automobile (50%) e l’aereo (20%).

- L’alloggio più utilizzato è stato l’albergo di seconda o terza categoria (31%) o un’abitazione propria, di parenti o amici, in fitto (27%).

- Più della metà dei turisti italiani non fa più di un viaggio all’anno, un 24% si è spostato due volte per turismo nel corso dell’ultimo anno e un 10% l’ha fatto tre volte.

- L’organizzazione del viaggio è stata in larga maggioranza completamente autonoma (più del 70%).

1.3. Caratteristiche della domanda esplicita di turismo accessibile

Questo specifico segmento di domanda turistica è stato analizzato dallo studio di Iter, prendendo in considerazione quelle fasce di popolazione che dichiaravano esplicitamente di avere esigenze speciali da soddisfare nel momento in cui decidono di intraprendere un viaggio. Si è scelto quindi di privilegiare la percezione soggettiva di un bisogno o di una difficoltà connessi al turismo. In questo contesto quindi può accadere che, per alcuni soggetti queste difficoltà vengano percepite come tali soltanto nella pratica del viaggiare, così come per altri la “disabilità” non venga percepita come un’esigenza specifica.

Per quanto riguarda i tratti distintivi del viaggiatore con esigenze specifiche, la ricerca ha rilevato che:

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- La proporzione tra i sessi in questo caso risulta invertita rispetto a quella del profilo generale del turista italiano: le donne sono infatti il 54% e gli uomini il 46%.

- Allo stesso modo, rispetto alla domanda turistica complessiva gli anziani risultano decisamente più numerosi (il 23% contro l’8% circa).

- I turisti italiani con esigenze speciali viaggiano soprattutto all’interno del nostro Paese (quasi l’82%), e in particolare mostrano una preferenza più marcata per il Trentino, la Liguria e la Lombardia. Le regioni meridionali risultano invece essere molto meno attrattive.

- Questa tipologia di turisti mostra una maggior disponibilità a muoversi più volte a fini turistici durante l’anno (4 viaggi annuali contro i 3 dell’intera domanda) e a fare soggiorni di maggiore durata (13 giorni contro 11), il che dimostra una discreta propensione e un significativo interesse al consumo turistico.

- Risulta sempre consistente la percentuale di quanti viaggiano per svago e divertimento (37%), ma risulta elevata anche la domanda accessibile generata da motivi di cura, benessere e termalismo (16%). Piuttosto consistente risulta anche la quota relativa a viaggi di studio o di affari (oltre il 10%).

- Il mezzo di trasporto più utilizzato resta l’automobile per quasi il 55% dei turisti con esigenze speciali, il 14% utilizza il treno e il 18% l’aereo. Rispetto al profilo turistico generale, questa tipologia di turisti risulta meno disposta a viaggiare con l’aereo e più disponibile a servirsi delle ferrovie.

- L’organizzazione del viaggio è fatta in larga misura in modo autonomo (quasi il 79% dei casi, più di quanto non si verifichi per la domanda complessiva di turismo).

- Le preferenze per le diverse tipologie di alloggio sembrano del tutto simili a quelle espresse della domanda turistica più generale, anche se risulta più consistente il pernottamento presso case proprie o di parenti e amici (31% contro il 27%).

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7

Quanto alle esigenze e alle difficoltà incontrate da questa specifica tipologia di turisti, emergono in ordine di importanza quelle relative ad una dieta particolare (42,7%), ad ambienti anallergici o ipoallergici (37,4%), alla necessità di visite e cure mediche (29,1%). Seguono, ma a notevole distanza, le esigenze di tipo motorio, quelle relative a disturbi sensoriali e quelle legate a problemi di orientamento e comunicazione.

Tra le diverse difficoltà dichiarate dai turisti della domanda accessibile prevalgono quelle riferite alla reperibilità di strutture e di personale sanitario e alla reperibilità di vitto dietetico; seguono l’accessibilità ai mezzi di trasporto e quella ai servizi.

23%

24% 19%

12% 22%

Grafico 2- Domanda esplicita secondo l'età

>64 45-64 25-44 15-24 <15 42,7% 37,4% 29,1% 8,3% 3,3% 0,8% 0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00%

Grafico 3- La domanda esplicita: esigenze

dichiarate

dieta speciale

ambienti ana/ipoallergici visite e cure mediche motorie

disturbi sensoriali

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8

1.4. Caratteristiche della domanda di turismo degli anziani

Questo segmento è stato individuato dalla ricerca in quei viaggiatori che, pur avendo più di 64 anni, hanno dichiarato di non avere esigenze specifiche e di non incontrare difficoltà nello svolgimento di attività turistiche. Si tratta di un campione piuttosto numeroso poiché è composto da 2 milioni e 140 mila persone.

Gli aspetti caratteristici del profilo del turista italiano anziano sono: - Un’equa distribuzione tra uomini e donne (50% ciascuno).

- Una minore propensione verso le destinazioni internazionali rispetto alla domanda complessiva (25,5% contro il 29%).

- Una minore frequenza nei viaggi rispetto ai turisti con esigenze specifiche, ma per periodi più lunghi (in media 16 giorni contro 13).

- Una maggiore predilezione per viaggi a scopo di svago e divertimento (38%) e per visite a parenti o amici (28%).

- Una netta preferenza per il treno e soprattutto gli autobus e i pullman come mezzi di trasporto. Il dato è ovviamente collegato all’età: i viaggiatori “over 64” utilizzano l’automobile con molta minore frequenza rispetto alle altre tipologie di turisti.

- Un maggiore ricorso al soggiorno in case di proprietà o di amici e parenti, che vengono preferite ad alberghi e pensioni.

- Una maggiore frequenza nell’avvalersi di organizzazioni esterne per la pianificazione dei propri viaggi. Il dato è da ricollegare anche all’elevato interesse da parte dei viaggiatori anziani per il turismo religioso le cui attività sono spesso organizzate da associazioni o enti religiosi.

1.5. Caratteristiche della domanda potenziale di turismo accessibile

L’ultimo segmento analizzato dalla ricerca riguarda quella parte di popolazione che almeno nell’ultimo anno non si è spostata a fini turistici a causa di problemi di salute permanenti, ma che sarebbe interessata a viaggiare se fossero soddisfate alcune particolari esigenze. Questo segmento rappresenta la domanda inespressa o potenziale di turismo accessibile.

Il profilo medio degli italiani che rientrano in questa categoria presenta le seguenti caratteristiche principali:

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- Le donne prevalgono nettamente sugli uomini (59%).

- Nel 72% dei casi si tratta di persone con più di 64 anni d’età.

- Il 61% degli interessati è affetto da gravi condizioni di salute mentre il restante 39% accusa generiche difficoltà a spostarsi o a viaggiare.

Ulteriori elementi riguardano poi la disponibilità della domanda potenziale a trasformarsi in domanda accessibile effettiva e, dunque, le condizioni che gli intervistati ritengono necessarie per rendere possibile una loro eventuale attività turistica:

- Oltre il 62% individua nella necessità di avere un accompagnamento il requisito minimo per fare turismo.

- Circa il 25% richiede disponibilità di assistenza medica.

- Un 6,5% esprime il bisogno di vedere superate le barriere architettoniche nelle strutture e nei servizi.

- Le destinazioni italiane si configurano come le mete più ambite, anche se questi potenziali turisti dichiarano in gran parte di non riuscire ad esprimere una preferenza sulla destinazione (43%), probabilmente a causa della difficoltà ad immaginare come realizzabile quella che al momento resta solo un’ipotesi remota.

- Le preferenze sugli itinerari si rivolgono specialmente alle località marine (34%) e a quelle montane e collinari (28%), mentre destano meno interesse le città d’arte (15%).

62,10%

24,90%

6,50% 3,80% 2,70%

Grafico 4- Domanda potenziale: condizioni per

viaggiare

(11)

10

1.6. Caratteristiche della domanda reale di turismo accessibile

I risultati provenienti dalla ricerca Iter possono essere confrontati con quelli ottenuti, negli anni che vanno dal 1999 al 2002, dai principali servizi di informazione turistica per le persone con disabilità operanti in Italia in quegli anni (ovvero il servizio SuperAbile dell’INAIL, il Numero Verde Vacanze Serene del Ministero del Welfare e della Regione Lazio, lo Sportello Vacanze Disabili della Regione Lombardia), al fine di fornire un quadro il più possibile completo e attendibile delle caratteristiche del viaggiatore con esigenze speciali. La definizione di un profilo standard di questo tipo di viaggiatore risulta effettivamente contraddittoria rispetto alla filosofia del “turismo per tutti”, fondata sulla personalizzazione della domanda e dell’offerta, ma risulta comunque utile al fine di conoscere le esigenze più ricorrenti espresse da chi intende organizzare un viaggio o una vacanza dovendo controllare il verificarsi di certe condizioni legate all’accoglienza (Laura, Pietrangeli, 2003).

Nel periodo di osservazione sono pervenute agli sportelli complessivamente 7000 richieste di informazioni su tematiche variamente legate al tempo libero e al turismo. La netta maggioranza delle richieste riguarda la tipologia generale del turismo che include argomenti quali operatori turistici, servizi informativi, servizi turistici, strutture ricettive, strutture turistiche, trasporti, vacanze all’estero, vacanze con assistenza, vacanze per gruppi. In tutti i servizi la percentuale di richieste che rientra in questa tipologia supera l’80%, per il call center SuperAbile si raggiunge l’87%.

87% 3%

10%

Grafico 5- SuperAbile, tipologia richieste

turismo tempo libero sport

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11

In relazione alle richieste specifiche sul turismo si osserva che il tema principale è quello dell’accessibilità delle strutture ricettive. Il 77% delle richieste pervenute a Vacanze Serene riguarda proprio questa tipologia di strutture, anche se per quanto riguarda lo Sportello Vacanze Disabili e SuperAbile le percentuali si abbassano decisamente.

Il dato relativo alle richieste di informazioni in merito ai trasporti risulta piuttosto contraddittorio. Le richieste di questo tipo pervenute a Vacanze Serene e allo Sportello Vacanze Disabili sono un numero abbastanza basso. Al call center SuperAbile rappresentano invece la maggioranza con il 31% delle richieste totali.

Le richieste relative agli strumenti informativi (guide turistiche ecc.) raggiungono il 18% allo Sportello Vacanze Disabili e il 17% a SuperAbile.

Significativo è anche il dato relativo alle richieste per vacanze con assistenza che raggiungono il 12% a SuperAbile e addirittura il 25% allo Sportello Vacanze Disabili, il che dimostra che l’accessibilità di strutture ed infrastrutture non basta da sola a garantire una vacanza per tutti, ma, soprattutto nei casi di disabilità grave, assume grande importanza la presenza di personale di assistenza competente. Piuttosto scarse risultano invece le richieste relative all’accessibilità delle altre strutture turistiche quali ristoranti, musei, spiagge e parchi.

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90%

SuperAbile Sportello Vacanze Disabili

Vacanze Serene

Grafico 6- Argomenti specifici richieste

strutture ricettive trasporti

trumenti informativi vacanze con assistenza altre strutture turistiche

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Le informazioni più richieste risultano dunque essere quelle che consentono di stabilire se una struttura ricettiva soddisfa le esigenze degli utenti dei servizi di informazione nazionali. Avere la sicurezza di poter alloggiare in condizioni confortevoli, di poter utilizzare i servizi igienici senza difficoltà, di poter mangiare e di poter condividere le attività che si svolgono nelle aree comuni è condizione necessaria per organizzare la propria vacanza. Tra le strutture ricettive, ad essere oggetto del maggior numero di richieste sono quelle alberghiere: il 76% delle richieste giunte a SuperAbile riguardanti le strutture ricettive e il 70% di quelle pervenute a Vacanze Serene.

Per quanto riguarda le caratteristiche degli utenti, le informazioni in merito possono essere dedotte solo da Vacanze Serene. L’analisi mette in luce come la maggioranza degli utenti presenti esigenze legate a disabilità di tipo motorio. Le persone con disabilità sensoriale che si sono rivolte al servizio sono il 6% mentre il restante 14% è caratterizzato da esigenze di vario genere.

Il dato relativo all’età mostra come ci sia un sostanziale equilibrio tra le persone comprese nelle fasce che vanno dai 20-30 anni, 30-40 e 40-50. Altrettanto significativo è il fatto che il 31% degli utenti totali è composto da ultracinquantenni, il che testimonia come le persone anziane, pur non essendo disabili, necessitino di una serie di informazioni dettagliate relative alle condizioni di accessibilità di strutture e servizi turistici.

I dati relativi alle caratteristiche degli utenti mostrano, infine, una leggera prevalenza delle donne sugli uomini (circa il 55%), cosa che non sorprende se si pensa che in Italia il 66% delle persone disabili è costituito da donne.

Volendo quindi tentare di individuare, attraverso le informazioni raccolte dei tre sportelli informativi, un profilo ideale di viaggiatore che presenti le caratteristiche complessive di tutti gli utenti, potremmo concludere che il viaggiatore con disabilità:

- Ha un’età compresa tra i 20 e i 50 anni, più spesso è donna e presenta, nella maggioranza dei casi, esigenze legate a disabilità di tipo motorio.

- Si informa dettagliatamente soprattutto sulle caratteristiche delle strutture ricettive, in particolare quelle alberghiere, pur dimostrando un certo interesse anche per altre soluzioni. - Presta notevole attenzione anche ad acquisire informazioni sulle condizioni di accessibilità

dei trasporti, sia nazionali che locali.

- Ha un forte interesse per le vacanze con assistenza a dimostrazione del fatto che, soprattutto nei casi di disabilità grave, queste rappresentano ancora la soluzione migliore sia per l’interessato che per i suoi familiari.

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13

Paragrafo 2. Gli studi più recenti

2.1. L’indagine Istat del 2012 “Inclusione sociale delle persone con limitazioni

dell’autonomia personale”

Nonostante risalga ad ormai quasi vent’anni fa, la ricerca Iter-ENEA rappresenta ancora il punto di riferimento più attuale per la quantificazione della domanda di turismo accessibile in Italia. A fronte di questo notevole vuoto informativo un importante strumento conoscitivo è rappresentato dall’indagine “Inclusione sociale delle persone con limitazioni dell’autonomia personale” pubblicata dall’Istat nel 2012. La ricerca, realizzata nell’ambito del progetto “Sistema di Informazione Statistica sulla Disabilità”, nato da una collaborazione tra l’Istat e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stata realizzata nel 2011 attraverso la somministrazione di interviste telefoniche ad un campione di 3.121 persone, con un’età compresa tra 11 e 87 anni e con difficoltà nelle funzioni motorie, sensoriali o nelle attività essenziali della vita quotidiana. Tale campione rappresenta una popolazione di riferimento pari a 3 milioni 947 mila individui della stessa fascia d’età.

Lo scopo dell’indagine è quello di monitorare il fenomeno della disabilità in Italia, con particolare attenzione a quelle forme di limitazione funzionale che incidono sul contesto di vita delle persone (relazioni, scuola, lavoro, tempo libero) e a quei fattori che ne ostacolano la piena partecipazione (limitazioni della mobilità, accesso al lavoro, all’istruzione ecc.).

Il diritto alla mobilità è un principio sancito a livello europeo ed internazionale. Si tratta di un diritto che dovrebbe essere garantito a tutti poiché rappresenta una condizione fondamentale per l’inclusione sociale di persone con problemi di salute o con limitazioni funzionali.

L’indagine Istat è stata condotta attraverso la somministrazione agli intervistati di domande riguardanti la possibilità di spostarsi dalla propria abitazione, di utilizzare i propri mezzi di trasporto e di accedere agli edifici in cui desiderano o in cui hanno bisogno di recarsi. A quanti hanno riferito di uscire di casa meno spesso di quanto vorrebbero, o di avere difficoltà di accesso agli edifici, è stato chiesto quali fossero i fattori che impediscono lo svolgimento di tali attività. Circa un quarto degli intervistati (25,3% pari a 972 mila persone) dichiara di uscire di casa meno spesso di quanto vorrebbe a causa di motivi di salute. Oltre la metà di questi (circa il 13% del totale degli intervistati) riferisce che tali difficoltà sono da attribuire alla mancanza di assistenza e di supporti alla mobilità. Nello specifico il 5,3% lamenta la mancanza di assistenza da parte di una persona, il 2,2% attribuisce le proprie difficoltà alla mancanza di supporti alla mobilità (ascensori, scivoli, servoscala, segnali

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sonori, percorsi guida per non vedenti, ecc.) mentre il 5,5% ritiene che sia la mancanza di entrambi gli aiuti a limitare le proprie possibilità di spostamento.

La mancanza di supporti e di assistenza da parte di una persona viene individuata dal 38,4% degli intervistati come principale causa della propria difficoltà di accedere agli edifici nei quali si recano per utilizzarne i servizi. Le difficoltà nello svolgimento di tale attività sono, chiaramente, direttamente proporzionali alla gravità delle limitazioni funzionali considerate.

La mobilità non è, però, l’unico elemento indispensabile ai fini dell’inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali o problemi di salute. Altrettanta importanza va attribuita al livello di partecipazione di queste persone ad alcune attività rilevanti per la qualità della vita e il benessere dell’individuo. Tra queste rientrano tutte le attività del tempo libero (incluse quelle legate ai viaggi ed alle vacanze) e l’utilizzo di internet, che oggi rappresenta una condizione importante per l’organizzazione e lo svolgimento delle suddette attività.

Il tempo libero è una dimensione molto importante del benessere di ciascun individuo ed è quindi rilevante stimare in che misura le persone con limitazioni funzionali abbiano restrizioni nella possibilità di goderne. Attraverso l’indagine Istat sono state rilevate una serie di informazioni che riguardano le limitazioni alla fruizione delle attività culturali (cinema, teatri, musei, ecc.), alla possibilità di svolgere attività fisica o sportiva e alla partecipazione alla vita religiosa.

La possibilità di effettuare viaggi per vacanza ha un impatto altrettanto significativo sul benessere e sulla qualità della vita delle persone, e risulta, quindi, un aspetto molto importante da indagare quando

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

difficoltà nell'accedere agli edifici difficoltà nell'usare il veicolo difficoltà nell'uscire di casa

Grafico 6- Difficoltà secondo il livello di gravità delle

limitazioni funzionali

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si parla di inclusione sociale di persone con limitazioni funzionali e problemi di salute. Per queste persone tale possibilità è strettamente collegata alla necessità di disporre di facilitazioni, talvolta di assistenza e di non incontrare ostacoli ambientali o di altro tipo.

Infine l’indagine si rivolge all’utilizzo da parte di persone con limitazioni funzionali di internet, strumento che risulta di fondamentale importanza oggi per il fatto che consente alle persone di comunicare tra loro, con importanti risvolti sulle relazioni sociali, ma anche per il fatto che permette di informarsi, studiare, fare acquisti e programmare le attività del tempo libero.

Così come per i precedenti ambiti di indagine (mobilità ed accessibilità), a quanti hanno riferito di incontrare difficoltà e restrizioni nello svolgimento di tali attività è stato chiesto di indicarne il motivo. Sono stati poi selezionati coloro che hanno indicato come causa di tali difficoltà le limitazioni funzionali e i problemi di salute. Di questi il 26,5% riferisce che tali limitazioni rappresentano un ostacolo allo svolgimento di attività nel tempo libero, mentre per il 24,6% ad essere compromessa è la possibilità di utilizzare internet.

Sono invece oltre un milione e mezzo (ovvero il 45,8% delle persone con limitazioni funzionali tra i 15 e gli 87 anni) gli italiani che dichiarano di avere difficoltà ad effettuare viaggi per vacanza a causa di problemi di salute.

Tabella 1- Persone di 15-87 anni con limitazioni funzionali che, per motivi di salute, hanno restrizioni a utilizzare internet, svolgere attività nel tempo libero, fare viaggi.

Restrizioni

nell’utilizzo di internet

Restrizioni nello svolgimento di attività nel tempo libero

Restrizioni nell’effettuare viaggi Maschi 20,4% 19,9% 37,9% Femmine 27,1% 30,5% 51,1% Totale 24,6% 26,5% 45,8% Fonte: Istat 2012

Oltre ai generici problemi di salute, tra i fattori che ostacolano la possibilità di svolgere attività nel tempo libero l’11,5% indica la mancanza di assistenza da parte di una persona. Per l’8,7% la mancanza di assistenza rappresenta la causa principale delle difficoltà nell’utilizzo di internet, mentre per il 15,7% è all’origine dell’impossibilità di effettuare viaggi per vacanza.

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Le difficoltà nello svolgimento di queste tre tipologie di attività sono strettamente collegate al tipo di area funzionale compromessa. Si evidenzia una situazione di particolare svantaggio nella possibilità di effettuare viaggi per coloro che presentano difficoltà di movimento (56,2%) e per chi ha problemi di autonomia nelle attività della vita quotidiana (56,1%) rispetto a chi ha limitazioni di tipo sensoriale (46%). La stessa situazione di svantaggio si rileva, con differenze meno evidenti, nella partecipazione alle altre attività del tempo libero e nell’utilizzo di internet.

Com’era prevedibile le difficoltà nell’effettuare viaggi risultano direttamente proporzionali all’età. Quello che invece appare piuttosto interessante è che la percentuale di coloro che hanno difficoltà a viaggiare è quasi doppia rispetto a quelli che dichiarano di avere limitazioni a svolgere attività nel tempo libero (26,5%), tra cui la fruizione dell’offerta culturale (musei, cinema, teatro), la pratica di attività fisiche e sportive, la partecipazione alla vita religiosa. Ad incidere particolarmente su questo dato sono, da un lato la scarsa propensione dei più anziani a muoversi, dall’altro, probabilmente, il fatto che “ancora oggi, mentre a casa si può fare quasi tutto, fuori casa tutto diventa complicato (il trasferimento, l’alloggio, i servizi, ecc.)” (Commissione per la Promozione ed il Sostegno del Turismo Accessibile, 2013).

La ricerca, in definitiva, rileva la presenza di poco più di 2 milioni di cittadini sopra gli undici anni con limitazioni gravi e residenti in famiglia. Il 71,4% di queste persone riferisce di non essere completamente autonomo, ovvero di non essere in grado, o comunque di avere difficoltà, nello svolgimento di almeno una delle attività essenziali della vita quotidiana (coricarsi e alzarsi dal letto, sedersi e alzarsi da una sedia, vestirsi e spogliarsi, farsi il bagno o la doccia, lavarsi le mani e il viso, mangiare tagliando il cibo da solo). Il 68,8% dichiara di avere difficoltà nella mobilità e nella locomozione (la quota raggiunge l’89% tra coloro che sono colpiti da limitazioni gravi).

0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00% difficoltà nell'utilizzare internet

difficoltà nello svolgere attività nel tempo libero difficoltà di viaggiare

Grafico 7- Difficoltà di viaggiare, svolgere attività nel tempo

libero e utilizzare internet per tipo di area funzionale

compromessa.

(18)

17

Si tratta di soggetti per i quali la propensione a viaggiare è in realtà abbastanza scarsa, considerando che più della metà si essi (57%) supera i 75 anni. Se, però, a questi si aggiungono coloro che presentano limitazioni lievi (oltre 1 milione e 800mila) la domanda potenziale di turismo accessibile quasi raddoppia raggiungendo un numero pari a quasi 4 milioni di cittadini potenzialmente interessati a viaggiare a fini turistici qualora fossero soddisfatte una serie di condizioni indispensabili.

L’indagine Istat si rivolge esclusivamente a persone con limitazioni funzionali, più o meno gravi, che riguardano la sfera motoria e sensoriale o che compromettono lo svolgimento delle attività quotidiane. L’universo dei potenziali fruitori del turismo accessibile non si limita, però, a quanti hanno forme di disabilità vera e propria, ma include tutta una serie di altre persone per le quali le possibilità di svolgere attività nell’ambito del turismo dipendono dalla soddisfazione di alcune esigenze specifiche. Si tratta di persone anziane che, pur non presentando specifici problemi di salute o limitazioni di funzionalità motorie e sensoriali, incontrano difficoltà negli spostamenti a causa della fatica o di altri problemi generici. Ad essi vanno aggiunte tutte le persone con esigenze specifiche legate all’alimentazione (intolleranze, allergie o patologie specifiche come il diabete) e quelle che necessitano di condizioni particolari per poter viaggiare (famiglie con bambini piccoli, persone in sovrappeso o obese ecc.).

Se prendiamo in considerazione tutte queste particolari esigenze, il numero di persone potenzialmente interessate ad un turismo accessibile è destinato ad aumentare notevolmente. Nel 2013 si è tenuto, alla Borsa Internazionale del Turismo (BIT) di Milano, il convegno L’accessibilità nel turismo:

valore etico e opportunità economica, durante il quale è intervenuta Mara Manente, direttrice del

CISET (Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica), la quale ha dichiarato che in Italia il numero di potenziali fruitori del turismo accessibile è all’incirca di 6 milioni di persone, un dato che è destinato a crescere considerando le previsioni di invecchiamento della popolazione europea. I turisti con disabilità rappresentano quindi solo una delle possibili tipologie di clienti che si affacciano sul mercato del turismo accessibile. Un mercato che si compone di un insieme variegato di domande e di esigenze che occorre conoscere in maniera sempre più approfondita per potervi rispondere in modo efficace. Il turismo c.d. accessibile si rivolge quindi ad un insieme di clienti, con tipologie differenti di bisogni particolari, che può essere suddiviso in tre grandi categorie:

• Persone con disabilità. • Persone anziane

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18

Nel capitolo successivo verranno discussi con maggiore attenzione gli aspetti cruciali dell’offerta turistica che si rivolge a clienti con disabilità. In questo capitolo mi pare invece opportuno dedicarsi ad alcune caratteristiche ed esigenze espresse dalle altre due grandi categorie che rappresentano due importanti segmenti della domanda di turismo accessibile.

2.1.1. Persone anziane

Quando parliamo di persone anziane ci riferiamo a quella fascia di popolazione con età superiore ai 65 anni. Questa fascia di popolazione è destinata a crescere considerevolmente di numero secondo le previsioni sull’invecchiamento della popolazione europea. L’Ageing Report 2012 della Commissione Europea evidenzia che nei prossimi cinquanta anni la popolazione del vecchio continente sarà decisamente più vecchia, con un aumento notevole degli over 65 (22%) e degli over 80 (7%), a fronte di un tasso di natalità in continua diminuzione. Questa situazione riguarda in particolare l’Italia che tra i paesi europei è quello con il più alto numero di cittadini con più di 80 anni e, contemporaneamente, uno di quelli con il minor tasso di nascite.

La popolazione anziana rappresenta quindi una grossa fetta di quello che viene definito come mercato del turismo accessibile, e una grande opportunità di sviluppo per questo settore. Tali possibilità di sviluppo sono, però, strettamente legate alla necessità di indagare e conoscere le necessità specifiche e le caratteristiche di questa categoria di potenziali turisti.

Si può generalmente affermare che le persone più anziane si rivolgono più spesso a istituzioni locali quali comuni, enti e organizzazioni per pianificare le proprie vacanze. Queste organizzazioni propongono un’offerta turistica concepita in modo specifico per questa categoria di persone e per rispondere a molte delle loro esigenze. Per contro, però, molte di queste soluzioni risultano oggi incapaci di rispondere a bisogni più profondi, come la curiosità e il desiderio di conoscenza che sono alla base della pianificazione di un viaggio, e si sono trasformati sempre più in prodotti standardizzati e generalmente proposti come “vacanze per anziani”. Il fatto che questi particolari prodotti turistici facciano sempre più fatica a corrispondere alle esigenze dei turisti più anziani è confermato da un rapporto dell’Istat del 2009 che mostra un aumento della tendenza da parte di queste persone ad organizzare in modo autonomo i propri viaggi, avvalendosi dell’utilizzo di internet per la prenotazione di un soggiorno o di un servizio turistico (ISTAT, 2009).

Un’ulteriore caratteristica che occorre prendere in considerazione quando si parla di over 65, è che questa categoria di potenziali turisti, avendo solitamente più tempo libero a disposizione, preferisce viaggiare nei periodi di bassa stagione, sia per evitare la confusione e l’affollamento delle località

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19

turistiche durante l’alta stagione, sia per usufruire dei prezzi generalmente più vantaggiosi. Da questo punto di vista un’offerta turistica realmente accessibile a questo segmento potenziale di mercato garantirebbe anche un profitto più continuativo per chi opera in questo settore.

2.1.2. Persone con limitazioni temporanee

In questa categoria rientrano quelle persone che presentano un impedimento dovuto ad una condizione che si verifica in un periodo limitato di tempo. Alcuni esempi possono essere (C.A.R.E.,2009):

• Genitori con figli piccoli muniti di carrozzina o passeggino,

• Stranieri che hanno difficoltà con la lingua e che non conoscono i luoghi che visitano, • Persone con difficoltà temporanee di movimento dovute all’utilizzo di gessi, stampelle, tutori

ecc.,

• Persone che si spostano con carichi molto pesanti quali valigie, buste della spesa e materiali vari.

Si tratta di situazioni nelle quali chiunque si è trovato, o potrebbe trovarsi, e che richiedono soluzioni che garantiscano la possibilità di fruire di attività turistiche in modo più completo non solo a persone con disabilità, ma a tutti i potenziali clienti. Sono diversi, infatti, gli ostacoli che un turista con limitazioni temporanee può incontrare durante la sua esperienza turistica, dai gradini di accesso ad un negozio o un edificio, a strade dissestate e difficilmente percorribili, fino a mezzi di trasporto inadeguati e sprovvisti di supporto per la salita e discesa di passeggini e carrozzine.

Da questa analisi emerge, dunque, come quello del turismo accessibile sia un mercato molto eterogeneo, caratterizzato da una molteplicità di bisogni e di profili differenti. Risulta infatti particolarmente complicato tracciare un profilo standard del viaggiatore potenzialmente interessato a soluzioni turistiche accessibili. Come già illustrato in precedenza un primo tentativo in questo senso è quello realizzato nel 1999 da ENEA ed Iter con la ricerca “Studio sulla domanda di turismo accessibile”.

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20

2.2. La ricerca ISFOL del 2008 “Studio sulla domanda/offerta del turismo

accessibile”

Per ottenere dati più recenti ed aggiornati si può fare riferimento ad un altro progetto di ricerca realizzato, nel 2008, nell’ambito di un accordo di collaborazione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della gioventù e l’Istituto per gli Affari Sociali (IAS), ora ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori). La ricerca, dal titolo “Studio sulla

domanda/offerta del turismo accessibile e sperimentazione pilota di quattro percorsi turistici rivolti a giovani con disabilità”, ha coinvolto giovani, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, in condizione di

disabilità, contattati dalle associazioni dei territori delle Regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Toscana. Lo scopo dell’indagine è quello di studiare, in generale il turismo giovanile e le sue componenti, e più nello specifico le possibili strategie e le condizioni da soddisfare per consentire a tutti l’accesso ai beni paesaggistici, architettonici, naturalistici, culturali, nei quali il tempo libero, la vacanza e il viaggio giustamente si inscrivono (ISFOL, 2010).

I dati di questo studio, confrontati con quelli della ricerca Iter-ENEA del ’99 ci permettono di avere un quadro generale sull’evoluzione del fenomeno negli ultimi anni, e di comprendere come i bisogni, le aspettative e le caratteristiche dei turisti con esigenze speciali si siano trasformati in relazione anche allo sviluppo delle tecnologie, degli strumenti di informazione e dei progetti in favore dell’accessibilità nel turismo.

Il campione degli intervistati, ai quali è stato sottoposto un questionario, è composto da 1405 individui; di questi 1217 presentano uno o più requisiti di disabilità, i restanti 188 sono invece considerati in condizione di “non disabilità” poiché, da risposta su questionario, non manifestano “nessuna esigenza speciale” (ISFOL, 2008).

Una prima parte della ricerca, realizzata attraverso la somministrazione di un questionario, è dedicata a rilevare la tendenza degli intervistati ad impiegare il proprio tempo libero in attività che prevedono la fruizione di beni culturali o nella ricerca di informazioni che riguardano attività di carattere artistico e di partecipazione sociale.

Tra gli intervistati che presentano condizioni di disabilità è particolarmente elevato il numero di coloro che trascorrono la maggior parte del proprio tempo libero guardando la televisione. In particolare tra i disabili intellettivi e/o cognitivi la quota di quanti dedicano alla fruizione della televisione gran parte del proprio tempo libero raggiunge il 79,4%.

Al secondo posto tra le attività del tempo libero praticate con più frequenza da persone disabili troviamo l’ascolto della musica. In particolare per quanti dichiarano la presenza di patologie diverse

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21

da quelle che riguardano la sfera motoria e sensoriale, la percentuale di coloro che trascorrono abitualmente il proprio tempo libero ascoltando musica sale al 75,3%.

È interessante notare come le attività di interesse culturale quali visite a mostre e musei risultino più interessanti per gli intervistati con esigenze speciali e disabilità che per coloro che non presentano alcuna esigenza specifica. I disabili uditivi e visivi sono quelli che si dedicano con maggiore frequenza a queste attività, rispettivamente nella misura del 15,1% e del 14,6%, a seguire i disabili motori con il 13,3%. Sul campione totale degli intervistati (con o senza esigenze specifiche, disabilità o altre patologie) la percentuale di quanti risultano interessati a questa tipologia di attività si ferma invece al 10,4%. Lo stesso vale per il teatro: sul campione totale, quanti affermano di dedicare il proprio tempo libero alla visione di spettacoli teatrali sono il 7,8%. Tra i ragazzi con esigenze speciali e disabilità motoria l’interesse per il teatro risulta invece superiore alla media, raggiungendo rispettivamente il 13,8% e l’11%. Infine il cinema, che risulta frequentato dal 24,4% degli intervistati, percentuale che, tra coloro che dichiarano la presenza di altre patologie, raggiunge invece il 34,6%. La parte finale del questionario riguarda la tematica definita “caratteristiche dei viaggi” volta ad indagare tre aspetti fondamentali: l’eventuale presenza di precedenti esperienze di viaggio; la dimensione organizzativa, ovvero quella che riguarda gli aspetti relativi alla pianificazione ed organizzazione delle vacanze; la dimensione dei desideri e dei bisogni, relativa alle esigenze e alle aspettative degli intervistati riguardo a possibili future esperienze di viaggio.

Alla domanda “Hai mai viaggiato?” ha dato risposta affermativa il 79,3% degli intervistati facenti parte del gruppo senza disabilità e il 78,2% di quelli del gruppo della disabilità. Le donne con deficit mostrano una maggiore propensione per i viaggi rispetto agli uomini nella stessa condizione (54% contro 46%). Nel gruppo di quanti non presentano condizioni di disabilità la situazione risulta invertita a vantaggio degli uomini con un 55,4% contro il 44,6%. Si osserva inoltre come la presenza di una pluridisabilità, in cui vi è un deficit di tipo visivo, sia il fattore che penalizza in misura maggiore i suoi possessori (appena 9 intervistati di questo gruppo affermano di aver fatto precedenti esperienze di viaggio).

Per quanto riguarda la dimensione che abbiamo definito organizzativa si nota come, tanto il gruppo con disabilità quanto quello senza esigenze specifiche, manifestino la tendenza a pianificare la vacanza con circa un mese di anticipo.

(23)

22

La differenza più rilevante tra i due gruppi emerge in relazione alla tendenza ad affidarsi al last minute, più frequente, come era prevedibile, tra gli appartenenti al gruppo senza disabilità.

Riguardo alle modalità di informazione sui luoghi di vacanza, il gruppo degli intervistati con disabilità ricorre con maggiore frequenza al passaparola, ai siti web specializzati e alle agenzie di viaggio per la raccolta delle informazioni necessarie. Il dato interessante è che solo l’11,7% ricava le informazioni utili da siti web dedicati a persone con esigenze specifiche, e ancora più bassa risulta la percentuale di quanti si affidano agli uffici pubblici di promozione del territorio (2,1%). Entrambi i dati indicano una sostanziale mancanza di fiducia in particolare nei confronti degli uffici pubblici del territorio, ma in generale nei confronti dei servizi informativi dedicati al turismo accessibile.

Per quanto riguarda i canali attraverso i quali gli intervistati effettuano le proprie prenotazioni, si rileva che una parte consistente della popolazione con esigenze specifiche preferisce delegare parenti e amici (36,4%), mentre l’altro gruppo tende a privilegiare canali più autonomi come agenzie di viaggio (48,3%) e le prenotazioni on line (35,7%).

0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 25,00% 30,00% 35,00% 40,00% 45,00%

Mi affido al last minute Una settimana Un mese Più di tre mesi Un anno

Grafico 8- Tempi di organizzazione della vacanza per persone

disabili e non.

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23

Al quesito relativo alle strutture ricettive che prediligono per gli alloggi vacanzieri, dei 906 intervistati con disabilità che rispondono a questa domanda, il 64,2% afferma di preferire il soggiorno in hotel, e il 20,4% sceglie i villaggi turistici. Decisamente meno gettonate risultano le soluzioni come lo scambio di case, l’alloggio in camper, roulotte o tenda, le residenze sanitarie assistite e gli istituti religiosi (i valori per queste soluzioni oscillano tra l’1,9% e il 3,2%). Una situazione sostanzialmente analoga si riscontra anche nel gruppo senza esigenze specifiche.

Come già anticipato, l’ultima sezione del questionario è dedicata alle tipologie di vacanze mai realizzate, ma fortemente desiderabili in un prossimo futuro. Questa sezione è di estrema importanza in quanto ci fornisce indicazioni interessanti sia per quanto riguarda, appunto, la tipologia, che per ciò che concerne i bisogni concreti e le esigenze specifiche da soddisfare per poter fruire liberamente e comodamente della vacanza.

Le tipologie di vacanza associate al contatto con la natura (mare, montagna, parchi naturali ecc.) e quelle a scopo culturale quali le visite a città d’arte e siti archeologici, appaiono come i principali elementi di condivisione dei due gruppi. Le limitazioni dovute a deficit psico/fisici creano invece una discrepanza più netta tra il gruppo con esigenze specifiche e quello senza, nel desiderio di una vacanza di tipo “avventuroso”. Il secondo gruppo, come prevedibile, risulta decisamente più propenso a questo tipo di esperienza rispetto al primo (30% contro 9,4%).

Sul versante degli aspetti che gli intervistati ritengono indispensabili per il soddisfacimento delle proprie esigenze si nota una sostanziale corrispondenza nelle risposte fornite dai soggetti appartenenti ai due gruppi. L’intero campione di riferimento ritiene alcune “caratteristiche” assolutamente basilari, a prescindere dalla presenza o meno di un deficit. La vicinanza ai luoghi di interesse, la bellezza dell’ambiente, l’ospitalità, l’assistenza, rappresentano principi cardine per tutti, così come l’igiene delle strutture e il rapporto qualità/prezzo (ISFOL 2010). Tuttavia, e ciò appare abbastanza scontato,

0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00%

delego altri agenzie di viaggio on line tramite associazioni

Grafico 9- Canali di prenotazione della vacanza utilizzati da

persone con disabilità e non.

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24

vi sono anche una serie di caratteristiche che risentono inevitabilmente, nell’importanza ad esse attribuita, della condizione di disabilità o meno del soggetto intervistato. Tale situazione si verifica, ad esempio, rispetto alla questione dell’assenza di barriere architettoniche, ritenuta condizione “molto importante” dal 73,4% degli appartenenti al gruppo delle persone con disabilità e solo dal 18% degli appartenenti all’altro gruppo. Lo stesso discorso si può fare riguardo alla variabile “eventuali ausili per persone con esigenze speciali”.

Infine, resta da analizzare la questione relativa all’adeguatezza del reddito degli intervistati in relazione alle proprie esigenze di viaggio. Dei 180 rispondenti del gruppo che non presenta esigenze specifiche, circa il 39% ritiene il proprio reddito “poco adeguato”, ma risulta ampiamente rappresentata anche la quota di quanti si ritengono pienamente soddisfatti (34,4%). La stessa sorte non riguarda i 1148 individui che possiedono una o più disabilità e che hanno risposto al quesito, considerato che quasi il 50% di essi valuta “poco adeguate” le proprie risorse economiche, e solo il 23,3% le ritiene “pienamente adeguate”. In entrambi i gruppi si rilevano percentuali piuttosto elevate di insoddisfatti totali (ISFOL, 2008), che raggiungono il 27,3% nel gruppo con esigenze specifiche e il 26,7% in quello senza. 0,00% 10,00% 20,00% 30,00% 40,00% 50,00% 60,00%

del tutto inadeguato poco adeguato adeguato

Titolo del grafico

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25

Paragrafo 3. Il profilo del viaggiatore con esigenze speciali: due ricerche a

confronto

Per concludere, i dati che ci vengono forniti dalla ricerca ISFOL ci consentono di provare a tracciare un ipotetico profilo del viaggiatore con esigenze specifiche. Si tratta di un profilo ideale, che riassuma le principali esigenze e caratteristiche di questa particolare tipologia di turisti, ma che non pretende, ovviamente, di rappresentare la totalità degli appartenenti a questa categoria dato che, come già detto, i bisogni, le aspettative e le caratteristiche della domanda potenziale di turismo accessibile sono spesso molto diversi tra loro.

Confrontando le caratteristiche del viaggiatore tipo individuato da questo studio con il profilo tracciato dalla ricerca ENEA-Iter possiamo provare a individuare gli eventuali elementi di cambiamento e gli aspetti che invece non sembrano aver subito sostanziali trasformazioni nell’arco dei circa dieci anni che separano le due indagini.

Partendo dal quadro che ci restituisce la ricerca ISFOL possiamo notare che:

1. Tra le varie attività che i giovani svolgono nel tempo libero, quelle di interesse culturale (teatro, cinema, mostre e musei) sembrano essere più gradite a coloro che presentano una o più condizioni di disabilità rispetto a quanti non manifestano alcuna esigenza specifica. La cultura riveste dunque un’importanza abbastanza elevata per la popolazione in condizione di disabilità.

2. I viaggi risultano essere un’attività molto gettonata sia per i giovani con esigenze specifiche che per quelli senza. Le percentuali di coloro che hanno avuto precedenti esperienze di viaggio sono piuttosto elevate in entrambi i gruppi. Rispetto ai risultati forniti dalla ricerca ENEA-Iter il numero dei soggetti con esigenze speciali che almeno una volta nella vita hanno effettuato un viaggio sembra essere decisamente aumentato. Il motivo è probabilmente da ricercare nel fatto che l’indagine ISFOL si rivolge a giovani tra i 18 e i 35 anni, generalmente più inclini a viaggiare, anche tra quanti non presentano esigenze particolari.

3. Un altro dato che appare sostanzialmente invariato nel tempo è quello relativo alla suddivisione per genere del gruppo dei turisti con esigenze specifiche. Le donne con disabilità risultano tendenzialmente più interessate al turismo rispetto agli uomini e questo dato emerge, con percentuali pressoché identiche (54% donne contro 46% uomini), in entrambe le ricerche. Le donne sono maggiormente rappresentate sia per quanto riguarda la domanda esplicita di turismo accessibile (ovvero tra quanti dichiarano di svolgere attività turistiche e di avere

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26

esigenze specifiche da soddisfare), che per quanto riguarda la domanda potenziale (ovvero tra coloro che dichiarano di non viaggiare, ma che lo farebbero volentieri se venissero soddisfatte alcune esigenze fondamentali), nella quale la percentuale di donne raggiunge il 59%.

4. Per entrambi i gruppi l’organizzazione della vacanza, con le relative prenotazioni, viene effettuata con circa un mese di anticipo. In entrambi gli studi, gli intervistati con esigenze specifiche e quelli senza si comportano in modo analogo sotto questo aspetto. La principale differenza tra i due gruppi si riscontra nella tendenza ad avvalersi delle offerte last minute, decisamente più diffusa nel secondo gruppo, il che fa intendere che la programmazione di un viaggio per un turista con esigenze specifiche richieda comunque qualche giorno in più per la verifica della presenza di condizioni indispensabili nelle strutture ricettive, nel sistema dei trasporti ecc.

5. Non si rilevano grandi cambiamenti neppure per quanto riguarda le modalità con le quali questa categoria di turisti si informa sulle località dove trascorrere le vacanze. Così come evidenziato anche dalla ricerca ENEA-Iter questi turisti continuano ad affidarsi prevalentemente al passaparola per la raccolta delle informazioni necessarie. Le agenzie di viaggio emergono come la seconda delle modalità più gettonate, mentre risulta ancora molto scarsa la tendenza ad affidarsi ai servizi di informazione e promozione del territorio ed ai siti web appositamente dedicati al turismo accessibile. Questo dato testimonia come, nonostante gli sforzi e i notevoli passi in avanti fatti in questi anni nella direzione di una promozione più efficace di questo settore, la fiducia nei confronti dei vari sportelli informativi e degli enti pubblici preposti risulta ancora molto scarsa.

6. Per la prenotazione delle strutture e dei vari servizi turistici, la popolazione con esigenze specifiche ricorre con maggiore frequenza all’aiuto di parenti e amici e alle agenzie di viaggio. Una situazione molto simile a quella descritta dalla precedente indagine, rispetto alla quale la differenza principale si riscontra nel notevole aumento della percentuale di quanti si servono di internet e delle prenotazioni online. È piuttosto evidente come questa trasformazione sia dovuta alla sempre maggiore diffusione ed evoluzione di questo strumento.

7. Un ulteriore elemento in comune alle due indagini è quello relativo alle strutture ricettive preferite dai turisti con esigenze speciali. Le strutture alberghiere continuano ad essere quelle più utilizzate soprattutto perché sono generalmente dotate di ausili tecnici per la disabilità e perché le informazioni reperibili su queste strutture sono ritenute più attendibili. Rispetto alla precedente, l’indagine ISFOL mostra un aumento del numero di coloro che preferiscono alloggiare in villaggi turistici e una notevole diminuzione di quanti si avvalgono di appartamenti e case vacanza. Il dato può essere interpretato come segnale di un miglioramento

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nei servizi e nelle condizioni di accoglienza di queste strutture in favore di clienti con disabilità.

In sostanza si può affermare che, dal 1999 al 2008 circa, le caratteristiche principali della domanda di turismo accessibile non hanno subito particolari cambiamenti. Le modalità di organizzazione dei viaggi, gli strumenti utilizzati per la raccolta di informazioni, le tipologie di viaggi preferite e le strutture ricettive più richieste secondo l’analisi di ISFOL risultano essere praticamente le stesse che sono state rilevate dall’indagine ENEA-Iter, realizzata circa dieci anni prima. Come già accennato, l’unico aspetto che sembra essere stato interessato da importanti cambiamenti è quello relativo all’utilizzo delle tecnologie, nello specifico di internet, per l’organizzazione dei viaggi e le relative prenotazioni. Tuttavia, nonostante la diffusione e lo sviluppo di internet abbiano favorito un netto cambiamento nelle abitudini dei turisti con esigenze specifiche, la fiducia di questi ultimi nei siti web e nei servizi informativi a loro dedicati non sembra essere aumentata particolarmente. È necessario quindi insistere sulla promozione e lo sviluppo di questi strumenti che, attualmente, rappresentano una soluzione importante per permettere a tutti di pianificare in modo autonomo ed indipendente le proprie vacanze, ma che al momento non vengono percepiti come tali dagli utenti ai quali si rivolgono.

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Capitolo 2. Turismo e persone disabili. Esigenze specifiche, ostacoli e

possibili soluzioni

Paragrafo 1. Principali criticità del turismo accessibile. Barriere architettoniche

e non solo

1.1. Definizione e tipologie di disabilità

Comprendere cosa significa “turista con disabilità” impone di fare i conti anche, ma non solo, con questioni di tipo linguistico. Negli ultimi anni si è cercato di arrivare ad una definizione che tenesse conto di tutta una serie di esigenze di carattere sociale, legate all’integrazione e alla considerazione dell’individuo disabile soprattutto come persona e, nel caso delle attività turistiche, come “cliente”. Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la disabilità come “qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano”. Nello stesso documento ci vengono fornite le definizioni di “menomazione” e di “handicap”. La prima viene definita come “La perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica”, mentre il concetto di handicap si riferisce a quella “condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l'adempimento del ruolo sociale per tale soggetto in relazione all'età, al sesso e ai fattori socioculturali” (OMS, 1980)

La definizione di disabilità è condizionata dal livello culturale e dalle esperienze personali di ognuno, e le nostre percezioni sono modellate dal linguaggio che utilizziamo quotidianamente. Il concetto negativo della disabilità e del disabile, quindi del non abile, cioè di una persona mancante di qualcosa rispetto all’universo dei “normodotati”, è stato, con il passare degli anni, attenuato incentrando il discorso sulla persona con disabilità, con diverse abilità, bisogni speciali, esigenze specifiche. Inoltre, dalle persone disabili sono arrivati segnali ben chiari su termini che risultano sgraditi o addirittura offensivi per la dignità della persona, anche se largamente diffusi nel linguaggio comune. Termini come “invalido”, “menomato”, “handicappato”, oltre a non riflettere in alcun modo la realtà della persona, tendono a spostare la visuale dalla persona stessa alla condizione di difficoltà e disagio in cui vive (Laura, Pietrangeli, 2003).

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Partendo quindi dalla considerazione che le persone disabili hanno gli stessi diritti di qualsiasi altra persona a partecipare pienamente alla vita sociale e ad avere accesso a iniziative, offerte e opportunità di godere del proprio tempo libero, per programmare una offerta turistica adeguata è necessario acquisire gli elementi essenziali che identificano le diverse categorie della disabilità e le capacità ed esigenze specifiche ad esse collegate. Alcune forme di disabilità sono immediatamente percepibili, mentre altre possono non risultare così evidenti o, in molti casi, essere confuse con altro. È possibile, comunque, identificare una serie di esigenze con caratteri comuni che permettono di arrivare ad una suddivisione di massima che comprende:

1. Disabilità fisiche; 2. Disabilità sensoriali;

3. Disabilità mentali e psichiche; 4. Altre forme di disabilità.

1. La disabilità fisica più comune è la ridotta mobilità. Deriva generalmente da alterazioni morfologiche dello scheletro, dei tessuti, della muscolatura o del tessuto nervoso che limitano la capacità di movimento. Normalmente, per compensare o ridurre la disabilità legata alla mobilità, si utilizzano ausili tecnici quali bastoni, stampelle o sedie a ruote quando la mobilità è più gravemente compromessa. L’utilizzo di una sedia a ruote sulle lunghe distanze richiede un notevole sforzo fisico, per cui è essenziale che le persone su sedia a ruote possano beneficiare di specifiche condizioni di accessibilità quando entrano e si muovono all’interno di edifici.

2. La disabilità sensoriale può consistere in limitazioni visive o uditive. Le limitazioni visive possono manifestarsi a qualunque età e possono essere di natura congenita o acquisita. È bene specificare, però, che solo una ridotta percentuale delle persone con limitazioni visive è del tutto non vedente.

Le tre maggiori difficoltà che queste persone incontrano riguardano la mobilità, l’orientamento e la comunicazione. Contrariamente a quanto generalmente si ritiene, solo il 10-15% delle persone non vedenti conosce l’alfabeto Braille. È quindi opportuno adottare forme di comunicazione diversificate in modo da consentire alla persona di acquisire un più elevato livello di autonomia.

Così come le limitazioni visive, anche quelle uditive possono verificarsi a qualsiasi età ed essere di tipo congenito o legate a condizioni di salute.

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La conseguenza più grave delle limitazioni uditive che intervengono in giovane età è il ritardo dello sviluppo della parola e dell’uso del linguaggio il che può portare a condizioni di isolamento dal mondo circostante.

In alcuni casi, le persone con limitazioni uditive imparano la lettura labiale, che permette loro di comprendere il linguaggio parlato attraverso la lettura dei movimenti della bocca del loro interlocutore.

3. La disabilità mentale è una condizione permanente che non può essere curata dal momento che è conseguenza di un danno o di un malfunzionamento del cervello. In termini generali, una persona con disabilità mentale agirà con un livello di abilità che risulta significativamente più basso rispetto alla sua età anagrafica. Nel corso dell’infanzia lo sviluppo non è rapido come quello degli altri bambini e la piena capacità mentale non viene mai raggiunta.

Le persone con disabilità mentali possono essere aiutate a sviluppare le proprie potenzialità e a prendere parte alla vita sociale, ma, nei casi più gravi, dipenderanno per tutta la vita da altri per assistenza e sostegno.

Non è facile individuare una persona con problemi psichici a meno che lo stato di disagio in cui vive non abbia manifestazioni palesi.

4. Soprattutto dal punto di vista turistico è importante avere cognizione di tutta una serie di altre condizioni di disabilità che richiedono un’attenzione particolare nella predisposizione di un’offerta di prodotti adeguata alle esigenze del potenziale turista. Tipologie di esigenze specifiche legate ad altre forme di disabilità possono essere quelle espresse da persone con problemi di alimentazione, persone con diabete, persone con problemi di orientamento, con allergie, persone con problemi cardiaci o difficoltà respiratorie e persone con forme di epilessia.

1.2. Gli ostacoli alla piena partecipazione delle persone con disabilità alle attività

turistiche, culturali e del tempo libero

Vi sono, a fronte delle esigenze espresse da persone con varie tipologie e vari livelli di disabilità, una serie di barriere, non solo architettoniche, ma anche culturali, di comunicazione e di accettazione sociale, che ostacolano la piena espressione della volontà di partecipare alla vita sociale e culturale e di dedicarsi ad attività di svago. Dall’effettivo superamento di tali barriere dipende la possibilità di raggiungere un livello di accessibilità intesa come fruizione dell’ambiente costruito, della comunicazione e dell’informazione. Un elevato livello di accessibilità non è garantito dalla semplice

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predisposizione di una rampa per persone su sedia a ruote, ma richiede la costruzione di un ambiente che tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche, psicologiche o sensoriali, possano usare in modo confortevole.

Sul turismo accessibile si è detto e si è scritto molto, ma la maggior parte dell’attenzione è stata dedicata al tema dell’accessibilità intesa quasi esclusivamente come possibilità di usufruire di un ambiente fisico e, quindi, facendo riferimento sostanzialmente alle caratteristiche che una struttura turistica è tenuta a garantire per consentire la mobilità orizzontale e verticale e la fruizione delle unità ambientali, e per assicurare il rispetto delle norme di sicurezza. Potremmo dire che gli sforzi fatti negli anni sono andati per lo più nella direzione dell’abbattimento delle barriere architettoniche, ma molto meno spazio è stato dedicato alla questione delle barriere culturali e delle altre tipologie di barriere che riguardano la comunicazione e l’informazione. Delle barriere culturali, e nello specifico di quelle legate al radicamento diffuso di pregiudizi e stereotipi nei confronti delle persone disabili, si parlerà più avanti. Ci occuperemo prima degli ostacoli che frequentemente il turista con disabilità incontra nella comunicazione con gli operatori delle strutture turistiche e nell’accesso alle informazioni, ostacoli che spesso e volentieri dipendono comunque da fattori culturali e in particolare dalla scarsa conoscenza da parte dei professionisti del turismo della disabilità e dal persistere di alcune forme di pregiudizio nei confronti di essa.

1.2.1. Gli ostacoli ad una comunicazione efficace

Per quanto riguarda il tema della comunicazione, questa può essere ostacolata da barriere che possiamo definire sicuramente come “architettoniche” (ad esempio un bancone del ricevimento troppo alto per una persona su sedia a ruote), ma anche da atteggiamenti non proprio corretti da parte degli operatori, soprattutto quando si tratta di stabilire un contatto con persone con disabilità sensoriali.

Uno degli errori che si commettono con maggiore frequenza quando si entra in contatto con la persona con limitazioni visive (ma anche con persone con altre tipologie di disabilità) accompagnata, consiste nel rivolgersi all’accompagnatore invece che alla persona stessa. Questo atteggiamento finisce per mandare un messaggio molto chiaro e cioè quello di ritenere la persona disabile non sia in grado di sostenere una conversazione, a prescindere da quale sia la tipologia di disabilità che ha.

Oltre a gli errori più gravi è possibile individuare una serie di comportamenti che con una certa frequenza ostacolano una comunicazione efficace con una persona con limitazioni visive (Laura, Pietrangeli, 2003):

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