Caratterizzazione di una sepiolite asbestiforme associata ad idrocarburi alifatici, proveniente dalla Foresta della Deiva (Appennino ligure): studio minero-petrografico e
possibili rischi per la salute umana
R. Giustetto*, L. Macaluso, G. Berlier, Y. Ganjkhanlou, L. Barale
Un atipico ritrovamento di sepiolite asbestiforme, presente in vene nelle serpentiniti antigoritiche dell’Unità del Voltri, è stato caratterizzato con un approccio analitico minero-petrografico
(microscopia ottica ed elettronica, termogravimetria, diffrattometria RX e spettroscopia IR), sì da poterne studiare le proprietà fisiche, quelle cristallo-chimiche e valutare i possibili rischi per l’uomo (in caso di inalazione).
Il campione, raccolto da Giuseppe Pipino in una piccola cava (oggi completamente bonificata) nella Foresta della Deiva – all’interno del "Geoparco" Naturale Regionale del Beigua, Comune di Sassello (SV), presenta ad occhio nudo un evidente abito fibroso, con presenza di lunghe fibre di lunghezza apparentemente centimetrica.
Quando osservato al microscopio ottico ed al microscopio elettronico a scansione (SEM), queste fibre eccezionalmente lunghe si rivelano costituite, in realtà, da fasci di ‘fibrille’ molto più sottili (spessore medio: circa 0,1 μm), aventi effettive lunghezza di alcune centinaia di μm. L’analisi chimica rivela una composizione in sostanziale accordo con i dati di letteratura, mentre quella termogravimetrica evidenzia un contenuto di H2O leggermente inferiore (≈ 18,5 %). L’affinamento
della struttura cristallina con metodi cristallografici, basati sulla diffrazione RX con dati da sincrotrone, non ha evidenziato scostamenti di sorta rispetto ai modelli standard di letteratura. Il processo di disidratazione di questa sepiolite, studiato anche attraverso la raccolta di spettri IR a temperature progressivamente crescenti, ha permesso di evidenziare la presenza di piccole quantità di idrocarburi alifatici – non ancora compiutamente identificati – in qualche modo associate al campione.
Il particolare contesto geologico di ritrovamento suggerisce che la sepiolite della Foresta della Deiva si sia formata a seguito di un processo di precipitazione da fluidi idrotermali di bassa
temperatura ricchi in Mg e Si, frutto dell’interazione prolungata con le rocce incassanti (serpentiniti e peridotiti parzialmente serpentinizzate). Lo stesso scenario, inoltre, ha favorito la formazione degli idrocarburi alifatici ad essa associati, attraverso un particolare processo noto come ‘Reazione di Fischer-Tropsch’.
Le ‘fibrille’ estremamente lunghe e flessibili di questo campione di sepiolite (rapporto
lunghezza/spessore: >> 3) potrebbero rappresentare un significativo rischio per la salute umana, qualora aerodisperse ed inalate in grandi dosi (un rischio, fortunatamente, sventato dall’intervenuta bonifica della cava). La sua peculiare associazione con idrocarburi alifatici (che conta un solo precedente in natura: Giustetto et al., 2014) è attualmente oggetto di studio, dal momento che questi composti organici potrebbero favorire un processo di ulteriore frammentazione delle fibre (cd. de-fibrillazione) ed alterarne la capacità di interagire con i tessuti polmonari –
incrementandone la pericolosità.
Riferimenti bibliografici:
Giustetto R., Seenivasan, K., Belluso, E. 2014. Asbestiform sepiolite coated by aliphatic hydrocarbons from Perletoa, Aosta Valley Region (Western Alps, Italy): characterization, genesis and possible hazards. Mineralogical Magazine, 78(4), 919-940.