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Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali

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Academic year: 2021

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Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali

PROPOSTA DI RIQUALIFICAZIONE DEL GIARDINO DEL

FRONTONE DELLA CITTÀ DI PERUGIA

Relatore: Prof. Salvatore Brunello Consorti Correlatore: Prof. Paolo Vernieri

Canditato: Roberto Galardini

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INDICE

INTRODUZIONE 5

1.INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED URBANO 7 1.1 Inquadramento e superficie territoriale

1.2 Demografia 1.3 Ambiente

2. ANALISI DEL VERDE URBANO 9 2.1 Il verde urbano

2.2 Evoluzione storica del verde urbano di Perugia 2.3 Stato attuale del verde 2.4 Le principali aree verdi del comune di Perugia 2.5 Analisi delle criticità del verde urbano e scelta d’intervento

3. IL GIARDINO DEL FRONTONE 24 3.1 Analisi storica

4. LINEE GUIDA E METODI IMPIEGATI ALLA RIQUALIFICAZIONE 28

5. INDAGINI PRELIMINARI 30

6. ANALISI DEL PROGETTO 32 6.1 Descrizione dello stato attuale

6.2 Vincoli e norme 6.3 Analisi delle criticità

6.4 Tempi esecuzione lavori

7. CENNI SULLA NORMATIVA DEI LAVORI PUBBLICI 42 7.1 Requisiti necessari per partecipare alla gara d’appalto

7.2 Categoria prevalente, categorie scorporabili e subappaltabili 7.3 Documenti di progetto necessari per l’appalto dei lavori

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8. LE OPERE GENERALI PREVISTE DAL PROGETTO 51 8.1 Pavimentazioni

8.2. Cordonature 8.3 Materiali impiegati 8.4 Posa in opera 8.5 OPERE A VERDE

8.5.1 Criteri generali di buona progettazione delle opere a verde 8.5.2 Criteri generali della scelta delle piante

8.5.3 Criteri per la progettazione a ridotto consumo idrico e bassa manutenzione 8.5.4 Interventi di riqualificazione delle opere a verde apportati dal progetto 8.5.5 Arbusti previsti dal progetto

8.5.6 Piante erbacee previste dal progetto 8.5.7 Fasi lavoro pre-impianto e piantumazione

9.IMPIANTI 74

9.1 Irrigazione 9.1.1 Inquadramento climatico

9.1.2 Fabbisogno acqua irrigua 9.1.3 Qualità del terreno

9.1.4 Bilancio idrico 9.1.5 Impianto irrigazione 9.1.6 Componenti impianto 9.1.7 Materiali 10. ILLUMINAZIONE 80 10.ELEMENTI ARREDO 81 CONCLUSIONI 82 BIBLIOGRAFIA 83

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ALLEGATI:

1. Tavola stato attuale 2. Tavola stato progettuale 3.Tavola quote

4. Tavola punti di intervento 5.Cronoprogramma

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INTRODUZIONE

Il verde urbano rappresenta una risorsa fondamentale per la sostenibilità e il benessere in città, in quanto oltre alle note funzioni estetiche e ricreative, contribuisce alla salute dell’uomo mitigando l’inquinamento, migliorando il microclima e mantenendo la biodiversità. Negli ultimi anni, si è perciò finalmente arrivati a comprendere come il verde, in tutte le sue forme, è il principale fattore di riequilibrio dell’ecosistema urbano e non si può più concepirlo solo come arredo, ma deve essere l’elemento fondamentale di ricucitura tra la città e l’ambiente naturale.

La presente tesi mostra un’analisi generale del verde urbano della città di Perugia, la quale è caratterizzata da un tessuto urbano in cui elementi di antichità e moderni , tendono ad intrecciarsi ed unirsi attraverso il verde della vegetazione.

La panoramica del verde pubblico qui presentata fa sorgere delle criticità di carattere generale, le quali possono essere affrontate solo attraverso un approccio metodologico, che permetta di avere una visione sistemica in grado di valorizzare sistemi ambientali di maggior pregio nonché tutelare l’integrità delle risorse naturali, assegnando al verde l’identità di “sistema ecologico”, argomento che può esser affrontato soltanto attraverso un intervento di riqualificazione urbanistica.

Lo scopo di questa tesi è quindi costituire un punto di inizio per una futura rivalutazione del verde urbano della città, scegliendo di focalizzare l’attenzione sul Giardino del Frontone che rappresenta il più importante giardino pubblico della città.

La riqualificazione del giardino del frontone nasce dall’esigenza di restituire alla città di Perugia e ai suoi cittadini il suo primo giardino pubblico, che dalla fine del settecento in poi ha costituito un punto di riferimento per l’immagine della città stessa, rivestendosi nel corso dei secoli di stili e tendenze artistiche che hanno caratterizzato i vari periodi storici fino ai giorni nostri.

Il concetto di tutela dei giardini storici in Italia, formalizzato solo con la Carta di Firenze del 1981, è relativamente recente rispetto ai consolidati principi del restauro dei beni architettonici, pittorici e scultorei, e ancora non ha raggiunto una adeguata affermazione come bene da conservare.

Per molto tempo negli ultimi decenni il giardino o il parco pubblico sono stati spogliati della veste di rappresentanza ed importanza funzionale ed estetica che era stata loro attribuita nel corso della storia, così è stato dimenticato anche il valore della pregevole eredità ricevuta, che, purtroppo, ha vissuto momenti di totale abbandono, situazione in cui versa ancora in molti casi. La mancanza della consapevolezza di trovarsi di fronte a creazioni artistiche di tipo assolutamente particolare (per la variabilità stagionale e la mutevolezza nel tempo degli elementi vegetali che li costituiscono, per la molteplicità di elementi scultorei, architettonici, idrici che concorrono alla loro realizzazione del giardino storico), ha portato in passato a stravolgerle completamente.

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L’idea progettuale di riqualificazione del giardino è mirata ad un intervento di restauro dello stesso riferito alla vegetazione, ripristinando la sua bellezza legata all’essenza del giardino stesso e intervenendo sugli elementi strutturali e di arredo soggetti a degrado, ripristinando quindi un alto livello di fruibilità e di piacere estetico per i cittadini. L’iter progettuale e quindi rivolto a seguire tutti i criteri di salvaguardia delle sue caratteristiche storiche, cercando di non stravolgerle, ma di rivalutarle attraverso l’inserimento di una vegetazione adeguata.

La tesi inoltre, vuole mettere in evidenza il processo progettuale, articolato nei passaggi logici che lo hanno composto, dalla stesura dell’idea di progetto sino all’occuparsi del progetto esecutivo dell’opera, volendo sottolineare che la progettazione di un intervento si struttura come un processo in continua evoluzione. Nel lavoro sono presentati anche i soggetti che presiedono nelle scelte progettuali e trattandosi di un’area pubblica sono stati presi in considerazione gli aspetti generali che interessano la pratica amministrativa nella condotta di opere pubbliche, per addentrarsi nello specifico caso che ho deciso di sviluppare, il progetto esecutivo dell’opera che verrà spiegato in ogni sua parte, delineandone le opere e gli impianti realizzati, indicando le scelte progettuali .

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INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED URBANO

1.1 Inquadramento e superficie territoriale

Il territorio comunale di Perugia si estende su 449,87 Km2 , è in prevalenza basso collinare, ed è attraversato in direzione Nord-Sud dal fiume Tevere e dalla principale arteria stradale E 45 che lo mette in comunicazione con il comune di Umbertide a Nord e con i comuni di Torgiano, Deruta e Marsciano a Sud.

Il territorio si estende nel suo storico contado, trapuntato di frazioni, castelli, ville, case rurali. Si articola in colline, monti e pianure, conta 85 tra quartieri e frazioni, oltre cento edifici scolastici, 54 cimiteri, circa 3.000 km di strade. L'area urbana contemporanea, che dal centro storico e le prime periferie oggi tocca e ingloba i centri abitati sviluppatisi dal secondo dopoguerra, si conforma in un tessuto urbano sfrangiato e discontinuo, inframmezzato di coltivi e residui di campagna, lungo circa 20 km da Villa Pitignano a San Martino in Campo, da Taverne di Corciano a Ferriera di Torgiano e Ospedalicchio, ovvero sommando di fatto i comuni contermini di Corciano (21.000 ab.), Torgiano (6.000 ab.) e Bastia Umbra (22.000 ab.).

L'acropoli perugina sembra costruita su una sola collina ma in realtà sono due: il colle del Sole e il colle Landone. La massima depressione tra le due alture si estende dal fosso di Santa Margherita, a est, al fosso della Cupa, a ovest. Gli Etruschi scelsero quest'area in quanto ricca d'acqua, ma presto ci si accorse che il terreno è anche franoso, cosa che nei secoli ha dato luogo a poderose fondazioni e fortificazioni che tuttora impongono in più punti costanti interventi di manutenzione.

Il territorio fa parte della Valle del Nestore, ed il comune idricamente è bagnato dal Caina, dal Genna, dal Nestore e dal principale Tevere, che a Marsciano raccoglie le acque del Nestore, in cui confluiscono Genna e Caina.

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GRAFICO n°1: Ripartizione altimetrica della superficie comunale

1.2 Demografia

La popolazione residente a Perugia al censimento del 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 162.449 individui. L’andamento demografico della popolazione residente nel comune di Perugia dal 2001 al 2017, secondo i dati ISTAT risulta, anche se con fluttuazioni, aumentata di parecchie unità, mantenendosi negli ultimi anni pressoché costante intorno a 165.000 individui.

GRAFICO n°2: Andamento della popolazione residente nel comune di Perugia dati ISTAT al 31 dicembre di ogni anno

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1.3 Ambiente

Un ambiente sano è essenziale per le prosperità e la qualità della vita a lungo termine. Il fenomeno dell’inquinamento atmosferico si sta rilevando sempre più grave e di difficile valutazione a causa dell’estrema variabilità del mezzo aereo in relazione alle variazioni climatiche, alle caratteristiche orografiche ed alla urbanizzazione del territorio.

Il monitoraggio della qualità dell’aria è effettuato con centraline automatiche di rilevamento nel territorio Perugino. Tali apparecchiature misurano le concentrazioni di determinati inquinanti, quali le polveri sottili (PM10), l’ozono (O3), l’ossido di azoto (NO2) e il monossido di carbonio (CO).

Tab n°1: Dati qualità dell’aria della città di Perugia

Categoria 1999 2004 2007 Emissioni di CO2 (t) 701.902,04 744.678,88 837.097,77 Emissioni di CO (t) 11.455,72 7.141,60 9.236,43 Emissioni di NOx (t) 4.172,93 3.526,05 3.444,92 Emissioni di PM10 (t) 455,68 461,47 525,96 Emissioni di SOx (t) 191,51 192,81 206,99

Fonte: Arpa Umbria

2. ANALISI DEL VERDE URBANO

2.1 Il verde urbano

La vegetazione in ambiente urbano è un elemento insostituibile del tessuto cittadino, non solo per le funzioni di salute pubblica da essa svolte a vantaggio di altri esseri viventi, ma anche perché rappresenta una componente architettonica di primaria importanza e si inserisce nel contesto della città accanto a fabbricati, monumenti, strade, e manufatti di varia natura .Pertanto il verde pubblico è ricco di diversi significati funzionali:

Funzione Ecologico-Ambientale: le specie arboree ed arbustive contribuiscono alla formazione di habitat importanti, sono fonte di nutrimento e ricovero per avifauna e piccoli mammiferi formando un vero e proprio ecosistema urbano .

Funzione Sanitaria: molteplici sono le funzioni svolte dalle piante per la salute pubblica, come ad esempio la depurazione chimica dell’atmosfera, la fissazione dei gas tossici, di polveri, prodotti

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catramosi ed oleosi, la depurazione batteriologica dell’aria, l’emissione di vapore acqueo, la regolazione termica e lo schermo antirumore .

Funzione Protettiva: le piante migliorano la capacità di ritenzione idrica del terreno, riducendo l’effetto battente della pioggia, limitando il compattamento e l’erosione .

Funzione Sociale e Ricreativa: il verde pubblico è luogo di aggregazione, svago e benessere tanto che è dimostrato scientificamente l’effetto benefico delle piante sulla psiche umana attraverso la teoria della “biofi lia” che afferma come l’uomo instauri subconsciamente dei legami con le altre specie viventi che lo circondano.

Funzione Estetico-Architettonica: il verde urbano, insieme all’architettura, è parte integrante della città, migliora la visuali e gli scorci panoramici cittadini, variando la monotonia e la regolarità dei fabbricati e delle strade ed è parte integrante del paesaggio.

2.2 Evoluzione storica del verde urbano di Perugia

Tutte le aree verdi entro le mura della città, siano orti o giardini, sono ed offrono testimonianze storiche, attestano infatti un modo di vivere, fanno parte di abitazioni storiche, sono talvolta confinanti con monumenti importanti e spesso conservano reperti archeologici. Per una visione storica dell’evoluzione del verde della città di Perugia è opportuno seguire le diverse vicende storiche che si sono susseguite dalla fine del periodo medievale fino ad oggi. Nell’età feudale motivi diversi, quali l’economia e la sicurezza, rendevano necessaria la creazione di terreni agrari da sfruttare, e la costruzione di castelli e di monasteri impose necessario l’abbattimento di zone boscate alto collinari. Queste modificazioni apportarono una trasformazione al paesaggio circostante condizionandolo fino ai nostri giorni. L’equilibrio uomo ambiente in questa epoca fu mantenuto all’interno della città mediante la creazioni di piccoli orti nei borghi nuovi, a scopo di sussistenza che hanno svolto la loro funzione fino al secondo dopoguerra. Il verde di utilità si è successivante trasformato in verde di ornamento ed oggi Perugia ha piacevoli giardini, quasi nascosti all’interno delle mura etrusche. La cultura del verde della città inizia nel cinquecento con la creazione dell’orto botanico adibito all’insegnamento della botanica, come giardino pensile situato sopra le mura tra porta pesa e porta sole. Il settecento fu caratterizzato dalla creazione del “Teatro degli Arcadi”, che fu la prima sistemazione del giardino del Frontone, che poi successivamente nell’ottocento fu acquisito dal comune e diventò il primo giardino pubblico della città. Nell’ottocento sorgono anche ville suburbane dotate di parchi, e all’interno della città si creano

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piccoli giardini pensili. Perugia ottocentesca è caratterizzata proprio dall’esistenza di aree agricole che costituiscono la cintura verde della città che circonda l’intero perimetro murario, queste aree erano inserite nei quattro valloni che circondano la città, in quanto le caratteristiche topografiche del perimetro esterno della città caratterizzate da quattro forre,in chi era presente anche una consistente riserva di acqua, hanno creato le condizioni allo sviluppo di aree coltivate, le quali formavano dei cunei verdi al ridosso della città. Nel novecento con il rimodernamento del tessuto urbano, si ha la formazione dei parchi urbani attuali soprattutto nelle zone destinate alla coltivazioni ortive dei quattro valloni fuori dalle mura, mentre all’interno delle mura della città si crearono giardini ed aree verdi dove c’era l’edificato.

2.3 Stato attuale del verde

Un primo inquadramento del verde urbano può essere preso dal censimento , che annualmente l’ISTAT compie per conoscere quale sia la consistenza quali-quantitativa del verde. L'indagine raccoglie informazioni ambientali relative ai comuni capoluogo delle 110 province italiane. I dati raccolti indicano una visione generale del verde corrispondente al capoluogo Umbro in relazione alla densità di popolazione.(tabella n°2)

Tab.n°2: Dati ISTA riguardo all’aspetto quali-quantitativo del verde riferito a 55 capoluoghi

Dati riferiti al 2013

Densità delle aree naturali protette

(incidenza percentuale sulla

sup. comunale) Valori %

Densità del verde urbano (incidenza percentuale sulla sup. comunale) Valori % Disponibilità di verde urbano (incidenza percentuale sulla sup. comunale) Valori %

Densità delle aree naturali e del verde urbano (incidenza percentuale sulla sup. comunale) Valori % Perugia 4,5 1,4 37,3 5,9 Dati riferiti al 2013 Verde storico Valori % Grandi parchi Valori % Verde attrezzato Valori % Forestazione urbana Valori % Giardini scolastici Valori % Orti urbani Valori % Aree sportive all’aperto Valori % Aree boschive Valori % Perugia 51,7 0 15 14,8 2 10,6 0,7 1,1

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La gestione del verde pubblico della città di Perugia è stata programmata servendosi di un censimento del verde pubblico, il quale rappresenta un importante strumento a disposizione delle amministrazioni Comunali allo scopo di arricchire le informazioni disponibili sul patrimonio del verde esistente, e successivamente mettendole a disposizione di tecnici e operatori comunali che si trovano a gestirlo. Il censimento consente una migliore programmazione di interventi correttivi quali: analisi di stabilità, potature e abbattimenti e programmare interventi di manutenzione. I rilievi sono stati effettuati attraverso la compilazione di apposite schede di campo che prevedono:

1. Localizzazione del sito tramite ortofotocarta e dati catastali;

2. Stima della superfice a verde attraverso l’ausilio di ortofotocarte importate e digitalizzate in ambiente SIT e successivamente sottoposte a segmentazione manuale e fotointerpretazione a video; i dati così ottenuti sono stati verificati in campo;

3. Descrizione dell’area.

4. Numero e specie dell’essenze arboree ed arbustive (nel caso dei viali alberati si aggiungono ulteriori parametri sesti d’impianto, circonferenza del tronco e stato fi tosanitario a tutela della pubblica incolumità);

5. Tipologia, numero e stato di manutenzione degli arredi per aree verdi e giardini scolastici; 6. Documentazione fotografica;

I dati sono stati digitalizzati ed inseriti in un database di gestione del verde urbano appositamente ideato e costruito.

L’estensione del verde Comunale (censimento 2015 “ Rilevazione dati ambientali nelle città”), distinto per singola tipologia, ha registrato la seguente consistenza:

Tab.n°3: Quadro riassuntivo della quantità di verde suddiviso per tipologia

Verde arredo mq. 3.139.365

Verde funzionale mq. 5.593.036

Totale VERDE PUBBLICO mq. 8.732.401

Il verde urbano del comune di Perugia è stato suddiviso seguendo la classificazione di ( Bovo et al. 1998), di seguito riportata, introducendo la categoria scarpate affiancata alle aiuole, poiché la

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geomorfologia particolare della città rende questa tipologia componente fondamentale del verde pubblico urbano di Perugia

Il verde arredo comprende: 3,1 milioni di metri quadri di proprietà del Comune che riguardano  Rotatorie  Aiuole scarpate  piste ciclabili  viali albereti  parchi,  ville e giardini,  aree di forestazione  orti urbani

per un totale di 302 aree verdi.

Il verde funzionale comprende: 5,6 milioni di metri quadri e si riferisce ad altre tipologie di verde:  incolto

 aree e campi sportivi  giardini scolastici  verde cimiteriale  aree boschive (

La superficie di verde presente nella città di Perugia consente di dare a ogni cittadino qualcosa come 60 metri quadri a testa. A questi numeri poi vanno aggiunte tutte le zone, come i Siti di interesse comunitario e le aree naturali protette, che fanno lievitare il conteggio fino a quota 91 milioni.

L’analisi del verde della città di Perugia oltre a consentire di avere una visione generale della disposizione e quantità del verde del comprensorio della città, ci consente di individuare e di mettere a fuoco le principali aree verdi che tendono ad evidenziarsi per determinati aspetti che riguardano;

 l’importanza storica vegetazionale  estensione della superficie

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In basse a questi aspetti successivamente saranno messe in evidenza le aree verdi, in modo tale da permettere una valutazione complessiva dello stato attuale, e per analizzarne successivamente le criticità che ci permetteranno di giustificare la scelta dell’area su cui dirigere l’intervento di riqualificazione.

2.4 Le principali aree verdi del comune di Perugia

1) Giardino del Frontone

Foto n°1:Perimetro dell’area riferita al Giardino del Frontone

Superficie: 8.300 mq

Ubicazione: Borgo XX giugno

Il Frontone costituisce il primo giardino pubblico della città di Perugia; completamente recintato e chiuso da apposita cancellata, presenta un sistema di aiuole centrali delimitato da quattro viali principali, intercalati da vialetti secondari, che confluiscono nell’emiciclo terminale caratterizzato dalla presenza di sei statue raffiguranti le arti e di un anfiteatro di travertino.

Il giardino, sorto su un’area che aveva ospitato prima una necropoli etrusca e successivamente un forte difensivo da cui i perugini “fronteggiavano” il nemico, venne realizzato dai poeti della “Colonia Arcadia Augusta”che all’inizi del 700 ne delinearono la loro conformazione attuale. Dopo un periodo di abbandono, verso il 1780 il giardino venne risistemato dagli stessi Arcadi. Durante l’800 il giardino venne ulteriormente ristrutturato creando la sistemazione attuale sostituendo le specie esotiche con i lecci ancora presenti.

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Il giardino riveste un’elevata importanza storica per la città, in quanto il suo aspetto evolutivo ha accompagnato le vicende storiche della città acquisendo anche un’importanza affettiva da parte dei cittadini. Un altro aspetto importante che lo caratterizza è la presenza di elementi architettonici di stile neoclassico che evidenziano la sua valenza storica. La composizione vegetazionale semplice ma di effetto è costituita da esemplari ormai secolari di leccio con siepi di lauro e di lentaggine, ed insieme agli elementi architettonici costituisce l’essenza del giardino stesso.

2) Area verde di Santa Giuliana

Foto n°2:Perimetro dell’area riferita all’area verde di Santa Giuliana

Superficie: 3ha circa

Ubicazione: via Cacciatori delle Alpi

Area in gran parte protetta da apposita recinzione ed inserita nel cuore della città, attrezzata per svolgere attività sportive, ludiche, ricreative. Dispone di un impianto sportivo funzionale per atletica leggera. L’intera zona è dominata dall’antico Monastero di Santa Giuliana, fondato nel 1253 ed attualmente sede della Scuola di lingue estere dell’esercito. L’area del parco prima utilizzata come piazza d’armi per le esercitazioni militari, poi come mercato del bestiame subì, nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, un primo intervento di sistemazione che venne poi definito e completato negli anni 50 con la sistemazione dell’area verde e la realizzazione dello stadio secondo un progetto redatto dal Porcinai, ma nel 1994, in seguito ai lavori relativi alla canalizzazione di villa Orsini in galleria, il parco è stato completamente ristrutturato. Nel complesso questa area

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riveste un ruolo importante per quello che riguarda gli eventi della città, in quanto lo stadio di atletica viene utilizzato come arena per gli spettacoli. Tra le specie arboree si segnala la presenza di carpino, roverella, leccio, farnia, cipresso, acero, olmo e albero di giuda; tra gli arbusti spirea, lillà, forsizia, alloro, lentagine e cotonastro.

3) Parco della Pescaia

Foto n°3:Perimetro dell’area riferita al Parco della Pescaia

Superficie 4,7 ha

Ubicazione: via XX Settembre

Il parco è sviluppato su alcuni livelli posti a quote diverse ed opportunamente raccordati tra di loro, è dotato di attività ludiche ricreative, non che di un teatro all’aperto con gradinate in pietra. Il parco nel suo interno presenta alcuni elementi storici come: una vasca in mattoni censita dal Catasto Chiesa del 1729 utilizzata alla raccolta dell’acqua per l’irrigazione degli orti, la presenza di Fonti di Veggio di origini antichissime ed utilizzate per raccogliere le acque delle sorgenti vicine, ed una viabilità storica corrispondente all’antica strada di accesso alla città. Questo ha permesso nel corso del tempo che la disponibilità idrica favorisse l’utilizzo agricolo dell’area destinandola in particolare a culture ortive in consociazione con olivi e piante da frutto. Il parco realizzato negli anni 70 ha avuto come scopo principale di recuperare e valorizzare le caratteristiche storiche

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esistenti, la sua struttura, tende ad inserirsi bene nel paesaggio circostante, in quanto è caratterizzata principalmente da specie autoctone. Tra le specie arboree presenti oltre alla presenza di olivi si segnala la presenza di cipresso, leccio, ippocastano, tiglio, acero olmo e alberi da frutto; tra gli arbusti ginestra, ligustro, forsizia, spirea, alloro, ibisco, lavanda e biancospino.

4) Vallone San. Anna

Foto n°4:Perimetro dell’area riferita al Vallone Sant Anna

Superficie: 3 ha

Ubicazione: via della Pallotta

Il Parco, la cui realizzazione iniziò negli anni '70, occupa il vallone dove scorre il fosso di Sant'Anna, attualmente intubato, facente parte di quel sistema di valloni fortemente scoscesi, le cosiddette "forre", che sottoforma di cunei di verde si spingono fino a ridosso della città storica le quali sono: il Bulagaio, il Santa Margherita, il Sant'Anna e la Cupa.

La disponibilità idrica del fosso ha favorito l'utilizzo agricolo dell'area destinandola in particolare alle colture ortive in consociazione con olivi e piante da frutto. La realizzazione iniziò negli anni 70, ed occupa il vallone dove scorre il fosso di S. Anna , attualmente intubato. Il parco appare dotato di numerose attrezzature per attività sportive e ricreative, ed è strutturato in più livelli in cui sono

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disposti vari campi sportivi; al suo interno sono presenti alcuni elementi di particolare interesse come: una grande vasca in mattoni quasi del tutto interrata, utilizzata per la raccolta delle acque sorgive del crinale collinare destinate all'irrigazione degli orti sottostanti.

La vasca è prospiciente ad un tratto della III cerchia delle mura urbiche (I etrusca e II medievale) la cui costruzione iniziata nel 1400 non fu mai portata a termine; resti di cisterna romana in opera cementizia con malta idraulica al cui interno è presente un pozzetto di decantazione dell'acqua in ottimo stato conservativo.Tra le specie arboree più diffuse si segnalano salice, pioppo nero, acero, cipresso, leccio e ippocastano; tra gli arbusti ginestra, forsizia, alloro, ibisco, lauroceraso, biancospino

5) Parco di Rimbocchi

Foto n°5:Perimetro dell’area riferita al Parco di Rimbocchi

Superficie: 5,2 ha

Ubicazione: via Rimbocchi

Il parco risulta dotato di attrezzature per attività sportive, ludiche e ricreative;al suo interno è presente la sede degli uffici circoscrizionali, nonché un nucleo servizi con apposito ristoro. La realizzazione del parco venne iniziata negli anni 70 sulle aree limitrofe già esistenti al C.V.A. con l’intento di creare un centro di aggregazione completo al servizio dell’intero quartiere. Fa parte del

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progetto di riqualificazione urbanistica iniziato negli anni 60 e 70, nel periodo in cui la città di Perugia si è dotata dei parchi ancora presenti oggi, ma a differenza delle altre aree verdi a parte la sua estensione non ha nel suo interno elementi che lo caratterizzano. La vegetazione del parco è costituita da conifere, pino, cipresso, e da numerose latifoglie autoctone, come il leccio, olivo, ippocastano, pioppo e salice.

6) Parco Chico Mendez

Foto n°6:Perimetro dell’area riferita al Parco Chico Mendez

Superficie: 5 ha

Ubicazione: via cortonese

Il parco si estende ad ovest verso il lago Trasimeno, è dotato di attrezzature per attività ludico-sportive e di un teatro all’aperto adibito ad attività culturali e ricreative. All’interno è presente un percorso organico tracciato dal vecchio fosso di San Galiano, censito già nel catasto del 700. Il parco è stato realizzato su un area da sempre utilizzata per fini agricoli, in particolare da una cerealicoltura favorita dalla conformazione pianeggiante del terreno e dalla presenza di falde freatiche. La presenza del ex Centro Torri, oggi sede dell’Ostello della Gioventù, testimonia nella zona la presenza di aziende zootecniche in reciproca connessione con quelle cerealicole. Tra le specie arboree presenti segnaliamo il leccio,cipresso, robinia, bagolaro, ippocastano, tiglio, platano

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e olivo; tra gli arbusti alloro, ginestra, ligustro, biancospino, oleandro, spirea, lentaggine, rosmarino, erba della pampas

7) Parco di Pian di Massiano

Foto n°7:Perimetro dell’area riferita al Parco di Pian di Massiano

Superficie: 70 ha

Ubicazione: Pian di Massiano

Il Parco di Pian di Massiano, inserito nel "Piano" che dal colle Perugino si estende ad ovest verso il Lago Trasimeno e la vicina Toscana, è caratterizzato da aree con attrezzature per il gioco, le attività ricreative all'aperto e per la diffusione e la promozione delle attività sportive, nonché da un importante sistema di percorsi pedonali tra cui il principale si sviluppa lungo il torrente Genna per circa 3 km. All'interno del Parco sono individuabili sia strutture costituenti i principali impianti sportivi della città di Perugia attrezzati per svolgere attività agonistiche, sia ampie aree verdi per attività ricreative e ludiche.

Caratteristica la presenza di un laghetto con avifauna acquatica diversificata. Il Parco è stato realizzato su un'area da sempre utilizzata a fini agricoli ed in particolare destinata ad una cerealicoltura di tipo estensivo favorita dalla conformazione pianeggiante del terreno e dalla presenza di falde freatiche; già nel rilievo Chiesa del 1734 l'area risultava suddivisa in particelle coltivate per lo più a grano. La presenza dell'ex Centro Tori, oggi sede dell'Ostello per la Gioventù,

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testimonia l'esistenza nella zona di aziende zootecniche in reciproca connessione con quelle cerealicole. La vegetazione presenta alcuni esemplari di roverella di notevole valore paesaggistico-ambientale. Tra le specie arboree si segnale la presenza di cipresso, platano, farnia, leccio, pioppo, farnetto, e acero:tra gli arbusti ligustro, forsizia, alloro, e leccio a cespuglio.

8) Parco di San Angelo

Foto n°8:Perimetro dell’area riferita al Parco di Sant Angelo

Superficie: 4,2 ha

Ubicazione: via Sperandio

All’interno del parco sono presenti attrezzature per attività sportive e ricreative e un anfiteatro realizzato all’ inizio degli anni 80 e destinato ad attività culturali. Prospicienti al parco sono presenti alcuni elementi di interesse storico: le mura medievali realizzate nella seconda metà del 1300, e la via del Bulagaio, usata in epoca etrusca per gli scambi commerciali tra Perugia e la piana del Tevere e Gubbio. Il parco S. Angelo è stato realizzato su un’area ubicata lungo uno dei due crinali che formano il vallone di porta del Bulagaio al cui interno scorre il fosso omonimo e che fa parte di quel sistema di valloni piuttosto scoscesi, le cosiddette forre, che sottoforma di cunei verdi si spingono fino a ridosso della città storica, interessando i quattro versanti del colle Perugino.

L’intera area risultava da sempre destinata alla coltivazione dell’ulivoin consociazione con le colture ortive per le quali veniva utilizzata la disponibilità idrica del fosso. Il progetto del parco ha mantenuto inalterata la conformazione originaria dell’area mediante la creazione di una serie di

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gradoni che consentono la piena fruibilità, salvaguardando l’antico uliveto. La vegetazione è caratterizzata dalla presenza di numerosi olivi opportunamente integrati con latifoglie autoctone. Si segnalano la presenza di: salice, tiglio,cipresso, acero, leccio e alberi da frutto.

9) Parco di monte Grillo

Foto n°9:Perimetro dell’area riferita al Parco di monte Girillo

Superficie: 8,3 ha

Ubicazione: via Bresciani Turroni

All’interno del parco sono presenti attrezzature destinate ad attività sportive e ricreative e un anfiteatro destinato ad attività culturali. Il parco occupa un’area facente parte dell’agro di pertinenza alla città storica destinato da sempre alla coltivazione dell’ulivo in consociazione con culture ortive. Il progetto del parco a mantenuto inalterata la conformazione originaria dell’area salvaguardando in particolare il vecchio uliveto che è stato opportunamente intergrato con esemplari di specie autoctone. Tra le specie vegetali oltre alla presenza di numerosi esemplari di olivo, si segnala la presenza di leccio, frassino, cipresso, ciliegio e mandorlo.

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10) Parco di Lacugnano

Foto n°10:Perimetro dell’area riferita al Parco di Lacugnano

Superficie: 29 ha

Ubicazione: Monte Lacugnano

Intervallo altimetrico: quote comprese tra 440 s.l.m. nel versante sud e fino a 350m Il parco oltre ad essere dotato di attrezzature per attività sportive e ricreative, offre la possibilità di effettuare diversi percorsi pedonali che lo attraversano per quasi tutta la sua estensione, consentendo di raggiungere la zona sommitale del monte caratterizzata dalla presenza di un antico crocifisso in legno La vegetazione è costituita prevalentemente da un bosco di leccio misto a pino e cipresso. Tra le specie arboree più diffuse si segnalano la presenza di leccio, cipresso, pino nero, roverella e orniello. Lo strato arbustivo è rappresentato prevalentemente da ginestra, rosa canina e asparago.

2.5 Analisi delle criticità del verde urbano e scelta d’intervento

Dai dati analizzati Perugia, risulta essere una città con un elevata quantità di verde, dove si può considerare per ogni cittadino una quantità di metri quadri di verde a testa superiore a quella nazionale. Prendendo in considerazione le aree verdi più importanti presenti nella città, si evince che circa il 90% è costituito da grandi parchi con superfici piuttosto elevate che comprendono diversi ettari fino a circa 70 ettari, questi parchi che costituiscono il cuore verde della città, sono per la quasi totalità il frutto del piano di riqualificazione urbanistica che ha interessato la città di Perugia

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negli anni 60-70. In questo periodo sono stati formati la maggior parte dei parchi presenti della città, attraverso un criterio progettuale che tendeva a mettere in rilievo, gli aspetti di carattere storico riferiti alla storia della città, il verde attrezzato, e le arre sportive all’aperto. Questi tre elementi costituiscono le tre caratteristiche principali dei parchi della città, che fanno si di coniugare le attività ludico sportive a quella di conservazione del patrimonio storico culturale.

Questo tipo di criterio progettuale, a mio avviso si inserisce bene nella visione attuale di verde urbano, dove l’attenzione nei confronti delle “presenze naturali” nell’ambiente urbano non si limita al parco recintato, ma si estende ad un’idea generale di “sistema del verde”. In quanto l’integrazione tra elementi di carattere storico e l’aspetto vegetazionale in cui l’uomo si inserisce attraverso attività culturali-ricreative rappresenta una parte importante di questa nuova concezione di verde urbano, ma a questo manca ancora l’aspetto più importante di quello che può essere il concetto di sistema del verde, cioè considerare la città come un intero ecosistema urbano.

Gli elementi di criticità che possono essere riscontrabili, sono dovuti alla carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria, e dalle scelte di intervento che in alcuni casi hanno apportato un peggioramento delle condizioni della vegetazione presente. Questo può mettere in evidenza la scarsa importanza che l’amministrazione tende a dare alla funzione del verde pubblico e del suo aspetto eco sistemico in relazione alla città stessa.

Prendendo quindi in considerazione lo stato attuale del verde urbano della città il quale pur se ben diviso, non ha un elevato stato di salute, l’ipotesi di proposta di riqualificazione ricadrebbe su quello che rappresenta in maniera simbolica il giardino della città di Perugia, perché sentito da ogni abitante per la forte valenza storica, il giardino del Frontone. Questo giardino delle dimensioni piuttosto ridotte rispetto ai vari parchi che caratterizzano il verde della città, rappresenta il primo giardino pubblico della città di Perugia, che si è evoluto nel corso della storia della città stessa fino a diventare un giardino monumento simbolo della città stessa, per il quale la popolazione più che per ogni altro parco, ha manifestato interesse per una sua riqualificazione e prendendolo come punto di inizio per una nuova ristrutturazione del verde urbano della città.

3. IL GIARDINO DEL FRONTONE

3.1 Analisi storica

Il Frontone primo giardino pubblico di Perugia, ubicato sull’ultima propaggine collinare della città antica e compreso insieme al circostante “Borgo Bello” entro il terzo ampliamento delle mura quattrocentesche realizzato da Braccio Baglioni, il Frontone domina la media valle del Tevere verso

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sud-est, controllando l’antica via papale di accesso alla città e ponendosi a baluardo naturale della stessa. La particolarità espressiva del Frontone è di essere stato un giardino che ha subito le influenze delle diverse società che l’hanno attraversato. Prima di assumere l’attuale conformazione a giardino, l’area ebbe utilizzi diversi che ne condizionarono sia la conformazione territoriale sia l’assetto vegetazionale e di cui troviamo memoria nelle denominazioni assunte nel tempo. La prima sistemazione dell’area avvenuta ad opera di Braccio Fortebraccio che, tra il 1414 e il 1420, il terreno rimase inutilizzato fino a quando verso l’inizio del 700 il comune lo cedette all’ Accademia dell’ Arcadia, la quale realizzò la prima sistemazione del giardino.

La prima planimetria che ci mostra la prima sistemazione del giardino risale alla fine del 700, qui si può vedere come l’impianto sia sostanzialmente rimasto uguale fino ad oggi. Il terreno è sistemato e livellato intorno all’anfiteatro, dove compaiono i primi alberi. Il fatto che tale conformazione sia stata definita dalla “Colonia Arcadica Augusta” non fa che rafforzare la natura “pubblica” di questi giardini: non fu un singolo architetto a progettarli, ma un’intera Accademia, cioè un organismo plurimo, quasi pubblico, in cui confluivano le diverse anime della società. La scelta dell’olmo, quasi sicuramente nella varietà campestre (Ulmus minor, Mill.), cioè di una specie arborea longeva e resistente, è senz’altro dovuta alla moda dell’epoca e anche richiamo di quel mondo agricolo amato dai pastorelli arcadici: tipica, infatti, nelle campagne umbre del tempo è la presenza, lungo fossi e scoline, di “alberate” di filari di viti “maritate” all’olmo. L ‘impianto è caratterizzato da quattro viali in cui i due più esterni erano utilizzati per i cavalli, mentre i due interni erano utilizzati per andare a piedi. La vegetazione era sostanzialmente formata da un’alberata che seguiva il perimetro interno e nella parte centrale, le due alberature erano divise da siepi che delimitavano i quattro viali e davano origine ad un piccolo anfiteatro che costituiva la parte centrale del giardino. Nel 1778 avvenne una ristrutturazione in cui, secondo la descrizione riportata dal Siepi, i quattro viali sono divisi da siepi di Viburnum tinus. Lo spazio tra i viali più esterni è occupato da piante esotiche di Melia azedarach o albero di Zaude simmetricamente disposti. I due viali interni sono divisi da due file di Ailanthus glandulosa o albero del paradiso frammezzati da alberi di Bignomia e Catalpa (Siepi, 1994, p. 440).

La caratterizzazione dell’impianto rimane sostanzialmente di tipo formale all’italiana in cui predomina la geometria con un asse centrale libero e quattro viali simmetricamente disposti ai lati, ma dalla descrizione riportata si può capire come l’influenza della moda del giardino all’inglese, tipica di questo periodo, ha influenzato la scelta delle essenze inserite dopo la ristrutturazione. Segni dell’influsso Britannico sono pure la scelta delle specie esotiche non potate e il grande prato senza fiori del parterre centrale che ne denotano il gusto romantico.

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Alla fine del 1778 l‘anfiteatro fu restaurato sostituendo ai sedili di zolla il travertino e la siepe che lo circondavano, era una siepe di Lauro. Nel 1780 fu aggiunto l’ordine superiore di sedili e nel 1791 fu sistemato al centro dell’emiciclo, sopra il terzo ordine di gradini, il bell’arco di travertino disegnato da Baldassarre Orsini, retto da due colonne e sormontato dal Grifo, e destinato ad accogliere una statua del Dio Apollo protettore dell’Accademia degli Arcadi; nello stesso anno furono installati nel suo ingresso più angusto, quattro gruppi di pilastri bugnati di mattoni rossi con i loro finimenti di travertino di figura sferica e ottaedrica (Siepi, 1994, p.440).

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4. LINEE GUIDA E METODI IMPIEGATI ALLA RIQUALIFICAZIONE

Il processo di riqualificazione del giardino del Frontone deve necessariamente tenere in considerazione il livello di storicizzazione del giardino stesso, per questo motivi gli interventi apportati dovranno avere come linee guida quanto sancito dalle carte sul restauro dei monumenti verdi.

Le Carte costituiscono strumenti di fondamentale importanza, non solo per l’individuazione di linee operative d’intervento più opportune nelle diverse realtà, ma anche per meglio comprendere l’evoluzione teorica dell’approccio al tema. L’evoluzione dello studio in materia di conservazione e restauro dei giardini storici dal secondo dopoguerra ad oggi ha portato alla stesura di più carte sul restauro dei giardini, nelle quali si è avuto un livello di considerazione e riguardo crescente che è culminato con la stesura della carta di Firenze, in cui i giardini ed i parchi non vengono più considerati come cornici a residenze storiche, ma assumono il valore di “monumenti verdi” meritevoli di una speciale manutenzione e restauro.

La metodologia d’intervento segue le linee guida fondamentali della carta di Firenze in cui come prima cosa è fondamentale acquisire il massimo delle conoscenze del sistema e delle singole parti del giardino, delineando un quadro storico di evoluzione che ci permetta di capire la reale storicizzazione del giardino sia nella sua totalità che in ogni singola parte. Poi l’intervento di restauro dovrà rispettare il complessivo processo storico del giardino, poiché tale processo materializza 1'evoluzione della struttura e delle configurazioni assunte nel tempo. Pertanto ogni operazione che tendesse a avvantaggiare una singola fase assunta in un certo periodo storico e a ricrearla ex novo, a spese delle fasi successive, comporterebbe una sottrazione di risorsa e risulterebbe riduttiva e decisamente antistorica.

Quindi il processo di riqualificazione non riguarderà la modificazione dell’impianto del giardino, il quale rimarrà inalterato descrivendo così il susseguirsi delle varie vicende storiche e di stili che lo hanno coinvolto fino ai giorni nostri, ma sarà un intervento in cui tutti gli aspetti rilevanti della composizione architettonica del giardino devono essere salvaguardati, e sarà mantenuta l'autenticità del giardino storico concernente sia il disegno e il volume delle sue parti che la sua decorazione. L’intervento si focalizzerà nella ricerca delle specie più adatte per creare una vegetazione che sia compatibile e coerente con l’impianto storico del giardino, risolvendo le varie criticità rilevate e che sia dotata di specifiche caratteristiche che confluiscano nell’ambito della sostenibilità e biodiversità.

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La riqualificazione volta alla gestione sostenibile del giardino prevede come punti base :

 Le specie scelte rientrino nell’ambito della vegetazione tipica della zona, o che abbiano caratteristiche ecologiche simili e che mantengano una coerenza con l’impianto storico rispettando i volumi esistenti

 La manutenzione preveda un basso numero di interventi di sistemazione del verde e che comporti un basso impatto ambientale riguardo ad eventuali trattamenti fitosanitari

 La sistemazione del verde deve essere coerente con i criteri paesaggistici della zona creando elementi di collegamento e uniformità con il paesaggio circostante creando le condizioni necessarie al mantenimento della biodiversità

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5. INDAGINI PRELIMINARI

Le opere previste nel progetto riguardano esclusivamente la realizzazione d’interventi superficiali che non presuppongono la trasmissione di carichi sul terreno e non modificano l'equilibrio idrogeologico del sito pertanto non occorrono indagini geologiche e idrogeologiche preliminari. Per quello che riguardi gli esemplari arborei, che sono parte centrale del giardino, composti anche da individui secolari, è stata necessaria una valutazione attenta mediante rilievi e indagini effettuate con specifico sopralluogo. Gli esemplari arborei sono costituiti esclusivamente di lecci, i quali formano i due viali alberati posti lateralmente al giardino, alcuni esemplari sono anche distribuiti nella parte superiore del giardino. L’indagine su questi esemplari è stata condotta attraverso rilievi diretti degli alberi sottoposti a specifica valutazione biologica e meccanica con l’ausilio del V.T.A (Visual Tree Assessment). Il rilievo è stato realizzato attraverso la compilazione di scheda predisposte (Fig. 4) sulla quale sono stati descritti: le specie botaniche di appartenenza, i caratteri biometrici, fisiologici e strutturali, gli eventuali difetti, punti critici ed anomalie. Agli alberi oggetto di valutazione è stato attribuito inoltre un codice in lettere corrispondente al grado di rischio di stabilità secondo la Classificazione di propensione al cedimento (CPC: sono contemplate 5 classi: la classe A per propensione al cedimento trascurabile, la classe D per quella estrema, che prevede l’abbattimento, oltre a tre classi intermedie: B bassa, C moderata e C/D elevata) (www.isaitalia.org), adottata dalla metodologia V.T.A.. Questo metodo elaborato e proposto agli inizi degli anni ’90 in Germania dal prof. Mattheck il cui scopo principale è la valutazione della stabilità degli alberi alla scopo di individuare le condizioni di rischio e pericolo derivanti dall’eventuale caduta a terra dei soggetti arborei e dalle ramificazioni è il metodo che permette di identificare gli alberi a rischio statico attraverso il riconoscimento di caratteristici sintomi, difetti e punti critici che gli alberi evidenziano a seguito della approfondita analisi visiva. Tutti i soggetti arborei in questione sono stati accuratamente analizzati ed ispezionati a livello del colletto, fusto e chioma . In conformità a tali valutazioni, che sono state esclusivamente di tipo visivo, visto, l’impossibilità di svolgere un’analisi strumentale per approfondire il quadro conoscitivo, gli individui analizzati sono stati inseriti nelle classi di rischio fitosanitario B e C. In tali classi rientrano gli esemplari che non manifestano segni, sintomi o difetti gravi, tali da far ritenere una forte propensione al cedimento. Comunque per una più accurata valutazione si rimanda a un’analisi strumentale più accurata che ne accerti l’effettiva sicurezza degli individui presenti.

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31 Figura n°4: Scheda di valutazione VTA

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6. ANALISI DEL PROGETTO

6.1 Descrizione dello stato attuale

Lo stato attuale del giardino risale al periodo successivo all’ultimo dopoguerra. L’intero corpo si trova circondato da tre lati da mura che isolano il giardino dagli elementi urbani circostanti e ne conferiscono sostegno. Due lati delle mura sono storiche quattrocentesche mentre il terzo lato è costituito da mura più recenti. La parte frontale è costituita da una recinzione di ferro che permette la completa chiusura del giardino. Le mura delimitano un perimetro di forma imbutiforme in cui la parte più stretta corrisponde all’entrata con una larghezza di circa 20 m, da qui dipartono le due mura che delimitano le parti laterali del giardino, le quali sono perfettamente dritte e si estendono in maniera obliqua. Il punto in cui terminano le due pareti corrisponde alla parte più larga, pari a circa 60 m, da qui inizia la parte finale del giardino che costituisce un punto di belvedere sulla valle umbra. Il belvedere è costituito da due lati obliqui che terminano nella parte centrale con un’insenatura a forma di semicerchio in corrispondenza dell’anfiteatro posto nella parte centrale del giardino. L’anfiteatro costituisce la parte più simbolica del giardino che richiama all’impianto originario. La morfologia del terreno è caratterizzata da una pendenza molto accentuata, dove il punto più basso è l’entrata e il punto più alto è l’estremità finale corrispondente al belvedere, tra i due punti c’è un dislivello di circa 4,5 m. Gli elementi architettonici presenti sono costituiti dall’anfiteatro, l'arco di travertino posto tra due colonne sormontato dal Grifo che è collocato nella parte centrale al disopra dell’anfiteatro, sei statue rappresentanti le arti collocate in uno spazio più ampio antistante all’anfiteatro stesso e proseguendo verso l’uscita abbiamo poi la fontana e infine i quattro gruppi di pilastri bugnati di mattoni rossi che costituiscono l'ingresso.

L’impianto attuale del giardino evidenzia stili differenti rispetto all’impianto originario poiché nel corso del tempo, questi si sono fusi raggiungendo un’armonia che non permette di definire un preciso stile cui fare riferimento, perché ogni sua parte costitutiva è aggiunta o modificata nel corso del tempo. La disposizione del verde può essere caratterizzata fondamentalmente da tre parti che sono:

 I due viali laterali che si estendono per quasi tutta la lunghezza dei due lati obliqui. Ogni viale è formato da una doppia fila di lecci alcuni dei quali anche secolari, i quali sono inseriti in aiuole di forma rettangolare disposte in due file parallele. Per ogni fila, le aiuole opposte sono uguali per lunghezza ma non per larghezza e l’inizio e la fine di ognuna di esse corrisponde a un passaggio orizzontale che attraversa il viale. All’interno di queste aiuole è presente una siepe mista composta di alloro e di viburno che dovrebbe riempirle completamente; l’altezza della siepe è di circa 1,2 m e le alberature presenti non hanno

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forma lineare ma sfalsata e sono costituite da individui il cui stato di conservazione ed età è molto variabile.

 Una seconda alberatura costituita da pochi individui che circonda la parte superire dell’anfiteatro anch’essa costituita da lecci.

 Il parterre, il quale occupa la parte centrale del giardino compresa tra i due viali e che ingloba in sè anche la fontana, è formato da otto aiuole che nel loro complesso rappresentano una forma trapezoidale che ricalca la forma del giardino stesso. La prima di forma rotonda, la seconda ha una forma imbutiforme allungata con l’estremità più corta e stondata mentre all’estremità opposta è presente un’incavatura nella quale si inserisce una piccola fontanella. Quattro aiuole separate circondano la fontana e descrivono una figura trapezoidale che è in continuazione con l’aiuola precedente, infine, due aiuole a forma di semicerchio circondano il bordo della fontana. Tutte sono costituite da una piccola siepe di bosso nano che ne circonda il perimetro e nella parte interna è presente un rivestimento erboso. L’unica particolarità di questo parterre è rappresentata da tre figure geometriche delineate con la stessa siepe di bosso poste all’interno dell’aiuola centrale che rappresentano due cerchi con in mezzo un rettangolo.

Per una comprensione più dettagliata della descrizione si veda (ALLEGATO 1).

L’arredo presente nel giardino è costituito principalmente da due tipologie di panche in pietra, costituite da sola seduta, alcune delle quali sono inserite direttamente sul muro di recinzione che delimita il giardino, questa tipologia di panche si può ritenere essere quella più antica presente nel giardino, precedenti quindi all’ultima ristrutturazione del giardino. Mentre le altre sonno distribuite in maniera simmetrica lungo i due viali delimitati dalle siepi, lo stile sobrio e ben delineato delle panche si lega perfettamente allo stile architettonico del giardino, ma la loro collocazione probabilmente è avvenuta durante l’ultima ristrutturazione nel secondo dopoguerra. Oltre a queste panche ce ne sono altre più recenti poste nel piazzale antistante all’ingresso disposte sempre in maniera simmetria e sono in numero di quattro, sono delle panchine in ferro caratterizzate da forti segni di usura, che si scostano da lo stile del giardino stesso, in totale sono presenti 31 panche. Oltre a queste panchine sono presenti anche quattro tavoli in pietra, i quali non hanno uno stile ben definito, e sono composti di elementi di pietra monoblocco, sono posti nella parte superiore all’anfiteatro. Costituisce elemento di arredo anche la seduta dell’anfiteatro, nel corso dell’evoluzione del giardino la seduta originale in erba è stata sostituita da una in terracotta.

I cestini dell’immondizia non sono disposti in maniera omogenea lungo i viali, sono in totale 11 costituiti da due diverse tipologie in metallo che si scostano notevolmente dello stile storico del

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giardino. L’illuminazione comprende 46 punti luce distribuiti in maniera ottimale ed omogenea in tutto il giardino; la pavimentazione interna sia dei viali che delle piazze interne è in ghiaia lavata.

6.2 Vincoli e norme

I vincoli a cui è sottoposta l’area in esame sono:

 D.G.R. N. 5847/96 ai sensi dell’Art. 142 lett. m) riferito alle zone di interesse archeologico.  D.Lgs N. 42/2004- ai sensi dell’Art.10 c. 4, lettera f) riferito ai Beni culturali - oggetto

della tutela: “le ville, i parchi e i giardini che abbiano interesse artistico o storico”. Pertanto anche i giardini dichiarati di interesse storico-artistico, e quindi “vincolati”, sono sottoposti a un particolare regime giuridico che prevede, tra l’altro, il divieto di distruggerli, danneggiarli o adibirli ad usi non compatibili con il loro carattere storico-artistico, o comunque tali da pregiudicarne la conservazione.

 D.Lgs N. 42/2004- Aree tutelate per legge, interessate da strutture archeologiche o materiali antichi (art.77 del TUNA)

 D.Lgs N. 42/2004- ai sensi dell’Art..136 c. 1, lettera b) oggetto della tutela: “Protezione della bellezze naturali” della parte terza del Codice che individua i Beni paesaggistici e riconosce notevole interesse pubblico alle: “cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale, singolarità geologica o memoria storica, ivi compresi gli alberi monumentali, e i giardini, ville, parchi, che si distinguono per la loro non comune bellezza”. I proprietari, possessori o detentori di quest’ultima tipologia di beni culturali “non possono distruggerli, né introdurvi modificazioni che rechino pregiudizio ai valori paesaggistici oggetto di protezione” e “hanno l’obbligo di sottoporre alla regione i progetti delle opere che intendano eseguire.” come sancisce il successivo art. 146 cc.1 e 2.

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6.3 Analisi delle criticità

Attraverso un’analisi complessiva dell’area in esame, si sono evidenziate, carenze e criticità che permettono di mettere a fuoco i punti principali sui quali intervenire. Tali criticità sono:

CRITICITÀ

SIEPI PARTERRE IRRIGAZIONE ARREDO E. ARCHITETTONICI

1) Le siepi che delimitano i due viali: Sono siepi miste formate da alloro (Lauro nobilis) e viburno (Viburnum tinus) hanno una lunghezza di 140 m ed ogni fila e divisa in sette aiuole delimitate da un cordolo di travertino. Le aiuole hanno una lunghezza variabile così come la larghezza la quale varia da un minimo di 1,5 m fino a una massima di 4 m. Le due siepi inglobano nel loro interno i lecci che costituiscono l’alberatura dei viali. Lo stato complessivo delle siepi non è buono poiché manca di compattezza e di uniformità, questo può essere imputabile principalmente all’esposizione ombreggiata dovuta alle chiome dei lecci che hanno una copertura quasi totale lungo i viali. Le specie presenti, seppure adattabili a esposizioni ombreggiate, non sono comunque piante sciafile e quindi tendono a ridurre di molto la compattazione, determinando quindi buchi e scheletrizzazioni nella parte bassa. Pur essendo specie tipiche della macchia mediterranea resistenti a stress idrici e adattabili al sottobosco, l’elevata intensità d’impianto genera fenomeni di competizione sia tra gli individui che compongono la siepe che tra gli alberi determinando condizioni di stress che fanno sì di rendere sensibile sia il viburno sia l’alloro all’attacco di insetti quali: aleurondidi e tripidi, aumentando così gli inestetismi della siepe. Oltre alle cause di tipo ecologico è da evidenziare un basso livello di manutenzione che ha contribuito al diradamento della siepe, inoltre, l’impianto di irrigazione non è sufficientemente adeguato a garantire una distribuzione omogenea di acqua.

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36 2) Parterre centrale:

La disposizione delle aiuole che costituiscono il parterre il quale è caratterizzato da una simmetria centrale risalgono ai primi del novecento. Questo intervento di ristrutturazione del giardino deve ormai considerarsi storicizzato in quanto sono trascorsi più di cento anni, pertanto la sua struttura deve essere mantenuta e non deve essere modificata. tuttavia la vegetazione di cui è formato è cambiata più volte nel corso degli ultimi cento anni e non ci sono fonti che permettono una ricostruzione storica di questo periodo, per questo motivo non possiamo considerare storicizzata la vegetazione presente, prendendola cosi in considerazione come punto di intervento, in quanto è particolarmente degradate ed influenza negativamente l’intera armonia del giardino. Il parterre è costituito da tre aiuole principali la prima che si incontra partendo dall’ingresso è di forma circolare la seconda di forma trapezioidale stondata e la terza di forma trapezioidale quadripartita dove nel suo interno è collocata la fontana. Ogni aiuola è ricoperta da un tappeto erboso ed il suo perimetro è circondato da una siepe di bosso (buxus sempervirens varietà nana), che contorna il perimetro delle aiole e forma dei disegni geometrici al centro dell’aiola centrale. L’aspetto degradato del parterre riguarda tutti gli elementi che compongono la vegetazione, per quello che riguarda il prato sicuramente l’esposizione semi ombreggiata dovuta alle chiome dei lecci è una delle cause principali che determina la non compattezza del tappeto erboso, in quanto in queste condizioni per ottenere un buono stato di conservazione del prato è necessario un elevato grado di manutenzione. In questo caso il tappeto erboso evidenzia: diradamento, elevata presenza di specie infestanti, elevata compattazione del terreno, discontinuità della superficie. Le varie criticità evidenziate sono imputabili sia alle condizioni ecologiche dovute all’esposizione che alla bassa manutenzione apportata rispetto a quella dovuta per queste condizioni. Oltre a questo e da evidenziare la non adeguata distribuzione della quantità di acqua erogata dall’impianto di irrigazione. Per quanto riguarda il bosso in quanto pianta sciafila si colloca perfettamente in queste condizione, tuttavia è da riscontrare che negli ultimi anni il bosso è soggetto e attacchi da parte della piralide del bosso (Cydalima perspectalis), specie aliena che è entrata nel nostro paese ormai da diversi anni, e provoca danni molto ingenti a questa pinta con defogliazioni che comportano la perdita delle caratteristiche estetiche fino alla morte per completa defogliazione. Nella siepe presente nel parterre si possono riscontrare estese scheletrizzazioni che possono essere riferite a questo insetto. Questo mette fortemente a rischio sia l’estetica che la vitalità delle piante stesse, oltre a questo si evidenzia un diradamento della siepe dovuto ad un cattivo stato di conservazione relativo ad una bassa manutenzione

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3) Impianto di irrigazione

L’impianto di irrigazione è costituito da un irrigazione a goccia che riguarda la siepe, ed un irrigazione ad asperzione per il parterre centrale. Per quello che riguarda la siepe l’irrigazione a goccia tende ad essere inadeguata in quanto le ali gocciolanti non sono sufficienti a garantire una distribuzione omogenea di acqua nella parte più larga delle aiuole determinando una carenza idrica. Mentre l’irrigazione riferita al parterre tende ad essere insufficiente in quanto sono presenti pochi spruzzatori e sono anche distribuiti in maniera non ottimale perche incontrano degli ostacoli nel loro raggio d’azione che ne limitano la gettata.

4) Arredo

Le criticità relative dall’arredo riguardano principalmente: la sostituzione di una panca danneggiata, la sistemazione del cordolo di travertino che delimita le aiuole, il quale risulta danneggiato in alcuni punti, inserimento di nuove panche della stessa tipologia in modo di fare assumere una distribuzione omogenea e simmetrica delle panche in tutto il giardino, e una adeguata pulitura sia delle panche che del cordolo, e la ripulitura della fontana e dei tavoli in pietra, e della seduta dell’anfiteatro. La sostituzione delle quattro panchine in metallo poste nella parte del giardino antistante all’entrata, in quanto risultano particolarmente deteriorate nella forma e nel colore, inoltre il loro stile tende e discostarsi con quello complessivo del giardino e rispettivo arredo. Sostituire i cestini per l’immondizia i quali sono di vari modelli con un unico modello che si accordi sia con lo stile delle panche che con quello dei lampioni. La sistemazione della pavimentazione in ghiaia.

5) Elementi architettonici

Gli elementi architettonici che necessitano d’interventi sono: L’anfiteatro le mura circostanti e l'arco di travertino, i quali necessitano di un intervento di restauro, consolidamento e pulitura. Particolarmente importante è il consolidamento dell’arco il quale si presenta puntellato da tavole di legno e transennato. Questi interventi sono presi in considerazione ma non rientrano nel piano di azione di questo progetto il quale si concentra nella riqualificazione e restauro del giardino escludendo gli elementi architettonici.

Nella pagina seguente sono evidenziati attraverso le foto, gli elementi di criticità elencati precedentemente, mentre per una visione più complessiva dei punti d’intervento sempre legati alle criticità si veda (ALLEGATO 2)

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Foto n°11: Parte iniziale del parterre Foto n°12: Siepe viale laterale 1

Foto n°13: Siepe viale laterale 2 Foto n°14: Siepe viale laterale 3

Foto n°15: Aiuole intorno alla fontana Foto n°16: Estremità superiore del parterre

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6.4 Tempi esecuzione lavori

I lavori da realizzare sono stati suddivisi in cinque fasi operative. Durante i lavori dovrà essere messa in opera idonea segnaletica di orientamento. La segnaletica dovrà essere modificata immediatamente ogni qualvolta varieranno le aree di cantiere. In corrispondenza degli accessi dovrà essere predisposta la segnaletica di sicurezza. Gli accessi devono essere sempre mantenuti inaccessibili al personale non addetto. Dovranno comunque essere sempre garantite le vie di fuga del personale impiegato nelle aree di cantiere e degli utilizzatori della struttura.

L’andamento dei lavori non interesserà contemporaneamente tutta l’intera area, ma avrà una direzionalità precisa che andrà dalla parte nord del giardino in corrispondenza dell’entrata, la quale è anche l’area più interessata dai lavori alla rimante parte sud in cui saranno fatti i lavori che richiedono una minore movimentazione. In questo modo si ottimizzeranno gli spazzi consentendo operazioni di stoccaggio dei materiali in loco.

Dai calcoli effettuati dal crono programma, è risultato che per la completa esecuzione dei lavori per la riqualificazione del giardino sono necessari 140 giorni naturali . (ALLEGATO 5)

Il crono programma è previsto dall’articolo 33, comma 1, lettera h) del d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 quale documento del progetto esecutivo da allegare al contratto, è stato redatto ai sensi dell'articolo 40 del ripetuto d.P.R. 207/2010. L’obiettivo del crono programma è di determinare i tempi di esecuzione del lavoro tenendo anche conto dell'eventuale andamento stagionale sfavorevole.

Il cronoprogramma esecutivo dei lavori che s’intende fare, sulla base delle prescrizioni del presente disciplinare, è predisposto e consegnato prima dell’inizio dei lavori dal tecnico rappresentante del concessionario, nominato prima della stipula del contratto.

Questo documento è raffigurato attraverso il diagramma di Gantt, che permette la rappresentazione grafica del calendario di attività, utile al fine di pianificare, coordinare e tracciare specifiche attività in un progetto dando una chiara illustrazione dello stato d'avanzamento del progetto rappresentato. E’ stato costruito partendo da un asse orizzontale a rappresentazione dell'arco temporale totale del progetto e di ogni singola attività del progetto suddiviso in fasi incrementali quali mesi. Queste barre possono sovrapporsi durante il medesimo arco temporale a indicare la possibilità dello svolgimento in parallelo di alcune delle attività che costituiscono il progetto.

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FASE 1 – BLU

- Allestimento del cantiere

- Smontaggio dell’impianto d’irrigazione esistente

- Estirpazioni delle piante di viburno e alloro che costituiscono la siepe dei viali e delle piante di bosso che costituiscono la siepe di bordura del parterre, sarà eliminata sia la parte aerea sia la parte ipogea della pianta.

- Smaltimento del relativo materiale di risulta presso discariche autorizzate

- Rimozione delle panchine e delle panche che si trovano lungo i viali e sulle aree aperte, eliminazioni delle panche non più utilizzabili e delle panchine che devono essere sostituite e dei cestini per l’immondizia, mentre il materiale rimanente potrà essere stoccato nella parte sud del giardino, che sarà l’ultima ad essere interessata dai lavori. - Applicazione di barriere di protezione sui tronchi delle piante presente nell’area di

cantiere, e sui materiali lapidei in prossimità delle zone di lavoro.

FASE 2 – ROSSA

- Preparazione del terreno delle aiuole dei viali, per la messa a dimora della nuova siepe attraverso: lavorazione dello strato superficiale del terreno ad una profondità di circa 20-25cm tale da non provocare danno agli apparati radicali esistenti, questa operazione sarà eseguita a mano nelle aiuole più strette con motozappa in quelle di grandi dimensioni e lontano delle radici dei lecci presenti.

- Eliminazione dei primi 10 cm dello strato superficiale del terreno e aggiunta della corrispettiva quantità di terreno con specifiche caratteristiche strutturali e nutritive specifico per le piante che saranno messe a dimora

- Preparazione del terreno delle aiuole che compongono il parterre per la messa a dimora delle nuove piante che costituiranno il nuovo parterre attraverso: lavorazione dello strato superficiale del terreno ed eliminazione completa del tappeto erboso presente, le operazioni saranno eseguita quasi interamente con motozappa tranne nei punti più vicini ai lecci presenti e nelle aiuole più strette.

- Aggiunta di terreno specifico per le culture che verranno poste in opera, e di ammendante per migliorare le caratteristiche strutturali del terreno presente, riportando una quantità di terreno necessaria a rialzare di circa 50cm l’aiuola centrale del parterre. Ulteriore zappatura per mescolare ed omogeneizzare le due tipologie di terreni e l’ammendante.

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- Divisione interna della aiuola centrale del parterre mediante l’inserimento di una lamina divisoria in alluminio

- Concimazione di fondo dei terreni preparati

FASE 3 – VERDE

- Messa a dimora delle piante relative alla siepe e quelle relative al parterre

- Sistemazione impianto di irrigazione ed eliminazione delle barriere protettive sui tronchi - Potatura e prima manutenzione delle piante

- Montaggio dell’impianto di irrigazione

- Pacciamatura con corteccia di pino sia nelle siepi che nel parterre

FASE 4 – GIALLA

- Rimozione delle ghiaia presente e stoccaggio in una delle aree predisposte nel cantiere - Rifacimento dello strato di fondo , ricollocazione e riporto della ghiaia mancante

FASE 5 – VIOLA

- Pulitura del cordolo di contenimento delle aiuole in travertino, e pulitura delle panche in pietra, e de tavoli in pietra, della fontana e della fontanella

- Ricollocamento delle panche

- Ricollocamento dei cestini per l’immondizia. - Controllo e revisione dell’impianto di illuminazione

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