COMUNE DI CATANIA (PROVINCIA DI CATANIA)
Progetto Esecutivo Impianto di compostaggio e produzione di fertilizzante naturale sito nel Comune di Catania, Contrada Milisinni, Località Passo Martino, S.P. n. 69/II. Foglio n. 52, p.lle: 584-585-586-576-577-25 (in parte) –574 (in parte)–583 (in parte)-del N.C.T. del Comune di Catania autorizzato giusta D.A n.412/GAB del 19/12/2019 – P.A.U.R art 27 bis D.Lgs n.152/2006 e s.m.i.
RELAZIONE TECNICA GENERALE
LA DITTA
SIRACUSA FEBBRAIO,2020
Indice
1. Premessa ... 4
2. Inquadramento urbanistico e territoriale ... 5
3. Identificazione catastale ... 6
4. Coordinate geografiche ... 6
5. Descrizione dello stato di fatto ed adempimenti preliminari ... 8
6. Il processo del compostaggio ... 17
7. Descrizione generale del ciclo produttivo e delle aree in cui sarà svolta l’attività di compostaggio ... 19
8. Dati di progetto ... 20
9. Rifiuti destinati al processo produttivo – CER autorizzati ... 25
10. Ciclo produttivo ... 26
10.1. Conferimento ... 26
10.2. Preparazione della miscela da biossidare ... 27
10.3. Biossidazione accelerata e curing in biocelle ... 28
10.4. Maturazione ... 30
10.5. Raffinazione ... 30
10.6. Deposito prodotto finito ... 31
10.8. Ciclo produttivo ... 31
11. Gestione delle arie esauste ... 33
11.1. Calcolo del quantitativo delle arie esauste da depurare mediante biofiltri ... 33
11.1.1. Dimensionamento dello scrubber ... 35
11.1.2. Aspirazione e conduzione delle arie esauste ... 36
11.1.3. Biofiltri ... 36
11.1.4. Componenti a servizio di ogni biofiltro ... 37
11.1.5. Geolocalizzazione dei punti di emissione E1, E2, E3, E4, ... 37
12. Gestione delle acque meteoriche, di lavorazione e lavaggio mezzi ... 40
12.1. Acque meteoriche ... 41
12.2. Acque di percolazione provenienti dalle celle di ACT, dal capannone di preparazione delle matrici e dai biofiltri ... 42
12.3. Acque di lavaggio ruote mezzi conferitori ... 44
13. Presidi compatibilità/rischio idraulico sito ... 44
15.1. Impianto acque industriali – Impianto antincendio………..
15.2. Impianto Elettrico……….………
15.3. Trattamento Acque Servizi Igienici………
16. Misure di Mitigazione/Compensazione Ambientale……….……..
16.1. Misure di Mitigazione Ambientale……….
16.2. Misure di Compensazione Ambientale……….…………
17. Stato Attuazione Prescrizioni………
18. Idoneità Ambienti di Lavoro “ex edificio 36” – Aree a Verde e Parcheggi………..
19. Piano di ripristino e recupero ambientale sito – Fine attività………..
1. Premessa
La Società Realizzazioni e Montaggi S.r.l. con sede in Siracusa Viale Teracati, 156, P.I.
01610700898, intende svolgere l’attività di recupero di rifiuti non pericolosi mediante processi di compostaggio di frazioni compostabili appartenenti alla tipologia 16.1 del D.M. 05/02/98 con potenzialità giornaliera superiore alle 75 tonn/giorno ai sensi dell’art. 29 ter del D. Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.
Per tali ragioni ha inoltrato l’istanza n.prot 45/2018 del 31/05/2018 (prot. Dipartimento Regionale Ambiente n.34275 del 31/05/2018), chiedendo all’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente l’attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art.23 del D.Lgs n.152/2006 e s.m.i, comprensiva della Valutazione di Incidenza Ambientale, ai sensi dell’art.5 D.P.R n.357/1997 e s.m.i, nell’ambito del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R), ai sensi dell’art.27 bis del D.Lgs n.152/2006 e s.m.i. per il progetto di un “Impianto di compostaggio e produzione di fertilizzante naturale sito nel Comune di Catania, Contrada Milisinni, Località Passo Martino, S.P. n. 69/II. Foglio n. 52, p.lle: 584-585-586-576-577-25 (in parte) –574 (in parte)–583 (in parte)- del N.C.T. del Comune di Catania”.
L’impianto in oggetto è stato autorizzato giusta D.A n.412/GAB del 19/12/2019 comprendente i seguenti pareri e titoli abilitativi di cui alla determinazione conclusiva della Conferenza di Servizi decisoria del 18/09/2019 e che costituiscono parte integrante del decreto (Vedi Allegato P.A.U.R – Titoli abilitativi):
- D.A n.290/GAB del 24/06/2019 con il quale l’ARTA ha rilasciato giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni, ai sensi dell’art.25 del D.lgs n.152/2006 e s.m.i., comprensivo della Valutazione di Incidenza, ai sensi dell’art.5 del D.P.R 357/97 e s.m.i.;
(N.B: il D.A n.290/GAB del 24/06/2019 tiene conto, armonizzandoli in ultima analisi laddove necessario del parere intraprocedimentale reso dalla Città Metropolitana di Catania nell’ambito della Verifica di Incidenza Ambientale (V.INC.A) I Livello resa attraverso il parere n.prot 50620 del 06/10/2017 e di quello di V.INC.A II livello reso attraverso il parere n.prot 43436 del 20/07/2018, entrambi si allegano);
- D.D.S n.1286 del 22/10/2019 con il quale il Servizio 8 del D.R.A.R ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi dell’art 29-sexies del D.Lgs n.152/2006 e s.m.i;
- Parere prot n.0047499 dell’11/09/2019 di ARPA CT (N.B. in data 13.01.2020 a mezzo pec è stato inviato ad ARPA CT e per conoscenza al DRAR ed al DRA bozza finale PMC che tenga conto del parere ARPA nonché delle altre prescrizioni in capo ai decreti autorizzativi.
Sul punto non si è avuto ad oggi alcun riscontro da ARPA CT in atto alla validazione finale.
Tutti i provvedimenti/documenti citati risultano allegati al presente progetto esecutivo che viene redatto ai sensi del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207 contenendo al contempo tutte le prescrizioni elencate/richiamate nel P.A.U.R che vengono ad integrarsi al progetto definitivo approvato in sede autorizzativa.Lo stesso progetto esecutivo è reso nell’ambito della Istanza di attivazione della procedura di verifica di ottemperanza, ai sensi dell'art. 28 comma 3 del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e risulta reso preliminarmente all’avvio dei lavori di realizzazione dell’impianto per come disposto sia dal D.A n.290/GAB del 24/06/2019 che dal D.D.S n.1286 del 22/10/2019.
In senso generale il presente progetto esecutivo viene redatto nel presupposto che tutte le sezioni impiantistiche assolvano alle funzioni per le quali sono progettate in tutte le condizioni operative previste adottando tutti gli accorgimenti utili per ridurre i rischi per l’ambiente ed i disagi per la popolazione.
2. Inquadramento urbanistico e territoriale
L’impianto di compostaggio di che trattasi, insiste all’interno di un grande complesso di opifici industriali ormai dismessi ma che fino a un decennio fa hanno ospitato al loro interno allevamenti di bovini a livello intensivo. Infatti, detti opifici industriali sono costituiti da una serie di capannoni di tipologie diverse in funzione dello scopo cui erano destinati, vasche di accumulo delle deiezioni animali, sottoservizi, capannoni per il ricovero e manutenzione mezzi di lavorazione, palazzine uffici, mense, spogliatoi.
L’impianto della Società REALIZZAZIONI E MONTAGGI S.r.l. è sito a circa 15 km a sud del centro abitato di Catania, a una quota media di circa 12 m sul livello del mare.
Cartograficamente, il sito ricade nel foglio 270 III S.O. della Carta d’Italia edita dall’I.G.M. nella tavoletta denominata “Villaggio Delfino” (fig. 1), scala 1:25.000, e nella Sezione “Spina Santa” n.
636160 della Carta D’Italia, in scala 1:10.000, edita dalla Regione Sicilia e avente coordinate geografiche WGS84 Lat. 37,411158° N e Long. 14,987035° E estratte per mezzo di Google Earth.
Il lotto è caratterizzato da una forma allungata in direzione E - W e si ha accesso da una strada privatainterpoderale di altra proprietàche si diparte a sua volta dalla Strada Provinciale 69/II. Un altro ingresso, aperto al pubblico e dunque ai mezzi conferitori, è situato nella parte nord che mette in comunicazione, attraverso la SP n.70 II e la SP n.207, l’impianto con la S.S. 417Catania – Gela. L’intero lotto di terreno su cui sorgerà l’impianto è circondato da terreni di proprietà della stessa ditta Realizzazioni e Montaggi o società partner. Tali terreni, allo stato attuale, sono privi di edifici abitati e risultano coltivati.
3. Identificazione catastale
Il lotto è identificato al foglio n. 52p.lle: 584-585-586-576-577-25 (in parte, relativamente all’edificio già esistente adibito ad ufficio accettazione) –574 (in parte, laddove verrà realizzato l’impianto di pesatura prospiciente l’edificio accettazione)–583 (in parte, limitatamente alla stazione di accumulo e pompaggio impianti idrico ed antincendio, con relativa aiuola a verde) del N.C.T. del Comune di Catania.
4. Coordinate geografiche
Coordinate geografiche WGS84 Lat. 37,410620° N e Long. 14,987623° E estratte per mezzo di Google Earth.
Fig. 1 –Corografia in scala 1:25.000.
5. Descrizione dello stato di fatto ed adempimenti preliminari
L’impianto di compostaggio in progetto della Realizzazioni E Montaggi S.r.l., insiste su una porzione di un grande complesso di opifici industriali ormai dismessi ma che fino a un decennio fa hanno ospitato al loro interno allevamenti di bovini a livello intensivo. Nello specifico il complesso industriale, un tempo denominato CO.AL.CO. (Consorzio Allevamenti Cooperativi) era articolato, durante la sua ultima fase di esercizio in determinati macrosettori, con annesse pertinenze a servizio dell’attività già esistenti ancor prima della sua entrata in esercizio tra cui canali di scolo delle acque meteoriche e di raccolta liquami, così dislocati:
Settore Macellazione:
Mattatoio e celle frigorifere;
Mattatoio contumaciale;
Stalla visita pre-mortem;
Uffici;
Settore allevamento suini:
Stalle gestazione;
Stalle parto;
Stalle svezzamento;
Stalle ingrasso;
Locale preparazione mangimi;
Uffici;
Bilico pesa automezzi;
Platea disinfezione ruote d’auto;
Settore allevamento bovini:
Stalla radiale;
Stalle con grigliato;
Stalle con lettiera;
Stalle isolamento;
Fienili;
Silos platea;
Impianti generali:
Mangimificio;
Centrale idrica;
Pozzi artesiani;
Rete idrica per acque di lavaggio;
Rete idrica per acqua potabile;
Laghetto riserva idrica;
Impianto antincendio;
Cabina elettrica di trasformazione;
Impianti b.t.;
Stradelle;
Piazzali;
Impianto erogazione carburanti;
Impianto Bio – Gas;
Impianto depurazione liquami;
Laguna stoccaggio acque fertirrigazione;
Officina e ricovero mezzi;
Magazzini sementi;
Magazzini ricambi;
Bilico di pesa automezzi;
Servizi sociali ed uffici:
Servizi dormitori operai;
Mensa sociale;
Alloggi dirigenti;
Uffici amministrazione;
Attrezzature:
Officina;
Edifici per macchinari;
Le caratteristiche delle strutture esistenti ad asservimento dell’attività di allevamento CO.AL.CO. erano così come dalla documentazione rinvenuta dalle Concessioni Edilizie:
Settore A.
A) Settore Macellazione:
All’interno di detta area è ubicata la stalla premortem. Questa è sita all’ingresso dell’area lato ovest del sito. Questa è costituita da un capannone coperto a volte con lastre di cemento- amianto e strutture portanti in conglomerato cementizio ed una superficie di circa 357 mq.
B) Mattatoio:
L’edificio è stato realizzato con strutture prefabbricate in cemento armato e tamponato con blocchi in cemento intonacati. Ha una superficie coperta di circa 1.100 mq.
C) Celle frigorifere:
Sono ubicate sulla testata delle sale di macellazione e sono in numero pari a 12. Dette celle occupano una superficie di 360 mq.
D) Macello contumaciale:
Edificio realizzato in opera in conglomerato cementizio e tamponato in blocchi intonacati ed una superficie di 80 mq.
E) Edificio uso uffici e abitazione custode:
Questo è un fabbricato ad un solo piano costruito in opera in struttura portante in cemento armato e copertura a falde in lastre fibro cemento. La sua superficie ammonta a 160 mq.
Settore B:
A) Edificio uso uffici ed abitazione:
Questo è un fabbricato a forma di H maiuscola ad un solo piano costruito in opera in struttura portante cementizia con copertura in latero cemento. La sua superficie coperta è di 188 mq.
B) Pesa:
Questa aveva una portata di 40 tonnellate e le dimensioni di m 2,60 x m 3,80.
C) Locale preparazione mangimi:
Per il suo funzionamento il complesso era dotato di mangimificio con silos per lo stoccaggio dai cereali per la preparazione dei mangimi. Trattasi di un capannone coperto a due falde realizzato in struttura prefabbricata, pavimento in cemento, tamponamento in blocchi di cemento. La sua superficie coperta è di 396 mq.
D) Porcilaia ingrasso.
È costituita da una serie di tre edifici per ospitare oltre 3.300 capi di bestiame.
Ogni singolo capannone è sormontato da copertura a due falde realizzata in struttura prefabbricata, pavimento in cemento, tamponamento in blocchi di cemento. La sua superficie coperta complessiva ammonta a 4.900 mq.
E) Porcilaia per gestazione:
Trattasi di un capannone adibito alla gestazione delle scrofe: Questo è costituito da un capannone a due falde in struttura e tamponamento del tipo prefabbricati. I pavimenti sono del tipo cementizio. La superficie coperta è di 1.032 mq.
F) Porcilaie parto e svezzamento:
Le caratteristiche di questi due capannoni sono identiche di quelli al punto precedente. L’intera superficie coperta ammonta a 1.755 mq.
Settore C:
A) Stalla radiale:
Si tratta di un complesso di edifici contigui adibiti a stalla per la stabulazione libera degli animali.
Questo complesso di edifici costruito in struttura latero cementizio ha molti accessi al suo interno ed una superficie coperta di 3.048 mq al suo interno e relativamente ai paddocks esterni si arriva fino a 7.347 mq. Questi ultimi sono costituiti interamente in cemento
B) Stalla Bovini:
Trattasi di n. 8 stalle adibite all’ingrasso dei bovini su grigliato. Ogni corpo di fabbrica è costituito da due capannoni a volta con al centro un corridoio di alimentazione che serve i box ai lati.
All’estremità degli edifici sono presenti delle vasche interrate per la raccolta dei liquami. Questi edifici sono costruiti in struttura prefabbricata portante in ferro, copertura in lastre ondulate in cemento-amianto e tamponamento in blocchi di 30 cm.
La superficie complessiva degli interi otto capannoni è di 11.720 mq.
C) Stalle di isolamento:
Sono due stalle uguali con fondazioni in c.a. e struttura portante prefabbricata in ferro e copertura a volta in cemento-amianto. Il tamponamento è in blocchi dello spessore di 30 cm intonacato. La superficie totale è di mq 2.867.
D) Stalle di sosta:
Si tratta di n.3 stalle adibite all’allevamento e stabulazione libera su battuto di cemento. Ogni stalla è costituita da due capannoni affiancati con copertura a volta, realizzati in strutture portanti prefabbricate in ferro. La superficie coperta totale è di 3.813 mq
E) Fienile:
Si tratta di n.2 capannoni adibiti a fienile costruiti con fondazioni in c.a. e struttura portante e copertura a volta in ferro con lastre in cemento-amianto. I tamponamenti sono in cemento armato. La superficie coperta ammonta a 1.558 mq.
Settore D:
A) Impianto di depurazione:
Questo, di obsoleta tecnologia, è costituito da una vasca delle dimensioni di ml 12,00 x 6,00 x 3,60 con agitatore immerso all’interno della stessa vasca per favorire l’ossigenazione del depurato.
B) Impianto di biogas:
Questo è costituito da due digestori della capacità di 5.000 mc cadauno.
C) Mangimificio:
Il mangimificio è costituito da un capannone con fondazioni in c.a. e strutture portanti a volta prefabbricate in ferro e lastre in fibro – cemento. La superficie coperta ammonta a 643 mq.
D) Impianto di dissalazione acqua:
Il fabbricato adibito alla dissalazione dell’acqua ha la capacità di dissalare acqua per una capacità di 1.150 mc. Detto fabbricato ha la dimensione in pianta di 44 mq.
E) Centrale idrica:
L’acqua proveniente dai pozzi artesiani ubicati all’interno dell’area viene raccolta all’interno di due serbatoi della capacità di ql. 6.220 ciascuno.
F) Cabine elettriche:
Si tratta di due cabine del tipo prefabbricato in lamiera coibentata dalle scariche elettriche su basamento in calcestruzzo armato
G) Pesa ed ufficio:
Si tratta di una pesa a ponte in bilico della portata di ql. 300 delle dimensioni di ml 8,00 x 3,00;
l’ufficio pesa, costituito in conglomerato cementizio e copertura piana, ha dimensioni ml 4,00 x ml 4,70.
H) Magazzino:
Questo è realizzato in opera in conglomerato cementizio e muratura comune con copertura piana.
La superficie complessiva ammonta a 242,00 mq.
Settore E:
Questo settore comprende tutti i servizi e gli impianti che consentono il pieno funzionamento dell’azienda. In particolare gli edifici presenti all’interno di detto settore sono i seguenti:
Due palazzine uffici e alloggi.
Mensa aziendale.
Foresteria.
Magazzino con tettoia metallica.
Lavanderia.
Deposito fertilizzanti.
Tutti questi edifici hanno le stesse caratteristiche costruttive: sono realizzati in opera con fondazioni e struttura portante in c.a.. I solai sono del tipo latero cementizio con coperture a più falde.
Interamente ricoprono una superficie di 2.280 mq.
Questo settore comprende tre edifici posti al servizio dei macchinari ed attrezzature dell’azienda ed in particolare: una officina meccanica la cui superficie è di 705 mq; un edificio adibito al ricovero delle attrezzature dell’azienda con una superficie di 454 mq; un fabbricato di piccole dimensioni in conglomerato cementizio di mq 30.
Inoltre, sono presenti allo stato attuale:
Canali di scolo acque suoli agrari. I canali di scolo dei suoli agrari sono tre e allo stato attuale risultano in esercizio ed attraversano il sito in direzione nord – sud raccogliendo le acque di scolo dei giardini situati a nord dell’installazione. Questi canali sono completamente interrati lungo il tratto di attraversamento all’interno della CO.AL.CO. Al contempo questi fungono da corpo recettore superficiale per le acque meteoriche provenienti dai tetti di tutti gli edifici e dalle stradelle interne.
All’interno dell’installazione sono presenti tutta una serie di reti di captazione acque meteoriche e relative caditoie che si estendono lungo i vari assi stradali presenti all’interno del lotto. Le acque meteoriche dei tetti, attraverso i vari discendenti situati lungo i muri perimetrali dei vari corpi di fabbrica, si riversano all’interno di opportune tubazioni stagne che a loro volta si immettono nella sede dei canali di raccolta acque dei suoli agrari che si dipartono da nord in direzione sud attraversando nella loro interezza il lotto. Inoltre, le acque delle stradelle dell’interno lotto, attraverso opportune pendenze, si riversano nelle caditoie loro dedicate per essere convogliate all’interno dei canali sottotraccia che come detto al punto precedente, attraversano il lotto in direzione nord – sud permettendo alle acque di essere allontanate dall’installazione.
All’interno del lotto sono presenti delle vasche stagne in cemento armato in passato dedicate al contenimento dei liquami, provenienti dalle stalle di allevamento bovini e suini, e altre vasche stagne in cemento armato utilizzate per l’antincendio e come deposito idrico.
L’impianto di che trattasi interesserà interamente i settori C, E, F, parte del settore A limitatamente all’edificio già esistente che fungerà da accettazione prospiciente al quale verrà realizzata una pesa a ponte, e parte del settore D limitatamente all’utilizzo dell’area di stoccaggio e pompaggio impianto idrico ed antincendio. I manufatti esistenti risultano dotati di concessione edilizia. Il titolo abilitativo inerente gli immobili da realizzare è riconducibile al P.A.U.R e nel titolo edilizio-urbanistico annesso.
I manufatti esistenti, già oggetto di concessione (capannoni, sottoservizi, impianti idrico/antincendio, cabine di trasformazione, fabbricati, uffici, vasche di accumulo, etc..) per come riscontrati negli allegati, ben si prestano all’attività di compostaggio che si andrà ad effettuare previo interventi di manutenzione ordinaria; essi pertanto verranno riadattati, con gli opportuni accorgimenti
del caso per gli scopi del presente progetto per come riferito negli elaborati grafici allegati al progetto esecutivo.
Nell’area in oggetto insistono al contempo dei manufatti realizzati illo tempore in cemento- amianto (es. coperture capannoni). La tematica “amianto”, nel procedimento autorizzativo che ha portato all’autorizzazione dell’impianto, è stata affrontata con l’ente competente (ARPA CT), stabilendo la procedura di intervento e monitoraggio dei manufatti in amianto riferita alla normativa di settore.
Il gestore nominerà un responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attività di manutenzione che possono interessa i M.C.A., il quale avrà anche il compito di predisporre un programma di controlli periodici e di manutenzione durante il ciclo di vita dell’impianto. Il nominativo del responsabile verrà notificato all'ARPA e all'ASP competenti per territorio, al fine di esercitare la sorveglianza.
In riferimento al cambio di destinazione d’uso degli immobili pertinenti da “opifici agricoli” in
“opifici industriali” senza modificare le ZTO del PRG di Catania si procederà prima dell’avvio dell’impianto. Ciò in riferimento alle prescrizioni di cui al parere del Comune di Catania n.prot 208184 rifprot n.156085/19 del 07.06.2019 reso nell’ambito del procedimento autorizzativo.
Per quanto riguarda invece il contenimento dei consumi energetici e caloriferi si rappresenta come gli edifici destinati ad uffici, spogliatoi ed officina, presentano di già una struttura di coibentazione all’avanguardia che impedisce la dispersione termica. Si interverrà qualora necessario sugli infissi secondo le direttive del GSE. Parimenti in riferimento alla manutenzione ordinaria degli edifici destinati ad uffici e spogliatoi si procederà secondo il DM 11 ottobre 2017 relativo all’applicazione dei C.A.M segnatamente agli edifici abitati nonché sulle norme inerenti la salubrità dei luoghi di lavoro. Anche gli edifici di nuova realizzazione quali il capannone di ricezione e l’area di maturazione finale seguiranno i criteri minimi ambientali. Il progetto esecutivo prevede di non realizzare alcun manufatto a servizio dell’impianto nella fascia di rispetto del metanodotto SNAM.
Fig. 2 –Planimetria Generale – Stato di fatto
6. Il processo del compostaggio
Il compostaggio è una tecnica attraverso la quale viene controllato, accelerato e migliorato il processo naturale a cui va incontro qualsiasi sostanza organica per effetto della flora microbica naturalmente presente nell'ambiente. Si tratta di un “processo aerobico di decomposizione biologica della sostanza organica che avviene in condizioni controllate, che permette di ottenere un prodotto biologicamente stabile in cui la componente organica presenta un elevato grado di evoluzione”; la ricchezza in humus, in flora microbica attiva e in microelementi fa del compost un ottimo prodotto, adatto ai più svariati impieghi agronomici, dal florovivaismo alle colture praticate in pieno campo.
Il processo di compostaggio si compone essenzialmente in due fasi:
bio-ossidazione, nella quale si ha l’igienizzazione della massa: è questa la fase attiva (nota anche come activecomposting time - ACT), caratterizzata da intensi processi di degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili;
maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza arricchendosi di molecole umiche; si tratta della fase di cura (nota come curing phase), caratterizzata da processi di trasformazione della sostanza organica la cui massima espressione è la formazione di sostanze umiche.
Nel corso del processo, si verifica tendenzialmente un aumento della temperatura nei primi 3 giorni di processo dove il rifiuto è in una fase attiva di biotrasformazione. Il controllo costante dell’intera fase di bioconversione, impedisce l’aumento di temperatura oltre i 65 °C, evitando l’essiccazione del prodotto e favorendo una corretta e rapida biostabilizzazione.
Dalle esperienze pregresse, infatti, la conduzione del processo di biostabilizzazione a temperature maggiori di 70 °C comporta un rallentamento globale della degradazione e dell’umificazione, anche perché rimarrebbero presenti attivamente solo i batteri termofili.
Una temperatura inferiore, e comunque superiore ai 55 °C, per almeno tre giorni consecutivi, necessari per legge all’eliminazione dei patogeni, permette la presenza di comunità microbiche più strutturate e ricche.
Il contenuto in azoto ammoniacale subisce un rapido incremento nelle prime fasi del ciclo (6 giorni) e si attesta su valori vicini allo “zero” dopo circa 15 giorni di processo.
Per quanto riguarda il pH si nota una prolungata fase leggermente acidogena (15 giorni) in cui il pH rimane al di sotto di 6; tale fase potrebbe ulteriormente accorciarsi qualora la massa sia dotata di un maggior valore in umidità (40-50% di sostanza secca); al termine, il valore del pH si attesta su valori
“fisiologici” per un rifiuto biostabilizzato il cui processo è stato ben condotto ed ultimato.
L’andamento dell’Indice di Respirazione, che esprime la fermentescibiltà residua del materiale in corso di bioconversione, assume un andamento esponenziale inverso nel corso dei 15 - 21 giorni di processo iniziale. Partendo da livelli intorno a 2000-3000 mgO2/ g SV h, si attesta sui valori al di sotto di 1000 alla fine del processo di biostabilizzazione accelerata ed al di sotto di 500 alla fine del processo di compostaggio; tale evento ha, di fatto, due spiegazioni:
stabilizzazione della sostanza organica durante la fase di processo;
abbattimento repentino delle sostanze più facilmente fermentescibili e aggredibili.
L’assenza di sbalzi termometrici sensibili durante il processo di bioconversione è correlata all’adozione di una tecnologia di processo di tipo “statico” con ricircolo d’aria, tra cui i principali vantaggi si è sempre riportata in letteratura l’assenza degli “shock termici” causati dai rivoltamenti.
La distribuzione della temperatura media è molto regolare e costante, lo scostamento tra temperatura del “cuore del cumulo” e la superficie è di pochi gradi; questo fatto è garantito da una buona coibentazione delle biocelle, che permette di mantenere in tutta la massa condizioni termometriche omogenee.
7. Descrizione generale del ciclo produttivo e delle aree in cui sarà svolta l’attività di compostaggio
Il ciclo produttivo dell’impianto di compostaggio in progetto si svolgerà in n. 5 aree:
1. Area di conferimento, triturazione/sfibratura eventuale deplastificazione, vagliatura/deferrizzazione e miscelazione.Il capannone in cui sarà svolta l’area di conferimento verrà realizzato secondo le specifiche riportate in allegato. Tale capannone sarà confinato e posto in depressione per mezzo di ventola di aspirazione e successive condotte a mezzo delle quali l’aria prelevata verrà insufflata nelle biocelle di ossidazione (ACT)ai fini della mineralizzazione della biomassa in trattamento. All’interno del capannone oltre a essere conferiti i rifiuti da immettere nel processo produttivo dell’impianto sarà svolto:
un processo di triturazione/sfibratura, eventualedeplastificazionee vagliatura per la diminuzione della pezzatura dei rifiuti da biossidare/trattare e la separazione dei rifiuti inerti, in plastica e metallici (deferrizzazione), da destinare allo smaltimento/recupero in altri impianti;
un processo di miscelazione dei rifiuti da biostabilizzare.
2. Area di conferimento dei rifiuti verdi. L’area di conferimento/stoccaggio dei rifiuti verdi è localizzatasu un’area esistente pavimentatae munita di apposita pendenza per il convogliamento delle acque meteoriche di prima pioggia (5 mm) che verranno inviate a trattamento di disoleazione. In tale area è anche prevista la triturazione del rifiuto vegetale con biotrituratore.
3. Area di biossidazione. L’area dove sarà svolto il processo di biossidazione è costituita da n. 8 capannoni in c.a., già esistenti, con tetto a volta che verrannodotati di porte a tenuta. Al loro interno verrà realizzata una pavimentazione con sistema di insufflazione, alimentato da n. 4 pompeper l’insufflazione d’idonea portata, per l’innesco dei processi ossidativi. I percolati prodotti durante il processo di biossidazione saranno raccolti nelle canalette di scolo e recapitati nel parco unico serbatoi e da lì rilanciati sulla biomassa all’occorrenza. Le biocelle saranno asservite da un sistema di aspirazione con portata superiore all’aria immessa dal sistema di insufflazione per garantire una depressione all’interno della biocella. L’area aspirata viene convogliata attraverso canalizzazioni metalliche al sistema di abbattimento costituito da scrubber e successivo biofiltro. L’area insufflata sulle platee in atto alle n.8 biocelle risulta quella aspirata dal capannone di ricezione, dall’area di maturazione e dai capannoni di stoccaggio del sovvallo a fine lavorazione. L'insufflazione della biomassa in atto alle biocelle di ossidazione potrà avvenire anche a mezzo di aria prelevata e ricircolata dalla stessa biocella garantendo il necessario apporto di ossigeno al rifiuto in trattamento.
4. Area di maturazione e raffinazione. Ultimato il procedo di ACT all’interno delle biocelle, la massa biostabilizzata viene trasferita nell’area di maturazione al coperto, sotto tettoia in
struttura metallica e confinata, posta in depressione. Le arie esauste prelevate da tale presidio verranno insufflate sulle platte di ossidazione (biocelle ACT).La struttura metallica a falde di nuova realizzazione, insisterà su delle baie in cemento armato realizzate al fine di delimitare i vari lotti in maturazione. Successivamente si procede alla raffinazione (vagliatura ed eventuale separazione aeraulica) della massa stabilizzata per l’ottenimento di compost per le varie tipologie di mercato. I sopravagli generati dal processo di vagliatura potranno essere messi in testa al processo e utilizzati per la preparazione di miscele da compostare. Il materiale da raffinare presenta un grado di umidità superiore al 50% che fa sì che non si generino polveri diffuse durante le operazioni.
5. Area di stoccaggio dei prodotti finiti.Lo stoccaggio del compost avviene all’interno di tre capannoni in muratura esistenti, dotati di pavimentazione impermeabile. Tra un capannone e l’altro si realizzerà la copertura dell’area oggi scoperta con adeguata struttura di copertura a volta in carpenteria metallica, che si legherà alle strutture confinanti laterali similari per tipologia strutturale, in modo da creare un unico blocco. Il compost prima di essere messo in commercio sarà sottoposto a specifiche analisi qualitative.
6. Area stoccaggio sovvalli (CER 191212). Lo stoccaggio dei sovvalli a fine lavorazione avverrà all’interno di n.2 capannoni esistenti confinati lateralmente dotati di pavimentazione impermeabile. Gli stessi capannoni verranno posti in depressione mediante l’aspirazione delle arie esauste che verranno condotte ai presidi di ossidazione (biocelle ACT) per l’insufflazione sulla biomassa.
8. Dati di progetto
L’impianto in questione è dimensionato per il trattamento di rifiuti al fine di ottenere essenzialmente ammendante compostato misto,ammendante compostato con fanghi e ammendante verde conformi alle normative vigenti.
Per l'attività di compostaggio di che trattasi verranno rispettate tutte le condizioni prescritte al punto 16 dell'Allegato 1 sub-Allegato I del D.M 05.02.1998 e ss.mm.ii.
In relazione alla normativa di settore è da ricordare come il D.L. 29 aprile 2010, n.75 è stato aggiornato più volte da successivi Decreti, per ultimo il Decreto del Mistero Politiche Agricole e Forestali n.52 del 17.01.2017. Da segnalare anche il DM politiche Agricole del 10 luglio 2013 che ha definito limiti e caratteristiche dell’Ammendante Compostato con Fanghi, i quali devono intendersi come definiti dal D.Lgs n.99/92.
L’area dedicata all’impianto è di circa 75.000mq ed è sufficiente a gestire un flusso di rifiuti in ingresso pari a 230.000 t/anno.
L’impianto è dotato di tutte le strutture necessarie a garantire il corretto svolgimento delle operazioni di compostaggio nonché la sicurezza dello stesso e delle aree circostanti.
Particolare attenzione è stata posta nella dotazione di presidi ambientali atti a impedire la diffusione di odori molesti nell’ambiente e la contaminazione delle matrici ambientali quali suolo, acque superficiali e profonde.
Il presidio di ricezione è dotato di sistemi di aspirazione forzata in ambiente chiuso e confinato.
I parametri di progetto utilizzati sono quelli previsti dalle Linee Guida della Regione Siciliana relative alle “Linee guida per la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti di compostaggio” Ordinanza Commissariale 29/05/2002, pubblicata nella GURS N. 27 del 14/06/2002.
La giornata lavorativa è ripartita su tre turni di otto ore giornaliere a garanzia della corretta gestione dei flussi in entrata e della tempistica del processo di produzione.
In tabella 1 sono riassunti i parametri operativi di funzionamento dell’impianto.
Voci Valori
Giorni lavorativi settimana 7
Giorni lavorativi/anno 365
Potenzialità a regime (mv = 0,7 t/m3)
t/anno 230.000
t/giorno 630
Prodotto finito (compost) (tonn/anno) (50÷55%) 115.000 ÷ 126.500 Scarti di produzione (tonn/anno) (5÷10%) 11.500 ÷ 23.000
Perdita di processo 40÷45%
Nella tabella sotto riportata (TAB 10) sono indicati, per ciascuna tipologia di rifiuto, anche i rispettivi codici C.E.R. (Catalogo Europeo Rifiuti) autorizzati. Le operazioni di recupero svolte sui rifiuti in ingresso (TAB 10) sono codificate, dall’allegato C alla parte IV del D.Lgs. 152/2006, nel modo seguente:
R3: riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche);
R13: messa in riserva dei rifiuti in ingresso per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12.
La potenzialità dell’impianto autorizzato è funzione delle dimensioni delle biocelle e del peso specifico dei rifiuti che determinerà l’altezza del cumulo in biossidazione.
L’impianto in progetto è dotato di n. 8 biocelle aventi, ognuna le dimensioni di 24,20 m di larghezza e 60,35 m di lunghezza. Aventi complessivamente una superfice pari a:
𝑆𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑏𝑖𝑜𝑐𝑒𝑙𝑙𝑒 = 24,20 𝑚 × 60,35 𝑚 × 8 = 11.683 𝑚2
Posto un peso specifico (ɣ) pari a 0,70 tonn /m3si otterranno dei cumuli dell’altezza media di 2,00 m. Quindi il volume dei rifiuti abbancati per un turno di biossidazione di 21 gg sarà mediamente pari a:
𝑉𝑟𝑖𝑓𝑖𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑐𝑎𝑡𝑖 = 11.683 𝑚2× 2,00 𝑚 = 23.366 𝑚3 Il n. di turni di biossidazione in un anno saranno pari a:
𝑛𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑟𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑏𝑖𝑜𝑠𝑠𝑖𝑑𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑖 = 365 𝑔𝑔 21 𝑔𝑔⁄ = 17,38 Il volume di rifiuto biostabilizzato in un anno sarà pari a:
𝑉𝑟𝑖𝑓𝑖𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑏𝑖𝑜𝑠𝑡𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑖 = 23.366 𝑚3× 17,38 = 406.101 𝑚3
Considerando che le operazioni di carico e scarico delle biocelle e della manutenzione annua programmata dell’impianto possono ridurre la potenzialità massima di progetto di circa il 15-20%, è certamente cautelativo considerare una potenzialità annua massima autorizzata di 230.000 T pari a 630 T/g.
Il prodotto finitoderivante da tale processo decurtato delle perdite di processo, scarti non compostabili (plastiche, inerti, vetro ecc. presenti in piccole percentuali in alcune tipologie di rifiuti in ingresso) è stimata a circa il 40% - 50% in peso del rifiuto in ingresso per un peso stimato di 115.000 T/a ÷ 126.500 T/a.
9. Rifiuti destinati al processo produttivo– CER autorizzati Codice
Tipologia Descrizione tipologia Codici
C.E.R.
16.1 Rifiuti compatibili per la produzione di composti di qualità costituiti da:
16.1a Frazione organica dei rifiuti solidi urbani raccolta separatamente
20.01.08 – 20.03.02 16.1b Rifiuti vegetali in coltivazioni agricole 02.01.03
16.1c segatura, trucioli, frammenti di legno, sughero 03.01.05 – 03.01.01 16.1d Rifiuti vegetali derivanti da attività agro-
industriale 02.03.04 – 02.05.01 – 02.07.01 –
02.07.02 – 02.07.04 16.1e Rifiuti tessili di origine vegetale: cascami e scarti
di cotone, cascami e scarti di lino, cascami e scarti di iuta, cascami e scarti di canapa
04.02.21
16.1f rifiuti tessili di origine animale cascami e scarti di lana, cascami e scarti di seta
04.02.21
16.1g Deiezioni animali da sole o in miscela con materiale di lettiera o frazioni della stessa ottenuta attraverso processi di separazione
02.01.06
16.1h Scarti di legno non impregnato 15.01.03 – 20.01.38 – 03.01.01 – 03.01.99
16.1i Carta e cartone nelle forme commercializzate 20.01.01 – 15.01.01
16.1j Fibra e fanghi di carta 03.03.09 – 03.03.10 – 03.03.11
16.1k Contenuto dei prestomatici 02.01.02
16.1l Rifiuti ligneo cellulosici derivanti dalla manutenzione del verde ornamentale
20.02.01
16.1m
Fanghi di depurazione, fanghi di depurazione delle industrie alimentari, nonché rifiuti prodotti da impianti di trattamento delle acque reflue.
02.02.01 – 02.02.04 – 02.03.01 – 02.03.05 – 02.04.03 – 02.05.02 – 02.06.03 – 02.07.05 – 03.03.02 – 04.01.07 – 19.06.05 – 19.06.06 – 19.08.05 – 19.08.12 – 19.08.14 16.1n ceneri di combustione di sanse esauste e di scarti
vegetali con le caratteristiche di cui al punto 18.1 10.01.01 – 10.01.02 – 10.01.03 – 10.01.15 – 10.01.17
Il gestore potrà trattare all'interno dell'impianto i rifiuti identificati con i codici CER 200101 e 150101 Tipologia 16.1. "carta e cartone nelle forme commercializzate", laddove esclusi dal circuito COMIECO.
Inoltre al fine della programmazione dei rifiuti in ingresso il gestore dovrà acquisire, attraverso la richiesta formulata dai Comuni che intendono conferire all'interno dell'impianto, il parere delle SRR delle Province che intende coinvolgere.
10. Ciclo produttivo
In premessa si specifica che in fase gestionale l’esercizio dell’attività non deve comportare danni all’ambiente in quanto svolto garantendo un elevato livello della salute e dell’ambiente nel rispetto della normativa vigente. Sul punto si rassegna come l'impianto verrà realizzato, gestito e monitorato al fine di minimizzare le emissioni nocive (polveri e inquinanti) massimizzandone invece la sostenibilità (economica e di processo) in modo da garantire, in tutte le condizioni di normale funzionamento, il rispetto dei limiti di emissione e delle prescrizioni contenuti nell'autorizzazione. Operativamente si provvederà ad identificare i diversi settori dell’impianto con idonea cartellonistica recante le indicazioni delle caratteristiche dell'impianto e, ove necessario, anche le relative indicazioni di pericolo. Nel dettaglio verranno segnalate tutte le aree di trattamento rifiuto con indicazione del codice CER allo scarico e del compost finito a fine ciclo.
10.1. Conferimento
I rifiuti che saranno conferiti all’impianto dovranno essere sottoposti a pesatura sul bilico di pesa che verrà realizzato sulla p.lla 574 e che sarà posto nell’antistante ufficio di accettazione già esistente, alla verifica della documentazione, formulari, analisi chimiche e autorizzazioni del autotrasportatore ed a una analisi visiva.
Il Gestore è tenuto a verificare che la caratterizzazione dei rifiuti in ingresso, effettuata dal produttore del rifiuto stesso, attesti la conformità del rifiuto conferito alle prescrizioni ed alle condizioni di esercizio stabilite dall'autorizzazione.
Le dimensioni in pianta del bilico e le relative caratteristiche risultano quelle riportate in allegato.
Al fine di assicurare un corretto flusso degli automezzi conferitori si provvederà a programmare i conferimenti ottimizzandoli in linea di massima con un intervallo di 15 min ovvero allineandoli comunque alle esigenze gestionali complessive. Di tali conferimenti verrà redatto apposito registro a disposizione delle autorità competenti.
I rifiuti putrescibili saranno conferiti all’interno del capannone di conferimento e sottoposti ai trattamenti preliminari mentre i rifiuti verdi saranno conferiti sul piazzale di conferimentoesterni in
attesa di lavorazione.I predetti rifiuti organici putrescibili da raccolta differenziata potranno essere stoccati per un periodo superiore a 48 ore, salvo casi eccezionali.
Il progetto prevede che i rifiuti prodotti dall'attività di recupero, dovranno essere depositati secondo le vigenti disposizioni di legge, separatamente sia dai rifiuti ancora da sottoporre al trattamento di recupero che dalle materie prime seconde prodotte dall'impianto
L’area di accettazione risulta confinata e posta in depressione e verrà realizzata secondo le specifiche tecniche di cui al progetto approvato per il contenimento di polveri e di odori. Gli scarichi degli autocompattatori avverranno, attraverso portoni a chiusura automatica, all’interno di una fossa di ricezione posta all’interno collegata alla rete di captazione del percolato.
All’interno dell’area di conferimento inoltre risulta ben individuata l’area per l’eventuale messa in riserva dei rifiuti separata e distinta da quella di scarico (fossa).
La pavimentazione risulta adeguatamente impermeabilizzata seguendo le linee di massima pendenza in modo tale da assicurare una pendenza minima per impedire il ristagno dei percolati e garantirne il convogliamento al sistema di raccolta.
E’ prevista la pulizia riferita ad aree di impianto laddove si possa realizzare un accumulo temporaneo di rifiuti putrescibili nella quale sia prevista la contestuale presenza non episodica di operatori
10.2. Preparazione della miscela da biossidare
All’interno del capannone di conferimento, triturazione/sfibratura, eventuale deplastificazione e vagliatura, e miscelazione, i rifiuti compostabili che presentano delle impurità,prima di essere integrati nel processo di miscelazione, saranno sottoposti a un processo di triturazione/sfibratura ed eventuale deplastificazione, vagliatura che permetterà l’eliminazione delle impurità costituite da rifiuti inerti, in plastica, in gomma e in ferro mediante deferrizzazione.I rifiuti prodotti saranno opportunamente stoccati nelle aree per lo stoccaggio dei rifiuti prodotti in attesa di essere conferiti ad altri impianti.
Il processo di miscelazione, mediante l’utilizzo di macchinari pesanti atti al rivoltamento del rifiuto, consiste nella realizzazione di una miscela che abbia specifiche caratteristiche che possano innescare il successivo processo di biostabilizzazione.
Una miscela corretta deve rispettare i seguenti parametri:
sostanza secca 40÷50%;
sostanza organica 50÷80% (su sostanza secca);
porosità ≥35%;
rapporto C/N 28/1÷35/1;
pH 5,5÷8;
10.3. Biossidazione accelerata e curing in biocelle
La tecnologia utilizzata per la fase di bio-ossidazione è del tipo a SISTEMA CHIUSO o INTENSIVO.
Il sistema chiuso opera la fase di bio-ossidazione in ambiente confinato (biocelle) e controllato mediante sistemi di automazione.
Nelle biocelle il materiale è sottoposto per un periodo prefissato ad una fase di fermentazione accelerata mediante immissione di aria in pressione all’interno della massa.
È sempre previsto un sistema di raccolta dei percolati ed un trattamento dell’aria esausta prima dell’immissione in atmosfera.
La miscela in ingresso, costituita da frazione umida e strutturante, ha una densità media pari a 0,70 t/m3. Il ciclo di ossidazione minimo è di 21 gg.
Si precisa che il grado di miscela della biomassa da avviare al trattamento con strutturante verde e/o sovvallo di ricircolo non vengono a computarsi nella potenzialità massima autorizzata anche alla luce del recente aggiornamento normativo che considera gli sfalci urbani quale materia prima, deve seguire i dettami della normativa di settore.
Le biocelle, sono dotate di sistemi ed apparecchiature per le misure dei parametri di processo (temperatura, umidità, ed ossigeno).
Il sistema previsto per la bio-ossidazione accelerata è costituito da n. 8 capannoni contenenti all’interno due biocellespeculari.
Il processo individuato prevede l’utilizzo di biocelle, con adattamento dei manufatti esistenti, a tenuta stagna ed isolati termicamente con l'apertura mediante un portellone a tenuta.
L’ambiente chiuso della biocella è ossigenato mediante un sistema di insufflazione forzata così strutturato:
l’aria viene insufflata all’interno della biocella dapprima attraverso una conduttura principale e successivamente attraverso un pavimento flottante dotato di tubi sfenestrati annegati sottotraccia nella pavimentazione industriale. L’aria, sospinta ad uscire direttamente dai fori, di diametro opportuno, situati nella parte alta delle tubazioni sottotraccia, viene mantenuta in pressione all’uscita della pompa.
l’aria esausta viene prelevata dalla parte alta della biocella ed inviata in successione, per il trattamento, allo scrubber ed al biofiltro per l’abbattimento delle miscele odorigene. I capannoni, onde mantenere la depressione al loro interno, sono sottoposti alla pressione di – 50 Pa.
L’aria che verrà insufflata sulla biomassa in trattamento risulta quella aspirata dal presidio di
stessa aria da insufflare potrà al contempo essere ricavata dall’esterno laddove riequilibrare il contenuto di ossigeno necessario alla corretta mineralizzazione del rifiuto ovvero prelevata dalla stessa biocella per successivo ricircolo interno. Il dettaglio di funzionamento del sistema di aspirazione e trattamento arie è riportato in allegato
Gli interventi operati sulle strutture esistenti prevedono i seguenti lavori di adeguamento:
chiusura perimetrale completa delle biocelle tramite specifica tamponatura;
chiusura frontale delle biocelle tramite l’installazione di portelloni a tenuta;
impermeabilizzazione della copertura delle biocelle tramite due guaine bitume/polimero elastomeriche resistenti all’azione dell’ammoniaca e delle alte temperature connesse al ciclo ossidativo;
realizzazione di tutte le opere (bocchettoni e pluviali) necessarie a convogliare le acque meteoriche precipitate sulla copertura;
predisposizione di tutti gli impianti necessari alla gestione del processo;
realizzazione di setti in calcestruzzo armato ordinario RCK 350 di separazione delle due corsie di abbancamento all’interno dei capannoni;
realizzazione pavimento insufflante costituito da tubi sfenestraticon beccucci forati e su questi è posizionata una rete elettrosaldata filo annegata nel calcestruzzo.L’insufflazione all’interno della biocella viene fatta da ventilatori posti all’esterno della struttura il quale tramite i suddetti tubi sfenestrati immettono aria al di sotto del pavimento. Le caratteristiche del sistema di ventilazione risultano esplicitate in allegato.
A valle delle ventole di insufflazione i tubi sfenestrati fungeranno da bacino di raccolta e condotta dei percolati che si dovessero raccogliere alla base dei cumuli in biostabilizzazione. Gli stessi percolati verranno condotti a mezzo di opportune pendenze alle guardie idrauliche (campionabili) che verranno realizzate esternamente alle biocelle. Dalle guardie idrauliche, che raccoglieranno anche i percolati provenienti dai biofiltri nonché le acque di lavaggio degli scrubber, i colaticci verranno inviati mediante l’impianto di ritirata del percolato (Vedi Allegato Sistema gestione colaticci-Impianto ritirata percolato con sistema del vuoto) al parco serbatoi (silos) di raccolta posto in adiacenza al capannone di conferimento e da qui, ove necessario, rilanciati sui cumuli in ossidazione all’interno delle biocelle mediante un sistema a spruzzo. L’impianto di ritirata del percolato funzionerà attraverso l’azionedi specifiche pompe funzionali alla creazione dell’effetto “vuoto”. In tal modo verranno evitati accidentali sversamenti dovuti alla remota rottura di tubazioni interconnesse.
Si rassegna che i silos di raccolta saranno dotati di bacino di contenimento dimensionato secondo la normativa di settore e dotati di sistemi di rilevamento sonori e visivi per la pronta gestione delle eventuali perdite. Il sistema di raccolta e stoccaggio previsto è dimensionato per gestire
separare una frazione più “densa” da rilanciare sulla biomassa in ACT ed una frazione più leggera a smaltimento.
Sul tetto della biocella verranno ricavati i fori di estrazione e convogliamento mediante tubazione aerea dell'aria esausta e i fori per il ricircolo dell’aria tramite un sistema di valvole a serranda automatico gestito da PLC.
Ogni biocella è dotata di portellone a tenuta per l’accesso all’ interno con mezzi meccanici per la posa e l’estrazione del compost.
Ai fini del trattamento delle arie esauste sono stati individuati n.4 blocchi composti rispettivamente da n.2 biocelle (n.4 biotunnel di ossidazione).
10.4. Maturazione
Al termine della fase di biossidazione accelerata si ha la maturazione finale su platea in pavimentazione industriale non insufflata sotto tettoie metalliche. L’ambiente risulta confinato e posto in depressione garantendo pertanto i necessari ricambi d’ora previsti dalla norma. Perimetralmente verranno realizzati dei muri in calcestruzzo e al di sopra di questi specifiche tamponature laddove rendere l’ambiente stagno.
L’area dedicata a tale operazione è di circa 18.000 mq.L’area di maturazione verrà coperta con una struttura metallica a falde, ed insisterà su delle baie in cemento armato realizzate al fine di delimitare i vari lotti in maturazione.
In questa area il rifiuto biostabilizzato sarà depositato in cumuli trapezoidali per la successiva fase di maturazione. Detti cumuli in maturazione ivi sosteranno per un periodo di circa 70 giorni a completamento dell’intero ciclo di compostaggio pari a 90 giorni. Si potrà provvedere al rivoltamento dei cumuli in maturazione mantenendo la tracciabilità del lotto. Laddove necessario si potrà ricorrere ad una vagliatura intermedia dei cumuli in uscita dalla fase ACT prima dell’avvio della fase di maturazione finale.
Le acque meteoriche dei tetti verranno convogliate direttamente nel canale di scolo esterno all’impianto. Invece, per l’inumidimento dei cumuli in maturazione, leacque meteoriche di prima pioggia (10 mm) riferite ai percorsi del materiale finito, dopo specifico trattamento di disoleazione, dalla vasca prospiciente l’area, potranno essere rilanciate sui cumuli ovvero inviate al canale di scolo adiacente.
10.5. Raffinazione
Ultimato il processo di maturazione si procederà alla raffinazione mediante operazioni di vagliatura ed eventuale separazione aeraulicasvolte anch’esse all’interno dell’area di maturazione,
reimmesso nel ciclo di compostaggio come strutturante della miscela da biossidare ovvero stoccato all’interno dei n.2 capannoni dedicati posti in depressione.
10.6. Deposito prodotto finito
Al termine della fase di vagliatura ed eventuale separazione aeraulica, il compost è pronto per lo stoccaggio, in attesa di uscita dall’impianto come prodotto finito previa caratterizzazione.
Il compost è trasferito, dalla prospiciente area di maturazione all’interno di capannoni dedicati allo stoccaggio del compost.
10.7.Stoccaggio sovvalli
Lo stoccaggio del sovvallo a fine lavorazione CER 191212 avverrà in n.2 capannoni confinati e posti in depressione, realizzati secondo le specifiche tecniche di cui al progetto approvato per il contenimento di polveri e di odori. Le arie esauste prelevate dai predetti presidi verranno inviati attraverso un sistema di canalizzazione alle biocelle per insufflazione della biomassa.
Il periodo massimo di stoccaggio dei rifiuti prodotti dalle lavorazioni, tra cui anche i sovvalli è di sei mesi.
Altre tipologie di sovvalli potranno derivarsi allo scarico a mezzo di eventuale cernita di rifiuti non processabili. Parimenti allo scarico i rifiuti verranno deferrizzati attraverso idoneo macchinario in atto ai trattamenti preliminari; ove possibili tali rifiuti verranno valorizzati.
In linea generale tutte le tipologie di rifiuti ferrosi e scarti di diverso genere verranno stoccati in deposito temporaneo in aree dedicati/scarrabili e smaltiti/recuperati attraverso ditte autorizzate in conformità alla parte IV del D.Lgs n.152/2006.
10.8. Ciclo produttivo
Per l'attività di compostaggio di che trattasi verranno rispettate tutte le condizioni prescritte al punto 16 dell'Allegato 1 sub-Allegato I del D.M 05.02.1998 e ss.mm.ii.
La durata del processo non risulterà inferiore a 90 giorni a partire dalla fase di biossidazione (ACT) comprendenti una fase di biossidazione accelerata (ACT) durante la quale viene assicurato un apporto di ossigeno alla massa mediante aerazione, seguito da una fase di maturazione in cumulo non insufflato (CURING) e raffinazione finale. La temperatura deve essere mantenuta per almeno tre giorni oltre i 55 C°.
Il ciclo produttivo appena descritto viene schematizzato nel seguente diagramma a blocchi (fig.
3).
Fig. 3 –Diagramma di flusso.
Il materiale ricircolato si ottiene solo dalla fase di raffinazione finale e può stimarsi, in un anno, al 5-15% del rifiuto totale in ingresso (230.000 tonn). Questo materiale fungerà da agente bulking per l’avvio delle fasi di stabilizzazione organica.
I rifiuti organici putrescibili potranno essere stoccati al massimo 48 ore prima dell’invio a trattamento di stabilizzazione.
Pensare di dettagliare le rispettive quantità dei singoli cer in ingresso risulta allo stato impossibile. Si rassegna come, in atto alle miscele iniziali volte all’ottenimento dei vari tipi di ammendante, verrà seguita la norma di settore laddove, in relazione alla matrice fanghi, di cui al Decreto 27.01.92 del 1999, funzionali all’ottenimento dell’Ammendante Compostato con fanghi, gli stessi non potranno superare il 35% (P/P sostanza secca) della miscela iniziale.
Dal ciclo tecnologico di trattamento dei rifiuti dovrà risultare materiale compostato di qualità con caratteristiche merceologiche conformi a quanto previsto dalle norme sugli ammendanti (D.lgs n.75/2010 e ss.mm.ii.).
Ogni ciclo di trattamento verrà identificato mediante idonea tabella che riporta la data di inizio processo e la quantità dei rifiuti identificativa del lotto. Verranno invero attivate procedure documentate per l’identificazione dei singoli lotti di produzione del compost.
11. Gestione delle arie esauste
I sistemi adottati, per l’abbattimento delle emissioni odorigene e polveri, nell’impianto di compostaggio, sono rappresentati essenzialmente dai n. 4biofiltria servizio delle n. 8 biocelle. Le arie da depurare estratte, prima di essere condotte ai biofiltri, verranno preliminarmente depurate attraverso degli scrubber. Gli impianti verranno eventualmente adeguati con l’evolversi della normativa di settore.
11.1. Calcolo del quantitativo delle arie esauste da depurare mediante biofiltri
Ogni capannone adibito alla biostabilizzazione accelerata ACT è suddiviso al proprio interno in due parti da un setto per favorire l’abbancamento in maniera ergonomica dei due cumuli da biostabilizzare.
Ciascun tunnel, di dimensione 60x11,6 m, è stato considerato suddiviso in n.2 biocelle di dimensione c.ca 30x11,6 m. Ne consegue che i tunnel di ossidazione da computare risultano 16
Per ogni gruppo di N.4 tunnel (N.8 biocelle) è previsto:
- SISTEMA DI INSUFFLAZIONE BIOCELLE: sono previsti N.8 rami di insufflazione su plenum realizzati in cls.N.32 biocelle sfrutteranno l’aria proveniente dall’aspirazione generalizzata delle aree trattamenti preliminari, area stoccaggio scarti di lavorazione, area maturazione finale ed area di stoccaggio finale dei sovvalli a fine lavorazione.
- SISTEMA DI ASPIRAZIONE ARIA SATURA BIOCELLE: una tubazione di lunghezza circa 20 m, con bocchette di aspirazione, è prevista su ciascun tunnel. L’aria satura aspirata da ciascun tunnel sarà convogliata a N.1 torre di umidificazione/scrubber.
- TRATTAMENTO ARIA TRAMITE TORRE DI UMIDIFICAZIONE/SCRUBBER E BIOFILTRO: il trattamento dell'aria esausta avverrà tramite scrubber e biofiltro. Il biofiltro e il plenum di insufflazione sarà realizzato in Cls.
Calcoli 𝑉𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎 𝑏𝑖𝑜𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎
= [(94° × (8,08 𝑚)2× 𝜋
360° −11,63 𝑚 × 5,52 𝑚
2 ) + (11,63 𝑚 × 3,71 𝑚)]
× 59,75 𝑚 = 3.858,42 𝑚3
Volume del cumulo all’interno di ½ capannone di biossidazione
𝑉𝑠𝑖𝑛𝑔𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑜= 53,75 𝑚 × 11,63 𝑚 × 2 𝑚 = 1.250,225 𝑚3 → 1.250 𝑚3 Volume totale dei 2 cumuli invasabili all’interno di ciascun capannone di biossidazione:
𝑉𝑡𝑜𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑛𝑛𝑜𝑛𝑒 = 2 × ( 53,75 𝑚 × 11,63 𝑚 × 2 𝑚 ) = 2.500 𝑚3 Peso del cumulo
𝑃𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑜 = 1.250 𝑚3 × 0,7 𝑡𝑜𝑛 𝑚⁄ 3 = 875 𝑡𝑜𝑛 Peso totale dei 2 cumuli invasabili all’interno di ciascun capannone di biossidazione:
𝑃𝑐𝑢𝑚𝑢𝑙𝑜 = 2 × ( 1.250 𝑚3 × 0,7 𝑡𝑜𝑛 𝑚⁄ 3 ) = 1.750 𝑡𝑜𝑛 Dimensione del sistema d’insufflazione della biossidazione
𝑃𝑜𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑚𝑝𝑎 = 875 𝑡𝑜𝑛 × 42,0 𝑁𝑚3⁄ℎ × 𝑡𝑜𝑛 × 0,70 = 25.725 𝑁𝑚3⁄ ℎ
→ 25.700 𝑁𝑚3⁄ ℎ
Volume effettivo di aria da impiegare:
0,7 coefficiente di contemporaneità
𝑉𝑜𝑙𝑢𝑚𝑒 𝑑′𝑎𝑟𝑖𝑎 = 25.700 𝑁𝑚3⁄ × 0,7 = 17.990 𝑁𝑚ℎ 3⁄ ℎ
Calcolo del volume di aria d’aspirare durante n. 4 turni di ricambio d’aria
𝑉𝑏𝑖𝑜𝑐𝑒𝑙𝑙𝑎 = 3.858,42 𝑚3 × 4 1 ℎ⁄ = 15.433,68 𝑚3⁄ ℎ
Volume d’aria da insufflare (17.990 Nm3/h) > volume d’aria con 4 ricambi ora (15.433 m3/h). Il sistema di aspirazione sarà dimensionato per il più gravoso dei due calcoli afferenti l’insufflazione aria ovvero per il fabbisogno afferente le 42,0 𝑁𝑚3⁄ℎ × 𝑡𝑜𝑛 per tonnellata di rifiuto invasato.
Riepilogo
Volume totale materiale tunnel 1250 m3
Numero totale tunnel 16
Numero totale biocelle 32
Densità materiale 0,7 t/m3
Portata d’aria insufflata per tunnel 2x18000 m3/h
Portata max aspirata da tunnel ed inviata al trattamento cad gruppo di N.4 tunnel
72000 m3/h
Velocità media aria nel collettore 15-18 m/s
11.1.1. Dimensionamento dello scrubber
Lo scrubber è un’apparecchiatura che consente di abbattere la concentrazione di sostanze presenti in una corrente gassosa, solitamente polveri e microinquinanti acidi.
All’interno dello scrubber i gas vengono introdotti insieme al liquido assorbitore attraverso una serie di tubazioni. Mediante spruzzatori il liquido assorbitore nebulizzato viene introdotto nel sistemainglobando le particelle delle polveri e facendole precipitare.
L’effetto di depolveramento è inoltre incrementato dalla sostanziale riduzione della velocità dell’aria.Essendo la camera riempita con apposito materiale, il liquido condenserà sulla superficie dei corpi di riempimento e si dirigerà verso il fondo, mentre i gas saliranno nella testa della colonna. In linea di massima, la provenienza dell’aria da trattare non presenterà criticità legate alla tipologia di rifiuto dato che trattasi di operazioni che, in condizioni normali avvengono in condizioni aerobiche.
Pertanto la componente più critica è rappresentata da COV (composti organici volatili) con presenza di tracce di metano (nelle operazioni di carico e scarico), oltre che altri elementi acidi (ad es.
HCl), polveri derivanti dal trattamento meccanico e dalla movimentazione dei mezzi, nonché presenza di ammoniaca e di suoi composti.
L’impianto di umidificatore aria pre-biofiltro sarà costituito da n. 4 scrubber complessivi a servizio degli otto capannoni dedicati alla biostabilizzazione accelerata (ACT).
Ogni scrubber è dimensionato per il trattamento di 72.000 Nm3/h derivante dal gruppo di biocelle esarà collegato ai relativiestrattori per l’inoltro dell’aria trattata al biofiltro.Il dettaglio tecnico impiantistico del sistema di gestione delle arie è riportato in allegato.
11.1.2. Aspirazione e conduzione delle arie esauste Vedi Allegato Sistema di gestione e trattamento arie.
11.1.3. Biofiltri
La biofiltrazione è un processo biologico di abbattimento degli odori contenuti in correnti gassose che sfrutta l’azione di una popolazione microbica eterogenea, composta da batteri, muffe e lieviti in maniera naturale.
Questi microrganismi metabolizzano la maggior parte dei composti organici e inorganici attraverso una grande serie di reazioni che trasformano i composti in ingresso in prodotti di reazione non più odoranti.
La colonia microbica necessaria per la biofiltrazione si sviluppa in particolare sulla superficie di un opportuno supporto naturale attraverso il quale viene fatta circolare la corrente da trattare.
Il supporto, che costituisce il “letto” del biofiltro, è formato da terriccio, torba, cippato di legno, compost vegetale.
La sostanzaodorigena in fase gassosa viene adsorbita dal materiale filtrante e degradata dalla flora microbica che la usa come nutrimento insieme a parte del materiale filtrante stesso.
Il dimensionamento del biofiltro parte da una dettagliata analisi dell’aria da trattare e delle caratteristiche chimico-fisiche della matrice filtrante.
Il letto filtrante avrà caratteristiche tali da garantire la vita e la proliferazione dei microrganismi che ospita, ed in particolare:
umidità del materiale filtrante: 50-70%;
porosità: 80-90%;
temperatura di funzionamento: 20°C - 40°C.
Il flusso d’aria nell’ora attraverso l’unità di superficie, per i biofiltri, è di 80 Nm3/m2 h (80 Nm3 all’ora d’aria trattata per ogni m2 di materiale filtrante), oppure il flusso d’aria nell’ora attraverso l’unità di volume 80 Nm3/m3 h (80 Nm3 all’ora d’aria trattata per ogni m3 di materiale filtrante). Verrà garantito un tempo di contatto di almeno 36" (valore ideale 45") per permettere alle reazioni di avvenire in maniera completa.
Ogni biofiltro risulterà al servizio di un gruppo di biocelle e dunque in numero di 4 totali e rispetterà le seguenti caratteristiche:
Tabella B:
Caratteristiche Biofiltri
Punto di
emissione Provenienza
Portata massima
progetto di (Nm3/h)
Durata emissione Dimensioni biofiltri (formati da 3 moduli indipendenti) (h/die) (die/anno) Sezione di
emissione (m2)
Capacità filtrante
(m3)
E1 Gruppo 1 72.000 24 365 450 900
E2 Gruppo 2 72.000 24 365 450 900
E3 Gruppo 3 72.000 24 365 450 900
E4 Gruppo 4 72.000 24 365 450 900
I biofiltri saranno facilmente ispezionabili e composti da n.3 moduli singolarmente disattivabili per la manutenzioni ordinarie e straordinarie dotati di sistema di monitoraggio della temperatura, dell'umidità superficiale e del PH, utilizzando sonde appropriate al fine di verificare il mantenimento delle condizioni ottimali di funzionamento. Ulteriori specifiche di natura tecnico-progettuale risultano riportate nell’allegato PMC nonché nella tavola allegata deputata.
Si provvederà inoltre, indicativamente ogni sei mesi e comunque al bisogno, al rivoltamento della biomassa legnosa ed alla sostituzione/integrazione laddove la stessa risultasse aver esaurito la funzione intrinseca depurativa, indicativamente ogni tre anni (sostituzione). E’ prevista inoltre la realizzazione di una copertura in modo che le continue piogge non possano inumidire oltremodo il materiale rendendolo inefficace allo scopo di depurazione. In ogni caso dovranno essere rispettati i limiti di emissione fissati nel PMC.
Il dimensionamento del biofiltro è stato effettuato secondo le “Linee guida per la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti di compostaggi” Ordinanza Commissariale del 29/05/2002, pubblicata nella GURS N. 27 del 14/06/2002.
11.1.4. Componenti a servizio di ogni biofiltro
Vedi Allegato Sistema di gestione e trattamento arie.
11.1.5. Geolocalizzazione dei punti di emissione E1, E2, E3, E4, Vedi Allegato PMC