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COMUNE DI VIZZINI PROVINCIA DI CATANIA

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Academic year: 2022

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PROGETTO DEFINITIVO

COMMITTENTE:

ELABORATO

PROGETTO DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO SU SUOLO GRID-CONNECTED DI POTENZA NOMINALE COMPLESSIVA PARI A 5.788,26 kWp, DENOMINATO

"VIZZINI SCALO", DA REALIZZARE SUI TERRENI AGRICOLI SITI IN C.DA VIZZINI SCALO s.n.c. NEL COMUNE DI VIZZINI (CT), CENSITI AL C.T. AL FG.

DI MAPPA 21 PART.LLE 89, 107 FG. DI MAPPA 32 PART.LLE 73, 160, 161, 173, 174, 175, 180, 181, 188, 189, 199,200, 202, 203, FG. DI MAPPA 33 PART.LLE

19, 85, 86, 139.

COMUNE DI VIZZINI PROVINCIA DI CATANIA

Solar Italy XXIV S.r.l.

Galleria San Babila, 4/B MILANO (MI) - 20122 P.IVA 11168940960

218640152

livello prog. GOAL Tipo documento N° elaborato N° foglio tot. fogli Nome file Data Scala

23/09/2020 PD 1

DATA

REV. DESCRIZIONE

REVISIONI

ESEGUITO VERIFICATO APPROVATO

SOCIETA' DI SVILUPPO:

Lineanove S.r.l.

Via G. Falcone 109 SIRACUSA (RG) - 97100 P.IVA 01693080887

PROCEDURA AUTORIZZATIVA AI SENSI DELL'ART. 27 BIS, COMMA 1 DEL D.LGS. N. 152 DEL 03/04/2006 E SS.MM.II.

E DELL'ART. 111 DEL R.D. N. 1775/1933

Relazione Geologica

6 - -

REL

PROGETTISTI

Dott. Saro Di Raimondo

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COMUNE DI VIZZINI PROVINCIA DI CATANIA

OGGETTO: PROGETTO DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO GRID CONNECTED DI TIPO RETROFIT DENOMINATO “VIZZINI SCALO” DELLA POTENZA NOMINALE DI PICCO PARI A 5.788,26 kWp DA REALIZZARE IN CONTRADA VIZZINI SCALO snc, NEL COMUNE DI VIZZINI (CT)

RELAZIONE GEOLOGICA

DITTA: SOLAR ITALY XXIV s.r.l.

GALLERIA SAN BABILA N. 4/B CAP 20122 MILANO (MI) P.I. 11168940960

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PREMESSA

La Società “SOLAR ITALY XXIV s.r.l.” rappresentata dal Sig. Michele Appendino, in qualità di Legale Rappresentante, residente per la carica presso la sede legale sita in Galleria San Babila n. 4/B, CAP 20122 Milano (MI), P. IVA 11168940960, intende realizzare un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica, da allocare sui terreni siti in Contrada Vizzini Scalo, all’interno dell'Area di Sviluppo Industriale del comune di Vizzini, in provincia di Catania, in adempimento alle disposizioni di legge del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.), ai sensi dell’art. 27 bis del D. Lgs.

n. 152 del 03/04/2006 e s.m.i. e delle Delibere AEEG n°90/07 e n°99/08 (TICA) e s.m.i.

In relazione a quanto sopra la Società LINEANOVE S.r.l. con sede in Ragusa, via G.

Falcone n. 109, P. IVA 01693080887, PEC: lineanove@pec.it, avvalendosi di professionisti esterni, ha svolto la progettazione preliminare e definitiva dell’impianto solare fotovoltaico, della potenza nominale di 5.788,26 kWp compresi gli adempimenti tecnico – amministrativi necessari alla sua realizzazione.

L’attuazione del progetto proposto ha la finalità di riconvertire il suolo ricadente all’interno dell'Area di Sviluppo Industriale del comune di Vizzini, ad un uso “Agrosolare”, mediante la produzione integrata di Energia Rinnovabile da fonte solare fotovoltaica e coltivazioni tradizionali e biologiche compatibili con la piena funzionalità dell’impianto (Fotovoltaico 2.0).

Questa soluzione progettuale garantirà la produzione di energia rinnovabile in maniera sostenibile e in armonia con il territorio in linea con quanto prospettato dalle Linee Guida del nuovo PEARS che promuove e favorisce lo sviluppo dell’agro-fotovoltaico, nell’ottica della sostenibilità ambientale

L’impianto in progetto attuerà la cessione dell’energia elettrica in rete secondo cui l'energia prodotta, misurata all'uscita del gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, verrà interamente immessa in rete al netto di quella necessaria per i servizi di centrale.

Il progetto è stato sottoposto alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23, comma 1 del D. Lgs. n. 152 del 03/04/2006 recante “Norme in materia Ambientale”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 14 aprile 2006, come modificato dall’art. 12 del D. Lgs. n. 104 del 16/06/2017, recante “Attuazione della direttiva 2014/52/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica la direttiva 2011/92/UE, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti

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pubblici e privati, ai sensi degli articoli 1 e 14 della legge 9 luglio 2015, n. 114. (17G00117)”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 156 del 06/07/2017.

La progettazione dell’impianto fotovoltaico e delle opere connesse alla costruzione ed all’esercizio dell’impianto è stata condotta prevedendo in particolare l’attuazione di misure di mitigazione ambientale, consistenti nella realizzazione di una fascia perimetrale a verde della larghezza pari a 7 m costituita da specie arboree autoctone e/o storicizzate poste a schermatura dell’impianto.

L’implementazione dell’Agrosolare mediante la piantumazione di nuove colture tradizionali e biologiche compatibili con la presenza dell’impianto fotovoltaico, che in forma sperimentale potranno essere implementate e coltivate al di sotto dei moduli fotovoltaici e nella restante area disponibile, contribuirà all’aumento del numero di esemplari e della biodiversità nell’area, determinando un incremento della redditività e produttività del suolo e garantendo la coesistenza dell’agroecosistema produttivo con quello industriale derivante dalla produzione di energia elettrica da fonte solare fotovoltaica, nell’ottica della sostenibilità ambientale.

La Società committente pertanto si è attivata ad effettuare tutti gli adempimenti previsti dalla Normativa vigente necessari all’ottenimento del Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale (P.A.U.R.), ai sensi dell’art. 26 bis, comma 1 del D. Lgs. n. 152 del 03/04/2006, come modificato dall’art, 16, comma 2 del D. Lgs. n. 104 del 16/06/2017.

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PREMESSA

Il territorio del comune di Vizzini (CT) è posto all'interno della Provincia di Catania; il lotto sul quale realizzare l'impianto ha coordinate WGS Lat. 37°11'03'' N e Long. 14°43'25'' E ed è posto a 3,80 km a nord-ovest dall'abitato di Lentini. La quota altimetrica è circa 578 m.s.l.m.

e si sviluppa secondo un andamento orizzontale. La sua rappresentazione cartografica in formato vettoriale è compresa nella Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 n°. 645010.

TEMPERATURA E CLIMOGRAMMI

Dal punto di vista orografico e climatico il territorio, viene presa in considerazione la stazione termo-pluviometrica più prossima al sito in esame e cioè quella di Vizzini (CT).

Come detto, l'area ha quota 578 s.l.m circa, e il clima è simile agli altri climi della regione con inverni miti (intorno ai 10 °C) ed estati abbastanza calde, generalmente sui 35

°C con punte di 40 °C.: variazioni termiche sono legate all'altezza e alla posizione di alcune località, e dove persiste una maggiore esposizione ai venti, all'influenza dei monti vicini o del mare.

Facendo riferimento all’altitudine, è possibile distinguere:

– la pianura costiera del versante ionico, che si estende da Augusta fino a capo Passero e comprende i territori dei comuni di Augusta, Siracusa, Avola, parte di quello di Noto e Pachino; fa parte della provincia di Siracusa, ma si può considerare incluso nella piana di Catania, il territorio di Lentini;

– la fascia di transizione collinare, che separa la pianura costiera dall’altopiano ibleo e nella quale ricadono i territori comunali di Francofonte, Melilli, Solarino, Floridia, Sortino, Canicattini Bagni e parte del territorio di Noto;

– la zona interna dei Monti Iblei che comprende i territori dei comuni di Palazzolo Acreide, Buscemi, Buccheri, Cassaro e Ferla

Nel complesso il clima è tipicamente mediterraneo, di tipo temperato-caldo, con autunni miti; le precipitazioni sono concentrate nei mesi invernali e le estati sono caratterizzate da una quasi totale assenza di precipitazioni, distribuite in maniera non uniforme tra la parte settentrionale montana e la parte costiera, più arida e dalle temperature più miti.

Volendo rappresentare scientificamente in maniera sintetica il rapporto tra le

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temperature e le precipitazioni, sono stati presi in considerazione i dati, per ciascuna stazione di rilevamento, del trentennio disponibile che va dal 1965 al 1994.

Essi sono presentati innanzitutto in una tabella riassuntiva di valori medi mensili di temperatura massima, minima e media, a cui sono stati affiancati i dati di precipitazioni medie mensili (media aritmetica semplice dei 30 valori mensili), necessari per l’elaborazione dei cosiddetti “climogrammi di Peguy”, riportati sotto la tabella stessa.

I climogrammi di Peguy riassumono sinteticamente le condizioni termo-pluviometriche delle diverse località considerate. Essi sono costruiti a partire dai dati medi mensili di temperatura media e precipitazioni cumulate. Sulle ascisse è riportata la scala delle temperature (°C), mentre sulle ordinate quella delle precipitazioni (mm); dall’unione dei 12 punti relativi a ciascun mese, si ottiene un poligono racchiudente un’area, la cui forma e dimensione rappresentano bene le caratteristiche climatiche di ciascuna stazione. Sul climogramma è anche riportata un’area triangolare di riferimento che, secondo Peguy, distingue una situazione di clima temperato (all’interno dell’area stessa), freddo, arido, caldo.

La posizione dell’area poligonale, rispetto a quella triangolare di riferimento fornisce una rappresentazione immediata delle condizioni climatiche della stazione. Inoltre, dal confronto grafico delle aree poligonali delle varie stazioni risulta agevole e intuitivo lo studio comparato delle zone in cui sono ubicate le stazioni stesse. Ad esempio, un’area poligonale sviluppata lungo l’asse delle ordinate rappresenta una stazione caratterizzata da evidenti differenze di precipitazioni totali mensili; viceversa, un’area molto allungata nella direzione dell’asse delle x rappresenta una condizione climatica caratterizzata da elevate escursioni termiche annuali.

Va evidenziata una netta maggiore variabilità delle temperature minime rispetto alle massime, in tutti i mesi. Ciò dipende dagli effetti della radiazione solare, elemento dominante del clima, legato principalmente a fattori geografici e topografici (latitudine ed esposizione dei versanti), che esercita una marcata azione sulla temperatura massima. Per la temperatura minima, invece, altri fattori caratterizzati da maggiore dinamismo temporale, quali ad esempio l’avvezione di area fredda e l’inversione termica, associati comunque ad alcune particolari caratteristiche della località, quali la posizione (fondovalle o crinale) e le condizioni topografiche, finiscono per esercitare un ruolo pari o addirittura superiore rispetto all’energia radiante che arriva sulla Terra. Pertanto, mentre la problematica delle temperature massime può essere affrontata a livello mesoclimatico (aree territoriali sub- regionali), quella che riguarda le temperature minime va affrontata a livello topoclimatico o microclimatico.

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Dall’analisi comparata dei climogrammi di Peguy e dei valori medi annui delle temperature di quattro località, di cui una rappresentativa della piana di Catania (Lentini), due della pianura costiera (Siracusa e Cozzo Spadaro) e una della zona di transizione collinare (Castelluccio), immediatamente a ridosso della pianura, da un lato, e ai piedi degli Iblei, dall’altro, è possibile evidenziare i seguenti elementi: - Siracusa e Cozzo Spadaro, con due climogrammi quasi sovrapponibili, presentano condizioni di clima temperato da ottobre a marzo e arido da aprile a settembre (soprattutto la seconda località); molto simile ad essi è quello di Lentini, che si differenzia comunque per valori di temperature e precipitazioni leggermente superiori; in tal caso i mesi aridi vanno da maggio a settembre, mentre da luglio a ottobre si è in presenza di clima caldo.

La temperatura media annua in queste tre località è di 18-19°C; - Castelluccio presenta un clima un po’ più freddo (temperatura media annua pari a 17°C) e più piovoso, con un periodo arido che va da maggio ad agosto.

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PRECIPITAZIONI

Per ogni stazione pluviometrica che presentava una serie trentennale completa sono stati determinati i valori mensili di precipitazioni che non vengono superati a predeterminati livelli di probabilità, utilizzando il metodo dei percentili.

Oltre ai valori minimi e massimi, le soglie considerate sono quelle del 5%, 25%, 50%, 75% e 95%. I dati sono presentati in un’unica tabella riassuntiva, che comprende anche i valori del coefficiente di variazione. Esso consente di valutare il grado di dispersione relativa dei dati della serie intorno alla media, anche in tal caso espressa in valori percentuali.

Sotto la tabella, i dati sono stati anche presentati in forma grafica.

L’analisi dei diagrammi consente di ottenere agevolmente delle informazioni sulla variabilità delle precipitazioni nell’ambito di ogni mese: se infatti i punti relativi ai diversi livelli di probabilità, e quindi le relative spezzate che li congiungono, sono fra loro molto distanziati, significa che vi è una maggiore variabilità che non nel caso in cui essi siano ravvicinati.

Per quanto riguarda le precipitazioni, la provincia di Catania si può suddividere in tre sub-aree: - versanti orientali e nord-orientali dell’Etna, in cui i valori annui di precipitazioni raggiungono i massimi della provincia e della stessa Sicilia (circa 960 mm); essi aumentano con il crescere della quota, passando dai 685 mm di Catania e 798 mm di Acireale, fino ai più alti valori di Nicolosi (1036 mm), Linguaglossa (1071 mm) e Zafferana Etnea (1192 mm).

Quest’ultima località presenta il valore più elevato della regione

Condizioni intermedie si riscontrano nelle stazioni di Piedimonte Etneo e Viagrande; - versanti occidentali e sud-occidentali dell’Etna, con valori annui di precipitazioni molto più bassi della precedente area (circa 500 mm), anche in tal caso crescenti con la quota, che vanno dai minimi di Paternò (422 mm) e Motta Sant’Anastasia (440 mm) ai massimi di Maniace e Ragalna (580 mm).

Da notare la particolare situazione di quest’ultimo sito, che si può considerare rappresentativo di un’area-spartiacque fra le due zone vulcaniche. In particolare, va evidenziato come nella vicina stazione di Nicolosi, a circa 700 metri di quota, piove quasi il doppio di Ragalna, leggermente più alta (750 m s.l.m.).

Adrano e Bronte presentano valori annui intermedi, fra gli anzidetti estremi; - aree collinari interne, anch’esse caratterizzate da piovosità annua molto modesta (circa 500 mm), con valori che vanno dai 402 mm di Ramacca ai 579 di Mirabella Imbaccari. Fra questi due valori, si collocano le rimanenti stazioni di Caltagirone, Mineo e Vizzini.

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Analizzando l’elaborazione probabilistica e quindi la distribuzione mensile delle precipitazioni, oltre a rimarcare la scarsa piovosità del periodo primaverile-estivo, tipico aspetto del regime climatico mediterraneo che caratterizza tutta la nostra regione, dai valori del 50° percentile, si evidenzia una chiara, anche se in qualche località abbastanza lieve, asimmetria della distribuzione nel periodo autunnoinvernale. In genere, infatti, i tre mesi autunnali (ottobre, novembre e dicembre) risultano più piovosi dei corrispondenti invernali (marzo, febbraio e dicembre).

Soprattutto il mese di ottobre è quasi sempre più piovoso di marzo. In qualche caso, invece, specie nell’area orientale etnea, il mese di novembre presenta, in controtendenza, valori più bassi di febbraio.

In ogni caso, in media, i mesi più piovosi sono ottobre e dicembre; quello meno piovoso del periodo autunno invernale è marzo, talvolta febbraio. Da segnalare alcuni valori massimi mensili, che in qualche caso rappresentano addirittura quasi l’intero ammontare medio annuo di precipitazioni: 1038 mm a Nicolosi e 1001 mm a Zafferana E. (in dicembre);

813 mm ad Acireale (in ottobre); 381 mm a Ragalna (in gennaio;) 353 a Motta S.A., 366 mm a Mineo, 345 mm a Vizzini (in settembre).

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO DELL'AREA DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI VIZZINI NEL CONTESTO REGIONALE1

Il plateau Ibleo rappresenta un settore emerso del Blocco Pelagiano, delimitato dalle aree fessurate sul suo margine nord-occidentale da un sistema di faglie normali di notevole rigetto orientate NE-SO. Queste ribassano verso NO, originando l’Avanfossa Gela-Catania, che è occupata dalle unità alloctone del cuneo frontale della catena, la Falda di Gela. Sul plateau Ibleo le rocce sedimentarie affioranti sono in prevalenza terziarie e quaternarie. Vengono distinti due settori: quello orientale caratterizzato da una sequenza di ambiente marino poco profondo, condizionato dallo sviluppo di prodotti vulcanici, e quello occidentale contrassegnato da sedimenti carbonatici di mare aperto, che includono cospicui risedimenti provenienti dalle aree orientali.

Nel settore occidentale del plateau Ibleo i termini affioranti iniziano dal Cretacico, ma le facies rappresentate hanno carattere di open shelf, cioè si sono depositate in un’area di mare aperto, anche se di modesta profondità. In gran parte i sedimenti carbonatici provenivano dalla risedimentazione dei notevoli volumi di materiale organogeno che si

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andava producendo nei bassifondi delle aree orientali, in particolare rodoliti algali e foraminiferi bentonici, oltre a molluschi ed echinoidi.

Il plateau Ibleo è stato sede di un’intermittente attività vulcanica dal Triassico fino al Pleistocene inferiore.

Contrariamente ai prodotti delle fasi triassiche e giurassiche che sono sepolti, le vulcaniti submarine del Cretacico superiore affiorano, ricoperte da calcari a rudiste, nei settori orientali iblei.

Un’attività vulcanica, con prodotti a composizione mafica alcalina, di ambiente da submarino a subaereo caratterizza il Miocene superiore. Nel Pliocene inferiore un’attività vulcanica basica alcalina ha continuato a interessare la parte settentrionale del plateau. L’attività del Pliocene superiore fu marcata da un drastico cambiamento composizionale da alcalina a tholeiitica, e dall’emissione di enormi volumi di lava. Tale attività si verificò quando il settore nord-occidentale dell’Avampaese Ibleo collassò, sviluppando un sistema di faglie normali e originando l’Avanfossa.

I potenti intervalli di vulcaniti perforate nell’avanfossa sono ben correlabili con le vulcaniti del margine settentrionale dell’Avampaese Ibleo, ma includono un’unità più giovane nel sottosuolo della Piana di Catania, che indica una migrazione dell’attività ignea verso l’area etnea.

Nel dettaglio:

Formazione hybla (hauteriviano superiore–Albiano): I litotipi riferiti a questa unità litostratigrafica costituiscono i terreni più vecchi affioranti nell’area iblea. è costituita da un’alternanza calcarenitico-marnosa e marne grigio-verdastri ad ammoniti, aptici e belemniti, e da microfaune bentoniche. Verso l’alto i depositi della F.ne hybla, sebbene interessati da strutture deformative (pieghe e faglie) passano progressivamente ai litotipi della f.ne Amerillo.

F.ne Amerillo: (Em) (Cretaceo Superiore – Eocene medio) La formazione è ben esposta nella valle del F. Amerillo, nell’alto strutturale di Monterosso Almo– Licodia Eubea, ed è rappresentata da calcilutiti bianche a frattura concoide con noduli e liste di selce nerastra, in strati spessi 10-20 cm, separati da sottilissimi giunti argillosi.

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Lo spessore affiorante della formazione Amerillo è circa 250 m, quello totale è valutato, da dati di sondaggi, fino a circa 900 m.

Formazione Ragusa (Oligocene superiore–Langhiano inferiore) La formazione Ragusa è divisa in due membri quello inferiore, denominato membro Leonardo (Ocm), è rappresentato da un’alternanza di calcisiltiti e marne di età Oligocene superiore, quello superiore, noto come membro Irminio (Mcm), è dato da calcareniti e da calciruditi e marne sabbiose, ascrivibili al Miocene inferiore-medio. Lo spessore totale della formazione varia da 200 a 550 m. E' in rapporti di discordanza stratigrafica con la precedente F.ne Amerillo.

È rappresentato da un’alternanza di calcisiltiti e di calcari marnosi di colore biancastro in strati di 30-80 cm le prime e di 5-20 cm i secondi . Lo spessore affiorante è circa 100 m. Rappresenta la porzione inferiore dell'unità.

Membro Irminio (Mc): È caratterizzato da calcareniti e calciruditi di colore bianco grigiastro o giallastro, talora a stratificazione incrociata con numerose tracce di bioturbazione, in banchi spessi fino a 10 metri separati da sottili livelli sabbioso-marnosi pulverulenti . Lo spessore varia da poche decine di metri a un massimo di 200 m. Rappresenta la porzione intermedia dell'unità.

La parte apicale del m.bo Irminio (Mmc), poco rappresentata se non nella zona di San Giacomo-Bellocozzo, è costituita da marne biancastre a frattura concoide in strati di spessore metrico alternati a strati calcareo-marnosi grigiastri di spessore medio di 50-60 cm. Lo spessore complessivo è intorno ai 50-60 metri.

Verso l’alto la Formazione Ragusa passa gradualmente alla Formazione Tellaro: tramite un’alternanza di calcari marnosi grigiastri e di marne grigio-biancastre a frattura concoide.

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La F.ne Tellaro è suddivisa in due membri: il superiore (Ms) è rappresentato da una alternanza di calcari marnosi e marne giallastre, l'inferiore è caratterizzata da calcilutiti e marne biancastre o grigio-azzurre a frattura subconcoide, contenenti sporadici livelli calcarenitico- marnosi di colore bianco-crema in strati di 30-50 cm. (Mm). Si notano slumpings alla scala delle decine di metri. L'età è Messiniano inferiore.

Trubi: (Pm) sono costituiti da marnee calcaree e calcari marnosi a foraminiferi, colore bianco crema e frattura concoide (Pliocene medio).

Terrazzi marini (Tm): sono disposti in più ordini, altimetricamente correlabili con i depositi marini di facies costiera infrapleistocenici (Qc) e con i depositi medipleistocenici (Qmc e Qms) ad essi associati. Si presentano in spianate di abrasione oppure in lembi di di calcareniti bruno-giallastre a grana grossolana (panchina); essa ha significato di trasgressione marina di età milazziana con fauna banale di tipo temperato-caldo. La panchina costituisce un “lastrone calcarenitico” esteso da quota massima di 200 m fino al mare, e corrisponde al “Grande Terrazzo Superiore” (GTS) della Sicilia occidentale appartenente al “Crotoniano”. (Pleistocene medio).

Depositi terrazzati marini (Tirr): sono costituiti da sabbie bianco-giallastre, carbonatiche o clasti carbonatici e arenitici appiattiti a matrice sabbiosa del Pleistocene superiore;

Spiagge e depositi eolici: (s, sd) sono costituiti da sabbie prevalentemente quarzose e secondariamente carbonatiche.

Alluvioni attuali e recenti: (a) sono costituite da ciottoli carbonatici di dimensioni variabili in

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matrice sabbioso-limosa gialla – brunastra.

L'area di interesse è ubicata lungo il margine di una depressione tettonica denominata

“Garben di Scordia-Lentini”, delimitata da faglie di carattere distensivo ad orientamento NE- SW e colma di sedimenti di età Pleistocenica (Ghisett& Vezzani, 1980).

Trattasi di un'area originata dal collasso dei termini carbonatici sopra descritti e delle vulcaniti plio-pleistoceniche sopra depositatisi, sui quali si sono depositati termini sedimentari trasgressivi costituiti da facies calcarenitico-sabbiose evolventi lateralmente e verso l'alto da argille marnose.

Sono affioranti dunque sia termini vulcanici che sedimentari di età quaternaria; il settore nord dell'abitato di Scordia è caratterizzato da calcareniti tenere, sabbie e argille, posizionate stratigraficamente verso l'alto, interdigitate ai prodotti lavici.

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EVOLUZIONE PALEOTETTONICA E PALEOGEOGRAFICA2

Il quadro geologico complessivo è dato da un edificio a falde Africa-vergente, la catena Appennino-Maghrebide, sovrapposto con il suo fronte più avanzato all'Avanfossa Gela - Catania, derivante a sua volta dallo sprofondamento del bordo settentrionale ed occidentale dell'Avampaese Ibleo.

Le falde derivano da deformazioni di depositi relativi a differenti paleodomini; due sono stati i momenti essenziali: la transizione da ambiente “neritico” a condizioni

“pelagiche”, e il passaggio ad una sedimentazione terrigena di tipo “flisch”.

Il Dominio Ibleo-Maltese è a sedimentazione quasi esclusivamente carbonatica, scarsamente influenzata dalle sedimentazioni silico-clastiche derivanti dalla catena in via di deformazione; esso inoltre risulta l'unico elemento stabile e indeformato dell'orogene siciliano.

L'analisi dei dati geofisici dimostra che il Plateau Ibleo è ubicato sulla crosta continentale africana (spessori di circa 30 km), la quale sembrerebbe immergersi verso nord in direzione del Tirreno; l'altopiano è delimitato ad ovest e nord – ovest da un sistema di faglie noto in letteratura come “Ragusa – Chiaramonte” che ribassano gli Iblei verso la piana Gela-Catania, mentre a Est e Sud-est è limitato dai sistemi di faglie di Ispica e Rosolini che ribassano verso la Scarpata di Malta.

I depositi carbonatici affioranti mostrano una giacitura sub-orizzontale o inclinata di poche gradi.

Le faglie presenti sono numerose, prevalentemente orientate NNE-SSO, sintetiche e antitetiche rispetto ad una “master fault” trascorrente nota come “Scicli-Ragusa- Giarratana”, la quale attraversando tutto l'altipiano genera una serie di strutture estensionali e/o transtensionali quali horst, graben.

Un altra zona di taglio importante è quella plio-pleistocenica orientata da N-S a NNE-SSO nota come “Scicli-Ragusa” (Ghisetti & Vezzani, 1980) o “linea di Scicli” (Grasso et al., 1986)., sismicamente attiva e ben sviluppata lungo il Fiume Irminio ove genera sistemi morfostrutturali a gradinata, horst, graben, blande pieghe di trascinamento (Di Grande & Grasso, 1979) oppure strutture compressive.

2 Introduzione alla geologia della Sicilia – Lentini F. ; Microzonazione Sismica – Relazione illustrativa MS livello I – Università degli Studi di Palermo – febbraio 2013.

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL'AREA COMPLESSIVA DI STUDIO

(stralcio della Carta Geologica-1:50.000)

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L'area è dunque posta tra Depositi Palustri antichi (p) del Pleistocene superiore e Vulcaniti basiche del Pliocene medio-superiore.

Nel dettaglio, considerata l'ubicazione delle Cabine di Ricezione, Servizi Ausiliari, Sorage, Inverter e l'area di posizionamento dei pannelli fotovoltaici, tutta la geologia interessata sarà per queste infrastrutture costituita dai Depositi Palustri.

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INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO DELL'AREA DI STUDIO

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I Depositi Palustri sono di età Plesitocene sup.-Olocene e sono costituiti principalmente da limi e argille.

Sotto queste è presente una potente successione di vulcaniti basiche prevalentemente submarine in basso e subaeree verso l’alto. I prodotti sub marini sono dati da ialoclastiti, da brecce vulcano clastiche a grana minuta a da brecce a pillows immerse in una matrice vulcano clastica giallo-rossastra e sono ampiamente diffusi a NE dell’allineamento Grammichele-Vizzini-Monte Lauro, aumentando di spessore verso Nord da pochi metri ad altre 700 m. Quelli subaerei sono costituiti da prevalenti colate di lave bollose e scoriacee e da subordinati prodotti piroclastici, e affiorano estesamente prevalendo nel settore orientale tra Lentini e Augusta. Nel loro complesso costituiscono prodotti sia tholeiitici che di serie basaltica alcalina, prevalentemente basalti olivinici fino a nefeliniti, con scarse manifestazioni a tendenza hawaiitica.

Intercalazioni di materiale sedimentario, generalmente sabbie e limi carbonatici, sono presenti un po’ ovunque, e sono associabili con le marne grigio-azzurre della media valle del Fiume Dirillo e di Licodia Eubea (Pa e Ps).

In area sono presenti le marne grigio azzurre della media valle del Fiume Dirillo e di Licodia Eubea (Pa). Tra la Stazione di Vizzini e Mineo esse si arricchiscono di intercalazioni di ialoclastiti a brecce a pillows. Verso l’alto si passa a sabbie e calcareniti organogene a brachiopodi e molluschi in banchi di 1-2 m di spessore (Ps). Lo spessore complessivo è di circa 150 m.

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Per quanto riguarda gli aspetti geomorfologici, il Rischio Idraulico e Geomorfologico, le Carte del P.A.I. rappresentano la seguente situazione:

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Si evince dalle Carte del PAI come non esistano vincoli di nessun tipo legati a problematiche idrogeologiche o di rischio idraulico; di conseguenza non esiste rischio di “Pericolosità gemorfologiche”.

Nella allegata “Carta delle pendenze” sono rappresentate le pendenze in sito, nel lotto tutte sotto i 10° di acclività, elaborate tramite un software GIS che analizza la morfologia del territorio tramite dati DEM (risoluzione m.2,00); l'intero progetto, compresa la parte delle linee interrate ed aeree, interessa terreni le cui pendenze sono sotto i 10°.

Vista le pendenze quasi nulle e viste le permeabilità dei litotipi in loco, si presuppone possa esistere un ristagno delle acque di precipitazione: anche il sopralluogo ha messo in evidenza che le condizioni di allagamento del sito siano reali e che dunque si consiglia di prendere in considerazione tale ipotesi e trovare le soluzioni progettuali adeguate (vedi allegato).

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Permeabilità:

Le caratteristiche di permeabilità dei terreni sono legate alla storia deposizionale, alla tessiture, alla storia geologica sopravvenuta.

E' evidente come la permeabilità del sito sia fortemente condizionata dal litotipo presente; essendo il litotipo dominante geologicamente costituito da Depositi di Palude ed essendo in quest'ultime presente la componente limosa-argillosa, il deposito impermeabile può costituire un impedimento al deflusso idrico delle acque di ruscellamento.

E' utile inoltre verificare tramite delle prove di permeabilità in situ l'effettiva permeabilità del terreno in questione: se si dovesse verificare un grado di permeabilità basso o nullo, sarà necessario:

• effettuare un dettagliato rilievo plano-altimetrico dell'area di interesse ed in particolare dell'area ospitante i pannelli fotovoltaici, con ricostruzione delle curve di livello e delle relative direzioni di deflusso idrico superficiale preferenziale;

• Effettuare un calcolo delle quantità di precipitazioni attese in area; la quantificazione di queste servirà a dimensionare correttamente quanto descritto nel punto successivo;

• progettare l'esatta ubicazione di canalette drenanti, il cui scopo è quello di raccogliere le acque di deflusso e regimarle, tramite apposita pendenza, verso aree di raccolta delle stesse ubicate in modo da non costituire rischio per le strutture esistenti; un tipo di canaletta drenante ipotizzabile e la sua modalità di realizzazione è quella mostrata in figura sotto:

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UBICAZIONE DELLE CANALETTE DRENANTI (IN VERDE)

In blu è rappresentata la direzione di scorrimento delle acque superficiali; la ricostruzione è avvenuta tramite elaborazione di un DTM con risoluzione di m.2; la direzione di deflusso è orientale.

In verde la disposizione delle canalette drenanti: le freccie verdi indicano la direzione di scorrimento delle acque in esse incanalate.

In rosso viene indicato il perimetro dell'area di interesse: le canalette verranno ubicate esclusivamente nell'area ospitante i pannelli fotovoltaici.

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La canaletta antierosiva è costituita dall’accoppiamento di una geostuoia grimpante sul lato superiore, un geotessile non tessuto intermedio e una pellicola impermeabile sul lato inferiore. Fornita in rotoli di altezza m. 1,00-2,00.

CAMPO DI APPLICAZIONE

La canaletta antierosiva viene utilizzata per una corretta regimazione ed un rapido allontanamento delle acque superficiali dalle zone in erosione, contribuisce sensibilmente a garantire il controllo efficace dell’erosione superficiale.

Nella rappresentazione grafica sopra riportata viene rappresentato uno schema della circolazione idrica superficiale per l'area ospitante i pannelli fotovoltaici (in rosso).

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In questa area sarà possibile inserire le canalette drenanti (in verde) posizionate perpendicolarmente alla direzione di deflusso superficiale (in blu), e la cui pendenza sia in direzione dei lati del lotto ove potranno essere convogliate in zone apposite perimetrali.

IDROGEOLOGIA DELL'AREA

STRALCIO DELLA CARTA DELLA VULNERABILITA' DELLE FALDE lDRICHE SETTORE NORD-ORIENTALE IBLEO

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(29)

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(30)

GEOLOGIA DI DETTAGLIO

Dal punto di vista della geologia, il territorio è come detto rappresentato da Depositi di Palude.

Durante il sopralluogo effettuato si è evinto come in area sia presente anche un sottile top-soil agrario.

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CENNI SULLA VULNERABILITA' SISMICA

L'intera area della Sicilia è nota per i numerosi eventi sismici che l'hanno da sempre interessata, vista la presenza di alcune accertate faglie sismogenetiche.

Nell'immagine seguente riportata viene rappresentata la distribuzione dei soli eventi tra il 1981 e il 2011.

Alcuni di essi hanno avuto caratteristiche di forti terremoti: la carta successiva mostra i terremoti storici con Momento Magnitudo > 5,5 (Catalogo Parametrico dei terremoti Italiani, CPTI11, Rovida et al., 2011).

La storia sismica mostra gli eventi storici documentati nel comune di Ragusa. Tra questi spicca per intensità il terremoto del 16/01/1693, di magnitudo Mw= 7.41.

Le strutture sismogenetiche originanti i sismi in area sono ampiamente studiate e riconosciute, e la loro ubicazione è visionabile presso il database DISS.

In Sicilia sud-orientale la sismicità è distribuita principalmente in due settori: lungo la costa ionica, dove gli eventi raggiungono magnitudo circa 7.0;

nell’area interna, con terremoti di MS ≤ 5.5.

La Scarpata di Malta, per la quale si hanno evidenze di attività tardo- Quaternaria, sembra la sorgente più probabile per i grandi terremoti che hanno colpito la regione (1169,

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1693, 1818). Essa è costituita da un sistema di faglie prevalentemente normali a direzione NNO-SSE, con un rigetto verticale cumulativo di 3000 m,

suddiviso in segmenti il più settentrionale dei quali si estende in terra fino all’area etnea. Il settore interno del Plateau Ibleo è attraversato dalla Linea di Scicli, una zona di trascorrenza di primo ordine che si sviluppa per una lunghezza di circa 100 km dallo Stretto di Sicilia fino al margine settentrionale del plateau. Sebbene per questo sistema non si osservino evidenze di attività tettonica successiva al Pleistocene medio, la distribuzione dei

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terremoti (1698, 1818, 1895, 1949, 1980, 1990) indica l’esistenza di strutture sismogenetiche minori ad esso riferibili. Il margine settentrionale e nord-occidentale dell’avampaese risulta fagliato da un sistema orientato NE- SO sotto il fronte delle unità più esterne della Catena Appenninico- Maghrebide. Esso è caratterizzato da ampie depressioni strutturali quaternarie come il graben Scordia-Lentini, attivo fino al Pleistocene medio, e da faglie cieche lungo il fronte della catena ai quali si possono associare terremoti con magnitudo massima 6.4 (1542, 1990) e 5.2 (1898, 1903, 1909, 1959) rispettivamente. Altre strutture sismogenetiche sono individuabili nella Piana di Vittoria, dove si sviluppano faglie cieche responsabili degli eventi del 1717-1937, e nel sistema di Ispica, l’unico dell’area per il quale è documentata un’attività tardo quaternaria-olocenica (terremoti del 1727-1903).

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PRINCIPALI CARATTERISTICHE GEOTECNICHE DELLA ROCCIA IN POSTO

Il materiale superficiale in posto ha caratteristiche geotecniche proprie di materiali coerenti, essendo composto da argille e silt, e incoerenti laddove sono presenti le sabbie dei terrazzi fluviali.

Da bibliografia, i parametri approssimativi delle argille e limi fini possono riassumersi in: Peso specifico = 1800 Kg/mc.

Coesione = 1,0 Kg/mq.

Angolo d'attrito = 28 °.

Da bibliografia, i parametri approssimativi delle alluvioni possono riassumersi in in:

Peso specifico = 1800 Kg/mc.

Coesione = 0,0 Kg/mq.

Angolo d'attrito = 36 °

Considerata la natura dei terreni attraversati dalla linea aerea, in fase di calcolo esecutivo delle fondazioni possono ipotizzarsi diverse tipologie fondazionali e cioè dal plinto in terreni ghiaiosi – sabbiosi (e dunque con cedimenti immediati e di modesta entità) a fondazioni con supporto di pali nei terreni argillosi dai cedimenti importanti e distribuiti nel tempo.

Anche le cabine in progetto, poggianti su terreni limoso-argillosi andranno progettate con fondazioni opportunamente calcolate tenendo conto dei litotipi previa una campagna di indagini utile alla determinazione dei principali parametri geotecnici del sedimento fondazionale per una profondità pari ad almeno il volume significativo dell'opera.

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CONCLUSIONI

Il territorio esaminato non presenta alcuna propensione a gravi problematiche di natura geologica, idrogeologica e geotecnica.

Il “vulnus” principale è invece costituito dal rischio sismico legato alle aspettative di un sisma nell'area siciliana; la possibilità di realizzare insediamenti è buona; non sono né censite né state individuate in sito durante il sopralluogo faglie entro il perimetro del lotto in esame.

Non sono potenzialmente possibili dissesti di natura profonda e superficiale, viste le le pendenze del sito orizzontali.

La permeabilità del sito è scarsa, e quindi andrà posta attenzione al deflusso idrico delle acque superficiali, e realizzando opere drenanti al fine di evitare il problema del ristagno delle acque sul sito.

Dal punto di vista geotecnico la roccia mostra possedere caratteristiche buone per la realizzazione di impianti fotovoltaici con fondazioni, ad esempio, a paletti infissi.

Appare comunque evidente che l'installazione di eventuali pali di fondazione deve essere preceduta da una caratterizzazione del materiale sotto fondazionale tramite prove in sito o in laboratorio.

Anche per quanto riguarda le fondazioni delle cabine sarà necessario verificare in modo puntulale dove ricadono le fondazioni e progettare le stesse utilizzando i

parametri del terreno appropriati.

Ragusa, Settembre

2020 Il Geologo

dott. Saro Di Raimondo

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(Linee guida per la gestione del territorio in aree interessate da faglie attive e capaci (FAC), 2010) - Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Commissione tecnica per la microzonazione sismica (articolo 5, comma 7, OPCM 13 novembre 2010, n. 3907) - Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile)

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