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PEDAGOGIA INTERCULTURALE • &lt

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Academic year: 2022

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PEDAGOGIA DELLE RELAZIONI FAMILIARI

Educare all’interculturalità

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Educare al rispetto delle diversità culturali, promovendo, attraverso la comunicazione e la mediazione, una precoce e diffusa conoscenza e coscienza interculturale.

Formare all’interculturalità

• La DIVERSITÀ è intesa come risorsa positiva specifica, dalla conoscenza della quale partire per favorire L’INSERIMENTO ORIGINALE del singolo individuo nel proprio e nell’altrui contesto culturale.

Da qui la necessità di CONOSCERE l’altro in tutte le sue dimensioni, di AGIRE con l’altro e di FAVORIRE la capacità di elaborare autonomamente e in modo consapevole la cultura dell’INCONTRO CON L’ALTRO DA SÉ.

Pedagogia interculturale e non multiculturale

non avverrebbero i giusti scambi: accettazione, accoglienza, riconoscimento, interazione, reciprocità.

PEDAGOGIA INTERCULTURALE

< pedagogia per stranieri (assimilazione).

Pedagogia interculturale (integrazione):

convivere come soggetti di pari dignità in una società sempre più multiculturale, al fine di comprendersi e lavorare per la giustizia sociale e per la soluzione pacifica dei conflitti legati alla convivenza.

Obiettivi:

Integrazione nella società: tutti i cittadini stranieri e non si devono assumere la propria responsabilità e rispettare i valori e leggi della società in cui vivono.

Emancipazione.

Autonomia < autostima.

La pedagogia e lo straniero come soggetto:

Lo si aiuta ad aiutarsi.

Comunicazione di tipo simmetrico.

Mediazione culturale.

Il paese che accoglie si dovrebbe chiedere:

Come accogliamo ciò che ci è estraneo?

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Quale immagine offriamo agli stranieri?

Quali modelli di percezione predominano e qual è la loro influenza?

Finalità della P.I.:

Consapevolezza politica generale;

Consapevolezza delle differenze;

Pedagogia interculturale trasversale a tutte le istituzioni;

Funzione dinamica;

Comunicazione interculturale secondo le regole della pragmatica della comunicaizone.

Contributo all’educazione alla pace e alla comprensione reciproca.

Comunicazione interculturale:

Linguaggio verbale e non verbale.

Ogni cultura attribuisce un valore diverso alle varie modalità di comunicazione:

metacomunicazione (capacità di comunicare su forme e contenuti della comunicazione stessa) interculturale.

Conflitti e meta-comunicazione:

Il conflitto è causato da un fraintendimento linguistico o meno?

Si tratta di un conflitto di interessi e quindi non di un problema di comunicativo?

Si tratta di problemi legati alla comunicazione non verbale?

Pedagogia antirazzista

La pedagogia interculturale si confronta sempre con forme latenti o evidenti di razzismo.

Educare all’intercultura significa anche educare a non essere razzisti.

Razzismo:

Caratteristiche esteriori relativi ad una razza, alla religione o ad un gruppo etnico, dai quali si traggono conclusioni circa la personalità complessiva.

Formulazione di giudizi dispregiativi.

Tali giudizi servono per “difendersi” dagli altri e per ribadire la propria identità culturale.

Processo di unificazione europea

1. E’ necessario un sistema scolastico comune quale elemento portante e formativo dell’Unione?

2. Quali trasformazioni subirà l’identità culturale del singolo cittadino e dei diversi stati?

3. Quali saranno le lingue ufficiali?

LE FAMIGLIE IMMIGRATE

La famiglia è la prima e fondamentale scuola di socialità.

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Grazie alla sua fondamentale funzione per lo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale, essa può assumere un ruolo importantissimo :

- per l’opportuna crescita del soggetto come persona e come collettività;

- affinché si accresca il principio della civiltà umana e dei principi della democrazia.

Negli ultimi anni si registra:

una dilatazione delle aree migratorie;

una minore dipendenza tra i paesi di provenienza e quelli di destinazione (<colonialismo);

un aumento delle distanze culturali tra le popolazioni interessate al fenomeno migratorio.

Paesi a sviluppo avanzato e Paesi in via di sviluppo:

Un miliardo di persone vive sotto la soglia di povertà.

Ogni anno 30 milioni muoiono di fame e 15 milioni per carenze di risorse.

Alla fine del XX secolo, il 15% di 6 miliardi di esseri umani fruisce dell’80% della ricchezza e delle risorse mondiali.

Un bambino dei paesi sviluppati inquina quanto 30-50 bambini nati nei paesi poveri.

Ripercussioni dell’emigrazione sulla vita familiare

La decisione di emigrare rappresenta il risultato di un lungo percorso che investe la dimensione individuale, collettiva e relazionale.

Sono rari i casi in cui una famiglia scelga di intraprendere un’emigrazione completa.

Di solito è l’uomo, il padre che parte per primo, seguito poi dalla moglie e solo successivamente dai figli.

Migrazione e mutamenti sul piano delle dinamiche familiari.

Condivisione di un progetto familiare: emigrare per ritornare o per insediarsi definitamente nel nuovo paese?

Dalla famiglia allargata alla famiglia nucleare.

La condizione della donna.

La famiglia è il luogo privilegiato per l’educazione contro il pensiero prevenuto

Pur non essendo possibile eliminare stereotipi e pregiudizi (uno dei più grandi è quello di credere di non averne), pedagogicamente è necessario imparare a riconoscerli e a gestirli, perchè il pregiudizio non è innato, ma acquisito durante i primi anni di vita.

L’educazione ai sentimenti è fondamentale per :

confrontarsi con l’Altro

per dialogare

per farsi ascoltare

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 N.B.: educazione all’ascolto, al dialogo, alla comprensione è possibile contrastare modelli negativi di sopraffazione, di aggressività e di mancanza di rispetto dell’altro.

FINALITA’:

Educazione alla pace.

Educazione alla gestione pacifica dei conflitti: la mediazione.

Educazione al pluralismo.

Educazione alla legalità.

Educazione al rispetto dei limiti.

MODELLI FAMILIARI E BIOGRAFIE DI MIGRANTI

Famiglia tipo : - eventi normativi - eventi critici

• Famiglia emigrata :

Oltre agli eventi normativi/critici:

- problemi linguistici - isolamento

- difficoltà scolastiche dei figli - difficoltà a trovare lavoro o casa

PEDAGOGIA ed EDUCAZIONE INTERCULTURALE:

cercano di fornire delle risposte proprio alle esigenze del nuovo contesto socio-culturale:

emerge la formazione alla differenza, poiché opera per il mantenimento e il rispetto delle peculiarità di ogni cultura, ma allo stesso tempo, favorisce le relazioni tra persone di etnie diverse.

Educare alla differenza, mediare le diversità significa anche far sì che tutte le persone riescano ad usufruire dei servizi che il territorio di accoglienza offre senza differenze di sorta.

Per ottenere ciò è importante lavorare sin dall’inizio sui versanti della relazione, della mediazione e della comunicazione interculturale.

L’interculturalità individua un preciso piano di lavoro, politico e pedagogico, che vada a supportare l’interazione tra culture diverse.

In questi ultimi anni, da più parti, si sta riflettendo positivamente sul fatto che l’educazione interculturale non può altro che trovare giovamento e potenziarsi attraverso la collaborazione di una nuova figura professionale, quale quella del mediatore culturale, proprio per offrire soluzioni di convivenza, tra stranieri e non stranieri, sempre più adeguate alle varie circostanze.

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