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Cap. 6 Il ruolo del Tecnico di neurofisiopatologia

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Academic year: 2021

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Cap. 6

Il ruolo del Tecnico di neurofisiopatologia

Si potrebbe pensare che alla fine di un percorso di studio di 2° livello come questo, non abbia molto senso presentare una tesi di tipo scientifico, come questa, essendo più indacata una tesi di tipo organizzativo/gestionale.

In realtà ritengo che in questa dissertazione siano rappresentate entrambe le sfaccettature che il Tnfp oggi rappresenta: da una parte il professionista che esegue gli esami e dall'altra quello che organizza e gestisce le risorse in modo da rendere possibile e realizzabile una ricerca articolata come quella presentata.

“La scienza è conoscenza organizzata. La saggezza è vita organizzata.” L'affermazione di Immanuel Kant (1788 in “Critica della ragion pratica”) credo sia ancora attuale soprattutto in un ambiente

multidisciplinare come sta diventando l'Azienda Sanitaria in cui è sempre più necessaria la presenza di personale non solo adeguatamente formato a esercitare la professione in senso stretto, ma che abbia le capacità organizzative e gestionali tali da poter sostenere anche il peso di uno studio di ricerca così complesso e articolato, come quello che è stato affrontato in questa dissertazione.

Una corretta gestione delle procedure tecnico-diagnostiche, dell'ambiente di registrazione, della manutenzione dei dispositivi utilizzati, del sistema informatico per l'acquisizione e il trasferimento dei dati, ma anche per l'archiviazione degli stessi, è fondamentale per la riuscita di un buon esame e per la tutela dei dati sensibili che acquisiamo e archiviamo.

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Tutte queste responsabilità, affidate all'esperienza del Tnfp possono essere messe in atto solo grazie ad un buon governo clinico tale da garantire il miglioramento continuo della qualità dei servizi e il raggiungimento/mantenimento di elevati standard assistenziali, stimolando la creazione di un ambiente che favorisca l’eccellenza professionale.

In questo senso, la prosecuzione degli studi, con il conseguimento di titoli quali il Master di I livello e la Laurea Specialistica, divengono sempre più indispensabili e necessari per la sopravvivenza di un Sistema Sanitario che mira all'eccellenza delle prestazioni.

Il Tnfp oggi non è e non deve più essere solo “manovalanza”, ma un professionista che possiede una formazione culturale e professionale avanzata per intervenire con elevate competenze nei processi diagnostici, gestionali, formativi e di ricerca, lavorando in appropriatezza, grazie alle conoscenze scientifiche, ai valori etici e alle competenze professionali acquisite, nonché allo studio della disciplina e della ricerca specifica del proprio ambito di valutazione, rispondendo così, con competenze avanzate di tipo diagnostico, educativo e preventivo, ai problemi prioritari di salute della popolazione e ai problemi di qualità dei servizi.

Il Tnfp deve essere un professionista dotato di un approccio integrato ai problemi organizzativi e professionali delle professioni sanitarie e qualificato al punto tale da avere padronanza delle tecniche e delle procedure del management sanitario, rendendo lecita la sua presenza anche in ambito di ricerca e nei processi formativi peculiari del proprio indirizzo.

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Il “nuovo” Tnfp deve avere competenze di economia sanitaria e di organizzazione aziendale necessarie per l'organizzazione dei servizi sanitari e per la corretta gestione delle risorse umane e delle tecnologie disponibili, attraverso la valutazione dei rapporti costi/benefici; inoltre deve possedere conoscenze sui metodi e sugli strumenti necessari per l'organizzazione di una ricerca avanzata.

Tutto ciò fa si che egli sappia ottimizzare i vari tipi di risorse (umane, tecnologiche, informative e finanziarie), in base all'attività, ma anche progettare e realizzare interventi formativi, là dove rileva un gap.

Una volta analizzata la struttura, ha ben chiare quali siano le risorse a disposizione, quale sia l'obiettivo da raggiungere e quale sia il ruolo delle diverse figure professionali nel raggiungimento di tale obiettivo. Ilfallimento di una ricerca, come di una struttura operativa, può infatti dipendere anche dall'inadeguatezza del personale scelto.

Il dirigente tecnico deve consolidare nel proprio gruppo di lavoro, ma negli operatori sanitari in genere, la cultura della formazione continua, intesa come parte integrante della pratica professionale, inserendo le attività di ECM (in particolare, la formazione sul campo), nelle strategie multifattoriali mirate alla modifica dei comportamenti professionali, e sviluppando strumenti per misurare la qualità tecnico-professionale, sino a definire criteri di training e accreditamento e standardizzare la valutazione di conoscenze, competenze e attitudini. Egli inoltre deve sviluppare nei propri collaboratori la capacità di effettuare una ricerca bibliografica, utilizzando banche dati informatizzate, e la consapevolezza di leggere criticamente un articolo, sostenendo la motivazione dei singoli operatori.

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Infine, ma non per importanza, il dirigente tecnico deve conoscere ed applicare tecniche adeguate alla comunicazione individuale e di gruppo e alla gestione dei rapporti interpersonali con i pazienti e i loro familiari, analizzando criticamente gli aspetti etici e deontologici dell'ambito di ricerca che va ad affrontare, e verificando l'applicazione dei risultati delle attività di ricerca, in funzione del miglioramento continuo della qualità diagnostica.

Tale assunto rappresenta il punto di congiunzione fra il percorso affrontato e la scelta dell'argomento di questa dissertazione: la capacità critica nell'informarsi e informare sulla patologia in studio, ma anche di cercare eventuali modifiche da porre per migliorare l'esecuzione degli esami, e ancora sapere come porsi ai pazienti e ai parenti, per cercare di ottenere il miglior risultato possibile.

Fino a qualche anno fa il Tnfp era colui che si limitava ad eseguire gli esami, oggi è un professionista che con conoscenza e coscienza mette la propria professionalità al servizio del paziente; un professionista in grado di capire quale sia un buon risultato raggiunto vs uno negativo, che sia in grado di imparare dagli errori e ripartire da questi, così come ci suggerisce José Ortega y Gasset “La cosa importante è la memoria degli errori, che ci consente di non commettere sempre gli stessi.”(1930, La ribellione delle masse).

Questo ci può consentire anche di ammettere con umiltà che la strada che abbiamo perseguito per quella ricerca magari non ha dato i risultati che ci aspettavamo, di modo che qualcun altro non perda tempo perseguendo le stesse idee.

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Solo così possiamo aspirare ad un'alta qualità delle prestazioni, dette di alta specialità; solo così il cittadino può rivolgersi alla Sanità con fiducia, sapendo che sarà fatto il meglio per sé e per il proprio figlio, senza sentirsi sfruttati, senza sentirsi cavie, ma avendo la consapevolezza di essere parte integrante del futuro che verrà.

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