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Le croci dei bambini

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Academic year: 2022

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L’OSSERVATORE ROMANO

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt

Anno CLXI n. 73 (48.696) Città del Vaticano mercoledì 31 marzo 2021

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A BUONA

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OTIZIA

• Il Vangelo della Domenica di Pasqua

Da soli si va più veloce, ma insieme si arriva più lontano

di FRANCESCOPESCE

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a pietra era stata tolta dal se- polcro racconta il vangelo.

Questa pietra è composta da tutte le pietre che i lapidatori di ogni tempo hanno scagliato con estrema precisione; poi è fatta anche di milioni di pietre scartate, da noi co- struttori di grattacieli e di cimiteri. Ci sono anche le pietre che abbiamo la- sciato cadere dalle nostre mani più per convenienza che per scelta. Cristo in- comincia a morire molto presto.

La Pietra scartata dai costruttori è la stessa che oggi viene rotolata via. Il Pa- dre non è intervenuto tutte le volte che l’hanno calpestata; non ha risposto nemmeno al grido sulla croce. Non era possibile, non era necessario; Cristo e tanti poveri cristi con Lui non sarebbe- ro stati veri uomini. Adesso, nella Sua ora, il Padre ribalta la pietra perché:

«È Lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita» (Prefazio di PasquaI).

Anche la corsa dei testimoni di quel- la mattina è stata un segno della Gra- zia. Non sapevano, non capivano ma lo desideravano più di ogni altra cosa;

la fede è desiderio del frutto più proibi- to di tutti, la gratuità del dono della vi- ta. Proibito dai nostri regolamenti che vorrebbero perfino che la risurrezione fosse qualcosa da meritare. Proibito dagli uomini non veri, che nascondo- no la morte, il dolore dietro le mura de- gli ospedali e le grate delle carceri, e ti dicono con superbia quando parli di risurrezione: «Su questo ti sentiremo un’altra volta» (At 17, 32); la cultura che si pone al di sopra e non a servizio del vangelo, della vita, pensa di sapere tutto e invece non sa neanche gioire.

La pietra ribaltata, fa crollare le mura, le grate, e chiude anche tutti i libri. A

Pasqua solo si contempla e si ama. Da quel giorno poi siamo chiamati a stare tutti insieme alla Sua presenza, senza pietre tra le mani, senza giudizi sulla bocca; senza bastone ne bisaccia, l’e- vangelista Luca dice addirittura senza pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. Così semplicemente con la fede, volendosi un po’ più bene, un grande popolo in cammino.

Racconta il vangelo che: «Non ave- vano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti».

Mentre camminiamo nell’Attesa di po- terlo vedere penso che dobbiamo fare come l’apostolo Filippo che desidera favorire l’incontro con il Risorto: «Ca- pisci quello che stai leggendo» (At 8, 30) dirà al funzionario di Candace. Fa- cilitare l’incontro con il Signore è già missione; essere ognuno di noi una presenza discreta che vuole tendere una mano, e aiutare il cammino, susci-

tando un dialogo. Proprio come Filip- po che: «Prendendo la Parola annun- ciò a lui Gesù». Che sintesi efficace.

La Buona Notizia da annunciare, e che l’uomo del nostro tempo desidera anche senza averne piena coscienza, nel deserto di tanti giorni, è Gesù, non occorre aggiungere altro. Ecco allora il nostro compito; far vedere, dire, testi- moniare come Gesù ha cambiato la no- stra vita, come in concreto ha agito in me, e ha ribaltato anche la mia pietra.

Nessuno abbia paura di non essere de- gno di annunciare o di ricevere, questa Buona Notizia di Gesù; e quando il Si- gnore pare non rispondere, lo Spirito susciterà anche per noi incontri sor- prendenti, perché è la Parola stessa che corre insieme a Pietro, Giovanni, e i te- stimoni di ogni tempo.

Perché da soli si va più veloce, ma insieme si arriva più lontano. Anche se è ancora buio.

All’udienza generale

“Agnelli immolati”

di questo mondo

«Anche quest’anno vivremo le celebrazioni pasquali nel con- testo della pandemia» di covid- 19. Ma con la certezza che «in tante situazioni di sofferenza, specialmente quando a patirle sono persone, famiglie e popo- lazioni già provate da povertà, calamità o conflitti», c’è «un faro che indica il porto alle navi ancora al largo nel mare in tem- pesta»: la croce di Cristo. Lo ha sottolineato Papa Francesco all’udienza generale di merco- ledì 31 marzo, nel cuore della Settimana santa. Alla vigilia del Triduo pasquale il Pontefi- ce ha dedicato la catechesi ai ri- ti che lo caratterizzano, rimar- cando in particolare come la croce sia «il segno della speran- za che non delude». Perché «ci dice che nemmeno una lacri- ma, nemmeno un gemito van- no perduti nel disegno di sal- vezza di Dio», ha spiegato esortando a chiedere al Signore

«la grazia di servirlo e di rico- noscerlo» sempre e «di non di- menticarlo» mai.

In particolare, per France- sco è importante portare «nella mente e nel cuore le sofferen- ze» dei «tanti, troppi crocifissi di oggi»: i malati, i poveri, gli

«scartati di questo mondo; gli

“agnelli immolati” vittime in- nocenti delle guerre, delle dit- tature, delle violenze quotidia- ne, degli aborti». E in proposi- to ha raccomandato di fare una sorta di agenda per la preghie- ra: un «elenco di tutte le guerre che si stanno combattendo; di tutti i bambini che muoiono di fame»; di quelli «che non han- no educazione; di popoli interi distrutti dal terrorismo» e dai conflitti; e di tutta quella «gen- te che per sentirsi meglio ha bi- sogno della droga».

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Un canale di Vatican News per la Lingua dei Segni

Nessuno escluso

di ALESSANDROGISOTTI

«R

ibadisco l’e-

sigenza di predisp orre s t ru m e n t i idonei e accessibili per la tra- smissione della fede. Auspico, inoltre, che questi vengano messi a disposizione di quanti ne hanno bisogno in modo il più possibile gratuito, anche mediante le nuove tecnologie, rivelatesi così importanti per tutti in questo periodo di pan- demia». Raccogliendo l’ap- pello di Papa Francesco, con- tenuto nel Messaggio per la SEGUE A PA G I N A 7

Le croci dei bambini

Via crucis sul Lago Cocibolca, in Nicaragua (Inti Ocon / Afp) si trasformano oggi in altrettante richieste

di giustizia e di pace. Le vogliamo ricor- dare — come ha fatto anche Francesco al- l’udienza generale — nel giorno in cui pubblichiamo le meditazioni e le pre- ghiere proposte proprio dai bambini del Gruppo Scout Agesci «Foligno I» e della parrocchia romana dei Santi Martiri del- l’Uganda per la Via crucis del Venerdì santo presieduta dal Papa.

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B

ambini che muoiono di fame, o per malattie spesso curabili;

bambini dilaniati dalle bombe delle tante guerre in corso; bam- bini vittime di violenze; bambini sfrutta- tati sul lavoro; bambini abusati; bambini costretti a migrare, talvolta da soli; bam- bini cui sono negati scuola e futuro: ecco- le le croci dei più piccoli e indifesi, che interpellano la coscienza del mondo. So- no croci pesanti da portare, caricate sulle loro fragili spalle dagli adulti. Croci che

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L’OSSERVATORE ROMANO

pagina 2 mercoledì 31 marzo 2021

La Via Crucis presieduta dal Papa la sera del Venerdì santo

Le meditazioni e le preghiere proposte dal Gruppo Scout Agesci «Foligno I » e dalla parrocchia romana dei Santi Martiri dell’Uganda

Intro duzione

Nel nome del Padre e del figlio e dello Spirito Santo.

R/. Amen.

Caro Gesù,

Tu sai che anche noi bambini abbia- mo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte. E solo Tu lo sai e le prendi sul se- rio. Solo Tu.

Solo Tu sai quanto è difficile per me imparare a non aver paura del buio e della solitudine. Solo Tu sai quanto è difficile non riuscire a trattenermi e ri- svegliarmi ogni mattina tutto bagna- to.Solo Tu sai quanto è difficile non riuscire a parlare bene come gli altri, a pensare svelto e a fare i conti giusti.

Solo Tu sai quanto è difficile vedere i miei genitori litigare e sbattere forte la porta e non parlarsi per giorni.

Solo Tu sai quanto è difficile essere preso in giro dagli altri e accorgersi di venire escluso dalle feste.

Solo Tu sai che significa essere po- vero e dover rinunciare a quello che hanno i miei amici.

Solo Tu sai quanto è difficile libe- rarsi da un segreto che mi fa tanto male e non sapere a chi dirlo per paura di es- sere tradito, accusato o non creduto.

Caro buon Gesù, Tu sei stato bam- bino come me, anche Tu hai giocato e forse sei caduto e ti sei fatto male; an-

che Tu sei andato a scuola e forse qual- che compito non è andato un gran che bene; anche Tu hai avuto una mamma e un papà e sai che qualche volta non ho molta voglia di obbedire quando mi dicono di fare i compiti, di portare via la spazzatura, di rifare il letto e di mettere a posto la cameretta; anche tu sei andato a catechismo e alla preghie- ra e sai che non sempre ci vado con tanta gioia.

Caro mio buon Gesù, Tu sai soprat- tutto che nel mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, non han- no istruzione, sono sfruttati e costretti a fare la guerra.

Aiutaci ogni giorno a portare le no- stre croci come Tu hai portato la tua.

Aiutaci a diventare sempre più buoni:

ad essere come Tu ci vuoi. E ti ringra- zio perché so che mi stai sempre vicino e che non mi abbandoni mai, soprat- tutto quando ho più paura, e perché hai mandato il mio Angelo Custode che ogni giorno mi protegge e illumi- na. Amen.

I stazione PONZIO PI L AT O CONDANNA A MORTE GESÙ

Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva ri- mettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:

«Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Pilato allora de- cise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, [...] e consegnò Gesù al loro volere (Lc 23, 20-21.24-25).

Meditazione

Quando ero in prima elementare, Marco, un bambino della mia classe, è stato incolpato di aver rubato la me- renda del suo compagno di banco. Sa- pevo che non era vero, ma sono rima- sto in silenzio, non era un mio proble- ma, e poi tutti indicavano lui come il colpevole. Perché sarei dovuto intervenire?

Ogni volta che ci ripenso provo ancora vergogna, sento dolore per quella mia azione.

Avrei potuto aiutare questo mio amico, dire la verità e aiu- tare a fare giustizia, invece mi sono comportato come Pilato e ho preferito far finta di nien- te. Ho scelto la strada più co- moda e me ne sono lavato le mani. Oggi me ne pento tan- to: avrei voluto avere un po’ di coraggio, seguire il mio cuore e aiutare il mio amico in diffi- coltà.

A volte sentiamo solo la vo- ce di chi fa e vuole il male, mentre la giustizia è una stra- da in salita, con ostacoli e diffi- coltà, ma abbiamo Gesù al no- stro fianco, pronto a sostenerci e aiutarci.

Preghiera dei ragazzi Gesù, donami un cuore semplice e sincero, così avrò il coraggio e la forza anche nelle difficoltà di camminare nella tua giustizia: «Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23, 4).

P re g h i a m o

Signore, Padre buono, infondi in noi il tuo Santo Spirito e donaci la tua fortezza, perché solo così avremo il co- raggio di testimoniare la tua verità, che è via di giustizia e riconciliazione. Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

II stazione

GESÙ È C A R I C AT O DELLA CRO CE

Gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo (Lc 22, 63-65).

Meditazione

In classe, leggevamo a turno il libro La gabbianella e il gatto. Quando fu il tur- no di Martina, lei iniziò a confondere le lettere una con l’altra e così le frasi persero di significato. Parola dopo pa-

rola iniziai a ridere e con me tutti gli al- tri. Ricordo ancora Martina tutta rossa in volto, la voce rotta e gli occhi pieni di lacrime.

Forse non era nostra intenzione de- riderla, eppure quanto dolore le abbia- mo provocato con quelle nostre risate!

La persecuzione non è un lontano ricordo di duemila anni fa: a volte cer- te nostre azioni possono giudicare, fe- rire e calpestare un fratello o una sorel- la.A volte far soffrire qualcuno ci può aver causato un po’ di piacere, perché dietro quelle sofferenze abbiamo ma- scherato i nostri stessi disagi.

Gesù ci ha insegnato ad amare e nel suo amore si trova la risposta a tutte le sofferenze. Dobbiamo essere disposti a tutto per non fare male agli altri, an- zi, per fare loro del bene.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, niente ci separerà dal tuo amore. Rendici capaci di amare i no- stri fratelli e le nostre sorelle meno for- tunati.

P re g h i a m o

Signore, Padre buono, che hai man- dato a noi Gesù, obbediente fino alla morte, donaci la forza del tuo amore per prendere coraggiosamente la no- stra croce.

Donaci la tua speranza e sapremo riconoscerti anche nei momenti più bui della nostra vita. Per Cristo nostro S i g n o re .

R/. Amen.

III stazione

GESÙ CADE LA PRIMA V O LTA

Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità (Is 53, 4-5).

Meditazione

In Quinta Elementare ero il più bra- vo in matematica, finivo le verifiche in pochi minuti e conoscevo soltanto un risultato: “ottimo”.

Quando, per la prima volta, ho letto

“insufficiente”, ho pensato di essere una nullità, ho sentito il peso di un fal- limento inaspettato, ero solo e nessu- no mi ha confortato.

Ma quel momento mi ha fatto cre- scere: a casa i miei genitori mi hanno confortato e fatto sentire il loro amore;

mi sono rialzato e ho continuato a im- pegnarmi nello studio.

Oggi so che ogni giorno vacilliamo e possiamo cadere, ma Gesù è sempre lì a tenderci la mano, a farsi carico del peso delle nostre croci e a riaccendere in noi la speranza.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, sei caduto sotto la grande croce che portavi. Anch’io cado spesso e mi faccio male. Custodiscimi nel mio cammino e donami la forza di portare i miei pesi insieme a Te.

P re g h i a m o

Signore, ti sei fatto carico delle no- stre sofferenze e le hai condivise fino al patibolo che schiaccia e umilia.

Non ci abbandonare sotto il peso delle nostre croci, che a volte ci sem- brano troppo pesanti. Tu che vivi e re- gni nei secoli dei secoli. R/. Amen.

IV stazione

GESÙ INCONTRA S UA MADRE

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispo- se: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servito- ri: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2, 3- 5).

Meditazione

Quando penso a mia mamma, vedo il suo volto gentile, sento il calore dei suoi abbracci e mi rendo conto di tutto il suo amore per me.

Lei mi accompagna dappertutto, agli allenamenti di calcio, al corso di inglese e al catechismo la domenica mattina.

La sera, anche se è stanca, mi aiuta mentre faccio i compiti; e quando di notte ho degli incubi, si mette accanto a me, mi tranquillizza e aspetta che mi addormenti di nuovo.

Se ho un problema, un dubbio, o semplicemente dei brutti pensieri, lei è sempre disponibile ad ascoltarmi con il suo sorriso.

E nei momenti più brutti, non ho bisogno di dire parole, basta uno sguardo, lei capisce subito e mi aiuta a superare ogni sofferenza.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, rendici capaci di farci abbrac- ciare da Maria nostra madre del Cie- lo.

P re g h i a m o

Signore, Padre buono, concedici di incontrare lo sguardo amorevole di Maria, così che ciascuno di noi, libero dalla propria solitudine interiore, pos- sa riposare nell’abbraccio materno di Colei che in Gesù ha abbracciato e amato ogni uomo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

V stazione

IL CIRENEO A I U TA GESÙ A P O R TA R E LA CRO CE

Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù (Lc 23, 26).

Meditazione

Durante l’estate giocavo con gli amici del quartiere nel parco davan- ti casa. Da qualche mese avevamo

dei nuovi vicini con un figlio della mia stessa età. Lui però non giocava con noi, non capiva neanche bene la nostra lingua. Un giorno avevo no- tato che ci stava guardando da lon- tano, voleva giocare con noi, ma non aveva il coraggio di chiederlo.

Mi sono avvicinato, ci siamo presen- tati e l’ho invitato a fare una partita di calcio insieme a noi. Walid da quel giorno è uno dei miei migliori amici, oltre che portiere della nostra squadra.

Guardando da lontano una perso- na, per prima cosa notiamo la sagoma, poi capiamo se è uomo o donna e len- tamente prendono forma i dettagli del suo volto, ma solo quando lo ricono- sciamo come fratello stiamo aprendo il nostro cuore a Gesù.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, fammi accogliere con amore tutti i fratelli soli ed emarginati che in- contrerò nel mio cammino

P re g h i a m o

Signore, rendici capaci di ricono- scerti negli ultimi che incontriamo lungo la nostra strada; dacci il corag- gio e la beatitudine di dare da mangia- re a chi ha fame, da bere a chi ha sete, di accogliere chi è straniero, vestire chi è nudo e curare chi è malato, per in- contrarti e accoglierti in ogni fratello e in ogni sorella. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

VI stazione

UNA D ONNA ASCIUGA IL V O LT O DIGESÙ

I giusti risponderanno [al re]: «Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato, straniero o nudo, malato o in carcere?». E il re risponderà loro: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (cfr. Mt 25, 37-40).

Meditazione

Quel giorno dovevo giocare la par- tita più importante del campionato, era l’occasione per dimostrare tutte le mie capacità. Negli spogliatoi ero agi- tato e spaventato, ma entrando in cam- po vidi tra gli spettatori Marco, il mio migliore amico che, nonostante non amasse il calcio, era venuto lì per soste- nermi. Era la prima volta che veniva a vedermi giocare, e purtroppo abbiamo p erso.

Mentre facevo la doccia ero triste e scoraggiato, ma, uscito dagli spoglia- toi, ho trovato il mio amico: mi aveva aspettato con un’aranciata in mano.

Abbiamo passato un po’ di tempo in- sieme, e così quell’ora e quell’aranciata hanno reso tutto più sopportabile, la sconfitta subita è diventata un ricordo meno amaro.

Un incontro, uno sguardo, un gesto possono cambiare la nostra giornata e riempire il nostro cuore. Nel volto sof- ferente di un amico, o anche di un estraneo, c’è il volto di Gesù che passa sulla mia stessa strada... Avrò il corag- gio di avvicinarmi?

Le croci

dei bambini

Il volume con i testi della via Crucis 2021, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, può essere acquistato on line. Per informazioni collegarsi al sito utilizzando questo codice Qr

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IETRO

Ci sono tutte le croci dei piccoli e degli innocenti — gli “agnelli immolati” del nostro tempo, come ha detto Papa Fran- cesco all’udienza generale di oggi par- lando del Triduo pasquale — nelle medi- tazioni per la Via Crucis di questo Ve- nerdì santo 2021. Saranno infatti bambi- ni e ragazzi, di età compresa tra i 3 e i 19 anni, ad accompagnare il Pontefice nel cammino dolente che si snoderà nella se- rata del 2 aprile, anche quest’anno in piazza San Pietro, a causa della pande- mia, e non nel tradizionale scenario del Colosseo. Le meditazioni e i disegni di alcuni di loro, scandiranno le quattordici stazioni del suggestivo rito, che avrà ini- zio alle 21. Il percorso di Gesù che si av- via alla crocifissione sul Golgota è stato interpretato e rivissuto dal gruppo Scout Agesci umbro “Fo l i g n o I” e dalla parroc- chia romana Santi Martiri dell’Uganda, per quanto concerne le meditazioni (che pubblichiamo in questa pagina); e dai piccoli ospiti delle case famiglia Mater Divini Amoris e Il Tetto - Casal Fattoria, entrambe di Roma, per i disegni.

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L’OSSERVATORE ROMANO

mercoledì 31 marzo 2021 pagina 3

La Via Crucis presieduta dal Papa la sera del Venerdì santo

Preghiera dei ragazzi

Gesù, fammi incrociare il tuo sguar- do nei momenti di difficoltà, così che possa trovare conforto nel tuo amore.

P re g h i a m o

Signore, fa’ che la luce del tuo Vol- to, pieno di misericordia, lenisca le fe- rite dell’abbandono e del peccato che ci affliggono. Tu che vivi e regni nei se- coli dei secoli.

R/. Amen.

VII stazione GESÙ CADE PER LA SECONDA V O LTA

Egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca [...]. Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia (1 Pt 2, 22.24).

Meditazione

In Quarta Elementare volevo a tutti i costi essere il protagonista del- la recita scolastica di fine anno. Mi ero impegnato al massimo per otte- nere la parte, avevo ripetuto le bat- tute più volte di fronte allo spec- chio, ma la maestra decise di dare la parte a Giovanni. Lui era un bambi- no che se ne stava sempre sulle sue.In quel momento mi sono sentito umiliato e arrabbiato, con me stesso, con la maestra e con Giovanni. La reci- ta fu un successo, da quel momento Giovanni si aprì di più con tutta la classe.

La mia delusione era servita ad aiu- tare un’altra persona, la scelta della maestra aveva dato un’occasione a chi aveva veramente bisogno.

IX stazione

GESÙ CADE PER LA TERZA V O LTA

[Gesù disse:] In verità, in verità io vi di- co: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la per- de e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna (Gv 12, 24- 25).

Meditazione

Nell’ultimo anno con la famiglia non abbiamo più fatto visita ai nonni; i miei genitori dicono che è pericoloso, potremmo farli ammalare di covid. Mi mancano!

Così come mi mancano le amiche della pallavolo e gli scout.

Spesso mi sento sola.

Anche la scuola è chiusa, prima a volte ci andavo mal volentieri, ma ora vorrei solo tornare in classe per rivede- re i compagni e le maestre.

La tristezza della solitudine a volte diventa insopportabile, ci sentiamo

“abbandonati” da tutti, incapaci di sorridere ancora. Come Gesù ci trovia- mo accasciati al suolo.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, luce eterna, risplendi, ti pre- go, quando mi perdo nei pensieri più oscuri allontanandomi da Te.

P re g h i a m o

Signore, che sei salito al Calva- rio come agnello sacrificale, illu- minaci in questa notte buia, perché non ci smarriamo in questo periodo diffi- cile. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

X stazione GESÙ È SPO GLIATO

DELLE VESTI

[I soldati] lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte (Mc 15, 24; Gv 19, 24b).

Meditazione

Dalle mensole della mia camera si affacciavano tantissime bambole, ognuna diversa. Ad ogni ricorrenza ne ricevevo in regalo una nuova, ed ero molto affezionata a tutte le mie piccole amiche.

Domenica, durante gli annunci alla fine della Messa, il parroco ha parlato di una raccolta di giocattoli per i bambini rifugiati del Koso- vo.Tornata a casa, guardavo le miei bambole e pensavo: «Mi servono dav- v e ro ? » .

Con tristezza ne ho scelte un po’, le più vecchie, quelle a cui ero meno affe- zionata. Preparai la scatola per portar- la in chiesa la domenica seguente.

La sera, però, avevo la sensazione di non aver fatto abbastanza. Prima di andare a dormire la scatola era piena di bambole e le mensole vuo- te.Disfarci del superfluo alleggerisce l’anima e ci libera dagli egoismi.

Donare rende più felici che riceve- re .

Preghiera dei ragazzi

Gesù, veglia sul mio cuore, rendilo libero dalla schiavitù dei beni materia- li. Aiutami a donare non solo il super- fluo, ma anche qualcosa di necessario.

P re g h i a m o

Signore, Padre buono, colma le no- stre distanze, rendici generosi nel con- dividere con i fratelli i doni della tua provvidenza. Per Cristo nostro Signo- re .R/. Amen.

XI stazione

GESÙ È I N C H I O D AT O ALLA CRO CE

Il popolo stava a vedere; i capi invece lo de- ridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso» (Lc 23, 35-37).

Meditazione

Il giorno di Natale con gli scout sia- mo andati a Roma, dalle Suore Mis- sionarie della Carità, per distribuire il pranzo ai bisognosi, rinunciando alla giornata di festa in famiglia.

All’andata in treno, pensavo a tutte le cose che mi sarei perso: i cappelletti fatti a mano di nonna Maria, la partita a tombola, il panettone, i regali scarta- ti davanti al fuoco...

Tornando, pensavo ai volti delle persone che avevo servito, ai loro sorri- si e alle loro storie... Il pensiero di aver portato a quelle persone un momento di serenità aveva reso quel Natale indi- menticabile.

Offrire sé stessi e il proprio servizio con amore è l’insegnamento che ci dà Gesù sulla croce.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, liberaci dal nostro orgoglio e dai nostri pregiudizi, fa’ che il nostro cuore sia aperto agli altri.

P re g h i a m o

Signore, donaci la grazia di non ri- manere inchiodati nei nostri peccati, ma aiutaci a vedere in ogni nostra de- bolezza una possibilità nuova per far trasparire la potenza della tua Croce, che dà vita e speranza. Tu che vivi e re- gni nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

XII stazione GESÙ MUORE IN CRO CE

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, per- ché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò (Lc 23 ,44- 46).

Meditazione

Poco tempo fa, dopo aver trattato l’argomento in classe, ho scritto un te- ma sui bambini vittime di mafia. Mi chiedo: come si possono compiere azioni così terribili? È giusto perdona- re queste cose? E io, sarei in grado di farlo?

Gesù, morendo sulla croce, ha do- nato a tutti la salvezza. Non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori che hanno l’umiltà e il coraggio di convertirsi.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, dacci la forza di perdonare, Tu che hai detto: «Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione».

P re g h i a m o

Signore Gesù, che sei morto in cro- ce per noi, accogli la nostra vita che si stringe alla tua come offerta perenne e definitiva. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

XIII stazione IL CORPO DIGESÙ È DEPOSTO DALLA CRO CE

Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Ari- matea, chiamato Giuseppe; anche lui era di- ventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora or- dinò che gli fosse consegnato (Mt 27, 57-58).

Meditazione

D all’ambulanza sono scesi uomini

che somigliavano ad astronauti, co- perti da tute, guanti, mascherine e vi- siera, hanno portato via il nonno che da qualche giorno faticava a respira- re .È stata l’ultima volta che ho visto il nonno, è morto pochi giorni dopo in ospedale, immagino soffrendo anche per la solitudine.

Non ho potuto stargli vicino fisica- mente, dirgli addio ed essergli di con- forto.

Ho pregato per lui ogni giorno, così ho potuto accompagnarlo in questo suo ultimo viaggio terreno.

Preghiera dei ragazzi

Ti ringraziamo, Gesù, per averci donato con la tua morte in croce la for- za della speranza.

P re g h i a m o

O Signore, Padre buono, donaci di sentirti vicino come presenza consola- trice e riconciliante, fino al momento in cui, per un dono della tua provvi- denza, ci chiamerai ad essere una cosa sola con Te. Per Cristo nostro Signo- re .R/. Amen.

XIV stazione IL CORPO DIGESÙ È POSTO NEL SEPOLCRO

Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un len- zuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò (Mt 27, 59-60).

Meditazione

Caro Gesù, mi chiamo Sara, ho dodici anni e ti voglio ringraziare perché oggi mi hai insegnato a fare il bene in nome del tuo amore. Mi hai insegnato a superare ogni sofferenza affidandomi a Te; ad amare l’a l t ro come mio fratello; a cadere e a rial- zarmi; a servire gli altri; a liberarmi dei pregiudizi; a riconoscere l’essen- ziale e soprattutto ad unire ogni giorno la mia vita alla tua. Oggi, grazie al tuo gesto di amore infinito, so che la morte non è la fine di tut- to.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, aiutaci a non interrompere le nostre preghiere quando sentiamo il cuore pesante davanti alla pietra del tuo sepolcro.

P re g h i a m o

O Signore, Padre buono, quando il percorso della vita ci mostra storie difficili, donaci la speranza della Pa- squa, passaggio dalla morte alla ri- surrezione. Per Cristo nostro Signo- re .R/. Amen.

Preghiera finale

Signore, Padre buono, anche que- st’anno abbiamo fatto memoria della Via Crucis del Figlio tuo Gesù, e lo ab- biamo fatto con le voci e le preghiere dei bambini, che Tu stesso hai indicato come esempio per entrare nel tuo Re- gno.Aiutaci a diventare come loro, pic- coli, bisognosi di tutto, aperti alla vita.

Fa ’ che riacquistiamo la purezza dello sguardo e del cuore.

Ti chiediamo di benedire e proteg- gere ogni bambino del mondo, affin- ché possa crescere in età, sapienza e grazia, per conoscere e seguire il pro- getto di bene che Tu hai pensato per ciascuno.

Benedici anche i genitori e quanti collaborano con loro nell’educazio- ne di questi tuoi figli, perché si sen- tano sempre uniti a Te nel donare vita e amore. Per Cristo nostro Si- g n o re .

R/. Amen.

lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non pian- gete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vo- stri figli» (Lc 23, 27-28).

Meditazione

Io e mio fratello avevamo giocato tutto il pomeriggio con i videogio- chi. Arrivata la sera, la mamma ci ha chiesto se avevamo fatto i compiti.

Tu t t ’e due abbiamo risposto: “Certo mamma”. Io sono andato subito in camera e ho iniziato a farli, mentre mio fratello guardava la tv sul diva- no.Il giorno dopo lui non è andato a scuola, fingendo un tremendo mal di pancia.

Tornato a casa, sono andato in ca- mera sua e abbiamo parlato dell’acca- duto: avevamo sbagliato a mentire alla mamma e lui a fingere il mal di pan- cia.Gli ho proposto di fare subito i compiti, così l’ho aiutato a recuperare quelli del giorno prima. Una volta fi- nito, abbiamo passato il resto del po- meriggio a giocare.

Correggere un fratello è un gesto difficile ma necessario, richiede corag- gio, semplicità e delicatezza.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, che hai riempito il nostro cuore di dolcezza e sensibilità, rendici capaci di custodire i nostri fratelli più piccoli.

P re g h i a m o

Signore, Padre buono, rendici testi- moni credibili della tua misericordia;

fa’ che le nostre parole e i nostri atti siano sempre un segno sincero e gra- tuito di carità nei confronti di ogni fra- tello. Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

Preghiera dei ragazzi

Gesù, fammi strumento del tuo amore, fa’ che io ascolti il grido soffe- rente di chi vive in una situazione di difficoltà, per poterlo consolare.

P re g h i a m o

Signore, Tu sei caduto a terra come un uomo qualsiasi.

Donaci la forza di rialzarci quando non abbiamo più nemmeno il deside- rio di farlo.

Accresci in noi la certezza che, nella stanchezza e nello sconforto, possia- mo sempre ricominciare a camminare con Te al nostro fianco. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R/. Amen.

VIII stazione GESÙ INCONTRA LE D ONNE DI GERUSALEMME

Lo seguiva una grande moltitudine di popo- lo e di donne, che si battevano il petto e facevano

(4)

L’OSSERVATORE ROMANO

GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

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L’OSSERVATORE ROMANO

pagina 4 mercoledì 31 marzo 2021

Rapporto sul mutamento climatico

L’ecocidio delle foreste Persi 4 milioni di ettari

D

AL MOND O

Tentativo di colpo di Stato in Niger

Alla vigilia dell’entrata in carica del presidente nigerino Mohamed Bazoum, prevista per domani, «il Niger è vitti- ma di un tentativo di colpo di Stato». Lo riferiscono i me- dia internazionali. Spari di armi pesanti sono stati uditi nel- la notte, a Niamey, vicino alla presidenza. Secondo una fon- te anonima della sicurezza «la situazione è sotto controllo».

Sarebbero stati arrestati alcuni elementi dell’esercito che so- no all’origine del tentato golpe grazie all’intervento della Guardia presidenziale. Bazoum è candidato del partito di governo e successore designato del presidente uscente Mahamadou Issoufou. Il suo principale sfidante, l’e x - p re s i - dente Mahamane Ousmane, aveva contestato il risultato del secondo turno delle elezioni, tenutesi il 21 febbraio.

Scontro tra Ue e Austria sui vaccini anti-covid

Vienna, in grave ritardo con la campagna vaccinale, ha am- monito Bruxelles che è pronta a bloccare 100 milioni di dosi Pfizer destinate a tutta l’Ue se non otterrà una compensa- zione di fiale rispetto a quelle ricevute finora. L’Austria, che insieme ad altri Paesi aveva scelto di rinunciare a parte dei vaccini acquistati con i contratti europei per puntare tutto su AstraZeneca, negozia intanto con la Russia un milione di dosi di Sputnik. La Germania da oggi sospende, invece, la somministrazione di AstraZeneca — che cambia il suo nome in Vaxzevria — agli under 60 dopo nuovi casi di trombosi.

Critica anche la situazione in Francia, quasi tutta in zona ro s s a .

Italia: via libera all’assegno universale

Per il sostegno della natalità e delle famiglie in Italia arriva l’assegno unico universale per i figli. Ieri, con 227 sì, nessun no e 4 astenuti, il Senato ha dato il via libera definitivo al ddl, già approvato a luglio dalla Camera. Il provvedimento apre la strada a una serie di misure per combattere il dram- matico calo demografico. La Family Act prevede un asse- gno fino a 250 euro al mese per figlio da luglio. «È un pri- mo passo di una riforma storica» ha detto il ministro della Famiglia, Elena Bonetti.

PARIGI, 31. Incendi in Sibe- ria. Il satellite fotografa dal- l’alto il Pianeta e ne esce una mappa in cui il mutamento climatico ha desertificato un’area di foreste tropicali equivalente ai Paesi Bassi.

Intaccando aree sempre più vaste. Il patrimonio forestale del mondo ha perso 4,2 mi- lioni di ettari in un anno. La pandemia, che ha rallentato un po’ tutto, non ha rallen- tato la distruzione in corso delle riserve comuni di bio- diversità vegetale ed anima- le.Il Global Forest Watch re- port ci segnala non solo la Siberia, dal 2017 su una chi- na climatica inedita, ma an- che l’Amazzonia e l’A u s t r a-

lia. È l’Amazzonia, con il Brasile, l’epicentro di questo terremoto ecologico che, a quel che pare, trova alimento anche nell’emergenza sanita- ria globale. Fra le cause principali la coltivazione in- tensiva delle terre, le ondate di calore anomalo, la carenza di risorse idriche. La crisi de- gli incendi poi, che tormenta anche gli Stati Uniti, ha messo a nudo le carenze del- le strutture di sicurezza. Usa e Australia erano solite pre- starsi gli aerei anti-incendio nelle stagioni dell’e m e rg e n z a che avevano ritmi diversi.

Ora che il problema si pre- senta simultaneamente so- prattutto l’Australia ha enor- mi problemi.

Brasile:

dimissioni in blocco dei vertici militari

BRASÍLIA, 31. Crisi in Brasile, nel momento più grave della pandemia. I tre capi di stato maggiore delle forze armate brasiliane — Edson Pujol (esercito), Ilques Barbosa (Marina militare) e Antônio Carlos Moretti Bermudez (Aeronautica militare) — han- no lasciato congiuntamente l’incarico. È la prima volta dalla fine della dittatura.

Lo ha reso noto oggi il mi- nistero della Difesa dopo che i tre avevano annunciato di co- mune accordo di voler rimet- tere il mandato nelle mani del neo ministro, Walter Sousa Braga Netto, nominato dal presidente Jair Bolsonaro per sostituire il dimissionario Fer- nando Azevedo e Silva.

Nella nota, diffusa al termi- ne di un incontro tra i vertici militari dimissionari, Azevedo e Silva e il neo ministro Braga Netto, il ministero ha spiegato che «la decisione è stata co- municata dagli alti funzionari martedì mattina». Non sono stati forniti dettagli su quanto accaduto durante la riunione o sui nomi di chi saranno i nuovi comandanti.

Proprio il presidente brasi-

liano, in seguito alle dimissio- ni di Azevedo e Silva e del mi- nistro degli Esteri, Ernesto Araújo, aveva provveduto lu- nedì a un rimpasto di governo con cambiamenti ai vertici di ben sei dei ventidue ministeri dell’esecutivo. Tre dei sei nuo- vi ministri facevano già parte del precedente esecutivo: tra questi anche lo stesso neo mi- nistro della Difesa, Braga Netto, che fino a domenica scorsa ricopriva l’incarico di ministro della Casa Civil.

Intanto ieri è stato registra- to l’ennesimo tragico record di morti giornalieri per covid- 19 in Brasile. Nelle ultime 24 ore, le vittime sono state 3.780

— la cifra più alta dall’inizio della pandemia — e i contagi 84.494, secondo quanto reso noto dal Consiglio nazionale delle segreterie di salute (Co- nass). Stando all’ultimo ag- giornamento della Johns Hopkins University, il bilan- cio complessivo dei decessi in Brasile ammonta a 317.646, mentre quello dei contagi è arrivato a 12.658.109. Il Paese latinoamericano si conferma dopo gli Stati Uniti la nazio- ne più colpita.

Aggressione a sfondo razziale a New York

Picchiata perché asiatica

CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA DELL’AREA NOLANA c/o Agenzia locale per lo sviluppo dell’Area Nolana S.c.p.a.

Bando di gara - CIG 8668923D8E

SEZIONE I: AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE: Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana c/o Agenzia locale per lo sviluppo dell’Area Nolana S.c.p.a. - Via Trivice d’Ossa, 28 - 80030 Camposano (NA) - pec cu- careanolana@pec.it Tel. 081/823.9106 - e-mail cucareanolana@gmail.com.

RUP: Dott. Angelo Gambardella. SEZIONE II: OGGETTO: Gara europea er in i i zione i o etti e Terzo ettore er mento er izio in concessione delle attività di riscossione ordinaria e coattiva delle entrate tri- butarie, patrimoniali, extratributarie del comune di Mariglianella (NA) - CPV:

79940000-5. Importo € 360.000,00 I.V.A. esclusa se dovuta. Durata: TRE : : roce r ert ffert economic - mente i nt io Termine ricezione offerte: 26/04/2021 ore 12.00. Aper- t r offerte: 26/04/2021 alle ore 16:00. SEZIONE VI: ALTRE INFORMA- ZIONI: https://cuc.agenziaareanolana.it/N/G00140. Invio GUUE: 18/03/2021.

Il responsabile della C.U.C. dott. Vincenzo Caprio COMUNE DI SAN DONATO DI NINEA (CS)

Bando di gara

CUP G63H19000910001 - CIG 86823050BF È indetta procedura aperta con o.e.p.v. per i lavori di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico - costone roccioso Località Logge - nel centro storico del Comune di San Donato di Ninea. Importo: € 665.980,00 IVA esclusa.

Termine ricezione offerte: 10/05/2021 ore 12:00. Docu- mentazione su: www.comune.sandonatodininea.cs.it e www.asmecomm.it.

Il responsabile della stazione appaltante e R.U.P.

geom. Mario De Marco

«Il Signore è buono con chi spera in Lui, con l’anima che Lo cerca» (Lam 3, 25)

Tutti i componenti dell’Isti- tuto per le Opere di Religione esprimono la propria solidale vicinanza alla collaboratrice, collega ed amica Giulia Sciarra per la morte della cara Mamma

Signora

M

ARIA

G

RAZIA Assicurano a Giulia ed a tut- ti i familiari il ricordo nella pre- ghiera per il riposo eterno del- l’anima della scomparsa, e chie- dono al Signore Gesù il confor- to per coloro che Gli hanno vo- luto bene.

NEW YORK, 31. Massacrata a calci in faccia e nello stomaco mentre i passanti stavano a guardare a Times Square.

Una donna di origine asiatica è l’ennesima vittima negli Sta- ti Uniti di un’ondata di odio razziale che si è spinta fino a causare una strage ad Atlanta nei giorni scorsi ed almeno al- tre 33 aggressioni razziali, do- cumentate a New York.

Uno sconosciuto ripreso dalle telecamere di sorve- glianza di un palazzo ha scel- to apparentemente a caso una sessantenne dai lineamenti asiatici e l’ha brutalizzata ed insultata mentre due addetti alla vigilanza dello stabile non intervenivano: il video mostra la selvaggia aggressio- ne e documenta che l’uomo insultava la donna in quanto straniera e si accaniva vigliac- camente mentre le sue grida di aiuto restavano ignorate da passanti ed addetti. Ricovera- ta lunedì, martedì è stata di- messa.

Il sindaco di New York, Bill De Blasio ha condannato

l’aggressione ma anche chi non è intervenuto: «Quando accadono queste cose — ha detto — fate rumore, chiamate il 911, intervenite. Non si può stare a guardare un atto odio- so senza fare nulla. New York ha bisogno di tutti».

L’arcivescovo Paul R. Gallagher alla conferenza organizzata dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite

Per la Siria non servono aiuti immediati ma soluzioni di lungo termine

Pubblichiamo una traduzione italiana dell’ intervento tenuto il 30 marzo dal- l’arcivescovo Paul R. Gallagher, se- gretario per le Relazioni con gli Stati, alla conferenza online «Supporting the future of Syria and the Region» orga- nizzata dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite.

Eccellenze, Distinti delegati,

Oggi siamo qui, ancora una volta, per riaffermare il nostro impegno verso il popolo della Siria. Ogni anno riconosciamo il bisogno urgente di trovare so- luzioni tempestive e realizzabili a questa drammatica situazio- ne. Siamo tutti ben consapevoli che il popolo siriano ha biso- gno del nostro sostegno se deve ricostruire. Sappiamo che per aiutarlo a ritrovare la fiducia nel suo Paese e nel suo futuro l’uni - co rimedio è costituito da segni visibili di speranza e di solida- rietà. Sono l’unico antidoto alla stanchezza e alla disperazione.

E tuttavia, siamo di nuovo qui.

È stato difficile, quasi impossi- bile, andare avanti. Come pos- siamo dare alla gente ciò di cui ha disperatamente bisogno? È questa la domanda pressante dinanzi alla quale ci troviamo oggi.

In questi dieci anni di con- flitto in Siria, la Chiesa cattoli- ca ha dato particolare impor- tanza alla sua risposta ai biso- gni umanitari della popolazio- ne. Più di ottanta istituzioni cattoliche intervengono in di- versi settori in solidarietà con molteplici attori e istituzioni in Siria e nei paesi limitrofi, impie- gando circa 6.000 professioni-

sti e oltre 8.000 volontari, che si aggiungono alla rete di sacer- doti e religiosi presenti nei vari territori. Gli aiuti umanitari per la regione non possono conti- nuare a essere destinati solo a far fronte ai bisogni immediati.

Oggi più che mai occorre rea- lizzare programmi a medio e lungo termine per la riabilita- zione, la pacificazione e lo svi- luppo. Tali programmi sono necessari per ricostruire il tessu- to sociale del paese e avviare la sua ripresa economica.

In dieci anni di conflitto la rete ecclesiale ha impegnato quasi 2 miliardi di dollari ame- ricani, destinati a raggiungere circa 4,5 milioni di beneficiari l’anno (di cui circa la metà, più di 2 milioni, nella sola Siria).

Tuttavia, dinanzi ai bisogni e alle sofferenze immensi del po- polo siriano, tutti questi aiuti sono una mera “condotta” d’ac - qua nel deserto, come ha riferi- to il cardinale Mario Zenari,

Nunzio Apostolico in Siria, du- rante il suo incontro con il Cor- po Diplomatico accreditato presso la Santa Sede il 15 otto- bre dello scorso anno.

Al momento l’aiuto della co- munità internazionale continua a essere urgente e necessario, ma non è una adeguata soluzio- ne a lungo termine. Vogliamo costruire la pace in Siria? Allora dobbiamo iniziare a indirizzare significativi e adeguati “canali”

di risorse verso la costruzione di ospedali, scuole, case, fabbri- che e la ripresa dell’economia.

Le soluzioni esistono, ma la pa- ce in Siria non si raggiungerà senza ricostruzione e senza una scossa per riavviare l’economia.

Dobbiamo trovare un cammino per andare avanti.

«La pace non chiede vincito- ri né vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incompren- sioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto all’u-

nità» ha detto Papa Francesco all’inizio di marzo in occasione della sua visita in Iraq, durante l’incontro interreligioso presso la Piana di Ur (Discorso di Papa Francesco all’Incontro interreligioso presso la Piana di Ur, sabato 6 marzo 2021).

Vorrei concludere, ancora una volta, ribadendo le parole più recenti dette da Papa Fran- cesco lo scorso 14 marzo, quan- do ha fatto un appello per un decisivo e rinnovato impegno da parte della comunità inter- nazionale, affinché quanti sono in conflitto depongano le armi e consentano che il tessuto so- ciale in Siria venga ricucito e la ricostruzione e la ripresa econo- mica vengano avviate sul serio.

Che l’indicibile sofferenza della nostra amata e martoriata Siria non venga dimenticata e che la nostra solidarietà ravvivi una nuova speranza (cfr. An g e l u s , 14 marzo 2021).

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L’OSSERVATORE ROMANO

mercoledì 31 marzo 2021 pagina I

R religio

I N C A M M I N O S U L L E V I E D E L M O N D O

È la sera delle sere

quella del Giovedì santo, dell’ultima Cena dell’istituzione dell’Eucaristia

Con la logica del Maestro

Verso la Pasqua di Risurrezione

Dalla cena di Pesach all’eucaristia pasquale

Gli aspetti in comune

MARCELOFIGUEROA A PA G I N A II

«La morte mistica» di san Paolo della Croce

Con Gesù sul Calvario

DO N AT E L L A CO A L O VA ALLE PA G I N E II E III

Rilanciata la proposta di un’unica data

La Pasqua divisa dei cristiani

GIANNIVALENTE A PA G I N A III

di ROBERTOCU TA I A

«È

la sera dei miracoli fate attenzione». Para- frasando l’incipit della famosa canzone La sera dei miracoli di Lucio Dalla entriamo nel- la sera delle sere, quella del Giovedì santo, dell’ultima Cena, della lavanda dei piedi e dell’istituzione dell’eucaristia. Ecco il di- namismo del sacro triduo pasquale, l’e- vento principale della morte e risurrezio- ne di Gesù di Nazaret, il cuore dell’anno liturgico. Certo, anche se i vicoli non sono quelli di Roma bensì quelli di Gerusalem- me, quelli acciottolati del Monte Sion, che portano attraverso una scala esterna al Cenacolo (dal latino Coenaculum, luogo dove si cena). E proprio al piano rialzato di quella stanza, prima del banchetto pa- squale Gesù compie la scandalosa lavan- da dei piedi: «Ho lavato i vostri piedi, an- che voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli al- tri» (Giovanni, 13, 14). È qui che il Figlio di Dio, «nell’ora del suo passaggio da que- sto mondo al Padre» (ibidem, 13, 1), ricorda ai suoi discepoli e ancor più agli uomini e alle donne di oggi — schiacciati dai propri egoismi e privi di un orizzonte di vita su- periore — l’impegno a non dimenticare che, come dice Gesù, «vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, faccia- te anche voi» (ibidem, 13, 15).

Lo “scandaloso” Giovedì santo di Papa Francesco (anche quest’anno i riti del tri- duo pasquale subiranno cambiamenti per il rispetto delle norme anti-covid), è se- gnato da gesti significativi, vere e proprie lezioni di generosità, prodigalità e di do- nazione a imitazione del Maestro. Da ar- civescovo di Buenos Aires di frequente si recava nei penitenziari. È così che, fin dal- l’inizio del pontificato nel 2013, Francesco incontra gli ospiti delle case circondariali

— in quell’occasione toccò al carcere mi- norile di Casal del Marmo a Roma — p er lavare i piedi a ragazzi e ragazze di nazio- nalità diverse. «Aiutarci l’un l’altro: que- sto Gesù ci insegna e questo è quello che io faccio di cuore, perché è mio dovere.

Come prete e come vescovo devo essere al

vostro servizio. Un dovere che mi viene dal cuore, amo questo e amo farlo perché il Signore così mi ha insegnato», sottoli- neò il Papa. Tant’è che ai nostri giorni, condizionati dalla pandemia, persino nel nostro mondo incredulo, quel memorabi- le servizio compiuto dal Signore nella se- ra del più grande dono d’amore è rivissu- to e vivificato dall’encomiabile impegno della Chiesa in primis e con l’ausilio di migliaia di volontari che per le strade del- l’intero mondo soccorrono, lavano, rifo- cillano e riscaldano i più bisognosi a tutte le latitudini, senza nessuna distinzione.

«Avendo amato tutti i propri compa- gni, che erano sempre presenti, fin dal

principio, li amò anche sino alla fine. E mentre si svolgeva il pasto serale dell’a- morevole mensa, intessé e compì per i propri compagni opera di servitore»

(Nonno di Panopoli, Parafrasi del Vangelo di san Giovanni, Città Nuova, 2020, pagina 285). Nella bimillenaria storia del cristia- nesimo, il gesto emblematico della lavan- da dei piedi è stato preso in considerazio- ne fin dalla tradizione dei padri e dottori della Chiesa e tuttora non diminuisce l’in - teressamento di biblisti, esegeti, teologi, filosofi e non solo. «Quando batte l’ora della solitudine — e tutti a un certo punto

hanno l’impressione di essere collocati in disparte dalla vita, di essere relegati ai margini dell’esistenza e soprattutto di es- sere soli — richiamiamo il pensiero del Giovedì santo: non è mai solo chi è stato ed è così desiderato e ricercato dal Signo- re dell’universo, della storia, dei cuori»

(Giacomo Biffi, Le cose di lassù, Cantagalli, 2007, pagina 100). L’abluzione dei piedi diventa in concreto il gesto rivelativo, il dono di sé da parte di Gesù. «Che equiva- le a dire: poiché dal tuo insegnamento comprendo che, lavando i miei piedi, mi fai capire che purifichi i miei peccati, ti presento da lavare non solo i piedi, ma an- che le mani e il capo, perché so bene di commettere molti pecca- ti che tu devi rimettere, non solo col muovermi ma anche coll’agire, col vedere, anche col sentire, gustare, toccare» (Beda il Venerabile, Omelie sul Va n g e l o , Città Nuova, 1990, pagina 311). L’atto del Nazareno è stato su- blimato anche da san Be- nedetto da Norcia: «L’a- bate versi l’acqua agli ospiti sulle mani, sia l’a- bate che l’intera comuni- tà lavino i piedi a tutti gli ospiti» (Regola,

L111); e persino da Origene: «Come può essere arrogante chi dopo cena, avendo deposta la veste in mezzo ai suoi discepo- li, cintosi di un asciugatoio e versata l’ac - qua in un catino, lavò i piedi di ciascuno di essi, e rimproverò quello che non vole- va porgergli i piedi?» (Contro Celso, Utet, 1989, pagina 134). Un gesto, quello del Maestro, che sfocia con umiltà nell’unità:

«Io bramo seguire in ogni cosa la Chiesa di Roma […]. Io non faccio che seguire l’apostolo Pietro quando disse: “S i g n o re , non solo i piedi, ma anche le mani e la te-

sta!”. Vedi quale fede! Se prima oppose un rifiuto, fu per umiltà, ma che in seguito abbia offerto se stesso, fu per devozione e per fede» (Sant’Ambrogio, O p e re , Utet, 1996, pagine 730-731).

In quest’ora vespertina tutti sono chia- mati ad accogliere la medesima logica del Maestro, a ridiventare discepoli e seguaci di Dio, senza rimanere semplici spettatori.

Perché, come spiega sant’Agostino:

«Sempre ci lava i piedi, colui che sempre intercede per noi; e ogni giorno abbiamo bisogno di lavarci i piedi, cioè di dirigere i nostri passi sulla via della salvezza». E nessuno è esente da questo lavacro, ag- giunge il santo vescovo d’Ippona: «Anche chi è pulito ha bisogno di lavarsi i piedi. A che cosa vi fa pensare, fratelli miei? A che cosa se non a questo, che l’uomo nel santo battesimo è lavato tutto intero compresi i piedi, tutto completamente; ma siccome poi deve vivere nella condizione umana, non può fare a meno di calcare con i piedi la terra? Gli stessi affetti umani, di cui non si può fare a meno in questa vita mortale, sono come i piedi con cui ci mescoliamo alle cose terrene; pertanto purificarci an- che i piedi con cui camminiamo sulla ter- ra» (Commento al Vangelo di san Giovanni, omelia 56). Come illustra il biblista Xavier Léon-Dufour, per sintetizzare il significa- to del gesto compiuto da Gesù al Cenaco- lo: «Il discepolo deve essere disposto a da- re la propria vita fino alla morte, ma que- sta eventualità non esaurisce il senso del- l’esempio dato da Gesù. Il gesto come tale assume un significato per i discepoli ed è quello del servizio compiuto mediante l’abbassamento di sé» (Un biblista cerca Dio, Edb, 2003, pagina 252).

La logica del mondo dove il potente o il forte tentano di dettare le “re g o l e ”;

con quel gesto di lavare i piedi si rove- scia tutto. Dice Papa Francesco: «C’è il capovolgimento: quello che sembra il più grande deve fare il lavoro da schiavo, ma per seminare amore. Vi di- rò che se voi potete dare un aiuto, fare un servizio qui, in carcere, al compa- gno o alla compagna, fatelo. Perché questo è amore, questo è come lavare i piedi. È essere servo degli altri».

Il gesto emblematico della lavanda dei piedi è stato preso in considerazione

fin dalla tradizione dei padri e dottori della Chiesa

e tuttora non diminuisce l’i n t e re s s a m e n t o di biblisti, esegeti, teologi, filosofi

Ghislaine H o w a rd

«La lavanda dei piedi»

(2004)

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L’OSSERVATORE ROMANO

pagina II mercoledì 31 marzo 2021 mercoledì 31 marzo 2021 pagina III

R

religio religio

R

Rinnovato il sito internet del santuario della Santa Casa di Loreto

«Un segno di speranza e di ripresa nella dimensio- ne della partecipazione, della presenza e della pre- ghiera»: è stato presentato nella solennità dell’An - nunciazione, il 25 marzo, il nuovo sito internet della Santa Casa di Loreto. Offrirà «una rinnova- ta immagine digitale del santuario in un’ottica in- ternazionale», ha sottolineato il delegato pontifi- cio, monsignor Fabio Dal Cin: «Il web come op- portunità per favorire la connessione spirituale dalle singole case alla Santa Casa affinché giunga

nelle case dei devoti, dei pellegrini, dei credenti, ma anche di chi, non credente, in ogni angolo del mondo cerca una risposta sul senso della propria vita». I testi delle preghiere sono stati tradotti in alcune lingue straniere ed è possibile inviare a di- stanza le proprie intenzioni. Il nuovo sito consen- te di navigare virtualmente nel complesso del san- tuario così come è possibile a ogni pellegrino che giunge a Loreto. Il giubileo lauretano che, duran- te la pandemia, si è trasformato in un evento itine- rante è stato concesso e, successivamente, proro- gato da Papa Francesco fino al 10 dicembre 2021.

In rete

Gli aspetti comuni delle due celebrazioni

Dalla cena di Pesach all’eucaristia pasquale

«La morte mistica» di san Paolo della Croce

Con Gesù sul Calvario

di MARCELOFIGUEROA

N

oi cristiani stiamo percorrendo il cammi- no quaresimale che ci condurrà alle ce- lebrazioni pasquali, che inizieranno gio- vedì 1° aprile con la lavanda dei piedi, proseguiranno con l’ultima cena, la mor- te sulla croce del calvario e il sabato di gloria, e si concluderanno domenica 4 aprile con la resurrezione vittoriosa di nostro Signore Gesù Cristo. I nostri fra- telli maggiori ebrei quest’anno hanno cominciato Pesach con la vigilia di saba- to 27 marzo, proseguendo poi per otto giorni, fino a domenica 4 aprile. La ce- na, chiamata Seder, è piena di simboli- smi che ricordano l’esodo e la liberazio- ne degli ebrei dall’Egitto, guidati da Mosè. Pertanto quest’anno il momento

culminante della pasqua cristiana coinci- derà con quello della Pasqua ebraica o Pe s a c h .

La situazione sanitaria nel mondo continua a imporre il distanziamento fi- sico, ma non quello spirituale, né può impedire l’avvicinamento fraterno. Per

questo, il 16 marzo, quaranta vescovi e leader ebrei si sono collegati via internet da una decina di città, da Città del Messico a Buenos Aires, per condividere un momento speciale, organizzato dal Congresso ebraico latinoamericano alla vigilia della Pasqua cattolica e di quella ebraica. I partecipanti della Chiesa cat- tolica e le comunità ebraiche hanno sot- tolineato gli aspetti comuni delle due celebrazioni. «La matzá (pane azzimo) e il vino della cena di Pesach sono dive- nuti l’ostia e il vino dell’eucaristia» — ha osservato Claudio Epelman, incaricato per il dialogo interreligioso del Con- gresso ebraico mondiale e direttore ese- cutivo del Congresso ebraico latinoame-

ricano — per sottolineare fino a che punto le due celebrazioni religiose sono unite. Il cardinale Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Monte- video, in questo periodo di vigilia, ha fatto una riflessione su alcuni concetti comuni a entrambi i credi: «Rileviamo quattro parole chiave: libertà, memoria, pane e vino. Se non ci ricorderemo di essere stati schiavi, non apprezzeremo la lib ertà».

Fra i partecipanti c’erano, tra gli altri, Jack Terpins e Jorge Knoblovits, rispet- tivamente presidente e segretario genera- le del Congresso ebraico latinoamerica- no, monsignor Óscar Vicente Ojea, pre- sidente della Conferenza episcopale ar- gentina, il cardinale Odilo Pedro Sche- rer, arcivescovo di São Paulo, il cardina-

le Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcive- scovo di Huancayo, e il cardinale Cele- stino Aós Braco, arcivescovo di Santiago de Chile. Marcelo Polakoff, incaricato del dialogo interreligioso del Congresso ebraico latinoamericano, ha aperto l’i n- contro parlando del ruolo centrale che hanno la solidarietà e l’i n- clusione a Pesach: «Durante quella notte, apriamo le por- te due volte, la prima per condividere il pane e la se- conda per l’ultimo calice di vino, come adesso, che vi invitiamo a celebrare con noi».

A Gustavo Kraselnik, rap- presentante dell’o rg a n i z z a- zione per il dialogo interre- ligioso in Centroamerica, è stato affidato il compito di moderare l’attività. «La parola eucaristica significa “grazie” e perciò voglio ringraziare per questo spa- zio. Ci arricchiremo vicendevolmente», ha affermato monsignor Pedro Javier Torres, vescovo ausiliare di Córdoba e presidente della Commissione per il dia- logo interreligioso della Conferenza epi- scopale argentina. A sua volta il vescovo di David (Panamá), cardinale José Luis Lacunza Maestrojuán, ha posto l’enfasi sul fatto che «a volte per pregiudizio o per scarsa conoscenza non riusciamo a percepire il vincolo tra le due tradizio- ni»; allora «è importante mettersi al po- sto dell’altro per avanzare nel dialogo».

di DO N AT E L L A CO A L O VA

I

l piccolo trattato La morte mistica è un canto ardente d’amore sgorga- to dalla penna del grande aposto- lo del Crocifisso, san Paolo della Croce, un gioiello luminoso che riproduce in sintesi i suoi princi- pali insegnamenti spirituali. Nel secondo volume della sua opera monumentale dedicata al fondato- re, il padre passionista Enrico Zof- foli ricorda che il santo compose questo testo per donarlo a suor Angela Maria Maddalena dei Set- te Dolori, figlia del signor Stefano Cencelli, grande amico e benefat- tore dei passionisti. La giovane al- lora era novizia nel monastero del- le carmelitane a Vetralla. Mentre si avvicinava l’anniversario della sua professione religiosa, ella rice- vette una lettera datata 10 settem- bre 1762 da san Paolo della Croce che, fra l’altro, le scriveva: «Vorrei che lei leggesse spesso quella dire- zione della morte mistica, che io le mandai in quel libricciolo ma- noscritto, che so che molto le gio- verà; ma non si ponga in fissazio- ne di tutte quelle cose, ma faccia a poco a poco e prenda di mira quelle massime più necessarie di mano in mano, secondo le occor- re n z e . [ …] Sia fedele nell’e s e rc i z i o delle sante virtù, massime dell’u- miltà di cuore, pazienza silente, mansuetudine e carità, ed amante molto del sacro silenzio, caritativa con tutte, ma confidenza partico- lare con veruna, sola, sola: Dio e non più. Morta sepolta agli occhi di¸tutti, affinché Dio vi faccia san- ta grande, ma della santità segreta della Croce».

Nel 1764 suor Angela Maria

Maddalena morì e le sue consorel- le, dopo aver trascritto il testo per poter continuare a meditarlo, re- stituirono il prezioso documento originale ai passionisti del Monte Argentario. Il santo infatti deside- rava averlo, per farlo leggere ai novizi. Una copia fu successiva- mente data alle monache passioni- ste di Tarquinia. Da qui il testo giunse nei monasteri delle passio- niste a Mamers (in Francia), a Bil- bao (in Spagna) e a Lucca. Infatti una grande religiosa passionista, madre Giuseppa Armellini del Sa- cro Cuore, la confidente e amica di santa Gemma Galgani, nel 1873 a Tarquinia lo aveva copiato a ma- no e nel 1905 lo aveva portato con sé a Lucca.

Oggi possiamo attingere a un’elegante edizione curata ap- punto dal monastero delle passio- niste a Lucca che la prepararono per celebrare l’incontro di san Giovanni Paolo II con le congre- gazioni claustrali dell’arcidio cesi, riunitesi nel santuario di santa Gemma Galgani il 23 settembre 1989. Il volume comprende: l’in- troduzione dell’allora arcivescovo di Lucca, monsignor Giuliano Agresti; la presentazione delle claustrali passioniste e di padre Vittorio Narducci; il contenuto in- tegrale de La morte mistica di san Paolo della Croce; il commento teologico-spirituale del padre pas- sionista Antonio Artola; la ripro- duzione fotografica della copia manoscritta eseguita da madre Giuseppa del Sacro Cuore; un’af- fascinante serie di tavole che illu- strano i contenuti de La morte mi- stica, dipinte con intelligenza e sensibilità dal professor Luciano

Sabato santo a Torino la preghiera davanti alla Sindone

Sulla via della risurrezione

«In questi tempi tormentati abbiamo bi- sogno di alimentare e comunicare la no- stra speranza. E per noi credenti il modo più efficace di accrescere la speranza del mondo intero è la preghiera comune, il mettersi in ginocchio di fronte al Signo- re». Queste le parole pronunciate dall’ar- civescovo di Torino, Cesare Nosiglia, nel- l’annunciare una preghiera nella catte- drale cittadina davanti alla Sindone il prossimo Sabato santo, 3 aprile, trasmes- sa in diretta dalle ore 17 su Tv2000 e sui social media. Il momento di raccogli- mento, ha sottolineato il presule, «vedrà la partecipazione dei giovani torinesi coinvolti nel cammino di preparazione», i quali proporranno anche alcune testi- monianze sul dolore e la speranza che hanno caratterizzato questo ultimo anno.

Un modo per ricordare lo spostamento a dopo il prossimo Natale dell’i n c o n t ro con i ragazzi di Taizé che era in program-

ma a fine 2020. «L’immagine sindonica — ha proseguito Nosiglia — che Torino cu- stodisce da quasi cinque secoli, testimo- nia dolore e morte ma anche, e con quan- ta maggiore forza, risurrezione e vita eter- na che apre alla carità, alla fratellanza di ogni persona. Davanti alla Sindone pos- siamo davvero nuovamente esclamare, con il cuore rivolto al Signore: “Il tuo amore è per sempre”».

D ialogo interr eligioso Spiritualità

«A volte per pregiudizio o per scarsa conoscenza non riusciamo a percepire il vincolo

tra le due tradizioni. È importante mettersi al posto dell’altro per avanzare nel dialogo»

Emanuele Luzzati, «Seder di Pesach» (1988) a cura di FABIOBO L Z E T TA

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