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COMUNE DI FINALE LIGURE Provincia di Savona

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Academic year: 2022

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COMUNE DI FINALE LIGURE Provincia di Savona

Realizzazione di n. 2 Case Vacanza “Vista Mare”, in Località Varigotti in Via degli Ulivi n. 45, sul terreno distinto al N.C.E.U.

al Fg. 29 – Map. 558, in attuazione del Credito Edilizio stabilito dalla Convenzione Urbanistica del 28/01/2015.

RELAZIONE GEOLOGICA E MODELLAZIONE SISMICA

(CARATTERIZZAZIONE E MODELLAZIONE GEOLOGICA DEL SITO E PERICOLOSITA’ SISMICA DI BASE)

Tecnico incaricato:

Dottore Francesco Amandola Geologo

Committente:

Spett. Pensione Holiday di A.A. Oliveri S.N.C.

Data:

Novembre 2020

Timbro del Tecnico:

Studio di Geologia Tecnica

Dottore Geologo Francesco Amandola

Via Accame 12, 17027 – Pietra Ligure (SV)

Cell: 3498048807; Fax:0196186146; E-mail: geoprogetti@libero.it

Firmato digitalmente da francesco amandola

CN = amandola francesco O = Ordine Regionale Geologi Liguria C = IT

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PREMESSA.

La Spett. Pensione Holiday di A.A. Oliveri S.N.C. ha presentato al Comune di Finale Ligure (SV) una Istanza finalizzata ad ottenere il Titolo Edilizio relativo alla realizzazione di n. 2 Case Vacanza “Vista Mare”, in Località Varigotti in Via degli Ulivi n. 45, sul terreno distinto al N.C.E.U. al Fg. 29 – Map. 558, in attuazione del Credito Edilizio stabilito dalla Convenzione Urbanistica del 28/01/2015.

Lo Scrivente, su incarico della Spett. Pensione Holiday di A.A. Oliveri S.N.C., ha svolto la presente Relazione Geologica al fine di accertare la compatibilità tra le opere in ipotesi in relazione alle esistenti condizioni geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche del sito in oggetto e delle aree al suo immediato contorno. Inoltre è stata eseguita la Modellazione Sismica al fine di definire la pericolosità sismica di base del sito. La Modellazione Sismica è finalizzata alla caratterizzazione del modello sismico del sito in riferimento al progetto e alle peculiarità dello scenario territoriale ed ambientale in cui si opera. Le azioni sismiche di progetto si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del sito in oggetto secondo quanto riportato nelle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M.

17/01/2018 e relativa Circolare del C.S.LL.PP del 27/07/2018 “Istruzioni per l'applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 17/01/2018”

La Relazione Geologica e la Modellazione Sismica sui terreni oggetto dell'intervento sono state svolte ai sensi:

del D.M. 17/01/2018 “Norme tecniche per le costruzioni”;

della Circolare C.S.LL.PP. Del 27/07/2018 “Istruzioni per l'applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 17/01/2018”,

della D.G.R. n. 1308 del 24/10/2008 “Nuova Classi ficazione Sismica del territorio della Regione Liguria”;

della D.G.R. n. 216 del 17/03/2017 “Aggiornamento della Classificazione sismica del territorio della Regione Liguria”.

del D.G. n. 43 del 28 ottobre 2002, ai sensi del D.L. 180/98, relativa ai Piani per la Tutela dal Rischio Idrogeologico (Piano di Bacino) e R.R. n° 3 del 14/07/2011;

poiché l'area di intervento ricade in zona soggetta a Vincolo per scopi idrogeologici (R.D.

30/12/1923 n. 3267), la presente Relazione Geologica è stata svolta ai sensi della L.R. 16/04/1984 n.

22 e della L.R. 22/01/1999 n. 4.

Normativa di Attuazione geologica del P.U.C. del Comune di Finale Ligure

L’indagine geologica, condotta nel sito di intervento edilizio e all’intorno, con gli esiti descritti nel presente elaborato, è stata sviluppata al fine di:

- definire lo scenario geologico di riferimento;

- definire lo scenario geomorfologico e gli eventuali fenomeni evolutivi;

- definire lo scenario idrogeologico di superficie e sotterraneo;

- definire eventuali interferenze con vincoli di natura idrogeologica;

- definire eventuali criticità geologiche connesse alle caratteristiche del sottosuolo in funzione delle interazioni dell’intervento a progetto con l’ambiente geologico del sito di intervento.

L’indagine è stata articolata nello svolgimento delle attività di seguito descritte.

- Verifica della documentazione di carattere geologico, geomorfologico, idrogeologico, disponibile da bibliografia.

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- Sopralluoghi in corrispondenza del sito di intervento, con verifica delle condizioni geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche locali.

- Rilievo geologico, geomorfologico, idrogeologico del terreno.

- Esecuzione di indagini geognostiche finalizzate alla caratterizzazione geologica del sottosuolo in sito.

- Modellazione geologica di sito propedeutica alla modellazione geotecnica esecutiva.

- Modellazione sismica del sito.

- Redazione del presente elaborato tecnico.

L’indagine ha fatto diretto riferimento alla documentazione progettuale ricevuta dalla Committenza alla quale si rimanda per ogni eventuale chiarimento sulle caratteristiche tecniche dell’intervento in progetto.

1 – OGGETTO DELL'INTERVENTO.

1.1 - Descrizione sintetica degli interventi

Per i dettagli degli interventi si fa riferimento agli elaborati grafici ed alla relazione tecnica, di seguito parzialmente riproposti, predisposti dall’Ingegnere Giovanni Muraglia con Studio Tecnico sito in Via del Cigno n. 3 a Finale Ligure (SV).

“Il fabbricato in progetto sorgerà al di sopra di un esistente fabbricato seminterrato, oggi adibito a pertinenza dell’albergo Holiday e posto in prossimità del corpo principale del medesimo. Si tratta in effetti di un complesso immobiliare alquanto articolato, ove trovano posto l’albergo “madre”, le successive espansioni (corpo a levante e nuova sala da pranzo a sud) e un corpo residenziale ove risiedono i Proprietari/gestori. L’intero comparto si presenta in forma unitaria, risultando tutti i corpi “in aderenza”. Non risultano pertanto significative le distanze fra fabbricati o pareti finestrate. Si sottolinea infine che il sito di ricostruzione del volume “accreditato” appare ottimale anche sotto il profilo idro- geomorfologico, in quanto l’area risulta già impermeabile (in parte occupata da un basso fabbricato seminterrato adibito a sala lettura per l’albergo, ed in parte a cortile e sentiero scalinato e cementato per accesso alla soprastante Via Isasco), per cui l’intervento non va a diminuire la permeabilità del terreno. Si propone la realizzazione di un corpo di fabbrica posto in aderenza al fabbricato “madre”

mediante un porticato con soprastante ripostiglio. Il nuovo fabbricato sarà articolato su due livelli, accessibili autonomamente, ognuno costituito da un’unità “casa vacanza” bilocale (soggiorno, camera e servizio igienico, servito da antibagno ove accessibile dal soggiorno). La struttura portante del nuovo edificio sarà in conglomerato cementizio armato, del tutto indipendente dalla sottostante e preesistente costruzione.” Al fine di limitare gli interventi di scavo e contestualmente garantire idonea capacità portante ai terreni di fondazione, verrà realizzata una tipologia fondazionale su pali infissi direttamente all'interno del substrato roccioso.

Movimenti di terra

L'intervento prevederà limitati movimentio di terra, finalizzati unicamente a dotare di idonee strutture fondazionali i volumi in progetto. Come esposto nella Relazione Tecnica del Progettista sopra parzialmente allegata, le due case vacanze verranno realizzate al di sopra di un volume seminterrato esistente ma, mediante un porticato a valle, le strutture fondazionali dei nuovi volumi risulteranno indipendenti dal manufatto esistente. Nel complessivamente le altezze dei fronti di scavo in progetto saranno indicativamente comprese entro 0,80 / 1,00 m rispetto al piano campagna attuale. Al fine di

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limitare le opere di scavo e, contestulamente, dotare la porzione di fabbricato di nuova realizzazione di idonea tipologia fondazionale, la nuova struttura verrà dotata di fondazioni su pali. Per le sistemazioni esterne sono previsti limitati movimenti di terra, con scavi e riporti, di altezze indicativamente contenute in altezze inferiori a 0,30 m.

Pianta Piano Terra – Progetto

Pianta Piano Primo – Progetto

Sezione A/A' - Raffronto

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1.2 - Problematiche geologico tecniche relative all’intervento

Al fine di valutare l’influenza dell’intervento sotto l’aspetto geologico si renderà necessario considerare la portanza dei terreni rispetto al carico esercitato, la stabilità dei fronti di scavo e del versante ed andranno previsti idonei sistemi di regimazione delle acque di circolazione superficiali.

2 – CONDIZIONI GENERALI DEL TERRITORIO

2.1 - Inquadramento geografico e regime vincolistico.

Il sito in oggetto è ubicato nel Comune di Finale Ligure, in Località Varigotti, in fregio verso monte rispetto a Via degli Ulivi n. 45, in una zona caratterizzata a contorno da significativi interventi edificatori, in prevalenza con destinazione residenziale, nel corso del secolo scorso. Secondo la zonizzazione del vigente P.U.C. l'areale di intervento è ubicato in Zona “ACR4” – Ambito di Conservazione e Riqualificazione n. 4”. Il sito di intervento è identificato dalle Coordinate ED50 con Latitudine di 44.182601° e Longitudine di 8.390528° e dalle Coordinate WGS84 con Latitudine di 44.181628° e Longitudine di 8.349474°. I terreni interessati dagli interventi edificatori in oggetto sono identificati dall'Agenzia delle Entrate, Ufficio Territorio di Savona, alla Sezione N.C.E.U. Fg. 29 – Map. 558.

Stralcio N.C.E.U. - Fg. 29 – Map. 558 e Foto aeree

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P.T.C.P.

Sul P.T.C.P. della Regione Liguria "Assetto geomorfologico" i terreni interessati dall’intervento edificatorio sono situati in zona sottoposta a regime normativo di modificabilità di tipo B (MO-B) mentre per quanto riguarda lo “Assetto Insediativo” ricadono in zona ID-CO ed all’interno dell’Area Carsica SV 31 – Manie – Val Ponci – Capo Noli ai sensi della L.R. n° 14 del 03 Aprile 1990 (vedere Stralci Cartografici di seguito allegati).

Vincolo idrogeologico

L'areale di intervento ricade in zona soggetta a Vincolo Idrogeologico (R.D. 30/12/1923 n. 3267 - L.R.

16/04/1984 n. 22 - L.R. 22/01/1999 n. 4) (vedere Stralcio Cartografico di seguito allegato).

Inquadramento nella cartografia delle Aree Carsiche

Dalla sovrapposizione dell’area di intervento a progetto sulla cartografia regionale recante la perimetrazione delle aree carsiche ai sensi della L.R. 14/1990 e della L.R. 39/2009 risultano situazioni di interferenza con Area Carsica. Nel dettaglio l'areale di intervento è ubicato parzialmente all'interno del limite di valle dell'Area Carsica SV 31 – Manie – Val Ponci – Capo Noli (vedere Stralcio Cartografico di seguito allegato).

Stralcio P.T.C.P. - Assetto Geomorfologico

Stralcio Carta Vincolo idrogeologico Stralcio Zonizzazione Area Carsica n. 31 Manie – Val Ponci – Capo Noli

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2.2 – Certificazione di conformità dell’intervento al Piano di Bacino del Torrente Noli ed al R.R. n. 3 del 14/07/2011 e s.m. ed i..

2.2.1 - Premessa

Il 28 ottobre 2002, con D.G.P. n. 43 sono stati approvati e sono entrati in vigore per il territorio della Provincia di Savona i Piani per la Tutela dal Rischio Idrogeologico redatti ai sensi del L. 267/98 al fine della difesa idrogeologica e della rete idrografica, del miglioramento delle condizioni di stabilità del suolo, del recupero delle aree interessate da particolari fenomeni di degrado e dissesto, della salvaguardia della naturalità. Tali Piani sono costituiti da vari elaborati in forma di documenti scritti e cartografie tematiche che contengono le previsioni prescrittive da applicarsi a tutti i bacini ricadenti nel territorio provinciale. In particolare per quanto riguarda le prescrizioni occorre fare riferimento alle Norme di attuazione, alla Carta di suscettività al dissesto, alla Carta del reticolo idrografico principale e alla Carta delle fasce di inondabilità. Le prescrizioni di Piano prevalgono sugli altri strumenti di pianificazione territoriale e ne vincolano le previsioni imponendone l’adeguamento. Lo Scrivente è stata incaricato di accertare la compatibilità del progetto di cui all'epigrafe con quanto previsto dal Piano di Bacino del Torrente Noli e dal R.R. n. 3 del 14/07/2011 e s.m. ed i..

2.2.2 - Verifica di compatibilita.

L’intervento di cui si intende verificare la compatibilità con le previsioni di Piano ricade nel Bacino del Torrente Noli. L'elemento idrografico più prossimo all'areale di intervento è il Rio Kien, il cui alveo è posto ad una distanza minima superiore a 50 m verso Ovest.

All’esame della cartografia di Piano si osserva quanto segue.

- Sulla Carta di Suscettività al Dissesto dei Versanti per il sito in corrispondenza del quale è prevista la realizzazione dell'intervento in progetto si prevede una pericolosità geomorfologica censita nella classe di suscettività bassa (Pg1) per il Bacino del Noli. Nel caso di inserimento nella classe di suscettività bassa la Normativa di Piano non contiene alcuna prescrizione specifica riguardante l’edificabilità dei luoghi e rimanda ai Comuni, in sede di Piano Urbanistico Comunale, l’emanazione della normativa riguardante tali aree (vedere stralcio Carta della Suscettività di seguito allegata).

- La Carta del Reticolo Idrografico Principale evidenzia l’assenza di corsi d’acqua ad una distanza inferiore ai 40 m dalla zona di intervento, in conformità con quanto previsto dalla Normativa di Piano di Bacino per aree poste all’interno ed all'esterno del centro urbano ed al R.R. n. 3 del 14/07/2011 (vedere stralcio Carta del Reticolo Idrografico Principale di seguito allegata).

- La Carta delle Fasce di Inondabilità per il Bacino del Torrente Noli non ha indagato tutti i corsi d'acqua esistenti. Il Rio Kien risulta tra quelli non indagati da apposito studio idraulico finalizzato ad identificare le eventuali fasce di esondabilità. (non si produce elaborato grafico poiché il tematismo non è sviluppato per l’area in esame.)

- La Carta delle Aree Storicamente Inondate non riporta alcun evento di inondazione che storicamente abbia interessato le aree in esame.

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- La Carta degli Interventi evidenzia che l’intervento in oggetto non ricade in area in cui sono previsti interventi di tipo strutturale e/o di tipo non strutturale. (vedere stralcio Carta degli Interventi di seguito allegata).

Stralcio Carta della Suscettività al dissesto del Bacino del Torrente Noli

Stralcio Carta del Reticolo Idrografico Principale del Bacino del Torrente Noli

Stralcio Carta degli Interventi del Bacino del Torrente Noli

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2.2.3 - Conclusioni.

Da quanto emerge dall’analisi della cartografia si rileva che l’intervento in progetto risulta compatibile con le prescrizioni dei Piani di Bacino del Noli ed al R.R. n° 3 del 14/07/2011.

2.3 - Considerazione in merito all’inserimento all’interno dell’Area Carsica SV 31 – Manie – Val Ponci – Capo Noli

Come evidenziato nella cartografia allegata ed alle risultanze della presente Relazione Geologica l’intervento in oggetto non è in contrasto con la normativa della Legge Regionale n° 14 del 3 Aprile 1990 in quanto, pur essendo ubicato all’interno di un’area definita “carsica”, di fatto non interagisce con il sistema carsico dell’areale, interessandone unicamente una porzione marginale, alla base del versante.

Di fatto l’intervento si svilupperà all’interno di un areale già urbanizzato, quindi non andrà a compromettere eventuali reti di circolazione ipogea. Pertano, in accordo con quanto previsto dall’Art. 5 della suddetta legge, ne consegue che l’intervento risulta compatibile con la normativa.

Si specifica inoltre che il sito di intervento non rientra tra quelli identificati dal “Catasto delle Grotte”

definito dalla Legge Regionale n° 39 del 6 ottobre 2009 "Norme per la valorizzazione della geodiversità, dei geositi e delle aree carsiche in Liguria"

2.4 - Inquadramento geomorfologico.

Il sito interessato dall'intervento in progetto è ubicato indicativamente alle quote comprese tra 15 m s.l.m. e 20 m s.l.m., lungo la porzione basale del versante che degrada in direzione Nord - Sud dal lembo meridionale dell’altipiano delle Manie, a circa 280 m s.l.m., verso la stretta piana costiera.

Complessivamente il versante è caratterizzato da una pendenza media variabile tra il 35% ed il 55% a cui corrisponde un angolo di pendio variabile tra 19° e 29°. La zona in oggetto allo stato attuale è caratterizzata dalla presenza di un sistema di terrazzamenti sostenuti da muri a secco o in cemento armato, di altezze variabili tra 2,00 m e 4,00 m, in discreto/buono stato di conservazione manutentiva.

La copertura detritica del versante è costituita da una coltre eluvio-colluviale, interdigitata con trovanti dolomitici di variabile pezzatura, di limitato spessore frammista a terreno vegetale e/o di riporto, mediamente compreso entro i 3,00 m e variabile anche in funzione dell'antropizzazione presente, la cui continuità laterale è a tratti interrotta dall’affioramento del sottostante substrato roccioso e comunque soggetta a variazioni di spessore imposte dalle opere di urbanizzazione susseguitesi nel corso del tempo. L’intorno della zona di intervento generalmente risulta urbanizzato: sia a monte che a valle dell’intervento sono presenti strade pubbliche e fabbricati di civile abitazione. L'areale di intervento risulta delimitato, verso monte, dall'opera muraria a sostegno di Via Isasco. A monte di Via Isasco, ad una quota di circa 25–30 m s.l.m., il versante è caratterizzato dalla presenza di una parete subverticale in roccia affiorante che si estende per un’altezza di 40-50 metri, interrompendo la continuità del versante terrazzato.Tale parete rocciosa è prevedibilmente parte integrante di una antica falesia marina originariamente estesa in continuità con la più ampia falesia costiera che caratterizza Punta Crena ma attualmente arretrata ben oltre i 100 metri dalla linea di costa a seguito del progressivo arretramento marino. La parete rocciosa risulta localmente solcata da profonde incisioni sviluppate perpendicolarmente al fronte della falesia, le cui origini sono riconducibili a quelle di forre di erosione incisa dalle acque di ruscellamento superficiale nel substrato roccioso. A monte della falesia il sistema di terrazzamenti è nuovamente presente. Il raccordo del versante con la piana costiera avviene con l’interposizione di una fascia di depositi detritici grossolani eluvio-colluviali. In corrispondenza della base

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del versante la vegetazione risulta caratterizzata da limitati spazi di verde pubblico o privato mentre a monte della falesia la copertura vegetale risulta diffusa sull'intero areale ed è composta da essenze arboree, anche di alto fusto (in particolare conifere e, in subordine, fagacee), ed arbustive tipiche del versante ligure-tirrenico. L’analisi del quadro geomorfologico dell’areale interessato dagli interventi in progetto consente di affermare che non sono presenti evidenti elementi riconducibili a situazioni di dissesto in atto o potenziali. Anche l’analisi degli elementi di urbanizzazione presenti in sito e nel suo immediato intorno (in particolare opere di sostegno dei terrazzamenti, strade, infrastrutture e fabbricati) testimoniano la sostanziale condizione di equilibrio stabile della copertura detritica e dell’areale nel suo complesso. Sulla Carta di Suscettività al Dissesto dei Versanti del Piano di Bacino del Torrente Noli (nel quale ricade l’areale oggetto del presente studio) testimonia, per l’areale in oggetto, è prevista una pericolosità geomorfologica censita nella Classe di Suscettività bassa (Pg1). Secondo la Normativa del Piano di Bacino è un’area in cui sono presenti elementi geomorfologici e di uso del suolo caratterizzati da una bassa incidenza sulla instabilità.

Stralcio C.T.R. – Panoramica Stralcio C.T.R. - Dettaglio

2.5 - Inquadramento geologico.

Lungo la porzione dell’areale posto in corrispondenza della piana alluvionale il sottosuolo è costituito da estesi depositi di materiali detritici di origine alluvionale, a granulometria sabbioso-ghiaiosa, interdigitati con materiali detritici di versante in cui è possibile la presenza di trovanti dolomitici di grossa pezzatura.

La formazione detritica più superficiale presente lungo la stretta piana costiera risulta composta in prevalenza da depositi di materiali ghiaioso – sabbioso – limosi identificabili, secondo quanto citato nella Carta Geologica d’Italia, fogli 92 – 93, con la formazione delle “Alluvioni non terrazzate, non alterate in superficie, correlate con depositi di spiaggia”. Nella fascia di raccordo tra la base del versante e la piana costiera sono presenti depositi ghiaiosi, talvolta alterati e terrazzati identificabili come termini della formazione geologica del “Fluviale Recente Ligure” (Pleistocene) interdigitati con materiali detritici molto grossolani costituiti da trovanti dolomitici di grossa pezzatura provenienti dal sovrastante versante. Prendendo quota lo spessore della copertura detritica eluvio-colluviale sfuma

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repentinamente portando alla luce il substrato roccioso, visibile localmente alla base dei muri dei terrazzamenti. Il substrato roccioso è affiorante lungo l’intero fronte esposto della falesia rocciosa, da Capo Noli fino al sito oggetto del presente studio. Con riferimento a quanto riportato dalla Carta Geologica d’Italia (Foglio 92-93 Savona-Albenga), il substrato in sito risulta costituito da dolomie massicce più o meno calcaree, di colore grigio, alternate a calcari chiari o rosati grigie attribuibili alla Formazione delle “Dolomie di San Pietro dei Monti” di età triassica (Anisico e Ladinico). Nel dettaglio, il sito di intervento risulta ubicato in corrispondenza della porzione terminale del versante, a valle della falesia, ed è caratterizzato dalla presenza di una copertura detritica con spessori limitati, nell'ordine di circa 1,00 m – 3,00 m, variabile anche in funzione agli interventi antripici eseguiti nel corso degli ultimi secoli, in particolare lungo i fronti dei terrazzamenti dove le coltri sono state artificialmente accumulate per favorirne la sistemazione a usi agricoli.

Stralcio Carta Geologica – Foglio 92-93 Savona-Albenga

2.5 - Inquadramento idrologico e idrogeologico.

La stretta piana costiera di Varigotti, interposta tra la linea di costa e la falesia dolomitica posta alla base del versante degradante dall’Altopiano delle Manie, è caratterizzata dalla presenza di una serie di corsi d’acqua del primo o secondo ordine, tendenzialmente orientati secondo la linea di massima pendenza ed orientazione subparallela degli alvei con direttriche Nord-Sud. Questi corsi d’acqua, sia a causa dei limitati bacini di alimentazione sia a causa della permeabilità per carsismo dei litotipi roccioso presenti a monte, che favoriscono fenomeni di circolazione sotterranea, sono privi di circolazione idrica in gran parte dell’anno; tuttavia in presenza di fenomeni temporaleschi intensi possono essere caratterizzati da una significativa portata. Il corso d’acqua più prossimo all’areale di intervento è il Rio

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Kien, il cui alveo è posto ad una distanza minima superiore a 40 m dal sito in oggetto. Questo corso d’acqua, a causa della distanza dalla zona di intervento, non costituisce elemento di rischio per le opere in progetto. In prossimità della zona di intervento non si registra la presenza di una rete di deflusso organizzata pertanto, durante gli eventi piovosi intensi, si svilupperà un sistema di ruscellamento superficiale caotico lungo il versante. L’urbanizzazione dell versante a monte, in particolare la presenza di Via Isasco, tende a veicolare direttamente le acque di prima pioggia non assorbite dal terreno nella rete comunale delle acque bianche.

Stralcio Carta del Reticolo Idrografico Principale del Piano di Bacino

La coltre detritica eluvio colluviale superficiale è mediamente dotata di buone caratteristiche di permeabilità per porosità in quanto l’assortimento granulometrico comprende una abbondante frazione sabbiosa. Mediamente si può stimare una permeabilità per porosità nell’ordine di P = 10-3/10-4 m/s. Le

“Dolomie di San Pietro dei Monti” generalmente sono dotate di media permeabilità per fessurazione e carsismo (P = 10-7/10-8 m/s). In questo contesto si può escludere la presenza di falda acquifera dotata di continuità nell’arco dell’anno nei terreni interessati dagli interventi; episodici fenomeni di venute d’acqua si possono verificare in corrispondenza di eventi piovosi di particolare intensità e durata, soprattutto lungo la superficie di contatto tra la coltre detritica ed il substrato roccioso. Inoltre, a causa della possibile presenza di un sistema di circolazione ipogea con tipologia carsica (tipica delle rocce carbonatiche/dolomitiche), non si può escludere la presenza di una rete di deflusso sotterranea localizzata, di tipo sorgentizio. Questo sistema di deflussi sotterranei potrà essere eventualmente identificato unicamente in fase esecutiva, con gli scavi aperti.

3 – CARATTERIZZAZIONE DELL’AREA.

3.1 - Premessa

Sulla base del rilievo geologico e geomorfologico dell’areale di intervento e di un suo significativo intorno, associato all’analisi della documentazione bibliografica disponibile, è stato possibile ricostruirne il modello geologico, caratterizzato dalla presenza di una copertura detritica di origine eluvio-colluviale, interdigitato con trovanti dolomitici di variabile pezzatura, frammisto a terreno vegetale e/o di riporto, soggiacente il substrato di riferimento. Al fine di verificare la stratigrafia del sito oggetto di intervento

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nonché le caratteristiche fisico-meccaniche, è stata eseguita una campagna di indagini geognostiche articolata in prove penetrometriche dinamiche ed in prospezioni geofisiche.

3.2 - Campagna geognostica

Nel dettaglio la campagna geognostica è stata così articolata.

1) Esecuzione di n. 2 Prove Penetrometriche Dinamiche.

2) Esecuzione di n. 2 Indagini Sismiche Passive a Stazione Singola (Tromino).

3) Esecuzione di n. 2 Indagini Sismiche MASW.

Foto aerea con ubicazione delle indagini geognostiche eseguite

3.2.1 – Prove Penetrometriche Dinamiche

Caratteristiche Tecniche-Strumentali Sonda: PAGANI DMP 3020 Rif. Norme DIN 4094

Peso Massa battente 30 Kg

Altezza di caduta libera 0,20 m

Peso sistema di battuta 12 Kg

Diametro punta conica 35,68 mm

Area di base punta 10 cm² Lunghezza delle aste 1 m

Peso aste a metro 2,4 Kg/m

Profondità giunzione prima asta 0,90 m

Avanzamento punta 0,10 m

Numero colpi per punta N(10)

Coeff. Correlazione 0,783

Rivestimento/fanghi No

Angolo di apertura punta 60°

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3.2.2 – Indagine congiunta tra metodo MASW e H/V

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3.3 - Caratterizzazione stratigrafica.

Sulla base degli approfondimenti eseguiti, per il sito di intervento è possibile ipotizzare la presenza del seguente assetto litostratigrafico.

- Il primo strato, esteso fino a profondità indicativamente variabili tra circa 2,60 m e 3,50 m dal p.c., costituito da coltre eluvio-colluviale, interdigitata con trovanti dolomitici di variabile pezzatura, di limitato spessore frammista a terreno vegetale e/o di riporto

- Per quanto attiene alle caratteristiche litologiche e geostrutturali del substrato roccioso, affiorante a monte dell'area di intervento, si osserva che questo risulta costituito da dolomie massicce più o meno calcaree, di colore grigio, alternate a calcari chiari o rosati grigi, talvolta fratturati e superficialmente alterati, che, in base a quanto riportato dalla Carta Geologica d’Italia - Fogli 92-93 Albenga-Savona e dagli altri elementi di documentazione geologica raccolti, possono essere litologicamente attribuiti a termini della “Formazione delle Dolomie di San Pietro dei Monti” di età triassica (Anisico e Ladinico). Le dolomie, nella fascia più superficiale, possono localmente risultare alterate e/o fratturate.

3.4 - Caratterizzazione fisico-meccanica della coltre detritica e del substrato roccioso.

Dalle risultanze emerse nel corso del rilevamento dell’area oggetto del presente intervento edificatorio ed in base ai risultati delle indagini eseguite comparate alle conoscenze dirette e blbliografiche dell’areale, è stato possibile ricavare i principali parametri fisico-meccanici dei livelli indagati.

Coltre detritica

- Angolo di attrito efficace (’): 27° - 29°

- Coesione non drenata (Cu): 1,30 - 5,00 (t/mq) - Peso di volume saturo (Ysat): 1,85 - 1,95 (t/mc) - Peso di volume secco (Yd): 1,45 - 1,55 (t/mc)

Per questo livello lo stato di addensamento è sciolto e la velocità media delle onde di taglio S, determinata in contiguità al sito di intervento, è attesa per un valore stimato di VS30 compreso tra 200 m/s e 250 m/s.

Substrato roccioso.

Per la caratterizzazione fisico-meccanica delle dolomie è stato fatto riferimento a rilievi geomeccanici su ammassi rocciosi affioranti a monte ed a indagini sismiche e prove di laboratorio eseguite sul medesimo litotipo. In base all’esito delle suddette analisi, applicando le opportune correlazioni empiriche, è stata ricavata la caratterizzazione fisico-meccanica in termini di intervalli di valori nominali.

- Indice BRMR: 75 - Classe = II

- Qualità dell’ammasso roccioso = Buona - Angolo di attrito di base () = 34° - 37°

- Coesione (c) = 10 - 15 t/mq - Peso di volume (Y) = 2,60 t/mc

(37)

Il substrato roccioso costituito da rocce dolomitiche con graduale miglioramento delle proprietà geomeccaniche è caratterizzato da valori di Vs crescenti da 435 m/s fino a 1900 m/s.

4 – ANALISI DELLA PERICOLOSITA’ SISMICA DI BASE.

4.1 - Classificazione sismica del territorio comunale.

La classificazione sismica del territorio comunale di Finale Ligure risponde al criterio zonale contenuto nella O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006 "Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone" che prevede la suddivisione del territorio nazionale in quattro zone sismiche caratterizzate da differenti valori dell’accelerazione orizzontale massima su suolo di categoria A.

Per il Comune di Finale Ligure con riferimento alla D.G.R. n. 216/2017, che contiene l’aggiornamento della classificazione sismica del territorio della Regione Liguria, tutto il territorio comunale ricade in zona sismica 3, con sismicità bassa, a cui corrisponde un valore di accelerazione di picco orizzontale in superficie su terreno rigido con probabilità di superamento del 10% in 50 anni: PGa = 0,15 g.

Zona Sismica Valore di ag

Accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico [ag/g)

1 0,35 g

2 0,25 g

3 0,15 g

4 0,05 g

4.2 - Pericolosità sismica del sito.

Con l’entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008 “Norme tecniche per le costruzioni” (NTC2008) e del successivo decreto di aggiornamento D.M. 17 gennaio 2018 (NTC2018) la definizione della pericolosità sismica di un sito avviene mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite il criterio zonale applicato dalle precedenti normative.

(38)

La pericolosità sismica (p) è pertanto definita in funzione delle accelerazioni ag e dello spettro di risposta [Se(T) = ag x S x n x Fo] su riferimento rigido in base ai seguenti tre parametri p = [p(ag,Fo,Tc*)] con:

ag = accelerazione orizzontale massima al suolo (PGa);

Fo = valore massimo dell’amplificazione spettrale in accelerazione orizzontale;

Tc* = periodo dello spettro ad ampiezza costante in accelerazione orizzontale.

La pericolosità sismica di un sito è definita in termini geografici e in termini temporali.

Per descrivere la pericolosità sismica di un sito in termini geografici occorre definire i tre parametri sulla base di un reticolo di riferimento i cui nodi sono individuati in termini di latitudine e di longitudine e distano di un passo ≤ 0,05° (circa 10 Km).

Il sito di intervento si sviluppa interessando un'unica maglia del reticolo di riferimento.

Per il sito di intervento, determinate le coordinate geografiche per valori di latitudine e di longitudine espressi in gradi decimali, è stato possibile individuare la maglia di riferimento (progetto S1-INVG) in cui ricade il sito e determinare i valori di riferimento di ag, Fo, Tc* del punto come media pesata dei valori nei vertici della maglia moltiplicati per le distanze dal punto. Per descrivere la pericolosità sismica di un sito in termini temporali occorre definire i tre parametri per diverse probabilità di superamento in 50 anni e/o per diversi periodi di ritorno (TR) ricadenti in un intervallo di riferimento compreso tra 30 e 2475 anni [TR (30, 50, 72, 101, 140, 201, 475, 975, 2475 anni)]. Per il sito di intervento, caratterizzato da coordinate geografiche ED50 di Latitudine 44,182601° e di Longitudine 8.390528° nonché da coordinate geografiche WGS84 di Latitudine 44.181628° e di Longitudine 8.349474°, la pericolosità sismica, per i periodi di ritorno TR di riferimento, è descritta dai valori dei parametri ag, Fo,Tc* qui di seguito riportati.

4.3 - Caratterizzazione del sito al fine della valutazione della risposta sismica locale.

Per la definizione della azione sismica di progetto occorre valutare l’influenza delle condizioni stratigrafico/litologiche e delle condizioni topografico/morfologiche sulle caratteristiche del moto del suolo in superficie, occorre cioè valutare l’effetto della risposta sismica locale (che comporta modifiche di ampiezza, durata e contenuto in frequenza) mediante specifiche analisi.

4.3.1 - Influenza delle condizioni stratigrafiche – Categoria di sottosuolo

Ai fini della definizione dell’azione sismica di progetto, le NTC2018 prevedono che l’effetto della risposta sismica locale venga valutato mediante specifiche analisi. In alternativa, qualora le condizioni stratigrafiche e le proprietà dei terreni siano chiaramente riconducibili alle categorie definite nella tabella

(39)

che segue, si può fare riferimento a un approccio semplificato che si basa sulla classificazione del sottosuolo in funzione dei valori della velocità di propagazione delle onde di taglio Vs.

La classificazione del sottosuolo si effettua in base alle condizioni stratigrafiche ed ai valori della velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio, VS,eq (in m/s), definita dall’espressione:

Per depositi con profondità H del substrato superiore a 30 m, la velocità equivalente delle onde di taglio VSeq è definita dal parametro VS30, ottenuto ponendo H=30 m nella precedente espressione e considerando le proprietà degli strati di terreno fino a tale profondità.

Di seguito le Categorie di sottosuolo che permettono l’utilizzo dell’approccio semplificato.

Class e

Descrizione

A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie teerreni di caratteristiche meccaniche più scadenti con spessore massimo pari a 3 m.

B Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente, compresi fra 360 m/s e 800 m/s.

C Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con profondità del substrato superiori a 30 metri, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 180m/s e 360 m/s.

D Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con profondità del substrato superiori a 30 metri, caratterizzati da un miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di velocità equivalente compresi tra 100m/s e 180 m/s.

E Terreni con caratteristiche e valori di velocità equivalente riconducibili a quelle definite per le categorie C o D, con profondità del substrato non superiore a 30 metri.

In generale gli effetti amplificativi legati all’azione sismica locale si accentuano passando dalla classe A alla E. Individuata la categoria di sottosuolo è possibile definire l’influenza delle condizioni stratigrafiche locali, in termini di amplificazione, sulla base del coefficiente Ss (coefficiente di amplificazione stratigrafica) e del coefficiente Cc (coefficiente utilizzato per definire il Periodo di inizio del tratto costante dello Spettro di Risposta Elastico).

Per sottosuolo di categoria A i coefficienti Ss e Cc valgono 1.

Per le categorie B, C, D, E i coefficienti Ss e Cc possono essere calcolati, in funzione dei valori di Fo e Tc* relativi al sottosuolo di categoria A.

Categoria Ss Cc

A 1,00 1,00

B 1,00 < 1,40 – 0,40 Fo ag/g < 1,20 1,10 (Tc*) -0,20 C 1,00 < 1,70 – 0,60 Fo ag/g < 1,50 1,05 (Tc*) -0,33 D 0,90 < 2,40 – 1,50 Fo ag/g < 1,80 1,25 (Tc*) -0,50 E 1,00 < 2.00 – 1,10 Fo ag/g < 1,60 1,15 (Tc*) -0,40

(40)

Per quanto sopra specificato per il sito di intervento posto in Comune di Finale Ligure che, sulla base dalle indagini eseguite, risulta costituito dal seguente assetto stratigrafico:

- copertura detritica eluvio-colluviale scarsamente addensata frammista a terreni vegetali e/o di riporto, caratterizzati da valori di Vs = 200/250 m/s, estesa fino a profondità variabili tra 2,60 m e 3,50 m dal p.c.;

- Il substrato roccioso costituito da rocce dolomitiche con graduale miglioramento delle proprietà geomeccaniche, caratterizzato da valori di Vs crescenti da 425 m/s fino a 1900 m/s.

Con riferimento allo schema di riferimento previsto dalla vigente normativa (NTC2018) per la categoria di sottosuolo in sito risulta ammissibile una classificazione nella categoria B cui corrispondono valori di Ss = 1,00 < 1,40 – 0,40 Fo ag/g < 1,20 e Cc = 1,10 (Tc*) -0,20 per cui si attendono effetti di amplificazione locale relativamente all’assetto stratigrafico.

4.3.2 - Influenza delle condizioni topografiche - Categorie topografiche

In assenza di analisi di risposta sismica e per configurazioni topografiche semplici, le NTC2018 consentono la definizione dell’azione sismica locale conseguente alle condizioni topografiche con riferimento ad un approccio semplificato che si basa sulla individuazione di categorie topografiche di riferimento distinte in base alla inclinazione media del pendio ed al rapporto tra larghezza in cresta e larghezza alla base del rilievo. Per condizioni topografiche complesse è necessario predisporre specifiche analisi di risposta sismica locale. Lo schema di riferimento per la determinazione delle categorie topografiche è il seguente.

Categoria Caratteristiche della superficie topografica

T1 Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i  15°.

T2 Pendii con inclinazione media i > 15°.

T3 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base ed inclinazione media 15°  i  30°.

T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base ed inclinazione media i > 30°.

Individuata la categoria topografica è possibile definire l’influenza delle condizioni topografiche locali in termini di amplificazione sulla base del coefficiente ST (coefficiente di amplificazione topografica).

Poiché il fattore ST è tabellato esclusivamente per valori alla sommità del rilievo, è possibile ricavare il valore del coefficiente di amplificazione topografica relativo ad un punto qualsiasi del pendio sulla base di una interpolazione lineare in cui al valore di amplificazione alla base del versante è attribuito valore unitario ST=1,0. Lo schema di riferimento per la determinazione dei coefficienti di amplificazione topografica è il seguente.

Categoria topografica Ubicazione dell’opera o dell’intervento ST

T1 - 1,0

T2 In corrispondenza della sommità del pendio 1,2

T3 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,2

T4 In corrispondenza della cresta del rilievo 1,4

Per quanto sopra specificato per il sito di intervento posto in Comune di Finale Ligure, lungo una tratta di versante a media acclività (pendenze comprese tra il 35% ed il 55% a cui corrisponde un angolo di pendio variabile tra 19° e 29°), è ammissibile una classificazione nella categoria topografica T 2 , pertanto con effetti di amplificazione topografica (ST = 1, 2 ).

(41)

4.4 - Azione sismica di progetto

Per pervenire alla definizione della azione sismica di progetto occorre preventivamente definire la Classe d’uso, la Vita nominale ed il Periodo di riferimento dell’azione sismica e successivamente individuare i valori dei periodi di ritorno a cui riferirsi per il calcolo delle azioni sismiche su cui sviluppare i calcoli di analisi previsti dalle NTC2018.

4.4.1 - Classi d’uso e coefficiente d’uso

In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono suddivise in 4 Classi d’uso definite nel modo seguente.

Classe I

Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.

Classe II

Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classi d’uso III o in Classi d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti. Ambienti ad uso residenziale. Sono compresi in questa categoria i locali di abitazione e relativi servizi, gli alberghi, gli uffici, i negozi. Sono esclusi le aree suscettibili di affollamento.

Classe III

Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classi d’uso IV. Ponti e reti ferroviaria la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso.

Classe IV

Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 05/11/2001 n. 6792, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e ad impianti di produzione di energia elettrica.

Per l’intervento a progetto, in accordo con le NTC2018, è ammissibile una classe d’uso II.

In riferimento alla classe d’uso viene valutato il valore del coefficiente d’uso CU che è definito sulla base della seguente tabella.

Classe d’uso I II III IV

Coefficiente CU 0,7 1,0 1,5 2,0

Per l’intervento a progetto in accordo con NTC2018 si può porre un coefficiente d’uso CU=1,0.

4.4.2 Vita Nominale

La vita nominale di un’opera strutturale (VN) è intesa come il numero di anni nei quali la struttura, purché soggetta a manutenzione ordinaria, deve poter essere usata per lo scopo al quale è destinata.

La vita nominale prevista per i diversi tipi di opere è riportata nella seguente tabella.

Tipi di costruzione Vita Nominale V

N

(anni) 1 Opere provvisorie - Opere provvisionali - Strutture in fase costruttiva. (No verifiche sismiche se

opera ha durata inferiore a 2anni).

 10 2 Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni contenute o di importanza

normale.

 50 3 Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni o di importanza

strategica.

 100

(42)

Per l’intervento a progetto in accordo con le NTC2018 la vita nominale dell’opera non può porsi inferiore a VN = 50 anni.

4.4.3 - Periodo di riferimento per l’azione sismica

Le azioni sismiche su ciascuna costruzione devono essere valutate in relazione ad un periodo di riferimento (VR) calcolato in funzione della vita nominale e del coefficiente d’uso.

VR = VN x CU con VR sempre ≥ 35 anni

Nella tabella che segue sono stati riassunti i valori di VR in relazione alla vita nominale ed al coefficiente d’uso corrispondente a ciascuna classe.

Vita Nominale V

N

Valori di V

R

per classi d’uso

I II III

 10 35 35 35

 50  35  50  75

 100  70  100  150

Per l’intervento a progetto il periodo di riferimento per l’azione sismica risulta VR=50 anni.

In accordo con le NTC2018 il periodo di riferimento VR=50 anni può ritenersi ammissibile.

E’ comunque fatta salva la facoltà del progettista strutturale di pervenire alla definizione di un periodo di riferimento per l’azione sismica diversa da VR=50 anni.

4.4.4 - Periodo di ritorno e parametri per la definizione dell’azione sismica

Per la definizione dell’azione sismica di progetto occorre individuare i valori di progetto dei periodi di ritorno TRprogetto a cui riferirsi per i diversi stati limite per cui devono svilupparsi le calcolazioni di analisi. A partire dal periodo di riferimento individuato (posto per un valore minimo VR=50 anni) devono quindi essere definiti i periodi di ritorno di progetto per gli stati limite di esercizio e per gli stati limite ultimi in funzione delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR.

Le probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR al variare dello stato limite considerato sono stabilite dalle NTC2018 per i valori riportati nella seguente tabella.

Stati limite P

VR

: Probabilità di superamento nel periodo di riferimento V

R

Stati limite di esercizio SLO 81%

SLD 63%

Stati limite ultimi SLV 10%

SLC 5%

Qualora la protezione nei confronti degli SLE sia di prioritaria importanza i valori di PVR devono essere ridotti in funzione del grado di protezione che si vuole raggiungere.

Per un periodo di riferimento della costruzione minimo di VR=50 anni i valori dei parametri Ag, Fo, Tc*

per i periodi di ritorno TRprogetto associati a ciascuno stato limite risultano i seguenti.

(43)

I valori di Ag, Fo, Tc* sopra determinati definiscono le forme spettrali.

Tenuto conto delle categorie di sottosuolo, delle categorie topografiche e dei relativi effetti amplificativi con riferimento alla seguente tabella elaborata per categoria di sottosuolo A e per categoria topografica T1:

Parametri amplificativi relativi all’assetto

stratigrafico e topografico SLO SLD SLV SLC

Amplificazione stratigrafica Ss 1,00 1,00 1,00 1,00

Coefficiente C

c

1,00 1,00 1,00 1,00

Amplificazione topografica St 1,00 1,00 1,00 1,00

per le accelerazioni massime (Amax), per i coefficienti sismici orizzontali (kh) e verticali (kv), per i coefficienti di riduzione dell’accelerazione massima attesa β, risultano i seguenti valori.

(44)

5 – PERICOLOSITA’ GEOLOGICA ED IDROGEOLOGICA DEL SITO

5.1 - Stabilità del versante

Il rilevamento geologico ha evidenziato che i terreni indagati si trovano lungo versante a media acclività con il substrato roccioso subaffiorante o ricoperto da uno strato di coltre detritica limitatamente sviluppato. La zona di contatto tra la coltre e l'ammasso roccioso è quindi da considerarsi una potenziale zona di debolezza per l'attivazione di eventuali movimenti gravitativi, non evidenziati comunque durante il sopralluogo. Tuttavia, in considerazione della sistemazione a gradoni di fascia, la stabilità del versante nel suo complesso risulta sostanzialmente demandata all'azione di sostegno svolta dai muri esistenti, in cemento armato o a secco.

Per quanto riguarda l'assetto idrogeologico si rileva che, ad oggi, il versante risulta già intensamente urbanizzato (non manifestando peraltro problematiche evidenti connesse alla sua stabilità) e reso di fatto impermeabile dalle coperture esistenti. L'intervento in progetto, pertanto, adottando opportuni accorgimenti tecnico-esecutivi, non modificherà lo stato dei luoghi. Dal punto di vista qualitativo, anche in considerazione della tipologia fondazionale scelta costituita da fondazioni su pali infissi nel substrato roccioso dolomitico, si ritiene che l'incremento di carico atteso e conseguente alle opere edilizie sia da considerarsi tale da non alterare l'attuale condizione di equilibrio statico del versante.

5.2 - Sicurezza degli scavi

L’intervento in progetto comporterà l’esecuzione di limitate opere di scavo, finalizzate alla realizzazione di adeguate strutture fondazionali della nuova porzione di fabbricato; per le sistemazioni esterne sono previsti limitati movimenti di terra, con scavi e riporti. Complessivamente, le altezze massime dei fronti di scavo in progetto saranno comprese entro 0,80 / 1,00 m rispetto al piano campagna attuale.

In considerazione degli esiti emersi dai rilievi e dalle indagini svolte risulta che gli scavi si svilupperanno nei materiali detritici superficiali mentre il substrato roccioso verrà interessato dalle opere di perforazione della fondazioni su pali. Eventuali problematiche di stabilità connesse all'apertura di fronti di scavo verticali o subverticali nel sottosuolo potranno essere legati all'innesco di fenomeni di scivolamento; è opportuno ricordare che a medio e lungo termine l'apertura di scavi con pareti prive di opere di sostegno, avrà come conseguenza il progressivo azzeramento della coesione col la consegunente attivazione di movimentazioni dei terreni. In considerazione della stratigrafia, della caratterizzazione fisico-meccanica dei litotipi interessati dagli interventi edificatori in oggetto e delle limitatissime altezze dei fronti di scavo previsti, un’analisi qualitativa consente di ritenere comunque realizzabili, adottando opportuni accorgimenti tecnico-esecutivi, gli interventi di scavo in progetto.

5.3 - Stabilità del terreno di fondazione.

La tipologia progettuale prescelta prevede di ancorare i cordoli di fondazione al substrato roccioso mediante dei pali. In considerazione delle caratteristiche fisico-meccaniche determinate, si rileva che questi litotipi risultano idonei a sopportare i carichi esercitati dalle opere in progetto.

(45)

5.4 - Vulnerabilita’ idrogeologica del sito

L’ubicazione del sito di intervento lungo un versante collinare acclive determina condizioni di potenziale vulnerabilità nei confronti delle acque di ruscellamento superficiale e di infiltrazione sotterranea non regimate.

6 – INDICAZIONI PER L’ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO.

6.1 - Scavi

Il progetto prevederà, come sopra esposto, l’esecuzione di limitati interventi di scavo finalizzati alla realizzazione di adeguate strutture fondazionali del fabbricato in progetto. Per quanto riguarda i depositi detritici a differente granulometria, si potrà convenientemente operare con mezzi meccanici quali escavatori e pale di adeguata energia.

L’analisi qualitativa dei terreni interessati consente di ritenere realizzabili gli interventi di scavo in progetto, adottando gli accorgimenti tecnico-esecutivi di seguito sinteticamente elencati.

1) Sulla base dell’assetto litostratigrafico del sito, risulta che i fronti si potranno sviluppare su altezze nell'ordine metrico rispetto al p.c.. Ai singoli fronti non dovranno essere conferite inclinazioni superiori a 70°.

2) Al fine di consentire la continuità delle operazioni di scavo e, soprattutto, al fine di evitare eventuali complicazioni connesse a temporanee alterazioni delle proprietà fisico-meccaniche del terreno in seguito ad infiltrazione delle acque di pioggia, risulterà opportuno eseguire gli sbancamenti durante la stagione estiva o comunque in un periodo dell’anno caratterizzato da scarsità o assenza di precipitazioni. Durante l’esecuzione degli scavi potrà prevedersi la presenza in cantiere di idonei dispositivi (ad esempio teli in plastica impermeabile) per la protezione dei fronti dalla pioggia.

3) Nell'esecuzione di opere di scavo in prossimità di opere murarie esistenti, si renderà necessario procedere con cautela, valutando, in fase esecutiva, la possibilità di adottare la tecnica di scavo a campioni di adeguate dimensioni.

6.2 - Stoccaggio temporaneo di materiali sciolti.

In merito ai materiali di risulta dagli scavi è opportuna la sistemazione dei materiali contestualmente agli scavi evitando accumuli di materiali sciolti instabili. Per i materiali, in attesa del conferimento a discarica o in altro sito, dovrà essere individuata un’area di stoccaggio temporaneo in sito o in altro luogo idoneo e facilmente accessibile ai mezzi d’opera dove lo stoccaggio dovrà avvenire in condizioni di stabilità. La stabilità di eventuali accumuli temporanei di materiali detritici, dovrà essere assicurata conferendo al terreno idoneo angolo di scarpa e prevedendo quando necessario dispositivi di protezione dalle acque di pioggia. Indicativamente risulterà opportuno conferire angoli di inclinazione inferiori a 30°.

6.3 - Fondazioni

In considerazione di quanto emerso durante le indagini, l'ancoraggio dei pali di fondazione potrà essere ricavato in corrispondenza del livello costituito da rocce dolomitiche. I parametri fisico-meccanici

(46)

determinati consentono di affermare che questi litotipi sono dotati di una buona capacità portante per cui il substrato di fondazione appare adeguato a sopportare i carichi di esercizio prevedibili per la tipologia delle opere in progetto.

6.4 - Regimazione delle acque superficiali e sotterranee

La disciplina e la regimazione delle acque superficiali sarà realizzata allo scopo di evitare che le modificazioni indotte alla morfologia della zona possano recare pregiudizio alla stabilità delle opere e del versante stesso.

La realizzazione dell’intervento in progetto non comporterà un incremento di impermeabilizzazione dei terreni in oggetto. In ogni modo a livello locale, per una corretta sistemazione idrogeologica del sito, si ritiene opportuno prevedere la messa in opera di adeguati sistemi di raccolta, allontanamento delle acque di precipitazione meteorica intercettate dalle superfici impermeabili realizzate. In particolare occorrerà evitare che le acque di pioggia siano immesse, prive di alcuna disciplina lungo il versante dove potrebbero innescare fenomeni erosivi della copertura detritica, fenomeni di infiltrazione concentrata e fenomeni di impregnazione.

In considerazione della morfologia dell’areale risuluterà necessario prevedere l’esecuzione di una rete di raccolta e canalizzazione delle acque meteoriche intercettate dalle superfici impermeabili realizzate con l’intervento. Il recapito finale delle acque di circolazione superficiale potrà essere la rete delle acque bianche comunali, previa verifica delle condizioni di sufficiente portata per il loro smaltimento.

Le verifiche in sito non hanno escluso la possibile presenza di circolazione d’acqua sotterranea localizzata o diffusa, nei periodi più piovosi, nei terreni interessati dalle opere edificatorie in progetto.

Tuttavia l’intervento in oggetto non prevederà la realizzazione di ulteriori volumi interrati pertanto non sono attese problematiche significative interagenti con eventuale presenza di acque ci circolazione sotterranee (per eventuali problematiche dovute alla presenza di acqua in fase esecutiva, si fa riferimento a quanto sopra riportato).

7 – TERRE DA SCAVO.

Come evidenziato nella caratterizzazione geologica del sito, i materiali di risulta dagli scavi, saranno costituiti da rocce non appartenenti alla categoria delle “pietre verdi” né dai relativi materiali detritici di alterazione. Poiché nell’intorno dell’area di intervento non sono presenti né strade di grande traffico né insediamenti di tipo industriale o di tipo artigianale svolgenti attività da cui possano derivare ricadute sul terreno di sostanze inquinanti, appare ragionevole prevedere che i materiali di risulta dagli scavi saranno esenti da fenomeni di contaminazione originati da tali attività. In assenza di un progetto per il riutilizzo dei materiali, la sistemazione finale degli stessi dovrà avvenire mediante conferimento in idonee discariche autorizzate contestualmente allo scavo. Per l’eventuale reimpiego parziale o totale in sito o altrove, la D.L. dovrà dotarsi delle previste autorizzazioni previste dalla legislazione vigente.

8 – CONCLUSIONI

L’indagine sui cui esiti si riferisce nella presente relazione ha consentito di ottenere una esauriente modellazione geologica del sito che attraverso la ricostruzione dei lineamenti geologici, stratigrafici ed idrogeologici ha permesso di evidenziare le principali criticità connesse all’intervento di scavo e di edificazione nel sottosuolo. Il rispetto delle indicazioni sopra esposte consentirà di realizzare l’intervento

(47)

nel rispetto dell’assetto geomorfologico ed idrogeologico dei luoghi senza alterarne le preesistenti condizioni di equilibrio.

Pietra Ligure, 08 Novembre 2020

Il tecnico incaricato Dott. Geologo Francesco Amandola

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