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DI INGEGNERIA 5ANfIARJA

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(1)

I>

Anno I. TORINO, 1° Settembre 1905 - T

17 .

I\ I V I STh tTe tTe tTe tTe tTe .. ..

DI INGEGNERIA 5ANfIARJA

Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA - Anno VI.

li riservata la proprietà letteraria ed arlistirn degli articoli e disegni pubblicati nella Rl\"JST.\ DI JxGF.G:"IERJ.\ S.\:"l!T.\RJ.\.

MEMORJE 01\IGINALI

LA SAL BRITÀ DELLA LAGl.Jì\"A

\·E~ETA

E LE

BO.:\lFICHE

DELLE

REGIO~! SOPRA.LAGC:~ARI

per il Prof L. P A(;LI.\:\I.

(Continuazione e fine - \'edi Numero prececl.)

F) - .1/isure profi/atticlie

da 111a1tfenersi per la salubrità dell'estuario 1·e11eto.

Se le cose così stanno per la regione lagunare in piL1 diretto rapporto con Yenezia, e se, come per induzione scientifica e per esperienza pratica fatta si cle,·e ammet- tere, la incolumità di questa città per le febbri inter- mittenti dipende dal fatto che anche nella parte della sua Laguna, così eletta morta, ,.i è abbastanza Yita, da consen-arYisi movimento cli onde maree e ricambio con- tinuo cli acqua col mare, per modo che si mantiene sempre nell'acqua dei suoi canali un grado di salinità sufficiente per eYitare lo s\·iluppo degli anofeli, non Yi è dubbio alcuno, che a fine cli a\"ere salubre tutta la estensione dell'estuario, che pure comprende ricchezza di abitanti, si cleYe applican-i lo stesso trattamento.

La linea cli conterminazione, già fissata dalla Repub- blica ,·eneta, cleYe essere rispettata, obbedendo alla di- sposizione a suo riguardo stabilita, che dalle terre che stanno a monte non debbano passare scoli cli acque dolci in Laguna.

Ciò è necessario, non solo per evitare che questi scoli portino nella Laguna nuo\'i materiali, che ne innalzino e allarghino la barena, o ne occludano i canali ancora pervi i; ma ancora per evitare che quest'acqua diluisca maggiormente quella già resa solo salmastra dalle preci- pitazioni atmosferiche e la riduca in condizione cli dol- cezza relatiYa tale da poter sen-ire di fondo per la de- posizione e lo sYiluppo delle uo\"a e delle larve cli anofeli.

Egli è molto probabile, che, se scrupolosamente si adempia a questo precetto, l'onda marea, resa sempre meglio attiva col mantenere pervii a buona profondità

L'INGEGNERIA SANITARIA - Anno XVI.

i porti, riescirà a esportare man mano i materiali prima già deposti dalle immissioni del Brenta; riesca\'anclo pro- gressivamente i canali dalla parte cli Laguna, che ora merita propriamente cli essere chiamata morta, e pro- traendosi così fino all'argine cli conterminazione per tutta la sua estensione.

Se una yo]ta si otterrit questo intento, si potr~t ben dire cli ayere risanato perennemente tutto l'estuario, dal fiume Sile al porto cli Brondolo, compresa Chioggia e i Comuni del Lido.

:\on si saranno forse eliminate in modo assoluto le febbri intermittenti: perchè a ottenerne questo pieno risultato, si dovrà pure eliminare tutte le raccolte grandi e piccole cli acqua dolce che si possono ora formare per ragione di pioggie o cli sorgenti locali, specie lungo il Licio;

e si clo\Tà eYitare per quanto possibile l'importazione cli anofeli perfetti dalle terre circostanti malariche coi mate- riali e le merci c01wogliate dalle imbarcazioni, che manten- g-ono con queste le comunicazioni, cli sen·izio e commer- ciali. Si sarà però soppressa la condizione pit1 fayore,·ole per mantenere epidemie o endemie malariche cli qualche gra,·ità.

G) - Danni a/le regio1ti sopralagunari deriz·anli dal/a d?fesa del/a Laguna. Prot"z•edi111c11fi

in loro far•ore.

:\Ia quali sono le conseguenze di una tale inibizione di immissione delle acque delle regioni a monte della Laguna nella Laguna stessa? - Non ,·i ha dubbio che, con molto buon fondamento, fin dai primi tempi in cui se ne costrussero le piLt antiche difese da parte dei suoi abitatori, le popolazioni situate sulla terraferma prote- starono contro questa specie cli sopruso, non giustificato altrimenti che dal famoso principio, non mai forse appli- cato più a proposito, che salus populi suprema !ex esto.

L'argine di conterminazione è causa ine,·itabile cli ristagni delle acque che scorrono superficialmente e frea- ticamente dall'alto della ,·alle del Po e che hanno ,·erso di esso argine il loro naturale deflusso; e ciò per un tratto, come sopra ho eletto, di molte diecine cli chilo- metri.

Questi ristagni cli acqua dolce, in un clima relativa- mente molto calcio come quello dell'estuario, non pos- sono a meno cli cli,·enire facilmente fondo di sviluppo

(2)

di zanzare anofeline, come, del re to, le indagini ciel Vi,·ante hanno pro,·ato.

La sah·ezza percic'> delle popolazioni lagunari si do- vette sempre conquistare a danno cli quelle soprala- gunan.

Di questo deplorernle stato cli cose la Repubblica ,·cncta, nel compiere gli atti d'imperio clell' allontana- mento delle bocche del Brenta e dei fìumi minori col- laterali nell'ambito della Laguna. si preoccupò infatti sempre. interessandosi a diminuirne le conseguenze fu- neste.

E,

a tal uopo, di,·ise le terre superiori in sette Prese o Consorzi, perchè i proprietari appartenenti ai singoli cli e-;si pron·eclessero d'accordo, e solidali gli uni cogli altri, al miglior modo di sistemazione ciel re- gime idraulico della circoscrizione a cui appartenevano.

Fig. 2. - Edifizio delle macchine di settima Presa con ,·eduta delle porte a bilico chiuse.

Tali Consorzi cloYe\·ano essere, come si esprime i I Rompiasio, Segretario ciel :\Iagistrato delle acque della

\'eneta Repubblica, una 11nione di interessali nei beni compresi 11el Circondario stabilita, d'assenso loro o di pub- blica 'i.'o!onla. clw dei•ono contribuire alle spese occorrenti in bene/i.zio di essi beni. o per esimerli da pericoli, o per redimerli da mali, o per nu/;liorar!i dal loro in/e/ice sia/o.

Questi Consorzi funzionarono molto irregolarmente fino a questi ultimi decenni, e i Ja,·ori che si fecero per difesa dei \'ari territori contro le innondazioni clo- n1te al diftìcile regime AU\·iale locale, compiuti per lo più con mezzi inadeguati ai bisogni. non furono pure sempre diretti a mettere ripari razionali e dove il bi- sogno era piL1 sentito.

Dopo il i8 2, 111 seguito ai graYi disastri Yeritìcatisi in quell'anno per le rotture degli argini dcl Brenta e

ciel Bacchiglione, e particolarmente in Yirtù della legge sulle bonitìche. emanata nel marzo dello ste,;so anno, ch~e assicurava loro un generoso concorso nazionale, vennero molto più attivate queste opere, secondo pro- getti regolarmente studiati e messi in rapporto colle e;;igcnze creale dalla direzione cletìniti,·amentc data al letto ciel Brenta.

l [) - Co11sor:i o !'rese seda e sdli111a J>er la bo11i/ìm soj>ralagn11arc.

Lasciando di trattare cl gli altri Consorzi minori, clic funzionano a maggiore distanza dalla linea cli conter- minazione della Laguna, o do,·e le diftìcoltà degli scoli sono m111on. e considerando i due soli della ·est;i e della settima Presa, che hanno an1to ed hanno tuttora più dura lotta a sostenere (per risultare di ter- reni molto bassi e con afAuenza di molta acqua, cli difficile e in parte impossibile smaltimento naturale), si potrit coll'esame della loro topo- grafia comprendere quale sia il sistema in gene- rale seguìto per riuscire allo scopo di liberarsi dalle innondazioni e dai ristagni e cli rendere il terreno a ·ciutto per uno strato sufficiente per le col ti ,·azioni.

Queste due Prese o Consorzi meritano cli es- sere portate ad esempio. anche perchè hanno pure sempre m·uto a lottare con maggiore cliffì- coltà contro gli incom·enicnti della delimitazione della Laguna, in quanto sono ad c'sa più imme- cliatamen te fini time, ed occupano il territorio nd quale si fece succe,;si\·amcnte negli ultimi cinque secoli ramingare J'incanalazione ciel Brenta, tolto dal suo antico tratto tern1inale cli letto con foce a Fusina.

La carta qui annessa dà un'idea dell'intreccio di canali costrutti nelle elette lue Prese, allo scopo cli raccogliere le acque alte e basse se- paratamente; quelle, cioè. che possono essere ,·ersate fuori della circoscrizione consorziale a caduta naturale, e qu lle che im·ece importa cli sollernre per poterle dirigere nel bacino lagunare o nei canali che attraYersano il territorio sopralagunare, per anelare ad immettersi 111 mare aperto direttamente.

Questo ampio territorio occupato dalle due elette Prese è cli figura romboidale colla maggior diagonale diretta· da PacloYa a Bronclolo, e la minore eia :\lira a BO\·o- lenta. Esso è cliYiso quasi per metà dall'ultima inca- nalazione del Brenta, eletto Cunetta. che ,·a eia Strà a Bronclolo per Cocle,·igo (V. carta topogratìca).

L na parte minore cli tale territorio costituisce il Con- sorzio della settima Presa: limitato, a nord, dall'antico letto ciel Brenta fra Dolo e :\Iira; a ponente, dal letto ciel Brenta, scaYatogli in seguito e poi abbandonato: a le- ,·ante, dal fiume :'\ O\·issimo, che si parte eia !\Iirano (fìg.

1)

e, passando per :\Iira, Yiene a raggiungere l'ar- g-111e di con terminazione e lo segue fino

a

Conche;

a

RfflST.\ Dl ING EGì\ERJ,-\ SA, Tfi-\ RJA 255

~ud, dallo stesso letto del lircnta, eletto Cunct a, per il tratto che dal sifone dello scolo Fiumicello. a Corte, \·a, presso a Conche, a porsi cli tìanco e a decorrere u:tila- mente al fiume :'\ O\·issimo.

La settima Presa ha in alto uno scolo a caduta na- turale proprio di Hrenta S..:cca, che, ricc,·endo pure altri

I contìni clelb se~ta Presa s'rno: a nord. il R. canale PiO\·ego, che eia Paclo\·a Ya al Brenta. e il canale-1ia\·iglio dal Brcnt, a ]),ilo : a ponente, il can:de di Roncajette: a oriente. il Brenta ahbanclo·1at•J ccl il tratto ciel nuo,·o letto dcl Brenta fra Corte \a lin:llo di Pion'J e Concht:. Tutto all'ingiro confina con altri Consorzi. che per ca-

na~i ~peciali yersano le loro acc;ue fuori Laguna· Quc,;t Consorz:o ha una rete di . .j.2 canali e scoli. grandi e piccoli. con uno s\·iluppo com- pie~s:rn cli essi cli km. 20,=;.59-1-. Questi canali o ,c,>li sono interscc.1ti da 310 manufatti. fra i qual i più ri marchen>l i i quattro si fon i "ottop<iS- ,·an ti i liumi l1renta. Bacchiglione. '\u,·issimo, ed il grande edificio delle macchine a .':ianta .\Iarghcrita. I c;:n:t!i sono in generale a sponde t21TO:ié e in qualche punto sostenute eia mura- tu;·a. come apparisce dalla fìg. ;;.

Fig. 3. - Canale raccog-litor<.: clell;i honifìrn di sest:-i Presa.

Le reti cli canali o di scoli sono anche qui distinte in reti cl.:lle :tcquc a'.t e delle acque basse. Le prime (seg·nate nella carta in lince piene) hanno due ~b:icchi in Laguna. uno prcs,·o Lo,·a e l'altro a Conche. J canali e sco'.i delle acque basse formano una sola rete. che per gli scoli Ca,·aizza. Schilla e Ca,;tellaro, \'anno al ba-

scoli pitt in basso (segnati tutti con linea p1 na\, 1111- mette, sottopass:rnclo il Jìume X O\·issimo, lì1 Laguna, per un canaletto detto di Lugo (stato omcsm nel!a carta\. Due altri grossi canali cli scolo pure naturale

attra\·crs:mo questo Consorzio, clcri,·anclq dalla sesta Presa. li rimanente elci territorio cli questa Presa è troppo b:1sso per potere immettere di- rettamente le sue :icque in Laguna. \.i sono percii> due reti cli canali (indicate con cloppit:

linee), più p~·ofondi. che p >rt;:no ic acque basst:

a due eclitìci di iclroYore (scgnat•c ne~la carta), cli cui l'una sen-c la s~t~ima l'resa ~;upcriore, l'altra la settima Presa i,1feri(1rc. Le iclron>rc innalzano le acque per cacciarle in Laguna. soL- topassanclo il tìume :'\O\·issi:1~0.

Di uno di que.;ti eclifìzi cli iclro,·ore cli, una prospcttiYa nella fig. 2: nc~la quale son'.) parti- colarmente messe in c\·iclcnza le due pone a bilico. a mm·i111e•1to automatico, cli:uclcntcsi. nel momento in cui furono futogTafatc. perchè dal canale di climinazi,ine delle acque ,;oJ!e,·ate dalle idro,·orc, l'acqua. per la sua altezza, an::\·a ten- denza a reHuire \'Crso la bonitìca.

cino su cui sta l'eclifìzio clelle macchine cli .':ianta :\larght:rita. Le acque so!J..:,·ate eia qucs e macchine ,·en- gono g<::ttate 111 Laguna 11b1cmc alle acque supenon. sottopassando il lett cld lhc:nta. a Conche.

La sesta Presa è rnolto più estesa clcll'altra e quindi molto più importante p r le opere che in essa si rnno clon1te compiere. La superficie

Fig-.

+· -

l~11ota a schiaffo dcll'edilìcio clelll: macchine. a S." ~fargherita.

clc·lla honifìca cli sesta !'resa.

cli questo Consorzio misura ettari 22.22-1-.93 e si estende.

nelle due prO\·incie di Pac!O\·a e \'enezia, per ben Yen- Comuni censuari (').

("'') L. RO}l.\,'>;J::\-1.\CUR. Ne/a;;io11e sulla bonijirn dcl Co11sor;;io

di sesta Presa. - · Paclo,·a. 1899.

Il macchinario clc!J'ec!ilizio di questa sesta Presa s1 distingue in confronto cli altre bonilìche. per risultare in parte di una grande ruota a schiaffo (fig . ..j.), ed in parte cli turbine idro,·ore. La ruota a schiaffo ha un particolare interesse per la sua imponenza cli dimensioni, a\·enclo il dia-

(3)

RIVISTA DI INGEG 1ERIA SANITARIA

metro cli r 1 m. Essa ris ulta cli 3 0 palette dell a superfi cie cli circa 4 mq. ciascuna. È messa in movimento eia mo tori della fo rza cli 230

ca

,·alli-vapo re

effe

ttivi,

e

può alzare mc. 5, 5 d'acq ua a l secondo. Dà un redd ito util

e clell

'8 2

O(O,

quando fa

il

mass im o cli Ja,·oro

,

o so lo ciel 20 al 50

O[O,

quando l'acq ua eia innal zare è poca. Nelle co ndizioni ordinar ie eia sotto al comun e marino cli 2,80 m. a rri\'a a porta re il li vello cieli' acq ua al d isop ra cli esso di

+ 0, 30 a + 0,40 m. In via eccezio nale si pu

ò

port are tal e li vello eia - 3, 50 metri a + 0,90 metri s ul cm. ;

in questo ultim o

caso

si asso rbono 38.000 mc. d

'acqua

all'o ra dall a bonifica, col mass im o di

effetto

util

e

del lavoro prodotto:

Per questa ragione, mentre un te mpo tutto il i< ff oro cli prosciu ga mento era fatto da q uesta ruo ta, ora si ri- ser va la sua

atti,·ità solo a

qua ndo i canali sono molto pieni

, esse

ndosi, d opo il 1899, aggiunte due iclrO\·ore per una forz a cli

1

70 ca,

·alli-\'apo

re e ff

e

tti\·i. Ques te iclro- ,·ore funzi

ona

no

ordin

ari ame nte eia sole, q ua ndo l'afflusso de ll'acqua della bo nifi ca nel bac ino cl i a rr ivo non è molto gran de.

Con tali potenti ssimi me zzi cli

elimina

zione de lle acque meteo riche

e

fr

eati

che cli q uest'ampia regione pii'1 bassa sopralaguna re si è essa ridotta ad una sup

erficie

cli ot- tima co ltiva zione,

e,

se non assolutame nte, certo relati

-

\'a mente salubre.

Dove p rima regml\·a lo squallore de ll a palude e della malaria, ora si riscontra fl oridezza di prodotti cli ogni ge ne re, relativa agiatezza e salubri tà molto

co

nfortante.

S u quelle terre, prima co perte eia acque ferme

, a fo

nd o pr

eferi

to dall e za nza re pro pagatri ci cl i fe bbri perni ciose, cresce ora ogni genere di bi ade e di prodotti cli g iar- dinagg io, son o

rig·ogli

osi i prati

e

perfino la n g

na

tro,·a q ualch

e

s pazio cli propizia coltura.

Case coloni che confo rtevoli e istituzioni cli sagg ia prev idenza

e

cli be nefi ca istruzi one sono so

rte

a prO\·are pure l'interesse ,- ivo dei prop rietari locali per il be nes-

sere

d

ei co

ntad ini , che rimangono ora pe rma nentemente fid uciosi in quelle regioni un temp o eia loro temute.

1)

-Jlfisure di pro filassi e di difesa da p rendersi inav71enire . Tutto ciò sa re bbe b uono

e

certo av rebbe eccellente tende nza a sem pre megli o perfezionars i a ,-an taggio cli quell

e

popolazi oni

e

dell a ricc hezza locale, se l'incubo perman ente ciel peri colo dell e innoncl azioni no n tormen- tasse

e

propri

etari

e lavoratori ; rend endo i primi esi- tanti nel profo ndere i necessa ri cap ita li indi spensabili a raggiun gere le desiderate mig liorì

e;

sconfo rta ndo 1 se- condi dal prod igare le loro fa ticose cure ad una terra soggetta a disastri spave nte\' oli

.

Se, dunque, tante buone ragioni ig ieniche ed econo- miche impongo no d i salva re, per q uanto possibile,

la

Laguna d alla su prema

ia

ttura della sua soppress ione o della sua malsania, è ev idente pure il de bito cli g

iustizia

cli evitare che ta nto benefiz

io

ricada a tutto danno dell e regioni soprasta nti

,

Se non

è

meno mamente a pensa rs i cl i ritorna re a d imm

ette

re q ualsiasi piccola o grand

e corrente

in Lagun a;

se anzi g iudi co sarebbe fo rse meglio libe ra m ela anche più cli qua nto o ra no n sia, de ve pure sembrare equo

che si escogitino

mezzi adeguati per difend ere

megli

o

e

più sicuramente le popolazi oni finitim

e

dai disastri cli

cui

sono così spesso vittim

e.

È

equo che

si rend a per quanto possibil e facile ad

esse

cli da re sfogo alle loro acque eccede nti , in qualche altro modo che non sia l'im- metterle in Lagun a. Ciò non è certo fac ile ad otteners i, da te le condizioni locali e l' impone nza d

elle forz

e con- tra rie, coi s istemi fin ora seguìti. Ma sarà ad og ni modo a vedere se, appunto per questa specialità cli condi zioni

e

per l' impone nza cli tali for ze, non sia il caso cli seguire qualche nuov a via cli difesa fino ra non battuta, ed io affacc io, ad es., la proposta, cert o arrischia ta, non fo rse indegna cli qualche considerazione, cli raggiun gere lo scopo supremo cli e\'

itar

e le rotture deg li argini ci

el

Brenta, non tanto col rinf orza rli maggiormente, quanto col so lleva rli in pa rte ciel poncio che ad

essi incombe.

Se si di\'iclesse il Bre nta in alto in du

e rami

, e, separa ta- mente, per direz ioni cli\'erse, o, accop pia ti

, seco

ndo l'attuale d ecorso, si fa cessero arrivare co n doppio letto a Bronclolo, si aH

ebbe più

largo spazio al passaggio d ell 'acqua , minore pressione, nel secondo caso, specia

lmente sugli

argini

esterni,

e mezzo anche di curare meglio le buone cond i- zioni d ei due ca nali, potendosi in periodi cli magra alte r- na ti vamente asciugarli per ri para rli in caso cli bisogno.

Forse co n qu esto raddoppiamento ciel letto ciel Brenta si potrebbe anche raggiunge re un ideale pe r rag ioni san

i-

ta rie vagheggiabil e, fa cendo d

ecorrere

il second o can ale con li vello alquanto pii'1 basso d ell'a ttuale

,

cli dare mez zo all e reg

ioni

soprala gunari cli

eliminare, almeno

ne i te mp i

ordina

ri, sia le acque alte, che ora immettono in

Lagun

a per caduta

naturale, che le

basse soll

evate coll

e iclrO\·o

re

. Che se pure, in te mpi cli acq ue alte ci el Brenta, si do·

\'esse1

;o

queste della Boni fica imm

ettere,

per appos iti sfiora tori, nella Lag un a, non

cagione

rebbero che una loro cliluzione passeggiera

e

certamente non vi

appor-

terebbero delle torbide più tardi da nnose .

È

ad

og ni modo necessa rio

che

di co nserva co n le misur

e

cl i pro fila ssi, ora rico nosc iute razionali per ass i-

cura

re la salubrità della Laguna veneta

inti

era, si fa c- ciano p roced ere pure mis

ure

cl

i

difesa sanitaria ed eco- nomica delle regioni sopra lag unari.

Che se q ueste misure cli difesa co ntro ai pericoli a t- tua li saranno per ri escire costose alla pro, ·incia \'e neta

e

al Govern o, cui ne spetta p ii'1 il d overe, il denaro s peso si cle \'e ritenere molto compe nsato dal g ra nde ,-a lore che ha la sicurezza molto maggior e in cui vi- H

ebbero

q uell e popola zioni e dal ri spa rmio d

elle g

ra- vissime perdite a cui sono esse ora soggette ogni volta,

e

non sono tanto rare, accadono rotte degli arg ini per piene eccezionali

,

a sma

ltire le quali non

sono a bba- stan; rn ca pac i i canali a ttuali .

. ...

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA ~51

GE OGRAF

IA

OSO LOGICA

DELL A TERRA DI BARI.

DIS TRIBUZI ONE GEOGRAFICA D E L TIFO pel Doti.

STEFANO BALP.

(Continuazione - \.'edi ì'\umero precedente)

Pozzi sup erficiali. - Si tro vano in molti bacini plio-

cenici ad una

profondità , -ari abile fr a + e

1

5 metri.

No n s i t rornno in tutti i bacini plioce nici, e ciò di - pend

e

da lla loro confo rm azio ne. Se il terr eno col

ti

\'o ha un n

otevole spessore e,

fino ad un a certa p rofo

ncl

iti1, non p resenta stra ti calcarei co mpa tti poco permea bili, l'acqua attraversa il terre no co

lti

vo

e

si radun a sullo strato impe

rm

eab

ile, sia

che essa ve nga d alla super- fic ie ciel suol o o eia correnti sotterranee

.

P erò

in t

aluni li ve lli d

'acqua

molto su perfi ciali v'ha ei a du bita re

che

si tratti cli acque che, cadute su cl

' un

bacin o ristre

tto,

si racc olgo no nell a parte più declive del medesim o, piut- tostochè di acq ue pro, ·enienti da correnti sotterranee

.

Q uando poi il pliocen e è ra ppresentato da tufo comp atto e poca te

rra

colti,- a

, allora

l' acqu a scorre sull a superfi cie d el suolo

e

non viene assorbita: se poi

è

ra pprese ntato ei a terre

no coltivo e

banchi cli tufo

carparo,

questo è a ttrave rsato dall'acqua e per rintraccia rl a con viene a ttra- ve rsare il tu fo ca

rparo

in tutto

il

suo spessore fin chè

s

i arri vi allo stra to cli raccolta costi tuito in genere eia breccie calcaree, o dolomitiche, o eia st ra ti ciottolosi,

o

ei a sabbie pli

oceniche,

fr a le quali si raccoglie l'acqua so pra un fo ndo cli ro ccia imp

ermeabile.

In

tali co nd izioni sono le acque freatich

e

cl' Acq uavi q dell

e

F o nti, cl i Gi oia ciel Colle ed in ge nere di tutti i Co- muni d el prim o g ruppo

,

mentre a F asano e Tri ggiano si dovette disce ndere all a profondità cli circa 45 metri , attraversando un primo stra to plioce nico cl i tu fo calcare e quindi 36 metri di calca re

compatto.

Si rag giun se così il livello ciel ma re. L 'acqua raggiunta è buona, co- stante ed

ab

bondante, il pozzo cli F asano

(ferrovia)

in un a nno cl i siccità, oltre al pron·edere ai bisog ni de lla s tazione e di sei loco moti ,

-e,

p rov ,·icle

1

o tonnell ate

cl

'acqua al giorno alla popolazi one; cl 'abitudine però non serve

che

per la s tazione ferrO\·iaria,

essend

o lontano dall

'abitato.

Altri tentati vi cli pozz

i

trivell ati ebbero minor fo

rtuna:

Bari nel r 863 voll e tentarn e uno; dis cese a notevoli pro- fond

ità,

ma trovò acq ua potabile scars iss ima. molta acqua salmas tra

ed emanazioni

gassose.

A

:\1oclug

no si tri\·ellò un pozzo fi no a 62 me tri cli p rofondità, si t ro\' Ò una lente acq uea de ll o spesso re cli un metro, ma poco buona.

A Bitonto alla pro

fo nd

ità d

i 45 metri c irca si trO\-il a

cqua ab

bond ante, ma co ntenente

carburo d'id

rogeno.

Tutti i pozzi sup

erficiali

e profon d i, come le cistern e d'uso pubblico, so no sprov\·is ti cl i tro mba d

'as

pirazi one;

si affe

rma che

l'ed ucazio ne ci

el

popolo no n è ancora tale da poterla lascia re sicuri c he sa rà ri s pe tta ta . Essend o

i

g

ruppi cl i pop olazione piuttosto im porta nti

e

poche le cis terne p ubbliche, sono mig li aia cli secchie e co rde sudi cie che ogni g iorno va nno

a

lava rs i nell

'acq

ua dei pozzi

e

d

elle

cistern e.

Cisterne. - D ove non

esistono

pozzi la popola zione cl e,

-e

rico rrere a ll'acqua d ell

e

cisterne. Esse so no cli due s pecie: pubbliche e private.

Le cistern

e

private racco lgono acq ua da i lastrici so- la ri, cioè eia quelle terrazze che form ano il tetto d 'ogni

casa

pug li ese. Le terraz ze sono utili zzate per asciugare il buca to : non vi si colti vano nè fi

ori

qè a rbusti in vaso

e

sono te nute sgombre e pulite.

li voler a ttribuire all

'asciugatura

de l bucato l'ori g ine ci el tifo, me ntre, come si vedrà, vi so no tanti al

tri

g ra- vissimi coeffici e nti d'infezi one, sarebbe un p

o' inge

nuo

.

D

el

p::1ri non s i può d are all a polvere che

il vento

soll

e\'a e

po rta sulle terrazze alcuna respo nsabilità nel-

!' in q uina mento d ell

'acqua;

nè un' importa nza gran che maggiore cieli' asciugatura del bucato; essendo quelle terra zze largam ente inv

estite dal

mi gli o re dei disinfe ttanti, il sole.

Si de ve in vece ril eva re che le ciste rn e in terra cl i B::1 ri sono malissimo costrutte, sono ra riss ime qu ell

e

provv

iste

cli filtro, cli separatori dell

e

prime acq ue pio- va ne; il fo ndo

ed

i pi

edritti sono

imperm

eabili, ma

la ,·olta

e

g ii att acchi dell

e

pareti

coll

a volta lasciano pas-

sare

l'acq ua sia dall

'alto che

lateralmente; e che ciò a \·-

\'enga fu climo3trato dall

'ultima

allm·io ne cli Bari ;

coloro che svuotaro

no le cis te rn

e

p rim a che l'acqua cli cu

i era

inzuppa to il terreno circosta nte si fosse abbassata rinno- , -arono la fat ica cli Sisifo: dopo poche o re la

cisterna era

di nuovo pi

e

na cl 'acq ua infe tta . U na g ran p

arte

cli esse

è

poi a muro a muro

col pozzo

nero.

Le

ciste

rne pubbli

che

raccolg

ono

acq ua ei a 1 ::1s t ri ci st rada li

, s

trade ca mp

estri

, tratti cli terre no ap posit::1- mente lastri cati.

In

talun i Comuni ,-i si attin ge solo d'esta te ed in

caso

cli s

iccit

à; in altri sono ad opera te ab itualm en te tutto l'a nno

come acq

ua potabile. Qu::1le ge nere cl '::1cq ua vi s i a ttin g::1

è

fac il e

imm

agin arlo, cio- no ndimeno il

ti

fo

non

assum

e

se mpre in quei Comuni qu

ei

car::1tte ri cli freque nza

che l'uso

cli t al ge nere d 'acqua pot

rebbe fa

r sup porre. Col1\·ien cr

edere

che il germe d

el

tifo in molte cli

esse non

sia mai a

rri,·ato o, se

\'

i

g iunse.

non s iasi consen ·::1to a lungo ,- itale. Ritengo

infatti

c he pe

r mante

nere a lungo un 'epidemi a ti fosa d'orig

ine

idri

ca

sia necessa rio che il materi ale in fet tante g iunga e si rinnovi frequente mente nell

'acqua.

Non ,-' ha alcun po zzo o cis te rna muniti cl i pompa pe r

estra

rre 1 '::1cq ua : tutti ha nno un a

larg

hi ssim a aper- tura

non

co pe rta dal la quale

le

donne a ttingo no a cinque o sei per ,- olta co n secchi elli

e cord

e indi viduali .

Acque d 'irr igaz ione. - S

i

prov\·ecle all

'irrigazione,

che è limitata a pochi orti

e

campi o rtati , con i così

(4)

Rl\"JSTA DI l:\'GEG:\ERIA S.-\:\IT:'IRl:'I

cl tti pil oni, s pec:e di pozzi s upe r fic iali:'s!mi spr,l\·,·is ti cl

i

sp onde e cli r

i1·estim

ent mu !·ano, p iù che p .. )Zz i

semplici sca,·i

nel

terr

eno che dànno acqua salmastr a.

Ri

ce\·o no qui

nd

i tutto il ,-opraYanzo clelL1cq ua cl"irriga- z1 one e

t

utra l'acqua

pio1·a1~a

che cacle sull"o r tato . La

ste~:oa

acqua sen·e poi l,er !a l;i,·atura degl

i

ortaggi :

:icqu2

che. oltr<0 al riceYere

tutto lo o:colo

del campo concimato a concime umano, è gi:: . pe:'S > inquinata dalla fogne ]Krclcnti

e

dall

e

nm1gin! dei c.:n tri abitati .

Fo.!.·11al1tra. -

Da te mpo non molto n

:moto le

ma- tcr;e fecali com inciarnno in poche

local

ità ad

cs,;e

r impie- gate

su

\·;sta scah per

h co~tur.1

inr..n- i·:a de_.; li

ortaggi:

prima, e

I

anche ;;cie.;so . un

a

cldle

mag~io1

i preoc ·upa- z:o:1i er a cl i disfru-_;(. nc. J Co mmi della sp;ag-gia le fa nno

r,1cco..;l

i ·re con carri spcc;a!i

e

le immeLtono nel mare : i

lo:nan~

ce:can o una Yorag ine pe r smal tirle od un a

':

1·al-

lamento ciel

terreno in luog.>

ap;);irt 1

to

O\

e d

2p.Jsita

r le.

\

-ei

Com~rni

an:nti falcia acque.1 sup

erficiale

prima cura era di raggiungere coi p

D

zzi ne ri p

.·rclenti

la falda a ·quea ecl incaricarl.1 cli liher,u·; i cli t utti i

liq~iami

!mieli .

In."":.it ti pe: la grande scar,; itù di ac

jLU.

no 1

è

po ;s i!Jile

la

fogna::ura.

po~hi

Co·nuni s

·mo pron·isti

cl i canali di

raccolta d

cl'e acque pi

;J\·ane

in cui abusi\·amente si im -

metto 10 ta~or.i

acq u.: b:rrnde e ner e

.

Do\·c e.;i,..,te la

fa~d

i acquc,1 sottPrrane1 è percii; abbon-

dantemente

inqui n:iti: a Barldta non si può quasi distin- guere l'ac,1ua d'un pouo comun2 cLi qu

.::

la de i p

.. >

zz i

adibiti

a pozzi neri: l' an;disi chimica la defi nì una soluzione

cli

sterco

.

Bar'.e:h eb ')e epidemie terri b ili di ti fo,

ma

,·'ha eia

mera

,·ig;iarsi che tifo ed énteri te non ,.i s iano in pernn-

nenz

J

c.:d

in

fo:m.1

gra Y i;sima : com·il'n credere e 1e col

r

ipe'.e r;;i dcl:e epid

emie

e cc>ll 'us .) continu .) cl'acq u.1 infrtta qu

..:!la

p l_JO'az;o ne abbia acquis'.:at 1 una maggiore resi- stenza a lle inkz:, mi in t ·;;ti n tli. e J" im 1rnniià contro il t;fo.

Ln a park impurtantc ncll'eziulogia cLl tifo, spetta all

'

ortag

lia eh.:

è Ldim

e:

nto principale della po;Johzio.1e.

L

; 1 s.ia CcJltiY,1z;one, richiede ndo acqua in abbondanza,

tro\·a luogo

adatto

s~d!a spiagg

ia marina,

O\"C

ad un metro o po::o p iù

è

j)J:-isihi

le

trm·ar l'acqua sdrn

astra.

. 'o no pure n

:11nero;

i gli orta ti nei terreni pliocenici

pron·isti

cli

poz~i. e

Yi si

fa

un discreto commercio di or- tagli a.

::'\e,.?. li al

tri Cu mani la produzi one è limitala ai bi:-;ogni locali , e. pe;· le

così

elette coce\·o l.:, si raccoglie m cisterne s

:.:operte

l'acqua dalla strada o dall'ortato

.

L'

o,-taglia \·iene qu si ogni giorno irrorata d'u

na solu- zio

ne d i

n

nte

rie

feca li ; raccolta . ,·iene 1

:1\"a

ta nell'acqua su

:licia ddh cisterna s.:operta

e poi me;;,;a in co nn1ercio

. ::\è

s.uc:)be pos ;ibi'e impe lir!o: nei Co,nuni m·e

è

mi-

s~irata

L1cqu:1 p

..:r

bere non si potrebbe ragionel"(1l111e

ntc

pr etenj ere che si la\·ino gli ortag:gi in acqua

p~dita.

,ce

cli

ciò non si incarica lo s

tes;o cons~matore.

Dal

co mple,;so delle circostanze esposte si pui> co n- cl11cl ere che il germ

e

del tifo ha. in pro1·in eia di Bari.

da1·anti a sè le

seguenti ,·ie pe r giungere alì'uomo

:

I"

Per l'arri1·0 elci ger mi ciel ti fo

nelle acq

ue po-

tab

ili ciel sottosuolo a mez zo dei pozzi ncn perden

ti

e delle Y oragtm :

2" Per l"arri\·o cl<:i ger mi neile acque potabili delle pubbliche cisterne

;t

mezzo cl !l'acqua raccolta sulle strade camp stri e sui lastri ci stradali dell'abitato

:

3"

Pe r J"inquinazion

c

elci pozzi d'acqua sal mast

r

a

desti nati alla la 1

·atura

clelì'ortagl ia. causata clalLirri ,·o nei pozzi cli germi tifosi deposti sull'u rtato col conci

me

r ecente o perchè la corre nte acquea sotterranea che li alimenta arriYa già inquinata:

+" Per la b1·atura d

ell"ortaglia in acqua inquinata

raccolta eia strade o dai campi ortati . o pe r trasporto cli germi nel!'acqua da parte dell"ortaglia stessa all 'a tto della Li,·atura:

5"

Per inquinamento diretto dell'ortagli a irrorata cl

i

materie fecali :

6" Per

c\·cntuale

inquinazione dell'acqua raccolta eia lastrici solari nelle cisterne pri\·atc. sia per J" arri\·o in esse cli acqua inquinata dal

sottosuolo

circostante o

dalle

,·icinc fogne, sia forse. pèr quanto eia accettarsi co n be- nefizio cli prn1·a. pcr chè: Yi arr i1 ·i g1a inq uinata dai la- strici solari

.

(

~im·a

ossen·arc che tutte le acque dest inate a b1·a- tura dell'ortaglia. stagnanti nelle cisterne. :cn·ono otti- ma mente a'.lo s\·iluppo

dc~lc

lan·e dc!Lrnophcles.

e

c he i pron·ccl i men ti cl iretti a elisi n lctta rlc scn·ono pure ad im ped ire lo s\·iluppo cl

cl

le lan-c cli a nophele,;

.

Com·ienc infin e tener pres

en

te che la trasmissione

di-

r

etta

ciel tifo dal malato al

sa

no rapp

rèscnta qui un

coefficiente epidemiologico cl' una importanza gra ndiss ima per le condizioni ig ieni che in cu i Yi,·e la popolazio

ne

ptJ\"era. ammassata spesso in un uni co loca!

e,

uomini ed animali : locale che So\·entc se;Te per due famiglie.

tal-

n>lta

t~1tta la

famiglia dorme in un unico g·iaciglio: po- . polazione poi agglomefata in graadi centri agricoli. poichè

la parte di essa che Yi\·c aila campagna ne i san

i

pit- toreschi trulli.

è

nrnrnna.

:\ lolte delle abitaz ioni sono poi, o tota ìmente od in parte interrate. e quindi umide. oscure. no n Y e ntilate, non allict:1te eia un raggio cli sole

.

Con t:di

prec~·denti

epidemiologici no n è eia lar

me-

ra1 igli

e se.

mentre il tifo è nelle altre prm·inc ie in di- mmuz10ne . nelia regio ne pagìi

ese

si mantenga staz io- nano e ,.i dia un num

ero di

casi che è quasi do

ppio

d

ella

cifra che dù

la

popo:azione ciel R eg

no.

InL

1tti

dalle

statistiche delle

cause cli morte pel 1901

ri~ulta.

che

essendo

nel Regno la media dei mo r ti

per

ti fo nel triennio 1899-190 1 de l +o per lOo.ooo abitanti.

nella regi ne pugliese la pe rce ntu ale sale a

70

per lOo

.ooo

abitanti . In ordine progress

i1·0 per

r egione e per mo

r-

talità da tifo. la Pugli a ha il tr

iste

pri,·ilegio cli occu- pare il primo po:-;to con

/

O morti pe

r l

Oo

.ooo

abitan

ti

. segue la Sicilia 68 . Caiabria

-

6.

T

osca

na +9, L

azio

++, L

ombardia

43

,

Basilicata +2

,

Campania e \Iarche 40,

Rl \"lSTA Dl l:\GEG1\ ERJA SA:\' lTARJA

\"eneto 33.

Emilia

30 .

. -

\

bruzz

i

ed L"mbria

25. 'ar

de- gna 23. Piemonte 21, Lig uria 17.

L

a proYincia di Bari r egistra. pel 1903. 6 2 morti cli

ti

fo per roo.ooo abitanti. essendo la med ia del R egno

ci

el 3 -

.

\I

i mancano i dati del 1902, certo s

up

eriori a quell

i

ci el 1903. essendosi aniti l5r 6 cas

i

cli tifo in confronto a rooo cas i p el 1903 .

Ti/o in terra di Bari. Online di ji·cquen:::a j>l'I 111esi.

Casi z•erijìrnlisi dal IS96 al I90..;..

:\.gosto 2" Lugl

io

3 ° Settembre +"

\faggio

Giugn o 6"

:\.pril

e 7"

\

Iarzo

.

"

Ottobre 9"

Di

cembr e

10°

Febbraio

l l"

Gennaio

r ::'\

01

·e

m bre

\f

ed ia mens il e

121

»

I

20

»

I l 6

»

106

»

99

» 93

»

93

»

8 T

»

62

»

60

» 50

»

+7

L

a distribuzione

mensil

e ciel tifo è qui alquanto di- ,·ersa eia quanto si ,·e

rilica

in altre pro,·incie

. In ge

nere

1

casi cli tifo s i fanno più numerosi a co minciare dal giugno;

il massimo si

ha in agos to

.

Qui Lrnmento co min cia a ,·erifìearsi in marzo

:

in ot-

tobre il

numero dei casi comin cia già a diminuire. mentre altro\·e

la

diminuzione si Y erifi ca più tardi

.

Casi e morti

per

lijo i11 terra di /lari dal rS96 al I903.

Casi

Totale

Anno per un milione

di abitami dei morti Toto le

(')

.\\nrti per cento

casi

,\\orti per un milione

di at>it3.nti

Prn\·incia Regno

1896 1284 806 63 950 530

1897 1325 688 52 830 49r

1898 1 346 7 28 5.( 880 545

I 899 908 6 I 8 68 7 40 466

1900 751 642 85 770 466

1901 1184 552 46 670 361

1902 15r6 808 ? 53 ? 954? 346

I 903 I 000 502

I

50 620 353

(1) Le cifre non possono essere allenclibili. come risulta dalla proporzione fra il numero dei casi e quello dei morti.

::'\

on ho riportate le cifre proporzionali ad un miliòne

cli

abitanti p ei cas

i

cli tifo perchè sar ebbero affatto

in

at- te ndibili. Per quanto la percentuale di mortalità per tifo

\·arii assai eia epidemia ad e pidemia. basta esa mina re

la

proporzione fra

il num

ero de i casi e q

uello

dei morti ,

pe

r com·incersi che le

den

un zie non rappresentano che

la metà

od

un

te

rzo

el ci numer o dei casi ,·erilicatisi.

an che supponendo che il tifo in pro1·in cia di nari abbia

un

a eccez

ionale

g

raYità.

\folte

1

·0Jte

a1

·,·enne

che gli ufficial i san

itari

rimasero

in du

bbio, cli fronte a certe e pide mie . ,;e si trattas:-;e cli

il

eo

tifo o di tifo

esante

mati

co

. Panni

p erciò

non inutile

riportare la cifra dei casi diagnosticati come tifo esa nte- matico.

Ann o 1896

»

»

»

»

»

»

»

I

9 / 1898

I '99

r 900 190!

1902 1903

cas i

T

7

»

»

)) )) )) ))

»

mor ti 6

»

»

))

»

)) )) ))

19

9

o o o _-elle tavole che seguono ho cli,·isi i Comuni in pa- recchi gruppi a seconda delle condizioni geologiche ciel terreno su cu i stan no e delle condiz ioni epidem iologiche che presentano in rapporto al tifo: cioè pro\'\'ista d'acq ua potabile, fognatura, sistemi di colti\·azione e laYatura delle ortaglie. H o riportato cli fianco ad ogni Comune la cifra dei casi di tifo wrificatisi in media ali 'anno fra il l

'

96 ed il l 90+ raffrontata a r 0000 \"i\·enti: la c i fra cli morta- lità e la cifra ciel risparmio

(eccedenza

delle nascite sulle

morti)

raffrontate a lOOO Yi\·enti.

Ciò in relaz ione al concetto già eia me ripetutamente espresso in altre relazioni, che la sola cifra di

rn

rtalità null a r app resen ta, ma de1 ·e sempre esse re calco lata

nei

rapporti colla natalità.

Secondo il mio modo cli Yedere una città od una re- g ione ha il diritto di proclamare l'eccellenza delle co

n-

dizioni igieniche in cu i ,.i ,·e la popolaziDne solo quando, mantenendosi eguale

o

diminuendo cli poco la percen

-

tuale di natalità, si ha una brusca, forte d iminuzione nella percentuale di mortalità

.

Si puiJ discutere se l'applica- zione dell

e

teorie maltusiane sia un indice cli progresso o cli regresso, ma esaminata la questione dal solo punto cli \·ista igienico. ogni migli0ram

ento

delle condizioni igie- niche in un gruppo cli pop )]azione si cleYe ripercuotere in tutti i sottogruppi cli cui è compusto perchè le dedu- zion i possano a\·er carattere di serietù. Ln grupp

di

popolazion

e

che abbia la m

or

talità infantile press'a poco uguale a quella che a\"e\·a dieci, Yenti anni fa, diminuen do il numero dei nati, diminuisce non in ragione diretta ma composta la percentuale cli mortalità, ma non può per ciò solo concludere per un migli

oramento nelle

sue condizioni igieniche

.

L a frequenza del tifo influisce senza dubbio sulla per- cen tuale di mortalità, ma non è il soh indice delle cause cli m rte derirnnti dalle catti,·e c,·rnclizioni igie niche del

le

acque potabili

e

dalle

catti

,·e condizioni igienich

e

del gruppo di popolazione. :\.!tre Ye ne sono come, per ese mpio

,

!"enterite. l'elmintiasi nei piccJli bambini,

enormemente

diffusa nel la terra cli Bari, cJme è enormemente di

ffusa

ne i bambin

i

la cong·iunti,·ite tracomatosa donHa alle

ne-

cessità cl

i

hl\"arli con acque inf

et

te od anche all'abitud

in

e

cl

i non ]a,·arli affatto per mancanza d'acqua

.

- ·elle zone malarich

e

po i il principale cuefficiente alla

mortalità

è dato dalla

malaria

indig ena ed in ta

luni

Co-

muni dalla ma

laria importata.

( {ò11tù111a).

(5)

260 RIVISTA DI INGEGNERIA SAl\ITARlA

CASE

PER LVIPIEGATI

COSTR Li

TTE DA

CO

\IPA

GN

IE A\IERICA~E.

Tipo della

«

,1/aryland Steel Co111pml)'

». - È

un ti

po

molto originale per disposizione in pianta. che ri

co

rda

2

~

j

I

I

3 ~

I

l f

j

2 .

~

s

pazio, 111

alc

uni

a

mbienti

si sono cos

trutte porte scor- re,·oli, rientranti nel muro.

Dall'atrio si accede direttamente a destra nell

a came

ra

d

i nu111

one,

mentre,

attrm·ersancl olo. si

riesce nella

cu-

cina, an1pia, con1unicante con uno stanzino, uti]e per

deposito sto,·igli e e

,.i,·ancle. L

a sta

nza da pranzo

co

muni

ca colla cuc

ina per eletto

sta

nzino ;

è

cl"angolo ed è pron·ista

d

i

quattro

fin

es

tre.

n an1pio ca1nino, oltre che riscaldare

e

facilitare la Yentil

az

ione,

sen

·e anche di

bell 'o

rnamento.

li

piano s

uperiore possiede tre

ca

mere.

di cui

una

grandi ssima;

in

ogni ambi

ente

sono camerini

per deposito degli

effetti

di ,·estiari

o. U

n breve corridoio, ari

eggiato

dalla gabbi

a

della scala, mette in

co

muni- cazione con

og

ni

stanza

il

camerino

da bagno, prO\·visto cli laYabo.

Piante ciel piano terreno e ciel primo piano cli una casetta costruita dalla « \larylancl Steel Company ».

Cna scala secondaria, in fondo

al co

rri- doio.

co

ndu

ce al sottotetto che,

per la

fo

rma

spec

iale della monta delle yari

e

falde,

è spazioso ed usufrui bil

e ancora per

1. Cucina: 2. Scala cli comunicazione al primo piano; 3. Stanza da pranzo:

4. Stanza cli riunione: 5, Veranda: 6. Latrina.

le

casette per operai

cli ì\li.ilhausen. benchè molto mi- gliorato in

og

ni sua parte.

Il piano terreno si

co

mpone cli una ,·erancla e cli tre

s

tanze, cioè: stanza eia pranzo, con la

sca

la d'accesso al

p

iano superiore, disposta in uno clegìi

a

ngoli;

cucin

a collocata posteriormente e pron·ista cli

sca

letta condu

cen

te al

giard

ino: infine una

ca

mera cli riunione, comunicante con

q

uella eia

pranzo

. Ogni locale possiede due

ampie ape

rture e camini.

Il piano superiore è sempli

ce

mente comp

osto

cli du

e stanze,

periJ molto spaziose; ha un

buon disi

mpegno sul pianerottolo della scala.

C

n

camerino

per deposito vestiari

o

e bian- cheria

è

ri

ca,

·ato molto Yantaggiosamente

sopra

la scala.

Certa

mente questo tipo è fr

a più

econo-

2

8

cl ue stanze.

Il prospettino

geometri co si

presenta con lin

ea

molto ,·ari

ata:

l'effett

o è

ri

ca

\·ato

specialmente per

la

for

ma e la Yaria pendenza delle falde ciel tetto che, part

e

pre-

se

ntandosi di prospetto, parte cli scorcio, formano un

3

6

mici; mancano, è Yero, in

esso

il

bagno e

i

camen

m ,·ar11 per toilette

o

per ripostiglio, ma il tipo di costruzi

one

tutta,·ia

è o

ttim

o.

SO\Tatutto

per la forma della pianta che

per-

mette abbondante

aereaz

ione e soleggiamento cli tutte le pareti che compongono

g

li

a

m- bienti.

Piante del piano terreno e del primo piano di una casetta costruita dalla « i\iagara De,·elopment Company ».

1, Passaggio dispensa; 2. Cucina; 3, Stanza eia pranzo; 4, Scala sen·izio e cantina; 5, \lontacarichi; 6, Stanza riunione; 7, Passaggio; 8. Veranch.

i ipo della « JViagara JJc1>elop111ent Co111-

pa1t)'

». -

Alquanto più ricco per numero d'am

bienti

e

fo

rnito cli maggiori

co

modità è questo tipo cli

abitazione

: un'ampia Yerancla

sopraele,

·ata a elci uce a un

amb

iente che ha il doppi

o

ufficio cli

stanza di

passaggio

e

cli stanza per la gabbia dell

a sca

la.

È

note,·ole in questo ti

po che,

per eYitare perdite

d

i

lll

S

ieme di linee fuggenti date clall' incontro dei Yarn

piani. che certa

mente rendono simpatico l'insieme.

Tipo della « J\'elson .1/amifacturiug Co111panJ' >>. -

È

più

amp

io cli

s

uperficie

dei

precedenti

,

ma composto di un

solo pia

no: una

grandissima Y erand a condu ce a

un

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

piccolo corridoio, elisi mpegno

a

ll

a sta

nza da pranzo e

ad

una eia letto; quest'ultim

a

ha cin

q

ue finestre, cli

cui

una assai

ampi a.

ri

ca

\·ata

sopra

un

a\·a

ncorpo. quasi

a

costituire una ,·erancla staccata dall'ambiente.

All

a

parte posteriore tro,

·iamo

un 'altra

g

rande camera eia letto, con tre

aperture;

poi la cucina: tra questi due ambienti

è

un'altra Y

era

ncla, che ha

anc

he per

scopo cl

i isolare la cucina dal rimanente dell

a

casa.

Prospetto geometrico ciel tipo cli una casetta costruita dalla« Niagara De,·elopment Company ».

La

stanza

eia pranzo ha ann

esso

un camerino per deposito cl i Yi Y

ancl e.

Questo tipo cli costruzione, estremamente economico

e con ca

rattere cli prov,·isorietà, non ha

sotterra

neo:

Pianta di una casetta

costruita dalla « Nelson Manufacturing Company ».

1. Cucina e camerino per deposito sto,·iglie; 2, \"erancla:

3 e 5. Camere eia letto ; 4. Stanza da pranzo.

per rendere tutta,·ia

salu bre

la

casa,

il piano terreno è sopraeleYato, ed il

pa

,·imento

è appoggiato su

travi

sostenute

eia puntoni, che isolano l'ambiente dal terreno e quindi eia possibili infiltrazioni d'umidit

à.

Prospetti,·a di una casetta

costruita dalla « 1'\elson Manl!faCtllring Co111pany ».

Og·ni

casetta ha un pi ccolo

pezzo cli t

er

reno, chiuso

eia

recinto;

e attorno

,-i

è

un marciapiede che

si

pro- lun

ga

poi

all

'ingresso dal

g

iardin

ett o.

Tutto l'insieme della costruzione, pure

soddisfacend o

alle esigenze della massima economia, ha un

aspe

tto cli proprietà elegante e una linea generale

p

iace,·ole

a

ll

a

,·ista. CLEH.

ç?OESTIOfH

TECNICO-Sf\N !Tf\RIE DEL GIORNO

IL CO~TROLLO DE

G

LI

APPA

REC

C

HI PER LA DISI

NF

EZIONE A

VAPORE.

Da molto tem

po

i tecnici

s

i

sono

preoccupati cli indi- care dei

buoni ed esatti metodi pel co

ntrollo ci

el fun

- zionamento

degli

apparecchi

a

,·apore. Questi

s

i

sono per

tal modo molti

plicati cli

numero e modificati

cli form a, che

il

son-egli arne

la

costruzione, e

lo studiarne il

co

mp

orta

mento

cli

fronte

alle

esigenze igieni

che, d

i-

venta

una necessità.

A poco

a poco

i semplici

con

trolli term

ometrici o

manometrici

(le

uniche spie negli

apparecchi cl

i dat

a poco

recente), si

compli cavano

con apparecchi autore- gistratori

co

mpl

essi : e varie

memorie YeniYano

compi -

late intorno alla tecni

ca

cli questo

con

trollo

.

Borman

s,

ad es., (per

cit

are

soltanto uno

degli ultimi autori ita- liani

che si sono occup ati dell

'argomento) ha riassunto nella Rivista di Igiene molti dei mezzi seguiti per un

buon controllo delle stuf

e a ,·apore.

Ora nell'ultimo numero della Leitsc/1rift

fiir

.Hj1giene,

all 'argom

ento è dedicato uno studio molto lungo

e com-

pleto, che ri

assu

me veramente lo

sta

to

attuale della

que-

s

tione. E siccome essa interessa molti dei nostri lettori,

credia

mo doveroso presentar

qui i

punti più importanti

(6)

Rl\.ISTA DI IXGEG:'\ERL-\. S.~~JTARIA

della interessantè memoria ciel clolt. Heymann, assistente a Bres!a,·ia nel laboratorio di Flugge. che della cli~i

fezione in genere. ed anche di quella a ,-apore. si è molto occupato.

Per studiare i metodi di controllo delle stufe a Ya- pore bisogna prima conoscerne gli errori.

na prima serie cli errori dipendono dalla costru·

zione e cli,·er,.;itìcano negli apparecchi a ,·apore con poca tensione (un decimo, due decimi cli atm.) e negli ap- parecchi con forte pressione

( 1,

2, 3 atmosfere). Gli apparecchi a bassa tensione sono poco diffusi eia noi.

sebbene economici: per contro sono frequenti 111 Ger- mania. Quelli ad alta tensione sono im·ece comuni:

sono più cari, ma certamente più sicuri nella loro azione.

Gli errori che si riscontrano più cli frequente nella co:·truzione di tutti questi apparecchi sono:

r" Insuftìcienza dello s,·iluppo di ,·apori. ::\on cli rado si ha un giusto rapporto tra lo s,·iluppo cli rnpore e il ,·olume che il Yapore cle,·e riempire. Secondo Esmarch si debbono aYere mq. 2-5 cli supertìcie riscal- data per una capacità cli mc. 2. e nei grandi apparecchi per 5 mc. occorrono 8 mq. di supertìcie.

Se gli apparecchi sono a ,·apore fluente occorrono 3-5 mq. per r mc., e pe1 grandi modelli 5-8 mq. per 3-5 mc.

Ora se questi rapporti non sono mantenuti, l"azione può cli,·enrare irrisoria e in ogni ca:oo cleYe aumentare il tempo cli sterilizzazione. Inoltre c'è sempre il pericolo che una parte cli aria non ,·enµ:a scacciata e rimanga ne!J"apparecchio, fungendo eia materiale coibente. e ren- dendo mal sicura la disinfezione. La Yerifica per questo possibile errore si fa determinando il ,·olume della stufa e la superficie riscaldata: e nello stesso modo mi:mrando il tempo necessario per riempire la stufa con vapore saturo. e il tempo di compenetrazione ciel Yapore.

Il tempo cli riempimento è determin:ito coll'orologio e col termometro: a 760 m. cli pressione. il yapore cle,·e segnare 100" se realmente è ~aturo. Se il Yapore non è saturo si 1·eclrà che non corrispondono i dati manometrici a quelli term metrici. e potrà capitare che mentre con Yapor saturo a un decimo di atmosfera il termometro segna ro2,7, im·ece se c'è un po' d'aria il manometro segnerà un decimo cli atm .. ma il termo- metro indicherà 102 a ro2,+ ::\e cleri,·a che J'us e del termometro e ciel manometro annessi agli apparecchi, permette senz'altro di controllare questo possibile errore cl i costruzione.

Per quanto riguarda la misura ciel potere cli compe- netrazione ciel ,-apore diremo pit'.1 innanzi.

2" Il deflusso forte del Yapore a cagione dei tubi troppo stretti. Quando si ,·erifica che il tubo cli deflusso è stretto si ha 11n energico scorrimento ciel ,·apore. ma nel lo stesso tempo si ostacola

r

uscita cl ell"aria. :-\ nche in questo c:1so la contemporanea lettura ciel m:rnomctro e d('] termomctrn. permetteri1 S(·m pre cl i n·nclcrsi r;l- g1on del!' inconYeniente.

3" Sonariscaldamento ciel ,·apore. Questo inconYe- niente si può ,·erificare soltanto in taluni apparecchi con speciale disposizione. per cui il Yapore arriYa di bel nuo1·0 sui corpi riscaldanti con diretto contatto. :\!!ora il calore si soHiscalda, o come dicono i tecnici. si asciuga ed allora la sua azione è presso a poco uguale a quel la cieli" aria riscaldata.

Tutti questi errori cli costruzione sono del resto facil- mente eYitabili, ed il tecnico esperto li riconosce cli primo acchito.

A que:;ti inco111·enienti ,·anno aggiunti quelli dipen- denti dal funzionamento. ~econclo H eymann le cause che rendono talora insufficiente la disinfezione al ,·a- pore, sono specialmente queste:

I" Insuflìciente mantenimento del fuoco nel gene-

ratore dopo finita !"accensione. Capita cli frequente che il macchinista an·iato il focolare e ottenuto 100° al termometro. non si preoccupi pili oltre del genera- tore. Ed ecco che ne deri,·a subito un rallentamento nella produzione cli ,·apore. Si noti che talora il ter- mometro segna r oo", ma siccome il ,·a po re è debol- mente fluente non compenetra gli oggetti. e questi non raggiungono i 100°. Alcune lXo,·e cli 1-Ieymann dimo- strano che il fatto è più che possibile e che anche dopo oltre un'ora durante la quale il termometro clell· appa- recchio segna,·a 100", in realtà negli oggetti posti nella stufa. non si a,·e,·a ancora 98" !

2'' Cna seconda causa cli errore è il frequente strin- gimento cieli "apertura cli deflusso: si raggiunge bensì più rapidamente un· alta temperatura, ma la garanzia cli allontanare l'aria è negati1·a.

3" L'ulteriore riscaldamento ciel 1·apore su corpi riscaldanti, dopo che il rnpore è stato direttamente prodotto.

L'inco11'"eniente 111 genere dipende per Yero da errori costruttiYi come già si è eletto: e solo di rado è attribuibile all'inesperienza di chi maneggia le stufe. Co- munque in tal caso il ,·apore . i asciuga e agisce con assai minor efficacia sui germi che clonebbe uccidere.

+"

li caricamento delle stufe con oggetti troppo

grossi e compatti. ::\e! caso di stufe a ,·apore fluente, questo pericolo è assai gra,·e: se gli oggetti posti nel- l'apparecchio sono compressi, molto grossi, il ,·apore non li compenetra neppure in capo a molte ore e la cl isi nfezione è irrisoria. ::\ella stufa a yapore in pressione è meno grm·e il pericolo: però è facile che la tempe- ratura raggiunta nell" interno dei pacchi compressi sia assai minore cli quella segnata dal termometro dell'ap- parecchio. Sonatutto pericolosi sotto tale rapporto sono i materassi, i quali oppongono una barriera note,·olc alla penetrazione ciel ,·apore.

Si comprende da quanto si è eletto che se la lettur:1 contemporanea ciel termometro e ciel manometro per- mette di rile1·are gli altri errori cli struttura o cli r11n- zionamento. occorrnno im·ece metodi speciali per con- trullo del potere di penetrazione del Yapore, potere che

Rl\"lSTA Dl I~GEGNERIA SA:'\ITARIA

ha tanta importanza nel determinare il buono o catti,·o funzionamento di una stufa a disinfezione.

I metodi proposti per questa 1·erilìca sono numerosi.

e noi accenneremo appena appena quelli che per e sere cli carattere batteriologicv schietto. meno interessano il tecnico, o quelli che sono caduti in disuso. Per contro ci sofformeremo alquanto su quei metodi che meritano cli escere conosciuti cd introdotti nella tecnica corrente.

I metodi che si us~11"ano una ,·olta più comunemente erano:

i" I termometri a massima. posti nei materassi e

neo·Ji 0,rn·etti com1)atti. E-;si clànno una indicazione asso-

::-i ::-i.-.,

Iuta, ma cli mediocre ,·alore. Infatti non dicono per qual tempo ed in qual momento il yapore con una deter- minata temperatura ha raggiunto il termometro in mezzo al pacco. ed ha manifestato la sua azione: e ne cleriYa che dalla indicazione termometrica. non si puèJ senza altro cleclurre un giudizio sulla bontà di funzionamento della stufa.

2" Le stri,;cioline iodate alla \likulicz. che si scolo-

rano col Yapore a 107" sarebbero migliori: ma la loro

e,.;attezza cli indicazione è as,;ai cli,.;cutibile.

3 " Buono sarebbe !"orologio controllore cli \Iatthias che clà il momento nel quale si è raggiunto una deter- minata temperatura in un certo punto, ma sgraziata- mente se !"apparecchio è buono ed esatto, e:-so n n è poi nè poco nè tanto economico.

+" Discreto per esattezza e suftìcicntemente econo- mico è il metodo Sticker. o apparecchio al fenantrene Consta di un tubo di 1·etro chiuso alla lampada e con- tenente un po' cli fenantrene, il quale fonde a 98" dopo

ro minuti. Peri> anche esso non è assolL~tamcnte esatto, ed ha l'incoll\·eniente cli c101·er essere rinnon1to ogni ,·olta. 5" Ddle spore di carbonchio e di altre spore resi- stenti, usate di frequente allo copo di controllare ra- zione del Yapore. non ci occuperemo. Certo esse costi- tui,cono un buon mezzo cli controllo. quando sono usate eia persona pratica, colle clon1te norme.

:-\nalogamente possono setTire le nirie leghe fusi- bili delle quali per yero Heymann non parla: e che hanno un certo numero cli incon1·enienti.

6" Bene sen·ono oggidì nella pratica del controllo della stufa. i termometri a contatto. Se ne sono costrutti di tipo di,·erso, e di molti si intrattiene Heym:inn: noi c1 limiteremo a clescri,·ere il termometro a contatto a mercurio cli Lautenschlager che è forse il

(\·ed i ligu ra).

. "i tratta cli un termometro così costruito: nel tubo capillare ~ono rinchiusi lateralmente due fili di platino. uno inferiore a. uno superiore b. mentre in e è posta una piccola re.;istenza cli Yetro. formata eia un pezzetto di ,·etro. Que . .;to pezzo di Yelro permette alla colonna di mercurio cli risalire. ma rompe la colonna quando que . .;ta, diminuita la temperatura, tenta portarsi in basso . .I reo- fori sono allacciati a u;1 circuito con una soneria. Quindi la colonna cli mercurio è di1·isa in due tratti: uno che

normalmente arrin1 tìno a 100". l'altro inferiore che da e 1·a al bulbo. Quest" ultima parte è mobile. mentre la superiore si arresta sempre in c.

Per far funzionare il termometro s1 riuniscono le co- lonne cli mercurio con scosse dall'alto in basso. Indi si scalcia il termometro 111 moclo che !"apice della colonna

Ò.

arn1·1 alla temperatura alla quale si cle,.;idera entri 1n ffiuo::o l"allarme. Poi si raf-

""

fredda il termometro. La co-

!unna superiore si arresta in e e non scende: il tratto infe- riore im·ece scende. si rac- coglie sotto b e interrompe il circolo tra a e b. li ter- mometro è così pronto: lo si collega coi segnali e lo si pone nella stufa. nel punto che si

crede com·enicnte. Ogni qual-

YO ta si riscalda il segnale, suonerà quando la colonna inferi.ore s'innalzerà in c. ossia quando si raggiunga il grado fissato dapprima nella pro,·a cli riscaldamento ciel termo- metro.

In 1·erità J'alìarme s1 ha non appena il mercurio arri,·a in b, e

,.- è

un errore costante corrispondente al tratto b. c.

È

facile stabilire il ,·alore del- l'errore (+") e calcolare nella proYa pre!iminare sempre+ gradi in più del Yaloc·e reale desiderato.

Con questo appa ·ecc iio è possibile Yeritìcare in og111 punto non solo la temperatura raggiunta. ma osservare per quanto tempo si mantiene questa temperatura.

L"apparecchio. se controllato, funziona bene e rende buoni seffizi. I::sso sostituisce quindi i termografi, assai buoni. ma costosi e delicati, e permette senz'altro. durante la pro,·a. il controllo.

/'' Per ultimo possono sen·ire allo ste:;so scopo delle

• pile termoelettriche. e in realtit sono posti in commercio buoni apparecchi di tal genere, destinati a questo scopo.

\fa Io strumea o pili pratico appare il termometro a contatto di Lautenschlager.

Ci<"l che secondo 1-Ie,·mann importa. è che il controllo sia ripetuto con qualche frequenza. anche per son·egliare il modo cli operare degli operai addetti alle stufe.

Certo se tutte queste nonne sono tenute presenti e insen·nate agli operai. e . e il controllo è esatto e se,·ero, si

a~ ~·a nno ~O:itan tem ente

le migliori garanzie intorno al runzion::imclllo clelle stufe a ,·apore.

LEO.

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