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L occupazione nell area milanese

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Academic year: 2022

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(1)

“Studi e Analisi”presenta elaborazioni e indagini prodotte

dal Centro Studi nei suoi ambiti d’interesse

Centro Studi

Giuseppe Panzeri Responsabile

Maria Grazia De Maglie Macroeconomia e terziario Andrea Fioni

Area sociale e mercato del lavoro

Edoardo Della Torre Mercato del lavoro Valeria Negri

Macroeconomia e industria

http://www.assolombarda.it mailto:stud@assolombarda.it Tel. segreteria: 02.58370.328

L’occupazione nell’area milanese - 2005

a cura di Andrea Fioni e Edoardo Della Torre

In questa analisi verranno presi in esame i risultati emersi dall’indagine Annuale sul Lavoro1 circa la struttura della forza lavoro e le forme di flessibilità della manodopera sulla base delle informazioni raccolte grazie alla collaborazione di 334 aziende associate ad Assolombarda. La dimensione in termini di addetti delle aziende che hanno collaborato è quantificabile in poco meno di 40.000 a livello nazionale, e in 33.000 quelli alle dipendenze in unità locali ubicate nell’area milanese, territorio di competenza di Assolombarda: questi ultimi sono quelli cui si riferisce l’indagine.

L’anno considerato è il 2005.

L’elaborazione dell’insieme delle informazioni raccolte ha prodotto risultati sulle caratteristiche del mercato del lavoro che possono essere riferiti al sistema economico milanese nel suo complesso2. Tra le aziende che hanno collaborato, il buon numero (307) di quelle che applicano contratti di natura manifatturiera ha consentito di produrre un’analisi disaggregata riferita in modo più specifico al settore industriale.

Lo studio descrive le principali caratteristiche della forza lavoro: il peso delle diverse qualifiche, l’incidenza del personale femminile, la diffusione di forme di flessibilità quali i contratti a termine e a tempo parziale, il ricorso all’interinale ed ai lavoratori extracomunitari.

1 informazioni metodologiche sull’indagine sono riportate nel cap. 3 a pag. 31

2 ci si riferisce, ovviamente, a quella parte di “sistema economico” che è rappresentato in Assolombarda, ad esclusione quindi - tra l’altro - di importanti

(2)

Indice dei contenuti

1 L’occupazione nell’Industria Manifatturiera... 3

1.1 Struttura del personale per qualifica... 3

1.2 La femminilizzazione ... 3

1.3 La struttura per tipologia di contratto ... 4

1.3.1 Contratto di lavoro a tempo indeterminato ...4

1.3. 2 Gli strumenti di flessibilità del lavoro: situazione e tendenze ...4

1.3.2.1 Contratto di inserimento ...4

1.3.2.2 Contratto di lavoro part -time ...5

1.3.2.3 Contratto a tempo determinato...5

1.3.2.4 Apprendisti ...6

1.3.2.5 Lavoratori in somministrazione a tempo determinato ...6

1.3.2.6 Collaboratori...6

1.3.2.7 Stagisti e tirocinanti ...6

1.4 Gli effetti della Legge Biagi e l’analisi dei flussi occupazionali in entrata e in uscita: rimando... 6

1.5 Lavoratori extracomunitari ... 7

1.6 Tabelle e grafici Industria Manifatturiera ... 8

1.6.1 Tabelle ...8

1.6.2 Grafici ...10

2 L’occupazione nell’economia dell’area milanese ... 19

2.1 Struttura del personale per qualifica... 19

2.2 La femminilizzazione ... 19

2.3 La struttura per tipologia di contratto ... 19

2.3.1 Contratto di lavoro a tempo indeterminato ...19

2.3.2 Gli strumenti di flessibilità del lavoro...20

2.3.2.1 Contratto di inserimento ...20

2.3.2.2 Contratto part-time ...20

2.3.2.3 Contratto a tempo determinato...20

2.3.2.4 Contratto di apprendistato ...20

2.3.2.5 Lavoratori interinali ...20

2.3.2.6 Collaboratori...21

2.3.2.7 Stagisti e tirocinanti ...21

2.4 I lavoratori extracomunitari ... 21

2.5 Tabelle e grafici Intera Economia... 22

2.5.1 Tabelle ...22

2.5.2 Grafici ...22

3 Appendice metodologica e informazioni sull’indagine ... 31

3.1 Il periodo, lo strumento e il campo di indagine ... 31

3.2 La classificazione delle aziende per settore e dimensione ... 31

3.3 La ponderazione dei dati ... 32

(3)

1 L’occupazione nell’Industria Manifatturiera

In questa sezione il rapporto prende in considerazione le caratteristiche dell’occupazione nell’industria manifatturiera milanese, approfondendo quelle dei principali comparti identificati dal CCNL applicato (più un settore residuale denominato “Altri CCNL”) e distinguendo quattro classi di dimensione aziendale: “fino a 15 addetti”, “16-49 addetti”, “50-249 addetti” e “250 addetti e oltre”.

Le informazioni sono state fornite da 307 aziende, con circa 36mila dipendenti complessivi: le informazioni raccolte si riferiscono ai 32mila lavoratori che svolgono la loro attività nell’Area Milanese (le province di Milano e Lodi).

1.1 Struttura del personale per qualifica

Nel 2005 la struttura del personale per qualifica ha evidenziato nell’ultimo anno un incremento di quasi tre punti percentuali del calo del tasso di terziarizzazione implicita3, passato dal 57% al 59,8%. Guardando le singole qualifiche si capisce che tale calo è dovuto all’aumento della quota di impiegati (+2,5%) e alla diminuzione dell’incidenza degli operai (-3,1%), mentre rimane invariata l’incidenza dei quadri (9,3 %). Le quote di dirigenti e intermedi4 registrano invece un +0,3%. Dopo l’incremento registrato nel 2004, l’incidenza dei “colletti blu” torna così a registrare un valor pari al 40,2%.

Disaggregando per settori di attività si nota che il comparto chimico-farmaceutico si conferma il comparto con il tasso di terziarizzazione più alto di tutto il manifatturiero (72,3%), seguito nell’ordine dal metalmeccanico, dal comparto residuale altri CCNL e dall’alimentare. La maggiore incidenza dei colletti blu rispetto al totale occupati si riscontra anche per quest’anno nel comparto gomma-materie plastiche.

Il Graf. 1 a pag. 10 illustra le differenze strutturali per qualifica intervenute tra il 2004 ed il 2005 sulla base dei risultati dell’indagine annuale sul lavoro; la tab. 1 a pag. 8 riassume i risultati relativi al 2005 disaggregati per settore e dimensione.

Va considerato che il tasso di terziarizzazione rilevato dalla presente indagine è in parte condizionato dalla metodologia di classificazione settoriale adottata (cfr. pag. 31), basata sul CCNL applicato anziché sull’attività svolta: una parte (circa il 25%) delle imprese oggetto di osservazione, pur applicando un CCNL di natura manifatturiera, risulta fornire principalmente servizi ed è priva (o quasi) di reparti produttivi nei quali si concentra il personale operaio.

1.2 La femminilizzazione

Il tasso di femminilizzazione5 è mediamente pari al 33,5%, sostanzialmente stabile ormai da due anni (era il 33,2% nel 2004 e il 33,4% nel 2003). Tuttavia il dato è importante perché rappresenta un‘inversione del leggero trend negativo registrato negli ultimi anni (era il 34,4% nel 2002), anche se il fenomeno dello

“slittamento” di una parte delle lavoratrici dal settore industriale a quello dei servizi difficilmente sarà arginabile, essendo il terziario il settore dove le donne possono più facilmente trovare le condizioni di flessibilità necessarie a soddisfare le proprie esigenze di conciliare lavoro e famiglia.

Aldilà delle tendenze generali, però, e a conferma di quanto sostenuto lo scorso anno, è importante notare che la leggera ripresa dell’occupazione femminile complessiva nel 2005 è il risultato di un incremento nelle qualifiche professionali più elevate (+0,7% tra i dirigenti e +1,4% tra i quadri rispetto al 2004) e di una riduzione della loro presenza tra gli operai (-3,2% tra normalisti e -0,6% tra i turnisti) e soprattutto tra gli intermedi (-5,9%).

Seppur in leggero calo rispetto all’anno precedente, il tessile si conferma anche quest’anno come il comparto in cui è più alta l’incidenza femminile (54,6%), e il metalmeccanico, in lieve aumento, quello dove è più bassa (26,6%). A livello dimensionale sono ancora le imprese di dimensioni più piccole ad essere caratterizzate dalla maggior presenza di personale femminile (36,4%).

3 dato dal rapporto tra il numero di quadri e impiegati e il totale dei dipendenti (esclusi i dirigenti).

4 stante la diversa terminologia utilizzata dai vari contratti, la denominazione intermedio è equivalente a quella di equiparati e Q.S.

(4)

Le informazioni disaggregate sul tasso di femminilizzazione per settore e classe dimensionale sono riportate nella tab. 2 a pag. 8.

1.3 La struttura per tipologia di contratto 1.3.1 Contratto di lavoro a tempo indeterminato

Aumenta ancora nel 2005 il peso dei lavoratori alle dipendenze a orario pieno e con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, attestatasi al 92,9% (era il 92,6% nel 2004 e il 92,1% nel 2003). L’aumento complessivo riflette trend opposti per gli uomini e per le donne: per i primi la percentuale di occupati con contratto a tempo pieno e indeterminato è cresciuta rispetto allo scorso anno di quesi un punto percentuale, attestandosi al 97,4%, mentre per le donne tale quota è diminuita dello 0,8%, attestandosi all’83,9%.

Per i “colletti blu” la quota di lavoratori con contratto a tempo pieno e indeterminato è cresciuta di quasi due punti percentuali nell’ultimo anno (dal 93,2 al 95%), registrando così un amento di quasi quattro punti percentuali negli ultimi due anni. Tra i colletti bianchi si registra invece un ulteriore calo dello 0,9%, confermando così il trend negativo dello scorso anno; la quota complessiva per impiegati e quadri che lavorano con contratto a tempo pieno e indeterminato passa così dal 92% del 2003 al 90,5% nel 2005; sul calo complessivo influisce senz’altro l’andamento negativo registrato nell’ultimo anno dalla componente femminile, la quale ha visto al contempo aumentare il proprio peso all’interno della categoria.

A livello settoriale è il comparto “gomma e materie plastiche” a registrare la più alta quota di contratti a tempo pieno e indeterminato (94,5%), seguito dal “metalmeccanico” (93,8%); la quota più bassa si registra invece nel comparto residuali “altri CCNL” (91,5%).

Il Graf. 2 a pag. 10, in cui i settori sono stati riordinati in funzione decrescente del valore rilevato, evidenzia le differenze settoriali e dimensionali.

Le differenze rilevate per qualifica e sesso tra il 2004 ed il 2005 sono illustrate dal Graf. 3 a pag. 11.

1.3.2 Gli strumenti di flessibilità del lavoro: situazione e tendenze

Passiamo ora a considerare l’utilizzo da parte delle imprese dell’area milanese dei diversi strumenti a disposizione delle imprese per soddisfare le proprie esigenze di flessibilità e adattabilità agli andamenti del mercato.

Il confronto, secondo una metodologia consolidata del Centro Studi, può essere effettuato da almeno due punti di vista:

• tasso di diffusione, misurato dalla percentuale di aziende interessate sul totale di quelle che hanno collaborato;

• grado di intensità, calcolato come incidenza del numero di lavoratori interessati rispetto al totale alle dipendenze.

Nei sotto-paragrafi seguenti l’analisi si sofferma su ciascuna forma di flessibilità e tipologia di lavoratori.

La fotografia della situazione e le tendenze rispetto al recente passato sono illustrati nel Graf. 4 a pag. 11 (che si riferisce ai tassi di diffusione) e nel Graf. 5 a pag. 12 (che invece è relativo al grado di intensità dei fenomeni considerati). Per alcune forme contrattuali (contratto di inserimento, part-time e contratto a termine) sono disponibili informazioni più disaggregate, riportate nella tab. 3 (che evidenzia le differenze per qualifica6) e nelle tab. 4 e tab. 5 a pag. 9 (che permettono di cogliere le differenze per sesso).

1.3.2.1 Contratto di inserimento

Secondo quanto emerge dalla presente indagine, il contratto di inserimento registra nel 2005 un ulteriore calo rispetto a quanto già avvenuto lo scorso anno (quando aveva inciso il passaggio dal contratto di formazione e lavoro al contro di inserimento previsto dalla legge 300 del 2003); come già ricordato nella precedente indagine, tuttavia, l’utilizzo del contratto di inserimento non è direttamente confrontabile con l’utilizzo del contratto di formazione e lavoro (il contratto di inserimento infatti non ha finalità formative e non gode di sgravi contributivi) e il confronto quindi va limitato al 2004 e al 2005, senza considerare gli anni precedenti. Così facendo si registra comunque un calo riguardante tanto la diffusione tra le aziende quanto l’incidenza sul totale dei dipendenti; la percentuale di aziende che vi ha fatto ricorso è passata dal 19,2% del 2004 al 14,2% nel 2005 (-5%) e il peso dei lavoratori interessati è diminuito dallo 0,6% allo 0,4%.

6 per non appesantire l’esposizione sono state aggregate le categorie di lavoratori più omogenee: quadri con impiegati e operai con equiparati.

(5)

L’andamento negativo di questo contratto può essere imputato all’estinzione di contratti di formazione lavoro residui ancora attivi nel 2004 e rilevati dalla scorsa edizione dell’indagine.

I contratti di inserimento sono stati, anche nel 2005, più diffusi tra impiegati e quadri rispetto a quanto lo siano stati tra operai e intermedi (l'incidenza è rispettivamente dello 0,5% e dello 0,2%); disaggregando per sesso, invece, si ottiene un’incidenza identica tra gli uomini e tra le donne (0,4%, in entrambi i casi inferiore rispetto allo scorso anno).

L’incidenza del ricorso ai contratti di inserimento è superiore alla media nelle imprese di medie e grandi dimensioni (“50-249 addetti” e “250 addetti e oltre”) e nelle aziende del comparto “alimentare” (0,65%).

Il Graf. 6 a pag. 12 illustra il diverso grado di intensità del ricorso ai contratti di inserimento e di formazione e lavoro rilevato a livello disaggregato per settore e dimensione.

1.3.2.2 Contratto di lavoro part-time

La diffusione del lavoro part-time nelle aziende dell’area milanese è passata dal 57,1% del 2004 al 62,9%, con significativo aumento di 5,8 punti percentuali; ciononostante la variazione tra il 2004 e il 2005 dell’incidenza dei lavoratori a tempo parziale sul totale degli occupati non ha registrato un aumento proporzionale all’incremento della diffusione, passando dal 4,3 al 4,9%.

Va detto che i dati relativi al part-time rilevati quest’anno tengono conto - per un cambiamento delle modalità di rilevazione - di tutti i contratti a tempo parziale, a termine e a tempo indeterminato. L’andamento fortemente positivo registrato per il 2005 è dunque almeno in parte imputabile all’aver considerato tra i contratti part-time una quota di contratti a tempo determinato che negli anni passati erano classificati tra i contratti a termine7; per gli stessi motivi, dal lato opposto, i dati relativi a i contratti a termine nel 2005 sono in parte sottostimati.

In ogni caso, l’aumento del personale impiegato a tempo ridotto può essere interpretato come un effetto della riforma, o, meglio, come indicatore del buon funzionamento delle clausole di elasticità introdotte (che consentono una maggiore flessibilità nell’applicazione di questa forma contrattuale).

L’incidenza dei lavoratori part-time è maggiore tra i colletti bianchi (nel cui ambito rappresentano il 7,3 %, in aumento rispetto al 2004) rispetto ai colletti blu (2,4%, in diminuzione rispetto al 2004).

Il peso del personale impiegato con contratto part-time tra le donne (13,6%) è in aumento e, come prevedibile, molto maggiore rispetto a quanto rilevato per l’occupazione maschile (0,8%, stabile rispetto allo scorso anno).

Il ricorso al contratto di lavoro a tempo parziale è più elevato nelle aziende con meno di 15 addetti (7,3%), ed è invece più basso nelle imprese di medie dimensioni (2,9%); a livello settoriale, invece, l’incidenza dei lavoratori part-time raggiunge il valore più elevato nel comparto residuale “altri CCNL” (5,8%) e nel comparto “tessile-abbigliamento” (5,7%).

Il Graf. 7 a pag. 13 illustra il diverso grado di intensità del ricorso lavoratori part time rilevato a livello disaggregato per settore e dimensione.

1.3.2.3 Contratto a tempo determinato

L'assunzione con contratto a termine ha riguardato mediamente una percentuale di lavoratori sul totale intorno al 1,7%; il dato è in calo rispetto allo scorso anno, ma come abbiamo detto (cfr. par. 1.3.2.2) c’è un rischio di sottostima del fenomeno dovuto alle novità metodologiche introdotte nell’indagine di quest’anno.

Il 38,0% delle aziende ha avuto - nel periodo più recente - almeno un dipendente assunto a termine: un tasso di diffusione sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno e in costante crescita rispetto agli anni precedenti (35,9% nel 2002).

Il contratto a termine riguarda i colletti blu (2,3%) più dei colletti bianchi (1,7%) ed il personale femminile (2,1%) più di quello maschile (1,4%).

Particolarmente interessate sono le imprese del comparto “alimentare”, dove l’incidenza (3,4%) è esattamente il doppio della media generale, e quelle di piccolissime dimensioni, che registrano un’incidenza pari al 2,3%.

Il Graf. 8 a pag. 13 illustra la diversa presenza percentuale di lavoratori con contratto a termine a livello disaggregato per settore e dimensione.

(6)

1.3.2.4 Apprendisti

La presenza di apprendisti è stata rilevata dall’indagine nel 13,1% delle aziende che hanno collaborato, un tasso di diffusione in lieve calo rispetto al 14% registrato lo scorso anno. In leggero aumento (0,4%) è invece il grado di intensità del fenomeno, misurato dalla percentuale di apprendisti sul totale degli occupati; ciò significa che meno aziende ricorrono a questa tipologia contrattuale, ma quelle che lo adoperano lo fanno in misura più consistente rispetto allo scorso anno.

L’utilizzo di apprendisti si concentra soprattutto nelle aziende di piccole dimensioni(quelle con “16-49 addetti”), tra il 16,5% ne impiega almeno uno.

Il fenomeno dell’apprendistato è però più intenso nelle imprese che occupano “fino a 15 dipendenti”, nelle quali l’incidenza degli apprendisti rispe tto al totale degli operai raggiunge valori dell’1,4%.

1.3.2.5 Lavoratori in somministrazione a tempo determinato

Il 2005 segna un rallentamento di questa tipologia contrattuale tra le aziende dell’area milanese; dopo la ripresa della fase espansiva dello scorso anno, infatti, la diffusione tra le aziende dell’ex interinale passa dal 45,1% al 35,5%, con un calo di 4,6 punti percentuali. Allo stesso modo l’incidenza dei lavoratori interinali sul totale della manodopera alle dipendenze passa dal 5,2% al 3,7%. Trattandosi di una forma d’impiego strettamente legata all’andamento del ciclo economico, è possibile che questo ridimensionamento nell’utilizzo sia dovuto in parte alla difficile periodo che l’economia italiana, e l’industria manifatturiera in particolare, ha attraversato lo scorso anno.

L’utilizzo di tale forma di flessibilità è risultato particolarmente diffuso nel comparto “alimentare” (53,8%), e nel “chimico-farmaceutico”, ma è nella “gomma e materie plastiche” che l’intensità raggiunge il suo valore massimo (12,1%), superiore di quasi quattro volte al valore medio.

Il Graf. 9 a pag. 14 illustra le dimensioni del fenomeno (per comparto e dimensione) in termini di diffusione, il successivo Graf. 10 sintetizza i risultati disaggregati relativi all’intensità del ricorso ai lavoratori in affitto.

1.3.2.6 Collaboratori

La presenza di collaboratori8 è stata rilevata quest’anno nel 53,8% delle aziende, una percentuale più bassa di 1,2 punti rispetto all’indagine dello scorso anno. Il grado di intensità del fenomeno, misurato dalla percentuale di collaboratori sul totale degli addetti alle dipendenze, è risultato pari al 2,9%, in aumento rispetto al 2,1% del 2004.

Il Graf. 11 a pag. 15 illustra i risultati disaggregati - per settore e dimensione aziendale - relativi alla diffusione dei collaboratori tra le imprese manifatturiere dell’area milanese; il Graf. 12 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno.

1.3.2.7 Stagisti e tirocinanti

La presenza di stagisti e/o tirocinanti è stata rilevata dall’indagine nel 28,3% delle aziende che hanno collaborato, una percentuale inferiore rispetto a quella del 2004 (32,2%), ma comunque superiore a quella del 2003: i tassi di diffusione più elevati sono evidenziati, anche quest’anno, dalle aziende del comparto

“alimentare “ (50%) e da quelle di maggiori dimensioni (83,3%).

Il grado di intensità del fenomeno, misurato dalla percentuale di stagisti e/o tirocinanti sul totale degli addetti alle dipendenze, è risultato pari all’1,8%, tornando a posizionarsi sui livelli del 2003 dopo la crescita dell’anno passato.

Il Graf. 13 a pag. 16 illustra i risultati disaggregati - per settore e dimensione aziendale - relativi alla diffusione degli stagisti tra le imprese manifatturiere dell’area milanese; il Graf. 14 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno.

1.4 Gli effetti della Legge Biagi e l’analisi dei flussi occupazionali in entrata e in uscita: rimando

La mancanza di dati ufficiali riguardo l’utilizzo delle novità introdotte dalla Legge Biagi rende particolarmente utili le informazioni raccolte dal Centro Studi ai fini della comprensione degli effetti della riforma sul mercato

8 si tratta prevalentemente di collaboratori a progetto (cosiddetti co.co.pro.) secondo le innovazioni introdotte dalla Legge Biagi, ma non si può escludere la presenza di qualche addetto con contratto di collaborazione coordinata e continuativa nella forma precedente all’entrata in vigore della Legge 30/2003.

(7)

del lavoro dell’area milanese, ma anche tentare di verificare se essa abbia effettivamente incontrato e soddisfatto le esigenze di flessibilità che caratterizzano le imprese nel mutato conte sto produttivo.

Per questo motivo l’indagine specifica sull’utilizzo della riforma da parte delle imprese milanesi effettuata lo scorso anno9 è stata replicata nel 2005, con integrazioni conoscitive sulle caratteristiche dei flussi in entrata e in uscita.

I risultati saranno oggetto di una pubblicazione ad hoc, che sarà resa disponibile nelle prossime settimane.

1.5 Lavoratori extracomunitari

Nel corso del 2005 il 37,9% delle aziende ha avuto alle proprie dipendenze almeno un lavoratore proveniente da Paesi extra UE: il tasso di diffusione del personale extracomunitario nelle imprese manifatturiere dell’area milanese risulta inferiore rispetto all’anno passato, ma si attesta comunque su livelli superiori agli anni precedenti (era al 35,4% nel 2003).

Seppur in misura lieve, cala anche l’incidenza di tali lavoratori sul totale della forza lavoro alle dipendenze, tornando a registrare valori in linea con quelli del 2003 (1,1%) .

Sembrano quindi affievolirsi gli effetti della regolarizzazione degli extracomunitari10.

E’ da notare che la diffusione di tali lavoratori risulta in aumento nelle imprese di medie e grandi dimensioni (che registrano rispettivamente valori pari a 57,4 e 51,5%) e in calo nelle piccole e micro imprese (31,5 e 27,4%).

Il tasso di diffusione più elevato caratterizza il settore “tessile-abbigliamento”, nel quale la componente operaia è più significativa.

Il Graf. 15 a pag. 17 illustra i risultati disaggregati - per settore e dimensione aziendale - relativi alla diffusione del lavoro extracomunitario tra le imprese manifatturiere dell’area milanese; il Graf. 16 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno.

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1.6 Tabelle e grafici Industria Manifatturiera

1.6.1 Tabelle1 1

tab. 1 - Struttura percentuale per qualifica (MASCHI+FEMMINE) - Industria Manifatturiera - 2005.

Dirigenti Quadri Impiegati Intermedi Operai TOTALE

Alimentare 10,1 9,2 40,5 3,9 36,4 100,0

Chimico-Farm. 7,9 17,2 49,4 1,5 24,0 100,0

Gomma-Mat. plast. 3,4 8,0 28,9 3,1 56,6 100,0

Metalmeccanico 5,6 9,4 49,8 1,1 34,1 100,0

Tessile-Abb. 4,6 4,0 38,2 3,7 49,6 100,0

Altri CCNL 4,3 5,2 48,2 1,7 40,6 100,0

Ind. Manifatturiera 5,7 9,3 47,1 1,7 36,2 100,0

fino a 15 addetti 4,2 5,1 44,6 1,6 44,5 100,0

16-49 addetti 5,1 6,6 46,6 1,6 40,1 100,0

50-249 addetti 5,6 10,8 46,6 2,0 35,1 100,0

250 addetti e oltre 8,1 16,2 50,2 1,8 23,7 100,0

tab. 2 - Tasso di femminilizzazione - Industria Manifatturiera - 2005.

Operai

Dirigenti Quadri Impiegati Intermedi normalisti turnisti TOTALE

Alimentare 18,2 21,8 55,1 3,7 27,7 35,6 38,9

Chimico-Farm. 20,3 30,0 58,1 8,1 20,7 12,8 40,6

Gomma-Mat. plast. 33,5 10,1 70,5 6,2 10,1 20,9 30,7

Metalmeccanico 7,2 15,6 39,7 1,5 14,8 14,7 26,6

Tessile-Abb. 21,9 30,5 66,2 34,2 59,9 33,2 54,6

Altri CCNL 13,6 31,5 62,0 3,3 13,8 8,0 38,4

Ind. Manifatturiera 13,3 21,7 50,7 5,4 18,9 15,8 33,5

fino a 15 addetti 19,0 21,9 59,6 1,7 17,9 6,0 36,6

16-49 addetti 13,0 21,0 53,8 5,2 18,5 4,8 33,9

50-249 addetti 9,7 21,0 44,9 2,4 17,2 11,8 28,6

250 addetti e oltre 11,4 22,9 42,5 11,0 21,5 45,1 33,9

11 si fa presente che, per semplificarne la lettura, le tabelle riportano valori approssimati (senza decimali o con un numero limitato di decimali), e che tali arrotondamenti originano alcuni casi in cui apparentemente il totale non coincide con la somma delle parti.

(9)

tab. 3 - Struttura per tipologia di contratto - Totale Industria Manifatturiera - 2005

MASCHI+FEMMINE Media Dirigenti Impieg.+Quadri Operai+Interm.

Contr. a tempo indeterminato 92,9 99,6 90,5 95,0

Contratto di inserimento 0,4 0,0 0,5 0,2

Contratto part-time 4,9 0,1 7,3 2,4

Contratto a termine 1,7 0,3 1,7 2,3

TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0

tab. 4 - Struttura per tipologia di contratto - Personale maschile, Industria Manifatturiera - 2005.

Media Dirigenti Impieg.+Quadri Operai+Interm.

Contr. a tempo indeterminato 97,4 99,6 97,4 96,8

Contratto di inserimento 0,4 0,0 0,5 0,3

Contratto part-time 0,8 0,1 0,9 0,8

Contratto a termine 1,4 0,4 1,2 2,2

TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0

tab. 5 - Struttura per tipologia di contratto - Personale femminile, Industria Manifatturiera - 2005.

Media Dirigenti Impieg.+Quadri Operai+Interm.

Contr. a tempo indeterminato 83,9 99,8 82,8 88,0

Contratto di inserimento 0,4 0,0 0,5 0,0

Contratto part-time 13,6 0,2 14,7 9,6

Contratto a termine 2,1 0,0 2,0 2,5

TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0

tab. 6 - Distribuzione aziende per CCNL e classe dimensionale - Industria Manifatturiera - 2005.

Dipendenti aziende

Area Assolombarda ITALIA

Alimentare 13 2.796 3.271

Chimico-Farmaceutico 67 7.883 9.607

Gomma-Materie plastiche 21 481 550

Metalmeccanico 160 18.841 20.347

Tessile-Abbigliamento 14 685 722

Altri CCNL 32 1.487 1.502

Ind. Manifatturiera 307 32.173 35.999

fino a 15 addetti 103 931 1.010

16-49 addetti 91 2.474 2.910

50-249 addetti 76 7.318 8.056

250 addetti e oltre 37 21.450 24.023

(10)

1.6.2 Grafici

Graf. 1 - Struttura per qualifica: differenze 2004-2005 - Industria Manifatturiera.

5,4 9,3

44,6 1,3

39,3

57,0

5,7 9,3

47,1 1,7

36,2

59,8

0 10 20 30 40 50 60 70

Dirigenti Quadri Impiegati Intermedi Operai Tasso terziarizzazione implicita

(*)

2005 2004 (*) Incid. % QUADRI+IMPIEGATI sul TOTALE (escl. dirigenti)

Graf. 2 - Incidenza % addetti con CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO - Industria Manifatturiera - 2005.

91,5%

91,7%

91,9%

92,8%

93,8%

94,5%

92,9%

90,0%

93,4%

94,5%

93,5%

85% 90% 95% 100%

Altri CCNL Tessile-abbigl.

Chimico-farm.

Alimentare Metalmeccanico Gomma-mat. plast.

INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(11)

Graf. 3 - Incidenza contratto A TEMPO INDETERMINATO: differenze 2004-2005 - Industria Manifatturiera.

91,4 93,2 92,6

96,6 84,7

90,5

95,0 92,9

97,4 83,9

70 80 90 100

colletti bianchi colletti blu MEDIO maschi femmine

2005 2004

Graf. 4 - Diffusione (*) delle forme di flessibilità utilizzate dalle imprese: differenze 2004-2005 Industria Manifatturiera.

45,1%

55,0%

32,2%

14,0%

19,2%

38,4%

57,1%

35,5%

53,8%

28,3%

13,1%

14,2%

38,0%

62,9%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0%

lavoratori interinali collaboratori stagisti/tirocinanti apprendisti inserimento a termine part-time

2005 2004

(*) Incid. % aziende che hanno segnalato la presenza di almeno un lavoratore della tipologia indicata

(12)

Graf. 5 - Incidenza % delle forme di flessibilità adottate sul totale dei dipendenti: differenze 2004-2005 Industria Manifatturiera.

5,2%

2,1%

2,8%

0,3%

0,6%

2,6%

4,3%

3,7%

2,9%

1,8%

0,4%

0,4%

1,7%

4,9%

0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0%

lavoratori interinali collaboratori stagisti/tirocinanti apprendisti inserimento a termine part-time

2005 2004

Graf. 6 - Incidenza % addetti con contratto di INSERIMENTO - Industria Manifatturiera - 2005.

0,02%

0,04%

0,34%

0,47%

0,61%

0,65%

0,39%

0,32%

0,25%

0,56%

0,53%

0,0% 0,5% 1,0%

Tessile-abbigl.

Gomma-mat. plast.

Metalmeccanico Chimico-farm.

Altri CCNL Alimentare INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(13)

Graf. 7 - Incidenza % addetti con contratto PART TIME - Industria Manifatturiera - 2005.

3,1%

3,5%

4,7%

4,9%

5,7%

5,8%

4,9%

7,3%

5,2%

2,9%

4,1%

0% 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8%

Alimentare Gomma-mat. plast.

Chimico-farm.

Metalmeccanico Tessile-abbigl.

Altri CCNL INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Graf. 8 - Incidenza % addetti con contratto A TERMINE - Industria Manifatturiera - 2005.

1,0%

2,0%

2,1%

2,6%

2,9%

3,4%

1,7%

2,3%

1,2%

2,1%

1,9%

0% 1% 2% 3% 4%

Metalmeccanico Gomma-mat. plast.

Altri CCNL Tessile-abbigl.

Chimico-farm.

Alimentare INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(14)

Graf. 9 - Incidenza % aziende con presenza di LAVORATORI INTERINALI - Industria Manifatturiera - 2005.

21,4%

25,0%

33,3%

34,4%

53,7%

53,8%

35,5%

20,4%

24,2%

61,8%

70,3%

0% 25% 50% 75% 100%

Tessile-abbigl.

Altri CCNL Gomma-mat. plast.

Metalmeccanico Chimico-farm.

Alimentare INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Graf. 10 - Incidenza % LAVORATORI INTERINALI sul totale del personale - Industria Manifatturiera - 2005.

2,0%

2,3%

3,9%

5,1%

5,5%

12,1%

3,7%

7,1%

2,7%

6,1%

2,5%

0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14%

Tessile-abbigl.

Metalmeccanico Altri CCNL Chimico-farm.

Alimentare Gomma-mat. plast.

INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(15)

Graf. 11 - Incidenza % aziende con presenza di COLLABORATORI - Industria Manifatturiera - 2005.

38,5%

47,6%

50,0%

55,6%

57,1%

58,2%

53,8%

45,6%

53,8%

59,2%

70,3%

0% 25% 50% 75% 100%

Alimentare Gomma-mat. plast.

Altri CCNL Metalmeccanico Tessile-abbigl.

Chimico-farm.

INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Graf. 12 - Incidenza % COLLABORATORI sul totale del personale - Industria Manifatturiera - 2005.

1,0%

2,4%

2,9%

3,5%

3,6%

4,3%

2,9%

22,5%

5,7%

3,0%

1,1%

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0%

Alimentare Metalmeccanico Chimico-farm.

Tessile-abbigl.

Gomma-mat. plast.

Altri CCNL INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(16)

Graf. 13 - Incidenza % aziende con presenza di STAGISTI - Industria Manifatturiera - 2005.

17,6%

23,6%

25,0%

33,3%

36,1%

50,0%

28,3%

10,1%

13,3%

43,3%

83,3%

0% 25% 50% 75% 100%

Gomma-mat. plast.

Metalmeccanico Tessile-abbigl.

Altri CCNL Chimico-farm.

Alimentare INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Graf. 14 - Incidenza % STAGISTI sul totale del personale - Industria Manifatturiera - 2005.

0,5%

0,6%

1,1%

1,4%

3,4%

3,8%

1,8%

1,3%

0,8%

1,7%

1,6%

0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 3,0% 3,5% 4,0%

Tessile-abbigl.

Gomma-mat. plast.

Chimico-farm.

Metalmeccanico Alimentare Altri CCNL INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(17)

Graf. 15 - Incidenza % aziende con presenza di LAVORATORI EXTRACOMUNITARI - Industria Manifatturiera 2005.

25,0%

34,3%

37,7%

46,2%

63,6%

75,0%

37,9%

24,7%

31,5%

57,4%

51,5%

0% 25% 50% 75% 100%

Altri CCNL Metalmeccanico Chimico-farm.

Gomma-mat. plast.

Alimentare Tessile-abbigl.

INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

Graf. 16 - Incidenza % LAVORATORI EXTRACOMUNITARI sul totale del personale - Industria Manifatturiera 2005.

0,7%

0,9%

1,1%

1,1%

1,8%

4,2%

1,1%

3,5%

3,3%

1,5%

0,3%

0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 3,0% 3,5% 4,0% 4,5%

Metalmeccanico Alimentare Chimico-farm.

Altri CCNL Tessile-abbigl.

Gomma-mat. plast.

INDUSTRIA MANIF.

meno di 15 addetti 16-49 addetti 50-249 addetti 250 addetti e oltre

(18)
(19)

2 L’occupazione nell’economia dell’area milanese

Questa sezione del rapporto descrive le caratteristiche dell’occupazione nell’intera economia milanese12. I risultati riportati nei successivi paragrafi sono stati ottenuti dall’elaborazione delle informazioni raccolte grazie alla collaborazione di tutte le 334 aziende (per un totale di 37.350 lavoratori complessivamente alle loro dipendenze): tali informazioni si riferiscono alla forza lavoro (33.107 lavoratori) che opera nell’Area Milanese.

Rispetto ai risultati presentati nel capitolo precedente (cfr. cap. 1 da pag. 3) con riferimento all’industria manifatturiera, la metodologia utilizzata è la stessa, ed è illustrata nel par. 3.3 a pag. 32. La base dei dati elaborata è stata integrata con le informazioni fornite da un certo numero di aziende del settore dei servizi, che - insufficienti a rappresentare in modo attendibile l’intero comparto dei servizi - permettono tuttavia (ricorrendo ad un adeguato sistema di ponderazione) di sintetizzare una stima riferibile all’intera economia milanese ed evidenziare le specificità del comparto manifatturiero.

2.1 Struttura del personale per qualifica

La struttura del personale per qualifica dell’intera economia milanese ha registrato, nel 2005, un tasso di terziarizzazione pari al 68,5%13; ciò significa che ogni cento occupati in posizioni non dirigenziali circa 68 sono inquadrati come quadri o impiegati. Il personale con mansioni operaie compone per circa il 30% il totale della forza lavoro dell’area milanese (cui va aggiunto un 1,3% degli intermedi), gli impiegati rappresentano il 52,8% del totale , i quadri sono il 10,5% e i dirigenti il 7%.

Il Graf. 17 a pag. 22 riassume i risultati della struttura del personale per qualifica disaggregati per settore di attività.

2.2 La femminilizzazione

Il tasso di femminilizzazione14 medio dell’economia milanese è risultato pari al 37,5%. Il dato dell’industria manifatturiera (33,5%) è inferiore per effetto della maggior presenza relativa di personale femminile nelle aziende dei servizi. La presenza femminile è inoltre più accentuata nelle micro imprese, dove raggiunge il 42,6% della forza lavoro, mentre nelle piccole e medie imprese registra valori al di sotto della media generale (rispettivamente 35,2 e 31,6%).

Disaggregando per qualifica si nota che le donne costituiscono la maggior parte del personale con funzioni impiegatizie (53,9%), che quasi un quadro ogni quattro è donna e che tra i dirigenti le donne rappresentano il 16,3%.

Le informazioni dettagliate per classe di addetti sono riportate nel Graf. 18 a pag. 23, che evidenzia anche lo scarto tra intera economia e industria manifatturiera.

2.3 La struttura per tipologia di contratto 2.3.1 Contratto di lavoro a tempo indeterminato

Il personale assunto con contratto a tempo indeterminato costituisce il 90,5% del totale degli addetti. Questa forma contrattuale è relativamente più diffusa nel settore manifatturiero (nel quale l’analoga percentuale è superiore alla media, 92,9%) e si concentra nelle imprese di piccole, medie e grandi dimensioni; solo le micro imprese, con un incidenza percentuale di addetti con contratto a tempo indeterminato dell’83,5%, registrano valori inferiori alla media generale.

E’ da notare la relativamente ampia differenza rilevata disaggregando i dati per sesso: tra gli uomini il 96,1%

risulta occupato a tempo indeterminato, mentre la quota corrispondente di donne è pari all’81,3%. Queste differenze possono essere attribuite alla maggiore presenza di personale maschile nell’industria manifatturiera, specialmente tra i colletti blu (dove è più alta la quota di personale con contratti a tempo indeterminato).

Analizzando per qualifica, i colletti blu registrano un’incidenza del contratto a tempo determinato superiori di circa sette punti percentuali a quella dei colletti bianchi (95 contro 87,9%).

12 vedi nota 2 a pag. 1.

(20)

Il Graf. 19 e il Graf. 20 da pag. 23 riportano l’incidenza degli addetti con contratto a tempo indeterminato sul totale del personale disaggregati rispettivamente per classi dimensionali (con i evidenza lo scarto tra industria manifatturiera e intera economia), e per sesso e qualifica.

2.3.2 Gli strumenti di flessibilità del lavoro

Il Graf. 21 e il Graf. 22 da pag. 24 riportano rispettivamente la diffusione tra le aziende e l’intensità tra il personale delle diverse forme di flessibilità; le rappresentazioni grafiche consentono di cogliere la specificità dell’industria manifatturiera.

2.3.2.1 Contratto di inserimento

L’indagine ha rilevato la presenza di contratti di inserimento nel 15% delle imprese. La diffusione è di poco inferiore nelle imprese manifatturiere (14,2%). Più significativa è la differenza in termini di utilizzo relativamente al totale dei dipendenti: l’incidenza sul totale del personale, mediamente stimata nel 0,7%, risulta quasi la metà (0,4%) se si considerano le sole aziende manifatturiere.

Molto diverse sono anche le incidenze che caratterizzano le quattro classi dimensionali considerate: tale forma di flessibilità - introdotta dalla Legge Biagi - trova applicazione soprattutto tra le micro imprese.

Il Graf. 23 a pag. 25 mostra la diversa incidenza del lavoratori alle dipendenze con contratti di inserimento e lavoro e di inserimento in base alle dimensioni d’impresa e nel manifatturiero rispetto all’intera economia.

2.3.2.2 Contratto part-time

La diffusione del contratto a tempo parziale nelle imprese milanesi si attesta al 62% (62,9% in quelle dell’industria manifatturiera), mentre la quota di lavoratori coinvolti sul totale del personale è pari al 6,8%.

Se consideriamo le dimensioni aziendali, il part-time ha un’incidenza maggiore nelle microimprese - dove i lavoratori coinvolti superano il 13% - mentre ha un’incidenza piuttosto omogenea nelle restanti classi dimensionali (intorno al 3-5%).

Pur relativamente più presente nel settore manifatturiero, il part-time raggiunge la maggiore incidenza sul totale dei dipendenti nell’intera economia.

Il Graf. 24 a pag. 26 mostra la diversa incidenza dei contratti a tempo parziale per classe dimensionale di appartenenza e nell’intera economia rispetto all’industria manifatturiera.

2.3.2.3 Contratto a tempo determinato

Il 38,6% delle aziende milanesi occupa almeno un addetto a tempo determinato. Nel complesso questa forma contrattuale riguarda il 2% del totale occupati.

La presenza di contratti a termine è più frequente nell’intera economia (in cui il tasso di diffusione è lievemente superiore a quello che caratterizza il manifatturiero, 38%); il minore utilizzo nelle aziende manifatturiera dei lavoratori occupati con questo contratto trova conferma nel peso percentuale (1,7%) inferiore alla media. A livello dimensionale l’incidenza dei contratti a termine risulta più forte nelle micro imprese (2,8%).

Il Graf. 25 a pag. 26 illustra l’incidenza dei lavoratori assunti con contratto a termine disaggregati per dimensioni aziendali e nell’industria rispetto all’intera economia.

2.3.2.4 Contratto di apprendistato

Il contratto di apprendistato è presente mediamente nel 23,1% delle aziende che hanno collaborato e caratterizza lo 0,5% del totale degli occupati. Tanto per diffusione quanto per intensità, questa forma contrattuale è lievemente meno presente nel settore industriale.

2.3.2.5 Lavoratori interinali

L’impiego di lavoratori interinali riguarda complessivamente il 34,2% delle imprese che hanno collaborato all’indagine: tale forma di flessibilità è relativamente più diffusa tra le aziende manifatturiere (35,5%). La diffusione del lavoro interinale cresce al crescere delle dimensioni aziendali fino a raggiungere il 59,6% nelle imprese di grandi dimensioni.

(21)

L’incidenza media dei lavoratori interinali sul totale occupati è pari al 3,4%; l’intensità dell’utilizzo si conferma nell’industria manifatturiera (3,7%) maggiore che nel resto dell’economia, e nelle medie e micro imprese, dove registra valori rispettivamente del 6 e del 7,2%.

Il Graf. 26 a pag. 27 illustra le dimensioni del fenomeno in termini di diffusione per dimensione aziendale e le differenze a livello di industria, mentre il successivo Graf. 27 mostra i risultati disaggregati relativi all’intensità del ricorso al lavoro in affitto.

2.3.2.6 Collaboratori

La presenza di collaboratori è stata rilevata dall’indagine complessivamente nel 55,6% delle imprese, una percentuale superiore a quella rilevata nel solo manifatturiero (53,8%).

Il numero dei collaboratori rappresenta il 3,1% dei lavoratori alle dipendenze non si registrano differenze significative a livello settoriale.

Disaggregando i dati medi si nota che la percentuale di imprese in cui è presente almeno un collaboratore aumenta all’aumentare delle dimensioni aziendali e che il ricorso a questo tipo di contratto risulta particolarmente intenso nel comparto nelle micro-imprese (dove coinvolge il 17,4% degli addetti).

Il Graf. 28 a pag. 28 illustra i risultati disaggregati per dimensione aziendale - con evidenza della specifica situazione nel settore industriale rispetto all’intera economia - relativi alla diffusione dei collaboratori tra le imprese dell’area milanese; il successivo Graf. 29 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno.

2.3.2.7 Stagisti e tirocinanti

La presenza di stagisti e/o tirocinanti è stata rilevata dall’indagine nel 28,3% delle aziende manifatturiere, una diffusione inferiore alla media dell’intera economia (31,9%). La probabilità di una presenza in azienda di stagisti e tirocinanti cresce al crescere delle dimensioni aziendali, essendo compresa tra il 6,7% delle micro- imprese e l’81,4% di quelle maggiori.

Il grado di intensità del fenomeno, misurato dalla percentuale di stagisti e/o tirocinanti sul totale degli addetti alle dipendenze, è risultato pari - in media – all’1,4% (il dato dell’industria manifatturiera è lievemente superiore, 1,8%).

Il Graf. 30 a pag. 29 illustra i risultati disaggregati per dimensione aziendale relativi alla diffusione degli stagisti tra le imprese dell’area milanese; il Graf. 31 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno. In entrambi i grafici viene riportato - per un confronto - il dato relativo all’industria manifatturiera.

2.4 I lavoratori extracomunitari

Il 35,9% delle imprese ha avuto alle proprie dipendenze, nel corso del 2005, almeno un lavoratore extracomunitario, mentre l’incidenza sul totale del personale è risultata pari all’1,2%.

La diffusione dei lavoratori extra UE aumenta all’aumentare delle dimensioni aziendali, mentre l’intensità massima (4,8%) si trova nelle micro imprese.

L’industria manifatturiera registra una quota maggiore di imprese in cui è presente personale extra- comunitario (37,9%): viceversa, nel comparto l’incidenza di lavoratori extra UE sul totale del personale è inferiore - seppur di poco - alla media dell’intera economia (1,1%).

Il Graf. 32 a pag. 30 illustra i risultati disaggre gati - per settore e dimensione aziendale - relativi alla diffusione del lavoro extracomunitario tra le imprese dell’area milanese; il Graf. 33 consente di porre a confronto i diversi gradi d’intensità del fenomeno.

(22)

2.5 Tabelle e grafici Intera Economia

2.5.1 Tabelle

tab. 7 - Distribuzione aziende per macro-settore e classe dimensionale - Intera Economia - 2005 Dipendenti

aziende

Area Assolombarda ITALIA

TOTALE ECONOMIA 334 33.107 37.350

micro-imprese 106 946 1.026

piccole imprese 98 2.521 2.964

medie imprese 83 7.444 8.500

grandi imprese 47 22.196 24.860

2.5.2 Grafici

Graf. 17 - Struttura del personale per qualifica - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

5,7 9,3

47,1 1,7

36,2

59,8

7,0 10,5

52,8 1,3

28,4

68,5

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Dirigenti Quadri Impiegati Intermedi Operai Tasso terziarizzazione implicita

(*)

ECONOMIA

Industria manifatturiera (*) Incid. % QUADRI+IMPIEGATI sul TOTALE (escl. dirigenti)

(23)

Graf. 18 - Tassi di femminilizzazione per classi dimensionali - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

33,5%

37,5%

42,6%

35,2%

31,6%

38,9%

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

Graf. 19 - Incidenza percentuale addetti con contratto A TEMPO INDETERMINATO per classe dimensionale - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

92,9%

90,5%

82,3%

93,4%

93,4%

92,7%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

(24)

Graf. 20 - Incidenza percentuale addetti con contratto A TEMPO INDETERMINATO per sesso e qualifica - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

90,5 95,0 92,9

97,4 83,9

87,9 95,0 90,5

96,1 81,3

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

colletti bianchi colletti blu MEDIO maschi femmine

Industria manifatturiera ECONOMIA

Graf. 21 - Diffusione (*) delle forme di flessibilità utilizzate dalle imprese - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

35,5%

53,8%

28,3%

13,1%

14,2%

38,0%

62,9%

34,2%

55,6%

31,9%

23,1%

15,0%

38,6%

62,0%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0%

lavoratori interinali collaboratori stagisti/tirocinanti apprendisti inserimento/cfl residui a termine

part-time

Industria manifatturiera ECONOMIA

(*) Incid. % aziende che hanno segnalato la presenza di almeno un lavoratore della tipologia indicata

(25)

Graf. 22 - Incidenza % delle forme di flessibilità adottate sul totale dei dipendenti - Industria Manifatturiera vs.

Intera Economia - 2005

3,7%

2,9%

1,8%

0,4%

0,4%

1,7%

4,9%

3,4%

3,1%

1,4%

0,5%

0,7%

2,0%

6,8%

0% 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8%

lavoratori interinali collaboratori stagisti/tirocinanti apprendisti inserimento/cfl residui a termine

part-time

Industria manifatturiera ECONOMIA

Graf. 23 - Incidenza percentuale addetti con contratto di INSERIMENTO - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

0,4%

0,7%

1,5%

0,3%

0,8%

0,5%

0% 1% 2%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

(26)

Graf. 24 - Incidenza percentuale addetti con contratto PART-TIME - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

4,9%

6,8%

13,3%

5,1%

3,3%

4,8%

0% 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 10% 11% 12% 13% 14%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

Graf. 25 - Incidenza percentuale addetti con contratto A TERMINE - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

1,7%

2,0%

2,8%

1,3%

2,5%

1,9%

0% 1% 2% 3%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

(27)

Graf. 26 - Incidenza percentuale aziende con presenza di LAVORATORI INTERINALI - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

35,5%

34,2%

24,8%

23,8%

57,9%

59,6%

0% 25% 50% 75% 100%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

Graf. 27 - Incidenza percentuale LAVORATORI INTERINALI sul totale del personale - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

3,7%

3,4%

7,2%

2,7%

6,0%

2,2%

0,0% 1,0% 2,0% 3,0% 4,0% 5,0% 6,0% 7,0% 8,0%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

(28)

Graf. 28 - Incidenza percentuale aziende con presenza di COLLABORATORI - Industria Manifatturiera vs.

Intera Economia - 2005

53,8%

55,6%

41,4%

54,0%

60,6%

70,2%

0% 25% 50% 75% 100%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

Graf. 29 - Incidenza percentuale COLLABORATORI sul totale del personale - Industria Manifatturiera vs.

Intera Economia - 2005

2,9%

3,1%

17,4%

6,8%

7,0%

2,1%

0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0% 12,0% 14,0% 16,0% 18,0% 20,0%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

(29)

Graf. 30 - Incidenza percentuale aziende con presenza di STAGISTI - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

28,3%

31,9%

6,7%

14,1%

41,6%

81,4%

0% 25% 50% 75% 100%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

Graf. 31 - Incidenza percentuale STAGISTI sul totale del personale - Industria Manifatturiera vs. Intera Economia - 2005

1,8%

1,4%

0,9%

1,1%

2,2%

2,1%

0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5%

Industria manifatturiera ECONOMIA micro piccole medie grandi

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